Nel 1936, la 205° squadriglia della Regia areonautica (12° Stormo della 3ª Squadra Aerea), adottò come stemma 3 sorci verdi irti sulle zampe posteriori. Tale squadriglia fu la prima ad utilizzare i moderni e potenti (a quel tempo) trimotori Savoia Marchetti S.M.79 (equipaggiati con tre motori ALFA ROMEO 126 RC34 da 750 CV con 14 cilindri) che vennero utilizzati spesso per gareggiare in varie competizioni internazionali.
Fu proprio per la popolarità di questa squadriglia, che spesso dava prova di superiorità, affidabilità e potenza, che nacque il modo di dire "ti faccio vedere i sorci verdi", come per dire "sto per umiliarti", "sto per batterti", "sto per sconfiggerti", ma sempre in un contesto di competizione sportiva.
In Italia, però, sembra proprio che qualcuno riesca a vedere i sorci verdi senza bisogno di avversari, e anche i paperi.
Qualche mese fa, su questo blog, avevo giusto parlato di come mi sembrasse che nel comportamento della Disney Panini ci fossero delle anomalie, dovute al fatto che stava adottando delle strategie un po' bislacche per tentare di riguadagnare lettori, presentandole però come rivoluzioni, innovazioni, ritorni eccezionali e quant'altro.
Siccome in quell'occasione dissi che se c'erano dei problemi (CLICCATE QUI) non potevano essere tamponati da semplici operazioni di facciata, ancor più se temporanee, ricevetti una serie di contestazioni (anche aspre) sia in questa sede sia su altri spazi internet frequentati dai sostenitori (anche se in certi casi "tifosi" sarebbe un termine più appropriato) della casa editrice e delle sue strategie, ma me l'aspettavo.
Quello che non mi aspettavo era di avere una conferma così veloce delle mie ipotesi.
All'inizio dell'estate la Disney Panini aveva annunciato il sequel delle avventure di PK su Topolino (che ormai era arrivato a vendere poco più di 51.000 copie a settimana) e la ricerca di nuovi disegnatori per le storie Disney, senza contare il nuovo gadget estivo (che quest'anno era addirittura la pistola laser di PK!)... Tutte notizie che avevano contribuito a riavvicinare i lettori, tant'è che, dopo un rialzo delle vendite nei mesi di maggio e giugno, a luglio - col ritorno di PK e con il gadget da montare - c'è stato un vero e proprio botto.
I dati ufficiali, resi disponibili dalla ADS, non lasciano dubbi:
- marzo 51.600 copie a settimana
- aprile 51.500 copie a settimana
- maggio 60.500 copie a settimana
- giugno 66.200 copie a settimana
- luglio 227.300 copie a settimana
O perlomeno che non si sarebbero riallontanati così in fretta...
Poi, però, sono arrivati i dati ADS dei mesi successivi a luglio :
- agosto 63.500 copie a settimana
- settembre 53.000 copie a settimana
- ottobre 49.500 copie a settimana
Cosa è successo?
Probabilmente il picco di luglio si è manifestato per una congiunzione favorevole determinata da una campagna pubblicitaria ben congegnata, dal gadget e - soprattutto - dall'effetto nostaglia degli ex lettori di PK... Ex lettori ormai grandicelli che, in realtà, non avevano alcun interesse collaterale a proseguire la lettura di Topolino una volta conclusa la nuova miniserie di PK... E comunque, anche se PK fosse diventato un personaggio fisso (cosa improbabile, visto che era stato concepito proprio per essere un'alternativa ai fumetti di Topolino), difficilmente avrebbero continuato a seguirlo come quando erano bambini. Per il semplice fatto che - pur con tutti i suoi pregi - PK è un prodotto che non ha abbastanza livelli di lettura per stuzzicare un trentenne di oggi... E forse neanche un bambino, visto che - come ho già avuto modo di dire in un altro post - quando PK debuttò i bambini italiani erano abbastanza digiuni di supereroi, mentre adesso sono fans sfegatati dei filmoni, dei telefilm e dei cartoni della MARVEL, e facilmente potrebbero percepire PK come un prodotto derivato, che per tanti motivi non può competere con l'originale... Anche perchè si autoimpone una serie di vincoli che i supereroi veri non hanno, pur rivolgendosi (anche) a un pubblico di giovanissimi... Tant'è che, se vi capita di vedere i film in programmazione nelle rassegne natalizie per i bambini di quest'anno, ci troverete facilmente anche I GUARDIANI DELLA GALASSIA...
