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sabato 29 giugno 2013

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti, come va?
Il mese del Gay Pride è finito, e con esso la mia selezione speciale di brani di cantanti gay dichiarati che puntano sui risvolti più camp del mondo gay... Vi sono piaciuti? Non vi sono piaciuti? Li conoscevate? Non li conoscevate? Chissà...
Sia come sia concludo in bellezza presentandovi l'ultima fatica di Johnny McGovern, che rispetto al solito ha voluto essere un po' celebrativo anche lui, forse proprio perchè voleva uscire con il video a giugno, giusto in tempo per il Gay Pride.
Anche in questo caso parliamo di qualcuno che in Italia è stato sempre ampiamente snobbato, e che continua ad essere snobbato anche adesso che ha cambiato look. Sia come sia il brano che vi vado a proporre oggi parla di cosa rende gay un gay... Nel senso che essere gay non è solo una questione di sesso, ma proprio uno stile di vita allegro e positivo che bisogna condividere col mondo...
Come dargli torto? Ciao e alla prossima.

venerdì 28 giugno 2013

FESTEGGIAMO CON SESAME STREET

Ciao a tutti, come va?
Forse anche voi avrete sentito che la Corte Suprema americana ha appena stabilito che i matrimoni (civili) gay devono essere parificati in tutto e per tutto a quelli tradizionali. Questo vuol dire che oltre un migliaio di clausole che prima non potevano essere applicate automaticamente a causa della Legge per la Difesa del Matrimonio, firmata da Clinton negli anni 90, saranno valide dal momento in cui il matrimonio verrà celebrato. Di conseguenza, ad esempio,  se un italiano sposerà un cittadino americano (in uno stato americano in cui questo è consentito) automaticamente otterrà il diritto di cittadinanza. Niente male. E niente male neanche la copertina che il The New Yorker ha voluto dedicare all'evento sul numero della prossima settimana...
Li avete riconosciuti? Sono Ernie e Bert (in Italia anche noti come Berto ed Ernesto), i due muppets simbolo della storica trasmissione educativa per bambini SESAME STREET (che negli anni 70 arrivò in Italia come Sesamo Apriti), ma anche noti per essere indicati da sempre come un tipico esempio di cripto coppia gay. L'idea di avere scelto proprio due personaggi del genere per celebrare la sentenza è a sua volta carica di significati.
In primo luogo perchè si tratta di personaggi molto amati dai bambini, in secondo luogo perchè dimostra che i personaggi legati all'immaginario pop sono importanti quanto quelli reali, in terzo luogo perchè in questo modo hanno fatto una specie di coming out ufficioso.
Segno dei tempi che cambiano, perlomeno negli USA.

