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venerdì 4 ottobre 2019

NEW YORK NEW YORK...

Ciao a tutti, come va?

Mentre scrivo la nuova edizione della New York ComiCon sta entrando nel vivo, e ogni volta che arriva questa manifestazione la sua distanza - non solo in senso letterale - da Lucca Comics & Games (che si tiene a meno di un mese di distanza) e dalle altre manifestazioni italiane, diventa sempre più evidente. Nell'approccio, nei contenuti e nel coraggio (che probabilmente per le manifestazioni statunitensi è scontato) di approfondire certi temi e di trarre spunto dal fumetto per analizzare la società, le sue risorse e i suoi rischi. Soprattutto dal punto di vista della comunità degli appassionati, che è il vero fulcro della manifestazione e che evidentemente - negli USA - non viene considerata come un insieme di consumatori senza cervello che cercano solo nuove occasioni per distrarsi e coltivare i loro hobby. A titolo di esempio cito giusto la conferenza che parlerà di come la comunità composta da chi fa e legge fumetti può e deve darsi da fare per difendersi dalle ingerenze e dalle prepotenze del fascismo e dei bigotti!!! Se non ci credete CLICCATE QUI.

Inutile dire che una conferenza del genere, a Lucca Comics & Games, non verrà proposta per chissà quanti anni (decenni?) ancora. Comunque se, come ogni anno, volete divertirvi a cercare quali sono le conferenze che in Italia sarebbe più improbabile organizzare in una manifestazione fumettistica, trovate il programma della ComiCon di New York CLICCANDO QUI. E ce n'è davvero per tutti i gusti. Lasciando perdere gli immancabili e numerosi appuntamenti dedicati alla questione LGBT+ (e il fatto che c'è un'intera area, la QUEER & ALLY LOUNGE, pensata anche per far socializzare gli appassionati LGBT+) si trovano anche momenti di approfondimento dedicati a cose come il rapporto dei lettori musulmani col fumetto, alla questione delle lettrici ebree e a nicchie di appassionati emergenti come quelle dei blerds (i nerd afroamericani) e degli afropunk... Per non parlare dei momenti di discussione attorno ad argomenti più spinosi ed eticamente sensibili...

O magari attorno ai temi caldi dell'industria fumettistica. Ad esempio ce ne sarà uno sull'importanza della diversificazione dei generi fumettistici. delle tematiche e degli autori, e sulle opportunità che può riservare questo approccio (CLICCATE QUI). Anche in questo caso, probabilmente, certi discorsi sarebbero ritenuti sacrileghi da buona parte delle manifestazioni fumettistiche italiane. Anche perchè, ironia della sorte, sono le prime a dare per scontato il fatto che i pregiudizi sulla superficialità e sulla "tradizione" fumettistica italiana rispondano a verità, tantopiù che la maggior parte degli editori di fumetti italiani non si dà particolarmente da fare per smentirli...

Anche se poi, periodicamente, si ripropongono alcune domande abbastanza inquietanti... Come, ad esempio, quelle sul perchè i fumetti italiani che vendono sempre meno, o sul perchè  sono esportati sempre meno all'estero (e perlopiù in paesi non proprio all'avanguardia). In realtà di risposte a queste domande ce ne sarebbero molte, e diverse hanno trovato spazio anche su questo blog. Tuttavia, siccome sono delle risposte scomode, chi di dovere si ostina a fare finta che nessuno sappia fornirle. Eppure, a ben guardare, proprio dalla New York ComiCon stanno arrivando delle ulteriori conferme. Mentre dozzine di titoli, pompatissimi dalle nostre parti, negli USA vengono bellamente ignorati dai grandi editori (a parte qualche tentativo da parte di case editrici abbastanza piccole o poco più che amatoriali), quest'anno la IMAGE ha deciso di puntare sull'edizione comicbook di Nomen Omen di Marco B. Bucci e Jacopo Camagni, che proprio in questi giorni sono stati invitati alla New York comiCon...

E a quanto pare la IMAGE potrebbe aver colto nel segno, visto che i preordini sono stati talmente tanti da rendere necessaria la programmazione della prima ristampa ancora prima che venisse messo in vendita il numero uno! Però, come saprà chi conosce la storia, si tratta di un racconto fresco, giovane, strabordante di temi e toni che i fumetti italiani schivano come la peste, e con una visione molto disinibita e moderna della sessualità (in tutti i sensi)... Tutte caratteristiche che avevano già spinto la IMAGE a opzionare le opere di un'altra italiana: e cioè Contronatura e (prossimamente) Sacro/Profano di Mirka Andolfo... Che a sua volta è stata invitata alla manifestazione newyorkese...

