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venerdì 27 febbraio 2015

...AMMICCAMENTI?

Ciao a tutti, come va?

Da qualche giorno sta circolando la prima immagine di Jason Momoa nei panni di Aquaman, supereroe non proprio famosissimo della DC COMICS (anche se è attivo fin dal 1941) che farà la sua comparsa nel tanto atteso superhero movie BATMAN VS. SUPERMAN, previsto per il 2016...

Come forse avrete notato il personaggio sfoggerà un look shirtless sexy e tenebroso, scelta abbastanza ovvia considerando l'attore che è stato selezionato per il ruolo (ben noto per i suoi pettorali sempre in mostra, fin da quando faceva il bagnino nel serial BAYWATCH.... Come potete vedere qui sotto), ma che forse non era poi così scontata.

Infatti Aquaman, nei suoi oltre settant'anni di vita, si è presentato perlopiù indossando dei costumi integrali, e con tinte molto "solari" (che a me hanno sempre ricordato i classici pesci rossi, lo ammetto), che coprivano il suo corpo più o meno come una muta da sub...

Probabilmente anche per distinguersi da Namor il Submariner, e cioè il suo diretto concorrente presso la MARVEL, che si presentava da sempre praticamente nudo e comunque aveva un fascino abbastanza "dark"...

Certo, è capitato che anche Aquaman abbia avuto un look "shirtless", ma si è trattato più che altro di parentesi funzionali a periodi molto particolari della sua storia, tant'è che al momento è tornato ad indossare un costume che si ispira alla sua tenuta più classica.

Quindi perchè alla Warner Bros hanno pensato di puntare proprio su Aquaman in versione shirtless & wild? Forse sbaglio, ma non escluderei il fatto che siano giunti alla conclusione che - tutto considerato - aggiungere ad un film con Batman e Superman anche un supereroe che si presenta perennemente senza maglietta avrebbe rappresentato un motivo di attrattiva supplementare... Così come avrebbe rappresentato un motivo di attrazione supplementare la presenza di una bella supereroina, e cioè Gal Gadot nei panni di Wonder Woman...

La quale, tra l'altro, indossa un costume che NON si è mai visto nella sua serie a fumetti e che - invece di ispirarsi a uno dei numerosi cambi di costume del personaggio (che vedete qui sotto) - sembra più che altro un omaggio ai serial TV dedicati a XENA, la principessa guerriera...

Quindi, ricapitolando,  nel primo film su Batman e Superman (insieme) mai prodotto, la Warner Bros ha pensato di inserire Aquaman in versione shirtless e Wonder Woman in versione Xena... Considerando che l'aggiunta di questi due supereroi ad un film già incentrato su due icone assolute era del tutto superflua, viene il sospetto che si sia trattato di una scelta prettamente strategica...

Forse alla Warner Bros hanno preso atto che, visto che i loro film di supereroi non vanno bene come quelli della MARVEL, devono puntare ad ampliare il loro pubblico? E per questo motivo hanno deciso di ammiccare maggiormente al bacino gay e gay friendly? Dopotutto le versioni di Aquaman e Woman che hanno scelto di mettere in scena sono quelle che, probabilmente, risultano le più gay friendly di sempre...

Senza contare che Jason Momoa sfrutta degli pseudo tatuaggi simil polinesiani che ricordano vagamente quelli del personaggio che interpreta nel serial THE GAME OF THRONES, guardacaso anch'esso molto amato dal pubblico gay... E che Aquaman nei fumetti non ha mai avuto... Tutto un caso?

Mentre per Wonder Woman è stato studiato un apposito costume che richiama direttamente un'altra principessa guerriera, che a suo tempo diventò un'icona lesbica...

E tutto questo proprio mentre nell'ultima versione a fumetti di Wonder Woman la DC COMICS ha tentato in tutti i modi di emancipare il personaggio dal suo tradizionale ruolo di icona gay e lesbica... Quindi le scelte cinematografiche della Warner risultano perlomeno curiose, ma tuttosommato sensate... Visto che adesso - guardacaso - di Jason Momoa nel ruolo di Aquaman si parla molto anche nei siti gay che di solito NON si occupano di film di supereroi... E dubito che alla Warner non abbiano calcolato questo tipo di sviluppo... Anzi: non escluderei che nel film potrebbero fare finta che il recente "avvicinamento" (con relative pomiciate) fra Superman e Wonder Woman, avvenuto nell'ultima versione dell'universo DC COMICS, non ci sia mai stato...

