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lunedì 20 aprile 2015

ANGELI DI CARAVAGGIO O DONNINE DI MANARA?

Ciao a tutti, come va?

Sarò brutale: a volte mi chiedo se in realtà sono io ad essere ossessionato dalla ricerca di aspetti negativi e sconfortanti nel panorama editoriale italiano... E me lo chiedo perchè ultimamente mi ritrovo a parlarne con una regolarità che inizia a preoccuparmi...

E oltretutto mi ritrovo a parlare di situazioni incresciosamente simili, che si ripetono in maniera ciclica e che mi lasciano abbastanza interdetto.

Ad esempio: l'estate scorsa mi sono ritrovato a parlare di come la Bonelli abbia scelto di dedicare a Caravaggio uno Speciale in cui è stata molto attenta a non puntare l'attenzione sui risvolti omosessuali della sua vita (CLICCATE QUI, ma anche QUI e QUI), e adesso mi ritrovo a parlare del nuovo volume di Milo Manara, che guardacaso è il primo di una serie dedicata alla vita di Caravaggio... E lo faccio perchè, anche se verrà presentato ufficialmente solo a fine mese, il suo autore ha già dichiarato all'AdnKronos (CLICCATE QUI) qual è la sua posizione nei confronti della sessualità del protagonista... Una posizione che mi ha lasciato molto interdetto, per la verità...

Infatti il sito dell'agenzia di stampa riporta che:

Il racconto del maestro del fumetto conserva intatta l'impronta della sua arte erotica, soprattutto nelle pagine che ritraggono figure femminili nude, in atteggiamenti erotici espliciti, anche se sono quasi assenti i riferimenti alla presunta omosessualità del pittore: "Per quel che riguarda la sessualità e la parte erotica in Caravaggio io ho interpellato vari studiosi e storici di Caravaggio e la maggior parte è d'accordo nel dire che non ci sono prove sull'omosessualità di Caravaggio - dice Manara - era stato accusato di omosessualità da Giovanni Baglione, un pittore che dopo la morte di Caravaggio diventerà un caravaggesco. Caravaggio scrisse una poesia ironica contro Baglione e Baglione lo denunciò in tribunale accusandolo di omosessualità".
"Baglione lo accusa solo per vendetta, e il fatto non ebbe conseguenze legali all'epoca, se la sodomia fosse stata accertata, sarebbe sicuramente stata punita. Io posso solo dire che l'argomento per me è poco importante - chiosa Manara - C'è un altro elemento che ha fatto pensare all'omosessualità di Caravaggio ed è la forte presenza di giovani nudi maschili nelle sue opere, però all'epoca a Roma era molto difficile dipingere nudi femminili e poco consigliabile, erano realizzati solo per privati che li nascondevano in biblioteche e pinacoteche. Nella Repubblica di Venezia, che era più libera, i nudi femminili andavano per la maggiore, a Firenze avveniva lo stesso, bisogna aspettare Guido Reni per vedere nudi femminili a Roma o Artemisia Gentileschi che faceva nudi di se stessa. Comunque non dò molta importanza all'argomento" tiene a sottolineare il fumettista.

La parte sottolineata era evidenziata anche nel testo originale.

Che dire? A prima vista sembrerebbe che Milo Manara si sia voluto impegnare molto per capire se Caravaggio era omosessuale o no... Anche se forse si è impegnato ancora di più per cercare delle giustificazioni per la mancanza di risvolti omosessuali nella sua versione di Caravaggio....

E, anche se alla fine dice che non dà molto peso all'argomento, la sensazione è che in realtà sia ben consapevole del fatto che questa omissione potrebbe suscitare delle polemiche, e quindi ha preferito mettere le mani avanti...

Comunque è interessante notare che quando dice di avere interpellato vari studiosi per avere conferma che Caravaggio non era omosessuale, bada bene di non nominarne neanche uno, e comunque non dice che TUTTI erano dello stesso parere al riguardo, ma solo la maggioranza... E, più precisamente, la maggioranza di quelli a cui si è rivolto lui.