Direi che, checchè ne dicano i detrattori e i tradizionalisti, i fatti parlano da soli. Oltretutto, se proprio si volesse rincarare la dose, affrontando la questione dal punto di vista opposto, potrebbe essere interessante notare che - ad esempio - il Brasile è uno dei pochi paesi al mondo dove il TEX della Bonelli viene pubblicato da decenni, ed è anche la stessa nazione in cui, in occasione della Biennale del Libro Internazionale di Rio de Janeiro, all'inizio di settembre, il Sindaco della città ha chiesto e ottenuto che venissero ritirate le copie del di una raccolta del fumetto MARVEL degli Young Avengers... "Colpevole" di avere mostrato una coppia di super adolescenti gay, per giunta nell'atto di baciarsi...

E, quando l'Associazione degli Editori brasiliani ha proceduto con un'esposto contro il Sindaco, il Giudice ha confermato la validità della decisione del Primo Cittadino, perchè la pubblicazione non metteva in guardia i genitori (?) riguardo a un certo tipo di contenuto... Premesso che il Brasile è una nazione contraddittoria (parliamo di una nazione in cui i matrimoni gay sono legali dal 2013!), e in quest'ultimo periodo risente di un clima molto poco progressista, direi che è comunque interessante notare che questo è esattamente il genere di situazione che gli editori italiani vedono come uno spauracchio, e che li spinge a mantenere un basso profilo e a non osare mai troppo nelle loro pubblicazioni a più ampia diffusione. E questo, se non altro, fa in modo che TEX in Brasile continui ad essere in una botte di ferro... Visto che non mostrerà mai nulla che possa indisporre le autorità locali (o quelle italiane). O eventualmente i "bigotti e fascisti" di cui si parlerà alla conferenza organizzata alla New York ComiCon.

E comunque i fumetti Bonelli sono molto popolari anche in Turchia, ad esempio... Una nazione dove ogni volta che si tenta di organizzare una parata dell'orgoglio LGBT le autorità disperdono la folla con lacrimogeni, idranti e cani inferociti... Sarà un caso? Il problema è che, ovviamente, se da una parte questi fumetti non indispongono i lettori di un certo tipo, dall'altra rischiano di risultare sempre più datati e meno invitanti per buona parte degli altri... E in particolare per il pubblico emergente e per quelli che potrebbero diventare lo zoccolo duro di domani. Ovviamente certe paure degli editori italiani sono comprensibili e in parte motivate, tantopiù che recentemente - proprio come a Rio - è successo che un Sindaco (in questo caso quello dell'Aquila) sia intervenuto per impedire la presenza dei fumetti di Zerocalcare (e di Zerocalcare stesso) al Festival degli Incontri dell'Aquila, che partirà a breve (CLICCATE QUI).

Sono cose che fanno riflettere, così come ha fatto riflettere il tentativo di rimuovere una performance teatrale da Lucca Comics & Games per via dei suoi contenuti LGBT-friendly (CLICCATE QUI). Soprattutto se si confronta il tutto con il clima della New York ComiCon in questi giorni, che sicuramente mette in luce cosa significa proporre una manifestazione davvero indipendente, che può organizzarsi in un certo modo e proporre un taglio di un certo tipo.

Effettivamente fa sempre un po' di tristezza constatare che il tempo passa, ma la situazione delle manifestazioni italiane resta fondamentalmente uguale a se stessa, mentre tantissimi editori continuano a puntare su una visione anacronistica del fumetto per non correre il rischio di scontrarsi con la parte più reazionaria del Paese (o del proprio pubblico). Anche ammesso che sia una forma di prudenza, o addirittura di autotutela, sembra che nel lungo periodo non sia esattamente un investimento redditizio.

Intendiamoci: tutte scelte legittime, per carità, ma poi i risultati si vedono.

E comunque, per dimostrare che non ce l'ho solo con Lucca Comics & Games, CLICCANDO QUI potrete vedere il programma (se così vogliamo definirlo) dell'edizione di Romics che si tiene proprio questo fine settimana. Confrontatelo con quello di New York e poi sappiatemi dire...

Alla prossima.

venerdì 6 settembre 2019

DICHIARAZIONI E SITUAZIONI

Ciao a tutti, come va?

Avevo annunciato che questo blog sarebbe stato rilanciato, e nelle ultime settimane non è stato così: a quanto pare - per scaramanzia - sarebbe sempre meglio non fare certi tipi di annunci. Perchè poi, perlomeno nel mio caso, sembra che si inneschino dei meccanismi che vanificano le mie buone intenzioni. Detto questo sono ancora qui, e anche il blog. Quindi, se tutto va bene, questa potrebbe essere la volta buona....

Da che parte possiamo ricominciare? In realtà alcuni spunti interessanti, di recente, sono arrivati dal mondo del cinema. Anche perchè si tratta di spunti che poi sono stati elaborati e riportati dai media italiani mettendo in evidenza alcuni limiti abbastanza vistosi del nostro apparato culturale e del suo sistema informativo. Non che ci sia niente di nuovo, ma di tanto in tanto certe conferme possono aiutare a capire meglio come vanno le cose. Ad esempio: il 28 agosto il magazine Vulture ha pubblicato una lunga intervista al regista gay dichiarato Joel Schumacher (foto sotto). Negli ultimi giorni questa intervista è stata citata numerose volte, ma in pochi hanno riportato il link diretto alla versione completa, che voi potete trovare CLICCANDO QUI.

