SE COMPRI SU AMAZON.IT PASSANDO DA QUESTI LINKS RISPARMI E SOSTIENI QUESTO SITO!

Libri o fumetti in inglese? Qui niente spese di spedizione e dogana, solo sconti pazzi!

VUOI AGGIUDICARTI UN DISEGNO ORIGINALE DI WALLY RAINBOW?

giovedì 31 agosto 2017

RAGNI E GAY

Ciao a tutti, come va?

Mentre tutti erano rapiti, legittimamente, dal debutto delle nuove DucktTales, sui canali del colosso Disney debuttava anche un'altra serie animata, che però è passata un po' in secondo piano. Una serie che, già dai primi episodi, sembrerebbe promettere bene, perlomeno dal punto di vista dei contenuti gay friendly.

Mi riferisco alla nuovissima serie di Spider-Man, quella che è andata a sostituire la non proprio esaltante Ultimate Spider-Man e le sue varie diramazioni. Questa volta, per fortuna, sembra che al centro della storia sia tornato Peter Parker (come nell'indimenticata serie Spectacular Spider-Man), con una bella trama orizzontale e tanti elementi provenienti dalla serie a fumetti che finora non erano state considerate granchè dalle produzioni televisive. Con il lancio di un nuovo Spider-Man cinematografico, d'altra parte, era abbastanza inevitabile che arrivasse anche una serie che riprendesse i fili (della ragnatela) del discorso dall'inizio, provando a rilanciare il personaggio per le giovanissime generazioni... E infatti questa volta si è optato per una grafica che sembra ripresa pari pari dalle serie di BEN 10...

Perchè parlo di questa serie proprio su questo blog? Perchè, fra i vari elementi che cercano di rinnovare il concept animato di Spider-Man c'è stata l'introduzione - fin dal primo episodio - di un personaggio che viene presentato da subito come il mentore/benefattore del giovane Peter Parker, a cui - addirittura - assegna un avvenieristico laboratorio per portare avanti le sue ricerche di giovane studente prodigio (e questo, tra l'altro, spiega come fa il giovane Spider-Man a procurarsi la tecnologia che gli serve, costume compreso, senza tirare in mezzo Iron Man). Il personaggio in questione è Max Modell, direttore degli Horizon Labs, che nei fumetti è arrivato solo a partire dal 2010 e che nella nuova serie animata gestisce anche una scuola privata per adolescenti particolarmente promettenti nel campo della ricerca scientifica.

L'introduzione di questo personaggio ricorrente, per giunta in un ruolo così importante, è particolarmente interessante perchè nei fumetti Max Modell è gay dichiarato, e per giunta si è anche sposato con il suo partner Hector Baez (in una storia del 2012).


Quindi quali potrebbero essere le future implicazioni dell'introduzione di Max Modell nell'universo animato di Spider-Man? Per ora si possono fare solo ipotesi, ma in ogni caso è improbabile che questa scelta sia stata fatta senza considerare che il personaggio è gay e che questo aspetto della sua vita, in futuro, potrebbe emergere in qualche modo... Anche perchè se non emergesse mai, e i gay americani notassero la cosa, sicuramente si solleverebbe un discreto polverone. E d'altra parte se un qualsiasi piccolo spettatore che cercasse informazioni su Max Modell, magari tramite internet, scoprirebbe già da solo che si tratta di un simpatico omosessuale di mezza età... E vedere che nella serie viene presentato come un personaggio positivo e come un modello di riferimento per Peter Parker, in effetti, ha un valore simbolico - e pedagogico - non da poco...

A questo punto bisognerà vedere quando e se ci sarà l'occasione di affrontare la questione omosessualità in maniera un po' più diretta. Di certo, come dicevo prima, l'introduzione di questo personaggio - soprattutto in un momento di grande rilancio per Spider-Man - non può essere casuale. 

Probabilmente dalle parti della Disney hanno voluto tastare il terreno con una produzione che non metteva chiaramente il marchio Disney in copertina (bensì quello della MARVEL), per valutare poi eventuali mosse future... E forse per presentare ufficialmente Hector Baez in un secondo momento (nella seconda stagione?). 

Sicuramente nel frattempo le occasioni per fare interagire Max Modell col protagonista non mancheranno, anche perchè gli Horizon Labs attirano una gran quantità di loschi figuri, e Spider-Man deve darsi da fare per toglierlo dai guai fin dal primo episodio (e prima di potersi permettere un costume decente).

Comunque non è da escludere che l'introduzione di questo personaggio serva anche a calamitare l'attenzione dei nerd gay e gay friendly un po' più cresciutelli... E anche questo implicherebbe che chi di dovere abbia messo in conto di palesare l'orientamento sessuale di Max Modell in qualche modo, per non rischiare polemiche in futuro. 

Staremo a vedere. Personalmente credo che seguirò questa serie con una certa curiosità.

In ogni caso proprio ieri stavo riflettendo sul fatto che negli USA, ormai, ogni mercoledì (il mercoledì è il giorno in cui vengono distribuiti i nuovi fumetti) arrivano perlomeno un paio di pubblicazioni con protagonisti gay dichiarati, personaggi comprimari omosessuali o situazioni che in qualche modo hanno a che fare con temi LGBT... E questo sicuramente è uno spunto di riflessione interessante. Anche perchè questi elementi vengono gestiti in maniera molto variegata. 

Probabilmente sono tutti segnali di una lenta, ma progressiva, evoluzione dei costumi e della percezione di determinate realtà... E se questa evoluzione inizia a coinvolgere anche i cartoni di Spider-Man forse sarebbe il caso che anche le realtà editoriali più refrattarie a questo genere di cose iniziassero a prendere appunti... 

Alla prossima.

martedì 29 agosto 2017

SEGNALI DI FUMO

Ciao a tutti, come va?

Cerchiamo di guardare al lato positivo.

Uno dei vantaggi di vivere in Italia, e di tenere un blog che affronta (anche) il tema della censura nelle produzioni legate ai fumetti e all'immaginario pop, è che gli spunti per parlare di come si sviluppa l'argomento nel nostro paese sono talmente tanti da riuscire a dedicargli uno spazio pressochè settimanale anche in agosto...

Lo spunto di oggi, in particolare, direi che è alquanto rappresentativo.

Corto Maltese è un avventuriero, creato da Hugo Pratt nel 1967, che si muove nel primo quarto del ventesimo secolo (è nato nel 1887) in una serie a fumetti particolarmente suggestiva e amata anche all'estero, e in particolare nell'area francofona e in quella ispanofona. E infatti, a vent'anni dalla morte dell'autore (e a ventitrè dall'ultima sua storia) i belgi dell'editore Casterman hanno capeggiato una "cordata " internazionale di case editrici (Norma Editorial per la Spagna e Rizzoli-Lizard per l'Italia) finalizzata alla realizzazione di nuove storie inedite, affidate agli spagnoli Juan Dìaz Canales e Rubén Pellejero. La prima avventura inedita, Sotto il sole di mezzanotte, si è vista nel 2015. Vorrei farvi notare un piccolo dettaglio: il protagonista in copertina si sta accendendo una sigaretta...

