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mercoledì 26 ottobre 2016

CHI DICE DONNA...

Ciao a tutti, come va?

So che qualcuno di voi potrebbe iniziare a trovare un po' noioso il fatto che nelle ultime settimane ho dedicato tanti post a Wonder Woman, ma a quanto pare in questo periodo continua ad essere un argomento "caldo", anche se i media italiani continuano a darle pochissimo spazio... E, curiosamente, quelli dedicati ai fumetti sembrano quelli meno interessati a riportare quello che è avvenuto dalle parti dell'ONU...

D'altre parte siamo in Italia, e le discussioni inerenti alla parità di genere non interessano a nessuno, giusto?

Ad ogni modo, come era stato annunciato, lo scorso venerdì Wonder Woman è stata davvero nominata Ambasciatrice Onoraria delle Nazioni Unite per la parità di genere, e per ritirare questa onorificenza c'erano una rappresentanza femminile della dirigenza DC Comics e, come annunciato, Lynda Carter e Gal Gadot (che hanno impersonato Wonder Woman sul piccolo e sul grande schermo)...

Alla fine le due, e in particolare Lynda Carter, hanno anche potuto intervenire per spiegare perchè e percome Wonder Woman può essere considerata un simbolo dell'emancipazione femminile degno di rappresentare questo ideale in tutto il mondo...

Ironia della sorte, mentre Lynda Carter spiegava che uno dei meriti di Wonder Woman è stato proprio quello di dimostrare che una donna poteva avere delle capacità che vanno al di là della sua bellezza e della sua grazia, gli uscieri delle Nazioni Unite cercavano di tenere a bada un gruppo di femministe scatenate che sono entrate in sala per protestare...
Inoltre è già partita una raccolta di firme per far ritirare la nomina di Wonder Woman...

La polemica verterebbe soprattutto su alcuni punti:

1) Wonder Woman non è una donna reale, e i diritti delle donne reali andrebbero rappresentati da una donna reale...

2) Storicamente è nota per indossare un costume che esalta le sue grazie e lascia parte buona parte del suo corpo (!)...

3) Il suo costume si ispira alla bandiera degli USA...

4) É troppo "bianca" per rappresentare tutte le donne del mondo...

Premesso che ogni parere è legittimo, anche se io sono un po' di parte penso che chi protesta per queste ragioni non abbia mai letto con continuità il fumetto di Wonder Woman, non conosca il personaggio e soprattutto non abbia idea di cosa rappresenti.

Visto che:

1) Wonder Woman è stata scelta in quanto simbolo dell'emancipazione femminile...

2) Il suo costume esalta il corpo femminile nella stessa misura in cui le aderenti tutine dei supereroi esaltano quello maschile, e comunque le femministe degli anni Settanta lo consideravano un punto a suo favore, tant'è che quando la DC Comics la fornì di abiti femminili standard furono proprio loro a spingere per farla tornare alle origini...

3) Al di là del fatto che col tempo i riferimenti alla bandiera americana sono diventati sempre meno evidenti, sarebbe bene ricordare che - come chi conosce la storia del personaggio sa bene - furono determinati dal fatto che Wonder Woman era stata concepita durante la Seconda Guerra Mondiale... E in quel periodo buona parte dei supereroi USA erano delle bandiere ambulanti (vedi Capitan America). Ad ogni modo se Wonder Woman ha continuato ad utilizzare una certa simbologia, almeno in parte, ci sono state delle ragioni che sarebbe bene analizzare in maniera meno superficiale, anche perchè fior fior di sceneggiatori si sono ingegnati per superare l'approccio propagandistico delle origini...

4) A prescindere dal fatto che è ridicolo fare del razzismo al contrario, bisogna ricordare che Wonder Woman NON ha origini americane, ma greche, e a ben guardare - se una persona si prendesse la briga di studiare un po' la sua complessa "mitologia" - scoprirebbe che proviene da un'isola comunque multietnica, che affonda le sue radici nella leggenda della amazzoni e della loro società matriarcale...

Quindi verrebbe tanto da pensare chi chi protesta per la scelta di Wonder Woman non si sia documentato/a a sufficienza, o che magari voglia sfruttare questa cosa per avere un po' di visibilità... Sempre ammesso che non si tratti di persone che sentono la necessità di protestare solo per il gusto di farlo (e purtroppo le persone di questo tipo abbondano sempre)...

Per quel che mi riguarda l'unica obiezione che potrei sollevare è che ci sono nazioni in cui Wonder Woman è una perfetta sconosciuta (anche solo perchè i fumetti non sono un media di riferimento per la popolazione locale), e/o in cui l'impatto culturale di questa scelta potrebbe essere pressochè nullo... Anche se è facile immaginare che in queste nazioni qualsiasi scelta dell'ONU per portare avanti il discorso della parità di genere avrebbe avuto ben poca eco, quindi anche questa polemica è un po' fine a se stessa...

A riprova del fatto che chi si lamenta in particolare del costume di Wonder Woman è un po' sprovveduto, comunque, c'è da dire che la politica degli editori americani in fatto di rappresentazione del corpo femminile è diventata sempre più severa... E ultimamente c'è una gran una quantità di copertine che vengono ritirate/sostituite/censurate ancor prima di essere pubblicate se c'è anche solo il vago sospetto che possano risultare offensive per la dignità femminile.

Tant'è che lo scorso luglio il disegnatore Frank Cho si è imbufalito proprio dopo l'ennesima critica ad una delle sue copertine di Wonder Woman, ritenuta troppo provocante dai curatori della serie, e ha interrotto la sua collaborazione col personaggio... Pare che la copertina in questione fosse quella qui sotto, in cui si intravedono le mutande di Wonder Woman...

Una copertina che poi è stata appositamente "tagliata" per la pubblicazione, anche se il rimedio l'ha resa leggermente più maliziosa dell'originale...