Quindi diciamo pure che la sua interpretazione di Caravaggio è stata una scelta arbitraria, perchè se è vero che non ci sono prove inconfutabili che Caravaggio fosse omosessuale (anche perchè in quel periodo non sarebbe convenuto a nessuno lasciare in giro prove inconfutabili di quel genere) ci sono comunque vari indizi che portano all'ipotesi che fosse perlomeno bisessuale... Anche perchè all'epoca il concetto di "orientamento sessuale" era molto più sfumato rispetto ai giorni nostri.

Nella fattispecie il caso giudiziario che cita Milo Manara come prova dell'eterosessualità di Caravaggio è particolarmente ambiguo.

I fatti sono questi: una delle famiglie di mecenati più importanti nella Roma di quel periodo era quella dei Giustiniani. In questa famiglia, in particolare, c'erano due facoltosi fratelli: il banchiere (e Marchese) Vincenzo Giustiniani (1564 – 1637) e il Cardinale Benedetto Giustiniani (1554 – 1621), che facevano a gara per abbellire le proprie collezioni private e per garantirsi il contributo degli artisti più quotati del momento. Per questo motivo Vincenzo scelse di fare da mecenate a Michelangelo Merisi (e cioè Caravaggio) e Benedetto scelse di fare altrettanto con Giovanni Baglione. Vincenzo, a quanto pare, apprezzava particolarmente i lavori più omoerotici di Caravaggio, tant'è che gli commissionò il famoso "Amore Vincitore"... Un dipinto che, secondo alcune interpretazioni, rappresenterebbe addirittura un ammiccante giovinetto che ha il braccio sinistro dietro perchè con le dita si sta preparando a far "trionfare l'amore", se così vogliamo dire...

Vincenzo Giustiniani lo considerava il fiore all'occhiello della sua collezione, e pare che lo tenesse dietro a una tendina per rivelarlo "a sorpresa" e stupire maggiormente i suoi ospiti durante il tour della sua galleria privata (dove pare che, alla sua morte, fossero presenti ben 280 dipinti!)... E comunque non era solo lui a pensare che fosse un capolavoro: infatti i letterati e i poeti che visitarono Palazzo Giustiniani in quel periodo dedicarono all'Amore Vincitore diversi poemi e madrigali... A riprova del fatto che Vincenzo Giustiniani e il suo entourage apprezzavano particolarmente il soggetto omoerotico del dipinto, e i soggetti omoerotici in generale...

E a parte tutto la fama del quadro valicò presto i confini di Roma, visto che inaugurò un piccolo "trend", per dirla con le parole di oggi, come potete intuire dal dipinto qui sotto, che venne realizzato nel 1624 dal pisano Orazio Riminaldi...

O da quest'altro realizzato a Siena da Astolfo Petrazzi (1583 -1665)...

O ancora da questo dell'aretino Giovanni Martinelli (1600 - 1659)...

O persino da questo, realizzato con tanta buona volontà, ma scarsi risultati, proprio da Giovanni Baglione (1566-1643) ... 

In ogni, a riprova del fatto che Vincenzo Giustiniani apprezzava particolarmente i dipinti di Caravaggio quando avevano sottointesi omoerotici, gli comprò anche un San Matteo che in origine era stato realizzato per la Congregazione di San Luigi dei Francesi, ma che da questi venne rifiutato perchè ritenuto indecente (a voi giudicare perchè), e che vedete qui sotto... Purtroppo questo quadro è andato perduto durante un bombardamento nella II Guerra Mondiale e ne restano solo foto in bianco e nero, ma quella che vedete sotto è una ricostruzione abbastanza attendibile di come doveva presentarsi...

Quindi, qualunque cosa sostenga Milo Manara, la storia ci dice che in realtà il pubblico "generalista" non aveva un rapporto così disinvolto col nudo maschile e i sottotesti omoerotici... Tant'è che il San Matteo che alla fine venne approvato dalla Congregazione di San Luigi dei Francesi presentava ancora l'angelo che ispirò l'evangelista Matteo, ma a debita distanza dal soggetto principale (che peraltro è stato richiesto in una versione più "coperta" della precedente, perchè anche le sue gambe nude erano state ritenute inappropriate)...

