tag:blogger.com,1999:blog-8675312067632095138.post9039909020964830111..comments2024-03-26T10:41:36.952+01:00Comments on wally rainbow valeriano elfodiluce lightelf fumetti gay comics blog ufficiale: C'É POSTO PER TUTTI...Wally Rainbowhttp://www.blogger.com/profile/00805926599622404131noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-8675312067632095138.post-55916089457716661102016-05-05T23:05:25.804+01:002016-05-05T23:05:25.804+01:00Potete tirare il fiato: ultima parte.
Continuiam...Potete tirare il fiato: ultima parte.<br /><br /><br />Continuiamo.“Si diceva che, oltre ai normali compensi stabiliti dall'editore per sceneggiatori e disegnatori dei normali numeri della serie, in caso di ristampe l'autore (il solo Castelli, dunque) avrebbe ricevuto un compenso nella sua qualità di creatore, e che il resto della cifra stabilita dall'editore sarebbe stata ripartita metà e metà tra sceneggiatore e disegnatore del singolo numero. Come si vede, Castelli faceva la parte del leone, portandosi a casa più di metà della torta”. <br /><br />Si diceva male: per la cronaca l’avido Castelli non ha mai preso una lira dalle molto ben pagate ristampe dei TuttoMystère (ne sono usciti 127 numeri) che non ha scritto lui: i proventi sono stati sempre divisi 50/50 tra sceneggiatore effettivo e disegnatore; nessun creatore di mezzo. <br /><br />Per il publishing (ristampe realizzate da altri editori: meno di 15 in trent’anni), la divisione è stata quella descritta, che non specifica però le varie percentuali. Non le dirò, perché l’accordo è uguale per tutti e non intendo mettere in piazza gli affari altrui. Potete divertirvi a pensare che Bonelli, lo sceneggiatore e il disegnatore tenessero il 10%, e il creatore, che fa la parte del leone, il 70%. Ma tutto, anche il peso della frase, cambierebbe se le cifre fossero completamebte diverse (lo sono), e quello che puà sembrare un taglieggiamento diventerebbe una percentuale da agente.<br /><br />“C'era un'altra interessante clausola: fino a un certo numero di copie vendute, gli emolumenti si fermavano qui, ma se la pubblicazione avesse avuto "successo", l'editore avrebbe pagato ulteriori diritti d'autore (al solo "creatore", naturalmente)”<br /><br />Il pagamento in questo caso di royalties sul venduto e non di diritti andava al creatore (o ai creatori) in quanto allora questi era anche curatore della serie, così come i direttori di certe testate giornalistiche percepiscono percentuali sulle vendite. <br />Oggi i curatori Bonelli non hanno spesso nulla a che vedere con il creatore. Se una testata langue e un curatore riesce ad aumentarne le vendite, personalmente darei una percentuale al curatore togliendola da quella del creatore; in ogni caso non è questa l’occasione di parlarne.<br />Io ritengo che l’introduzione di questa clausola abbia favorito gli autori – fossero anche i soli creatori, “naturalmente” – rispetto all’editore, che una volta pigliava tutto. Non saprei come migliorare la clausola se non con il sistema praticato da Bonelli, ovvero garantendo aumenti annuali ai collaboratori, e compensando proporzionalmente quelli di serie di successo. <br />alfredocastellihttps://www.blogger.com/profile/12408685013253336043noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8675312067632095138.post-82672391512667985592016-05-05T23:04:45.679+01:002016-05-05T23:04:45.679+01:00(Castelli Parte 3)
Continuiamo.“Si diceva che, olt...(Castelli Parte 3)<br />Continuiamo.“Si diceva che, oltre ai normali compensi stabiliti dall'editore per sceneggiatori e disegnatori dei normali numeri della serie, in caso di ristampe l'autore (il solo Castelli, dunque) avrebbe ricevuto un compenso nella sua qualità di creatore, e che il resto della cifra stabilita dall'editore sarebbe stata ripartita metà e metà tra sceneggiatore e disegnatore del singolo numero. Come si vede, Castelli faceva la parte del leone, portandosi a casa più di metà della torta”. <br /><br />Si diceva male: per la cronaca l’avido Castelli non ha mai preso una lira dalle molto ben pagate ristampe dei TuttoMystère (ne sono usciti 127 numeri) che non ha scritto lui: i proventi sono stati sempre divisi 50/50 tra sceneggiatore effettivo e disegnatore; nessun creatore di mezzo. <br /><br />Per il publishing (ristampe realizzate da altri editori: meno di 15 in trent’anni), la divisione è stata quella descritta, che non specifica però le varie percentuali. Non le dirò, perché l’accordo è uguale per tutti e non intendo mettere in piazza gli affari altrui. Potete divertirvi a pensare che Bonelli, lo sceneggiatore e il disegnatore tenessero il 10%, e il creatore, che fa la parte del leone, il 70%. Ma tutto, anche il peso della frase, cambierebbe se le cifre fossero completamebte diverse (lo sono), e quello che puà sembrare un taglieggiamento diventerebbe una percentuale da agente.