E comunque è probabile che anche i lettori adulti di Topolino abbiano la sensazione di ritrovarsi sempre più spesso alle prese con storie che sono omaggi/parodie/satire di qualcos'altro, o in cui i personaggi sono addirittura la parodia di se stessi e/o non hanno più il carattere definito di qualche decennio fa... Quando, ad esempio, Paperino era davvero sfortunato e caratterialmente rappresentava un pessimo esempio da seguire... Il tutto grazie anche alla reinterpretazione degli autori italiani, che - non sentendosela di riprendere tale e quale lo stile degli autori americani - avevano estremizzato (e in parte ritoccato) il modello originale per adattarlo meglio ai gusti e alla sensibilità dei lettori italiani, cosa che negli ultimi anni si è persa... Assieme a vagonate di lettori che probabilmente non sanno cosa farsene di un Paperino che ha varie identità segrete ricorrenti (dall'agente segreto Doubleduck al classico Paperinik), tutte eroiche e supercool (senza contare le varianti delle stesse, come appunto è il caso di PK o di Paperinik in versione Ultraheroes)...
Eppure il fatto che qualche anno fa il lancio negli USA (patria dei supereroi) del nuovo Paperinik versione PK e degli Ultraheroes si sia rivelato un flop avrebbe dovuto mettere in guardia anche la Disney Panini in Italia riguardo ai danni collaterali dovuti al perseguimento di simili strategie, visto che anche da noi i supereroi stavano entrando direttamente nell'immaginario di grandi e piccini - sul modello USA - senza bisogno di essere mediati dai personaggi Disney...
Inoltre è interessante notare che queste operazioni, in cui le personalità dei personaggi di punta vengono regolarmente stravolte (anche a livello di espressività e linguaggio non verbale), nel lungo periodo finiscono per depotenziarli e snaturarli, con conseguente disaffezione del pubblico. E infatti quando negli anni '90 la Disney americana ha tentato la carta dei giustizieri mascherati con una serie animata ha preferito creare un papero nuovo di zecca, e cioè Darkwing Duck, piuttosto che rischiare di compromettere Paperino o altri nomi noti... Scelta in effetti molto saggia, considerando che le parodie sono un terreno minato (e che Darkwing Duck è finito molto presto nel dimenticatoio).
Invece alla Disney Panini hanno continuato a sfruttare i loro personaggi in funzione delle mode del momento (e, a volte, del passato), dimenticando un dato fondamentale: i supereroi (o le altre categorie narrative a cui Paperino e soci si ispirano sempre più spesso) non "giocano" a interpretare un ruolo che non gli è proprio, mentre i personaggi Disney sì... Quando la loro forza, quella che ha prodotto le loro storie migliori, nasceva sempre da una spiccata personalità, che in alcuni casi risultava persino sgradevole, ma in cui il lettore poteva riflettere se stesso e il proprio mondo. Magari ritrovando alcune dinamiche della vita reale.
E qui arriviamo al punto nodale.
Forse per ricatturare pubblico la Disney Panini dovrebbe tornare ad usare la fantasia per rappresentare la realtà... E se la realtà che ci circonda in questo periodo è angosciante, incerta e popolata da loschi figuri che si spartiscono il potere alle spalle dei problemi della gente comune, mentre l'integrazione delle minoranze e il bullismo sono temi all'ordine del giorno, è di quello che dovrebbe parlare, seppur con gli opportuni filtri... Mettendo il tutto a confronto con dei personaggi dalla personalità ben definita, e non certo con dei figuranti multiuso che ritoccano carattere e personalità a seconda del contesto in cui si trovano e della storia in cui vengono inseriti.
