SE COMPRI SU AMAZON.IT PASSANDO DA QUESTI LINKS RISPARMI E SOSTIENI QUESTO SITO!

Libri o fumetti in inglese? Qui niente spese di spedizione e dogana, solo sconti pazzi!

VUOI AGGIUDICARTI UN DISEGNO ORIGINALE DI WALLY RAINBOW?

lunedì 30 novembre 2015

CONSTATAZIONI VECCHIE E NUOVE...

Ciao a tutti, come va?

Per il post di oggi volevo iniziare parlando di mio nonno, che era l'unico membro della mia famiglia che leggeva fumetti... E ne leggeva tanti. Però aveva dei gusti un po' circoscritti, infatti gli piacevano molto i fumetti di guerra, e ricordo che ne accumulava pile su pile (anche se poi mia nonna li buttava via regolarmente). In particolare gli piacevano i fumetti in bianco e nero che pubblicava l'Editoriale Dardo, e che erano di provenienza prettamente inglese...



Ricordo che qualche volta avevo provato a sfogliarli, ma proprio non mi piacevano (e di recente ho provato a risfogliarne qualcuno, ma l'effetto è stato lo stesso), però evidentemente all'epoca si vendevano bene, perchè ne uscivano diversi titoli ed erano pure quindicinali.

Suppongo che avessero un certo ascendente soprattutto sui reduci di guerra come mio nonno (che era nato nel 1915), o comunque su chi apparteneva a generazioni che avevano avuto delle esperienze dirette in fatto di guerre e operazioni militari... Tutta gente che apprezzava storie in cui i buoni e i cattivi erano chiaramente riconoscibili, con trame lineari, senza tante sovrastrutture e senza livelli di lettura particolarmente impegnativi. Infatti le serie che seguiva mio nonno iniziarono a scomparire man mano che si diradava il loro pubblico di riferimento, più o meno alla fine degli anni '80...

Così, alla fine, mio nonno rimase senza fumetti di guerra da leggere, ma di tanto in tanto sfogliava quelli che compravo io... E non dimenticherò mai quella volta che lo sorpresi a leggere Crying Freeman (un manga molto sensuale e violento, a base di yakuza tatuati): alzò lo sguardo, mi fissò, e invece di rimproverarmi si limitò a dire che secondo lui era meglio tenerli fuori dalla portata di mio fratello, che era ancora un po' piccolo per certe cose... E poi riprese la lettura come se niente fosse...

Molto avanti mio nonno.

Comunque, tornando al nocciolo della questione, ora nelle edicole di fumetti di guerra non se ne vedono più, e in effetti anche l'Editoriale Dardo non si vede più. O meglio: dopo la chiusura dei fumetti di guerra di cui sopra ha tentato di tirare avanti ancora qualche anno, continuando soprattutto a proporre le ristampe dei suoi grandi successi del passato, come Capitan Miki e Il Grande Blek... O addirittura Gim Toro e Billy Rock... Che evidentemente potevano contare quasi esclusivamente sul pubblico dei nostalgici degli anni '50 e '60...


Dopodichè, ad un certo punto, la suddetta fascia di pubblico non bastava più a sostenere una casa editrice che puntava soprattutto su ristampe e che non pensò mai di attualizzare in qualche modo i suoi eroi classici. E così, alla fine, l'Editoriale Dardo non si è più occupata di gestire direttamente i suoi personaggi, e ha "appaltato" i relativi diritti di pubblicazione all'Editoriale Mercury  per il circuito dei collezionisti, e alle Edizioni If di Gianni Bono (foto sotto) per il circuito delle edicole. E Gianni Bono - essendo una persona onesta e trasparente - un paio di anni fa ha detto chiaramente che Il Grande Blek vendeva nell'ordine delle 2100 copie al mese (CLICCATE QUI), anche quando presentava storie inedite in Italia (e realizzate su licenza dell'Editoriale Dardo in Francia, Serbia, ecc)... E ha aggiunto che anche che le sue ristampe di serie bonelliane  non facevano numeri tanto diversi: infatti Il Piccolo Ranger vendeva sulle 2600 copie mensili e Mister No sulle 2400...
E probabilmente dal 2013 a oggi la situazione non è migliorata...

Questi numeri sarebbero abbastanza bassotti anche per il circuito delle fumetterie, ma per dei fumetti che arrivano in edicola sono persino surreali... Eppure danno la misura di quanto siano effettivamente "popolari" al giorno d'oggi certi personaggi e certi tipi di storie, che pure in passato hanno avuto dei picchi di popolarità davvero notevoli (negli anni '50 Il Grande Blek vendeva 500.000 copie ad ogni uscita)... Ed è indicativo anche il lungo post che Gianni Bono ha voluto dedicare alla chiusura dell'ultima ristampa di Capitan Miki (e che trovate CLICCANDO QUI)...

Evidentemente i tempi cambiano e i lettori pure, come è giusto che sia. E, al di là del fatto che certe ambientazioni possono essere più o meno di moda, è evidente che se un fumetto - o una QUALSIASI forma di narrazione popolare - non riflette più i gusti di un pubblico sufficientemente ampio il suo destino è segnato, e con esso quello degli editori che non sono davvero al passo coi tempi... O che si rinnovano più lentamente di quanto non faccia la società.

E a questo proposito può essere interessante notare che nel 1994 l'Editoriale Dardo tentò di rilanciare Capitan Miki e Il Grande Blek con storie inedite, ma per farlo convocò ancora i suoi autori storici, col solo risultato di fare un buco nell'acqua... Anche perchè ebbero l'assurda pensata di proporre le nuove storie nel formato "libricino a strisce", con cui questi personaggi debuttarono negli anni '50!