<br /><br />“C'era un'altra interessante clausola: fino a un certo numero di copie vendute, gli emolumenti si fermavano qui, ma se la pubblicazione avesse avuto "successo", l'editore avrebbe pagato ulteriori diritti d'autore (al solo "creatore", naturalmente)”<br /><br />Il pagamento in questo caso di royalties sul venduto e non di diritti andava al creatore (o ai creatori) in quanto allora questi era anche curatore della serie, così come i direttori di certe testate giornalistiche percepiscono percentuali sulle vendite. <br />Oggi i curatori Bonelli non hanno spesso nulla a che vedere con il creatore. Se una testata langue e un curatore riesce ad aumentarne le vendite, personalmente darei una percentuale al curatore togliendola da quella del creatore; in ogni caso non è questa l’occasione di parlarne.<br />Io ritengo che l’introduzione di questa clausola abbia favorito gli autori – fossero anche i soli creatori, “naturalmente” – rispetto all’editore, che una volta pigliava tutto. Non saprei come migliorare la clausola se non con il sistema praticato da Bonelli, ovvero garantendo aumenti annuali ai collaboratori, e compensando proporzionalmente quelli di serie di successo.<br />(Fine Parte 3 - Continua) <br />alfredocastellihttps://www.blogger.com/profile/12408685013253336043noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8675312067632095138.post-48533041269106280702016-05-05T23:02:19.713+01:002016-05-05T23:02:19.713+01:008Castelli Parte 2)
Mi vengono in mente Berardi e ...8Castelli Parte 2)<br /><br />Mi vengono in mente Berardi e Milazzo per Ken Parker, di cui confesso però di non conoscere gli accordi interpersonali; per quanto mi riguarda, per esempio, questo è avvenuto con Gli Aristocratici, di cui io e il compianto Tacconi siamo cocreatori, o con Docteur Mystère, di cui sono cocreatore al 50% con Filippucci. Sia Tacconi, sia Filippucci hanno dato un’impronta assolutamente personale ai personaggi. Senza il loro apporto essi non esisterebbero, e non a caso le storie delle serie sono sempre illustrate da loro. <br /><br />Esistono però anche altre situazioni, legate soprattutto alle serie cosiddette popolari della Bonelli, che impongono la presenza di un gran numero di disegnatori a causa della frequenza delle uscite, e che partono, spesso, mettendo all’opera simultaneamente cinque-sei illustratori. Faccio un esempio inesistente per non coinvolgere nessuno. <br /><br />Ho realizzato il progetto di una serie che si ispira all’Olandese Volante. Un vascello fantasma vola tra i pianeti dell’universo, e il leggendario capitano Falkenburg è costretto ad aiutare i loro abitanti salvo poi non riuscire a trovare pace e dover abbandonare il luogo a cui magari si era affezionato. <br />Mi dilungo su altri particolari, allego una serie di soggetti e spunti e un progettone globale per portare avanti la storia.<br />So che essa dovrà essere disegnata simultanemente da vari disegnatori diversi, che lo faranno con il loro stile com’è consueto alla Bonelli. Allego copie di immagini e dipinti che raffigurano un vascello nella tempesta; uniformi e abiti marinari del ‘700; il ritratto di un personaggio dell’epoca che mi sembra particolarmente adatto. Faccio disegnare alcuni model sheet basati su quanto sopra da un illustratore adeguatamente compensato una tantum per semplificare il compito alla squadra dei disegnatotori, quindi passo a tutti le sceneggiature.