In questa intervista il regista, classe 1939, si è raccontato senza troppe remore, e dopo aver ammesso di avere avuto una vita sessuale decisamente frizzante (anche perchè ai suoi tempi, secondo lui, gli omosessuali non potevano fare dei veri progetti di vita, e si dedicavano solo al sesso), ha parlato della sua esperienza con Batman. Infatti, per quanti se lo fossero scordato, nel 1995 venne chiamato a dirigere il terzo film della saga cinematografica inaugurata da Tim Burton, e cioè Batman Forever, e poi venne anche confermato per dirigere il suo sequel Batman e Robin nel 1997.

Probabilmente il regista non era un grande esperto di fumetti, e il suo riferimento principale per i due film sembrava più che altro la serie televisiva degli anni Sessanta, così alla fine mise assieme due giocattoloni molto commerciali e senza particolari virtuosismi, e con un cast non propriamente azzeccato. Tant'è che le critiche negative furono tante e tali da portare al blocco delle produzioni cinematografiche di Batman fino al 2005. Ad ogni modo, nell'intervista di cui stiamo parlando, il giornalista ha chiesto al regista cosa pensava del fatto che i suoi film di Batman fossero stati accusati di essere troppo "gay", e del fatto che Batman e Robin sono considerati da sempre una "coppia gay".

Il regista, molto salomonicamente, ha affermato che certe critiche al film forse non ci sarebbero state se lui non fosse stato gay, e che comunque la leggenda di Batman e Robin coppia gay è nata a seguito delle accuse portate avanti negli anni Cinquanta, ed è stata alimentata dal bisogno della comunità gay di avere dei personaggi in cui identificarsi. Personaggi che, per lungo tempo, sono mancati, spingendo la suddetta comunità ad adottarne alcuni che in realtà non nascevano con quello scopo. Io aggiungerei che, ai tempi, erano parecchi i fumetti che lanciavano involontariamente dei sottotesti di un certo tipo, anche se al giorno d'oggi nessuno li cità più... Anche perchè Batman è ancora sulla breccia, mentre degli altri non si ricorda quasi nessuni, e quindi viene spontaneo andare ad analizzare sempre e solo le ambiguita che di tanto in tanto spiccavano nelle sue storie...




Che poi Batman e Robin siano diventati particolarmente iconici da questo punto di vista, e che qualcuno abbia iniziato a giocare molto su questa presunta ambiguità, direi che è sotto gli occhi di tutti. Però penso che sia altrettanto evidente come Joel Schumacher abbia espresso la sua opinione in maniera onesta, anche perchè nell'intervista racconta senza problemi di quando, ancora minorenne, aveva rapporti sessuali consenzienti con degli adulti, e si scaglia anche contro i bigotti che vedono molestie e abusi anche laddove non ci sono. Quindi, se avesse voluto dire che Batman e Robin erano omosessuali, probabilmente non avrebbe avuto problemi. Molto semplicemente è stato onesto, non ha voluto essere superficiale e ha inquadrato la situazione per quello che è. Anche se poi è stato molto prudente quando gli hanno chiesto se le voci sull'omosessualità di alcuni attori che ha diretto erano vere oppure no...

Tuttavia la cosa interessante è che, nei giorni successivi, anche in Italia è stato dato ampio risalto alla notizia enfatizzando il fatto che Joel Schumacher, di fatto, metteva una pietra tombale sul ruolo iconico di Batman e Robin (cosa che non ha fatto), sferrando un colpo mortale all'orgoglio della comunità gay. E ovviamente i giornali vicini ad una certa area politica, come ad esempio Libero, hanno evidenziato molto la cosa. Però anche buona parte dei media più generalisti hanno lanciato lo stesso tipo di messaggio, seppur con toni meno trionfalistici...

La cosa più interessante che emerge dalla lettura di questi articoli, comunque, al di là della superficialità e della faziosità che spesso caratterizza certi contenuti, è che si omette quello che è il dato di fatto più rilevante. E cioè che adesso la comunità gay non ha più bisogno di proiettare le sue aspettative in supereroi che non sono dichiaratamente omosessuali... Perchè da qualche anno a questa parte ce ne sono diversi che sono effettivamente gay o lesbiche (e persino trans), e che sono arrivati al grande pubblico anche tramite numerose produzioni televisive (anche animate). Alla MARVEL/DISNEY, tra le altre cose, stanno già lavorando alla serie TV dedicata alla nuova Miss America: una supereroina lesbica e latina, nata in una famiglia composta da due mamme. E la serie dovrebbe essere ospitata dal canale Disney+, alla faccia di chi pensa che questi temi non siano adatti ad un pubblico giovane.