Quindi tutto si può dire, tranne che la casa editrice di Wonder Woman voglia oggettificare il suo corpo... Anche se in compenso, nella nuova graphic novel scritta e (splendidamente) dipinta da Jill Thompson, l'ennesima versione alternativa della principessa amazzone finalmente concede il suo primo bacio saffico ad una compagna caduta...
Quindi diciamo pure che viviamo in un periodo abbastanza contraddittorio, che a fronte di una maggiore libertà concessa ad alcune tematiche tende ad essere più repressivo nei confronti di alcune scelte estetiche... E Wonder Woman non è nemmeno l'unico esempio... Pochi giorni fa la MARVEL si è sentita in dovere di sostituire una delle copertine previste per il numero uno della serie INVINCIBLE IRON MAN... Perchè presentava la nuova Iron Man (che ovviamente, in quanto donna, non si chiamera Iron Man, ma Iron Heart) in maniera troppo sexy... Soprattutto considerando che si tratta di una quindicenne...

La copertina sexy in questione è quella che vedete qui sotto...

Pare che il problema fosse relativo all'accessiva definizione del seno e alla posa... Tuttavia credo che il nocciolo del problema sia che gli editori americani, dopo decenni in cui fondamentalmente se ne sono strafregati dell'oggettificazione del corpo femminile, ultimamente si sono resi conto che il pubblico femminile rappresenta un bacino estremamente interessante... E quindi ora sono ossessionati dall'idea di corteggiarlo e di non contrariarlo... A maggior ragione quando questo pubblico è parzialmente sovrapponibile a  minoranze di vario tipo...

Tant'è che una delle versioni variant della copertina di cui sopra rappresenta la protagonista in compagnia di Ariell Johnson, la prima afroamericana titolare di una fumetteria della East Coast (di lei avevo già parlato QUI)...

Quindi diciamo pure che la situazione è in continua evoluzione, e probabilmente offirrà ancora molti spunti di discussione... Ad ogni modo, in questo contesto, è evidente che solo chi NON conosce la situazione odierna del fumetto americano può dire che Wonder Woman non è adatta ad essere testimonial della parità di genere per l'ONU... Tantopiù che la locandina scelta dalla DC Comics per l'evento (disegnata da Nicola Scott) rappresenta perfettamente lo spirito e la dignità della Wonder Woman di oggi, ed è praticamente inattaccabile...


D'altra parte, come dicevo all'inizio, la gente che ha l'esigenza di protestare per il solo gusto di farlo abbonda sempre... E finisce inevitabilmente per rubare la scena alle cose veramente importanti...

Ma tant'è..

Alla prossima!

lunedì 24 ottobre 2016

CONTRADDIZIONI PROGRAMMATICHE...

Ciao a tutti, come va?

Con il classico ritardo è stato reso disponibile il programma ufficiale di LUCCA COMICS & GAMES 2016... E siccome questa edizione, grazie ai ponti, consterà di ben cinque giornate, sulla sezione dedicata del sito ufficiale sono state necessarie ben 79 pagine per inserire tutti gli eventi previsti... 29 delle quali solo per gli incontri (il tutto è consultabile CLICCANDO QUI).

Così mi sono detto che poteva essere interessante scartabellare per bene tutto, onde verificare se - almeno quest'anno - ci sarebbe stata qualche sorpresa dal punto di vista dei contenuti LGBT... Che ovviamente non c'è stata...

Termini come gay, lesbica o LGBT non compaiono da nessuna parte, e considerando che siamo nel 2016, e che le manifestazioni internazionali con cui LUCCA COMICS & GAMES vorrebbe competere considerano imprescindibili gli approndimenti su questi temi, la situazione inizia ad essere davvero irritante...

Tantopiù che, a ben guardare, quest'anno l'esclusione di certi argomenti risulta particolarmente imbarazzante alla luce di alcuni incontri a cui invece viene dato spazio senza problemi... Primo fra tutti quello con Rocco Siffredi (e di cui non credo di capire il senso), previsto il 29 ottobre alle ore 17.00... Io non ho niente contro Rocco Siffredi, per carità, ma davvero non capisco cosa potrebbe avere a che fare lui con una manifestazione del genere... Anche perchè nel programma di cui sopra non viene nemmeno detto per quale motivo è stato organizzato un incontro con lui...

Ad ogni modo, quest'anno, ci saranno anche diversi incontri dedicati a Milo Manara (l'autore che, non mi stancherò mai di ripeterlo, in questo periodo va molto orgoglioso dei volumi su Caravaggio in versione etero che sta portando avanti... Anche se analizzando la documentazione storica, che trovate CLICCANDO QUI, emerge che Caravaggio era tutto fuorchè esclusivamente etero)... E la cosa tragicomica, se vogliamo, è che la contemporanea presenza a Lucca del disegnatore americano Frank Cho darà la possibilità di presentare almeno un incontro dedicato alla rappresentazione della femminilità nei fumetti... In cui SICURAMENTE si toccherà il problema della censura (visto che proprio Frank Cho, con ironia e caparbietà,  ha sostenuto caldamente Manara dopo le critiche ricevute con la sua copertina dedicata a Spider-Woman, e di questa storia ne ho parlato QUI)...




Quindi, per uno strano scherzo del destino, alla fine si parlerà in diverse occasioni di censura ed erotismo in una manifestazione che, anche quest'anno, non ha voluto in alcun modo affrontare il discorso delle tematiche LGBT nei fumetti, men che meno dal punto di vista erotico...
 
Se poi si volesse considerare il fatto che si parla di una manifestazione che durerà ben cinque giorni, l'assenza delle tematiche LGBT assume dei contorni ancora più indisponenti, dato che - nel programma di cui sopra - si sono tappati tanti buchi piazzando incontri di cui, sinceramente, non si capisce il senso. Ad esempio: perchè mettere in scaletta un incontro sugli Haiku giapponesi? Saranno pure una forma di poesia bellissima, ma a che pro dedicargli un incontro a LUCCA COMICS & GAMES? Solo perchè i manga arrivano dal Giappone e quindi tutto quello che ha a che fare con la cultura giapponese può servire da tappabuchi?

E di esempi come questo, guardando il programma, se ne trovano diversi...