mercoledì 26 giugno 2013

LA SCICCHISSIMA SHEZOW

Ciao a tutti, come va?
Prima o poi una cosa del genere doveva succedere, e qualcosa mi dice che il fatto che sia successa proprio a giugno - il mese del Gay Pride - non sia esattamente un caso. A cosa mi riferisco? Dopo decenni in cui l'animazione seriale giapponese ha detenuto il monopolio per quel che riguarda i personaggi crossdressed (travestiti) e soprattutto i protagonisti coinvolti loro malgrado in situazioni ambigue, è arrivata una serie (co-prodotta da Canada e Australia) che sembra voler recuperare il tempo perduto... Infatti sto parlando di SheZow, che ha iniziato ad essere trasmessa negli USA proprio a partire dal primo giugno...
Di cosa stiamo parlando? La storia di questo cartone (che debuttò come cortometraggio addirittura nel 2007) è stata - probabilmente - il sogno proibito di tantissimi futuri gay. Infatti racconta di come un ragazzino di dodici anni di nome Guy Hamdon ottiene un anello che conferisce fantastici superpoteri, ma che è tarato per un possessore di sesso femminile... E questo significa che quando Guy lo utilizza finisce inevitabilmente per indossare i panni della scintillante SheZow.
Supereroina che, oltre ad avere un invidiabile armamentario pink kitch, a quanto pare ha anche un certo successo fra i ragazzi. La cosa carina è che, per ovvi motivi, Guy non può confessare questo imbarazzante segreto a nessuno (e infatti nessuno lo conosce, a parte sua sorella e il suo migliore amico), pena la morte sociale. Credo sia abbastanza evidente che un cartone del genere abbia una quantità di sottotesti decisamente notevole. Non foss'altro perchè SheZow è il primo personaggio dei cartoni animati che ha le maniche in leopardato rosa... LEOPARDATO ROSA! Per non parlare degli stivali col tacco dodici e del rossetto che si trasforma in spada...
Come potete immaginare la sua trasmissione negli USA ha innescato tutta una serie di critiche e polemiche spietatissime fra i conservatori... E qualcosa mi dice che molto difficilmente arriverà anche sugli schermi italiani (anche se la vedrei troppo bene con una sigla intepretata da Cristina D'Avena: "Vai ragazzino! Col gonnellino! Wo-Ohhh! Wo-Ohhh!"). Tuttavia questa serie sta già diventando un cult, e ho come la sensazione che da qui a poco sarà anche molto gettonata nel mondo del cosplay... E non solo in quello... Basta guardare la intro...
Per amor di verità, però, bisogna dire che questa idea non è proprio originalissima... Oltre dieci anni fa, proprio in Italia, Massimiliano De Giovanni e Jacopo Camagni avevano lavorato insieme ad un concept molto simile, a base di bambini delle elementari che si trasformavano nelle AMICHE GIUSTE... La versione crossdressed delle SUPERCHICCHE...
Come potete intuire, però, l'Italia di una dozzina di anni fa non era esattamente come l'Australia/Canada/USA di oggi, e dopo un paio di storie il progetto non ebbe seguito. E forse varrebbe la pena di riflettere su come tante belle idee in Italia arrivano prima, ma vengono stroncate sul nascere... Mentre all'estero possono essere coltivate come si deve.
Forse è il caso di prendere seriamente in considerazione un radicale cambio di strategia.
Alla prossima!

lunedì 24 giugno 2013

CONTRADDIZIONI VIDEOLUDICHE

Ciao a tutti, come va?
Una volta, anni e anni fa,  "sala giochi" non era sinonimo di casinò sotto mentite spoglie, ma richiamava alla mente l'idea dozzine di ragazzini smanettoni che si assiepavano ai lati dei nuovi videogames (che di solito avevano il loro exploit proprio d'estate) mentre osservavano il campione di turno che dava il meglio di sè. Proprio altri tempi. Adesso gli smanettoni sono anche di più, ma la diffusione delle consolle casalinghe ha alterato un po' la percezione di un fenomeno che - oggettivamente - sta raggiungendo livelli davvero notevoli. E con esso sta raggiungendo sempre nuovi livelli anche la discussione sul rapporto fra il mondo dei videogames e la questione LGBT, al punto che anche il signor Shigeru Minamoto (foto sotto) - l'ideatore, fra gli altri, di Super Mario e di Zelda - ha finalmente espresso la sua posizione sulla questione.
In realtà la domanda che gli aveva rivolto il blogger Stephen Totilo era un po' più generale, e riguardava il fatto che nei giochi da lui ideati il sesso femminile ha sempre un ruolo abbastanza secondario e vulnerabile, da tipica "principessa da salvare". Il signor Minamoto ha detto chiaro e tondo che tutto è dipeso dal fatto che negli anni in cui ha creato i suoi personaggi cult i videogames erano un passatempo prettamente maschile, e quindi non aveva pensato a storie giocabili da un punto di vista più femminile. Poi, però, ha spaziato dicendo che:

"Credo che, per me in particolare, la struttura del gioco venga sempre prima della storia. Una volta decisa la dinamica di gioco cerco la storia che si inserisce meglio all'interno di quella struttura. Pikmin è un buon esempio di questo. In Pikmin la struttura originale del gioco era incentrata su tutte queste singole piccole creature che si muovono come formiche. Di conseguenza per la storia ci siamo ispirati al mondo degli insetti. Se si finisce per creare una struttura di gioco in cui ha senso che ci sia una femmina che deve andare a andare salvare un uomo o un uomo gay che deve salvare una donna lesbica o viceversa, o quello che volete, si può inserire. Per noi la cosa importante è presentare qualcosa di convincente per il consumatore."