Passano due anni, ed è pronta la seconda storia inedita di Corto Maltese: si chiama Equatoria e Casterman la fa pubblicare a puntate prima su Le Figaro in Francia (a partire dal 7 luglio) e poi su La Repubblica in Italia (dal 4 agosto). L'edizione in volume dovrebbe arrivare a settembre. Presumo che faccia parte di una strategia finalizzata a fare riavvicinare i lettori storici al personaggio, e magari a recuperare qualche nuovo lettore che - per motivi anagrafici - non ha ancora avuto modo di conoscerlo. Anche perchè la bella serie animata di Corto Maltese del 2002, in Italia, non si vede perlomeno del 2009 (quando Raitre la replicò alle 23.40 di notte). A questo proposito vorrei farvi notare un altro piccolo dettaglio: nella serie animata del 2002 Corto Maltese di tanto in tanto fumava (così come fumava nelle sue storie a fumetti, che ispiravano direttamente gli episodi televisivi)...

Fatto sta che a seguito della pubblicazione italiana di Equatoria su La Repubblica, e a breve distanza dall'arrivo della nuova ristampa dell'opera di Hugo Pratt in arrivo in edicola (in trenta volumi, sempre con la Repubblica), tutti sono stati presi abbastanza in contropiede da un comunicato del CODACONS (COordinamento Delle Associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei CONSumatori), in cui di annunciava la denuncia di Equatoria presso l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, all’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni (e cioè la temibilissima AGCOM) e alla Procura della Repubblica di Roma... In quanto Corto Maltese, fumando spesso, istigherebbe al consumo di sigarette... E di fatto farebbe pubblicità occulta alle multinazionali del tabacco! Il comunicato, che si conclude chiedendo (esigendo?) che Corto Maltese non fumi più, potete leggerlo integralmente sul sito CODACONS (CLICCATE QUI). Il che, comunque, rende particolarmente ironico il fatto che in questa occasione sulla copertina dell'edizione in volume di Equatoria non ci sia traccia di sigarette...

Ovviamente all'indomani di questo annuncio i commenti su blog, siti e social si sono sprecati, e si sono equamente divisi fra chi non ha preso troppo sul serio la cosa e fra chi ha gridato allo scandalo. Di certo si tratta di una situazione abbastanza grottesca, ma forse non è nemmeno il caso di liquidarla come una cosa da niente... Anche perchè c'è almeno un precedente notevole, che tra l'altro aveva finito per coinvolgere proprio La Repubblica.

Sul n° 458 di Tex, datato dicembre 1998 e intitolato "Sulla pista di Fort Apache" c'è una striscia in cui uno scout di nome Laredo chiede a Willer, che si sta accendendo una sigaretta in cerca di ispirazione sul miglior modo di uscire da una drammatica situazione: "É questo il segreto della tua leggendaria calma, Tex? Il tabacco?". E il ranger risponde: "No, ma aiuta". Per questo banalissimo dialogo, il Codacons denunciò Sergio Bonelli nel gennaio del 1999, chiedendo alla magistratura il sequestro dell'intera tiratura dell'albo...

A quel punto, come spesso accade, è un po' difficile capire cosa successe davvero. Si sa che dalle parti della casa editrice rimasero abbastanza contrariati (anche perchè dopo le interpellanze parlamentari che coinvolsero i fumetti horror qualche anno prima, e che segnarono pesantemente le nuove storie di Dylan Dog, sicuramente non cercavano guai), ma si sa anche che ci fu una specie di insurrezione popolare da parte dei lettori di Tex, molti dei quali erano anche iscritti al CODACONS (e fra di loro c'erano anche giornalisti di spicco, che scrissero articoli infuocati), che lo sommersero di mail e commenti negativi fino a quando non decise di ritirare la denuncia... Cosa che a quanto pare avvenne il 4 gennaio 1999, a soli due giorni di distanza dal primo comunicato e con tante scuse ai lettori di Tex... Anche se nei fatti il CODACONS ci tenne a precisare che rimaneva della sua opinione e che, dal suo punto di vista, Tex era un perfetto testimonial per una multinazionale del tabacco...

Piccolo dettaglio: per celebrare con una punta di sadico piacere la vittoria ottenuta, sulla copertina del numero 459 di Tex indovinate un po' che cosa si vede? Ovviamente il protagonista che si accende una sigaretta mentre un indiano minaccioso si profila alle sue spalle (una metafora del CODACONS? Chissà...).

Quindi tutto e bene quel che finisce bene? La libertà di espressione ha trionfato? Come dicevo prima è sempre complicato capire davvero cosa succede dietro le porte delle redazioni italiane, soprattutto quando si prendono un bello spavento, ma cercano di non darlo a vedere. Di per certo si sa che le sigarette nelle storie di Tex non sono sparite del tutto, ma - al di là del fatto che è impossibile sapere se adesso ne compaiono meno di quelle che sarebbero potute comparire se non fosse intervenuto il CODACONS - di certo adesso non c'è più spazio per personaggi che elencano i benefici effetti di una sigaretta... E nelle ultime ristampe di Tex pare proprio che molte sigarette siano magicamente sparite o siano mostrate spente (o perlomeno questo è ciò che sostiene il CODACONS, che nel 2007 esternò la sua soddisfazione QUI)... Tant'è che quando nella serie di ristampe allegate a La Repubblica si arrivò al fatidico numero 458 (ben undici anni dopo la minaccia di denuncia) vennero anche ritoccati i dialoghi della sequenza incriminata.


In realtà, come ben sanno i collezionisti, dagli anni Quaranta ad oggi Tex Willer ha subito un progressivo processo di  "addolcimento" per allinearlo meglio alle esigenze del politicamente corretto, e le sue ristampe hanno finito per assecondare questo processo. Tuttavia nel caso delle sigarette la situazione è leggermente diversa, e sembra più che altro una scelta dettata dalla paura di nuove denuncie che magari potrebbero arrivare fino in fondo... E a questo proposito può essere interessante notare che mentre veniva distribuito il libro "Tex Willer – Il romanzo della mia vita", scritto da Mauro Boselli (l'autore della storia pubblicata in Tex 458), è lo stesso Tex Willer a dire, in un'intervista fittizia rilasciata a Libero (e prontamente riportata dal CODACONS, che trovate QUI), che:

"Le patatine le divoro compulsivamente da quando quelli del Codacons mi hanno accusato, fumando, di dare il cattivo esempio ai giovani. Ho smesso di fumare e m’ingozzo di patatine, che mica mi piacciono tanto, poi. Ungono e rendono scivolosa la colt..."

