lunedì 22 dicembre 2014

PER CHIUDERE IN BELLEZZA - 3

Ciao a tutti. come va?
Forse vi ricorderete che vi avevo promesso che i post del lunedì di questo dicembre sarebbero stati tutti dedicati a fare il punto della situazione sul fumetto popolare italiano, quello che arriva in edicola, e lo scorso lunedì - parlando della Disney Panini - vi avevo annunciato che sarebbe stato necessario un post a parte per aggiornarvi riguardo la serie REAL LIFE, sulla quale avevo espresso qualche perplessità già a partire dal primo numero (CLICCATE QUI).

Eccomi qui, quindi, a spiegarvi perchè e percome questo progetto ha confermato i miei dubbi e suo malgrado sta diventando l'ennesimo simbolo dello scollamento fra gli editori italiani che puntano al fumetto popolare e il loro pubblico potenziale.

Da che parte posso cominciare? Forse, in questo caso, è meglio cominciare dalla fine... E cioè dalla constatazione che in sette numeri, e cioè in sette mesi, fondamentalmente non è successo nulla... O meglio: non è successo nulla di quello che sarebbe dovuto succedere per dare modo a questo fumetto di mantenere le premesse che suggeriva con le sue copertine intriganti, le pose sensuali delle sue protagoniste e tutto il resto.
Per dirla molto in sintesi (anche se non ci vuole un grande impegno), negli ultimi mesi il misterioso Thomas si è divertito a giocare al gatto e al topo con le tre protagoniste, flirtando pesantemente con Alice (l'imbranata), Andrea (la nerd) e Amber Lee (la fashionista), che fondamentalmente erano sempre più cotte di lui... Al punto che probabilmente, arrivate al numero sei, sarebbero state disposte a vendere un rene (metaforicamente parlando) pur di scambiare un bacio con lui e avere l'esclusiva delle sue attenzioni...

E invece niente.

Gli unici baci che si vedono in questa serie sono quelli che le protagoniste immaginano, e può essere interessante notare che in questo fumetto, protagoniste a parte, non vengono raffigurati i baci o le effusioni di nessuno, nemmeno sullo sfondo, il che considerando che la storia è ambientata in una scuola superiore (per giunta inglese), è abbastanza surreale.

Tuttavia può anche essere interessante notare che, dopo che per sei mesi la tensione fra le tre protagoniste cresce, uno stratagemma di Thomas (dà appuntamento a tutte e tre nello stesso posto, ma lui non si presenta) le rende magicamente consapevoli del fatto che in realtà lui non è davvero interessato a nessuna delle tre, che forse le ha prese in giro dall'inizio e che piuttosto di farsi venire il sangue amaro per stare dietro a un personaggio del genere è meglio se diventano migliori amiche trullallero trullalà, rimettendo nel cassetto a tempo indeterminato le loro pulsioni sentimentali e sessuali... Con annessa competizione.

Forse sbaglio, ma credo che questo preciso momento abbia segnato il destino della serie, perchè - assieme alle illusioni d'amore delle tre amiche - si sono infrante anche le speranze delle lettrici di avere fra le mani una serie in grado di riflettere il loro essere adolescenti oggi... Che non vuol dire solo essere dipendenti dai social network, ma anche provare sensazioni, sentimenti e desideri che vogliono concretizzarsi in un modo molto più tradizionale, se capite cosa intendo.

In effetti non escluderei che nei sette mesi intercorsi fra il primo e il settimo numero di REAL LIFE ci siano state molte lettrici che, a livello di esperienze pratiche, abbiano superato abbondantemente le inconcludenti vicissitudini delle tre spasimanti di Thomas... E, per dirla tutta, sarei portato a pensare che più di qualche lettrice abbia iniziato a pensare che se in sette mesi Thomas non ha scelto nessuna delle protagoniste, quando avrebbe potuto tranquillamente fare di tutto con tutte e tre, l'unica spiegazione plausibile è che in realtà Thomas sia gay.
Il che, in effetti, sarebbe l'unica cosa che potrebbe dare senso a tutta la vicenda, anche se OVVIAMENTE è una strada impraticabile in un fumetto Disney Panini, e pertanto la triste verità è che con questa serie l'editore ha confermato di essersi infilato nell'ennesimo vicolo cieco, perchè non può pretendere di mettere in piedi una serie adolescenziale credibile, peraltro ambientata in un contesto realistico, senza andare mai al sodo... E, anzi, studiando mille stratagemmi e scappatoie per dare una rappresentazione dei turbamenti e dei desideri adolescenziali che sia a prova di oratorio... Ad esempio presentando degli adolescenti per cui il massimo dell'intimità è rappresentato dal posare insieme in una foto da pubblicare sull'onnipresente social network che dà il nome alla serie..
La cosa più odiosa di tutta l'operazione, però, non è tanto il fatto che gli adolescenti presenti vivono in una realtà parallela dove le pulsioni sessuali non hanno mai sbocchi, anche se sono tutti (o quasi) bellissimi e bellissime in maniera statisticamente inverosimile... La cosa più odiosa è che la serie, a partire dalle copertine molto intriganti, crea una serie di aspettative che vengono bellamente disilluse pagina dopo pagina e numero dopo numero. Creando un notevole effetto "pubblicità ingannevole" che sicuramente non sta aiutando la serie a spiccare il volo...