Non ci vuole un genio per capire che alla MARVEL stanno pensando a qualcosa che possa fare concorrenza all'imminente serie TV di Batwoman, la più iconica supereroina lesbica della DC Comics... E questo la dice lunga su quella che è la situazione REALE, a discapito di chi "gioisce" per le dichiarazioni di Joel Schumacher su Batman e Robin (che comunque lasciano quello che trovano, visto che si parla di un regista che si è limitato a dirigere due film con questi personaggi più di vent'anni fa). Magari, se il punto focale di questi articoli era l'omosessulità dei supereroi, sarebbe stato interessante chiedere un'opinione anche della regista Chloé Zhao (classe 1982, che vedete sotto), che la MARVEL ha ingaggiato per dirigere il film THE ETERNALS.

Infatti in questo film è stata confermata la presenza, per la prima volta in un film di supereroi, di protagonisti dichiaratamente omosessuali. Ovviamente non si sa ancora in che termini la questione verrà affrontata, ma considerando che per aggiornare il franchise si è ritenuto opportuno modificare anche il genere, l'etnia e il presunto orientamento di alcuni personaggi dei fumetti originali (e di questo sicuramente tornerò a parlare), probabilmente sarà una produzione da tenere d'occhio.

Tuttavia, com'era prevededibile, negli  "approfondimenti" legati alle dichiarazioni di Joel Schumacher su Batman e Robin non è stata dedicata neanche una postilla a proposito della situazione ATTUALE, limitandosi a citarlo a proposito di due film che ha girato nel 1995 e nel 1997. Penso che sia abbastanza indicativo sotto molti punti di vista. Soprattutto se l'intezione era quella di filtrare il messaggio per "rassicurare" un certo tipo di pubblico.

Così come è stata abbastanza indicativa la polemica nata attorno ad alcune dichiarazioni dell'attore Toni Servillo, che ha presentato al Festival di Venezia il primo film diretto dal fumettista Igor Tuveri (in arte Igort) e tratto dal suo romanzo grafico 5 É IL NUMERO PERFETTO. Durante un'intervista al sito di Repubblica assieme a Valeria Golino (che si è ben guardata dal ricordare che la sua esperienza con i "cinecomics" è iniziata con IL RAGAZZO INVISIBILE), Toni Servillo ha voluto precisare che questo film è tratto da una graphic novel e non da un fumetto, e che quindi da una parte ci sono fumetti di basso livello (e tanto per cambiare, ha citato Topolino e Paperino) da cui il cinema farebbe meglio a stare alla larga, e dall'altra ci sono graphic novel. L'intervista potete ascoltarla CLICCANDO QUI.

Ancora non possiamo sapere se l'esperienza di Igort in Italia avrà lo stesso successo di quella che ha avuto Frank Miller negli USA, però a quanto pare le dichiarazioni di Toni Servillo hanno indisposto parecchi appassionati italiani di fumetti, che ovviamente l'hanno presa sul personale. Il punto, però, è che al netto dei pareri soggettivi e della qualità del singolo prodotto, Toni Servillo probabilmnte ha toccato dei nervi scoperti. Nel senso che, obbiettivamente, con gli anni le scelte degli editori italiani in fatto di fumetti "popolari" (quelli pensati per un vasto pubblico, e che pertanto devono scendere a molti compromessi) e quelle di chi si è concentrato sui fumetti d'autore (che lasciano maggiore libertà creativa, e rivolgendosi a un pubblico più selezionato hanno meno vincoli) si sono differenziate in maniera sempre più evidente. Portando alla situazione attuale, e al fatto che c'è chi pensa che i "fumetti" siano una cosa e le "graphic novel" un'altra. Tant'è che in edicola, attualmente, non c'è niente di paragonabile a Corto Maltese, o ad ad altre produzioni di un certo tipo, che erano ben presenti in edicola fino agli anni Ottanta.

Però le cose non vanno così dappertutto.

Negli USA, ad esempio, la situazione è molto più sfumata. Tant'è che il già citato Frank Miller propose il suo noir SIN CITY in una confezione mainstream, e poi ne trasse i due film cult che hanno apprezzato anche quelli che non hanno mai letto il fumetto originale (e lo stesso è accaduto con 300). Questo, con i fumetti di Igort, non avviene.

E se volessimo fare un paragone relativo al momento attuale, direi che sarebbe molto interessante sottolineare che nello speciale che la MARVEL ha realizzato per celebrare i suoi primi 80 anni c'è stato spazio anche per una storia in cui Tempesta degli X-Men salva una bambina che sta attraversando il Mediterraneo, in modo che poi possa arrivare sana e salva a Riace...

Attualmente quante sono le possibilità che un fumetto italiano "popolare" possa toccare anche solo lontamente il tema degli sbarchi nel Mediterraneo, che pure dalle nostri parti continua ad essere uno degli argomenti più caldi degli ultimi anni? Sono cose che fanno riflettere. In compenso, la scorsa settimana, Topolino non ha potuto fare a meno di puntare di nuovo su una copertina dedicata alla promozione calcistica...