Quindi, in conclusione, è probabile che BATMAN VS. SUPERMAN potrà considerarsi anche un buon esempio del nuovo trend hollywoodiano (e non solo), che considera il pubblico LGBT e LGBT friendly come una parte molto attiva nei processi che determinano il successo (o meno) dei prodotti di entertainment che vogliono risultare vincenti... E dopotutto la Warner ha avuto una conferma di questa tendenza anche in prima persona, dopo avere confrontato il buon andamento dei recenti serial TV dedicati ad ARROW e FLASH con quello negativo di CONSTANTINE, che guardacaso era un serial che NON aveva una componete spiccatamente gay friendly come gli altri due...

E la cosa interessante è che questo trend, ormai, sembra estendersi a tutto il mondo occidentale, tant'è che in Italia il film NON C'É DUE SENZA TE, che si è ostinato a considerare il pubblico gay e gay friendly come del tutto irrilevante, si è rivelato uno dei peggiori flop degli ultimi tempi... Con 910.000 euro di incasso in tre settimane a fronte di una spesa di oltre 2.300.000 euro (di cui, peraltro, 200.000 erano rappresentati da fondi pubblici).

Certo: vedere naufragare miseramente un film italiano pieno di stereotipi e macchiette sul mondo gay non è esattamente come vedere un colossal americano che ammicca al pubblico omosessuale, ma è pur sempre un inizio.

Alla prossima.

P.S. Vi ricordo che in cima a questo blog (nella versione web che potete visualizzare dal browser e non in quella per cellulare) potete votare per il PREMIO GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati: trovate tutti i dettagli cliccando sull'apposito banner) 2015. Partecipate e spargete la voce!

mercoledì 25 febbraio 2015

BATTAGLIE CULTURALI...

Ciao a tutti, come va?

Ultimamente la definizione "scontro di civiltà" è un po' abusata, ma in effetti si presta bene a descrivere la situazione che vado a illustrarvi ora.

Forse avete saputo anche voi che da poco tempo è disponibile anche in lingua persiana il bel fumetto a tema lesbico di Julie Maroh che in Italia è arrivato con il titolo "IL BLU É UN COLORE CALDO", che tanti riconoscimenti ha ottenuto anche grazie alla sua trasposizione cinematografica...

E forse saprete anche che è stato tradotto dalla poetessa, scrittrice e critica letteraria Sepideh Jodeyri, che vive nella Repubblica Ceca da quando, nel 2009, osò criticare pubblicamente la rielezione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Ora Mahmoud Ahmadinejad non è più presidente, ma l'esilio di Sepideh Jodeyri (che vedete qui sotto) rimane valido, così come il divieto di commerciare e pubblicizzare in Iran qualsiasi suo lavoro, comprese le sue traduzioni delle poesie di Edgar Allan Poe e Jorge Luis Borges... E i media iraniani sono praticamente obbligati a non diffondere interviste a lei dedicate.

E infatti la sua traduzione in persiano de "IL BLU É UN COLORE CALDO" non viene pubblicata da un editore iraniano, ma dalla Naakojaa: un piccolo editore parigino specializzato nella pubblicazione di testi in lingua persiana... Che ovviamente, tramite le loro versioni digitali, possono raggiungere i lettori persiani evitando la censura che colpirebbe la distribuzione delle copie cartacee. E infatti questo è stato il primo fumetto a tematica LGBT che ha avuto una traduzione ufficiale in lingua persiana, mandando su tutte le furie le autorità iraniane... Anche perchè in Iran i rapporti lesbici sono puniti con cento frustate per ogni persona coinvolta (ad esempio: se bisogna punire una coppia di donne, ciascuna donna avrà duecento frustate), e se una lesbica viene colta in flagranza di reato per la quarta volta la punizione è la morte. Un trattamento leggermente migliore rispetto a quello riservato agli omosessuali maschi, comunque.