Fatto sta che, da tempo, Caravaggio sosteneva che Giovanni Baglione non valesse granchè come pittore... E così, per dimostrare quanto valeva, Giovanni Baglione realizzò un dipinto per Benedetto Giustiniani che evidentemente voleva sfidare l'Amore Vincitore di Caravaggio sul suo stesso terreno, e utilizzando le sue stesse tecniche. Infatti il dipinto intitolato "L'Amore Sacro e Profano" rappresenta non a caso un arcangelo cristiano che separa un sensuale Cupido pagano (prego notare la natica esposta e la somiglianza con l'Amore Vincitore di Caravaggio, persino nel piumaggio delle ali) da un amante, che si volta dall'altra parte per la vergogna di essere stato sorpreso in quella situazione... Un quadro che, fra le righe, sembrava anche un'azione di ripicca, e una spietata satira, nei confronti di Caravaggio e della sua propensione per i giovani prostituti/modelli di cui si circondava...

A questo punto è difficile ricostruire in maniera precisa la cronologia degli eventi. Quel che si sa è che Caravaggio, nonostante questo dipinto, continuava ad avere una bassa opinione di Giovanni Baglione, dichiarando pubblicamente che era solo un imitatore del suo stile... Nel frattempo il dipinto di Giovanni Baglione venne particolarmente apprezzato dal Cardinale Benedetto Giustiniani (che come pagamento extra gli diede una catena d'oro), ma non dai suoi colleghi pittori, che gli rinfacciarono di essersi fatto bello agli occhi del Cardinale con una brutta copia dei quadri di Caravaggio. A quel punto Giovanni Baglione andò su tutte le furie e a quanto pare, per sminuire e screditare il suo avversario, in diverse occasioni affermò pubblicamente che Caravaggio non aveva titolo per criticarlo, perchè era solo l'amante di un prostituto (una "bardassa" come si diveva allora)... E a titolo educativo realizzò una seconda versione de "L'Amore Sacro e Profano", che vedete qui sotto, dove però l'amante di Cupido era un diavolo in cui - secondo alcuni - si riconoscerebbero chiaramente proprio i lineamenti di Caravaggio!

Come la prese Caravaggio? Se il suo carattere era sanguigno come si dice sicuramente non bene... Però è curioso notare che, nonostante un'accusa così infamante, reiterata addirittura da un dipinto, Caravaggio scelse di NON intentare una causa per diffamazione nei confronti di Giovanni Baglione... E questo è quantomai curioso... Se certe voci su Caravaggio erano tutte false, come sostiene Milo Manara, perchè il pittore ha subito a testa bassa delle offese così gravi? Forse perchè sapeva che se fosse partita un'indagine si sarebbe scoperto che l'accusa di sodomia non era infondata e di conseguenza il Tribunale avrebbe punito LUI in quanto "sodomita"? In effetti avrebbe una sua logica...

Quel che è certo è che poco dopo a Roma iniziarono a circolare dei poemi satirici molto scurrili che prendevano di mira proprio Giovanni Baglione, e che - secondo alcune testimonianze dell'epoca - venivano distribuiti da un certo Giovanni Battista, un prostituto che frequentava Caravaggio e gli artisti del suo entourage (tra cui quell'architetto Onorio Longhi che, qualche anno dopo, fu coinvolto nell'omicidio che causò l'esilio di Caravaggio da Roma), anche in qualità di modello. A riferire del ruolo di questo Giovanni Battista, tra gli altri, fu il pittore Tommaso "Mao" Salini (uno dei pochi pittori romani che si erano schierati dalla parte di Giovanni Baglione) e lo testimoniò anche in Tribunale...

Quindi fu per via di questi poemi (e per il fatto che era coinvolto questo fantomatico Giovanni Battista) che Giovanni Baglione sospettò di Caravaggio e lo citò in giudizio, assieme ai pittori Orazio Gentileschi, Ottavio Leoni e Filippo Trisegni (che a quanto pare erano molto vicini a Caravaggio in quel periodo), e NON per sodomia... Anche perchè un'accusa formale di sodomia nei confronti di Caravaggio avrebbe rischiato di coinvolgere anche la famiglia Giustiniani, e questo Giovanni Baglione non poteva certo permetterselo, visto che anche lui lavorava per loro. Infatti come causa scatenante dei poemi satirici a suo danno NON citò mai il dipinto "L'Amore Sacro e Profano" di cui sopra, ma l'invidia nei suoi confronti, dovuta in particolare ad alcune importanti commissioni di arte sacra che aveva ottenuto di recente a discapito di Caravaggio.

