Ciao a tutti, come va?
Come forse saprete quest'anno si celebra il cinquantenario della rivolta di Stonewall, che il 28 giugno del 1969 diede il via al movimento di liberazione omosessuale come lo conosciamo oggi. Un movimento che, per vie traverse, ha finito per portare il corteo del Pride persino a Disneyland Paris.
Così, in questo clima di celebrazioni, ho pensato che poteva essere interessante fare un po' il punto della situazione su alcune ricorrenze che potrebbero aiutarci a fare luce sulla situazione attuale, ovviamente per quel che riguarda gli argomenti trattati da questo blog. In realtà lo spunto me l'ha offerto una vecchia notizia che qualcuno, di recente, ha tirato fuori dal dimenticatoio... Ovvero il tentativo molto goffo, da parte dell'associazione Arcigay, di utilizzare impunemente Tex Willer per la sua campagna tesseramenti del 1994... Facendo scoppiare lo scandalo il 10 maggio di quell'anno...
Poichè quell'epoca buia l'ho vissuta, posso dire che effettivamente era buia sotto diversi punti di vista. E, nella fattispecie, era particolarmente oscura anche perchè Arcigay (che all'epoca qualcuno chiamava ancora Arci-Gay) decise di utilizzare Tex Willer (e Kit Carson) senza chiedere il permesso a nessuno... Per giunta come testimonial della sua campagna tesseramenti sul primo numero della rivista gay soft ADAM (altro simbolo di quel periodo oscuro, in cui il direttore e i collaboratori di questa testata avevano paura di compromettersi e quindi si firmavano con degli pseudonimi).
In un'epoca in cui era ancora molto facile fare questo genere di operazioni e farla franca, quindi, Arcigay tentò di utilizzare Tex all'insaputa degli aventi diritto... Magari dando per scontato che nessuno ne avrebbe fatto un caso, magari dando per scontato che nessun lettore devoto a TEX avrebbe mai comprato una testata come ADAM. Errore! Ovviamente la notizia circolò, e arrivò anche alla casa editrice Bonelli, che se pure adesso non risulta particolarmente illuminata in fatto di politiche gay friendly, potete immaginarvi come reagì nel 1994. E infatti venne difesa da Sergio Bonelli in persona, che scrisse una lettera di diffida per salvare il buon nome della sua casa editrice e la reputazione del suo eroe di punta. Come potete leggere CLICCANDO QUI.
In realtà lui dichiarò che:
"Anche un personaggio di carta deve pagare il prezzo della notorietà. Non ho nulla contro i gay - tiene a precisare - Ma non posso permettere che si usi l' immagine di Tex senza che sia stata chiesta alcuna autorizzazione. Ho risposto infinite volte ' no' a chi mi chiedeva di usarla per vendere merendine, patatine o altre diavolerie. Ho rinunciato a un sacco di soldi per conservare integra l'immagine del mio personaggio. La stessa scelta deve valere anche per l' Arci-Gay. Scriverò una lettera di diffida. Che non si permettano più di rifare questo scherzetto. Nelle nostre storie le donne sono assenti per un motivo molto semplice - spiega Sergio Bonelli - Il pubblico di Tex vuole avventure forti, veloci, scattanti. Le donne, invece, portano rallentamenti nelle sceneggiature per effetto delle inevitabili storie d' amore"
Disappunto legittimo e argomentazione politicamente corretta, direi (anche se in realtà il vero motivo per cui in TEX non ci sono donne è probabilmente un'altro, e ne ho parlato QUI), però - col senno di poi - verrebbe da chiedersi in che misura Sergio Bonelli sia rimasto contrariato proprio dall'accostamento di Tex Willer al mondo gay e quanto dal suo illecito sfruttamento. E d'altra parte la pubblica ammenda di Franco Grillini, all'epoca Presidente di Arcigay e ideatore dell'avventata campagna pubblicitaria, dà la misura della considerazione che le associazioni gay avevano dei fumetti.
Infatti rispondeva che:
"Non pensavamo di sollevare tutto questo interesse - assicura Grillini - Certo siamo stati ingenui ad utilizzare un disegno senza l' autorizzazione. Chiediamo scusa. Non lo faremo più. Ma il nostro voleva essere un gioco per combattere lo stereotipo degli omosessuali effemminati, contro i quali naturalmente non abbiamo nulla, ma che rappresentano un' infinitesima parte del popolo gay. La gente non sa che la stragrande maggioranza degli omosessuali è composta dai loro compagni di banco, di ufficio, di lavoro. Persone assolutamente normali e spesso particolarmente virili, come Tex Willer, appunto. C' è uno slogan del movimento omosessuale americano che dice ' Troppo maschio per non essere gay' e mi pare si adatti a meraviglia a Tex Willer".
Anche in questo caso l'argomentazione della sua difesa aveva un suo perchè, però quello che emerge è che, per chi aveva pensato a questa campagna di tesseramento, i personaggi dei fumetti non erano poi una cosa così seria, visto che quando si è accorto di avere fatto qualcosa di illecito è letteralmente caduto dalle nuvole.
Ora: questa notizia d'archivio potrebbe anche fare sorridere, se non fosse per il fatto che a distanza di 25 anni la situazione è rimasta fondamentalmente la stessa. Nel senso che il fumetto italiano non ha ancora prodotto alcun eroe virile dichiaratamente gay (e, anzi, continua a giocare sui soliti stereotipi), mentre le associazioni gay italiane continuano a non prendere davvero sul serio il mondo del fumetto... E a ben guardare non sono i soli, visto che proprio nel maggio di quest'anno è successo un mezzo putiferio perchè l'assessore allo sviluppo economico ed energia della Regione Veneto, tale Roberto Marcato (peraltro in piena campagna elettorale per le elezioni europee), aveva deciso di utilizzare come copertina della sua pagina Facebook un ritratto assieme a Tex, commissionato al disegnatore Fabio Civitelli...
Comunque, anche in questo caso, è montata la polemica (seppur circoscritta ai social e allo staff Bonelli, che ha minacciato azioni legali), e anche in questo caso il responsabile ha dovuto rimuovere il disegno.
Il diretto interessato ha poi dichiarato:
"Sono da sempre un lettore di fumetti con tendenza all’invidia per i disegnatori, spesso e volentieri artisti veri. Nessuna azione legale anzi, molto gentilmente mi hanno chiesto di rimuovere il disegno, bellissimo, e io l’ho fatto... nel rispetto di Tex."
E da tutto questo si può dedurre che, riferimenti gay o meno, ci sono ancora dei problemi generalizzati nella percezione del valore (e dei diritti di sfruttamento) dei personaggi a fumetti. Perlomeno nel nostro paese.
Ad ogni modo, per tornare al motivo per cui ho parlato di tutto questo sul mio blog, era giusto per riflettere sul fatto che - fondamentalmente - analizzare l'episodio del 1994 dimostra che in 25 anni, in Italia, sono cambiate pochissime cose. E la situazione diventa ancora più imbarazzante se si considera quanto invece le cose si sono evolute altrove.