Una risposta molto giapponese, che volendo si può leggere anche come un segnale di apertura. Perlomeno a livello teorico, visto che la Nintendo (presso cui lavora il signor Minamoto) - ultimamente - ha fatto diverse figure barbine in questo senso. Qualche mese fa, ad esempio, aveva lanciato una sua versione di THE SIMS per Nintendo DS, dal titolo Tomodachi Collection: New Life, per il solo mercato giapponese. Per un errore di programmazione, però, nel suddetto gioco si potevano creare anche coppie di persone dello stesso sesso, con tutti gli annessi e i connessi.
Scoperto l'inghippo, che peraltro sembrava essere molto apprezzato del pubblico,  la Nintendo ha suggerito di scaricare un'apposita patch correttiva, che avrebbe eliminato il rischio di creare situazioni "strane". Uscita un po' infelice, che si accompagna con la scoperta che nel nuovo gioco di strategia della Nintendo, Fire Emblem: Awakening, si possono creare solo coppie eterosessuali. Sarà anche vero che la Nintendo viene distribuita in tutto il mondo, che Super Mario è diventato più famoso di Topolino e che una politica gay friendly potrebbe essere ancora considerata compromettente in diversi paesi del mondo, tuttavia - e per fortuna - ci sono dei produttori di videogames che non la pensano così. Infatti è stato ufficialmente annunciato che in Saint Row IV saranno finalmente possibili anche le relazioni omosessuali.
Da notare che già un paio di anni fa, quando uscì Saint Row III, avevo parlato delle implicazioni tacitamente gay friendly di questa surreale saga videoludica (in cui, tra le altre cose, anche la nudità maschile INTEGRALE era considerata un'arma), e a quanto pare ci avevo visto giusto. Anche se, forse, da un gioco che permetteva di selezionare la dotazione genitale dei protagonisti e che mostrava delle inquadrature perlomeno ambigue (tipo quelle qui sotto), c'era da aspettarselo.


Ora non dobbiamo fare altro che aspettare qualche mese per verificare fino a che punto potranno arrivare gli apprezzabilissimi protagonisti del gioco...
Evidentemente i tempi stanno cambiando, e d'altra parte se in una delle ultime versioni di Tekken è possibile scegliere l'opzione "combattimento in mutande" un motivo dovrà pur esserci.
Alla prossima!

sabato 22 giugno 2013

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti, come va?
Il mese del Gay Pride sta volgendo al termine, e con esso il mio proposito di dedicare gli aggiornamenti settimanali dedicati ai cantanti gay dichiarati più sfacciatamente camp. E come potevo esimermi, ora, dal condividere con voi l'ultimo brano di Immanuel Casto?
Tra l'altro è il primo video in cui manifesta in maniera esplicita le sue preferenze e quest'anno sarà l'ospite d'onore sul palco di almeno un paio di Pride italiani (compreso quello nazionale che si tiene a Palermo oggi). Il suo nuovo brano, se vogliamo, celebra i frutti e le isole tropicali... A modo suo...
Scommettiamo che diventerà un tormentone estivo anche se nessuna emittente radiofonica e/o televisiva gli darà spazio?
Alla prossima.