Fatto sta che Caravaggio dichiarò di non aver mai conosciuto un prostituto di nome Giovanni Battista, e siccome l'accusa non riuscì a provare il contrario venne assolto...

In poche parole Caravaggio non finì in Tribunale con l'accusa di sodomia, ma con l'accusa di diffamazione... E sostenere che la sua assoluzione abbia rappresentato la prova che non era un "sodomita" non ha alcun senso.

Però dietro a tutta questa storia ci sono anche alcuni misteri... Questo fantomatico Giovanni Battista, ad esempio, non si riuscì a trovare da nessuna parte, anche se secondo alcuni storici d'arte sarebbe stato proprio il modello che servì a Caravaggio per Amore Vincitore... In effetti ulteriori ricerche sembrarono confermare che il modello per quel dipinto fosse in realtà un certo Francesco Boneri: garzone, apprendista, modello e (secondo alcuni) amante di Caravaggio (era lui la "bardassa" a cui si riferiva Giovanni Baglione nelle sue invettive?)... La sua vicinanza a Caravaggio fu tanta e tale che il suo soprannome ufficiale divenne presto "Cecco del Caravaggio", e successivamente Caravaggino.

In realtà non era raro che gli apprendisti e i discepoli di pittori famosi, quando si mettevano in proprio, usassero dei nomi d'arte che si ispiravano ai loro maestri (ad esempio dopo Bramante arrivarono diversi Bramantini), ma il caso di Francesco Boneri è un po' diverso, perchè pare fosse chiamato "Cecco del Caravaggio" anche quando era un semplice garzone apprendista... E quando Caravaggio venne esiliato da Roma, nel 1606, il suo "garzone" lo seguì.

Fatto sta che Amore Vincitore è stato dipinto poco prima del 1600, ma lo stesso modello - qualunque fosse il suo nome - più o meno in quel periodo posò completamente nudo (e in una posa abbastanza ammiccante anche per gli standard di oggi) anche nel ruolo di Giovanni Battista (quello della Bibbia, beninteso)...

Tradizionalmente Giovanni Battista  era raffigurato come adulto barbuto o come bambino sgambettante (in quel caso veniva detto "San Giovannino"), magari mentre giocava con Gesù (bambino anche lui). Quasi mai veniva raffigurato come un giovane, men che meno completamente nudo. Ci furono solo pochissimi precedenti, tra i quali spicca il San Giovanni Battista di Leonardo da Vinci (realizzato intorno al 1510), per il quale - guarda un po' - diversi studiosi sono praticamente certi che avesse utilizzato come modello proprio il suo giovane garzone (e probabile amante) Gian Giacomo Caprotti, per gli amici Salaì... Anche per celebrare la bellezza del giovane che tanto fascino esercitava su di lui...

Caravaggio era al corrente dell'esistenza di questo dipinto, anche se si trovava già in Francia da diverso tempo (assieme alla Gioconda)? Difficile dirlo... Forse ne aveva sentito parlare, visto che Michelangelo Merisi naque a Milano nel 1571 e lì vi rimase fino al 1592 (tranne quando andò a Caravaggio per salvarsi della peste, prendendo poi il nome da quella città)... E guardacaso  Milano era stata anche la città in cui Leonardo aveva accolto Salaì nel 1490, e in cui lo dipinse in versione San Giovanni Battista... Forse mentre Caravaggio studiava le opere di Leonardo a Milano venne a conoscenza di questa storia? Forse ne trasse spunto qualche anno più tardi, quando si rese conto di provare per il suo garzone quello che Leonardo aveva provato per Salaì?

Mistero...

Quel che è certo è che per la posa e la nudità del suo Giovanni Battista, Caravaggio si ispirò ai nudi della Cappella Sistina realizzati da Michelangelo Buonarroti, altro noto caso di artista omosessuale...

Anche in questo caso si trattò di una semplice coincidenza? Oppure si trattava di una sorta di affinità più profonda? Caravaggio voleva lanciare qualche messaggio "fra le righe"?