A questo proposito può essere interessante ricordare che alla fine degli anni '70, quando i robottoni e la fantascienza giapponese diventarono un trend di grande successo, la Mondadori (che all'epoca gestiva i fumetti Disney in Italia) emise una circolare in cui invitava gli autori di Topolino a realizzare storie in cui i personaggi Disney si ritrovassero alla prese con avventure che in qualche modo riprendevano quei temi... Cosa che puntualmente fecero, puntando però sugli spunti delle storie e su alcune scelte estetiche, e non sullo stravolgimento dei personaggi... Offrendo al tempo stesso umorismo, avventura, satira e quelli che oggi chiameremmo "fan-service"... Come avvenne, ad esempio, nel classico di Giovan Battista Carpi "Zio Paperone e le criminose imprese dei gufo-robot"...
Forse quello che servirebbe per risollevare le sorti di Topolino sarebbero proprio delle storie che, come quelle degli anni d'oro, fossero in grado di non snaturare i personaggi a cui il pubblico si è affezionato, offrendo però più livelli di lettura, per le varie fasce di pubblico (di oggi) che sperano di coinvolgere... Quello che, tra l'altro, fanno praticamente TUTTE le serie animate umoristiche di successo degli ultimi vent'anni, anche quelle che ufficialmente si rivolgono ai più piccoli (comprese quelle "per bambine")...
Però tutto questo con Topolino non avviene, anche se il prezzo da pagare sono 170.000 lettori in tre mesi. La domanda è: perchè?
Ovviamente si possono solo azzardare delle ipotesi.
La prima è che la Disney Panini, per quanto incredibile possa sembrare, non sia consapevole di quello che sta succedendo e delle reali esigenze del suo pubblico potenziale. Il che potrebbe spiegare perchè, ad esempio, ha lanciato un concorso per trovare un nuovo disegnatore (anche se di disegnatori ne ha in abbondanza), ma non dei nuovi sceneggiatori (cosa che le sarebbe tornata molto più utile).
La seconda ipotesi è che in realtà l'editore sappia bene di essersi infilato in un vicolo cieco, ma non abbia il coraggio di rimettersi in gioco sul serio. Un po' per paura di perdere lo zoccolo duro di quei lettori che si sono ormai abituati (adattati?) a un certo modo di gestire i personaggi Disney e un po' perchè ha paura delle eventuali polemiche che - in Italia - potrebbero generare storie con sottotesti più impegnati e legati all'attualità... In cui, tra l'altro, i personaggi Disney dovrebbero inevitabilmente prendere una posizione, scontentando quei lettori che non la condividono.
Cosa succederebbe, ad esempio, se Paperopoli subisse un'invasione di profughi extraterrestri e il Sindaco chiedesse a tutti i paperopolesi di ospitarne almeno uno? Zio Paperone trasformerebbe il suo deposito in un centro di prima accoglienza oppure no? E se quegli extraterrestri si nutrissero solo di denaro? I paperopolesi sarebbero disposti a investire parte del loro stipendio per mantenerli? E Zio Paperone che farebbe?
Comunque, giusto per dimostrare che non sono un pazzo a ipotizzare storie di questo tipo su Topolino, volevo ricordare che anni fa venivano pubblicate sul serio, suscitando in qualche caso anche una scia polemica. Avvenne, ad esempio, con la storia di Romano Scarpa "Ciao, Minnotchka!", realizzata all'indomani della caduta del muro di Berlino, che presentava una netta presa di posizione nei confronti dei regimi comunisti (che in quella sede diventariono "ugualisti", o qualcosa del genere). In quel caso gli strascichi di polemiche (che trovarono spazio anche su diversi quotidiani e settimanali, e a cui si interessarono anche figure politiche di spicco) fecero in modo che la storia non fosse mai più ristampata fino alla recente edizione dell'opera omnia di Romano Scarpa in allegato al Corriere della Sera (e quindi, di fatto, la Disney Panini non ha ancora osato ristamparla)...