E a poco servì la grande copertura mediatica dell'iniziativa (ne parlò anche IL CORRIERE DELLA SERA, come potete vedere QUI). Quindi, già da allora, si poteva intuire che certe operazioni "nostalgia" che puntavano su un pubblico "maturo", e particolarmente affezionato, non avevano poi un gran mercato... E al giorno d'oggi, in una realtà molto più interconnessa e dinamica rispetto a quella degli anni '90, è evidente che chi non propone dei fumetti al passo coi tempi, e in linea coi gusti effettivi del pubblico, ha ancora meno possibilità...

Dico questo perchè, sulla sua pagina facebook, Gianfranco Manfredi ha annunciato ufficialmente che è stata programmata la chiusura della sua ultima serie, e cioè Adam Wild...
In particolare dice che:

"Continuo a ricevere messaggi su Adam Wild, di cui vi ringrazio. Devo un chiarimento in sintesi: 1. Si concluderà con il n.26? Sì. 2. Vendeva troppo poco? Sì. Meno di tutte le mie serie precedenti. D'altro canto è oggi difficile fare paragoni con il passato ( se paragoniamo le vendite dei dischi e quelle dei libri tra i decenni passati e oggi, è un funerale) . Diciamo che attualmente la soglia di sicurezza per i fumetti Bonelli è sopra le ventimila copie mensili. Sotto, scatta l'allarme. Soglie molto più basse di quanto non accadesse in passato. 3. Potrebbe esserci un'inversione di tendenza? Dipende dai lettori. In altre serie è capitato che si sia bloccata la produzione e poi la si sia riaperta perché la serie è risalita uscendo dalla zona pericolo. I piani vanno fatti lo stesso, ma i giochi si possono sempre riaprire, se li riaprono i lettori."

Ora: so che non è carino dirlo, ma io temevo che le cose sarebbero andate in questo modo fin da quando la serie era stata annunciata (CLICCATE QUI), e man mano che veniva pubblicata ci sono state varie conferme poco incoraggianti... Tant'è che su questo blog avevo pure subodorato le censure imposte dall'editore fin dal primo numero (CLICCATE QUI), che poi sono state confermate anche dallo stesso Gianfranco Manfredi (CLICCATE QUI)...

Il fatto è che era evidente fin da subito che il taglio di questa serie, che in un certo senso si presentava già in maniera anacronistica (per via di un'ambientazione non certo "di tendenza"), strizzava l'occhio alle aspettative di un pubblico che ormai è in via di estinzione... Forse le cose sarebbero andate diversamente se Adam Wild avesse saputo dare un'interpretazione nuova e "giovane" di un contesto già visto e rivisto, magari giocando su psicologie e situazioni effettivamente inedite e originali... Magari con un linguaggio e uno stile moderno...

Forse.

Ad ogni modo, anche volendo, era evidente che tutte queste strategie non si sarebbero potute adottare... Non quando un editore arriva al punto di coprire con un pudico gonnellino un protagonista che, nelle intenzioni dell'autore, si sarebbe dovuto presentare tuffandosi in mare senza vestiti addosso...

Probabilmente alcuni editori non hanno ancora capito che se i loro fumetti con un taglio "retrò" tengono ancora bene è soprattutto perchè hanno debuttato in anni in cui avevano un ampio pubblico potenziale, che si è cementato col tempo e che (in molti casi) si è rinnovato quasi esclusivamente tramite il passaggio della passione fra padre e figlio (o fra zio e nipote, ecc)... Adam Wild non era certo peggio di Tex o Zagor, ma lanciare un personaggio del genere oggi era un suicidio annunciato... Soprattutto se si dava per scontato che la nicchia di mercato rappresentata dai lettori "maturi", e/o in sintonia con questo tipo di prodotto, sarebbe bastata a fornire almeno 20.000 lettori al mese.

E infatti le cose non sono andate così, e in futuro è facile immaginare che anche gli altri fumetti che manterranno un taglio "retrò" andranno sempre peggio. Più o meno come è accaduto ai fumetti di guerra dell'Editoriale Dardo, man mano che i loro lettori di riferimento lasciavano il posto alle nuove generazioni...

Certo è vero che, come dice Gianfranco Manfredi, dischi e libri vendono sempre meno, ma è anche vero che se questo succede non è perchè la gente ha perso interesse nella musica o nella narrativa pop, ma semplicemente perchè su internet ora trova musica e serie TV avvincenti senza spendere un soldo, e fruibili come e quando si vuole (esattamente come una volta poteva accadere solo con i libri o i fumetti). Il tempo libero rimane lo stesso, ma le alternative per impiegarlo sono diventate infinite, quindi è inevitabile che vengano fatte delle scelte, soprattutto da un numero crescente di persone che ha sempre maggior dimestichezza con le nuove tecnologie.

Ad esempio: anche senza voler considerare le varie possibilità di streaming gratuito (legale o meno) un abbonamento mensile alla piattaforma NETFLIX costa al massimo 11,99 euro, e può essere sfruttato davvero ovunque (dagli smartphone alle consolle videoludiche). La tariffa base è di 7,99 euro mensili: l'equivalente di meno tre albi Bonelli per avere accesso a ore e ore di serie di qualità, che NON hanno i vincoli, i limiti e l'impostazione "vetusto-friendly" di una tipica serie a fumetti Bonelli.

Quindi, considerando che ormai i fumetti e le piattaforme digitali hanno lo stesso livello di fruibilità, o si diventa davvero competitivi o la situazione continuerà a peggiorare.

E per risultare competitivi, e soprattutto coinvolgenti, non si possono lanciare prodotti che nascono già "vecchi", e a cui vengono imposti gli stessi paletti di venti o trenta anni fa, magari per paura di giocarsi il pubblico più tradizionalista o di scatenare le ire delle lobby bigotte. Anzi: centrare esattamente i gusti del pubblico reale diventerà semplicemente indispensabile, da qui a un po'.