venerdì 21 giugno 2013

QUANDO LA QUALITÀ PAGA

Ciao a tutti, come va?
Il mio ultimo post era dedicato all'infelice conclusione dell'avventura editoriale della serie DAVVERO!, una serie partita da un sito internet e riproposta in versione cartacea dalla Star Comics, che evidentemente sperava di usare il pubblico del web come traino. Però un conto è seguire, gratis, un fumetto su internet e a colori, anche se magari non è il massimo, e un conto è dover pagare per leggere la stessa storia diluita e in bianco e nero, dovendo oltretutto fare la fatica di andarla a cercare in edicola...
Questo, però, non vuol dire che passare dal web alla carta sia una strategia fallimentare in in quanto tale, ma solo che bisogna sapere come muoversi e a chi rivolgersi. In Italia, ad esempio, c'è la casa editrice Shockdom (CLICCATE QUI) che da diversi anni porta avanti questa strategia con risultati più che dignitosi. Ampliando lo sguardo a livello globale, poi, ci sono tantissimi esempi di fumetti passati dal web alla carta con grande successo. Il segreto, tuttavia, sembra essere sempre e solo uno: incontrare i gusti del pubblico a cui ci si rivolge, puntando sulla qualità e arrivando al punto di motivare un investimento economico, piccolo o grande che sia. Il "segreto" è ancora più valido se si vuole puntare al pubblico gay e gay friendly, che col tempo sta diventando molto selettivo. Questo, evidentemente, lo ha capito bene Alex Woolfson (foto sotto), che ha stravinto la sua scommessa di raccogliere fondi per la prima raccolta del suo fumetto online THE YOUNG PROTECTORS.
Di lui e dei suoi fumetti ho già parlato diverse volte, ma il caso della raccolta fondi per la pubblicazione di THE YOUNG PROTECTORS direi che merita una menzione speciale. Nel senso che sul sito kickstarter.com si era riproposto di raccogliere prenotazioni per 14.000 $ prima di mandare tutto in stampa, e oggi - a tre giorni dal termine ultimo che si era posto - ha raccolto la ben più ragguardevole cifra di 101.500 $ (oltre il 700% di quello che si era prefisso)! Come è possibile, considerando che TUTTO il fumetto è visionabile gratuitamente online (CLICCATE QUI se ancora non lo conoscete) e che sul suo sito aveva ha adottato la politica della raccolta fondi per garantire una cadenza più veloce delle nuove pagine  del suo fumetto? Analizziamo i fatti: intanto la serie ha un unico disegnatore, che è decisamente bravo ed espressivo, che si chiama Adam DeKraker (foto sotto) ed è un disegnatore professionista gay dichiarato... Quindi coi suoi disegni SA come conquistare un certo tipo di pubblico e raccontare un certo tipo di storia.
La storia in questione, poi, è decisamente innovativa e appassionante, anche perchè reinterpreta in una chiave abbastanza originale i tipici fumetti di supereroi. Infatti le scene di azione sono relativamente poche e il nucleo della vicenda è la relazione che un giovane supereroe (che fa parte di un gruppo di giovani supereroi) sta iniziando a portare avanti con un supercriminale più maturo, che però si rivela decisamente romantico e galante.
La cosa è resa particolarmente interessante dal fatto che, effettivamente, da parte del "cattivo che poi tanto cattivo non è" sembra esserci un coinvolgimento profondo e non semplicemente finalizzato a concupire le grazie virginali di quello che, a rigor di logica, dovrebbe essere solo un suo avversario. Così nel giovane protagonista si crea un problema di accettazione all'ennesima potenza, del quale è molto interessante seguire gli sviluppi pagina dopo pagina. Quindi tanti dialoghi e tanto approfondimento psicologico, lasciando gli scontri e le risse sullo sfondo, e solo quando sono strettamente necessarie allo sviluppo dell'intreccio.
Questo da modo alla storia di affrontare tematiche impegnative come il coming out, il problema di accettarsi, il primo bacio e - persino - il rapporto dei supereroi con le loro parodie omoerotiche a fumetti che imperversano su internet... E questo credo sia il primo fumetto di supereroi in assoluto che affronta questa imbarazzante questione. In effetti considerando le potenzialità di questa idea, e il fatto che il fumetto è solo all'inizio, direi che ce n'è abbastanza per comprendere il motivo che ha spinto tanti lettori (e, suppongo, anche lettrici) all'acquisto del primo volumetto che raccoglie le avventure di Kyle e compagni...
Al di là del fatto che questo è un BLOG un po' schierato, comunque, direi che questo è decisamente un fumetto ben realizzato, che aveva tutto il potenziale per ottenere il successo che - giustamente - si sta guadagnando. Certo: il fatto che sia scritto in inglese amplia notevolmente il suo pubblico potenziale, ma se alla base non ci fosse stata una bella storia, supportata dai disegni di Adam DeKraker e dai colori di una professionista rodata come Veronica Gandini (foto sotto) le cose sarebbero andate diversamente.
Certo: sicuramente Alex Woolfson deve avere anche un certo fiuto per gli affari, ma considerando che è partito da zero direi che è stato anche bravo a valorizzare il suo talento e quello altrui, ma soprattutto è stato bravo ad entrare in sintonia col suo pubblico. Forse se in Italia più autori iniziassero a ragionare in questo modo, invece di pensare che l'unico modo per lavorare è allinearsi alle aspettative dei grandi editori (che in Italia sono quello che sono), le cose inizierebbero a cambiare sul serio.
E non solo per quel che riguarda i fumetti a tema gay.
Voi che ne pensate?
Alla prossima.

P.S. Da notare che sui siti italiani che parlano di fumetti tutti raccontano del flop di DAVVERO!, ma nessuno cita il contemporaneo successo di THE YOUNG PROTECTORS...

mercoledì 19 giugno 2013

DAVVERO INEVITABILE!

