Ciao a tutti, come va?
Giusto questa settimana debutta nelle sale un film di cui si parla molto: IL RAGAZZO INVISIBILE. In particolare se ne parla perchè sarà il primo tentativo da parte del cinema italiano di trattare il tema dei supereroi dopo tanto tempo, peraltro ad opera di un regista conosciuto come Gabriele Salvatores.
Siccome siamo in Italia, dove il pressapochismo e i facili entusiasmi sono all'ordine del giorno, mi sembrava doveroso fare un analisi di tutto questo progetto in base a quello che è emerso finora. Anche alla luce del fatto che i film (e le serie TV) di supereroi
(americani) sono un genere in cui il pubblico gay si ritrova molto, peraltro con una crescente "complicità" da parte di produttori e
registi.
Partiamo dall'inizio.
Perchè produrre in Italia un superhero movie, visto che ormai da decenni viviamo di cinepanettoni, commediole da niente, pipponi pseudointellettuali, film romantici e drammoni vari? Difficile rispondere, anche perchè il fumetto italiano NON ha una grande tradizione di supereroi propri, e i pochi che ha avuto non se li ricorda più nessuno. La prima risposta che viene da dare è che, molto semplicemente, visto che i film di supereroi sono un genere che ha molto successo, qualcuno ha pensato che valeva la pena di provare a raccogliere il loro pubblico abituale, magari puntando su un regista di richiamo anche per quanti non seguono abitualmente i film di supereroi, in modo da ottimizzare il risultato... Anche perchè si vocifera che questo film sia stato studiato anche in funzione di un'ipotetica serie di sequel.
Ovviamente può anche essere che Gabriele Salvatores, più semplicemente, volesse provare a cimentarsi col genere, ma non ci giurerei affatto, perlomeno a giudicare dalle interviste che ha rilasciato riguardo al film.
Qualche esempio? Del suo rapporto coi fumetti dice che:
"Dipende tutto dall'età, io sono cresciuto con Flash Gordon, che adesso
magari non ricorda più nessuno (Nota: se Gabriele Salvatores frequentasse le fumetterie saprebbe che è stato ristampato proprio quest'anno, e con successo, dalle Edizioni Cosmo), con Corto Maltese del grandissimo Hugo
Pratt, un maestro, a cui rubo ancora delle cose, e poi Bilal, Moebius,
le storie di Metal Hurlant. Il fumetto o la graphic novel sono
strettamente legati al cinema. I nostri protagonisti nel film si
chiamano gli Speciali. Senza rivelarvi troppo, anche loro, nella
tradizione classica dei film di supereroi, hanno una mutazione genetica
causata dall'esterno. Non è niente di nuovo ma abbiamo scelto per il
protagonista il potere dell'invisibilità: non vola, non spacca i muri,
può solo scomparire."
E dei film di supereroi dice che:
"Non ho visto tutti i film di supereroi, e non tutti sinceramente mi
piacciono. Alcuni molto, sicuramente Batman di Tim Burton, Il Cavaliere
Oscuro di Nolan e il primo SpiderMan.”
Ora: senza nulla togliere a Gabriele Salvatores, ma se c'è una cosa che accomuna i registi dei superhero movie di successo (e spesso anche i loro produttori e sceneggiatori) è il fatto che sono intrinsecamente geek, che hanno un passato (e spesso un presente) da lettori di fumetti (di supereroi) e da frequentatori di fumetterie, e che spesso e volentieri sono fans dei personaggi che poi portano sul grande schermo. In parole povere sanno quello che fanno e sanno quali sono i punti di forza del genere, quelli che fanno presa sul pubblico, anche perchè loro stessi fanno parte di quel pubblico e a volte hanno avuto anche esperienze editoriali... Lo stesso Joss Whedon (regista di THE AVENGERS, che vedete nella foto sotto in fumetteria) ha scritto anche un ciclo dei fumetti degli X-Men, giusto per fare un esempio...
Gabriele Salvatores non è niente di tutto ciò, e nella migliore delle ipotesi SEMBRA che sia stato colpito favorevolmente da ALCUNI film di supereroi, di cui però ignora tutti i retroscena.