Se, ad esempio, negli oltre quaranta Pride che si celebrano quest'anno in Italia non mi risulta che siano state proposte iniziative finalizzate a valorizzare fumetti e dintorni, giusto in data 8 giugno (per citare quella più vicina) nel Centre LGBT di Lione si organizza un piccolo festival del fumetto LGBT, all'interno delle sue iniziative dedicate al mese del Pride. Ovviamente per valorizzare i fumettisti francesi che si dedicano principalmente alle autoproduzioni di questo tipo.
E nel frattempo, mentre dalle nostre parti ci si chiede ancora quando e se compariranno dei fumetti in cui i protagonisti sfideranno apertamente gli stereotipi legati ad un certo tipo di omosessualità, in Giappone si è da poco conclusa la decima edizione dello Yarou Fest, il festival delle autoproduzioni a fumetti che mettono al centro i gay virili e mascolini (niente BOYS LOVE e affini, tanto per intenderci)... Con una buona dose di proposte omoerotiche...
E questo festival pare che sia diventato un appuntamento abbastanza importante per i numerosi appasionati del genere, tant'è che lo stesso Gengoroh Tagame, che fino a qualche mese fa pensava che la sua carriera di mangaka omoerotico sarebbe finita con la chiusura degli ultimi mensili gay generalisti, ha annunciato che le 300 copie del fumetto autoprodotto che aveva portato allo Yarou Fest di sono esaurite in due ore...
Intendiamoci: non sto dicendo che in Italia tutte le cose sono rimaste assolutamente identiche a come erano nel 1994, anche perchè per fortuna non è così... Però sarebbe stupido non ammettere che, sotto certi punti di vista, il tempo si è effettivamente fermato più o meno a quella data...
E, se pure ci sono stati dei passi avanti, in diverse occasioni c'è stata la sgradevole sensazione di essere tornati indietro. Senza neanche capire bene come è successo.
Quel che è certo all'estero ci sono numerosi esempi di come le cose sarebbero potute andare ANCHE in Italia, se solo - ad un certo punto - non si fosse bloccato qualcosa. Nell'indifferenza generale.
La domanda è: quanto tempo può ancora passare prima che tutta questa logorante immobilità inizi a chiedere il conto? E se avesse già iniziato a riscuotere?
Alla prossima.
Visualizzazione post con etichetta w la France. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta w la France. Mostra tutti i post
venerdì 7 giugno 2019
giovedì 11 aprile 2019
SESSO E DINTORNI...
Ciao a tutti, come va?
Devo ammettere che più passa il tempo e più mi sembra di portare avanti un blog che parla di fumetti in un paese che - forse - ha iniziato a dimenticare cosa sono i fumetti... Nel senso che, fino a prova contraria, i fumetti sono nati come una forma di narrazione/arte economica, che aveva lo scopo di coinvolgere un pubblico ampio e trasversale in maniera immediata, utilizzando un linguaggio meno impegnativo di quello sfoggiato dalla letteratura colta, e affrontando iin maniera diretta temi di tendenza. Utilizzando un approccio in linea con il contesto storico e culturale in cui veniva prodotto.
Fondamentalmente i suoi punti di forza erano il prezzo basso, e il fatto che proponeva contenuti accessibili e intriganti per il pubblico a cui si rivolgeva, e in particolare per i bambini e i ragazzini. Poi, magari, quei lettori crescevano e si iniziavano a produrre fumetti anche per un pubblico più adulto e/o selezionato, magari composto da collezionisti con maggiore disponibilità economica... Però il primo anello della catena restavano i bambini e i ragazzini, anche se questo significava produrre fumetti che gli adulti - ovviamente - avrebbero disapprovato.
Cosa che adesso, perlomeno in Italia, non avviene più.
In particolare se si considera il fatto che, in pratica, dalle nostre parti non esistono più dei fumetti che fanno leva sui pruriti e sulle curiosità sessuali del pubblico giovanile di oggi... Che sicuramente su internet può documentarsi in maniera molto esplicita, ma che forse - se ne avesse la possibilità - potrebbe anche trovare gradevole avere per le mani dei fumetti che offrono una rappresentazione moderna della sessualità e delle mille sfumature che la caratterizzano oggi...
Ecco... Diciamo che da questo punto di vista in Italia siamo rimasti davvero molto indietro, soprattutto se consideriamo il circuito delle edicole... Però, a ben guardare, anche nell'ambito delle fumetterie e delle librerie di varia si inizia giusto adesso ad esplorare il concetto di LGBT... Mentre i giovani di oggi vivono in un contesto molto più dinamico e sfaccettato, che però viene tendenzialmente ignorato anche dagli autori e dagli editori più progressisti e sperimentali. Se poi volessimo restringere il campo alle pubblicazioni a fumetti che mirano, nello specifico, a fornire informazioni in questo senso... Peraltro in una nazione in cui l'educazione sessuale latita in maniera imbarazzante... Diciamo pure che l'offerta è pari a zero.
Sono cose che fanno riflettere, soprattutto se si considera che in altre nazioni lo scenario è alquanto diverso. Negli USA, ad esempio, la casa editrice Oni Press ha una sotto etichetta - la Limerence Press (CLICCATE QUI) - dedicata proprio all'educazione sessuale a fumetti, e ai fumetti erotici con risvolti pedagogici... Il prossimo titolo annunciato è una guida a fumetti alle identità trans e queer...
Il volume dovrebbe essere distribuito a fine mese, e qui sotto vi faccio vedere una piccola preview, giusto per darvi l'idea del modo delicato e intelligente con cui viene affrontata l'annosa questione della differenza fra sesso e genere...
Comunque, per darvi l'idea dei volumi che pubblica questa etichetta, vorrei giusto citarvi quello dedicato all'uso corretto degli articoli e dei pronomi in funzione dell'identità sessuale... Cosa che risulta particolarmente utile in inglese, dato che è una lingua che offre anche il genere neutro...
Inoltre c'è un'intera serie di volumi (belli corposetti, per la verità) dedicati all'educazione sessuale vera e propria... Strabordanti di riflessioni, istruzioni e informazioni utili per tutti i gusti (e con tanti disegnini molto chiari ed espliciti)... Presentando sempre il tutto con tatto e senza inutili morbosità...
E comunque, sul versante più prettamente narrativo, abbiamo - tra le altre cose - un fumetto fantascientifico che affronta il tema delle relazioni poliamorose...
E qello che vi ho fatto vedere finora è solo una parte di quello che viene prodotto dalla sotto etichetta di un'unica casa editrice statunitense... Volumi di questo tipo, comunque, vengono prodotti anche altrove... Qui sotto vi faccio vedere giusto alcune cose che sono uscite in Francia negli ultimi anni...
Senza contare che, dal 2007, in Francia continua ad essere ristampato il manuale di educazione sessuale di Titeuf, probabilmente il personaggio a fumetti per ragazzi più popolare degli ultimi vent'anni (in Francia i suoi volumi avevano venduto complessivamente più di 16 milioni di copie solo dal 1992 al 2006)...