Ciao a tutti, come va?
Proprio qualche giorno fa vi avevo parlato di come l'esperienza in edicola di DAVVERO!, il fumetto online scritto da Paola Barbato e Matteo Bussola - riproposto in versione cartacea da Star Comics - si fosse rivelata un'occasione mancata, anche e soprattutto dal punto di vista delle tamatiche LGBT. Evidentemente la mia opinione doveva essere ampiamente condivisa, visto che è stato appena annunciato che Star Comics interromperà le pubblicazioni per carenza di vendite.
So che non dovrei dirlo, ma il comunicato stampa che annunciava questa triste (!) dipartita mi ha fatto scappare da ridere. Se non lo avete letto su qualche sito di informazione fumettistica ve lo riporto qui di seguito.

"Con immenso dispiacere comunichiamo ufficialmente che la miniserie italiana Davvero di Paola Barbato e Matteo Bussola conclude la sua avventura con Edizioni Star Comics al volume quattro, uscito in edicola e fumetteria lo scorso Marzo.
Le difficilissime condizioni del mercato e della distribuzione non hanno permesso a questo prodotto innovativo e di grande qualità di ricevere il successo che meritava. Siamo però certi che sia stato un esperimento importante di cui resterà segno nella storia a fumetti di questo paese.

La casa editrice ci tiene a ringraziare gli autori e tutti i collaboratori che hanno dato vita alle avventure di Martina e che hanno lavorato con passione e dedizione per la riuscita di questa scommessa editoriale.
Scusandoci con i lettori per questa interruzione prematura, li ringraziamo per l'affetto che ci hanno dimostrato e comunichiamo a tutti gli appassionati che i numeri 5 e 6 verranno pubblicati dalla casa editrice Edizioni Arcadia e saranno disponibili esclusivamente in fumetteria." 


La parte che ho evidenziato e sottolineato, in particolare, mi ha fatto l'effetto di un gessetto che stride sulla lavagna. Poniamo che le condizioni del mercato siano difficili: in questo caso è EVIDENTE che un lettore sceglie di comprare solo quello che gli piace sul serio, quindi ne consegue che questo prodotto non doveva essere poi così eccezionale. Altrimenti, crisi o no, avrebbe continuato a farsi largo mese dopo mese. Ovviamente NESSUNO ha ammesso che diluire la trama di un fumetto già disponibile su internet non sia stata proprio una genialata, soprattutto se si considera che già di per sè non è che fosse proprio un capolavoro. Sul fatto che poi fosse innovativo preferirei non esprimermi, perchè ho la brutta sensazione che l'editore consideri "innovativo" il fatto che la protagonista della storia - una volta tanto - fosse una ragazza che vive nella realtà metropolitana dell'Italia di oggi, cercando di rendersi indipendente... 
Sorvolando sul fatto che, ancora nel 2013, considerare "innovativa" l'idea di una ragazza che cerca l'indipendenza è qualcosa che fa venire i brividi, e anche ammettendo che basti questo a rendere un fumetto innovativo (e NON basta), questo fumetto NON descriveva quasi per nulla la realtà italiana di oggi. Un esempio? Persino il Sunday Times di Londra ha indicato Bologna come la capitale hipster d'Italia, ma quando la protagonista di DAVVERO! inizia a vivere a Bologna non incrocia mai coetanei hipster, men che meno hipster gay (e a Bologna ce ne sono davvero tanti).
E farle condividere un'amicizia profonda con qualcuno di etnia non italiana, magari? Era forse troppo? Evidentemente era più importante dedicare ampio spazio alle sequenze in cui la protagonista si smutandava per qualche motivo. Come si può ancora credere che il pubblico dei fumetti di oggi, soprattutto se si punta a quello giovanile, consideri un incentivo all'acquisto di un fumetto le scene di nudo soft della protagonista? In un paese in cui il corpo femminile viene spiattellato e strumentalizzato praticamente ovunque, peraltro, era "davvero" necessario allinearsi nella speranza di aumentare le vendite (che guardacaso si sono abbassate)? Dove sta l'innovazione?
Ovviamente il mio è un parere di parte, ma qualcosa mi dice che se la protagonista Martina avesse vissuto "davvero" in città come Milano e Bologna, anche dal punto di vista gay, la serie non si sarebbe chiusa prematuramente. Se DAVVERO! avesse raccontato le storie di una ragazza di buona famiglia un po' sprovveduta, che per trovare casa fosse stata costretta a coabitare in un appartamento con altri quattro o cinque ragazzi gay, magari con qualcuno straniero, non sarebbe stato forse più innovativo? E se si fosse messa con un ragazzo di colore senza permesso di soggiorno, magari?
Allora si che si sarebbe raccontata "davvero" l'Italia di oggi...
E invece no, i gay "veri" non si possono ancora far vedere nei fumetti italiani che raccontano l'Italia di oggi, e nemmeno gli stranieri, a quanto pare.
Se devo essere sincero continuo ad avere l'impressione che gli editori italiani abbiano "davvero" troppa paura di confrontarsi con la realtà effettiva, perchè inevitabilmente finirebbero per mettere in cattiva luce qualcuno - o qualcosa - che dalle nostre parti ha ancora il coltello dalla parte del manico e ha ancora il potere per fargli passare dei guai. O magari, più semplicemente, sarebbero costretti a confrontarsi con la mentalità del nostro paese, una mentalità che - arrivati a questo punto - mi viene da pensare che condividono.
Sapete che vi dico?
A questo punto ben gli stà se devono chiudere una serie dopo soli quattro numeri.
"Davvero" non ne sentiremo la mancanza.
Alla prossima.