Questo però non toglie che quella storia trovò spazio su Topolino nel 1992, proprio in uno dei periodi di maggior successo della testata... Un caso?
Sia come sia la terza ipotesi che mi viene in mente è che, più semplicemente, la Disney Panini sia davvero convinta che i fumetti che produce sono quelli più adatti ai lettori italiani di oggi: disimpegnate, sottilmente banali, con un linguaggio e un'ironia a prova di età prescolare e una serie di spunti che cercano di scimmiottare al meglio (o alla meno peggio) i trend di maggior successo... In parole povere pensa che le storie, in un certo senso "facili", che produce riflettano brillantemente il pubblico italiano degli ultimi anni e le sue esigenze (il che, a ben guardare, non è esattamente un complimento), che non ha senso cambiare linea editoriale e che se ha perso lettori non è un problema suo, ma è tutta una questione di cause esterne e indipendenti dalla sua volontà... La crisi economica, internet, i videogames...
Sigh!
Ovviamente posso sempre sbagliare, ma io continuo a pensare che i fumetti Disney italiani di oggi abbiano un enorme potenziale inespresso, e che il suo editore dovrebbe smarcarsi quanto prima dalle (brutte) abitudini che caratterizzano oggi il fumetto italiano da edicola, con tutti i suoi tabù e i suoi timori... Che poi sono anche le ragioni che lo stanno portando a una lenta estinzione.
Eppure le storie Disney rappresenterebbero un serbatoio interessantissimo per affrontare una gran quantità di argomenti non banali, e senza particolari sforzi, persino toccando indirettamente i temi LGBT, che di certo sarebbero più interessanti dell'ennesima parodia di Star Trek o delle storie che si riallacciano a qualche programma della RAI, magari con tanto di versioni Disney dei loro conduttori (perchè sempre la RAI, poi? Perchè ha l'esclusiva sulla trasmissione dei cartoni Disney? Boh!)...
Perchè, quindi, non fare una bella storia in cui qualche assistente sociale decide che è arrivato il momento di togliere la tutela legale di Qui, Quo e Qua a Paperino, perchè non rappresentano una famiglia tradizionale? O magari una storia in cui Paperoga deve assolutamente trovare un lavoretto e finisce per sostituire momentaneamente la cantante più popolare del momento, rapita da un malvivente che poi cercherà in tutti i modi di smascherarlo e di esporlo al pubblico ludibrio?
E se un compagno di scuola di Tip e Tap (che magari potrebbero cogliere l'occasione per rinnovare il loro look) fosse vittima di bullismo e i due chiedessero consiglio allo zio Topolino per dargli una mano, scoprendo che la vittima non ha mai osato parlare in casa dei suoi problemi per paura di deludere le aspettative del padre?
E inserire qualche personaggio secondario un po' alternativo nelle indagini di Topolino? Tipo una guardia del corpo massiccia e muscolosa con una passione per la floricoltura e le decorazioni floreali?
Di spunti ce ne sarebbero davvero tanti senza presentare direttamente famiglie omogenitoriali e coppie di fatto (cosa che comunque sarebbe auspicabile, prima o poi, visto che la Disney in america ha già iniziato a farlo nelle sue serie TV e probabilmente è solo questione di tempo prima che inizi a farlo anche nelle produzioni animate... Anzi: io azzarderei l'ipotesi che stia aspettando giusto il momento in cui i matrimoni gay saranno legali in tutti gli Stati Uniti per fare la sua mossa al riguardo).
Il punto però è che, per come siamo messi in Italia adesso e per come ragionano gli editori italiani del nostro paese, probabilmente nel 2015 chi di dovere continuerà a preferire l'emoraggia di lettori piuttosto che una presa di posizione netta e un cambio di rotta più in linea con la sensibilità del pubblico reale di oggi... Che, stando ai dati ADS, evidentemente non è più in sintonia con le scelte di Topolino.