Sepideh Jodeyri si definisce una femminista e un'attivista per i diritti umani, e da sempre è una grande ammiratrice di Fereydoun Farrokhzzad (1938-1992), un poeta e uomo di spettacolo iraniano che venne esiliato dal suo paese nel 1979, dopo la rivoluzione islamica, anche a causa della sua omosessualità... Per questo ci teneva molto a tradurre un fumetto come "IL BLU É UN COLORE CALDO", e per questo ha chiesto all'autrice Julie Maroh di parlare del suo caso... Cosa che l'autrice del fumetto ha puntualmente fatto, lanciando dal suo blog (CLICCATE QUI) una campagna internazionale di sensibilizzazione contro la censura e per il diritto di rappresentare liberamente l'omosessualità...


Piccola nota a margine: Julie Maroh sul suo BLOG ha segnalato tutte le testate e le associazioni che hanno dato seguito al suo appello in Europa e nel mondo... E guardacaso, mentre in Europa ne hanno parlato alcune fra le maggiori testate giornalistiche, in Italia il tutto è passato praticamente sotto silenzio...

In ogni caso, mentre la traduzione di "IL BLU É UN COLORE CALDO" in persiano può ritenersi un gesto a suo modo eroico, negli USA la situazione del fumetto LGBT è completamente diversa. Infatti è prevista per i giorni 7 e 8 maggio una due giorni di conferenze intitolata QUEERS AND COMICS, e finalizzata a valorizzare l'esperienza dei fumettisti LGBT e delle loro opere...


La conferenza si terrà a New York, presso il CLAGS: The Center for LGBTQ Studies, che altro non è se non un centro di ricerca LGBT che dal 1991 ha trovato spazio presso la City University di New York. Per maggiori informazioni sulla conferenza potete CLICCARE QUI. Vi basti sapere che, fra le varie conferenze previste, alcune avranno titoli come:
  • This is What I Look Like: Creating Queer Characters of Color
  • Trans Visibility in Imagined Worlds
  • Political Graphic Journalism/Editorial Comics
  • Drawing Out Queerness: Artists & Scholars in Conversation
  • Queer Memoir
  • Queer Comics, Health and Dis/Ability
E siccome parliamo degli USA è scattata subito la corsa alla collaborazione e al finanziamento dell'iniziativa, tant'è che per dare un contributo concreto la casa editrice Northwest Press ha deciso di mettere in commercio un esclusivo mazzo di carte da gioco, impreziosite da 54 disegni di altrettanti autori (e autrici) di fumetti LGBT...


Se l'articolo vi interessa potete acquistarlo CLICCANDO QUI.

Effettivamentela la situazione iraniana e quella statunitense sono completamente diverse anche da questo punto di vista, a riprova del fatto che - effettivamente - viviamo su un pianeta in cui possono coesistere realtà molto diverse e per certi versi contrapposte, che rischiano perennemente di entrare in conflitto.

Tuttavia non ho potuto fare a meno di notare che attualmente la realtà italiana non riesce a trovare una collocazione precisa. Da una parte i suoi media sembrano pressochè succubi di autorità censorie che - esattamente come quelle iraniane, seppur a un livello diverso - rivendicano la loro legittimità invocando il diritto a salvaguardare la propria cultura tradizionale e l'autorevolezza del proprio credo religioso... Mentre dall'altra ci sono persone che fanno della libertà di espressione una questione di principio, e tramite i nuovi mezzi di comunicazione propongono di scardinare i meccanismi che - ad esempio - impediscono alle tematiche LGBT di essere rappresentate liberamente e dignitosamente anche nei fumetti italiani che arrivano in edicola...

É un po' come se il nostro paese si trovasse nei pressi di un bivio.

Quale strada finirà per prendere? E per decidere la sua strada dovrà affrontare uno "scontro di civiltà" tutto interno ai propri confini? E se questo scontro fosse iniziato senza che noi ce ne fossimo resi conto?

Staremo a vedere.

Alla prossima.

P.S. Vi ricordo che in cima a questo blog (nella versione web che potete visualizzare dal browser e non in quella per cellulare) potete votare per il PREMIO GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati: trovate tutti i dettagli cliccando sull'apposito banner) 2015. Partecipate e spargete la voce!