Mi spiego meglio.

Una volta una casa editrice poteva permettersi di elaborare un progetto, più o meno ispirato ad un trend di successo in quel periodo (western negli '50, horror negli anni '80, fantascienza negli anni '90, ecc) con la certezza quasi assoluta di fare centro, soprattutto se aveva sceneggiatori e disegnatori di qualità... Anche perchè fino a qualche decennio fa bastava l'ambientazione giusta per fare la differenza, perchè il pubblico era meno esigente e aveva meno alternative... E il fatto che personaggi e situazioni avessero poche sfaccettature e pochi livelli di lettura (risultando pressochè intercambiabili), ad esempio, passava in secondo piano... Così come il fatto che un personaggio fosse monoespressivo...

Tutte cose che al grande pubblico di oggi NON passano inosservate. Così come non passa inosservato il fatto che la fiction più appetibile (anche quando si parla di fumetti) è quella che tratta temi e situazioni in cui il pubblico può ritrovarsi in qualche modo, magari identificandosi con i protagonisti o trovando dei riferimenti concreti e verosimili al mondo di oggi (anche in quei fumetti ambientati in altre epoche o in altre realtà)... Ai suoi problemi, ai suoi stimoli, ecc...

Cosa che non è avvenuta nemmeno con un'altra serie Bonelli, e cioè quel LUKAS (di cui ho parlato più volte) che - pur nascendo come una maxiserie di 24 numeri divisi in due "stagioni"- in caso di buoni riscontri sarebbe proseguita anche oltre il febbraio del 2016... Cosa che, però, pare proprio che non accadrà. E, per dirla tutta, sono sempre più convinto che il cambio di titolo da LUKAS a LUKAS REBORN fosse giusto uno stratagemma per ottenere un minimo di visibilità supplementare negli scaffali delle edicole (visto che i nuovi titoli, in edicola, hanno sempre un trattamento migliore)... Ad ogni modo anche in questo caso la serie - che a suo tempo venne presentata come l'ennesimo capolavoro - non proseguirà...

Evidentemente non ha convinto più di tanto il pubblico, che a quanto pare - nonostante un'ambientazione potenzialmente interessante - non si sentiva coinvolto dalle storie, dai toni e dai personaggi che animavano questo fumetto... E forse una certa dose di responsabilità l'hanno avuta anche alcune scelte narrative poco felici e molto anacronistiche, soprattutto quando la serie trattava argomenti come l'omosessualità (ne ho parlato QUI , QUI  e soprattutto QUI).

Un copione, questo, che con i fumetti italiani si ripete con sempre maggior frequenza... E che dimostra che nei fatti gli editori (e gli autori) non riescono più ad essere in linea con i gusti dei loro lettori potenziali... Che magari possono anche provare a comprare i primi numeri di una nuova serie, ma che sempre più spesso la abbandondano dopo esserne rimasti delusi...

Però, a rigor di logica, se un editore non vuole iniziare a rantolare dovrebbe prima di tutto conoscere bene il pubblico, o il pubblico potenziale, a cui punta: proprio per evitare di perdere lettori strada facendo e per conquistarne di nuovi... Anche perchè - come ho detto più volte - in questo momento storico sono i lettori di fumetti ad avere il coltello dalla parte del manico... Quindi un editore serio non può più permettersi una linea editoriale basata sugli ipotetici gusti del suo pubblico "storico", e men che meno sulle idee di autori più o meno "geniali", che magari offrono come garanzia solo le file dei loro fans alle fiere di fumetto e i loro followers su internet...

Anche perchè spesso ciò di cui un editore, o un autore, è convinto non risponde necessariamente alla realtà... E la cosa curiosa è che non si tratta di una novità: i primi segnali in questo senso si intravedevano perlomeno dagli anni '90, e guardacaso posso fornirvi delle prove proprio grazie a Gianfranco Manfredi e all'Editoriale Dardo...

Alla fine del 1991 l'Editoriale Dardo, sulla scia del grande successo di Dylan Dog, diede modo a Gianfranco Manfredi di lanciare una nuova serie a tinte horror, ma decisamente più demenzial-trash, e cioè GORDON LINK. Per conoscere meglio il suo pubblico Gianfranco Manfredi propose un sondaggio, e il risultato venne pubblicato in uno speciale allegato al numero 9, dell'aprile 1992.

In quell'occasione i lettori che compilarono e spedirono la scheda allegata qualche mese prima furono 4873 e, anche se per una questione di tempo Gianfranco Manfredi (aiutato dalla moglie) ne analizzò "solo" 2500, i risultati secondo me erano molto interessanti. Ad esempio: da quel campione si evinceva che le lettrici di sesso femminile erano circa il 10%, e che rientravano nella fascia d'età compresa fra i 18 e i 25 anni (mentre i maschi andavano dagli 8 ai 62)... Inoltre emerse che le lettrici amavano particolarmente i film sentimentali e gli horror a base di vampiri: una tendenza che - come saprete - sarebbe esplosa commercialmente qualche decennio più tardi, dopo essere stata abilmente mixata...

E questo è stato solo uno dei tanti risultati di quel sondaggio che NON venne preso sul serio da nessuno, anche se anticipava i tempi e valeva oro!

Qui di seguito potete vedere alcuni degli altri dati elaborati da Gianfranco Manfredi all'epoca...
Ad esempio come erano distribuiti i lettori per fasce d'età ed aree geografiche...

Quali erano gli altri fumetti che seguivano...

Ed anche quali erano i loro gusti in fatto di scrittori...

Di gruppi musicali...

E di film visti al cinema l'anno precedente...

Tutti dati molto interessanti per inquadrare il lettore-tipo, anche se a mio parere uno dei sondaggi più interessanti è stato quello relativo al "genere" preferito... Dove, a sorpresa, l'horror (che pure era il tema principale di GORDON LINK) arrivava solo secondo, mentre al primo posto spiccava il genere MITOLOGICO, con il fantasy alla terza posizione!