Forse sarò pessimista, ma questo è un primo dettaglio poco promettente.
Un secondo dettaglio che mi lascia perplesso è che i tre sceneggiatori messi all'opera sul soggetto (Alessandro Fabbri Ludovica Rampoldi Stefano Sardo) non sembrano avere alcuna esperienza diretta nel mondo del fumetto, men che meno in quello supereroistico. E anche questo non promette molto bene, visto che i superhero movie di maggior successo (in particolare quelli MARVEL) danno molta importanza a questo tipo di competenze... Joe Quesada (che vedete qui sotto a maneggiare martelli con Chris Hemsworth), ad esempio, oltre a scrivere e disegnare fumetti (ed essere passato da Direttore Editoriale della MARVEL a Capo della Divisione Creativa) collabora attivamente alla produzione del serial TV AGENTS OF S.H.I.E.L.D. (messo in piedi proprio da Joss Whedon) e di buona parte dei marvel movies in produzione...
Allora perchè per realizzare questo IL RAGAZZO INVISIBILE nessuno ha pensato di contattare, ad esempio, alcuni dei (pochi) sceneggiatori italiani che scrivono fumetti di supereroi per gli USA, anche solo per una consulenza? Non penso che, giusto per fare un nome, Matteo Casali (che ha all'attivo persino storie di Batman e della Justice League) si sarebbe tirato indietro di fronte a una proposta del genere... Invece è stato scelto un gruppo di giovani sceneggiatori quasi emergenti (per fare economia?), che finora si sono fatti conoscere per film (e qualche romanzo) di tutt'altro tipo. La cosa più vicina a un film supereroistico realizzata da Ludovica Rampoldi, ad esempio, è stato "La kryptonite nella borsa", dove - nella Napoli del 1973 - vivacchia un curioso personaggio convinto di essere Superman...
Niente di personale, ma i superhero movies sono un'altra cosa e spero vivamente che questa sceneggiatrice non sia stata scelta per l'esperienza in fatto di supereroi che ha maturato in questo film... Anche se, per come vanno le cose nel nostro paese, non lo escluderei.
Una terza cosa che mi ha lasciato perplesso è che per raggranellare gli otto milioni di euro necessari per girare questa pellicola sono stati coinvolti dei produttori che effettivamente non infondono ottimismo. Dietro le quinte abbiamo RAI CINEMA (e quando c'è di mezzo la RAI si sa che bisogna scendere a compromessi di tutti i tipi), la Indigo Films (che ha prodotto una quantità di film che non hanno mai sfondato al botteghino, men che meno fra i giovani, nemmeno quando poi hanno guadagnato premi importanti, come nel caso de LA GRANDE BELLEZZA) e la Faso Film, nota soprattutto per le sue commedie anni '80 (tipo IL RAGAZZO DI CAMPAGNA).
E anche il fatto che un progetto del genere non sia nato come co-produzione internazionale (cosa che, peraltro, avrebbe permesso di avere un budget maggiore) è alquanto sospetto.
Chissà...
Il campanello d'allarme più rumoroso, però, è rappresentato dal trailer, comprensivo di colonna sonora in stile Giffoni Film Festival...
Quello che sembra emergere, infatti, non è un film con più livelli di lettura, ma al massimo un film intimista a prova di bambini... O meglio: un film che EVIDENTEMENTE cerca di essere una metafora dell'adolescenza, cercando di toccare alcuni temi già visti, rivisti e stravisti, nei superhero movie (il ragazzino perseguitato dai bulletti, ad esempio, o l'associazione segreta che recluta le persone che manifestano superpoteri), sforzandosi però di non urtare una certa sensibilità tipicamente italiana, molto tradizionalista e abbastanza sempliciotta. Il che, paradossalmente, si traduce in un film che NON può sviluppare in modo compiuto quelle tematiche che rendono i superhero movie un successo.
Col rischio di mandare tutto in tilt...
Prendiamo ad esempio una delle scene che non possono mai mancare nei superhero movie: la scena shirtless. Molto goffamente si è cercato di piazzarla anche in questo film, ma essendo incentrata su un tredicenne abbastanza gracile (anche se nella scena è di spalle e non fa vedere il suo riflesso, dato che è invisibile) fa tutto un altro effetto, e risulta quasi fastidiosa...