Sperando che non sia l'inizio di una nuova fase di totale sottomissione alle logiche commerciali dettate dalla promozione degli album di figurine Panini dei calciatori (che tanti danni hanno già provocato al settimanale), non ho potuto fare a meno di notare che, per una singolare coincidenza, la stessa settimana anche Le Journal de Mickey ha dedicato la copertina ai nipoti di Paperino... Che però erano alle prese con degli yo-yo... E anche questo mi ha fatto riflettere, visto che i campionati di calcio partono in Francia come in Italia, e anche in Francia il calcio è uno sport molto amato...

Comunque, tornando a bomba, anche se alla MARVEL ultimamente si è adottata una politica perlomeno AMBIGUA quando qualcuno prova a criticare l'attuale Governo statunitense (proprio nello speciale di cui sopra è stato eliminato un intervento del pluripremiato autore Art Spiegelman, perchè paragonava il Presidente Trump al Teschio Rosso), per via degli ingombranti legami dell'azionista di maggioranza della MARVEL con il Presidente Trump (legami di cui in questo BLOG parlo da anni, anche evidenziandone i risvolti più imbarazzanti, e se non ci credete CLICCATE QUI), la situazione non è paragonabile a quella italiana. Perchè nonostante tutto la MARVEL, così come la DC e le altre case editrici che negli USA sono considerate mainstream, per vie traverse non mancano mai di prendere spunto da temi scottanti ed eticamente sensibili... Col risultato che, pur essendo i fumetti MARVEL (e DC) meno liberi di esporsi rispetto a qualche anno fa, restano comunque anni luce avanti rispetto ai corrispettivi italiani... E comunque, se da una parte MARVEL e DC risultano più vincolate, dall'altra con il loro atteggiamento stanno favorendo l'emancipazione della concorrenza, che sta iniziando ad osare cose che fino a qualche anno fa nessuno avrebbe mai ritenuto possibili... E di questo, sicuramente, tornerò a parlare in futuro... Non foss'altro per la quantità di peni maschili e di sesso gay ESPLICITO che sta iniziando a comparire nei fumetti della IMAGE (prego notare la tavola qui sotto)... E badate che parliamo di fumetti fantasy che NON sono prettamente erotici...

Mentre gli autori che vengono scartati  da MARVEL e DC all'ultimo momento per i loro contenuti, ritenuti troppo "forti", trovano comunque delle sponde altrove... Come nel caso della serie SECOND COMING, che parla della partnership fra il supereroe Sun-Man e Gesù Cristo. Rinnegata dalla DC Comics dopo che era già stata annunciata sotto l'etichetta Vertigo, è stata poi pubblicata dalla giovane Ahoy Comics...

Quanti fumetti italiani mainstream (e non solo) oserebbero tanto? In edicola, magari? Quindi, in conclusione, anche se teoricamente Toni Servillo non ha ragione (e infatti ha ritrattato, e per sapere come potete CLICCARE QUI), bisogna prendere atto che in un certo senso ha saputo inquadrare la situazione molto meglio di tanti sedicenti esperti. Nella misura in cui dice che dalle nostre parti, ora come ora, c'è un fumetto - quello delle graphic novel - che prova ad affrancarsi dagli stereotipi e dai pregiudizi che hanno accompagnato il linguaggio del fumetto nel nostro Paese, mentre ce n'è un altro che fa ancora mota fatica ad emanciparsi. Anche perchè, aggiungo io, continua a puntare sul suo pubblico storico, che ha imparato ad "amarlo" anche per via di quegli stereotipi e quei pregiudizi, che erano un po' il riflesso dello scenario culturale e sociale in cui sono cresciute le vecchie generazioni. Il problema è che, anno dopo anno, il pubblico storico rischia sempre più di diventare l'unico pubblico disponibile in Italia... Con tutta una serie di conseguenze a catena che è facile immaginare...

E anche verificare.

Alla prossima!

mercoledì 12 giugno 2019

SIMBOLI E CONTENUTI

Ciao a tutti, come va?

Come forse saprete la città di Matera è stata eletta capitale europea della cultura per il 2019 (assieme a Plovdiv, in Bulgaria). Ne parlo qui perchè, anche alla luce di questa importante nomina, acquista un particolare significato il fatto che si sia deciso di organizzare proprio nel 2019 il primo Pride di questa città... Un Pride che, a quanto pare, ha deciso di  puntare molto sull'associazione di idee fra "rivendicazione dei diritti" e "atto supereroico", tant'è che il simbolo dell'evento è proprio la silhouette un supereroe (probabilmente Superman)... Con tanto di hashtag ufficiale #superumani e un titolo molto evocativo...