Ovviamente, in quel momento, nessuno prese sul serio il buon posizionamento del genere fantasy o la spiazzante vittoria del genere mitologico... E guardacaso entrambi i generi sono letteralmente ESPLOSI al cinema e in TV nei decenni successivi... Al punto che persino la Bonelli, di recente, ha osato cimentarsi con una serie che ha un'ambientazione fantasy (e dico ambientazione perchè, a mio modesto parere, Dragonero di fantasy ha SOLO l'ambientazione).

Ad ogni modo, al momento, non mi risulta che sia in lavorazione nessuna serie mitologica o storico-mitologica (anche se nel recente passato abbiamo avuto delle produzioni abbastanza imbarazzanti e rivolte ad un pubblico infantile, come MYTICO, e ai veri motivi di questo stato di cose varrebbe la pena di dedicare un post a parte)... Nemmeno considerando che chi aveva 18-25 anni nel 1992 adesso dovrebbe averne fra i 41 e i 48, e rappresenterebbe una fascia di pubblico ancora appetibile persino per gli editori italiani più tradizionali...

E dovrebbe essere la stessa fascia di pubblico a cui, già dal 1992, il genere western NON interessava granchè (nel sondaggio di GORDON LINK era al penultimo posto)... E, guardacaso, oggi TEX  è arrivato a perdere 10.000 lettori all'anno, segno evidente che non gode più del ricambio generazionale di una volta... Tra l'altro il fatto che da questo sondaggio fosse emerso che molti lettori seguivano  TEX, pur non amando il western, mi porta a pensare che lo leggessero solo perchè se lo ritrovavano in casa grazie ai loro padri o ai loro nonni, e che lo "seguivano" solo per ammazzare il tempo (in quel periodo smartphone e internet non esistevano)...

Un sondaggio decisamente, interessante, quindi... Anche se all'epoca, probabilmente, venne preso sottogamba proprio perchè sembrava contraddire in maniera quasi eretica alcuni dogmi del fumetto popolare italiano...

Morale della favola: direi che una certa scollatura fra la politica degli editori italiani di fumetti e il loro pubblico potenziale era presente già da allora, anche se era meno evidente di oggi, e sicuramente meno incisiva a livello di vendite.

Stando così le cose, in effetti, forse un editore di fumetti popolari dovrebbe pensare prima di tutto a riprendere il contatto con i lettori che vuole conquistare... E prima di investire decine o centinaia di migliaia di euro in progetti pianificati a caso, o in base all'entusiasmo di questo o quell'autore della sua scuderia, dovrebbe cercare di capire quali sono i gusti reali del suo pubblico, del suo ex-pubblico  e - soprattutto - del suo pubblico potenziale. Anche a costo di doversi confrontare con delle sorprese sconvolgenti.

E magari dovrebbe pensare di investire un po' di soldi in un sondaggio online gestito in maniera professionale, tramite votazioni certificate e tutto il resto, ma anche proponendone una versione cartacea più tradizionale. Il tutto elaborato da dei professionisti, o magari da un istituto demoscopico... E in questo modo, finalmente, scoprirebbe dov'è la verità...

Se, ad esempio, tutta questa paura di rappresentare l'omosessualità in maniera moderna ha una sua ragion d'essere oppure no... Verificando se - omosessualità a parte - bisogna evitare a tutti i costi di parlare di temi eticamente sensibili per non suscitare polemiche, o se invece questi temi potrebbero essere la chiave per riavvicinare lettori... E capendo una volta per tutte se certi tabù coincidono davvero con le aspettative del grande pubblico o se sono solo il frutto del timore reverenziale degli editori nei confronti delle lobby bigotte... E molto altro ancora...

Soprattutto potrebbe valutare con cognizione di causa quali idee, quali sceneggiatori e quali disegnatori sono all'altezza delle aspettative, e quali no... E magari - finalmente -  conoscerebbe i veri motivi per cui una serie non è piaciuta e ha perso pubblico, al punto di doverla chiudere per mancanza di lettori...

E, se tanto mi da tanto, qualcosa mi dice che da un sondaggio del genere potrebbe emergere un quadro decisamente inaspettato... Che rimetterebbe in discussione molte cose (e molti incarichi), e forse è anche per questo un progetto del genere non è mai stato preso in considerazione.

Anche perchè, se persino mio nonno buonanima era passato senza particolari traumi dai fumetti di guerra a Crying Freeman, la sensazione è che i lettori italiani - se gliene viene data l'occasione - siano molto meno prevenuti (e più golosi di novità) di quanto gli editori non pensino... O di quanto gli editori non siano.

E forse, se le vendite calano e le serie chiudono, dare il grosso della colpa ai lettori che non "collaborano" più come una volta risulta un tantino fuori luogo... Dopotutto non dovrebbero essere i lettori a venire incontro agli editori, ma semmai il contrario (soprattutto in tempo di crisi economica)... Anche perchè, fondamentalmente, a un lettore di fumetti medio non gliene frega nulla delle remore, dei conflitti di interesse e degli equilibri interni di una casa editrice... A meno che non sia un fan duro e puro, ma i fan all'ultimo stadio di un autore, un genere o di una casa editrice, sono troppo pochi per garantire la sopravvivenza di un fumetto che aspira a definirsi "popolare"e a fare grandi numeri...

E tutto il resto viene da sè.

Alla prossima.

venerdì 27 novembre 2015

DIECI ANNI DA FESTEGGIARE...

Ciao a tutti, come va?