Fereydoun Farrokhzzad
un editore francese che pubblica testi digitali in persiano 
Allan Poe (from English) and Jorge Luis Borges
Mahmoud Ahmadinejad

lunedì 23 febbraio 2015

SPIRITO DI ADATTAMENTO...

Ciao a tutti, come va?

Da un po' di tempo a questa parte si dice che i manga, in Italia, mediamente vendono molto meno rispetto agli anni '90. In effetti la prima edizione di Ken il Guerriero vendeva 40.000 copie al mese, mentre la prima edizione di Dragon Ball - che peraltro è stato il primo manga pubblicato in Italia col senso di lettura alla giapponese - in un mese ne vendeva addirittura 70.000 (certo era quindicinale, ma il senso non cambia), mentre adesso vendere qualche migliaio di copie è già considerato un successo.

Come mai?

La risposta, a pensarci bene, è abbastanza ovvia: in questi ultimi venti anni gli anime sono passati da fenomeno di massa a interesse di nicchia (anche se parliamo comunque di una nicchia molto ampia), e di conseguenza i manga si sono giocati almeno due generazioni di potenziali lettori. D'altra parte chi era adolescente nei primi anni '90 era cresciuto assieme alla prima ondata di animazione giapponese arrivata in Italia, quella negli anni '80, sviluppando i suoi gusti anche attorno a certi riferimenti culturali, stilistici e narrativi... Che si erano inseriti nella cultura e nella società di quegli anni in una maniera che adesso potrebbe sembrare addirittura surreale...

Invece, chi è diventato adolescente grossomodo negli ultimi dieci/quindici anni, risente del fatto che gli spazi riservati agli anime si sono ridotti progressivamente, e in qualche caso hanno assunto proprio l'aspetto di appuntamenti "per appassionati" (come la famosa "anime night" di MTV o il "morning anime" di RAI 4, che comunque sono esperienze concluse da tempo). Niente a che vedere con le ore e ore di animazione giapponese che le reti private degli anni '80 dedicavano a questi prodotti QUOTIDIANAMENTE e in fasce orarie molto più accessibili... Come ad esempio quella delle 20.00...

Senza contare che di quasi tutti i manga che vengono tradotti regolarmente in Italia oggi, nessuna emittente televisiva osa proporre l'adattamento animato (che pure, in buona parte dei casi, esiste).

Dopo la chiusura di HIRO e CULTOON/COOLTOON su SKY e il fallimento di ANIME GOLD e KA-BOOM sul digitale terrestre, a parte il caso di MAN-GA (sempre su SKY), la televisione italiana sembra aver preso definitivamente le distanze da questo tipo di prodotti, intasando le emittenti "per ragazzi" di produzioni occidentali, perlopiù umoristiche e/o dedicate alla prima infanzia... Con l'unica eccezione di pochissimi anime in qualche modo legati a forme di merchandising disponibili anche da noi.

Sui canali generalisti, invece, la situazione è ancora peggiore. RAI 4 ha smesso di proporre anime da diverso tempo, mentre su Italia Uno il palinsesto attuale prevede nella prima mattinata Pollon, Heidi e la serie originale di Sailor Moon, che il sabato vengono sostituiti dalla sola Lady Oscar. Su Italia 2, invece, il nuovo palinsesto pomeridiano (che parte proprio oggi) prevede le repliche delle prime serie di Lupin, One Piece e Dragon Ball. Di queste serie solo una ha meno di venti anni sulle spalle, e tutte vengono trasmesse nella versione censurata e adattata da Mediaset.

Oltre a One Piece c'è solo un'altra serie recente di cui, periodicamente, Mediaset trasmette nuovi blocchi di episodi, e cioè quella di Naruto. In realtà prima c'era anche Detective Conan, ma ora i diritti sono stati ceduti al canale SUPER! (di proprietà della DeAgostini), a partire dalla puntata 639... Forse perchè, essendo una serie poliziesca incentrata su casi di omicidio, era una brutta gatta da pelare? Considerando alcuni fattori che vi esporrò più avanti non lo escluderei...

In ogni caso è bene ricordare che One Piece e Naruto sono fra i manga che attualmente in Italia vendono meglio, a riprova del fatto che il traino televisivo nel nostro paese (come peraltro in Giappone) ha ancora un ruolo determinante sul grande pubblico potenziale dei manga (e non solo).