Secondo me è molto emblematico il fatto che, a discapito della locandina e del titolo (MATERA HEROES PRIDE), fra le iniziative organizzatte in vista del corteo del 20 luglio, non ce ne sarà nessuna dedicata al mondo del fumetto o, più in generale, al mondo dei supereroi. Intendiamoci: la mia non è una critica agli organizzatori, ma la constatazione del fatto che, capitale della cultura o meno, i supereroi ormai sono considerati più che altro qualcosa di simbolico e che non sono in grado di dare un apporto concreto ai contenuti di un Pride. Forse anche per via del fatto che fumetti e derivati, per un motivo o per l'altro, hanno continuato ad essere snobbati (o perlomeno sottostimati) da un certo ambito culturale legato alle rivendicazioni LGBT... Come peraltro accade con tutto, o quasi, quello che ha che fare con l'immaginario POP. A differenza di quanto accade all'estero, dove il mondo dell'associazionismo LGBT ha un'alta considerazione di questi argomenti, e dove le manifestazioni dedicate non mancano di offrire spazi di approfondimento alle tematiche LGBT. Mentre le manifestazioni dedicate all'immaginario POP in chiave LGBT (come la FLAMECON) stanno diventando una tradizione consolidata...

Considerando la situazione in cui versa l'Italia da qualche decennio a questa parte, immagino che questa incapacità di valorizzare certi contenuti non dovrebbe stupire nessuno. Anche se, ovviamente, la situazione non risulta per questo meno irritante. Tantopiù che gli editori stranieri sono ormai parte attiva del processo di sviluppo della cultura LGBT, mentre buona parte di quelli italiani continua a mantenersi prudentemente a distanza anche solo da una presa di posizione netta (e soprattutto moderna) nei confronti di tutta la questione. Giusto per fare un esempio: il prossimo agosto dovrebbe essere distribuito un albo speciale per l'ottantesimo anniversario della MARVEL COMICS. Ottanta pagine, ciascuna disegnata da un team creativo diverso.

La grafica della della variant cover "composita" era  stata affidata ad un certo Mr. Garcin, che aveva messo insieme un collage di vignette riprese dagli ottant'anni della casa editrice... Però, dopo che la prima anteprima era stata diffusa, è stato scoperto un errore clamoroso a tempo di record... E cioè la presenza di una coppia gay (quella composta dall'ultima incarnazione Alan Scott e dal suo compagno) che appartiene all'universo della DC Comics!

Ovviamente non possiamo sapere se questo errore così grossolano, per giunta relativo ad una coppia gay che si bacia (e di coppie gay, nei fumetti di supereroi,  non ce ne sono poi tante), c'è stato davvero o se si è trattata di un'abile mossa pubblicitaria (tra l'altro a cavallo del mese del Pride). Tuttavia quel che è certo è che - dopo la segnalazione - il grafico è corso ai ripari e ha modificato il collage inserendo un'alternativa proveniente dai fumetti della MARVEL, e cioè un bacio della coppia formata da Northstar e suo marito. A riprova del fatto che - in una copertina celebrativa di questo tipo - sarebbe stato del tutto inopportuno non inserire una coppia omosessuale, possibilmente intenta a scambiarsi effusioni per rimarcare la vicinanza della casa editrice all'integrazione della minoranza LGBT.

Comunque il nocciolo della questione è che, mentre la MARVEL deve gestire questo tipo di situazioni negli albi in uscita questa estate, un periodo in cui - tra l'altro - compare la sua prima squadra di mutanti gay (e cioè le versioni di Iceman, Northstar e Rictor che compaiono nella realtà alternativa AGE of X), diciamo che in Italia la situazione è leggermente diversa...

Ecco, diciamo che in Italia, peraltro in occasione del venticinquesimo anniversario del primo Pride Nazionale, nessunissimo editore ha pensato di prendere in considerazione questo argomento. In compenso è stato annunciato, per luglio, un albetto speciale allegato a Dylan Dog, in cui l'Indagatore dell'Incubo incontrerà... Il rapper sardo Maurizio Pisciottu, in arte Salmo...

Qualcosa di simile era accaduto con Jovanotti e Zagor nel febbraio dell'anno scorso (CLICCATE QUI), e viene da chiedersi - ancora una volta - quale possa essere il senso si un'operazione di questo tipo. Svecchiare il personaggio facendolo affiancare da un cantante che lo faccia sembrare un po' meno anacronistico per le nuove generazioni, invece di aggiornarlo sul serio? Certo è che puntare su un rapper che, nel 2012, fece montare una mezza polemica perchè in un suo brano (dal titolo Merda in testa) inserì la frase "Avessi un figlio gay sicuro lo pesterei", e proporlo al fianco di Dylan Dog proprio a cavallo dell'Onda Pride italiana... Un pochettò fa riflettere. All'epoca il cantante ammise di avere peccato di leggerezza (CLICCATE QUI), e che non pensava quello che cantava... Però la canzone quella è e quella resta.