E spulciandolo per bene si scopre che quest'anno il cantante Immanuel Casto verrà solo per presentare l'ultima espansione del suo gioco di strategia SQUILLO... Visto che, evidentemente, dopo i problemi di censura musicale avuti a Lucca l'anno scorso (CLICCATE QUI), stavolta ha preferito evitare direttamente il rischio di farsi venire il sangue amaro...

E, ancora una volta, fa un po' pensare il fatto che - per un Immanuel Casto che evidentemente non viene lasciato libero di esibirsi - a Lucca verrà dato spazio ad un incontro in cui il fumettista Miguel Angel Martin (foto sotto) presenta la sua ultima raccolta in lingua italiana, che tra l'altro approfondirà in maniera molto dettagliata le traversie che i suoi fumetti hanno dovuto subire in Italia negli anni Novanta, fra sequestri e processi (ne ho parlato anche io QUI)...

Inoltre, come se tutto ciò non  bastasse, quest'anno a Lucca ci sarà anche un incontro sui tascabili erotici italiani nati negli anni Sessanta... E può essere interessante notare che questo incontro viene proposto direttamente dall'organizzazione di LUCCA COMICS & GAMES... Quindi, considerando che per parlare dei tascabili erotici italiani (quelli in cui gli omosessuali erano presentati quasi sempre ad uso e consumo dei peggiori stereotipi dell'epoca) lo spazio si è trovato, ma per fare il punto sulla rappresentazione sull'omosessualità nei fumetti italiani no, la sensazione è che effettivamente ci sia qualche problemino a monte...

E in tutto questo non si può nemmeno considerare l'attenuante che potrebbe essere rappresentata dal fatto che a LUCCA COMICS & GAMES non c'è spazio per le minoranze in generale... Dato che quest'anno, ad esempio, Pagine Ebraiche (il giornale dell'ebraismo italiano) presenta il settimo dossier Comics&Jews, dedicato al rapporto fra il fumetto e la cultura ebraica. Certo: in questo caso l'iniziativa è partita dai diretti interessati, tuttavia penso che a suo modo sia la proverbiale ciliegina sulla torta.

Anche perchè, ripeto, quest'anno ci saranno una serie di incontri di cui davvero non si capisce il senso... Come ad esempio quello in cui il cantante J-Ax ripercorrerà le tappe del suo successo... Poniamo anche che sia un esempio di nerd di successo, ma - al di là del fatto che è un nerd - che cosa ha a che fare lui con LUCCA COMICS & GAMES?

Forse sbaglio, ma credo che se questo programma di incontri finisse fra le mani di chi frequenta abitualmente le principali manifestazioni americane legate all'immagnario POP (tipo quelle di San Diego o New York), rimarrebbe perlomeno interdetto... Se non altro perchè più passano gli anni e più la manifestazione di Lucca sta assumendo la forma di un carrozzone su cui può salire chiunque, a patto che - ovviamente - non comprometta un certo tipo di immagine che l'organizzazione vuole mantenere... 

Un'immagine che, a quanto pare, usa due pesi e due misure quando ci sono di mezzo determinati tipi di argomenti...

Tant'è che, ancora una volta, nel programma sono presenti degli incontri che puntano l'attenzione su personaggi in disarmo come Braccio di Ferro e L'Uomo Mascherato... 

Davvero c'è qualcuno pensa che l'Uomo Mascherato sia un personaggio che merita ancora tutto questo spazio in una manifestazione di questo tipo? Dopotutto, al momento, la sua popolarità in Italia è talmente bassa che non vengono nemmeno proposte le storie attualmente prodotte negli USA...

Eppure all'Uomo Mascherato lo spazio viene garantito, mentre a determinati tipi di argomenti - di cui peraltro in Italia si parla molto - no.

Sinceramente non saprei che pensare... E, se dovessi basarmi su un programma del genere, a LUCCA COMICS & GAMES quest'anno non ci metterei piede per una questione di principio... 

Ad ogni modo vedremo per quanto tempo ancora una situazione del genere potrà andare avanti indisturbata... Anche perchè LUCCA COMICS & GAMES non si tiene in una realtà parallela dove non esistono le persone omosessuali, le tematiche LGBT e i visitatori di un certo tipo che vorrebbero sentirsi maggiormente rappresentati...

Quindi non è detto che prima o poi queste criticità non facciano sentire il loro peso.

Alla prossima.

venerdì 21 ottobre 2016

MEDICI IN PRIMA LINEA?

Ciao a tutti, come va?

Oggi volevo giusto fare il punto su una serie televisiva a sfondo storico di cui si è discusso parecchio in questi giorni... E cioè I MEDICI, che con i primi due episodi trasmessi su RAI UNO lo scorso martedì ha mantenuto uno share che non è mai sceso sotto al 28,9% (con punte del 31,1%). Ne parlo qui perchè, nonostante ci sia lo zampino della RAI (si tratta di una co-produzione con il Regno Unito), pare che in questo serial si accennerà alla questione dell'omosessualità nel Rinascimento... E lo si farà anche attraverso personaggi famosi come l'artista Donato di Niccolò di Betto Bardi, meglio noto come Donatello (Firenze,1386-1466), che in questa serie è interpretato da Ben Starr e viene sorpreso a letto con uno dei suoi amanti...

Una manciata di secondi in tutto, ma tanto è bastato per far gridare al miracolo... Soprattutto considerando la lunga tradizione di serie RAI a base di preti, maestri, dottori e forze dell'ordine varie... E infatti qualcuno ha già parlato di un punto di svolta epocale, anche perchè fino all'altro giorno la RAI censurava in prima serata le scene gay ne Le regole del delitto perfetto (CLICCATE QUI).

Ad ogni modo varrebbe la pena di analizzare la situazione senza lasciarsi trasportare troppo da facili entusiasmi... Anche solo per evitare eventuali brutte sorprese in futuro.