<br /><br />Anche se la cosa può non piacere, qui io mi ritengo creatore letterario e grafico della serie. In questo caso, che non ha nulla a che vedere con Gli Aristocratici o Docteur Mystère, mi rifiuto di considerare “creatore grafico” alla pari con me l’autore che, dietro precise indicazioni, ha disegnato il primo albo e che magari ricompare solo dopo un anno, avendo tranquillamente lavorato a casa mentre io mi davo da fare per portare avanti la serie, controllare i lavori degli altri disegnatori e via dicendo. <br />E se il primo albo disegnato fosse posticipato e uscisse per secondo? È successo con Martin Mystère, ma per fortuna Giancarlo ha potuto disegnare anche la nuova storia di esordio. Per Mister No, invece, disegnato inizialmente da Bignotti e Diso, un primo albo è stato realizzato da Ferri dopo che Bonelli aveva deciso di modificare l’incipit della serie. In tal caso chi è il creatore grafico di fronte a un giudice? <br />E se improvvisamente dopo anni un disegnatore si scoprisse creatore e avanzasse delle pretese? <br /><br />Per questo (e a ragione) Bonelli ha chiesto che la questione fosse chiarificata in un accordo a priori con le varie parti come condizione per partire con una serie. Per la cronaca i primi 6 albi di Martin Mystère sono stati disegnati da 4 disegnatori diversi (Alessandrini, Bignotti, Ricci, Cassaro) dopo che ci avevano già provato Zaniboni, Bagnoli e Busticchi. <br />Giancarlo – a cui, sia ben chiaro, va tutta a mia stima e il mio affetto – è ricomparso solo nel N. 15. La frase, piuttosto fastidiosa “Da sceneggiatore, quel marpione di Alfredo fece mettere nel contratto che il creatore del personaggio era lui e lui solo (relegando così automaticamente il creatore grafico, Giancarlo Alessandrini, nel ruolo di mero "esecutore" grafico)” è abbastanza offensiva e va comunque rivista.<br />alfredocastellihttps://www.blogger.com/profile/12408685013253336043noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8675312067632095138.post-31196957737292098272016-05-05T23:01:25.530+01:002016-05-05T23:01:25.530+01:00Cari amici,
Di solito non intervengo quando si pa...Cari amici,<br /><br />Di solito non intervengo quando si parla di me o dei miei personaggi nel bene o nel male, ma questa volta ritengo importante chiarificare alcuni fatti, anche (o soprattuto) perché l’articolo è costruito in modo di farmi sembrare quantomeno poco corretto (“Marpione”, scrive Toninelli). Aggiuno – prima di passare alle puntualizzazioni - che quando si parla di certi argomenti è opportuno conoscere come stanno le cose e non andare per simpatie e per “sentito dire”.<br />Si parla di diritti d’autore e di creatori, in un articolo su Gallieno Ferri e sui diritti di creazione di Zagor su cui non voglio entrare in merito.<br /><br />"Alla Bonelli (che allora aveva ancora vari nomi e ragioni sociali, come Dime Press e Altamira) non esistevano contratti. Tutto si faceva (come nelle altre case editrici, d'altronde) sulla base di accordi "amichevoli" e strette di mano.<br />A cambiare le cose fu Alfredo Castelli, che già da anni impegnato sul fronte dei diritti degli autori, quando propose alla Bonelli il suo Martin Mystère, chiese anche che venisse firmato un preciso contratto, che poi diventò il modello di tutti i successivi contratti.”<br /><br />A dire il vero fu Bonelli che mi chiese di stilare un contratto proprio per evitare improvvise apparizioni, magari dopo anni, di sedicenti aventi diritto che gli complicassero la vita. Fu così che io stesi un accordo-tipo che teneva conto di alcune differenze tra vari tipi di produzione seriale. <br /><br />Inventare una serie non significa semplicemente scrivere una o due storie, ma impone di impostare un gruppo di personaggi, approfondire le loro relazioni, costruire un mondo (o un “universo”) in cui essi si muovono e in cui teoricamente possono continuare a muoversi all’infinito; creare formule narrative, meccanismi e paletti che permettano eventualmente anche ad altri di proseguire la narrazione secondo le necessità. Per quanto mi riguarda, significa anche contribuire a portare avanti la serie con idee editoriali o d’altro genere atte a farla sopravvivere, cosa che all’epoca del famoso accordo facevano i “creatori” stessi (io continuo a farlo) e che solo più avanti è stata presa in mano da “editor” non legati all’ideazione della serie.<br /><br />Questa operzione può essere compiuta da un autore solo (testo e disegno) e, salvo casi di grave schizofrenia, non crea problemi, oppure da più autori (di solito due) che insieme realizzino i punti descritti sopra, ovvero creino un mondo caratterizzato anche graficamente. <br /><br /><br />(fine parte 1 - Continua)alfredocastellihttps://www.blogger.com/profile/12408685013253336043noreply@blogger.com