Ma realizzare un albo speciale in occasione del mese del Pride? Magari considerando che solo a Roma il corteo di quest'anno ha attirato 700.000 persone? No, eh? Tra le altre cose a luglio verrà distribuita una storia della Bonelli dedicata alle indagini di Leonardo Da Vinci, scritta dallo stesso Giuseppe De Nardo che, qualche anno fa, realizzò una storia a fumetti dedicata a Caravaggio stando ben attento a non evidenziare le sue tendenze omosessuali... Quindi, salvo clamorose smentite, è altamente probabile che ci ritroveremo di fronte ad un prodotto molto simile anche per quel che riguarda Leonardo...

La cosa davvero ironica, comunque, è che in tutto questo diventa sempre più evidente l'incapacità di guardare in faccia all'evoluzione di buona parte della nostra società... Soprattutto dal punto di vista delle ultime generazioni, che probabilmente fanno sempre più fatica a capire come e perchè l'Italia di oggi - e il suo concetto di entertainment - sembrano esistere in un altro universo rispetto a quello in cui vivono loro... E probabilmente, col passare del tempo, questo stato di cose sarà sempre più evidente. Perchè se dalle parti di Dylan Dog pensano di ringiovanire il personaggio utilizzando un rapper prossimo alla quarantina, e che per buona parte del pubblico giovane di oggi appartiene già alla retroguardia, resta il fatto che in Italia - in anteprima mondiale - sono andate in onda le puntate della nona serie di MY LITTLE PONY: FRIENDSHIP IS MAGIC in cui viene ufficializzata la presenza della coppia lesbica che ha in affido la piccola pony Scootaloo...

Certo si può minimizzare la cosa quanto si vuole,  ma se serie come questa sono andate avanti da nove anni vuol dire che ci sono intere generazioni di pubblico potenziale per cui certi contenuti e certi valori sono ormai scontati. Anche se vengono bellamente ignorati da chi si occupa di intrattenimento per ragazzi nel nostro paese.

Niente di strano che poi le manifestazioni gay restituiscano il favore, finendo per non parlare di fumetti e affini durante i loro eventi culturali più importanti. E la cosa triste è che, allo stato attuale, le possibilità di un'evoluzione della situazione italiana sotto questo punto di vista sono davvero molto limitate...

Ed è un vero peccato.

Alla prossima.

venerdì 10 maggio 2019

QUALCHE DEDUZIONE...

Ciao a tutti, come va?

Nel mondo degli appassionati di fumetti italiani, molte volte, si cerca di rendere meno pesante l'analisi della situazione delle vendite nel nostro paese sostenendo che la crisi dei fumetti è un fenomeno di portata globale, e  le poche volte che qualcuno (tipo il sottoscritto) suggerisce che è una questione di approccio e contenuti, più che di un accanimento del destino, generalmente gli viene risposto che negli USA le aperture nei confronti delle minoranze o dei temi alternativi non hanno contribuito a salvare la situazione o a favorire il ricambio generazionale... E che quindi è comunque meglio proseguire con le solite strategie. La domanda, quindi, è la seguente: le cose stanno proprio così?

Per capire un po' meglio l'andazzo della situazione potrebbe essere interessante partire dal sito COMICHRON, che da anni raccoglie tonnellate di dati (anche relativi ai decenni passati), per offrire pagine e pagine di tabelle e matariale vario per quanti vogliono analizzare il mondo del comics americano, e il suo andamento, da un punto di vista più propriamente statistico... Comunque, di recente, ha pubblicato una serie di tabelle relative all'andamento delle entrate del settore... E, a quanto pare, salvo una lieve flessione nel 2017, il trend è stato in crescita...

Certo qualcuno potrebbe pensare che il maggiore guadagno è dovuto alla crescita dei prezzi delle uscite mensili, ma se si controllano le percentuali di vendita il comparto in maggiore crescita è quello delle graphic novel... Mentre il canale di distribuzione in maggiore crescita è quello delle librerie (che non distribuisce i singoli albi, ma le loro edizioni raccolte in formato paperback).


Se poi si guardasse all'andameno dei guadagni dal 2003 a oggi verrebbe confermato un trend in crescita, fatto salvo il 2017 (come già detto sopra)...

Ovviamente questi dati si possono leggere in mille modi, ma penso che sia interessante notare che il calo dei guadagni è coinciso con una politica editoriale che, almeno nel caso di alcuni editori, ha iniziato a ridimensionare la presenza di personaggi e tematiche relative alle minoranze, a seguito di polemiche che a volte sembravano montate ad arte... Anche perchè se la MARVEL inizia a cambiare atteggiamento perchè le fumetterie si lamentano del calo di vendite, senza calcolare l'apporto delle vendite online di colossi come AMAZON (giusto per dirne una), viene il sospetto che effettivamente ci fosse dietro tutt'altro (come ho spiegato in varie occasioni, ad esempio QUI). Oltretutto il sito COMICHRON riporta come buona parte della ripresa registrata quest'anno sia da attribuire alle vendite dei fumetti per lettori (e lettrici) molto giovani... Fumetti che, guardacaso, puntano in modo crescente anche sull'inclusione delle minoranze (etniche, sessuali, religiose e quant'altro)...