Intanto bisogna considerare che, in questa serie, l'apporto creativo della RAI è molto relativo (dato che, più che altro, si occupa della distribuzione), mentre la produzione vera e propria è affidata a
Tant'è che gli ideatori del progetto sono Frank Spotnitz (direttore esecutivo della Big Light Productions) e Nicholas Meyer. Il primo ha all'attivo anche la scrittura di diverse serie di successo (tra cui, a titolo di esempio, una cinquantina di episodi di X-Files), e il secondo è un regista, sceneggiatore e romanziere attivo dalla fine degli anni Settanta (che, fra le altre cose, ha lavorato a diversi film di Star Trek)... E anche il regista Sergio Mimica-Gezzan non è italiano, bensì croato (e oltretutto è figlio d'arte del famoso regista croato Vatroslav Mimica)...

Che la RAI sia stata coinvolta per forza di cose, non foss'altro perchè una serie sulla famiglia Medici doveva essere girata in Italia, è un dato di fatto... Però diciamo pure che questa serie non è farina del suo sacco, e anche se la televisione di Stato italiana ha influito in qualche modo sulle scelte del cast e - forse - su qualche dettaglio della trama, il suo apporto è stato molto relativo.

Quindi parlare di rivoluzione in RAI, forse, è un po' prematuro. Anche perchè, per ora, la serie è stata trasmessa in anteprima mondiale SOLO dalla RAI, quindi noi non sappiamo ancora se nella trasmissione italiana sono già stati operati dei tagli e delle censure rispetto a quella internazionale... Dopotutto, una decina di anni fa, la RAI aveva partecipato alla realizzazione del serial ROME, che in Italia arrivò con tutti i nudi frontali maschili tagliati... E anche in quel caso si trattava di una co-produzione con il Regno Unito (e gli USA)...

Certo da ROME a I MEDICI sono passati alcuni anni, ma finchè I MEDICI non verrà trasmessa in altre nazioni non sarà possibile dire l'ultima parola...

Detto ciò è evidente che questo serial cerca, nei limiti del possibile, di giocare sugli elementi che hanno fatto la fortuna de IL TRONO DI SPADE (riciclando anche alcuni dei suoi attori), anche se - per tutta una serie di motivi - non ci riesce. Qualcuno sostiene che il suo approccio, eccessivamente sobrio, sia ormai stato superato dai serial di ultima generazione, ma probabilmente è meglio aspettare la fine delle otto puntate di questa prima stagione per tirare le somme...

In compenso è già possibile cercare di capire come e perchè in questo film sia comparso un Donatello in versione inequivocabilmente omosessuale... Nonostante della sua omosessualità si sia sempre parlato molto meno rispetto a quella di altri suoi celebri colleghi, come Leonardo e Michelangelo... E tra l'altro nella manciata di secondi in cui viene sorpreso col suo amante si accenna anche alla legge contro la sodomia che era in vigore nella Firenze dell'epoca.

Sembrano dettagli da poco, ma forse andrebbero inquadrati in un contesto un po' più ampio, soprattutto alla luce del tabù che sembra regnare sovrano quando in Italia si parla degli artisti che l'hanno resa celebre in tutto il mondo... Quasi come se la loro eventuale omosessualità, o bisessualità, fosse una specie di onta e/o un motivo di imbarazzo.

La cosa interessante, secondo me, è che questo atteggiamento è prettamente italiano... Però, per fortuna, gli ideatori de I MEDICI non sono italiani e oltretutto hanno a disposizione una fornitissima bibliografia in lingua inglese che affronta l'argomento dell'omosessualità nel Rinascimento italiano, e - nello specifico - nella Firenze dei Medici.

Al momento non ho conferme, ma sono abbastanza convinto che una delle loro fonti di ispirazione principali (o perlomeno una delle loro fonti di documentazione), sia stato il bel saggio romanzato dello storico britannico Paul Strathern, e cioè "The Medici: Godfathers of the Renaissance" (da cui è stato tratto anche un bel documentario)... 

In questo libro, pubblicato nel 2003 (e, ovviamente, mai tradotto in italiano), l'autore sostiene senza mezze misure che Donatello fosse omosessuale, analizzando alcune cronache dell'epoca e in particolare i "Detti Piacevoli" di Angelo "Poliziano" Ambrogini (1454 – 1494). Questi aneddoti, che andrebbero interpretati considerando il gergo dell'epoca, descrivono un Donatello che sceglieva i suoi garzoni e i suoi apprendisti in base alla loro bellezza, e che ne era anche abbastanza geloso. Infatti era solito sporcarli di fuliggine prima di farli uscire di casa, per farli sembrare meno desiderabili. Un aneddoto, in particolare, racconta di come avesse litigato con uno dei suoi garzoni e questi fosse fuggito a Ferrara: Donatello chiese a Cosimo De' Medici di ottenerne l'estradizione, per potergli dare una lezione, e venne accontentato... Tuttavia quando rivide il suo garzone i due cominciarono a ridere l'uno dell'altro e si riconciliarono... E a quanto pare "ridere", in quel periodo, era sinonimo di fare sesso...

Per conoscere meglio i "Detti Piacevoli" di Poliziano (che, tra l'altro, raccontano di come il pittore Botticelli stesse fisicamente male anche solo all'idea di fare sesso con con una donna) potete CLICCARE QUI...

Comunque, riguardo alla politica di Firenze in fatto di sodomia e omosessualità, gli autori de I MEDICI possono avere a disposizione il bellissimo saggio in lingua inglese "Forbidden Friendships: Homosexuality and Male Culture in Renaissance Florence"... Una monumentale e certosina ricerca portata avanti da un ricercatore dell'Università di Harward,  Micheal Rocke... E se dico che è un saggio bellissimo lo dico a ragion veduta, perchè ce l'ho. Centinaia e centinaia di pagine in cui viene snocciolata tutta la questione nei minimi dettagli, con tutti i carteggi dei processi e delle relative sentenze... E con un'analisi interessantissima delle abitudini e dei comportamenti degli omosessuali fiorentini nel Rinascimento...

Ed è davvero surreale che un testo del genere sia disponibile in inglese, ma non non italiano... Anche perchè Micheal Rocke ha lavorato dal 1990 al 2015 presso la Biblioteca dell'Harvard University Center per gli studi sul Rinascimento italiano, che ha sede a Firenze (CLICCATE QUI), facendo ricerche soprattutto su temi legati all'omosessualità e all'omoerotismo...