Parliamo del 2011. Certo si tratta di un'intervista molto ironica, ma che forse lascia trapelare anche qualche scomoda verità... Anche perchè la ristampa censurata del numero 458 risaliva giusto all'anno prima.

Tutto ciò premesso, e considerando che due più due fa sempre quattro, potrebbe davvero esserci il rischio che nelle imminenti ristampe di Corto Maltese previste da La Repubblica verranno applicate delle censure di qualche tipo? Agghiacciante interrogativo... Soprattutto considerando che i fans di Corto Malese, oggi, sono sicuramente meno numerosi di quelli di Tex nel 1999.

Staremo a vedere.

In ogni caso quello che emerge da tutta questa vicenda è che, fondamentalmente, dalle parti del CODACONS sono degli sprovveduti, dato che evidentemente si sono accorti che Corto Maltese fuma solo adesso che hanno visto - per caso - Equatoria pubblicata a puntate su un quotidiano a larga diffusione (e poi ci si chiede ancora perchè in Italia i quotidiani non pubblicano fumetti come negli USA...), e che evidentemente si muovono un po' a caso. Tant'è che l'anno scorso se la presero anche con Pokemòn Go, con un esposto alla Procura di Roma (CLICCATE QUI), che ovviamente non venne preso sul serio da nessuno.

Adesso che con Corto Maltese hanno tirato in mezzo l'AGCOM sarà interessante verificare se ci saranno degli sviluppi diversi... Anche perchè quelli dell'AGCOM sono gli stessi che minacciano e multano le emittenti che trasmettono serie animate con contenuti ritenuti poco idonei per la fascia protetta... Nonchè quelli che impediscono che la TV italiana mostri nudi integrali maschili.

Staremo a vedere.

Di certo l'AGCOM non è mai intervenuta in merito ai fumetti, e sarebbe ben curioso se lo facesse ora... Anche perchè in quel caso creerebbe un precedente che contribuirebbe ad affossare ulteriormente un settore già pesantemente in crisi.

Sia come sia penso che tutta questa storia sia interessante perchè dimostra:

1) Che in Italia la libertà di espressione è ancora ostaggio di una serie di realtà perlomeno ambigue e incoerenti.

2) Che le suddette realtà possono essere messe a tecere quando sollevano una reazione opposta di portata uguale o superiore.

3) Che gli editori italiani (o perlomeno alcuni di loro), nonostante il supporto dei lettori, preferiscono comunque non rischiare di infastidire nessuno e preferiscono scendere a compromessi piuttosto che cimentarsi in una battaglia legale (e di opinione) per affermare i propri diritti. Ed è molto difficile capire se questo avviene per paura, pigrizia, ignavia o - più semplicemente - perchè sono convinti che in Italia la libertà di espressione non sia un diritto molto facile da difendere, soprattutto se si sfidano i poteri forti (e i loro presunti rappresentanti).
La vera domanda, però, è un'altra. Se una semplice sigaretta può creare tutti questi problemi, quale può essere il tono della discussione nelle redazioni in cui cui vengono proposte delle storie che vogliono affrontare temi eticamente sensibili o argomenti che possono dividere il pubblico e/o offrire nuovi punti di vista?

Dico questo perchè, più o meno nel periodo in cui Tex se la vedeva con il CODACONS, la serie di Julia aveva iniziato a suscitare qualche polemica per via del fatto che dava una rappresentazione perlomeno inquietante e stereotipata dell'omosessualità femminile, per via della serial killer Myrna. Addirittura lo sottolineò Luca Enoch (che all'epoca non lavorava in pianta stabile alla Bonelli, e infatti da quando ha cominciato a farlo di Myrna non ha più parlato), e arrivò a parlarne anche qualche giornalista generico (CLICCATE QUI). In quel caso non ci furono prese di posizione da parte di associazioni, men che meno da parte di associazioni gay (perchè, si sa, in Italia tradizionalmente si occupano d'altro), e nelle ristampe di Julia non mi risulta che ci siano mai stati ritocchi ai dialoghi...

Così come non ci sono stati ritocchi nelle ristampe di altre serie Bonelli in cui sono comparsi personaggi omosessuali dipinti in maniera non proprio lusinghiera, diciamo... E questo apre tutto un ventaglio di considerazioni interessanti. Intendiamoci: ritocchi e censure non sono mai gradevoli, però è perlomeno curioso che ci siano due pesi e due misure, e che il parere della CODACONS che minaccia azioni legali contro Tex valga più di un'intera società civile che - soprattutto nelle nuove generazioni - ha dato segnali di maggiore apertura e vicinanza alla comunità LGBT.

E questo vale sia nelle ristampe che nelle storie inedite, visto che anche negli ultimi anni stereotipi e rappresentazioni negative della condizione omosessuale non hanno mai scarseggiato.

Forse se i lettori gay e gay friendly si organizzassero meglio per esprimere la loro opinione cambierebbe qualcosa? Se minacciassero anche loro azioni legali di qualche tipo? Chissà... Di sicuro i problemi di visibilità che ha ancora l'omosessuale italiano medio non aiutano, e non lo aiutano nemmeno a fare gruppo in contesti in cui ufficialmente i lettori omosessuali "non esistono", ma non è detto che da qui a qualche anno le cose non possano cambiare.

Staremo a vedere.

Alla prossima.

giovedì 24 agosto 2017

CG friendly

Ciao a tutti, come va?

Nel momento in cui sto scrivendo il cortometraggio animato In a Heartbeat (CLICCATE QUI) ha superato i 27 milioni di visualizzazioni su youtube. Il video è stato postato il 31 luglio, e questo significa che finora ha avuto più di un milione di visualizzazioni al giorno. Qualcosa vorrà pur dire, e fra le altre cose penso che voglia dire che l'animazione digitale che tratta temi attuali e forse anche un po' delicati, se non addirittura tabù (come l'omosessualità vissuta nella preadolescenza), piace. Il che non era da dare per scontato, soprattutto ora che il pubblico sta diventando sempre più selettivo ed esigente, e non si lascia più sorprendere tanto facilmente...

La cosa interessante, però, è che ora una certa tendenza ad essere più inclusivi non è solo una prerogativa delle produzioni indipendenti.  La Dottoressa Peluche (in originale Doc McStuffins) è una serie televisiva in CG prodotta dalla Disney per la fascia prescolare, distribuita in tutto il mondo e incentrata su una bambina specializzata nel risolvere i problemi dei giocattoli. Nell'episodio intitolato "The Emergency Plan" (il ventunesimo della quarta stagione, che si è visto negli USA il 5 agosto), la protagonista si è dovuta ingegnare per aiutare una famiglia composta da due bambole lesbiche con due figli... Tra l'altro una famiglia nata da un matrimonio misto.