Certo sotto le feste di Natale ci sarà il classico recupero, ma da febbraio in poi cosa si potrà fare, ancora, per invertite la tendenza?
Probabilmente nulla, perchè ormai le hanno provate tutte e l'unica cosa che potrebbero fare alla Disney Panini sarebbe cambiare radicalmente strategia... Cosa che non faranno mai.
Valentina De Poli, attuale direttrice di Topolino, in una recente intervista ha dichiarato che:
"Nel caso di Topolino, un punto di forza da considerare è certamente la tradizione Disney; non credo di dire nulla di nuovo se affermo che Disney in Italia è un brand fortissimo - lo confermano tutte le ricerche di mercato -, per cui rappresenta in un certo senso una garanzia. Se vado in edicola e c’è Topolino, sono sicuro di quello che compro."
E forse è proprio questo il problema: se chi gestisce Topolino pensa davvero che il suo punto di forza sia soprattutto il marchio Disney, che oggi si riferisce ad una serie di popolarissimi prodotti multimediali che hanno davvero poco a che spartire con lo spirito del settimanale prodotto in Italia (per tutta una serie di motivi che sarebbe troppo lungo elencare qui), allora si spiegano tante cose...
Forse la Disney Panini (in maniera non dissimile dalla Bonelli) si sente in dovere di mantenere una sorta di "profilo istituzionale", e di conseguenza si è autoconvinta che la strada che sta percorrendo è l'unica possibile... Per non giocarsi la reputazione, per non contrariare alcune lobby di potere e per non compromettere il suo buon nome davanti a stuoli di genitori che da Topolino si aspettano fondamentalmente una lettura innocua... E "innocuo", riferito alla stampa italiana in generale, è un aggettivo perlomeno ambiguo, e di certo non è sinonimo di accattivante.
La cosa ironica, però, è che se la Disney Panini si fa mille problemi a interagire con il mondo reale, il mondo reale non si fa problemi a sfruttare la Disney Panini senza che lei batta ciglio. Giusto questo mese un noto partito politico ha pubblicato sulla sua pagina facebook una campagna che sfruttava (presumo senza autorizzazione) proprio alcuni personaggi Disney...
Però, a quanto pare, al momento dalla Disney Panini non è partita alcuna diffida formale (come invece avvenne da parte della Mondadori quando, guardacaso, lo stesso partito pensò di sfruttare Asterix per i suoi scopi).
Forse a Topolino sono messi così male che non hanno voluto compromettere questa occasione per avere un po' di pubblicità in più in questo periodo così difficile? Non ci è dato saperlo...
Quello che sappiamo è che, evidentemente, se il settimanale a fumetti più venduto d'Italia perde migliaia di lettori da un numero all'altro c'è qualcosa che non funziona.
La strada che sta percorrendo Topolino, di questo pesso, dove lo porterà? A 40.000 lettori alla settimana entro il 2016? A 10.000 entro il 2018?
Comunque la mia analisi di fine anno della Disney Panini non finisce qui: REAL LIFE merita un nuovo post a parte, che arriverà a breve.
Alla prossima.
Articolo interessante! Io temo che in generale sia un brutto momento per chi vuole produrre e vendere cultura. Un po' per la crisi e per le alternative multimediali, ma un po' anche per il fatto che da un po' di tempo capita spesso che basti veramente poco per sollevare ondate di indignazione sui social network. La rivoluzione del fumetto italiano in cui speriamo implica una presa di posizione su diversi temi e un modo di affrontarli che potrebbe portare gruppi di indignados a invocare la scure della censura. Vedi l'affrontare tematiche LGBT con i vari movimenti in difesa della famiglia tradizionale che invocherebbero la chiusura della pubblicazione. Spesso ancora vincono, purtroppo, in questo paese. Quindi che fare? Qualcosa devono fare per forza, perchè avanti di questo passo, Topolino chiuderà e, vista la noia delle sue storie, forse non sarebbe un male..
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