Eppure, anche se il saggio risale ormai al 1996, non è mai stato tradotto nella nostra lingua... Anche se ormai, lo ammetto, quando c'è di mezzo il clima culturale italiano non mi stupisco più di nulla...

Ad ogni modo il testo di Micheal Rocke è davvero illuminante e pieno di informazioni... Ad esempio: lo sapevate che le punizioni per la sodomia passiva erano più lievi per gli under 20? E che la sodomia era una pratica gogliardica a cui si dovevano sottoporre i giovani a cui veniva "rubato" il cappello (all'epoca considerato un importante status symbol) per riaverlo indietro? Tra l'altro alla fine del libro ci sono delle fantastiche tabelle statistiche basate sui documenti dell'epoca... E così si scopre che la maggior parte dei processi per sodomia che si sono tenuti a Firenze fra il 1472 e il 1502 riguardavano chi lavorava in ambito tessile (15%), mentre gli artisti erano molti meno (1,7%)...

E, per la cronaca, pare proprio che la maggior parte dei casi di sodomia documentati in quel periodo riguardasse la parrocchia di San Lorenzo...

Tra l'altro le schedature dell'epoca erano davvero molto dettagliate, e in questo saggio ci sono anche una serie di tabelle che inquadrano i "sodomiti" fiorentini nel Rinascimento in base all'età, al ruolo durante l'amplesso e persino alla provenienza (il 10,3% dei casi riguardava "stranieri" o persone che arrivavano dalle città limitrofe, con una netta prevalenza dei pratesi, seguiti dai pisani e dai montelupini)...

Quindi diciamo pure che se ne I MEDICI vorranno affrontare ancora l'argomento il materiale non gli mancherà... E sicuramente gli converebbe affrontarlo, visto che ormai è considerato un tema di cui i serial di ultima generazione (e ancor più se vogliono agguantare il pubblico de IL TRONO DI SPADE) non possono proprio fare a meno.

In tutto ciò, comunque, è bene notare anche che questa è la prima co-produzione RAI che - seppur con tutti i limiti del caso - ha mostrato due uomini a letto assieme... E per giunta ha ammesso che uno dei più grandi artisti del Rinascimento era omosessuale... Non che a guardare certi suoi lavori ci fossero molti dubbi, ma si tratta comunque di una piccola conquista...

Una conquista che, a quanto pare, non può ancora dirsi raggiunta dai fumetti prodotti in Italia, visto che - giusto per fare un esempio - è ancora in corso d'opera una serie di volumi su Caravaggio realizzati da Milo Manara in cui l'aspetto omosessuale dell'artista è stato del tutto rimosso con delle scuse pretestuose (CLICCATE QUI)...

Ad ogni modo se persino in RAI si sono dovuti fare una ragione del fatto che non solo l'omosessualità non è più un tabù, ma è anche un elemento narrativo che il pubblico di oggi reputa interessante (se non addirittura essenziale, in determinati contesti), forse varrebbe la pena di chiedersi quanto sia ancora conveniente parlarne poco e male...

Anche perchè si tratterebbe di una domanda retorica.

Alla prossima...

AGGIORNAMENTO IMPORTANTE 

Dopo la pubblicazione di questo post si è fatto avanti uno dei miei contatti facebook, che ha delle informazioni di prima mano, e mi ha rivelato alcuni dettagli interessanti. Lui vuole rimanere anonimo, ma vi riporto comunque quello che mi ha scritto e poi giudicherete voi:

"Hola, ti do una chicca sui medici
Ero presente come comparsa su un set della prima puntata credo
La Lux vibe pare produca anche don matteo e altre fiction religiose
Si diceva sul set fossero molto vicini al vaticano
Ma adesso ti do una piccola chicca
Tienimi anonimo
Una delle scene che ho visto
Un riccone vizioso che inseguiva due prostitute all'arrivo dei medici
Cossa mi pare si chiamasse
È stato girata in tre versioni differenti a seconda dello Stato in cui verrà trasmesso
Donnine vestite
Donnine seminude
Donnine tutte ignude
Indovina quale scena verrà trasmessa dove 😉
Salutoni, mi raccomando l'anonimato
Mi sa che come sospettavi ci saranno adattamenti diversi a seconda del paese..."


A questo punto, se si son fatti problemi con le donnine, sono molto curioso di verificare cosa è successo con le scene a tematica gay...

Staremo a vedere...

mercoledì 19 ottobre 2016

AMBASCIATOR NON PORTA PENE...

Ciao a tutti, come va?
Ultimamente sto parlando spesso di Wonder Woman, e in effetti una cosa del genere me la sarei aspettata... Anche solo per il fatto che - al di là delle prese di posizione gay friendly dei suoi attuali sceneggiatori - quest'anno avrebbe compiuto i suoi primi 75 anni, e avevo messo in conto che ci sarebbero state delle iniziative celebrative... Tipo la serie di quattro francobolli speciali che vedete qui sotto, realizzata dalle poste degli Stati Uniti...

Quello che non mi aspettavo, però, è ciò che si verificherà questa settimana... Tant'è che finora non ne avevo parlato su questo blog per paura che la notizia si potesse rivelare l'ennesima bufala che circolava a piede libero nel web... E invece, a quanto pare, sembra proprio confermato da più fronti che - venerdì 21 ottobre 2016  - Wonder Woman verrà nominata ambasciatrice onoraria per i diritti delle donne... Dalle Nazioni Unite! Che hanno deciso di istituire un Wonder Woman Day proprio a partire da questo 21 ottobre...

Non è ben chiaro da chi sia partita l'idea, ma si sa per certo che la cerimonia ufficiale per questa nomina molto particolare si terrà a New York, che sarà presente il Segretario Generale Ban Ki-moon, e che - in vece di Wonder Woman - ci saranno l'attuale Presidente della DC Comics, Diane Nelson (foto sotto) e l'attrice Lynda Carter, che ha fatto conoscere il personaggio in tutto il mondo con il serial TV degli anni Settanta. Si parla anche di una possibile presenza di Gal Gadot, la prima Wonder Woman cinematografica.