Chissà...

Comunque io non ho potuto fare a meno di chiedermi una cosa... E se il Giovanni Battista prostituto (che distribuiva per strada i poemi contro Giovanni Baglione) e Francesco Boneri fossero stati la stessa persona? Se Giovanni Battista fosse stato solo una specie di nome d'arte utilizzato per impedire un collegamento diretto fra i poemi e Caravaggio? O magari un nome d'arte con cui Francesco Boneri si presentava quando si prostituiva? Dopotutto, se era diventato famoso "interpretando" Giovanni Battista in versione "naked", avrebbe avuto senso che si presentasse con quel nome anche in strada... Anche solo per una questione di marketing, diciamo.

Oltretutto quel dipinto di Giovanni Battista, inizialmente commissionato dal banchiere Ciriaco Mattei per la sua collezione privata, ebbe un tale successo che a Caravaggio ne venne commissionata una seconda copia (che vedete qui sotto, e che si distingue dalla prima per la maggiore definizione dei "dettagli"... Anche questo è tutto un caso?), mentre ne vennero richieste almeno altre dieci a vari artisti minori, che contribuirono a rendere molto popolare Francesco Boneri (e il suo corpo nudo) in tutta Roma... O perlomeno in tutta la Roma nobile e danarosa... E a quel punto se lui avesse iniziato ad essere soprannominato "Giovanni Battista" dal suo giro di clienti non ci sarebbe stato niente di strano...

D'altra parte, in quel periodo, si poteva ben dire che certi quadri - entro certi limiti - avessero lo stesso potenziale commerciale delle foto che accompagnano gli annunci degli escort al giorno d'oggi... In particolare nel caso dei nudi maschili... E forse, allora come oggi, chi si prostituiva preferiva utilizzare dei "nickname" per evitare complicazioni di vario tipo...

C'è da dire che, dopo essere stato assolto nel processo intentato da Giovanni Baglione, Caravaggio realizzò almeno altri quattro dipinti dedicati a Giovanni Battista (quello della Bibbia), e in tutti i casi il modello - evidentemente - era ancora Francesco Boneri, anche se era inevitabilmente cresciuto e aveva uno sguardo un po' meno sereno... Forse per via del fatto che Caravaggio aveva conosciuto Leonello Spada (descritto dai contemporanei - tra cui lo storico Carlo Cesare Malvasia - come suo "compagno di dissolutezze" e "molto vicino al suo cuore") e per questo aveva iniziato a trascurarlo? Posare per il suo maestro sapendo di non essere più al centro dei suoi pensieri lo rattristava? Lo indisponeva?

Mistero...

Anche se nelle sue nuove pose sfoggiava effettivamente il tipico broncio di chi ce l'ha con la persona che ha di fronte...


In ogni caso il fatto che Francesco Boneri fosse diventato il Giovanni Battista "ufficiale" di Caravaggio forse non è stato proprio un caso, e porterebbe a vedere sotto una luce diversa le accuse di Giovanni Baglione e l'identità del misterioso prostituto Giovanni Battista, offrendo una chiave di lettura molto particolare per il processo e l'assoluzione di Caravaggio...

Nel senso che, in quegli anni, uno dei modi migliori per realizzare nudi maschili dai risvolti sensuali senza temere le conseguenze era quello di utilizzare come pretesto i personaggi biblici che venivano descritti in momenti di nudità... Come era appunto il caso di Giovanni Battista (ma anche dei vari Adamo, Isacco, David, ecc)... E ovviamente una valida alternativa era rappresentata dai soggetti mitologici o allegorici... In ogni caso pare che la presenza di dipinti con questi soggetti fosse anche un modo per distinguere gli ambienti "gay friendly", come si direbbe oggi, da quelli che non lo erano...

In effetti se dalle indagini del processo per diffamazione fosse emerso che Caravaggio vendeva a Vincenzo Giustiniani o a Ciriaco Mattei quelli che, di fatto, erano dei ritratti di giovani prostituti nudi (coi quali magari si intrattenevano sia Caravaggio che i suoi committenti) ne sarebbe scaturito uno scandalo molto difficile da gestire, che probabilmente avrebbe coinvolto altri nomi illustri della città... Quindi non è da escludere che Vincenzo Giustiniani (che vedete qui sotto nel ritratto che gli fece Nicolas Réigner nel 1630) o Ciricao Mattei abbiano utilizzato in qualche modo la loro influenza per tirare fuori dai guai Caravaggio e insabbiare tutto.