lunedì 17 giugno 2013

GAY PRIDE DIABOLIKO

Ciao a tutti, come va?
Ogni tanto, evidentemente, qualcuno prova a cercare "fumetti gay" su google.it e si accorge che questo BLOG è il primo risultato italiano che compare nella lista (su circa 1.200.000 risultati... Queste sono soddisfazioni!), perchè giusto ieri mi è arrivata una comunicazione riguardo ad un'iniziativa sui fumetti che ha trovato posto presso la galleria L'ISOLA di Palermo, che si trova in Via Vetriera 23 e che ha voluto organizzare qualcosa che avesse a che fare con i fumetti in occasione del Gay Pride Nazionale (per la precisione dal 18 giugno al 6 luglio). E cosa ha pensato di fare? Una mostra interamente dedicata a Diabolik, o per meglio dire al numero del gennaio 2007: "IL SEGRETO DELLA ROCCA"...
Nel suddetto numero, che tutti gli appassionati LGBT di fumetti italiani dovrebbero conoscere, è stato il primo in cui Diabolik affrontava esplicitamente il tema dell'omosessualità. Di quell'albo ne parlai a suo tempo quando uscì, ne ho riparlato successivamente e gli ho dedicato anche ampio spazio nella mia relazioncina sull'omofobia nel fumetto italiano (che, vi ricordo, potete scaricare GRATUITAMENTE se vi registrate su lulu.com e poi CLICCATE QUI). Se siete fra i pochi (spero) che ancora non hanno letto niente di ciò che ho scritto in proposito, forse potete intuire che non ne ho mai parlato con dei toni propriamente entusiastici. Nel senso che sarebbe stata una bella storia se fosse uscita negli anni '70, ma nel 2007 (e ancor più oggi, nel 2013) risultava abbastanza retorica (della serie "i gay vanno protetti e tollerati"), infarcita di luoghi comuni (il gay nascosto, remissivo e ricattato, sconvolto dalla tragedia del suo amore che perde la vita) e stereotipi vari (Eva Kent che, essendo donna, è più adatta di Diabolik a camuffarsi da maschio gay).
Sempre meglio di niente, ma a distanza di anni non posso fare a meno di confermare la mia opinione. Si è trattata di un'occasione mancata, con una storia gestita in maniera tuttosommato goffa e decisamente "retrò". Questo, però, l'ho già detto diverse volte. Quello che mi lascia un pochino perplesso è il fatto che, di tutto il materiale relativo al fumetto LGBT che si può reperire in lingua italiana e non, in occasione del Gay Pride si sia scelto proprio di dedicare una mostra a questa storia, che di "pridesco" - peraltro - ha molto poco. Intendiamoci: l'iniziativa di per sè non è malvagia, ma direi che è emblematica di quanto sia nebulosa - in Italia - la conoscenza del rapporto che esiste fra fumetto e omosessualità.
Non avrebbe avuto più senso, ad esempio, dedicare una mostra ai supereroi MARVEL omosessuali dichiarati? Coinvolgere la Panini e il suo direttore editoriale che è felicemente gay, magari? O magari la REN BOOKS che oltre ad avere un direttore gay ce l'ha pure siciliano? A me sembrano cose ovvie, ma mi rendo conto che io sono io... Il che mi porta ad una seconda ed inquietante domanda. Se questo BLOG è il primo risultato che compare quando si cerca "fumetti gay" su google.it, perchè finora nessuno (all'esterno del mio giro di conoscenze) ha mai pensato di contattarmi prima di organizzare una cosa del genere? Anche solo per chiedere un parere, intendo. Intendiamoci: non sono offeso o cose del genere...  Questa domanda me la farei anche da semplice lettore di questo BLOG.
Mistero!
Alla prossima.

