Ciao a tutti, come va?
Come forse avrete notato, anche solo se seguite questo blog, l'intrattenimento per i più piccoli - o perlomeno quello prodotto in nazioni come gli USA - da una parte tende a lasciare sempre più spazi ad una rappresentazione visibile e "tranquilla" dell'omosessualità, e dall'altra ha lasciato ormai alle spalle l'umorismo soft e sdolcinato che l'aveva caratterizzato in passato... A meno che non si rivolga a bambini davvero molto piccoli. Se poi questi prodotti sono studiati per avere più livelli di lettura, e magari puntano su citazioni "colte" e reinterpretazioni satiriche di qualche tipo per un pubblico più adulto, diventano anche più disinibiti e salaci... E questa, col tempo, è diventata una prassi che si è diffusa anche fuori dagli USA: per rendersene conto basta dare un'occhiata alle serie animate per bambini prodotte in Francia, Australia, Canada, ecc...
In un clima di questo genere, quindi, risulta un pochino anacronistico lo stile con cui - su Topolino 3198 - è stata portata avanti la storia intitolata "Zio Paperone e la factory di Andy Duckhol", scritta da Roberto Gagnor (uno sceneggiatore che ormai ha all'attivo oltre un centinaio di storie) nell'ambito della sua personale serie di storie ispirate al mondo dell'arte, che vanno sotto il nome di "La storia dell'arte di Topolino" (e che hanno la particolarità di trasportare i personaggi Disney nelle varie epoche in cui si muovono i vari artisti su cui ci si concentra di volta in volta). Ad ogni modo, come potete intuire dal titolo, la storia di cui devo parlarvi oggi è ambientata negli anni Sessanta ed è incentrata sulla versione paperizzata di Andy Warhol... Come si può intuire anche dalla copertina...
Fondamentalmente la storia è incentrata su Paperoga, che suo malgrado finisce per essere il vero responsabile delle trovate più geniali di Andy Duckhol (ovviamente ispirate alle vere opere di Andy Warhol). L'idea, di per sè, può anche essere carina (anche se ridicolizzare e banalizzare l'arte, ancor più se è arte contemporanea, non aiuta granchè a capirla), tuttavia nel 2017 fa un certo effetto vedere un prodotto di intrattenimento che si ispira a Andy Warhol e che glissa sul fatto che si trattava di un'artista omosessuale (e che la sua "factory" in quel periodo era una specie di terra promessa per tutti gli artisti omosessuali o comunque sessualmente alternativi)... E, per andare proprio sul sicuro, si è anche scelto di trasformare la famosa e provocatoria banana che utilizzò per la copertina del disco dei Velvet Underground in un'anguria...
E tra l'altro - come forse avrete notato - in questa storia compare anche lo stesso Lou Reed, cantante notoriamente trasgressivo (e non del tutto eterosessuale, tant'è che da adolescente i suoi genitori lo sottoposero ad elettroshock anche per questo motivo, pare...) che nel famoso album di cui sopra (The Velvet Underground & Nico) aveva inserito una gran quantità di canzoni con testi che celebravano il consumo di droga, la gelosia verso le ragazze e altri temi politicamente scorretti. Ovviamente da questa storia non si intuisce assolutamente nulla di tutto questo, e se qualche giovane lettore di Topolino vorrà approfondire la questione, dopo essere stato ispirato da questa storia, sarei molto curioso di vedere la sua reazione. Ad ogni modo, per essere precisi fino in fondo, il disco di cui sopra venne prodotto dallo stesso Warhol, e la banana sulla copertina era "sbucciabile" rivelando una seconda banana rosa sottostante (evidente metafora del membro maschile)...
Ovviamente non aveva senso approfondire tutti questi aspetti morbosetti in una storia di Topolino, ma è pur vero che lo stile "anacronistico" a cui mi riferivo all'inizio è particolarmente evidente quando - come in questo caso - ci sono di mezzo personaggi e situazioni che si prestano molto bene ad affrontare molti spunti in maniera moderna, ma che vengono deliberatamente ignorati (o preventivamente rimossi)... Lasciando poi alla curiosità dei piccoli lettori eventuali approfondimenti... Cosicchè, se si ritrovano a fare una ricerchina su Andy Warhol per i fatti loro, si possono ritrovare di fronte a cose come queste senza alcun tipo di preparazione...
E non sono sicuro che sia l'approccio migliore. Così come non sono sicuro che trasformare una banana in un'anguria possa impedire a qualche giovane lettore di scoprire il collegamento fra "Lou Dritt" e Lou Reed, con tutti gli approfondimenti fai-da-te del caso... E con buona pace di chi ha voluto indorare la pillola in occasione della sua citazione su Topolino, che tra l'altro ha coinciso con il cinquantesimo anniversario della pubblicazione di The Velvet Underground & Nico...
E questo, effettivamente, non fa altro che confermare il sospetto che anche Topolino, più che ai giovani lettori "reali", punti sempre di più ai genitori (o magari anche agli zii e ai nonni) che potrebbero necessitare di qualche incentivo per continuare a comprare il settimanale ai loro figli (o per continuare a collezionarlo)... Anche perchè al target principale di Topolino, i bambini under 12, si presume che delle citazioni così colte e "velate" non facciano nè caldo nè freddo... E di sicuro apprezzerebbero di più delle storie che risultassero più in linea con i cartoni che seguono in televisione (dei cartoni che, se mai dovessero parlare di Andy Warhol e Lou Reed, lo farebbero in maniera molto diversa e probabilmente non nasconderebbero del tutto certi aspetti del personaggio e del suo entourage).
Lentamente e inesorabilmente, quindi, Topolino si avvia a seguire l'esempio di editori come la Bonelli, che ormai hanno perso il contatto con le nuove generazioni per rifugiarsi nell'usato sicuro rappresentato da quelle vecchie?
Staremo a vedere nei prossimi anni. Di certo quando io ero piccolo e seguivo Topolino lo facevo anche perchè, fra le righe, mi insegnava tante cose e mi offriva tanti spunti interessanti attraverso un umorismo che non banalizzava mai troppo il messaggio o le informazioni che volevano essere veicolate.
Certo è che confrontando i giovanissimi di oggi, e soprattutto il loro mondo, con la media delle storie di Topolino che si sono viste negli ultimi anni la sensazione è che le cose non stiano più esattamente così...
Alla prossima.
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