Ovviamente non possiamo dirlo con certezza, ma non possiamo nemmeno ignorare questa possibilità...

Di certo i contemporanei avevano le idee molto chiare sul rapporto fra Caravaggio e Francesco Boneri. Tra il 1649 e il 1651, un inglese appassionato d'arte, Richard Symonds, visitò Palazzo Giustiniani per studiarne i dipinti. Sul suo diario riportò alcune note descrittive, aggiungendo qualche spiegazione suggerita da un membro (o da un impiegato) della famiglia Giustiniani, che gli faceva da guida. Nelle sue pagine, soprattutto quelle dedicate al dipinto Amore Vincitore, si può leggere una testimonianza diretta del ruolo di Cecco. Nell'ultima riga della sua annotazione Symonds spiega cosa intendesse dire la sua guida con l'affermazione che Cecco «era il suo ragazzo»: era cioè il ragazzo o servo di Caravaggio che giaceva con lui, «his owne boy or servant thait laid with him». In realtà nell'inglese di quel periodo la frase "laid with him" poteva avere varie interpretazioni, ma di certo non escludeva a priori una relazione sentimentale e sessuale. In ogni caso si sa per certo che un censimento parrocchiale del 1605, parlava di un certo «Francesco» che viveva con Caravaggio nelle sue stanze d'affitto a Roma.

E il legame fra i due, di qualunque natura esso fosse,  non si concluse nemmeno con la morte di Caravaggio, nel 1610...

Infatti dieci anni dopo, nel 1620, Francesco Boneri aveva iniziato a lavorare come pittore (anche se purtroppo se ne persero le tracce pochi anni dopo), e quando gli capitò di tornare a Roma non mancò di confermare la devozione verso il suo maestro... Perlomeno a giudicare dal "sequel" dell'Amore Vincitore che dipinse ritraendosi così come era in quel momento, sotto forma di un angelo adulto e - tanto per cambiare - completamente nudo... In realtà la stanza che fa da sfondo assomiglia tanto a quello che era stato lo studio in cui Caravaggio ritraeva i suoi modelli (lo si capisce anche solo dalla luce), e il fatto che questo particolare angelo nudo (che altri non è se non lo stesso "Cecco di Caravaggio") si abbeveri ad una fontana di quella particolare forma, in quella particolare stanza e in quella particolare posizione secondo me è tutto fuorchè un caso... 

Forse questo dipinto nasconde un messaggio simbolico e un'allusione a quello che Caravaggio aveva rappresentato (e rappresentava ancora) per Cecco? Il dipinto vuole farci intendere che se Cecco era ancora l'Amore Vincitore, e Caravaggio era ancora la fonte di cui aveva bisogno per abbeverarsi, il sentimento che li legava era ancora vivo nel cuore di Cecco? La stanza di Caravaggio vuota, ma in cui è presente una fontana fallica, era una metafora del fatto che anche se Caravaggio non era più fra i vivi sarebbe rimasto per sempre una fonte di ispirazione? Un elemento ancora prezioso, ed essenziale come l'acqua, nella vita di Cecco? E in questo dipinto non c'è forse anche una chiara metafora sessuale? E la colomba accovacciata in basso, simbolo tradizionale dello Spirito Santo, va forse letta come lo spirito di Caravaggio, che ancora aleggiava in quel luogo, e nel cuore di Cecco?

Tra l'altro - caso molto curioso per quei tempi - si tratta di un quadro che raffigura un quadro... E quel panneggio iperrealista che copre parzialmente il quadro che raffigura l'angelo che si abbevera cosa voleva dire? Forse che era arrivato il momento di discostare il velo dei segreti e delle ipocrisie che nascondeva il profondo legame che univa Caravaggio e Cecco? Che li aveva legati anche grazie all'arte (rappresentata dal dipinto di un dipinto)? Un legame che durava ancora ed era destinato a durare per sempre?