Nei superhero movie questo tipo di scena viene inserita (anche) per trasformare la prestanza fisica dei suoi protagonisti in uno stimolo erotico e/o omoerotico che faccia crescere il loro appeal sul pubblico... Pertanto ne IL RAGAZZO INVISIBILE risulta una forzatura, anche senza volerci vedere necessariamente qualcosa di perverso (come sostiene qualche commentatore del trailer su youtube).
Tuttavia guardando questa scena shirtless (che hanno pure voluto piazzare nel trailer) non ho pututo fare a meno di pormi una domanda...
E se la scelta di utilizzare un protagonista di tredici anni per questo film di supereroi, fosse stata dettata anche dal fatto che sceglierne uno più grandicello avrebbe implicato una serie di scelte stilistiche "difficili"?
Cercherò di spiegarmi meglio: chi segue questo blog ha avuto modo di leggere le mie analisi dei superhero movie e dei serial TV a tema, che volenti o nolenti finiscono per lanciare una serie di messaggi omoerotici e/o gay friendly più o meno espliciti... Anche solo per il fatto che i registi giocano molto con la sensualità dei loro protagonisti maschili (e NON femminili, una volta tanto), fra tute attillate, primi piani suadenti, scene shirtless e una serie di precise scelte stilistiche e registiche finalizzate a rendere i supereroi ANCHE delle icone erotiche e omoerotiche...
E per rendersene conto basta guardare i poster promozionali di ARROW, che in effetti rispecchiano abbastanza la filosofia di cui sopra (e i contenuti della serie)..
Insomma: questi film (e telefilm), da qualche anno, sono diventati il manifesto della bellezza e della prestanza fisica maschile, un tipo di bellezza e prestanza da Fitness Magazine che però è assolutamente in linea con l'estetica gay. Di conseguenza i superhero movie sono diventati una specie di affermazione dei modelli di riferimento gay, e del fatto che i gusti "gay" in fatto di corpo maschile (e di esibizione/valorizzazione dello stesso) possono iniziare ad essere compresi e condivisi anche da chi gay non è.
La domanda è: tutte queste cose avrebbero potuto trovare spazio in un film italiano?
Se in un film italiano di supereroi ci fosse stato un bel giovanotto sulla ventina (o magari sulla trentina), palestrato, atletico e tutto il resto, gestito come in un superhero movie classico americano, con scene shirtless, primi piani sensuali, tutine attillate, momenti erotici SENZA la presenza di una figura femminile nei pressi (finalizzata a giustificarli/inquadrarli in senso eterosessuale)... Il film avrebbe trovato dei produttori in Italia? O avrebbe scatenato delle polemiche da parte di chi ci avrebbe visto dei messaggi troppo poco allineati col tipico machismo italiano? Qualche politico avrebbe colto l'occasione per dire che era troppo "gay"? Qualche giornalista avrebbe detto che istigava all'omosessualità?
Non lo sapremo mai... E non lo sapremo mai perchè il protagonista è un tredicenne al di sopra di ogni sospetto, che peraltro quando indossa la sua tutina da supereroe è francamente ridicolo e risulta praticamente asessuato... Senza contare che sembra la giovane spalla di Diabolik o di qualcuno dei suoi innumerevoli cloni degli anni '60 e '70 (e anche qui si potrebbero fare diverse ipotesi su come qualcuno, che evidentemente di fumetti non capisce granchè, potrebbe aver pensato che con questo raffinato - sigh! -stratagemma si poteva calamitare anche il pubblico di Diabolik)...
Tutto questo, però, mi porta ad una seconda, e più inquietante, domanda: e se il fatto di avere un protagonista tredicenne non fosse la causa della mancanza di certe scene, ma la conseguenza di una precisa volontà di non inserirle...?
Si è forse cercato di produrre volutamente qualcosa che fosse il meno "compromettente" possibile, sia dal punto di vista estetico che contenutistico? O forse il cinema italiano è talmente intriso di pregiudizi e paure omofobe da agire in questo modo senza neppure esserne consapevole?