Era da un po' di tempo che non mi concentravo sulle attività dell'associazione PRISM COMICS, anche perchè ultimamente era entrata in una fase un po' complicata (nelle associazioni di volontariato queste fasi possono presentarsi all'improvviso, e  non è detto che se ne esca fuori in tempi brevi). Ora, però , sembra che la prima associazione statunitense finalizzata alla valorizzazione dei fumetti a tematica LGBT voglia tornare a lavorare a pieno regime, e così ha deciso di lanciare una campagna di crowfunding per la pubblicazione di una nuova antologia: ALPHABET (CLICCATE QUI).

Come forse saprete il mercato del fumetto statunitense è estremamente variegato, e sicuramente offre spazio per tutti, ma è innegabile che i fumetti indipendenti, alternativi e autoprodotti abbiano meno visibilità (e meno possibilità) dei titoli sponsorizzati da editori più o meno importanti. Così alla PRISM COMICS hanno pensato che poteva essere interessante festeggiare i primi dieci anni del loro Queer Press Grant (CLICCATE QUI per avere maggiori informazioni attraverso il nuovo sito della PRISM COMICS) attraverso un'antologia che raccogliesse i lavori di artisti vecchi e nuovi.

Al di là dell'operazione di crowfunding, comunque, penso che sia interessante constatare che tutto parte proprio dall'idea di festeggiare il decennale del Queer Press Grant, che è un premio in denaro che viene assegnato per finanziare la pubblicazione di un fumetto a tema LGBT da parte di un autore (o un'autrice) emergente. E già questo, da solo, è un traguardo importante. Nel senso che dimostra che il concetto di "fumetto LGBT", in qualche modo, ha trovato il suo spazio (anche se forse ancora un po' di nicchia) nella comunità LGBT vera e propria. Dimostrando che ormai, dalla suddetta comunità, è considerato una forma di espressione culturale da valorizzare e tutelare esattamente come tutte le altre. Perlomeno negli USA.

E non è una cosa da poco.

Anche perchè la legittimazione dei fumetti propriamente detti rientra in un più ampio fenomeno di integrazione dell'immaginario pop che si sta diffondendo con sempre maggior frequenza anche in un ambito che una volta tendeva ad escludere completamente un certo tipo di iniziative, e cioè quello dei locali ricreativi...

Giusto per fare qualche esempio: il prossimo 6 dicembre, alla dicoteca DRAGONFLY (CLICCATE QUI) di Hollywood (che è diventato un po' il punto di ritrovo per gay geek della zona) si terrà un Moonlight Party per tutti i fans gay e gay friendly di Sailor Moon...

Che coinvolgerà diverse associazioni locali e farà intervenire anche alcuni dei più famosi cosplayer della zona...

Anche perchè, a parte tutti il discorso LGBT, i cosplayer da quelle parti sono valorizzati e vengono utilizzati anche per fare animazione nei locali... E addirittura ci sono delle discoteche dove ci sono regolarmente delle serate a tema, dove i cosplay (quelli veri) rivestono un ruolo importante e dove il tutto è organizzato come si deve... E se non ci credete date un occhiata alle serate CLUBCOSPLAY organizzate dalla HappyCore Productions (CLICCATE QUI)... Tipo quella che vedete qui sotto...

Inutile dire che si tratta di venti gay friendly, se non dichiaratemente gay friendly (e infatti c'è la HappyCore Productions anche dietro al Sailor Moon party di cui sopra). La cosa interessante, comunque, è che in questo caso non co sono locali che improvvisano serate a tema un po' squalliducce (e ogni riferimento a quello che succede in Italia NON è casuale), ma squadre di appassionati che si sono messi insieme per organizzare eventi come si deve in maniera professionale... E direi che la differenza si vede.

E se uno non fosse un animale da discoteca e volesse una serata più tranquilla, potrebbe cercare una serata a tema come quella promossa dall'associazione GEEKSOUT di New York il prossimo 16 dicembre, a base di karaoke prenatalizio...

Il tutto all'Uncle Charlie (CLICCATE QUI), che un noto gay piano bar della città.

Tutto questo per dire che, effettivamente, in questi ultimi dieci anni qualcosa è cambiato sul serio, e in meglio. Anche se purtroppo di tutti questi progressi, dalle nostre parti, non arriva che un eco molto lontano, e da noi la situazione si evolve con maggiore lentezza per tutta una serie di motivi. Ed è un vero peccato...

Ad ogni modo credo che certi esempi possano provare meglio di tante parole che le cose possono anche andare diversamente, e che forse vale la pena di iniziare ad organizzarsi per farle cambiare.


Alla prossima.

mercoledì 25 novembre 2015

EVOLUZIONI

Ciao a tutti. come va?

Dopo l'ultimo post, che - tanto per cambiare - ha evidenziato che i fumetti italiani fanno ancora fatica ad affrancarsi da una rappresentazione datata e tendenzialmente negativa dell'omosessualità, oggi volevo segnalarvi come altrove la situazione si sia palesemente evoluta...

Infatti, solo nell'ottobre 2010, la copertina di Ultimate Comics Spider-Man 15 sembrava aver tagliato un traguardo importante, e solo perchè rappresentava una coppia gay che si scambiava effusioni sullo sfondo (a destra)... Tra l'altro in una serie di Spider-Man ambientata in una realtà (l'universo Ultimate) alternativa a quella "ufficiale"...

Mentre oggi, a cinque anni di distanza da quella data, non posso fare a meno di segnalarvi che Peter Parker (quello dell'universo MARVEL ufficiale), assiste in maniera molto partecipata al suo primo matrimonio gay, e cioè a quello del suo ex capo agli Horizon Labs (e ora suo dipendente), Max Modell (comparso per la prima volta  su Amazing Spider-Man 681, nel 2012)...

Il tutto sul numero uno della nuova serie di Amazing Spider-Man, che a ben guardare non è esattamente un numero a caso. E tra l'altro, mentre assiste alla cerimonia, Peter Parker non manca di tessere le lodi di un amico e di un uomo che ammira molto... Tanto da ammettere che gli è molto vicino nella gioia di questo momento.