In originale le due mamme anno anche avuto la voce di due attrici lesbiche dichiarate e con figli (che tra l'altro seguono con piacere le avventure della piccola Dottoressa)... E così Wanda Sykes ha dato la voce a Thea e Portia de Rossi ha dato la voce a Edie, e - come è facile immaginare - entrambe sono state molto felici di dare il loro contributo a questa puntata un po' speciale. Ovviamente ci sono state le inevitabili proteste da parte dei conservatori, ma la ferma presa di posizione della Disney pare che sia stata molto apprezzata da un'ampia porzione di pubblico, e non solo all'interno della comunità LGBT.

La puntata in Italia non è ancora arrivata, ma sono MOLTO curioso di vedere cosa ne penserà il MOvimento Italiano GEnitori (quello che si è sempre opposto all'introduzione di tematiche come l'omosessualità nelle produzioni che si rivolgono ai minori, contribuendo a tutta una serie di sgradevoli conseguenze nei palinsensti televisivi degli ultimi decenni), che giusto nel 2016 aveva premiato - tra gli altri - proprio la serie della Dottoressa Peluche nella cerimonia in pompa magna che si è tenuta nella Sala Regina della Camera dei Deputati...

Considerando che il motto del MOIGE era e resta "proteggiamo i nostri figli" sarà molto interessante verificare se ADESSO cambierà la sua opinione sulla serie... E soprattutto sarebbe bello se qualcuno si prendesse la briga di controllare RAI YO YO, e forse anche DISNEY JUNIOR, per verificare se l'episodio di cui sopra verrà trasmesso senza problemi quando arriverà il momento. Tra l'altro si tratterebbe anche di un episodio particolarmente utile perchè - al di là della famiglia lesbica di cui sopra - spiega ai più piccoli che comportamento tenere in caso di terremoti... Quindi saltarlo per paura di generare polemiche anche in Italia sarebbe doppiamente stupido...

Sia come sia direi che anche anche la Dottoressa Peluche ha contribuito allo sdoganamento di certi temi, peraltro in maniera molto delicata, dimostrando una volta di più che possono essere affrontati anche attraverso produzioni e tecniche di animazione che tradizionalmente si rivolgono ad un pubblico molto giovane. La speranza, ovviamente, è che questo sia solo l'inizio e che anche in Italia qualcuno prenda esempio nel prossimo futuro.

Dico questo perchè, proprio nei giorni in cui In a Heartbeat macina milioni di consensi e anche la Dottoressa Peluche è diventata una serie gay friendly, è stato diffuso il trailer di una nuova produzione italiana interamente animata in digitale. Si tratta della trasposizione attualizzata e reinterpretata della versione napoletana della fiaba di Cenerentola (meglio nota come Gatta Cenerentola e che, per quanti non lo sapessero, è precedente a quella francese).

Nel caso di questa Gatta Cenerentola, che tra l'altro verrà presentata al Festival di Venezia, la protagonista vive segregata su una nave ipertecnonologica realizzata dal padre defunto, ferma da anni nel porto di Napoli, che viene utilizzata come copertura per un traffico di cocaina nascosta nelle scarpe... Il tutto realizzato in una CG che, al massimo, poteva risultare competitiva alla fine degli anni Novanta... Nel 2013 lo stesso studio di animazione aveva destato una certa attenzione con il lungometraggio "L'arte della Felicità", che però era stato realizzato da dieci animatori molto volenterosi ricorrendo alla tecnica tradizionale del rotoscopio (che consiste nel "disegnare" sopra i fotogrammi di una pellicola registrata con attori veri), vincendo anche diversi premi all'estero. In questo caso, però, si è optato per la CG (o meglio: per una CG abbastanza approssimativa, per evidenti limiti di budget), e il risultato è quello che è...

Premesso che il film non l'ho visto, anche perchè verrà distribuito da metà settembre, penso che sia abbastanza interessante notare che in Italia si può portare a Venezia un film su una Cenerentola "sgarruppata" che se la deve vedere con un traffico di cocaina nel Golfo di Napoli, mentre all'orizzonte non c'è traccia di una qualsiasi produzione in CG che in qualche modo possa sfiorare temi LGBT.  Tantopiù che in arrivo c'è un film di animazione sulla giovinezza, assolutamente etero, di Leonardo da Vinci (ne ho parlato QUI).

E anche questo fa un po' riflettere.

Alla prossima.

martedì 22 agosto 2017

MONDO PAPERO

Ciao a tutti, come va?

Il 12 agosto ha debuttato, negli USA la nuova serie delle Ducktales, e a quanto pare ha conquistato da subito il pubblico, nonostante un rinnovamento abbastanza radicale del concept storico, l'inserimento di accenni a una continuity abbastanza serrata e una caratterizzazione dei personaggi molto più sfaccettata (e per certi versi adulta) di quanto si sia mai visto fino ad ora in una produzione legata ai paperi disneyani. Il tutto mentre è partita la nuova serie a fumetti ufficiale della IDW, realizzata da autori italiani rispettando rigorosamente i nuovi canoni stabiliti da questa serie.

Dei canoni che, come era prevedibile, hanno aggiornato e reso più credibili i personaggi anche nei piccoli dettagli: Paperino, ad esempio, maneggia con scioltezza lo smartphone e Zio Paperone, per risparmiare, utilizza ancora un vecchio modello di cellulare... Scelta quantomai azzeccata considerando che anche il concetto di tirchieria deve restare al passo coi tempi e al giorno d'oggi persino Zio Paperone non potrebbe fare a meno di un minimo di telefonia mobile.

E devo ammettere che il pensiero è andato subito ai fumetti pubblicati in Italia, fumetti in cui - ancora un paio di anni fa - lo stesso Topolino era totalmente a disagio con la telefonia mobile... Che veniva presentata alla stregua di un'abitudine eccentrica per giovani nerd, da vedere con una certa diffidenza, piuttosto che come una rivoluzione tecnologica che ormai è entrata nella vita di chiunque (ne ho parlato nel dettaglio QUI).

E anche se negli ultimi anni nelle pagine del settimanale Topolino sono comparse cose come papernet (internet) e Duckbook (e cioè facebook) penso che sia abbastanza interessante notare che vengono ancora dipinte come una novità tutto sommato inutile, e comunque da prendere con le pinze e a cui dare uno spazio tutto sommato marginale (per tranquillizzare i genitori dei giovani lettori? Chissà...).

Una novità da cui persino Zio Paperone finisce per prendere le distanze nonostante il suo potenziale commerciale... Anche perchè internet e le nuove tecnologie, in generale, non sembrano avere un rapporto proprio facile con le storie italiane di Topolino, tant'è che quelle in cui Qui, Quo e Qua hanno un blog  in cui raccontano quello che gli succede rappresentano un ciclo autonomo (ideato nel  2007 e portato avanti molto sporadicamente).