A dire la verità questa decisione ha colto un po' tutti impreparati, anche se le Nazioni Unite non sono del tutto nuove a scelte del genere. Infatti nel 1998 avevano scelto Winne The Pooh come Ambasciatore Onorario del Giorno dell'Amicizia (che si celebra il 30 luglio) e proprio quest'anno hanno nominato Ambasciatori Onorari della Giornata della Felicità (il 20 marzo) i personaggi del popolare videogioco Hungry Birds...

Nel caso di Wonder Woman, però la situazione è leggermente diversa, visto che non va a rappresentare un ideale più o meno astratto, ma uno degli obbiettivi per cui lavorano le Nazioni Unite, e cioè il raggiungimento della parità di genere e il potenziamento della condizione femminile in tutto il mondo (CLICCATE QUI). E quindi la scelta di Wonder Woman, volendo, acquista un valore particolare alla luce del fatto che è anche considerata un'icona gay e che da poco le è stato riconosciuto ufficialmente lo status di personaggio bisessuale... O perlomeno dall'orientamento sessuale fluido (e siccome nelle scorse settimane ne ho parlato molto, quindi non tornerò sull'argomento)...

Sul ruolo simbolico di Wonder Woman, da 75 anni a questa parte, non si discute... Tuttavia le femministe hanno avuto da ridire sul fatto che, con tutte le donne reali che avrebbero potuto essere nominate ambasciatrici ONU, si sia scelta una donna immaginaria... Contestazione comprensibile, anche se - in effetti - Wonder Woman forse è stata scelta proprio perchè non è reale, ma è un simbolo che rappresenta degli ideali precisi. Degli ideali che - come lei - dovrebbero essere immortali... E che, in effetti, sono anche gli ideali che stanno alla base della lotta alla discriminazione di genere e all'omofobia...

E a questo punto il fatto che Wonder Woman, in Italia, non abbia mai avuto una grande fortuna editoriale dovrebbe farci riflettere tutti...

Alla prossima.

lunedì 17 ottobre 2016

NUMERI A CONFRONTO...

Ciao a tutti, come va?

Pochi giorni fa La Repubblica ha dedicato un breve articolo alla situazione economica del fumetto in Italia (CLICCATE QUI), e i dati che mette sul tavolo meritano una piccola analisi...

Molto in sintesi, La Repubblica riporta che:

1) L'Italia è il quarto paese al mondo per il giro di affari legato ai fumetti (anche se al riguardo ho qualche dubbio, ma tant'è). Infatti con i suoi 200.000.000 di euro annui arriva dopo Francia (495 milioni), USA (840 milioni) e Giappone (4 miliardi). E arriva appena prima della Spagna (90 milioni di euro). In Italia i fumetti rappresentano il 10% del mercato editoriale nel suo insieme.

2) In Italia ci sono 3600 librerie di varia, che con la loro sezione dedicata ai fumetti hanno contribuito per 9.600.000 euro al fatturato complessivo, che nel 2015 è aumentato del 37% rispetto al 2014.

3) In Italia, comunque, il grosso delle vendite di fumetti avviene ancora nelle nostre 30.000 edicole (caso ormai unico nel mondo occidentale) e, in maniera più relativa, nelle 200/300 fumetterie sparse nel territorio nazionale.

Alla luce di questi dati, in effetti, gli spunti di riflessione non mancano.

La prima cosa che mi viene da pensare è che, anche se l'Italia è al quarto posto nella classifica mondiale (sempre che sia vero), fattura comunque meno della metà della Francia che è al terzo posto, e meno di 1/4 di chi sta al secondo posto (gli USA). C'è da dire che in Francia buona parte dei fumetti vengono venduti in edizioni cartonate da libreria, e quindi i prezzi dei singoli fumetti sono mediamente più alti rispetto ai nostri. Tuttavia è un dato di fatto che i francesi, in fatto di fumetti, siano disposti a spendere più soldi degli italiani. Il che, intuitivamente, porterebbe a pensare che i fumetti prodotti in Francia sono più vicini ai gusti dei francesi di quanto i fumetti italiani non siano vicini ai gusti del loro pubblico di riferimento...

Ad ogni modo è un dato di fatto anche che il mercato USA, che pure negli ultimi anni ha avuto vari alti e bassi, continua a fare numeri interessanti... Soprattutto considerando che - a differenza di quanto avviene in altre parti del mondo - ormai è concentrato nelle fumetterie, e le fumetterie - negli USA - determinano le sorti del mercato attraverso prenotazioni e prevendite... Peraltro fatte su serie che, in buona parte dei casi, vengono poi pubblicate sotto forma di raccolte per il circuito delle librerie, costituendo di fatto un mercato parallelo rispetto a quello delle fumetterie: un mercato che spesso ha anche un pubblico diverso (e più ampio, considerando il crescente successo delle librerie online come AMAZON). Per capire un po' meglio questo meccanismo vi rimando all'articolo che trovate CLICCANDO QUI.

Curiosamente il Giappone, che in fatto di fumetti ha un fatturato superiore di venti volte a quello italiano, ha comunque la situazione più simile a quella del nostro paese dal punto di vista della distribuzione. Nel senso che la maggior parte dei fumetti viene ancora prepubblicata su carta economica e in bianco e nero, su riviste che vengono distribuite anche nelle edicole e nei convenience store (mini empori in stile autogrill dove si trove di tutto e che sono aperti giorno e notte). Solo successivamente le singole serie sono raccolte in volumetti distribuiti nel circuito delle fumetterie (ne ho parlato nel dettaglio QUI). Quindi è particolarmente interessante notare come la differenza fra il mercato giapponese e quello italiano, nonostante un punto di partenza relativamente simile, sia così abissale... Anche se non è un segreto per nessuno il fatto che in Giappone - fin dagli anni Cinquanta - il primo obbiettivo dei manga è sempre stato quello di incontrare i gusti del pubblico... E non certo quello di tenersi buone le lobby di potere - e in particolare quelle conservatrici - per evitare ritorsioni di vario tipo, come invece accade da noi...