Evidentemente i tempi cambiano, e lo fanno in maniera sempre più evidente. E non credo che si tratti di una questione di politically correct, quanto del fatto che nei fumetti MARVEL i matrimoni gay di personaggi gay iniziano ad avere lo stesso identico trattamento dei matrimoni etero di personaggi etero...

Senza nemmeno che sia più necessario il corollario di turbamenti, contrasti e tutto il resto che aveva caratterizzato a suo tempo il matrimonio di Northstar (tutte cose che, se non altro, sono servite a rendere quella storia commerciabile anche a Singapore, e di questa strana storia ne ho parlato QUI).

Ad ogni modo, come previsto, la legalizzazione dei matrimoni gay negli USA ha velocizzato le cose, determinando un clima sicuramente più gay friendly, anche solo rispetto a qualche anno fa... Al punto che la casa editrice IDW, di recente, ha presentato anche la prima coppia gay robotica nei fumetti, e cioè quella composta dal protagonista D4VE e del suo amico 5COTTY, che scoprono la reciproca attrazione durante una partita ai videgames (dopo che D4VE ha salvato 5COTTY da un lampante caso di bullismo robotico)... Il tutto su D4VE2 #2...







E se uno avesse tempo e voglia di spulciare per bene quello che offre il mercato del fumetto americano probabilmente continuerebbe a scoprire nuovi segnali di apertura, che fino a poco tempo fa sarebbero stati impensabili... Come ad esempio il fatto che Flash/Barry Allen, da quando si è lasciato con la sua ragazza Patty, è diventato il coinquilino di Hartley Rathaway, alias l'ex supercriminale gay dichiarato noto come Pied Piper (il pifferaio), che peraltro è felicemente accoppiato...

Tanti piccoli segnali che probabilmente rappresentano solo la fase iniziale di un percorso di integrazione che nei prossimi anni potrebbe riservare ancora molte sorprese... E che a quanto pare sta raccogliendo l'approvazione e il sostegno di un ampio pubblico.

Se qualche editore italiano prendesse spunto non sarebbe male.

Alla prossima.

lunedì 23 novembre 2015

VA TUTTO BENE...?

Ciao a tutti, come va?

Forse anche voi in questi giorni vi sarete imbattuti in una trovata pubblicitaria non proprio felice (sotto tutti i punti di vista), comparsa sul profilo facebook di un noto marchio dolciario italiano...

Siccome nell'era di internet certe cose non passano inosservate (CLICCATE QUI per una bella analisi di tutta la vicenda), ha scatenato un mezzo putiferio ed è stata subito rimossa con tante scuse, mentre il pubblico si è diviso fra chi sostiene che sia stata una svista e chi è convinto che sia stata una strategia voluta, e finalizzata a dare più visibilità al marchio...

In entrambi i casi, però, penso che sia evidente il fatto che dei pubblicitari che danno spazio ad uno slogan omofobo con tanta leggerezza siano il riflesso di una situazione culturale un po' preoccupante (se non altro per gli standard occidentali)... Anche se poi le tante reazioni indignate del pubblico, come in questo caso, dimostrano che qualcosa - nel sentire comune - sta cambiando.

Cosa c'entra tutto questo con gli argomenti di cui parlo di solito su questo blog?

In realtà ne parlo perchè tutto questo si è verificato proprio mentre mi preparavo a segnalare l'ultimo caso (ma solo per ora, temo) di "omosessualità a misura di pregiudizio" che ha trovato posto in un fumetto Bonelli, e per la precisione su AGENZIA ALFA 35, che si trova in edicola da circa un mesetto... E non ho potuto fare a meno di collegare le due cose e fare alcune considerazioni.

Andiamo con ordine.

Come scritto nell'introduzione dell'albo, il numero 35 di AGENZIA ALFA serviva soprattutto per recuperare alcune storie legate a Kay, la giovane mutata telepate/telecineta adottata da May (ex coinquilina e compagna di Legs Weaver) e dal suo marito mutato Branko.

Le suddette storie erano state progettate da tempo, ma presentavano Kay in momenti della sua vita che erano stati cronologicamente "superati" dalle avventure presentate sulla serie regolare di Nathan Never... E così per non sprecarle sono state inserite sotto forma di flashback in un racconto che cerca di dare loro un filo logico, in questo caso il rapporto che lega Kay e il suo compagno di scuola Bud...
Premesso che con 288 pagine a disposizione si sarebbe potuto fare di meglio, a prescindere dal discorso LGBT, la prima cosa che mi ha stupito è stata l'abbondanza di pretesti per mostrare le protagoniste - e in particolare la notoriamente popputa May - in situazioni pepate e ammiccanti... Evidentemente per compensare il fatto che le storie, di per sè, avevano pochissimi punti di interesse e non erano per nulla originali...

Una strategia che potrebbe anche avere un senso (dando per scontato che nel 2015 il pubblico maschile sia ancora sessualmente represso), se non fosse che in questo caso ha portato a risultati alquanto trash/demenziali...

La prima storia, ad esempio, parte dalle indagini su un giro di adolescenti "trasgressive" che si prostituiscono di nascosto (*SIGH*)... E così Kay finisce per travestirsi da giovane prostituta, mentre sua madre May si ritrova a ballare la lapdance in topless, in un locale per soli uomini...


E in tutto questo, dopo essere state scoperte, le due trovano il tempo di discutere a proposito della natura porcellona dei maschi... Il tutto mentre May resta ovviamente in topless e, da quello che dice, sembra quasi voler giustificare il bisogno maschile di avere di fronte una donna oggetto (*SIGH*)...