Interessante, direi... Soprattutto se si considera che - tecnicamente - viviamo in un contesto sempre più globalizzato, e in cui le istanze del pubblico italiano sono sempre più simili a quelle del pubblico di altre nazioni. Soprattutto fra e nuove generazioni.
Quelle a cui, però, il fumetto italiano fa sempre più fatica a rivolgersi... Non foss'altro perchè l'età media di chi lo gestisce è sempre più alta, e comunque si tratta di persone che appartengono a generazioni quasi del tutto scollate dal contesto giovanile di oggi e dalle sue dinamiche.
E in effetti, se queste sono le premesse, non stupisce più di tanto il fatto che ormai il fumetto in Italia inizia ad essere percepito sempre più spesso come qualcosa "da vecchi"... Mentre una volta risentiva del pregiudizio diamentralmente opposto (e guardacaso, all'epoca, vendeva molto di più).
Cosa accadrà nei prossimi anni, se non ci sarà un radicale cambiamento di prospettiva?
Difficile dirlo, ma sicuramente ne riparleremo.
Alla prossima.
Devo ammettere che più passa il tempo e più mi sembra di portare avanti un blog che parla di fumetti in un paese che - forse - ha iniziato a dimenticare cosa sono i fumetti... Nel senso che, fino a prova contraria, i fumetti sono nati come una forma di narrazione/arte economica, che aveva lo scopo di coinvolgere un pubblico ampio e trasversale in maniera immediata, utilizzando un linguaggio meno impegnativo di quello sfoggiato dalla letteratura colta, e affrontando iin maniera diretta temi di tendenza. Utilizzando un approccio in linea con il contesto storico e culturale in cui veniva prodotto.
Fondamentalmente i suoi punti di forza erano il prezzo basso, e il fatto che proponeva contenuti accessibili e intriganti per il pubblico a cui si rivolgeva, e in particolare per i bambini e i ragazzini. Poi, magari, quei lettori crescevano e si iniziavano a produrre fumetti anche per un pubblico più adulto e/o selezionato, magari composto da collezionisti con maggiore disponibilità economica... Però il primo anello della catena restavano i bambini e i ragazzini, anche se questo significava produrre fumetti che gli adulti - ovviamente - avrebbero disapprovato.
Cosa che adesso, perlomeno in Italia, non avviene più.
In particolare se si considera il fatto che, in pratica, dalle nostre parti non esistono più dei fumetti che fanno leva sui pruriti e sulle curiosità sessuali del pubblico giovanile di oggi... Che sicuramente su internet può documentarsi in maniera molto esplicita, ma che forse - se ne avesse la possibilità - potrebbe anche trovare gradevole avere per le mani dei fumetti che offrono una rappresentazione moderna della sessualità e delle mille sfumature che la caratterizzano oggi...
Ecco... Diciamo che da questo punto di vista in Italia siamo rimasti davvero molto indietro, soprattutto se consideriamo il circuito delle edicole... Però, a ben guardare, anche nell'ambito delle fumetterie e delle librerie di varia si inizia giusto adesso ad esplorare il concetto di LGBT... Mentre i giovani di oggi vivono in un contesto molto più dinamico e sfaccettato, che però viene tendenzialmente ignorato anche dagli autori e dagli editori più progressisti e sperimentali. Se poi volessimo restringere il campo alle pubblicazioni a fumetti che mirano, nello specifico, a fornire informazioni in questo senso... Peraltro in una nazione in cui l'educazione sessuale latita in maniera imbarazzante... Diciamo pure che l'offerta è pari a zero.
Sono cose che fanno riflettere, soprattutto se si considera che in altre nazioni lo scenario è alquanto diverso. Negli USA, ad esempio, la casa editrice Oni Press ha una sotto etichetta - la Limerence Press (CLICCATE QUI) - dedicata proprio all'educazione sessuale a fumetti, e ai fumetti erotici con risvolti pedagogici... Il prossimo titolo annunciato è una guida a fumetti alle identità trans e queer...
Il volume dovrebbe essere distribuito a fine mese, e qui sotto vi faccio vedere una piccola preview, giusto per darvi l'idea del modo delicato e intelligente con cui viene affrontata l'annosa questione della differenza fra sesso e genere...
Comunque, per darvi l'idea dei volumi che pubblica questa etichetta, vorrei giusto citarvi quello dedicato all'uso corretto degli articoli e dei pronomi in funzione dell'identità sessuale... Cosa che risulta particolarmente utile in inglese, dato che è una lingua che offre anche il genere neutro...
Inoltre c'è un'intera serie di volumi (belli corposetti, per la verità) dedicati all'educazione sessuale vera e propria... Strabordanti di riflessioni, istruzioni e informazioni utili per tutti i gusti (e con tanti disegnini molto chiari ed espliciti)... Presentando sempre il tutto con tatto e senza inutili morbosità...
E comunque, sul versante più prettamente narrativo, abbiamo - tra le altre cose - un fumetto fantascientifico che affronta il tema delle relazioni poliamorose...
E qello che vi ho fatto vedere finora è solo una parte di quello che viene prodotto dalla sotto etichetta di un'unica casa editrice statunitense... Volumi di questo tipo, comunque, vengono prodotti anche altrove... Qui sotto vi faccio vedere giusto alcune cose che sono uscite in Francia negli ultimi anni...
Senza contare che, dal 2007, in Francia continua ad essere ristampato il manuale di educazione sessuale di Titeuf, probabilmente il personaggio a fumetti per ragazzi più popolare degli ultimi vent'anni (in Francia i suoi volumi avevano venduto complessivamente più di 16 milioni di copie solo dal 1992 al 2006)...
Interessante, direi... Soprattutto se si considera che - tecnicamente - viviamo in un contesto sempre più globalizzato, e in cui le istanze del pubblico italiano sono sempre più simili a quelle del pubblico di altre nazioni. Soprattutto fra e nuove generazioni.
Quelle a cui, però, il fumetto italiano fa sempre più fatica a rivolgersi... Non foss'altro perchè l'età media di chi lo gestisce è sempre più alta, e comunque si tratta di persone che appartengono a generazioni quasi del tutto scollate dal contesto giovanile di oggi e dalle sue dinamiche.
E in effetti, se queste sono le premesse, non stupisce più di tanto il fatto che ormai il fumetto in Italia inizia ad essere percepito sempre più spesso come qualcosa "da vecchi"... Mentre una volta risentiva del pregiudizio diamentralmente opposto (e guardacaso, all'epoca, vendeva molto di più).
Cosa accadrà nei prossimi anni, se non ci sarà un radicale cambiamento di prospettiva?
Difficile dirlo, ma sicuramente ne riparleremo.
Alla prossima.
giovedì 7 febbraio 2019
DISNEY PRIDE?
Ciao a tutti, come va?
Del fatto che la Disney, intesa come come brand, ultimamente avesse adottato una politica sempre più gay friendly ne avevo parlato in diverse occasioni... E l'anno scorso avevo anche segnalato che nel Regno Unito ha anche una rappresentanza ufficiale al Gay Pride di Londra (CLICCATE QUI). In diverse occasioni avevo anche ricordato che in alcuni dei suoi parchi tematici ospitava, da anni, dei raduni informali e delle iniziative palesemente schierate a favore della comunità gay, come i Gay Days al Walt Disney World in Florida e il Magical Pride a Disneyland Paris...