Comunque la sensazione è che, anche se Mediaset continua a proporre nuovi episodi di Naruto e One Piece, il tutto stia andando avanti per inerzia, e non certo perchè Mediaset voglia continuare ad  occuparsi di animazione giapponese. D'altra parte solo nel 2014 in Giappone sono state prodotte 80 nuove serie animate, mentre nel 2013 sono state 69 e nel 2012 ben 139! Quindi è evidente che, con tutto questo materiale a disposizione, la scarsità di animazione giapponese nei palinsesti di Mediaset (e non solo) si può spiegare solo col fatto che NON si vuole più puntare su questi prodotti... Limitandosi a riproporre qualche classico, già ampiamente sdoganato (e adattato), e qualche serie di cui attende la naturale conclusione per poi mettere la parola FINE ad una gloriosa tradizione che ora gli sta creando più grattacapi che altro.

Infatti non potendo più adattare impunemente come accadeva un tempo (visto che il pubblico si è fatto furbo), ma dovendo comunque rendere conto delle sua scelte alle lobby bigotte (comprensive di associazioni e politici di riferimento), probabilmente si sente presa fra l'incudine e il martello.

Inoltre, altro piccolo dettaglio di cui si parla pochissimo, oggi anche l'AGCOM (Autorità Garante per le COMunicazioni) rappresenta una notevole deterrente per tutti coloro che vogliono dedicare spazi all'animazione giapponese. Infatti è sempre pronto ad elargire multe pesantissime se una trasmissione presenta dei contenuti che reputa inappropriati per le fasce orarie più frequentate... E lo conferma anche Fabrizio Margaria nell'intervista del 2010 che vi mostro qui sotto, quando ancora era responsabile della fascia per ragazzi di Mediaset (e direttore di HIRO)... Un'intervista in cui ammette molto candidamente che una scena non censurata di DRAGON BALL è costata all'azienda ben 100.000 euro di multa!

La scena in questione, di cui vedete un estratto qui sotto, riguardava due killer psicopatici che - per incastrare un noto personaggio della saga e averne dei vantaggi - si divertono a fare il tiro al piccione con una coppia di ignari vecchietti. Era una scena obbiettivamente crudele, ma funzionale alla storia. E comunque il regista giapponese aveva già operato una sorta di "censura", mostrando le inquadrature più cruente a debita distanza, senza contare che nell'episodio successivo i due killer avrebbero fatto una bruttissima fine...






Fatto sta che la trasmissione di questa sequenza è costata 100.000 euro di multa, e forse questo aiuta a capire meglio perchè ormai, su Mediaset, vengono trasmesse solo serie giapponesi che sono già passate più volte al vaglio dell'AGCOM (e delle associazioni come il MOIGE, che potrebbero sempre segnalargliele)... O al massimo nuovi episodi delle stesse.

Comunque siccome io sono uno a cui piace fare le cose per benino, e mostrare quello che gli altri non mostrano, se CLICCATE QUI (a pag. 112 del file che si aprirà) potete leggere proprio le motivazioni della delibera di AGCOM relativa a questo episodio di DRAGON BALL... E devo dire che, anche se Mediaset ha provato a difendersi portando argomentazioni sensate (cosa che, lo ammetto, mi ha fatto in parte ricredere sul suo conto), il modo con cui l'AGCOM ha ribattuto è abbastanza inquietante, visto che per giustificare la propria opinione rigira le argomentazioni dell'emittente contro di lei... Senza che ci sia un'autorità sopra le parti a stabilire chi ha ragione nel contraddittorio, dato che in questo caso il Giudice è anche una delle due parti in causa...

E ovviamente l'AGCOM non ha voluto nemmeno prendere in considerazione il fatto che l'animazione giapponese, a differenza di quella occidentale, non nasce unicamente per distrarre e divertire, ma anche per stimolare riflessioni e forti coinvolgimenti emotivi, anche quando si rivolge a un pubblico molto giovane... Usando sequenze talvolta cruente proprio per lanciare ammonimenti e insegnamenti morali che altrimenti non riuscirebbero a passare in maniera incisiva.