E a me è sembrata tanto una parentesi messa lì un po' a caso, giusto per gratificare l'ego maschilista del lettore medio (e della lettrice rassegnata)... Visto che si tratta di una discussione madre/figlia fuori luogo e abbastanza lesiva dell'intelligenza e della dignità delle protagoniste.

Ad ogni modo nella seconda storia  May deve introdursi in una festa esclusiva sotto copertura... E anche questo pretesto fornisce diverse occasioni per mostrarla sotto la doccia o inguainata in abiti da sera sexy (come le sue colleghe, peraltro)...

Alla fine le due prime storie/flashback si trascinano abbastanza stancamente, presentando l'evoluzione del rapporto della giovane Kay con Bud, un ragazzo che pian piano sembra imboccare una cattiva strada (e sarebbe stato interessante capirne le ragioni... Aveva problemi in famiglia? Traumi di qualche tipo? Ovviamente la cosa non viene approfondita, reputando di maggiore interesse il prorompente seno di May e le sue riflessioni esistenziali sul senso della bellezza femminile... SIGH...) .

Tuttavia la terza e ultima storia è il motivo principale per cui vi sto parlando di AGENZIA ALFA 35... Ed inizia con Bud che vuole finalmente arrivare al dunque con Kay, e per questo se l'è portata in un motel... Ma a quanto pare lei, pur avendolo frequentato per anni e anni, non si sente a suo agio e lo caccia via in malo modo utilizzando i suoi poteri... Che tra l'altro le hanno fatto capire che Bud aveva pensieri "sporchi e perversi" (e d'altra parte quando un adolescente porta la sua ragazza in motel per fare sesso la prima volta dovrebbe pensare ai gattini che giocano, giusto?)...
A quel punto  Kay si confida con la sua madre adottiva May... Che liquida il tutto come se fosse una cosa da niente, dando prova di avere la sensibilità di un scatola di fagioli... E ovviamente, nonostante il suo passato sentimentale con Legs Weaver, non valuta nemmeno di striscio l'ipotesi che se sua figlia non è voluta arrivare al dunque col suo ragazzo storico è stato perchè non le interessano i maschi in generale...

Fatto sta che poco dopo Kay fa una passeggiata per schiarirsi le idee, e non si accorge di utilizzare i suoi poteri per creare un ombrello telecinetico, attirando l'attenzione dei passanti e di una donna matura, e dotata di poteri telepatici come lei, che si chiama Avia...

Nel giro di poche pagine Avia seduce la ragazzina (prego notare le allusive parole messe in evidenza nei dialoghi), la porta in un bar e la bacia (mentre casualmente Bud le vede dalla strada), facendola arrossire golosamente... E la convince ad appartarsi con lei...



Dopodichè la conduce in un motel (che in effetti sembra molto più squallido di quello in cui l'aveva portata Bud, ma in questo caso Kay non batte ciglio) e hanno un focoso amplesso con risvolti telepatici/telecinetici e fuochi d'artificio vari (e anche Bud li ha notati, dopo averle seguite di nascosto)...


Però, quando Kay dice "ti amo" dopo il primo orgasmo, Avia le ride in faccia da vera tribade navigata, dicendole che si è solo presa una cotta... Prima di ripartire per un secondo giro...


Poi, siccome evidentemente era solo una sveltina, le due lasciano subito il motel e si separano all'uscita perchè, dal punto di vista di Avia, si sono già fatte notare troppo (???)... Quindi Avia dice che tornerà a casa in taxi e manda Kay a casa a piedi (alla faccia della cavalleria!), limitandosi a prestarle l'ombrello... Key, comunque, accetta di buon grado di essere trattata come una pezza da piedi, anche perchè Avia le promette che potranno rivedersi ogni volta che vorrà...

In realtà, però, Avia non prende il taxi, ma si dirige in un vicolo: si è accorta che Bud la sta seguendo e vuole dargli una bella lezione! Poco importa, infatti, se il ragazzo conosce Kay da anni: la lesbica vorace non vuole concorrenza e lo minaccia pesantemente per tenerlo alla larga dal suo nuovo bocconcino...

Così Bud si confida con i suoi contatti nella malavita (da diverso tempo è un piccolo spacciatore), chiedendo aiuto per vendicarsi... E anche in questo caso vengono utilizzati in maniera allusiva termini come "amica", "insieme" e "inclinazione"... Casomai il lettore non avesse colto l'alto tasso di "pepata drammaticità" della situazione...


Ad ogni modo Bud ottiene alcune tecnologie che gli possono dare modo di vendicarsi, come un apparecchio che lo rende invisibile ai poteri telepatici, in modo da avvicinare Aria quel tanto che basta per darle una lezione (al massimo ferendola alle gambe con una pistola) e fuggire via... Così Bud aspetta che Aria e Key escano dal solito motel (d'altra parte le relazioni omosessuali possono essere solo clandestine, no?) e inizia a pedinare la sua rivale in amore...

Però viene scoperto e Avia questa volta è spietata: per punirlo sembra intenzionata a fargli male sul serio... Così Bud reagisce sparandole in testa e uccidendola... Proprio mentre Key sta iniziando a rivelare a sua madre che ha un nuovo ragazzo (*SIGH*), perchè ovviamente certe cose in famiglia (e in un albo Bonelli) non si possono dire con facilità... Nemmeno se hai una madre con un passato lesbico e vivi intorno all'anno 2100...



Lo shock telepatico della morte di Avia, comunque, raggiunge Key... Che si reca  sul luogo del delitto, si rende conto che è tutta opera di Bud e, furiosa, corre da lui per spingerlo a confessare con i suoi poteri... Ovviamente senza dargli nemmeno una possibilità di giustificarsi (e poco importa se una telepate incavolata vuole ucciderti e non hai altra scelta se non colpirla in testa)... E così, ciliegina sulla torta, questa bella storia finisce con Bud che viene mandato in carcere... Dove - orrore fra gli orrori - lo attendono dozzine di carcerati straripanti di voglie omosessuali, che non vedono l'ora di abusare di lui...