Quel che è certo è che, effettivamente, anche questo stravolgimento di alcune delle caratteristiche tipiche dei superhero movie è perlomeno sospetto.
Tra l'altro un protagonista molto giovane è anche un'ottima scusa per NON affrontare una serie di argomenti "delicati" e a rischio polemica (Corruzione? Traffico di stupefacenti? Omicidi?), visto che in Italia potrebbe risultare inopportuno accostare argomenti "seri" al tema supereroistico. Dopotutto, rientrando nel cinema "fantastico", secondo una certa mentalità italiana "per bene" (che tutti si ostinano ancora a corteggiare) un film del genere DEVE NECESSARIAMENTE essere un prodotto a prova di minori, tant'è che IL RAGAZZO INVISIBILE viene distribuito (non a caso, penso) proprio sotto le feste di Natale, il classico periodo dei film per i più piccoli e per le famiglie del Mulino Bianco.
Poco importa se, effettivamente, un supereroe tredicenne potrebbe contribuire ad affrontare argomenti scottanti (abusi in famiglia, spacciatori minorenni, situazioni disagiate, ecc) da un punto di vista inedito: in Italia una cosa del genere è probabilmente impossibile, perchè nel nostro paese il cinema NON può permettersi di essere realmente destabilizzante, perchè vorrebbe dire criticare (o addirittura sfidare) il "sistema" Italia, e di conseguenza chi lo amministra e chi lo supporta... E siccome da noi chi lo amministra e/o supporta ha le mani in pasta con tutte le case di produzione più importanti e/o con tutti i distributori cinematografici il cerchio si chiude, e si spiega perchè allo stato attuale il nostro cinema non può osare quello osa il cinema americano, men che meno in un film di supereroi.
Inoltre la giovane età del protagonista de IL RAGAZZO INVISIBILE è funzionale anche alla mancanza di scene di azione e di combattimento (che avrebbero richiesto una professionalità che il cinema italiano, al momento, non è in grado di offrire a livello di personal trainer, stuntmen, effetti speciali e altro)... Scene molto importanti nell'economia di un film del genere, ma per le quali un regista come Gabriele Salvatores, nonostante il suo Oscar, sarebbe stato del tutto impreparato... Quindi molto meglio evitarle, magari con la scusa di avere un protagonista tredicenne, che non sarebbe comunque funzionale a questo tipo di scene.
Certo potrebbe essere solo una coincidenza, ma se non fosse così?
Inoltre il film si rivolge prima di tutto al circuito italiano, con tutti i suoi pregiudizi e i suoi limiti, veri o presunti che siano... E non escluderei che chi è dietro a questo progetto abbia pensato che era meglio iniziare con un film che non osasse troppo, magari riservandosi di fare qualche piccolo passo avanti negli eventuali sequel... Che però potrebbero arrivare solo in caso di un buon successo di pubblico di questo primo tentativo...
Il problema, però, è che il pubblico italiano, e soprattutto il vasto pubblico che negli ultimi anni si è appassionato ai supereroi, è sempre più preparato ed esigente, e non si lascia abbindolare facilmente... Tra l'altro è abbastanza evidente che nella locandina del film si cerca
di fare apparire il protagonista più grande di quanto non sia, con
l'evidente intento di calamitare l'attenzione di un pubblico più ampio,
che non andrebbe mai a vedere un film su un supereroe tredicenne... E comunque se il pubblico potenziale di un superhero movie vede una locandina palesemente ispirata a Superman e Arrow, ma dopo aver pagato il biglietto non trova nemmeno un decimo di quello che si aspetta, molto facilmente recensirà negativamente il film, e inizierà a farlo via smartphone ancora prima di uscire dalla sala, innescando una reazione a catena dagli esiti facilmente prevedibili...
E tutto questo con buona pace di un regista premio Oscar... Che però non sembra avvezzo a questi meccanismi e probabilmente non è a conoscenza del fatto che - tanto per dirne una - il solo potere dell'invisibilità, nei fumetti di supereroi, non è esattamente cool... Anzi... C'è tutta una saggistica, relativa in particolare alla Donna Invisibile dei Fantastici Quattro, secondo cui questo potere nasceva proprio per qualificare quei personaggi che di fronte al pericolo non potevano fare altro che nascondersi... Un potere che, nel caso della Donna Invisibile, era addirittura visto come una metafora della condizione femminile nella società dei primi anni '60... Tant'è che il suo impatto e le sue applicazioni, nel corso del tempo, aumentarono di pari passo coi diritti delle donne.