Anzi...

L'editore ha annunciato che a partire da gennaio 2015 la serie diventerà bimestrale, e questo non preannuncia niente di buono. Di certo non indica un grande successo di vendite, e più probabilmente significa che anche se sono già state preparate altre storie (che magari potrebbero concludere un primo arco narrativo) si vuole tentare di allungare i tempi per decidere meglio il da farsi, nella speranza che lasciando la copia in edicola per due mesi invece che per uno ci sia più gente che acquista ciascun numero... Così da rientrare nei costi di un progetto su cui si è investito molto e che, forse, ha già iniziato ad andare in perdita... Anche perchè, piccolo dettaglio, gli autori sono stati messi al lavoro non solo sul fumetto, ma anche sulla realizzazione di un vero e proprio social network fasullo (da cui si accede CLICCANDO QUI), dove i protagonisti principali postano "foto" e interventi vari... Interagendo fra loro, ma NON con i lettori in carne e ossa...

Ma alla Disney Panini pensavano davvero che con tutto quello che succede sui social network veri avrebbe avuto senso mettere in piedi una cosa del genere?

Oltretutto questa serie, che prima di debuttare ha richiesto tre anni di progettazione (sigh!), era nata per essere lanciata a livello internazionale senza aspettare gli eventuali riscontri sul mercato italiano, e troncarla di netto in Italia vorrebbe dire innescare una reazione a catena che potrebbe avere delle ripercussioni sgradevoli a livello marketing con i partner stranieri, anche perchè questa volta non c'è di mezzo solo la Disney, ma anche il marchio Panini (che ha una valenza internazionale e che deve stare attento ad eventuali danni d'immagine dovuti alla chiusura improvvisa di un progetto in cui si è speso).

A questo proposito potrebbe essere interessante notare che REAL LIFE, al momento, è pubblicata in Svezia, Norvegia, Spagna, Francia dalle rispettive Disney, ma nei paesi in cui la Panini e licenziataria dei fumetti Disney, a partire dal Regno Unito (che guardacaso è proprio dove la serie  REAL LIFE è ambientata) non è stata ancora lanciata... E questo lascia spazio a tutta una serie di domande (anche un po' inquietanti per la verità) sul rapporto che intercorre fra la multinazionale Panini e la redazione Disney italiana.

Sia come sia da fuori si potrebbe avere la sensazione che il passaggio alla bimestralità sia una strategia finalizzata anche a monitorare l'andamento di REAL LIFE all'estero, perchè se altrove le cose andassero molto meglio rispetto all'Italia si potrebbe pensare di dare un seguito al progetto, magari in una forma diversa. Ovviamente io non posso sapere cosa accadrà, ma sono fortemente tentato di pensare che anche all'estero REAL LIFE non avrà un successo clamoroso, perchè ha dei limiti molto vistosi, che diventano ancora più evidenti in nazioni dove certi tabù tipicamente italiani sono stati superati da tempo.
Non per risultare ripetitivo, ma a parte il fatto che in Francia, Spagna, Svezia e Norvegia c'è un rapporto molto più disinvolto con la sessualità (e con l'omosessualità, che in REAL LIFE non trova alcuno spazio, e sicuramente non lo troverà mai), si tratta comunque di nazioni che culturalmente sono molto più affini alla Londra reale che non a quella - a misura di provincia italiana - ricreata in REAL LIFE... E ne sono ben consapevoli. Probabilmente chi comprerà REAL LIFE in queste nazioni, magari perchè intrigato/a dai disegni e dalle pose fashion, si renderà presto conto che è tutto fumo e niente arrosto, e che oltretutto non descrive la realtà degli adolescenti europei, men che meno a livello scolastico.
Infatti, anche volendo chiudere un occhio sulle scelte stilistiche di REAL LIFE, tutta la serie ha un impianto narrativo che non regge, perchè presenta gli adolescenti della London International High School come sessualmente disadattati e senza nessuno con cui aprirsi e/o confrontarsi seriamente su certi argomenti... Scelta che sicuramente è in linea con le lobby sessuofobe che dettano legge nel nostro paese, per cui sesso e sentimenti sono cose da vivere privatamente anche a costo di viverle con disagio, ma che cozza pesantemente con la realtà internazionale, che da anni prevede corsi di educazione sessuale e sentimentale in tutte le scuole. Nel Regno Unito, in particolare, l'educazione sessuale e sentimentale è OBBLIGATORIA dagli 11 anni in poi (e se non ci credete potete CLICCARE QUI) e presentare dei liceali londinesi come se si muovessero a tentoni in un contesto sessualmente repressivo, tipicamente italiano, probabilmente inciderà sulla verosimiglianza di REAL LIFE agli occhi dei lettori stranieri, e quasi certamente non lo renderà il successo internazionale che si sperava.

