Nelle ultime settimane ho dedicato i post del lunedì a fare il punto della situazione dei fumetti italiani che arrivano in edicola, ovviamente dal punto di vista LGBT, e la situazione che è emersa non è particolarmente entusiasmante.
Tuttavia mi rendo conto che quando dico che i tempi sono cambiati, e che se gli editori fossero un po' meno fossilizzati sulla loro visione eterosessista e maschilista le cose andrebbero meglio, qualcuno potrebbe pensare che il mio è un parere di parte... Così oggi cercherò di sottoporvi un caso che può dimostrare come i tempi stanno cambiando, e che forse bisogna aggiornare alcune prospettive.
Forse avrete notato che fra i vari editori di cui vi ho parlato gli scorsi lunedì non c'era l'Aurea Editoriale (ex Eura), perchè anche se arriva in edicola propone soprattutto materiale di produzione straniera, ed è il principale editore italiano di fumetti sudamericani, e in particolare argentini. Però, a ben guardare, è anche vero che da qualche anno non si limita solo a tradurre in italiano fumetti argentini, visto che ora cura direttamente la prosecuzione di alcune serie sudamericane che non avevano più un editore in patria (dopo la crisi economica dell'Argentina nel 2001), ma che in Italia erano molto seguite.
Quindi, per dirla in soldoni, ora l'Aurea editoriale produce fumetti argentini per il mercato italiano.
La più popolare, probabilmente, è quella dedicata a Dago, l'avventuriero cinquecentesco che si muove in un'ambientazione storica dettagliata e rigorosa, ma che finora non ha voluto ancora toccare direttamente la questione omosessualità... Arrivando al punto di presentare come eterosessuali dei personaggi storici notoriamente omosessuali (o perlomeno bisessuali) come Michelangelo Buonarroti e Benvenuto Cellini...
Del rapporto fra Dago e l'omosessualità ho parlato in diverse occasioni, anche perchè una lettera in cui chiedevo spiegazioni per questo atteggiamento venne pubblicata dall'editore (CLICCATE QUI), e anche se diede via ad un piccolo dibattito non portò a nulla.
Tuttavia non è di Dago che voglio parlarvi oggi, ma di un altro personaggio che ora viene realizzato per il mercato italiano dallo stesso prolifico sceneggiatore di Dago, il paraguaiano Robin Wood: la ricciuta Amanda.
Molto in sintesi: questo personaggio è stato creato nel 1993 (in Italia venne pubblicato a puntate, a partire dal 1995, sul settimanale Skorpio) e vive delle avventure che sono un incrocio fra le telenovele argentine, il thriller poliziesco e l'avventura in stile pulp. Perlomeno ufficialmente. In realtà questa vispa e grintosa orfanella, sempre alla ricerca del suo posto nel mondo, anima un vero e proprio fumetto erotico soft, in cui situazioni e inquadrature sono studiate appositamente per spogliarla e metterla al centro di situazioni piccanti, a partire dalle copertine...
Le avventure di Amanda in Italia hanno avuto un buon successo, tant'è che l'Aurea (quando ancora si chiamava Eura) pensò di raccoglierle in una serie di albi mensili, a partire dal 1999. Poi, quando il materiale originale si esaurì (presumo anche a seguito della sua casa editrice argentina) e Robin Wood venne assorbito da altri impegni la serie mensile venne sospesa, nell'attesa di accumulare una riserva di materiale sufficiente per farla ripartire.
La prima serie di Amanda si concluse nel maggio 2003, col numero 39, e per una serie di motivi fu necessario aspettare il dicembre 2013 per vederla continuare, peraltro anche a seguito di numerosi solleciti da parte dei suoi fans storici, che - a quanto dice l'editore - hanno insistito molto e sono stati determinanti nel fargli prendere la decisione di fare ripartire le avventure della rossa pin-up argentina.