Quando, in tempi non sospetti, mi riferivo al fatto che la serie Ducktales avrebbe rischiato di mettere ulteriormente in luce i limiti dei fumetti pubblicati su Topolino mi riferivo proprio a cose come queste. Anche perchè è facile immaginare che - come da tradizione quando vengono proposte nuove serie televisive Disney - anche questa volta il settimanale italiano proseguirà imperterrito a pubblicare storie nel suo tradizionale stile, dando per scontato che l'impatto delle nuove Ducktales sarà minimo, e che potrà permettersi di fare finta di niente perchè la sua posizione - costruita in oltre sessant'anni di pubblicazioni - è solidissima...

E infatti, presumo anche con una punta di campanilismo, da settembre ha deciso di cimentarsi nell'epico progetto di una serie di allegati settimanali (sul modello di quelle dei quotidiani e dei settimanali) che durerà un anno e che alla fine porterà alla realizzazione di un plastico di Paperopoli che occuperà circa un metro quadrato di spazio...

Che un progetto così impegnativo sia partito proprio a cavallo dell'arrivo in Italia delle nuove Ducktales non mi sembra proprio una coincidenza... E tecnicamente non sarebbe nemmeno un'idea stupida, se non fosse per il fatto che nella nuova serie Ducktales c'è una Paperopoli radicalmente diversa da quella presentata sulle pagine di Topolino, e che probabilmente nelle intenzioni dei produttori dovrebbe diventare quella canonica, con tutta una serie di riferimenti precisi (qualcosa di simile alla Springfield dei Simpsons, per intenderci). Una Paperopoli dove il deposito di Zio Paperone è su uno scoglio nella baia della città e in cui Paperino vive in una barca abitabile (come  nei suoi primissimi cortometraggi).

Una Paperopoli con un taglio molto più "verosimile" e in cui il giovane pubblico di oggi può identificarsi meglio, tant'è che qui Paperino non usa un'auto d'epoca, facendo sedere i nipoti nel bagagliaio... E già nell'episodio pilota deve presentarsi ad un colloquio di lavoro in giacca e cravatta, nella speranza di trovare un redditto vero per mantenerli.

E questa sarà solo la punta dell'iceberg, probabilmente... Il punto è: anche questa volta Topolino riuscirà a superare indenne la ventata di modernità delle serie animate Disney oppure no? Forse sbaglio, ma la sensazione è che questa volta i presupposti siano diversi rispetto al passato... E cosa potrebbe succedere se, per ipotesi, la nuova serie delle Ducktales andasse avanti per dieci anni o più e finisse per diventare il nuovo riferimento per le prossime generazioni dei lettori potenziali di Topolino? Dopotutto, al giorno d'oggi, se una serie è ben strutturata e continua a mietere consensi può andare avanti virtualmente all'infinito... Soprattutto se si pone come un prodotto con vari livelli di lettura. Giusto per fare un esempio: l'ultima incarnazione dei My Little Pony doveva durare al massimo tre stagioni e ora è arrivata alla settima (e presto cinema arriverà il quarto lungometraggio)...

E in Italia le Winx, che pure sono un prodotto per bambine, hanno superato i 200 episodi (con una nuova serie ogni due anni). Cosa succederebbe se la Disney, con i sui imponenti mezzi, riuscisse a imboccare la strada giusta e riuscisse a fare qualcosa di simile con le nuove Ducktales? L'approccio classico del Topolino italiano, tutto incentrato sulle parodie e sull'umorismo caramelloso, riuscirebbe ancora ad essere competitivo e a risultare invitante?

Chissà...

Quel che è certo è che la nuova serie delle Ducktales promette di avere anche qualche risvolto LGBT friendly già da ora... A partire dalla nuova e più massiccia caratterizzazione della governante di casa De Paperoni, Bentina Beakley (e in effetti anche la sua nipotina Gaia promette di essere un vero maschiaccio, questa volta)...

E comunque non è detto che la serie non possa riservare qualche altra sorpresa in questo senso, in futuro, anche solo a livello di sottointesi. Di per certo si sa che i media americani hanno già parlato dell'arrivo della fattucchiera Magica De Spell, meglio nota in Italia come Amelia la fattucchiera... E lo hanno fatto parlandone in termini di icona LGBT (e lo ha scritto persino Entertainment Weekly, e se non ci credete CLICCATE QUI)... Ora: se si è parlato di Amelia in questi termini, e se dalle parti della Disney non hanno pensato che fosse il caso di ribattere, viene il sospetto che questo dettaglio non sia stato diffuso a caso...

Che poi Amelia (che all'inizio si ispirava a Sofia Loren) sia diventata un'icona gay perchè col tempo ha finito per assumere un certo fascino da drag queen inacidita, o altro, se ne può discutere a lungo... Però a questo punto sono molto curioso di verificare se e come verrà ripensato questo personaggio...

Sicuramente in Italia sarebbe potuta diventare un po' icona gay già dal 1979, quando in una deliziosa storiella realizzata quando Topolino si faceva meno problemi (e talvolta sforava nel politicamente scorretto), Paperino si travestiva da Amelia (con l'aiuto del tuttologo Pico De Paperis) per salvare Zio Paperone da un brutto caso di "conflittite acuta e cronica"...

Tra l'altro alla fine della storia lo Zio Paperone, che all'epoca era davvero un vecchio taccagno ingrato e sadico, per punire il nipote dello spavento che gli aveva procurato (anche se era stato indispensabile per farlo guarire e per buttare fuori la vera Amelia quando si è presentata), lo obbliga a fargli da segretario/apprendista continuando a vestire i panni della fattucchiera che ammalia... Con una certa disinvoltura, comunque...

Se siete collezionisti e vi interessa recuperare questa storia vi informo che "Zio Paperone e la conflittite acuta e cronica" è comparsa su Topolino 1233 ed è stata più volte ristampata (e infatti il suo sceneggiatore provò a capeggiare - senza successo - una protesta perchè venisse riconosciuta una percentuale sulle ristampe delle storie Disney agli autori). Piccola curiosità: nonostante alcune trovate un pochetto audaci è stata anche la primissima storia di Topolino scritta da Bruno Concina (1942-2010)... A riprova del fatto che, in quell'epoca ormai lontana, veniva concessa una certa libertà anche a chi era alle sue prime esperienze e voleva proporre qualcosa di nuovo e un pochetto trasgressivo.

Questo approccio caratterizzerà anche la nuova serie delle Ducktales? Si vedrà...

D'altra parte se dalle parti della Disney vogliono realizzare una serie davvero fresca e al passo coi tempi (e al momento sembra davvero questa l'intenzione) non possono proprio permettersi di evitare del tutto temi e trovate con risvolti LGBT, anche solo a livello di accenno. E anche in questo caso sarà molto interessante verificare come, e soprattutto se, questa cosa avrà delle ripercussioni sul Topolino italiano... Anche perchè tecnicamente il ricambio generazionale su Topolino è molto veloce, e i gusti del suo pubblico potenziale possono cambiare molto in fretta.