La cosa più curiosa, comunque, è che all'AGCOM si sono accorti della traumatica sequenza con i due vecchietti, decidendo di multarla, solo in occasione della quarta replica della serie! E a confermarlo è stato proprio Fabrizio Margaria (che a quanto pare ha sempre puntato sulla trasparenza) nell'intervista che trovate CLICCANDO QUI, dove specifica che in quel periodo a Mediaset avevano dovuto pagare anche delle multe per Naruto e hanno avuto dei "richiami" per Detective Conan...

Quindi è ragionevole supporre che, anche se non lo ammetteranno mai, le emittenti italiane si siano rese conto che quella per la trasmissione delle serie giapponesi in Italia è - al momento - una battaglia persa in partenza, e quindi stanno lentamente gettando la spugna... Anche perchè sono in balia di valutazioni imprevedibili e molto discrezionali, che a quanto pare non sono nemmeno appellabili nel senso pieno del termine... Nemmeno se comportano una multa da 100.000 euro per un episodio di DRAGON BALL sulle cui prime tre messe in onda nessuno aveva mai avuto niente da ridire!

E questo, se non altro, potrebbe spiegare perchè tante serie non vengono più nemmeno replicate...
Certo resterebbe l'ipotesi della trasmissione a tarda notte, quando le maglie dell'AGCOM sono meno strette, ma a quanto pare gli esperimenti in questo senso non hanno garantito un ritorno economico (e di ascolti) sufficiente per gli standard di Mediaset, e non sono proseguiti (e d'altra parte iniziare un esperimento del genere partendo dalla terza serata, a mezzanotte circa, non è stato esattamente un colpo di genio)...


E forse il rapporto investimento/guadagno non era più così conveniente nemmeno per MTV, visto che l'appuntamento settimanale chiamato ANIME NIGHT (che copriva la prima e la seconda serata) si è concluso di punto in bianco dopo una decina d'anni.

In ogni caso c'è da notare che Fabrizio Margaria dal 2012 non lavora più in Mediaset, e i motivi non sono mai stati ufficialmente chiariti. Forse il conflitto fra la sua passione per l'animazione giapponese, la sua voglia di trasparenza, le necessità aziendali e la paura di nuove sanzioni era diventato ingestibile?

Visto che ora sembra sparito nel nulla temo che rimarremo nel dubbio...

Quel che è certo è che da quando se n'è andato la situazione è peggiorata ulteriormente... E come se tutto questo non bastasse il fallimento di KA-BOOM e ANIME GOLD ha dimostrato che gli sponsor pubblicitari in Italia NON vogliono acquistare spazi nei canali che hanno palinsesti dedicati esclusivamente all'animazione, a meno che non siano espressamente dedicati all'infanzia...

Così alla fine questo cortocircuito sta allontanando sempre di più l'animazione giapponese dalla connotazione di "fenomeno di massa" che in Italia l'aveva caratterizzata fino ai primi anni '90... Una connotazione che, in ogni caso, continua ad avere degli strascichi, visto che siamo l'unico paese al mondo che allega i DVD di Jeeg Robot (e di altre serie giapponesi cult) ai quotidiani...

Certo, anche se le serie in DVD ormai sono divenute un lusso per (pochi) collezionisti, esistono le piattaforme web ed esiste youtube, per non parlare dello streaming abusivo (comprensivo di serie sottotitolate dai fans), ma è un dato di fatto che sono spazi funzionali solo per quanti sanno già orientarsi fra l'immensa offerta delle produzioni giapponesi... 

Quindi adesso ci si trova in una situazione molto paradossale, per cui tramite il web le produzioni giapponesi non sono mai state così accessibili, ma al tempo stesso non sono mai state così di nicchia e così trascurate dalle emittenti televisive che "formano" il grande pubblico: le stesse emittenti che magari trasmettono serial TV americani come ARROW e FLASH quasi in contemporanea con gli USA, e non si fanno problemi a trasmettere I SIMPSON e I GRIFFIN - con tutti i loro ammiccamenti sessuali e satirici - nel primo pomeriggio... Nonostante anche questi titoli siano stati presi di mira più volte dall'AGCOM...

Molto bizzarro.