Gli studiosi hanno sempre trovato questo dipinto anomalo e difficile da interpretare, e forse anche per questo lo si conosce pochissimo, ma io non posso fare a meno di leggerlo come una dichiarazione di amore e di devozione... Peraltro molto struggente...

Magari la mia è una visione un po' di parte, ma credo che questo quadro dovrebbe essere riscoperto e analizzato attentamente, proprio per capire quale tipo di rapporto legava Caravaggio al "suo" Cecco...

E per dirla tutta penso che anche tutta la vicenda di Giovanni Baglione, più che dissipare i dubbi sull'eterosessualità di Caravaggio, dovrebbe contribuire a rafforzarli... Anche se Milo Manara sostiene, al contrario, che proprio questo episodio proverebbe che Caravaggio era eterosessuale e al di sopra di ogni sospetto, assieme al fatto che Caravaggio sarebbe stato COSTRETTO a disegnare solo nudi maschili, perchè quelli femminili in quell'epoca e in quella città erano ritenuti troppo compromettenti.

Lungi da me l'idea di dare lezioni di storia dell'arte a Milo Manara, ma il fatto che Caravaggio non abbia MAI realizzato nudi femminili potrebbe avere anche altre spiegazioni, visto che - ad esempio - il già citato Orazio Gentileschi (1563–1639) - futuro padre della più nota pittrice Artemisia - aveva all'attivo commissioni come quelle che vedete qui sotto...


E lo stesso Giovanni Baglione (1566-1643) pare che avesse una certa propensione per le fanciulle in topless... Anche se, secondo me, il suo "Cupido che frusta Venere" (con il deretano di Venere in primo piano) è particolarmente adatto ad avvalorare la mia ipotesi...

Quindi diciamo pure che le motivazioni addotte da Milo Manara per giustificare la sua presa di distanza dal lato omosessuale di Caravaggio sono un po' inconsistenti... E prettamente funzionali a farcire questo suo nuovo volume con le classiche "donnine" che lo hanno reso celebre (e che probabilmente tutti si aspettano da lui)... Come si può intuire dalla preview qui sotto, che arriva dall'edizione spagnola...

Il punto è: se l'esigenza di Manara era quella di realizzare un volume di questo tipo, perchè ha voluto proprio incentrarlo su Caravaggio? Ovviamente non sta a me rispondere, anche perchè non avendo letto il fumetto non ho ancora abbastanza elementi per esprimermi... Anche se un paio di idee me le sono già fatte, e magari tornerò sull'argomento...

Di una cosa, però, sono abbastanza certo: dopo aver deciso di portare avanti un fumetto su Caravaggio, Milo Manara  DOVEVA trovare delle giustificazioni per ESCLUDERE il presunto aspetto omosessuale del personaggio storico... Perchè se non lo avesse fatto, essendo questo un fumetto erotico, avrebbe dovuto realizzare un fumetto (anche) omoerotico... E per giunta avrebbe dovuto farlo dipingendo un sottobosco omosessuale che comprendeva pittori che "giacevano" coi loro garzoni, cardinali pederasti muniti di harem, giovani prostituti e quant'altro...

Molto meglio piazzare qualche bella tavola a base di prostitute che si mettono gambe all'aria mentre un Caravaggio compiaciuto le osserva attentamente alla ricerca di ispirazione, giusto?
Forse sbaglio, ma credo che in tutto questo ci sia qualcosa che non funziona, e non sono affatto sicuro che una strategia di questo tipo sia quello di cui ha bisogno il fumetto italiano oggi... E la cultura italiana in generale... Non se vuole  davvero risollevarsi e svecchiare la sua immagine...

D'altra parte il fatto che in meno di un anno in Italia siano usciti DUE fumetti su Caravaggio, e che entrambi abbiano scelto di CENSURARE e/o OMETTERE il suo lato omosessuale, che a detta di molti studiosi è stato fondamentale nella sua vita e nella sua arte, è decisamente preoccupante... E forse anche un po' crudele...

Soprattutto se poi si utilizzano delle giustificazioni che non stanno in piedi.

Voi cosa ne pensate???