Soprattutto se la Disney inizia a presentare i suoi personaggi in maniera del tutto  diversa, e li cala in situazioni in cui il Topolino italiano non oserebbe mai inserirli per non indisporre i poteri forti del nostro paese... Quelli che, forse, gli hanno fatto cambiare copertina quando ha osato schierarsi dalla parte della libertà di stampa (e se non vi ricordate di quell'episodio CLICCATE QUI)...

Vedremo un po' cosa succederà...

Comunque qualcosa mi dice che delle nuove Ducktales tornerò a parlare presto.

Alla prossima.

venerdì 18 agosto 2017

Non c'è due senza tre...

Ciao a tutti, come va?

Il 19 agosto partirà - come da tradizione - la due giorni dedicata al fumetto LGBT che l'associazione GeekOut otganizza a New York (e più precisamente dalle parti di Brooklyn) ormai da tre anni, ovvero la FLAME CON (tutte le info le trovate CLICCANDO QUI)...

Quest'anno gli spazi saranno ben 246, suddivisi fra autori, associazioni, case editrici indipendenti, progetti editoriali e ospiti speciali... E direi che questo può essere abbastanza indicativo di quello che si muove a livello di tematiche LTBT nel fumetto statunitense (e dintorni) al di fuori delle grandi case editrici (che per il momento non hanno ancora preso parte a questa manifestazione, anche perchè i loro autori che partecipano lo fanno a titolo personale). E ovviamente in in questa due giorni sono organizzati solo incontri di approfondimento ed eventi a tema, tra l'altro - mi pare di capire - con un approccio abbastanza democratico. Nel senso che il tappeto rosso non viene srotolato per nessuno a discapito di qualcun altro, nemmeno quando si tratta di autori che hanno un certo seguito.

Diciamo che, per ora, questa piccola manifestazione sembra intenzionata a mantenere i suoi valori e il suo approccio, anche se è in lenta e costante espansione. E, a costo di ribadire l'ovvio, questo succede perchè è messa in piedi da un'associazione che ha le idee molto chiare al riguardo, e che nasce per valorizzare il fumetto LGBT, i suoi autori e i suoi lettori... Anche e soprattutto quelli potenziali, visto che la giornata di domenica offre l'ingresso gratuito per i minori di anni 21. La cosa bella, comunque, è che lo spirito degli organizzatori è condiviso anche dagli ospiti e dai visitatori, quindi non stupisce che anno dopo anno la FLAME CON stia confermando il suo ruolo di manifestazione "ponte" fra una nicchia di mercato che fa ancora fatica a trovare i suoi spazi e il mondo degli appassionati... Che in occasioni come questa possono davvero scoprire cose di cui ignoravano l'esistenza...

Cose a cui, ripeto, viene dato lo stesso spazio riservato ad autori e realtà più affermate. Che è un po' l'antitesi di quello che succede nelle manifestazioni più commerciali, in particolare in Italia, dove nelle fiere più importanti i risvolti da fiera campionaria tendono a prevalere sui contenuti e dove in quelle più piccole l'aspetto collezionistico e/o che mira ad un pubblico molto selezionato tende a tenere lontani i semplici curiosi... Soprattutto se hanno meno di 21 anni. E questo a prescindere dal fatto che la FLAME CON è una manifestazione che mette al centro le tematiche LGBT, ovviamente... Anche perchè d aquesto punto di vista la pur modesta FLAME CON offrirà più contenuti in due giorni che Lucca Comics & Games negli ultimi vent'anni. E magari varrebbe la pena di rifletterci sopra un attimo.
Tuttavia credo che la differenza che spicca di più sia nella politica di tolleranza zero della FLAME CON nei confronti di tutte le discriminazioni, messa nero su bianco e nei dettagli anche sul sito ufficiale (CLICCATE QUI). Il che significa, presumo, che nel malaugurato caso che qualcuno fosse sorpreso a contravvenire alle regole di cui sopra verrebbe garbatamente allontanato... E anche questa, dalle parti nostre, mi pare una cosa abbastanza fantascientifica. Ad ogni modo qui di seguito potete farvi un'idea della FLAME CON, così come si presentava l'anno scorso...
Che dire? Niente male per una manifestazione organizzata da un'associazione di volontariato di portata locale... Speriamo che col tempo possa ingrandirsi sempre si più e che possa fare da esempio per un numero crescente di iniziative simili... E non solo negli USA.

Alla prossima.

mercoledì 16 agosto 2017

BANDIERA BIANCA?

Ciao a tutti, come va?

Prima di tutto vi informo che il mio profilo Facebook è tornato attivo, ed è tornato attivo con il mio nome d'arte (anche se i documenti non coincidono), perchè a quanto pare quello che ho fatto in questi anni con il nome "Wally Rainbow" - con tanto di interviste - ha fatto testo... E queste sono piccole soddisfazioni che è bello condividere.

Detto ciò, dopo la piccola pausa della scorsa settimana, ritorno alla carica con i post che tanto amate, nello stile che tanto amate (a meno che le mie osservazioni non vi pungano sul vivo, presumo, ma d'altra parte il mondo è bello perchè è vario).

Di cosa può parlare, quindi, un blog come questo in pieno agosto?

In realtà le cose di cui parlare sarebbero tante, ma oggi mi sono detto che poteva essere interessante partire proprio dal fatto che siamo in pieno agosto. Nel senso che siamo nel pieno di un periodo in cui le giornate sono più lunghe e aumenta il tempo libero, soprattutto fra i giovani e gli studenti. Un periodo ideale, insomma, per proporre qualcosa di nuovo e per provare a ridestare l'interesse in un pubblico che ha sempre meno occasioni di avvicinarsi alla lettura dei fumetti.

Negli USA c'è una lunga tradizione di supplementi estivi (come gli annual delle serie dei supereroi), in Italia un po' meno perchè - per decenni - i fumetti non hanno avuto altre forme di intrattenimento economico (e portatile) con cui competere... E non dovevano considerare, ad esempio, variabili come il tempo libero passato davanti agli smartphone...

Ora, però, le cose sono un po' cambiate. E infatti qualche iniziativa nuova viene proposta e/o annunciata anche in piena estate, e questo - tecnicamente - sarebbe anche un buon segnale... Se non fosse per il fatto che si tratta di iniziative che EVIDENTEMENTE non nascono per avvicinare un pubblico nuovo, ma per spremere fino all'ultima goccia quello vecchio (o magari stravecchio). Non che questa tendenza sia esattamente una novità (su questo blog ne ho parlato parecchie volte), ma devo ammettere che facendo una panoramica delle iniziative di questo ultimo periodo la sensazione è che la situazione stia leggermente sfuggendo di mano a chi di dovere. E lo si nota in particolare analizzando il mondo degli allegati a fumetti che arrivano in edicola.