Quel che è certo è che, in una situazione come questa, internet permette anche ai fans italiani di far sentire la propria voce, e di dimostrare - con i fatti - cosa vorrebbero vedere VERAMENTE nei palinsesti televisivi e in contemporanea col Giappone. Dico questo perchè in Italia, oltre al fenomeno delle serie giapponesi sottotitolate dai fans (in gergo fansub), ora iniziano ad essere realizzati anche dei doppiaggi semi professionali (i cosiddetti fandub) dei titoli più richiesti, e dei quali non si riesce nemmeno ad aspettare un eventuale (e molto ipotetico) doppiaggio ufficiale.

E, a riprova del fatto che c'è un vero e proprio abisso fra le emittenti italiane e quelli che sono i gusti REALI del pubblico, può essere interessante notare che fra i primi titoli che stanno godendo di questo trattamento ce ne sono due particolarmente gay friendly: SAILOR MOON CRYSTAL e, soprattutto, la sua versione "demential-queer" al maschile, e cioè BINAN KOUKOU CHIKIUU BUEI-BU - LOVE! (di cui vi avevo parlato poco tempo fa e che nella versione doppiata dai fans si intitola I PRINCIPI DELL'AMORE). Il tutto ad opera del gruppo thunderdub (per la loro pagina facebook CLICCATE QUI), che ha anche provveduto a realizzare sigle italiane sulle basi originali...

Ora: anche se si tratta di un'operazione palesemente abusiva, resta il fatto che non ha alcun fine di lucro e che - probabilmente - non nasce per caso, ma dall'esigenza di dare spazio a queste serie piuttosto che ad altre... Perchè forse riflettono meglio di altre quello che vuole il pubblico italiano di oggi, al punto da giustificare l'impegno necessario per doppiarle abusivamente, rischiando anche di mettersi nei guai e tutto il resto... E probabilmente se in Italia le emittenti facessero a gara ad accaparrarsi il meglio dell'animazione giapponese senza troppe censure e senza pregiudizi, come accadeva negli anni '80, nessuno si sognerebbe di impiegare tempo ed energia per fare dei fandub di serie giapponesi al meglio delle proprie possibilità...

Il fatto è che il pubblico italiano di oggi sa bene che una serie come I PRINCIPI DELL'AMORE, che - pur non avendo personaggi ufficialmente omosessuali - è una delle cose più gay che si siano mai viste negli ultimi anni, non arriverà MAI sulle emittenti italiane... E quindi ha voluto correre ai ripari... E, in effetti, non escluderei che questa serie sia già diventata un cult anche in Italia proprio perchè rappresenta ESATTAMENTE il simbolo di tutto quello che le emittenti italiane negano al grande pubblico, anche per assecondare le lobby bigotte del nostro paese (che oltretutto, tramite i loro referenti in Parlamento, eleggono la dirigenza dell'AGCOM).

Quindi si tratta più di un fandub o di un atto di ribellione? Difficile dirlo...

Quel che è certo è che questo tipo di operazioni non piace affatto a chi adatta ufficialmente anime in italiano, e non mi riferisco tanto alle emittenti televisive, quanto a chi adatta o sottotitola serie giapponesi direttamente per l'home video, e che ultimamente lo fa anche per youtube e varie piattaforme web (come il CANALE UFFICIALE YAMATO VIDEO o MEGATUBE ANIME).

Questo in effetti è comprensibile, visto che con gli adattamenti ufficiali si spendono soldi per i diritti, i doppiatori professionisti e tutto il resto... E che comunque, per queste persone, si tratta di un lavoro e non di un passatempo...

Tuttavia è anche vero che, in ultima analisi, se la situazione in Italia ha preso questa piega, la colpa non è tanto dei fans iperattivi, ma del fatto che dalle nostre parti le emittenti televisive hanno sposato una certa linea di condotta, anche perchè sono state messe sotto scacco dai poteri forti del nostro paese, mentre gli sponsor pubblicitari hanno dimostrato una certa miopia... E comunque è anche vero che le poche realtà che adattano ufficialmente anime in italiano non possono riuscire a stare dietro a tutto quello che i fans sempre più informati, esigenti e curiosi, vorrebbero (e potrebbero) vedere nella nostra lingua...

Questo è un dato di fatto, e tutto il resto viene da sè.