Eppure devo ammettere che la notizia che sta circolando da qualche giorno ha sorpreso un po' anche me. Infatti a Disneyland Paris hanno deciso di organizzarsi per offrire UFFICIALMENTE un giorno dedicato allo spirito del Pride, con tanto di marcia del Diversity Pride, spettacoli dedicati, festa notturna con tanto di attrazioni aperte, personaggi Disney vestiti a tema e quant'altro...
Evidentemente dalle parti della Disney devono avere fatto due conti e di sono resi conto che, arrivati al 2019, forse bisognava legittimare ufficialmente il flusso di visitatori LGBT dei parchi a tema, anche perchè negare l'evidenza non aveva più alcuna utilità pratica. E così adesso è disponibile un sito ufficiale (CLICCATE QUI) e una pagina Facebook (CLICCATE QUI), per dare modo a tutti gli interessati di organizzarsi al meglio per partecipare a questo evento, a suo modo storico... Con tanto di pacchetti vacanza appositamente dedicati...
Quindi se per il primo giugno non avete ancora fatto programmi, e avete la possibilità di fare un salto dalle parti di Parigi, questa potrebbe essere una possibilità da valutare. Da notare che, nel frattempo, sta facendo molto discutere anche l'annuncio del primo film dal vivo Disney con un personaggio omosessuale che farà intendere di esserlo in maniera abbastanza evidente (tale McGregor, interpretato da Jack Whitehall, che vedete nella foto sotto).
Il film si intitolerà Jugle Cruise e si ispirerà proprio ad una delle storiche attrazioni dei parchi Disney (magari nella speranza di bissare il successo dei Pirati dei Caraibi? Chissà...). Eppure, come dicevo, questa scelta sta facendo molto discutere... E non tanto perchè il personaggio sarà omosessuale e la cosa emergerà, quanto per il fatto che - a quanto pare - in tutta la pellicola non verrà mai pronunciata la parola "gay" e - come dicevo prima - si farà intendere che non gli piacciono le donne anche se ha una storia d'amore importante, che sua sorella è l'unica che lo supporta in famiglia e tante altre cose "gay"... Senza però che questo dettaglio venga fatto emergere in maniera davvero esplicita.
Presumo che il problema, come sempre, sia legato al fatto che questo genere di film punta a raggiungere un pubblico internazionale, e quindi deve fare i conti con tutti i boicottaggi che potrebbero verificarsi se certi dettagli fossero trattati in maniera troppo plateale. A parziale discolpa della Disney bisogna dire che il film è ambientato negli anni Trenta, e quindi non è poi così inverosimile che certi argomenti fossero affrontati con una certa prudenza. In ogni caso il film uscirà nel 2020, e sarà interessante verificare se ci saranno dei cambiamenti in corso d'opera.
D'altra parte bisogna riconoscere che la Disney, seppur lentamente e in una maniera che talvolta risulta un po' ambigua (il fatto che abbia chiamato Diversity Pride l'iniziativa di Disneyland Paris lascia un po' perplessi, in effetti), qualche passo avanti sta provando a farlo... Ed è una cosa che non bisognerebbe dare troppo per scontata.
Alla prossima.
Del fatto che la Disney, intesa come come brand, ultimamente avesse adottato una politica sempre più gay friendly ne avevo parlato in diverse occasioni... E l'anno scorso avevo anche segnalato che nel Regno Unito ha anche una rappresentanza ufficiale al Gay Pride di Londra (CLICCATE QUI). In diverse occasioni avevo anche ricordato che in alcuni dei suoi parchi tematici ospitava, da anni, dei raduni informali e delle iniziative palesemente schierate a favore della comunità gay, come i Gay Days al Walt Disney World in Florida e il Magical Pride a Disneyland Paris...
Eppure devo ammettere che la notizia che sta circolando da qualche giorno ha sorpreso un po' anche me. Infatti a Disneyland Paris hanno deciso di organizzarsi per offrire UFFICIALMENTE un giorno dedicato allo spirito del Pride, con tanto di marcia del Diversity Pride, spettacoli dedicati, festa notturna con tanto di attrazioni aperte, personaggi Disney vestiti a tema e quant'altro...
Evidentemente dalle parti della Disney devono avere fatto due conti e di sono resi conto che, arrivati al 2019, forse bisognava legittimare ufficialmente il flusso di visitatori LGBT dei parchi a tema, anche perchè negare l'evidenza non aveva più alcuna utilità pratica. E così adesso è disponibile un sito ufficiale (CLICCATE QUI) e una pagina Facebook (CLICCATE QUI), per dare modo a tutti gli interessati di organizzarsi al meglio per partecipare a questo evento, a suo modo storico... Con tanto di pacchetti vacanza appositamente dedicati...
Quindi se per il primo giugno non avete ancora fatto programmi, e avete la possibilità di fare un salto dalle parti di Parigi, questa potrebbe essere una possibilità da valutare. Da notare che, nel frattempo, sta facendo molto discutere anche l'annuncio del primo film dal vivo Disney con un personaggio omosessuale che farà intendere di esserlo in maniera abbastanza evidente (tale McGregor, interpretato da Jack Whitehall, che vedete nella foto sotto).
Il film si intitolerà Jugle Cruise e si ispirerà proprio ad una delle storiche attrazioni dei parchi Disney (magari nella speranza di bissare il successo dei Pirati dei Caraibi? Chissà...). Eppure, come dicevo, questa scelta sta facendo molto discutere... E non tanto perchè il personaggio sarà omosessuale e la cosa emergerà, quanto per il fatto che - a quanto pare - in tutta la pellicola non verrà mai pronunciata la parola "gay" e - come dicevo prima - si farà intendere che non gli piacciono le donne anche se ha una storia d'amore importante, che sua sorella è l'unica che lo supporta in famiglia e tante altre cose "gay"... Senza però che questo dettaglio venga fatto emergere in maniera davvero esplicita.
Presumo che il problema, come sempre, sia legato al fatto che questo genere di film punta a raggiungere un pubblico internazionale, e quindi deve fare i conti con tutti i boicottaggi che potrebbero verificarsi se certi dettagli fossero trattati in maniera troppo plateale. A parziale discolpa della Disney bisogna dire che il film è ambientato negli anni Trenta, e quindi non è poi così inverosimile che certi argomenti fossero affrontati con una certa prudenza. In ogni caso il film uscirà nel 2020, e sarà interessante verificare se ci saranno dei cambiamenti in corso d'opera.
D'altra parte bisogna riconoscere che la Disney, seppur lentamente e in una maniera che talvolta risulta un po' ambigua (il fatto che abbia chiamato Diversity Pride l'iniziativa di Disneyland Paris lascia un po' perplessi, in effetti), qualche passo avanti sta provando a farlo... Ed è una cosa che non bisognerebbe dare troppo per scontata.