E questa è giusto la punta dell'iceberg, perchè un contesto adolescenziale e scolastico (ancor più se in una realtà metropolitana come Londra) offrirebbe tutta una serie di spunti che REAL LIFE evidentemente non vuol affrontare, e poichè quello che resta è una commedia sentimentale (anche se forse "drammone" sentimentale sarebbe una definizione più corretta) in cui non si arriva mai al dunque probabilmente il suo destino è segnato.

Comunque credo che REAL LIFE, nonostante tutto, sia importante perchè mette in luce tutte le criticità dell'edtoria a fumetti italiana degli ultimi anni. Vuole sperimentale e ha paura di osare, vuole essere moderna e non vuole indisporre la tradizione, vuole strizzare l'occhio ai giovani lettori e ha un occhio di riguardo per quelli all'antica... E ogni tanto vorrebbe persino ideare qualcosa di respiro internazionale, realizzando però dei prodotti pesantemente intrisi della peggio italianità...

E tutto questo avviene perchè la nostra editoria sa che in un paese come il nostro essere originali e coraggiosi può essere interpretato come un atto di eversione, che potenzialmente può scatenare il fuoco incrociato di chi resterebbe scandalizzato da alcune scelte e di chi si ergerebbe a paladino degli scandalizzati. Anche perchè dalle nostre parti i conservatori hanno degli appoggi importanti (vedi la chiesa cattolica, giusto per dirne uno), mentre i progressisti no. La sensazione è che questa propensione alla prudenza, che è entrata nel DNA dell'editoria italiana, stia facendo più danni che altro. E la cosa incredibile e che chi di dovere sembra non accorgersene, stupendosi ancora quando tutto il suo impegno nel non urtare la sensibilità di nessuno si traduce in un numero crescente di fallimenti commerciali...

E forse il problema è proprio questo: il successo arriva quando si riesce, se non a urtare, almeno a scuotere la sensibilità del lettore, nel bene e nel male, perchè in questo modo resta coinvolto da ciò che ha davanti. La sensazione leggendo quanto produce il fumetto popolare italiano ultimamente, invece, è che al massimo si provi timidamente a sfiorare quella che è la sensibilità del pubblico di oggi, ovviamente in relazione al target di riferimento. Così, ad esempio, REAL LIFE è un fumetto a tematica adolescenziale per ragazzine che però sta bene attento a non raggiungere nemmeno un terzo dell'impatto emotivo di un qualsiasi manga che punta allo stesso target... Col risultato di essere passato alla bimestralità nel giro di sette mesi.
In effetti analizzando REAL LIFE non ho potuto fare a meno di pensare ai fumetti americani della Archie Comics, anch'essi incentrati su personaggi adolescenti per un pubblico (anche e soprattutto)  preadolescenziale. Pur partendo da una base umoristica descrivono la realtà dei giovani di oggi in maniera molto più credibile e frizzante di REAL LIFE, tant'è che lo stesso Archie è da sempre conteso da più ragazze, e siccome è perennemente indeciso prova a frequentarle tutte... Senza farsi problemi a gratificarle con baci ed effusioni ad ogni appuntamento, anche se questo provoca inevitabili litigate, ripicche e altro.
Come avverrebbe nel mondo REALE.

E l'approccio sempre al passo coi tempi della Archie Comics, che a quanto pare tiene in conto la REALE sensibilità del suo pubblico di riferimento, ha fatto in modo che dal 2008 ad oggi il volume d'affari delle sue testate salisse del 726% per il mercato delle librerie e del 226% per il delicatissimo mercato delle fumetterie. Alla faccia delle minaccie di boicottaggio dopo l'introduzione di personaggi gay, matrimoni gay e altro ancora.

E tutto questo mentre in REAL LIFE un semplice bacio adolescenziale - peraltro assolutamente etero - viene ancora presentato come lo sconvolgente coronamento di uno straziante percorso iniziatico, infinitamente tortuoso e costellato da molteplici traversie... Tant'è che dopo sette mesi questo bacio non c'è ancora stato...
Manco si trattasse di un poema cavalleresco sulla ricerca del Sacro Graal.

Forse sbaglio, ma secondo me è tutto collegato.

Certo è che se all'alba del 2015 un fumetto italiano a base di adolescenti, che oltretutto si chiama REAL LIFE, si fa tutti questi problemi per un semplice bacio, tante cose acquistano magicamente senso... Come ad esempio il fatto che in edicola i fumetti italiani vendono sempre meno.

Alla prossima.

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