Tuttavia questa volta qualcosa è andato storto. Infatti a distanza di un anno dal debutto di questa serie l'editore ha rilasciato un comunicato sulla sua pagina facebook, in cui ha scritto:
"Parlando di Amanda dobbiamo fare un annuncio che deluderà le aspettative di quei lettori che avevano iniziato ad acquistare la nuova serie di albi monografici... Quello in edicola in questo momento, il numero 10, sarà l’ultimo di questa serie, l’annunciato numero 11 non uscirà. Purtroppo, amici lettori, le attuali vendite - è inutile cercare di nascondere il problema - non ci consentono di portare avanti un’iniziativa che perde migliaia di euro ogni mese. A volte facciamo dei prodotti sulla spinta delle richieste dei nostri lettori e Amanda, come Nippur, è stata uno di questi... Ma il pugno di fedelissimi che ha mantenuto l’impegno di acquistarli non basta per andare oltre i numeri pubblicati. Peccato, perché ancora una volta qualcuno rimarrà deluso per questa decisione ma, credetemi, così non ce la possiamo fare."
Cosa è successo nei dieci anni che hanno separato la prima serie di Amanda dalla seconda? E perchè parlo di Amanda su un blog che parla di fumetti LGBT?
Analizziamo i fatti: anche ammettendo che Amanda viva delle storie che hanno un senso compiuto, e anche partendo dal presupposto che sia un personaggio dotato (anche) di un minimo personalità, resta comunque il fatto che nasce sulla scia di un certo modo di intendere i fumetti e le figure femminili nei fumetti... Altrimenti non si spiegherebbe perchè, fra e altre cose, tante delle sue copertine la presentano in situazioni perlomeno imbarazzanti e/o in pose da calendario erotico...
Intendiamoci: non c'è niente di male a realizzare un fumetto erotico soft, ma sicuramente c'è modo e modo di farlo, soprattutto quando - forse per non creare problemi di coscienza nei suoi lettori - ufficialmente non lo si vuole presentare come un fumetto che punta su un erotismo abbastanza rozzo, ma nei fatti lo è...
Premesso che, arrivati al 2015, c'è modo e modo di presentare un personaggio femminile, al giorno d'oggi i maschi etero che cercano porno soft non hanno bisogno di scuse come i fumetti di Amanda per appagare i loro ormoni, dato che ormai tutti - o quasi - hanno una connessione internet a disposizione... Anche sul loro smartphone...
Forse fino ai primi anni del 2000 un personaggio del genere aveva ancora senso, ma adesso è fuori tempo massimo, anche perchè si pone in maniera anacronistica e ostenta la sua femminilità in maniera anacronistica... In poche parole quello che nelle intenzioni vuole essere un personaggio erotico risulta più che altro un omaggio casereccio e un po' volgarotto alle pornostar che tenevano banco negli anni '80 e '90, quelle che si presentavano nei talk show vestite il minimo indispensabile e atteggiandosi in maniera provocante, facendo impennare subito gli ascolti (e non solo quelli, presumo)... Mentre al cinema sbancavano i film di Tinto Brass... Altri tempi, insomma.
D'altra parte Robin Wood non è mai riuscito granchè bene nella caratterizzazione dei personaggi femminili, tant'è che nella serie di Dago presenta quattro o cinque tipologie ricorrenti (e presto o tardi tutte devono essere funzionali a scene di nudo o di sesso), e forse Amanda è diventata la prova lampante del fatto che il fumetto popolare in Italia dovrebbe iniziare a rivedere un po' le sue storiche convinzioni... Perchè se una volta bastava sbattere una ragazza nuda in copertina per attirare pubblico, forse adesso non è più così che funziona.
Il punto è che, nel suo voler essere erotico senza scadere nel porno esplicito, lo sceneggiatore sviluppa storie che non sono nè carne né pesce... Risultando irritanti sia per quelli che sono contro lo stereotipo della donna oggetto, sia per quelli che si sentono presi in giro da un fumetto che non arriva mai al dunque, ma che non sembra in grado di reggersi in piedi senza virare continuamente sul porno soft. Un tipo di porno soft che però, come dicevo prima, risulta anacronistico e sicuramente non rappresenta più una grande attrattiva...