Alla prossima.
giovedì 6 settembre 2018
FUMETTI PER TUTTI
Ciao a tutti, come va?
Per il post di oggi volevo riallacciarmi parzialmente al mio ultimo intervento, che parlava di fumetti per ragazzi. In effetti, fra una cosa e l'altra, mi dimentico spesso di ricordare che se in Italia le tematiche omosessuali sono accuratamente evitate nelle produzioni italiane che parlano di giovani e giovanissimi, quelle transessuali non sono nemmeno concepibili. Eppure, volendo, sarebbero un altro argomento abbastanza interessante da affrontate col linguaggio del fumetto, e avrebbero sicuramente un certo valore pedagogico e divulgativo... E non solo per i lettori più giovani...
Così mi sono detto che oggi poteva essere interessante accennare ad un altro mondo possibile, e cioè quello dell'editoria francofona, visto che proprio in questi giorni nelle librerie francesi ha debuttato una graphic novel che racconta le vicissitudini di un ragazzino FtM (Female to Male, da femmina a maschio), che frequenta le scuole medie. Il titolo del fumetto è "Appelez-Moi Nathan!" ("Chiamatemi Nathan!"), scritto da Catherine Castro e disegnato da Quentin Zuittion (che vedete qui sotto), e pubblicato dall'editore Payot.
A quanto pare il suo debutto sta avendo una certa eco sui media francesi, che tra l'altro ne stanno parlando in termini abbastanza lusinghieri, enfatizzando l'impatto educativo che potrebbe avere un fumetto del genere su quanti hanno ancora le idee confuse sul concetto di transessualità. E soprattutto sui giovani e i giovanissimi che fanno fatica a capire come qualcuno possa non sentirsi a suo agio col proprio sesso biologico.
Anche perchè il tutto è rappresentato in maniera estremamente naturale e verosimile, raccontando il tutto attraverso i giovani, il loro mondo e il loro modo di interagire. Senza filtri e dandone una rappresentazione molto verosimile. Come si può anche intuire dall'anteprima pubblicata dall'edizione francese dell'HuffPost (CLICCATE QUI), in cui al campeggio il protagonista deve spiegare ai suoi coetanei - con tanta pazienza - che non è una lesbica e non è un travestito...
E a quanto pare gli autori hanno già in cantiere un secondo volume...
Comunque il caso di questo fumetto non è neppure così isolato, perlomeno nell'area francofona. Infatti è dal 2014 che la fumettista transgender canadese Sophie Labelle sta portando avanti un progetto molto particolare (sia in lingua francese che in lingua inglese)... Ovvero i webcomics che raccontano la vita di Stephie... Una giovanissima protagonista transgender di soli undici anni!
Le sue divertenti (e riflessive) avventure in inglese potete leggerle CLICCANDO QUI o QUI, però potete anche seguirla su facebook in francese (CLICCANDO QUI). La cosa interessante, secondo me, è che in una bella intervista (CLICCATE QUI), l'autrice ha proprio detto che l'idea le è venuta partecipando a dei progetti educativi in cui si è resa conto dei pregiudizi che circondavano la transessualità già dall'infanzia (ha insegnato alle elementari e ha lavorato in un campeggio per bambini trans e intersex, visto che - fortunatamente - in Canada ne esistono)... E così ha voluto rispondere alla situazione che ha percepito creando una serie umoristica che parlasse dell'argomento, e di come questo poteva essere vissuto in un contesto che - generalmente - viene ritenuto totalmente estraneo a tematiche di un certo tipo.
Intendiamoci: non è che la vita di Sophie Labelle sia tutta rosa e fiori, e il suo fumetto non è sempre stato accolto a braccia aperte. In qualche occasione le presentazioni dei suoi volumi sono state annullate per via delle minacce di morte che ha ricevuto, e più di qualche volta è stata al centro di cyberbullismo e attacchi digitali di vario tipo. Però ha continuato imperterrita per la sua strada e la sua crescente popolarità dimostra che probabilmente sta facendo la cosa giusta.
L'unico problema è che, essendo diventata un vero e proprio idolo per la comunità transgender, tende ad essere vista come un'autrice molto di nicchia... Talmente di nicchia che in occasione del suo tour europeo - la scorsa primavera, a cavallo della giornata contro l'omotransfobia - ha fatto tappa a Bologna, Padova, Ferrara, Firenze e Roma, e la notizia non è praticamente circolata al di fuori del suo strettissimo circuito di riferimento italiano, perlopiù legato al mondo delle associazioni trans o con una rappresentanza trans importante. Un circuito talmente ristretto che, all'epoca, nemmeno io ne ero venuto a conoscenza (se no, ovviamente, ne avrei parlato anche qui). I siti italiani che si occupano di fumetti, poi, non hanno minimamente accennato alla cosa, e dato che questa autrice non è ancora stata pubblicata in italiano diciamo pure che, forse, è stata un po' un'occasione mancata...
Anche perchè discutere di fumetti e autori di questo tipo nell'ambiente fumettistico italiano, ripiegato su se stesso da decenni, avrebbe sicuramente animato un bel po' di confronti, e avrebbe offerto molti spunti di riflessione in più.
Pazienza.
Di buono c'è che casi come questo dimostrano che, per fortuna, nei fumetti per ragazzi - volendo - si può parlare un po' di tutto, soprattutto se si riesce a farlo bene e nel modo giusto.
E magari è proprio di questo che avrebbe bisogno il fumetto italiano per rilanciarsi, a partire proprio dai fumetti che vorrebbero rivolgersi ai giovani e ai giovanissimi: la possibilità di esprimersi liberamente e di affrontare i temi che fanno parte della vita reale del pubblico a cui vorrebbe puntare.
Alla prossima.
Per il post di oggi volevo riallacciarmi parzialmente al mio ultimo intervento, che parlava di fumetti per ragazzi. In effetti, fra una cosa e l'altra, mi dimentico spesso di ricordare che se in Italia le tematiche omosessuali sono accuratamente evitate nelle produzioni italiane che parlano di giovani e giovanissimi, quelle transessuali non sono nemmeno concepibili. Eppure, volendo, sarebbero un altro argomento abbastanza interessante da affrontate col linguaggio del fumetto, e avrebbero sicuramente un certo valore pedagogico e divulgativo... E non solo per i lettori più giovani...
Così mi sono detto che oggi poteva essere interessante accennare ad un altro mondo possibile, e cioè quello dell'editoria francofona, visto che proprio in questi giorni nelle librerie francesi ha debuttato una graphic novel che racconta le vicissitudini di un ragazzino FtM (Female to Male, da femmina a maschio), che frequenta le scuole medie. Il titolo del fumetto è "Appelez-Moi Nathan!" ("Chiamatemi Nathan!"), scritto da Catherine Castro e disegnato da Quentin Zuittion (che vedete qui sotto), e pubblicato dall'editore Payot.
A quanto pare il suo debutto sta avendo una certa eco sui media francesi, che tra l'altro ne stanno parlando in termini abbastanza lusinghieri, enfatizzando l'impatto educativo che potrebbe avere un fumetto del genere su quanti hanno ancora le idee confuse sul concetto di transessualità. E soprattutto sui giovani e i giovanissimi che fanno fatica a capire come qualcuno possa non sentirsi a suo agio col proprio sesso biologico.