Ovviamente potrei essere del tutto fuori strada e IL RAGAZZO INVISIBILE potrebbe rivelarsi un capolavoro, capace di sdoganare i supereroi nel cinema italiano, inaugurando una nuova primavera per il cinema di genere nel nostro paese e tutto il resto... Ma al riguardo ho dei seri, serissimi, dubbi.
Tantopiù che, a quanto pare, anche i tre albi che la Panini ha voluto realizzare in vista del debutto del film non hanno entusiasmato particolarmente critica e pubblico, segno che forse - alla base - non c'era un'idea proprio eccezionale...
Ammetto che da appassionato storico di supereroi, pur non avendo ancora visto il film, ho un bruttissimo presentimento... E ci sono davvero troppe cose che non mi tornano...
Comunque in questi giorni si vedrà se ho ragione oppure no: se lo andrete a vedere al cinema mi saprete dire se ho preso una cantonata oppure no. Io, nel dubbio, penso proprio che non ci andrò.
Alla prossima.
Mi pare che questa critica sia completamente sballata.
RispondiEliminaPartire lancia in resta con dietrologie varie solo perchè in un film di supereroi non ci sono maschi muscolosi ma gracili giovinetti mi pare assurdo. Salvatores è già almeno il terzo film che dedica all'adolescenza (Io non ho paura, Come dio comanda) e inoltre pur non essendo un regista di genere, quando si è cimentato con la fantascienza ha fatto bene (Nirvana). Inoltre Rai Cinema ha anche prodotto spesso ottimi film (La meglio gioventù). Quindi è lecito che tu non ti senta stimolato da un film che non rappresenta il tuo gusto estetico ma che ci fai un pippoto sul retropensiero bigotto mi pare esagerato.
Magari il film sarà una cagata pazzesca ma aspetta a vederlo per dirlo. E per dire, il primo Spiderman non mi pareva un ragazzo nerboruto e omoerotico ma ha vuto molto successo.
ciao
Alessio
Parere legittimo.
RispondiEliminaRispondo dalla fine:
1) Nel post ammetto che potrei sbagliarmi su tutta la linea.
2) Questo era lo Spider-Man di Sam Raimi http://i.stack.imgur.com/gc3rAm.jpg
3) Rai Cinema può anche produrre bei film (e distribuirli al cinema tramite 01), ma a patto di non uscire dal seminato e di non osare troppo.
3) La fantascienza al cinema ha una storia lunga e gloriosa, e si vedeva che con Nirvana Salvatores aveva preso spunto da vari precedenti importanti (a partire da BLADE RUNNER). Per i film di supereroi, che sono un genere tuttosommato recente, bisogna comunque CONOSCERE i fumetti e non i film (che sono dei prodotti derivati). Ang Lee non conosceva i fumetti di Hulk e infatti con il suo film fece un grosso flop nonostante le potenzialità del personaggio (i cui diritti non a caso tornarono subito alla MARVEL).
4) Niente contro i film sull'adolescenza, ma un conto sono i film sull'adolescenza in stile Salvatores e un conto sono i film sui supereroi, sono proprio due cose diverse.
5) Il punto non sono i supereroi muscolosi, ma quello che rappresentano e le opportunità narrative che offrono. C'è tutta una saggistica (non gay) al riguardo.
Detto questo ripeto che questo post si basava sul modo con cui il film veniva presentato. Potrei dovermi ricredere... Comunque le prime recensioni (provenienti da siti e blog di appassionati, tipo http://www.i400calci.com/2014/12/non-e-un-paese-per-calci-la-recensione-di-il-ragazzo-invisibile/) sembrano confermare quello che supponevo io.
Grazie per esserti espresso, comunque, di solito qui non si esprime nessuno e a volte ho la sensazione che le oltre 500 persone che mi vengono segnalate dal contatore ogni giorno siano un errore :-)