Il fatto è che l'editore, pur cercando di rendere Amanda un personaggio simpatico e "giovane" (per quanto possa riuscirci con uno sceneggiatore nato nel 1944 e residente in Paraguay), ha voluto rilanciare una serie che è un po' la quintessenza del maschilismo e dell'eterosessismo latino, e che fin dalla sua comparsa ha cercato di ammiccare al pubblico maschilista ed eterossessista. E lo ha fatto senza un intreccio che si sviluppa in maniera moderna, senza un'ambientazione davvero originale (come può essere quella storica di Dago) o senza dei personaggi secondari davvero intriganti... Tant'è che in questa serie i personaggi funzionali a parentesi vagamente lesbiche si presentano ancora come killer dai lineamenti mascolini, munite di bende oculari e tendenti al topless...
Gli archi narrativi in cui si sviluppa la saga di Amanda in giro per il mondo, inoltre, sono spesso sconclusionati e pretestuosi, e dopo un po' si ha davvero la sensazione che il loro scopo principale sia solo quello di offrire alla protagonista sempre nuove occasioni per spogliarsi, o farsi spogliare, arrivando persino a proporre delle copertine in cui si intravede chiaramente la sua dotazione vulvare...
Quindi, tecnicamente, se l'Italia fosse ancora un paese dove per vendere fumetti è essenziale puntare su maschilismo ed eterosessismo in stile anni '90, Amanda riuscirebbe ancora a vendere benissimo... O perlomeno riuscirebbe a vendere ai livelli del 2003, quando la sua serie si interruppe la prima volta per mancanza di nuovo materiale da pubblicare... Invece questa volta, stando a quello che (molto onestamente) ammette l'editore, ogni numero è andato in perdita per diverse migliaia di euro...
Certo rispetto al 2003 le condizioni economiche generali sono peggiorate, ma non penso che la cifra necessaria per acquistare un albo di Amanda possa mettere in crisi il bilancio mensile di un qualsiasi lettore potenziale... Quindi se questa volta la serie di Amanda è stata un flop i motivi devono essere cercati altrove.
Più probabilmente è successo che negli ultimi dieci anni molti fra quelli che seguivano Amanda soprattutto per via delle sue curve hanno scoperto i vantaggi di internet, mentre i nuovi lettori potenziali ora in un fumetto cercano altro... O meglio: cercano storie belle da leggere A PRESCINDERE dai contenuti tassativamente maschilisti ed eterosessisti che sono base di Amanda e del suo modo di intendere l'erotismo... Contenuti che per lungo tempo sono stati considerati un punto di forza IMPRESCINDIBILE del fumetto popolare italiano distribuito in edicola, se non addirittura una vera e propria garanzia di successo... E d'altra parte una narrazione erotica diventa intrigante proprio quando l'erotismo è un elemento che viene aggiunto ad un racconto che non avrebbe bisogno dell'erotismo per reggersi in piedi e risultare intrigante. E purtroppo non è questo il caso di Amanda.
Forse sbaglio, ma credo che il caso di Amanda sia un segnale importante, che dovrebbe servire ad aprire una riflessione sui contenuti dei fumetti che sperano di conquistare il mercato delle edicole... E soprattutto sui fumetti che sono ancora convinti che è indispensabile ammiccare al pubblico maschilista ed eterosessista per stare a galla, soprattutto in momenti difficili come questi... E magari anche per questo evitano di parlare omosessualità e omosessuali, o magari si ostinano a farlo in funzione di pregiudizi e stereotipi vari, dando per scontato che sia quello che il pubblico italiano preferisce.
Ma siamo sicuri che le cose stiano ancora così?
Dopo avere verificato quello che è successo ad Amanda io inizio ad avere dei dubbi.
La speranza è che questi dubbi vengano anche a qualche editore italiano, portandolo ad agire di conseguenza.
Alla prossima.
P.S. L'editore ha annunciato che Amanda proseguirà sotto forma di fumetto digitale acquistabile su internet, perlomeno fino a quando non verrà esaurita l'attuale scorta di storie, però qualcosa mi dice che le cose non cambieranno molto...
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