Anche perchè il tutto è rappresentato in maniera estremamente naturale e verosimile, raccontando il tutto attraverso i giovani, il loro mondo e il loro modo di interagire. Senza filtri e dandone una rappresentazione molto verosimile. Come si può anche intuire dall'anteprima pubblicata dall'edizione francese dell'HuffPost (CLICCATE QUI), in cui al campeggio il protagonista deve spiegare ai suoi coetanei - con tanta pazienza - che non è una lesbica e non è un travestito...
E a quanto pare gli autori hanno già in cantiere un secondo volume...
Comunque il caso di questo fumetto non è neppure così isolato, perlomeno nell'area francofona. Infatti è dal 2014 che la fumettista transgender canadese Sophie Labelle sta portando avanti un progetto molto particolare (sia in lingua francese che in lingua inglese)... Ovvero i webcomics che raccontano la vita di Stephie... Una giovanissima protagonista transgender di soli undici anni!
Le sue divertenti (e riflessive) avventure in inglese potete leggerle CLICCANDO QUI o QUI, però potete anche seguirla su facebook in francese (CLICCANDO QUI). La cosa interessante, secondo me, è che in una bella intervista (CLICCATE QUI), l'autrice ha proprio detto che l'idea le è venuta partecipando a dei progetti educativi in cui si è resa conto dei pregiudizi che circondavano la transessualità già dall'infanzia (ha insegnato alle elementari e ha lavorato in un campeggio per bambini trans e intersex, visto che - fortunatamente - in Canada ne esistono)... E così ha voluto rispondere alla situazione che ha percepito creando una serie umoristica che parlasse dell'argomento, e di come questo poteva essere vissuto in un contesto che - generalmente - viene ritenuto totalmente estraneo a tematiche di un certo tipo.
Intendiamoci: non è che la vita di Sophie Labelle sia tutta rosa e fiori, e il suo fumetto non è sempre stato accolto a braccia aperte. In qualche occasione le presentazioni dei suoi volumi sono state annullate per via delle minacce di morte che ha ricevuto, e più di qualche volta è stata al centro di cyberbullismo e attacchi digitali di vario tipo. Però ha continuato imperterrita per la sua strada e la sua crescente popolarità dimostra che probabilmente sta facendo la cosa giusta.
L'unico problema è che, essendo diventata un vero e proprio idolo per la comunità transgender, tende ad essere vista come un'autrice molto di nicchia... Talmente di nicchia che in occasione del suo tour europeo - la scorsa primavera, a cavallo della giornata contro l'omotransfobia - ha fatto tappa a Bologna, Padova, Ferrara, Firenze e Roma, e la notizia non è praticamente circolata al di fuori del suo strettissimo circuito di riferimento italiano, perlopiù legato al mondo delle associazioni trans o con una rappresentanza trans importante. Un circuito talmente ristretto che, all'epoca, nemmeno io ne ero venuto a conoscenza (se no, ovviamente, ne avrei parlato anche qui). I siti italiani che si occupano di fumetti, poi, non hanno minimamente accennato alla cosa, e dato che questa autrice non è ancora stata pubblicata in italiano diciamo pure che, forse, è stata un po' un'occasione mancata...
Anche perchè discutere di fumetti e autori di questo tipo nell'ambiente fumettistico italiano, ripiegato su se stesso da decenni, avrebbe sicuramente animato un bel po' di confronti, e avrebbe offerto molti spunti di riflessione in più.
Pazienza.
Di buono c'è che casi come questo dimostrano che, per fortuna, nei fumetti per ragazzi - volendo - si può parlare un po' di tutto, soprattutto se si riesce a farlo bene e nel modo giusto.
E magari è proprio di questo che avrebbe bisogno il fumetto italiano per rilanciarsi, a partire proprio dai fumetti che vorrebbero rivolgersi ai giovani e ai giovanissimi: la possibilità di esprimersi liberamente e di affrontare i temi che fanno parte della vita reale del pubblico a cui vorrebbe puntare.
Alla prossima.
martedì 21 agosto 2018
DIFFERENZE DISNEYANE
Ciao a tutti come va?
Lo spunto di riflessione di oggi arriva dal magico mondo Disney, o meglio: dal magico mondo Disney Panini, visto che il clima di rinnovo generale del piano editoriale ha iniziato a coinvolgere anche le proposte legate a paperi e topi. L'annuncio che ha destato la mia attenzione questa volta riguarda l'arrivo di Topolino Junior, ovvero una versione di Topolino che - presumibilmente - si rivolgerà ai bambini molto piccoli.
Forse sbaglierò, ma il sospetto è che questa bella pensata sia stata ispirata dai colleghi francesi della Hachette, che in Francia hanno affiancato da diverso tempo allo storico Journal de Mickey il magazine Mickey Junior... Tra l'altroTopolino Junior avrà anche la sua stessa periodicità, e cioè quella mensile.
Ora: tecnicamente non ci sarebbe niente di male a copiare un'idea che ha successo in Francia, però secondo me è interessante notare che fra la situazione italiana e quella francese ci sono delle notevoli differenze che non andrebbero sottovalutate. La prima, forse, è che Mickey Junior non arriva dal nulla, ma è il proseguimento dello storico mensile per bambini Winnie, che teneva banco dal 1985 e che era pensato per la fascia d'età compresa fra i 3 e i 6 anni.
Quindi diciamo che se Mickey Junior in Francia ha un buon successo è anche perchè non viene dal nulla, e ha avuto modo di consolidare ininterrottamente la sua posizione sul mercato da oltre trent'anni. La seconda considerazione è che in Francia le pubblicazioni per ragazzi si dividono in maniera abbastanza netta per fasce d'età. Tant'è che lo stesso Journal de Mickey si qualifica come una pubblicazione che si rivolge ad un pubblico fra i 7 e i 14 anni. Quindi diciamo che Winnie, e poi Mickey Junior, sono stati concepiti con uno scopo preciso e non si sovrappongono a Le Journal de Mickey, che comunque può concentrarsi sul suo pubblico di riferimento principale senza dover pensare alle esigenze dei bambini dai 3 ai 6 anni, o magari a quelle degli adulti che hanno superato da tempo l'adolescenza.
E direi che questo è un punto nodale, visto che in Italia il settimanale Topolino non ha un pubblico di riferimento preciso, e deve rendere conto delle sue strategie e delle sue scelte ad un insieme di lettori estremamente variegato, cercando spesso un minimo comun denominatore che nei fatti non può esistere. Tant'è che le sue storie e i suoi contenuti sono pensati anche per essere a prova di bambini dai 3 ai 6 anni, e per solleticare ancora l'interesse di chi legge Topolino da venti, trenta o quarant'anni...