E da questo momento in poi Bud inizierà un percorso che lo porterà a diventare un serial killer psicopatico e dotato di poteri telepatici artificiali...

Quindi, in conclusione, abbiamo:

1) Una ragazza lesbica disadattata (Key) e che fa fatica ad accettarsi.
2) Una lesbica matura (Avia) che seduce istantaneamente le ragazze più giovani, con le quali porta avanti relazioni clandestine nei motel e che minaccia di morte i loro aspiranti fidanzatini.
3) Un ragazzo eterosessuale un po' sbandato (Bud) spinto definitivamente sulla cattiva strada dal fatto che ha una ragazza che lo rifiuta in malomodo (dopo averlo "illuso" per anni), ma che preferisce cedere sessualmente alle voglie di una lesbica prepotente e pericolosa conosciuta mezz'ora prima...
4) Una madre (May) che a suo tempo non ha avuto il coraggio di portare avanti una relazione lesbica, e che non prende assolutamente in considerazione l'ipotesi che la sua figlia adottiva possa essere omosessuale.

Il tutto senza che in questa storia siano usate parole come "lesbica","omosessuale" o anche solo "bisessuale"... Probabilmente per non urtare la sensibilità di quel pubblico che preferisce evitare anche solo di leggere (e utilizzare) certi termini... Presumo per una questione di scaramanzia... Visto che a quanto pare legge comunque volentieri un certo tipo di storia dai risvolti morbosetti, soprattutto se conferma una serie di stereotipi, luoghi comuni e pregiudizi come in questo caso.

Niente di nuovo sotto al sole, insomma.

Siccome sarebbe fin troppo facile evidenziare gli aspetti più squallidi e denigratori della storia che vi ho riassunto, mi limito a dire che è persino peggio della media delle storie bonelliane che toccano questo genere di argomento... Dato che qui abbiamo una lesbica seduttrice di ragazzine, violenta e prevaricatrice, che peraltro se la prende con un ragazzino innamorato... Innescando una catena di eventi tragici e sfortunati.

Quindi qual è il vero messaggio che passa, alla fine?
Chi è il vero "cattivo" da cui stare alla larga?
Vedete un po' voi...

Di come l'universo narrativo di Nathan Never ha affrontato il tema dell'omosessualità ho parlato di recente QUI, e più di recente ho analizzato QUI un'interessante intervista rilasciata dal suo curatore Antonio Serra... E a quanto pare AGENZIA ALFA conferma proprio quello che era emerso in quella intervista: e cioè che le testate che hanno una tiratura minore sono quelle che hanno meno tabù verso la rappresentazione dell'omosessualità, anche se deve essere funzionale alle aspettative, agli stereotipi e alle paure del lettore bonelliano medio...

E infatti, a quanto pare, finora nessuno si è lamentato di AGENZIA ALFA 35. Nemmeno sulla pagina facebook ufficiale di Nathan Never (CLICCATE QUI), dove pure si invitano i lettori ad esprimere le loro opinioni, e men che meno forum ufficiale di Nathan Never (che ha dedicato un topic proprio ad AGENZIA ALFA 35, che trovate CLICCANDO QUI)... Un forum dove, al massimo, un commentatore si è limitato a far notare che Key si è rivelata "biadesiva" (nel senso di bisessuale, presumo) come la sua madre adottiva...

Quindi si sarebbe portati a pensare che, per i lettori di AGENZIA ALFA 35, il contenuto della terza storia non abbia niente di strano, e che una certa rappresentazione dell'omosessualità (e delle sue dinamiche) sia ritenuta perlomeno accettabile e condivisibile...

E ammetto che questo mi lascia un po' perplesso.

Perchè pensando al grande putiferio avvenuto per via dello slogan omofobo della Melegatti di cui parlavo all'inizio, il fatto che l'ennesima rappresentazione negativa dell'omosessualità in un fumetto italiano è stata circondata (come sempre) da un silenzio assordante è quantomeno curioso.

Certo parliamo di due "casi" con livelli di accessibilità e diffusione completamente diversi, eppure il fatto che nessuno dei lettori (e, soprattutto, delle lettrici) di AGENZIA ALFA 35 - pochi o tanti che siano - abbia espresso anche solo un minimo di contrarietà o di dissenso (se non nei confronti della sovraesposizione del seno di May) mi porta a pensare che ormai certi fumetti, che ancora si ostinano a definirsi "popolari", stiano diventando un prodotto di nicchia (o di nicchia nella nicchia, come nel caso di AGENZIA ALFA, una serie che si rivolge ai fans duri e puri del mondo di Nathan Never)...

Una nicchia di pubblico che di mese in mese viene progressivamente filtrata  proprio attraverso le maglie di una linea editoriale precisa, che evidentemente finisce per tenere a debita distanza il lettore occasionale che non condivide certi contenuti o che preferirebbe che fossero trattati in un altro modo... Soprattutto se si considera che dovrebbe spendere 6.80 euro, come nel caso di AGENZIA ALFA 35.

Quindi, in conclusione, direi che tutto questo silenzio assenso non è un segnale granchè positivo.. Non se l'obbiettivo è quello di realizzare un fumetto "popolare" e che coinvolga un pubblico ampio e trasversale... Che guardacaso è sempre più sensibile nei confronti del mondo LGBT (come ha dimostrato il "caso Melegatti")...

Il che è un po' un paradosso, visto che in teoria di argomenti LGBT in certi fumetti si parla poco e male proprio per non risultare troppo "di parte" e per non rischiare di indosporre quello che, presumibilmente, viene considerato il "grande pubblico" italiano... Anche se ormai è evidente che il "grande pubblico" reale è un altro.

Ma tant'è...

Alla prossima.