Tuttavia la cosa curiosa è che, anche se la situazione italiana di oggi e simile a quella di buona parte del mondo occidentale (dove gli anime - a parte alcune serie di riferimento - sono un fenomeno circoscritto soprattutto agli appassionati e all'home video), il caso del nostro paese è un po' particolare...

Nel senso che, a differenza di quanto è avvenuto in buona parte del mondo occidentale, per molti anni abbiamo vissuto davvero le serie animate giapponesi come un fenomeno di massa (se non addirittura come un fenomeno di costume), ma quando è arrivato il momento di scegliere fra il loro sdoganamento definitivo e la paura di scontentare qualche potere forte si è preferito scegliere la seconda opzione... Anche perchè la paura delle multe, dei boicottaggi, dei "danni collaterali" e delle "vendette trasversali" con gli anni è aumentata...

Di pari passo con la diminuizione della libertà di espressione nei media ufficiali, mi verrebbe da dire.

E il risultato è che gli appassionati di serie animate giapponesi, come del resto gli italiani in generale (su molti altri fronti), stanno imparando ad arrangiarsi da soli... Nel bene e nel male.

Alla prossima.

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venerdì 20 febbraio 2015

TOM SEMPRE PIÚ TOM...

Ciao a tutti, come va?
Curiosamente mi ritrovo a parlare di moda per due venerdì di seguito, ma se non altro lo faccio in maniera variegata. Infatti questa volta vado a segnalarvi una nuova linea maschile ultrasexy ispirata a Tom of Finland e prodotta da Rufskin, una casa di moda di San Diego assolutamente gay oriented fondata nel 2002 da Hubert Pouches e Douglas Coats...

Non è la prima volta che Tom of Finland ispira delle collezioni di moda, però è sempre interessante notare come i suoi disegni riescano ad adattarsi di volta in volta agli stili e alle mode di tendenza.





Tuttavia c'è da notare che, di volta in volta, i disegni di Tom vengono utilizzati in maniera sempre più appariscente, anche nell'underwear, a riprova del fatto che - col passare del tempo - diventano sempre più iconici...





Se siete interessati, visto che in Italia molto difficilmente questi capi in edizione limitata saranno reperibili, potete ordinarli direttamente CLICCANDO QUI. C'è da dire che fra francobolli, profumi, biancheria per la casa e tutto il resto l'arte di Tom of Finland non è mai stata così popolare... E probabilmente l'artista stesso non i sarebbe aspettato di essere ancora così famoso a distanza di ventiquattro anni dalla sua dipartita... E probabilmente non si aspettava nemmeno che per il 2015 fosse prevista la distribuzione di un film sulla sua vita (di cui, se vi ricordate vi avevo parlato anche io quando era in fase di progettazione), realizzato in Finlandia da un gruppo di attori e registi rigorosamente finnici... Che hanno faticato, e non poco, a trovare i fondi necessari per portare avanti questo progetto indipendente... Di cui potete vedere qui un trailer proposto per raccogliere fondi...
L'unica cosa che dispiace è che, essendo un film indipendente non ufficiale (presumo anche per via di mancati accordi con la Tom of Finland Foundation), al suo interno non potranno essere utilizzati veri disegni dell'artista...

Pazienza...

Ammetto che sono abbastanza cusioso di verificare come sarà il risultato finale, anche se sono praticamente certo che il suddetto film in Italia non avrà una distribuzione ufficiale, a meno che non capiti un miracolo. Comunque se volete seguire la travagliata gestazione di questo progetto potete seguire la pagina ufficiale del film (CLICCATE QUI) o la pagina ufficiale su facebook (CLICCATE QUI).

Speriamo in bene.

Detto questo vi lascio con una preview del film in cui Olli Rahkonen e Martti Manninen (che nel film sono Touko/Tom e il suo giovane amore Veli) interpretano una bella canzone d'amore in finlandese ("ufficialmente" Tom of Finland era un pianista)...

Considerando che in Finlandia l'omosessualità è rimasta illegale fino al 1971 direi che questo film effettivamente rappresenterebbe un bel segnale di speranza.
Quindi incoriciamo le dita e speriamo che veda la luce sul serio.

Alla prossima.

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