Cercando nel frattempo di non sbilanciarsi mai troppo in un senso o nell'altro, e di non prendere come riferimento principale la cultura giovanile contemporanea... Che OVVIAMENTE non avrebbe riscontri presso il pubblico adulto e men che meno presso i bambini in età prescolare. In compenso continua ad operare scelte di "marketting" abbastanza discutibili, mettendo in copertina - il più delle volte - dei personaggi paperizzati che tutto sono fuorchè dei riferimenti per il pubblico dai 7 ai 14 anni...
E dando per scontato che l'unico collante su cui può e deve puntare la rivista (anche per via degli interessi collaterali della Panini) sia il calcio... Che continua ad essere utilizzato, a sproposito, anche su un numero impressionante di copertine. Quasi come se i personaggi Disney, in Italia, si fossero progressivamente trasformati in dipendenti della FIFA, o giù di lì. Con tutti i progressivi danni di immagine che ho più volte analizzato su questo blog...
Le differenze fra Italia e Francia, poi, si fanno ancora più marcate se si confronta l'aspetto "magazine" (che in Italia si è un po' perso, a favore di storie non sempre eccezionali, diciamo) e il contenuto dei fumetti non disneyani presenti nella pubblicazione francese. Fumetti che trovano spazio - con degli assaggini da una pagina - anche sul sito ufficiale.
Per esempio: sul suddetto sito ci sono le tavole della serie Les Profs (che a suo tempo debuttò a puntate proprio su Le Journal de Mickey, per poi diventare un cult con due film dal vivo all'attivo), che mette alla berlina i peggiori difetti dei professori del liceo... Visti con gli occhi dei loro studenti. Un prodotto che, per gli standard del fumetto italiano attuale, sarebbe considerato come minimo diseducativo...
E, sempre sul sito de Le Journal de Mickey, ci sono anche degli assaggini della serie spin off di Les Profs, e cioè quella dedicata a Thierry Boulard... Un pessimo soggetto sotto quasi tutti i punti di vista. Ottuso, pigro, maleducato e chi più ne ha più ne metta. Un vero tormento per i suoi professori e per i suoi famigliari, e probabilmente è proprio per questo che il pubblico lo ama tanto...
Mentre lui ama (fra le altre) la professoressa Amina, ben nota per le sue scollature sexy e per le sue minigonne... E vi ricordo che questo è un fumetto nato su Le Journal de Mickey...
Tra l'altro, giusto per farvi un esempio banale, in una delle tavole ospitate sul sito de Le Journal de Mickey, si vede Boulard che fa delle prove generali di esaltazione sportiva, e improvvisa uno strip... Che, di per sè, non sarebbe niente di straordinario, ma sicuramente sarebbe qualcosa di abbastanza improponibile - forse pure un po'scabroso - per il Topolino italiano (nonostante tutto il suo feeling col mondo del calcio).
E comunque penso che sia anche molto interessante il fatto che, sempre sul sito di cui sopra (che ha un taglio da news magazine generico per ragazzi), si possono trovare delle chicche che mai e poi mai uno penserebbe di trovare in un magazine italiano per ragazzi. Come ad esempio la segnalazione della cover di BELLA CIAO che alcuni cantanti francofoni hanno realizzato di recente (cliccate QUI se non ci credete)...
Ora: al di là delle opinioni personali su questo brano, della trovata in quanto tale e del significato che gli si può attribuire o meno... Credo che questo sia abbastanza indicativo delle differenze abissali che ci sono fra Le Journal de Mickey e Topolino, e fra il modo con cui queste due testate si approcciano al proprio pubblico... Tra l'altro, piccolo dettaglio, il video di questo brano su youtube sta per superare i 60 milioni di visualizzazioni, ma non mi pare che in Italia se ne sia parlato granchè (nel bene o nel male).
Ad ogni modo, francesi a parte, presto o tardi Topolino dovrà fare i conti col fatto che anche le nuove serie Disney NON sono progettate per cercare il minimo comun denominatore per TUTTO il loro pubblico potenziale, orientandosi piuttosto verso un target preciso e sviluppando la narrazione a più livelli.
Tant'è che nella nuova serie delle DuckTales, che gli appassionati stanno già analizzando fotogramma per fotogramma, qualcuno sostiene di avere scovato il primo personaggio che sembra avere una vera e propria cotta per Paperino... Ovvero Storkules (Cicognercole in italiano), la versione cicognesca di Ercole. E in effetti, rivedendo l'episodio numero 10, "La lancia di Selene", con la dovuta attenzione, viene il sospetto che il sentimento di grande amicizia esternato da Storkules nei confronti di Paperino sia un tantino eccessivo per essere solo amicizia... Anche perchè Storkules lo manifesta solo nei suoi confronti.
E ha pure dedicato alla loro grande amicizia un'anfora personalizzata...
Nonchè una statua che mette abbastanza in evidenza come Storkules vede Paperino...
Anche perchè non perde occasione per spupazzarlo, accarezzarlo, coccolarlo e via dicendo...
E la serie è solo all'inizio... Non so perchè, ma ho la sensazione che questo non resterà un caso del tutto isolato. A riprova del fatto che, giustamente, chi si rivolge ad un pubblico giovane deve perlomeno provare a raccontare il mondo in cui quel pubblico vive, e forse dalle parti della Disney hanno ritenuto che fosse arrivato il momento di iniziare a osare qualcosina in più rispetto al passato. Soprattutto considerando che i ragazzini di oggi non sono esattamente degli sprovveduti.
Anche se dalle nostre parti si continuano a fare orecchie da mercante.
Alla prossima.
Ti piace questo BLOG e vuoi manifestare il tuo apprezzamento? Vuoi sostenerlo? Vorresti offrirmi un caffè ogni tanto? Se ti va puoi cliccare sul tasto che vedi qui sotto e seguendo le indicazioni puoi fare una microdonazione :-)
Lo spunto di riflessione di oggi arriva dal magico mondo Disney, o meglio: dal magico mondo Disney Panini, visto che il clima di rinnovo generale del piano editoriale ha iniziato a coinvolgere anche le proposte legate a paperi e topi. L'annuncio che ha destato la mia attenzione questa volta riguarda l'arrivo di Topolino Junior, ovvero una versione di Topolino che - presumibilmente - si rivolgerà ai bambini molto piccoli.
Forse sbaglierò, ma il sospetto è che questa bella pensata sia stata ispirata dai colleghi francesi della Hachette, che in Francia hanno affiancato da diverso tempo allo storico Journal de Mickey il magazine Mickey Junior... Tra l'altroTopolino Junior avrà anche la sua stessa periodicità, e cioè quella mensile.
Ora: tecnicamente non ci sarebbe niente di male a copiare un'idea che ha successo in Francia, però secondo me è interessante notare che fra la situazione italiana e quella francese ci sono delle notevoli differenze che non andrebbero sottovalutate. La prima, forse, è che Mickey Junior non arriva dal nulla, ma è il proseguimento dello storico mensile per bambini Winnie, che teneva banco dal 1985 e che era pensato per la fascia d'età compresa fra i 3 e i 6 anni.