Il dato più interessante, comunque, è sicuramente quello relativo alle vendite dei fumetti nelle librerie italiane. Nel senso che, mentre si piangono lacrime di sangue per il calo delle vendite dei fumetti nelle edicole, nelle librerie di varia (che pure in Italia sono circa 1/10 delle edicole) questo settore ha avuto un incremento del 37% in un anno.

Cosa vorrà dire?

Tecnicamente i fumetti in libreria sono sempre stati venduti, a fasi alterne, ma fino a qualche anno fa i fumetti che si vendevano nelle librerie italiane di varia erano ristampe o raccolte di cose già viste (in versione economica e/o in versione superlusso). Però, da qualche anno, le librerie sono diventate anche un circuito distributivo in cui gli editori - soprattutto quelli medio piccoli - hanno iniziato a puntare anche e soprattutto per proporre materiale inedito. Tutte cose reperibili anche in fumetteria, ma che - a differenza delle fumetterie - nelle librerie ppossono essere intercettate da un pubblico occasionale che non necessariamente frequenta le fumetterie...

E questo sicuramente ha aiutato.

Tuttavia è probabile che ci sia anche dell'altro. Nel senso che, obbiettivamente, una buona parte dei fumetti che arrivano nel circuito delle librerie di varia non arriva nelle edicole... O meglio: tratta temi, generi e autori che gli editori che arrivano nelle edicole italiane, generalmente, si rifiutano di trattare. Che poi questi editori, ultimamente, si siano resi conto che vale la pena di investire sul circuito delle librerie, ripresentando i loro titoli in una nuova edizione, non cambia il fatto che le librerie sono  state colonizzate (e valorizzate) da fumetti e case editrici che in edicola, generalmente, non si trovano.... E che, guarda caso, hanno portato ad un incremento delle vendite del 37% in un anno.

E non bisogna essere dei geni per intuire che, probabilmente, fra le due cose c'è un collegamento. Nel senso che, se i fumetti che si trovano in libreria (che tra l'altro sono mediamente più cari di quelli che arrivano in edicola), si vendono sempre di più forse è anche una questione di contenuti.

Tant'è che lo scorso aprile, alla Feltrinelli di Roma, per l'anteprima serale del nuovo libro di Zerocalcare c'erano in fila 700 persone...

Cosa succederebbe se certi contenuti, che per ora sono variamente distribuiti in 3600 librerie, trovassero uno spazio fisso anche nelle 30.000 edicole del nostro paese? Ci sarebbe un incremento di fatturato del 37% annuo anche in questo circuito distributivo?

Giusto per fare un esempio: i fumetti italiani a tematica LGBT sono praticamente assenti dal circuito delle edicole (mentre la tematica LGBT viene ancora trattata in maniera anacronistica), ma da qualche anno iniziano a ritagliarsi una nicchia negli scaffali delle librerie (e, ovviamente, delle fumetterie). Se tematiche di questo tipo, intese nel senso moderno e non stereotipato del termine, avessero libero accesso anche nelle edicole siamo davvero sicuri che non contribuirebbero a movimentare la situazione...?

Ovviamente non sto dicendo che quel 37% in più del fatturato nelle librerie è stato determinato solo dai fumetti con tematiche LGBT... Tuttavia direi che la varietà dei temi e degli stimoli non è un fattore da sottovalutare, soprattutto se si torna a fare dei paragoni con la situazione giapponese di cui sopra... Dove, ad esempio, i fumetti a tematica gay di Gengoroh Tagame (o perlomeno quelli soft che parlano di famiglie omogenitoriali) hanno trovato posto su una rivista di manga per tutti, che arriva nelle edicole e nei convenience store... E dove, per inciso, i lettori sono tenuti a votare le storie di mese in mese per garantirne la prosecuzione (o determinarne la sostituzione).


Se poi si volesse dare un'occhiata al mercato statunitense, dove i lettori determinano il successo di un nuovo titolo tramite preordini fatti sulla fiducia, direi che è molto interessante notare che quest'anno - oltre al grande successo della DC comics rappresentato dalle oltre 400.000 copie del primo numero di Harley Quinn (ne ho parlato nel dettaglio QUI) - ci sono stati gli oltre 400.000 ordini relativi al primo numero della nuova serie MARVEL intitolata THE CHAMPIONS... E cioè il nuovo supergruppo della casa editrice: tutti supereroi adolescenti e/o appartenenti a minoranze etniche e/o religiose... Il nuovo Hulk koreano, la nuova Miss Marvel musulmana, il nuovo Spider-Man afroamericano e via dicendo... E considerando che nessuno di questi eroi ha alle spalle gli anni di carriera di Harley Quinn, e men che meno può contare sul traino di un film per il grande schermo come SUICIDE SQUAD, direi che il successo di THE CHAMPIONS andrebbe sicuramente preso seriamente in esame da tutti quelli che si occupano di editoria a fumetti... Anche e soprattutto in Italia... Visto che ormai i lettori - soprattutto quelli più giovani - vivono in un contesto in cui i gusti e le sensibilità si stanno globalizzando sempre di  più...

Il che mi porta a una domanda (ovviamente retorica): quanti fumetti prodotti in Italia hanno protagonisti under 20 e/o che affrontano in maniera continuativa - e moderna - il tema delle minoranze?

Tra l'altro è molto curioso il fatto che, nel nostro paese, i grandi editori di fumetti che si stanno interessando al mercato delle librerie non abbiano ancora capito che il grande potenziale di questo circuito si esprime proprio attraverso la proposta di materiale inedito e/o di un genere che abitualmente non riesce a trovare spazio in edicola... E infatti continuano a riproporre cose che si sono già viste e straviste... Magari per dare una seconda possibilità a dei titoli che in edicola non sono andati troppo bene. Anche se poi, più che nuovo pubblico, finiscono per intercettare i collezionisti all'ultimo stadio...