P.S. Qualcuno mi ha fatto notare che non citando le fonti avrei fatto la stessa figura di Milo Manara. In realtà se non le inserite è stato perchè non volevo risultare troppo pedante. In ogni caso di solito per partire con le mie indagini sui risvolti gay di arte e artisti parto da testi come:
  
A Hidden Love - Art and Homosexuality di Dominique Fernandez
Gay Art di James Smalls
Pictures and Passione - A History of Homosexuality in the Visual Art di James M. Saslow

Nel caso del processo a Caravaggio però si trovano molte informazioni anche in
Caravaggio and His Two Cardinals di Jean G. Harrell (la descrizione delle testimonianze è riportata da pagina 195 potete leggerla anche CLICCANDO QUI e per ulteriori dettagli potete CLICCARE QUI ).

Per quel che riguarda la figura del modello/pittore Cecco del Caravaggio potete trovare diverse informazioni anche in rete (ad esempio QUI e QUI).

Per le biografie dei personaggi che ho citato e le vicissitudini dei dipinti con cui ho corredato il tutto potete trovare tutte le informazioni che volete inserendo i loro nomi su Google.

Le ipotesi sull'identità segreta del prostituto Giovanni Battista e sull'interpretazione dell'angelo di Cecco del Caravaggio, invece, sono farina del mio sacco :-)


P.P.S. Vi ricordo che in cima a questo blog (nella versione web che potete visualizzare dal browser e non in quella per cellulare) potete votare per il PREMIO GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati: trovate tutti i dettagli cliccando sull'apposito banner) 2015. Partecipate e spargete la voce!



6 commenti:

Fa.Gian. ha detto...

Analisi interessantissima e che meriterebbe un approfondimento maggiore, anche a livello storico.

A questo punto, direi che sarebbe ora che "qualcuno" facesse su Caravaggio un fumetto "come si deve".

Così come facevano gli artisti dell'epoca.

Non dico di sfidare il Maestro sul piano grafico e formale, ma creare una storia a fumetti rispettosa della realtà storica (o comunque dell'altra campana) secondo me lo farebbe diventare un "classico" anche se non "lussuoso" come quello disegnato da Manara-Sensei.

Anonimo ha detto...

Per fortuna ci rimane l'estero:

http://www.advocate.com/arts-entertainment/geek/2015/04/21/one-original-x-men-comes-out-gay-spoilers

http://www.advocate.com/arts-entertainment/geek/2015/04/13/exclusive-preview-strange-sports-stories-2-vertigo-comics

Rickleone ha detto...

Mi trovo perfettamente d'accordo con quanto hai detto e tu hai snocciolato tutta una serie di fatti che smontano in ogni singolo punto la debole opinione di Manara. Proprio pochi giorni fa mi sono ritrovato a discutere con un ragazzo ETERO di come Manara fosse uno dei fumettisti più sopravvalutati del panorama italiano e di come si fosse guadagnato il favore della critica solo con la sua presunzione di impegno culturale. Il ragazzo stesso (etero) ha ribadito come fosse ridicolo con le sue donnine sempre uguali, tutte col fisico da top model e con tre teste e tre tagli di capelli intercambiabili che a giocare a The Sims 1 avevi più scelta.
Manara è un altro di quelli che vorrebbe sembrare provocatorio e invece se ne esce con scene che puzzano di stantio e non capisco davvero chi o cosa debbano provocare. A distanza di decenni non ha ancora fatto un nudo maschile e quasi tutti gli uomini che disegna sono sul repellente andante. È ancora fermo ai tempi della commedia sexy all'italiana. Fermo e impantanato.

gio ha detto...

Complimenti per la documentazione ampia e molto interessante.
E aggiungerei anche per il tono garbato.
Del resto un autore molto serio e documentato come Peter Robb nel suo saggio M. L'enigma Caravaggio (Edizione italiana Mondadori) avvalora in pieno la tua tesi.

gio ha detto...

Complimenti per la documentazione ampia e molto interessante.
E aggiungerei anche per il tono garbato.
Del resto un autore molto serio e documentato come Peter Robb nel suo saggio M. L'enigma Caravaggio (Edizione italiana Mondadori) avvalora in pieno la tua tesi.


Wally Rainbow ha detto...

Grazie mille :-)