Quindi diciamo che se Mickey Junior in Francia ha un buon successo è anche perchè non viene dal nulla, e ha avuto modo di consolidare ininterrottamente la sua posizione sul mercato da oltre trent'anni. La seconda considerazione è che in Francia le pubblicazioni per ragazzi si dividono in maniera abbastanza netta per fasce d'età. Tant'è che lo stesso Journal de Mickey si qualifica come una pubblicazione che si rivolge ad un pubblico fra i 7 e i 14 anni. Quindi diciamo che Winnie, e poi Mickey Junior, sono stati concepiti con uno scopo preciso e non si sovrappongono a Le Journal de Mickey, che comunque può concentrarsi sul suo pubblico di riferimento principale senza dover pensare alle esigenze dei bambini dai 3 ai 6 anni, o magari a quelle degli adulti che hanno superato da tempo l'adolescenza.
E direi che questo è un punto nodale, visto che in Italia il settimanale Topolino non ha un pubblico di riferimento preciso, e deve rendere conto delle sue strategie e delle sue scelte ad un insieme di lettori estremamente variegato, cercando spesso un minimo comun denominatore che nei fatti non può esistere. Tant'è che le sue storie e i suoi contenuti sono pensati anche per essere a prova di bambini dai 3 ai 6 anni, e per solleticare ancora l'interesse di chi legge Topolino da venti, trenta o quarant'anni...
Cercando nel frattempo di non sbilanciarsi mai troppo in un senso o nell'altro, e di non prendere come riferimento principale la cultura giovanile contemporanea... Che OVVIAMENTE non avrebbe riscontri presso il pubblico adulto e men che meno presso i bambini in età prescolare. In compenso continua ad operare scelte di "marketting" abbastanza discutibili, mettendo in copertina - il più delle volte - dei personaggi paperizzati che tutto sono fuorchè dei riferimenti per il pubblico dai 7 ai 14 anni...
E dando per scontato che l'unico collante su cui può e deve puntare la rivista (anche per via degli interessi collaterali della Panini) sia il calcio... Che continua ad essere utilizzato, a sproposito, anche su un numero impressionante di copertine. Quasi come se i personaggi Disney, in Italia, si fossero progressivamente trasformati in dipendenti della FIFA, o giù di lì. Con tutti i progressivi danni di immagine che ho più volte analizzato su questo blog...
Le differenze fra Italia e Francia, poi, si fanno ancora più marcate se si confronta l'aspetto "magazine" (che in Italia si è un po' perso, a favore di storie non sempre eccezionali, diciamo) e il contenuto dei fumetti non disneyani presenti nella pubblicazione francese. Fumetti che trovano spazio - con degli assaggini da una pagina - anche sul sito ufficiale.
Per esempio: sul suddetto sito ci sono le tavole della serie Les Profs (che a suo tempo debuttò a puntate proprio su Le Journal de Mickey, per poi diventare un cult con due film dal vivo all'attivo), che mette alla berlina i peggiori difetti dei professori del liceo... Visti con gli occhi dei loro studenti. Un prodotto che, per gli standard del fumetto italiano attuale, sarebbe considerato come minimo diseducativo...
E, sempre sul sito de Le Journal de Mickey, ci sono anche degli assaggini della serie spin off di Les Profs, e cioè quella dedicata a Thierry Boulard... Un pessimo soggetto sotto quasi tutti i punti di vista. Ottuso, pigro, maleducato e chi più ne ha più ne metta. Un vero tormento per i suoi professori e per i suoi famigliari, e probabilmente è proprio per questo che il pubblico lo ama tanto...
Mentre lui ama (fra le altre) la professoressa Amina, ben nota per le sue scollature sexy e per le sue minigonne... E vi ricordo che questo è un fumetto nato su Le Journal de Mickey...
Tra l'altro, giusto per farvi un esempio banale, in una delle tavole ospitate sul sito de Le Journal de Mickey, si vede Boulard che fa delle prove generali di esaltazione sportiva, e improvvisa uno strip... Che, di per sè, non sarebbe niente di straordinario, ma sicuramente sarebbe qualcosa di abbastanza improponibile - forse pure un po'scabroso - per il Topolino italiano (nonostante tutto il suo feeling col mondo del calcio).
E comunque penso che sia anche molto interessante il fatto che, sempre sul sito di cui sopra (che ha un taglio da news magazine generico per ragazzi), si possono trovare delle chicche che mai e poi mai uno penserebbe di trovare in un magazine italiano per ragazzi. Come ad esempio la segnalazione della cover di BELLA CIAO che alcuni cantanti francofoni hanno realizzato di recente (cliccate QUI se non ci credete)...
Ora: al di là delle opinioni personali su questo brano, della trovata in quanto tale e del significato che gli si può attribuire o meno... Credo che questo sia abbastanza indicativo delle differenze abissali che ci sono fra Le Journal de Mickey e Topolino, e fra il modo con cui queste due testate si approcciano al proprio pubblico... Tra l'altro, piccolo dettaglio, il video di questo brano su youtube sta per superare i 60 milioni di visualizzazioni, ma non mi pare che in Italia se ne sia parlato granchè (nel bene o nel male).
Ad ogni modo, francesi a parte, presto o tardi Topolino dovrà fare i conti col fatto che anche le nuove serie Disney NON sono progettate per cercare il minimo comun denominatore per TUTTO il loro pubblico potenziale, orientandosi piuttosto verso un target preciso e sviluppando la narrazione a più livelli.
Tant'è che nella nuova serie delle DuckTales, che gli appassionati stanno già analizzando fotogramma per fotogramma, qualcuno sostiene di avere scovato il primo personaggio che sembra avere una vera e propria cotta per Paperino... Ovvero Storkules (Cicognercole in italiano), la versione cicognesca di Ercole. E in effetti, rivedendo l'episodio numero 10, "La lancia di Selene", con la dovuta attenzione, viene il sospetto che il sentimento di grande amicizia esternato da Storkules nei confronti di Paperino sia un tantino eccessivo per essere solo amicizia... Anche perchè Storkules lo manifesta solo nei suoi confronti.
E ha pure dedicato alla loro grande amicizia un'anfora personalizzata...
Nonchè una statua che mette abbastanza in evidenza come Storkules vede Paperino...
Anche perchè non perde occasione per spupazzarlo, accarezzarlo, coccolarlo e via dicendo...
E la serie è solo all'inizio... Non so perchè, ma ho la sensazione che questo non resterà un caso del tutto isolato. A riprova del fatto che, giustamente, chi si rivolge ad un pubblico giovane deve perlomeno provare a raccontare il mondo in cui quel pubblico vive, e forse dalle parti della Disney hanno ritenuto che fosse arrivato il momento di iniziare a osare qualcosina in più rispetto al passato. Soprattutto considerando che i ragazzini di oggi non sono esattamente degli sprovveduti.
Anche se dalle nostre parti si continuano a fare orecchie da mercante.
Alla prossima.
Ti piace questo BLOG e vuoi manifestare il tuo apprezzamento? Vuoi sostenerlo? Vorresti offrirmi un caffè ogni tanto? Se ti va puoi cliccare sul tasto che vedi qui sotto e seguendo le indicazioni puoi fare una microdonazione :-)

Iscriviti a:
Post (Atom)