Cosa che, peraltro, inizia ad accadere anche nel settore degli allegati ai quotidiani.

A fine mese La Gazzetta dello Sport inizierà a proporre le raccolte della serie ORFANI della Bonelli, mentre la serie mensile non si è ancora del tutto conclusa... Su ORFANI erano stati investiti molti soldi (si parla di un budget iniziale di due milioni di euro), ma il risultato in termini di vendite è stato decisamente inferiore alle aspettative. Cercare di tamponare le perdite attraverso i diritti di pubblicazione delle ristampe ceduti alla Gazzetta dello Sport, che magari non è molto addentro a certe dinamiche e si fida dei suggerimenti della Bonelli, può anche avere senso in termini di rientro economico (per la Bonelli, non certo per la Gazzetta dello Sport), ma di certo non contribuirà a rianimare il mercato delle edicole... Senza contare che una proposta del genere, a così breve distanza dalla pubblicazione della prima edizione, è un mezzo suicidio... Soprattutto considerando che i lettori di ORFANI sono in caduta libera da mesi... E quindi tutta questa operazione di preannuncia come un clamoroso insuccesso, di quelli che potrebbero anche finire per compromettere il rapporto di fiducia fra La Gazzetta dello Sport e la Sergio Bonelli Editore...

Staremo a vedere.

Di certo le alternative non sarebbero mancate.

Sicuramente, dati alla mano, la situazione italiana si dimostra un po' anomala... Anche perchè il quadro generale è abbastanza chiaro, ma chi di dovere sembra non essere proprio in grado di accorgersene... O magari sceglie più o meno inconsciamente di non accorgersene, perchè teme di doversi assumere il carico di responsabilità che questa nuova consapevolezza porterebbe con sè...

Chissà...

Alla prossima.

mercoledì 12 ottobre 2016

WONDER WOMEN

Ciao a tutti, come va?

Oggi volevo aggiornarvi brevemente su quanto è avvenuto dopo che l'attuale sceneggiatore di Wonder Woman ha dichiarato che la bisessualità fa parte integrante del personaggio (ne ho parlato QUI). A quanto pare la suddetta dichiarazione ha suscitato reazioni contrastanti, e diciamo pure che ci sono state persone che l'hanno aspramente contestata, con qualcuno che è arrivato persino a rigirare l'intervista per cercare di dimostrare che lo sceneggiatore voleva dire l'esatto contrario, cioè che Wonder Woman era assolutamente e tradizionalmente eterosessuale (!)...

Fatto sta che qualcun altro ha avuto la bontà di ricontattare lo sceneggiatore Greg Rucka per avere ulteriori chiarimenti sulla questione e sulla sua gestione del personaggio (CLICCATE QUI), e ovviamente gli ha chiesto come ha giudicato le reazioni alle sue dichiarazioni sulla bisessualità di Wonder Woman...

A quanto pare tutto il polverone che si è sollevato ha stupito lui per primo, anche perchè era convinto di avere solo ribadito l'ovvio, tuttavia ha precisato il concetto dicendo che:

"Io sospetto che tutto questo casino sia causato da una minoranza di persone molto chiassose... Un po' come quelle che hanno gridato allo scandalo vedendo le nuove Ghostbusters al femminile, considerandole un attentato ai loro valori e al loro background culturale... Tutte persone che probabilmente neanche leggono (e conoscono) Wonder Woman.  Siamo nel 2016 e io ho risposto ad una domanda che mi hanno fatto. Punto. Però diciamo che sono stato sorpreso e al tempo stesso non lo sono stato, perchè se c'è il rischio che Trump diventi Presidente c'è un motivo... E quel motivo è che Trump convoglia le furia e la disperazione dei dinosauri che si stanno estinguendo... Ed è un fenomeno globale. Un numero crescente di persone si sta rendendo conto che il mondo sta cambiando, ma non lo accetta, e non accetta il fatto che dovrebbe rivedere il suo punto di vista e i suoi punti fermi. Non ha alcun senso che una persona dica "Io amo il personaggio di Wonder Woman, ma non accetto che possa amare consapevolmente chiunque voglia"... Se una persona non accetta questa cosa vuol dire che non ha capito il personaggio. Proprio per niente. "

E, come se tutto ciò non bastasse, questa discussione ha finito per coinvolgere Gal Gadot, l'attuale interprete di Wonder Woman al cinema, che in un'intervista a Variety ha detto:

"Non è un lato che abbiamo approfondito nel film, non è mai stato in progetto farlo. Ma basandosi sulle teorie delle donne di Themyscira e su quanto tempo effettivamente lei sia stata sull’isola, le dichiarazioni di Rucka potrebbero essere fondate. Wonder Woman, nel film, non dimostra di essere bisessuale, ma non perchè effettivamente non lo sia, quanto perchè ama indistintamente tutti gli esseri umani, specialmente la loro anima.”
E questo è quanto...

Ad ogni modo non si può nemmeno dire che il caso di Wonder Woman sia poi così isolato... Infatti alla DC Comics hanno annunciato da poco l'arrivo di una nuova serie dedicata a Batwoman, che - vi ricordo - è stata la prima supereroina dichiaratamente lesbica ad essere titolare di una propria testata...

Mentre alla MARVEL hanno deciso di concedere una serie alla nuova Miss America, alias America Chavez, la giovane supereroina lesbica (e un po' manesca) proveniente da una dimensione alternativa (in cui era nata in una famiglia composta da due mamme)...

Inoltre, siccome non c'è due senza tre, è stato da poco confermato che nel giugno 2017 vedrà finalmente la luce il sequel (a fumetti) della serie animata The Legend of Korra, che qualche hanno fa si era conclusa proprio con l'inizio della prima relazione omosessuale della protagonista (e della prima relazione lesbica mai comparsa in una serie animata per tutti)...

Quindi, alla fine, può anche essere che Greg Rucka abbia proprio ragione quando dice che i dinosauri in via d'estinzione fanno un gran baccano, ma che alla fine il mondo va avanti... Con o senza di loro.

Alla prossima.