Intendiamoci: le iniziative che vado a segnalarvi oggi sono tutte apprezzabilissime, ma è evidente che NON si rivolgono a chi ha meno di quarant'anni (o forse più), e soprattutto non si rivolgono a chi non è già un cultore di fumetti e affini.

Ad esempio: da agosto la Gazzetta dello Sport propone alcune delle storie originali di Popeye, realizzate dal suo creatore E.C. Segar (morto prematuramente nel 1938, a soli 43 anni). Storie cult, storie bellissime, storie che non possono mancare nella biblioteca di un vero appassionato di fumetti a 360°, tuttavia... Quando è stata l'ultima volta che è stata trasmessa in Italia, con continuità, una serie animata di Braccio di Ferro? Quanti potenziali lettori under 16, diciamo, potrebbero essere coinvolti da questa iniziativa, che peraltro propone storie scritte e disegnate quasi un secolo fa? Non c'è forse il rischio che iniziative come questa confermino l'idea per cui i fumetti ormai sono solo intrattenimento vintage (per dirla con un eufemismo)?

E nel frattempo Hachette ha annunciato che porterà in edicola Cocco Bill di Jacovitti, un personaggio nato nel 1957... E anche in questo caso è evidente che NON si tratta di un'iniziativa pensata per coinvolgere nuovo pubblico, ma per spremere per bene i nostalgici che hanno avuto famigliarità col personaggio grossomodo fino ai primi anni Ottanta, quando iniziò a passare di moda e a diventare un cult per pochi intimi... Certo si può obbiettare che l'intrattenimento di Jacovitti non ha tempo e non ha età, ma qui si parla di uscite settimanali da 7,99 euro l'una... Quindi direi che è abbastanza palese che lo scopo di questa iniziativa non è quello di riavvicinare i giovani al personaggio, o ai fumetti in generale...

Sia come sia è evidente che il sessantesimo anniversario di Cocco Bill deve avere ispirato anche qualche altro nostalgico (o aspirante accalappiatore di nostalgici), visto che la Centauria/Fabbri ha annunciato, dal 26 agosto,  l'arrivo in edicola di una serie di miniature dedicate a "Gli Indimenticabili di Carosello"... Che, per chi non lo sapesse, erano i testimonial pubblicitari che hanno tenuto banco negli spot animati che caratterizzarono la televisione italiana dal 1957 al 1977... Fra i quali, appunto, ci fu anche Cocco Bill... Anche in questo caso un'iniziativa giovane per giovani, insomma (soprattutto considerando che l'unico personaggio che è "sopravvissuto" fino ai nostri giorni è il pulcino Calimero... Con buona pace di Topo Gigio).

Piccola osservazione: dalle parti di Hachette non sono proprio degli sprovveduti... Infatti oltre a lanciare la collana dedicata a Cocco Bill hanno annunciato per fine agosto l'arrivo in edicola delle miniature di One Piece... Per ottimizzare anche il pubblico dei collezionisti più giovani con un'uscita quattordicinale da 9,99 euro. E devo ammettere che questa iniziativa mi ha fatto riflettere una volta di più sul fatto che, praticamente, non esistono personaggi dei fumetti italiani abbastanza popolari da giustificare una serie di miniature... Men che meno una serie di miniature legate ad un'unica testata. E già questo, da solo, dovrebbe far riflettere chi di dovere... E considerando il fatto che in Italia, al momento, non esistono produzioni italiane popolari quanto One Piece direi che il contrasto con le miniature dedicate a Carosello è ancora più stridente...

Da notare che nel frattempo la serie di miniature da collezione dedicata alle serie robotiche di Go Nagai continua imperterrita ed è arrivata all'uscita numero 147... E considerando la quantità spropositata di robot, mostri e personaggi delle serie nagaiane non è detto che sia destinata ad esaurirsi all'uscita 150 come previsto (nonostante i 13 euro settimanali necessari per portare avanti la collezione)... Tantopiù che sono già state annunciate le riproposte delle miniature andate esaurite. Ad ogni modo, anche in questo caso, la domanda nasce spontanea: quanto possono servire queste iniziative per contribuire al ricambio generazionale e quanto sono pensate per viziare (e spremere) i nostalgici?
Tra l'altro penso che sia abbastanza interessante notare che, se da una parte vengono segnalati e chiusi con regolarità i canali youtube che (seppure illecitamente) potrebbero davvero rilanciare queste serie animate presso un pubblico nuovo e ampio, dall'altra continuano ad arrivare proposte e riproposte delle stesse serie in DVD da collezione, anche in edicola... Ultimo, ma non ultimo, il caso di Devilman: ogni DVD settimanale al prezzo di 9,90 euro con la Gazzetta dello Sport...

Intendiamoci: la pirateria non aiuta il mercato dell'animazione, ma qui non si parla di serie nuove che devono essere doppiate e adattate, o per cui le emittenti televisive stanno pagando fior fior di quattrini, bensì di serie che hanno trenta o quarant'anni (e che sulle reti nazionali non si vedono da almeno venti). Serie che tra l'altro su youtube non erano proposte nemmeno in HD... Quindi direi che è abbastanza evidente come - anche in questo caso - più che altro l'intento di simili iniziative (con relativo accanimento verso lo streaming illegale di certe serie animate) sia quello di spremere il pubblico degli over quaranta nostalgici, piuttosto che far apprezzare alle nuove generazioni le serie del passato nella veste migliore. Ovviamente si tratta di scelte legittime, ma poi bisognerà verificare cosa succederà quando anche il pubblico più stagionato, quello composto dai reduci dell'invasione degli anime negli anni Settanta e Ottanta, non sarà più in condizione di essere spremuto...

Staremo a vedere.

Comunque, tornando a parlare di fumetti e di ristampe a oltranza, da settembre Repubblica proporrà l'ennesima edizione delle opere di Hugo Pratt in allegati settimanali da circa 10 euro... E, come da prassi, si inizia con Una Ballata del Mare Salato, che risale al 1967... Forse sbaglio, ma credo che il pubblico che seguirà questa iniziativa sarà inferiore a quello che ha seguito le precedenti riedizioni dei fumetti Hugo Pratt come allegati ai quotidiani (io, ad esempio, ho già la raccolta di Corto Maltese proposta da L'Espresso nel 2006), e non è difficile capire il perchè... Considerando che tutto questo concentrarsi sui collezionisti e gli appassionati - negli ultimi dieci anni - non ha fatto altro che limitare ulteriormente un ricambio generazionale già di per sè sempre più scarso, alimentando di pari passo la saturazione del mercato...