Sarà solo una coincidenza? Ovviamente non sta a me dirlo, però è un dato di fatto che in Italia i fumetti per ragazzi, anche in casi molto recenti, hanno sempre preferito evitare di affrontare certi argomenti, se non - forse - giusto da un punto di vista prettamente estetico (della serie: includiamo delle minoranze etniche, ma facciamo finta che non lo siano e che questo sia un elemento irrilevante ai fini della storia), chiudendo prima del tempo. Comunque, a riprova del fatto che i gusti del giovane pubblico possono avere un ruolo determinante nelle vendite di un determinato titolo, il sito COMICHRON dedica una pagina all'analisi delle vendite di Superman dal 1965 al 1987 (CLICCATE QUI), rendendo noto che è passato da una tiratura mensile di 1.179.000 nel 1965 a una ben più modesta tiratura di  111.309 copie nel 1984. E questo ben prima degli smartphone, del boom delle consolle, di internet e di tutte quelle giustificazioniche oggi vanno tanto di moda... Molto semplicement:e Superman era un fumetto concepito per i bambini di un certo periodo storico, e nel 1984 non rispecchiava più i gusti dei bambini come avveniva nel 1965...

E infatti nel 1985/1986 è stato aggiornato e ha inziato riprendersi fra alti e bassi, puntando su fasce di pubblico differenziate, ma questa è un'altra storia... Il succo del discorso, comunque, è che magari una visione d'insieme un po' più ampia non guasterebbe, e nemmeno un po' di sana autocritica in più. Cosa che in effetti, di tanto in tanto, negli USA produce dei risultati interessanti, che contribuiscono a mantenere ancora il settore ben vivo... Anche fra i giovanissimi. Cosa che non bisognerebbe dare affatto per scontata...

E comunque, al netto dei dati qui riportati, sarebbe interessante riuscire a valutare l'impatto che i siti pirata hanno sulla diffusione e la popolarità di determinati fumetti... Nel senso che, se da un lato non favoriscono il settore in quanto tale, d'altro canto garantiscono una diffusione capillare e globale di personaggi, titoli e serie a livelli impensabili fino a qualche tempo fa... Contribuendo indirettamente ad avvicinare al linguaggio del fumetto una vasta platea - anche molto giovane - che al momento è impossibile quantidicare... Se poi nel lungo periodo questo si rivelerà più positivo o deleterio ce lo dirà il tempo.

Quel che è certo è che il sito GAYLEAGUE  continua puntualmente a fornire un elenco di anticipazioni di interesse LGBT, ottenuto scartabellando i cataloghi della Diamond... E, giusto per fare un esempio, solo per il mese di giugno 2019 il sito segnala CENTINAIA di titoli (anche se, per correttezza, bisogna dire che segnala anche le ristampe, le riproposte e le produzioni che hanno degli autori LGBT o LGBT friendly)....




Tutta questa abbondanza di titoli LGBT, ad esempio, sta facendo bene al mondo del fumetto americano? Chissà... Sicuramente male non gli fa, e se titoli di questo tipo continuano ad uscire è anche perchè quelli precedenti non sono andati poi così male in fatto di vendite. E in ogni caso attirano la curiosità del pubblico. E d'altra parte è anche vero che gli annunci di un cambio di rotta da parte di alcuni editori intorno al 2017, dati alla mano, potrebbe non essere stata una mossa intelligente a livello di marketing...

E forse è anche per questo motivo che, più recentemente, ci sono stati diversi ripensamenti in questo senso... Anche se non sono trapelati comunicati ufficiali al riguardo... E d'altra parte sarebbe anche abbastanza ridicolo se, ad esempio, la MARVEL mantenesse una posizione conservatrice mentre i MARVEL STUDIOS stanno puntando ancora - e con grande successo - sull'inclusione delle minoranze nei loro titoli di maggior successo... Con tanti di annunci roboanti a proposito dell'inclusione di supereroi dichiaratamente omosessuali nel MARVEL CINEMATIC UNIVERSE...

Per non parlare poi di quello che succede - con una frequenza impensabile fino a pochi anni fa - nel mondo delle serie televisive, sia animate che da vivo. Un mondo in cui, ad esempio, è tornato a comparire con successo John Constantine (sempre interpretato da Matt Ryan) in versione bisessuale (come si era visto nei fumetti DC Comics), dopo che la sua precedente serie - che scelse di NON approfondire l'argomento - si rivelò un flop...

Sono tutte cose che fanno perlomeno riflettere... Anche perchè, alla luce di tutto questo scenario, si fa sempre più fatica a comprendere alcune scelte portate avanti con ostinazione dal fumetto italiano... Però di questo, probabilmente, tornerò a parlare un'altra volta.

Alla prossima.