Cosa si può dedurre da questa breve panoramica? Diverse cose. La prima è che, se una volta i fumetti erano svalutati perchè considerati "roba da bambini", adesso rischiano di essere considerati "roba per collezionisti perlopiù attempati", o al massimo roba di nicchia per nerd molto specifici... Tant'è che per settembre è stata annunciata anche una serie di allegati dedicati ai fumetti di Star Trek assieme alla Gazzetta dello Sport...

La seconda cosa che si può dedurre è che tutte queste iniziative che si rivolgono ai collezionisti, o comunque ad un pubblico anagraficamente maturo, rischiano di compromettere ulteriormente il già scarso rapporto del fumetto italiano (e non solo) con le nuove generazioni. Soprattutto considerando che, come dicevo all'inizio, questo sarebbe un periodo leggermente più propizio per provare a farsi conoscere da un pubblico più ampio e generalista. La terza cosa è che il problema non è tanto il fatto che si investe sui classici, quanto il fatto che si investe SOLO su quelli (o comunque su prodotti che, nel 99% dei casi, risultano estremamente "classici").

Certo è anche vero che i grandi gruppi editoriali, che pubblicano fumetti e affini solo come allegati, non hanno come obbiettivo quello di rilanciare il settore o di avvicinare nuovo pubblico, ma il problema è che se si guarda agli editori specializzati in fumetti lo scenario, sotto certi aspetti, è persino più deprimente.

Ha destato un po' di polemiche, ad esempio, il fatto che il supplemento estivo di Nathan Never, quest'anno, abbia presentato solo ristampe (senza peraltro specificarlo in copertina, anche se tradizionalmente è una collana di inediti)...

Così come erano in buona parte ristampe le storie presentate sull'ultimo supplemento di Martin Mystere, anche in questo caso senza specificarlo chiaramente.

Penso sia abbastanza evidente che questa non è esattamente la strategia migliore per rilanciare dei personaggi che vendono sempre meno... E men che meno per tenersi buoni i lettori che ancora li sostengono. Da notare, comunque, che la stessa casa editrice ha finalmente proposto il tanto atteso "crossover" (incrocio narrativo) fra Dylan Dog e Dampyr... Presumibilmente per provare a risollevare le sorti di quest'ultimo prima di quella sentenza di morte che, secondo i soliti ben informati, è sempre più probabile per via delle basse vendite. Il problema è che, crossover a parte, questa operazione non ha tolto o aggiunto niente ai due personaggi e/o alle loro vicende... Anche se - e gli americani insegnano - il valore aggiunto dei crossover è proprio quello di cambiare più o meno drasticamente lo status di uno o più personaggi, magari ritoccando alcuni elementi del loro universo condiviso, in un regime di continuity molto serrata...Tutte cose che la casa editrice Bonelli non può concedersi, a meno che non voglia fomentare un'insurrezione dei lettori tradizionalisti, che ha sempre alimentato con tanta cura...

Quindi, nonostante le apparenze, anche questa è stata un'operazione pensata per i collezionisti e per il tipico pubblico della casa editrice, ed è alquanto improbabile che possa avere effetti benefici nel lungo periodo su Dampyr (o, in minor misura, su Dylan Dog), o particolari attrattive per il pubblico occasionale. Anche perchè, come dicevo prima, non presenta elementi particolarmente accattivanti per chi, eventualmente, volesse provare a leggere un fumetto nuovo (o semplicemente un fumetto) mentre è in ferie o in vacanza.

Intendiamoci: il mercato della carta stampata è in crisi un po' ovunque, e in tutto il mondo c'è chi prova a reinventarlo per farlo restare competitivo. Il punto è che, in effetti, in Italia ci si prova meno (e peggio) che altrove e si ha quasi la sensazione che chi di dovere abbia già alzato la bandiera bianca di fronte al disinteresse delle giovani generazioni e/o di fronte all'evoluzione dei gusti del pubblico occasionale... Che magari non sono più quelli di venti, trenta o quarant'anni fa.

Altrove, perlomeno, non ci si arrende, si sperimentano strade nuove e se ne osano altre. Così se, ad esempio, questa estate il tema dell'omosessualità nel fumetto italiano mainstream è stato affrontato nei modi di cui vi ho parlato di recente (CLICCATE QUI e QUI ), nelle stesse settimane negli USA ci sono stati spunti di tutt'altro genere... Come ad esempio ha dimostrato Connor, uno dei figli di Biancaneve e del Lupo Cattivo (!), che esplora allegramente la sua bisessualità nella serie Ever After (il sequel del pluripremiato Fables), di cui è co-protagonista.
Nel quarto numero della serie Freelance, invece, il supereroe protagonista finalmente si dichiara, ricambiato, alla sua spalla...

Nel sequel della serie animata LEGEND OF KORRA la protagonista fa coming out, presenta la sua ragazza in casa e si ribella a suo padre che le consiglia di vivere la sua storia con discrezione..
Un'anziana Batwoman del futuro, intanto, si ricongiunge finalmente con la sua amata...

Mentre l'Avvocato Jennifer Walters (meglio nota come She-Hulk) e il suo segretario gay Bradley stanno aiutando un giovane gay di colore a salvare il suo fidanzato, che è rimasto avvelenato a tradimento da una droga sperimentale che lo ha trasformato in un mostro, mentre stava preparando un dolce in diretta per un web show sulle torte (!)...

Il tutto mentre nel mondo fantasy di Rat Queens si concretizza la relazione fra un elfa e un'orchessa, che ammette che vorrebbe sposarla all'istante se non fosse per il fatto che, nella particolare situazione in cui stanno vivendo, sarebbe un po' troppo complicato...

E questi sono solo i primi esempi che mi sono venuti in mente, facendo mente locale fra le pubblicazioni delle ultime settimane che mi sono capitate sott'occhio...

Ovviamente, come ho già detto in passato, le tematiche gay non hanno il potere di risollevare magicamente le sorti di una serie o del mercato del fumetto in generale, però - ora più che mai - sono un indicatore importante. Nel senso che sono un tema attuale, che incuriosisce il pubblico (anche e soprattutto quello giovane) e che - se presentate con naturalezza e nei modi giusti - dimostrano che si ha a che fare con una lettura disinvolta e al passo coi tempi. Una di quelle letture che, forse, potrebbe ingolosire anche il pubblico occasionale e spingerlo a proseguire la lettura della serie...

Negli USA gli editori ne sono più o meno consapevoli e se non altro fanno dei tentativi in questo senso. In Italia, a quanto pare, ancora no, visto che se si parla (poco) di omosessualità lo si fa ancora in maniera goffa e anacronistica. E d'altra parte se in edicola le grandi novità dell'estate 2017 sono le riproposte di Popeye e Cocco Bill... Nonchè le miniature di Carosello... Forse non è proprio un caso se le cose vanno in un certo modo.

Il punto è: fino a quando potrà reggere una situazione del genere?
Chissà...

Nell'attesa della ristampa integrale del Signor Bonaventura vi saluto.
Alla prossima.