sabato 15 giugno 2013

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti, come va?
Fedele al mio proposito di dedicare gli appuntamenti musicali di questo mese alle tendenze più provocanti e kitch dei cantanti gay dichiarati di ultima generazione, vado a presentarvi un gruppo decisamente sopra le righe, anche perchè è composto da una drag queen e due donne biologiche... Infatti parlo di uno dei gruppi più gay friendly di sempre: le XELLE (si legge XL)...
JC Cassis, Rony G e Mimi Imfurst vengono tutte da una lunga gavetta in fatto di spettacoli ed esperienze musicali, avendo girato il mondo (anche se adesso fanno base a New York) e avendo anche dato il loro contributo ai cori di una quantità di artisti di successo. Dal 2010, però, hanno deciso di portare avanti un progetto musicale personale, dando modo alle loro corde vocali di essere messe in primo piano. Essendo un gruppo LGBT friendly - però - hanno sempre avuto un occhio di riguardo per certi tipi di temi, passando con disinvoltura dal frivolo all'impegnato.
Qualche esempio? Nel video seguente celebrano lo spirito drag queen e cercano di trasmettere le emozioni di chi fa questo genere di spettacolo, tant'è che si avvalgono della partecipazione di una decina di concorrenti del famoso talent show di RuPaul. Vi prego di fare attenzione al testo, che se viene ascoltato con attenzione è tutt'altro che banale.
Però, come vi dicevo, questo gruppo affronta tematiche gay anche abbastanza impegnate, seppur in una chiave pop. Nel video che vi presento qui di seguito propongono un vero e proprio inno all'autostima, perchè anche nei momenti più brutti bisogna sempre ricordarsi che nessuno ha il diritto di mettere i piedi in testa a chicchessia... Anche perchè, in fondo, siamo tutti INVINCIBILI...
Carina, vero? Personalmente penso che sia abbastanza avvilente che brani del genere in Italia siano praticamente sconosciuti, soprattutto nei circuiti gay, visto che altrove sono già diventati delle piccole hit. Per dirla tutta: recentemente ho ricominciato a fare volontariato nelle discoteche gay per un progetto regionale contro le dipendenze e per promuovere il sesso sicuro, e mi sono ritrovato - per l'ennesima volta - ad ascoltare i soliti  DJ ripiegati su se stessi e che non sanno guardare al di là del proprio naso.
Forse sbaglio, ma credo che nei locali gay, soprattutto in un paese come l'Italia (dove - soprattutto per chi viene dalla provincia - i locali rimangono uno dei pochi punti di aggregazione), bisognerebbe davvero cercare di lanciare qualche messaggio positivo in più...
Chi gestisce un locale gay in Italia, forse, dovrebbe considerare che ha qualche responsabilità in più.
Ma tant'è...
Alla prossima.

venerdì 14 giugno 2013

GLOBAL GMUENDER

Ciao a tutti, come va?
Come forse qualcuno di voi si ricorderà l'editore Bruno Gmuender era nato fondamentalmente per pubblicare mappe e guide gay, per poi espandersi nel settore della fotografia omoerotica. Constatare che - dopo i primi esperimenti all'inizio del 2000 - si sta impegnando sempre di più per diventare un riferimento internazionale anche per quello che riguarda l'arte omoerotica in senso lato - e il fumetto omoerotico in particolare - è senz'altro incoraggiante. Gli ultimi annunci, in particolare, sembrano confermare che sta prendendo molto sul serio questa mission.
Infatti molto presto pubblicherà il suo primo volume dedicato ai fumetti di Gengoroh Tagame!
La cosa interessante è che, dalla preview, si evince che - com'è giusto che sia -  questo volume verrà stampato col senso di lettura giapponese, e cioè da destra a sinistra. É la prima volta che la Bruno Gmuender pubblica un volume in questo modo, e se avesse successo - com'è molto probabile - non è da escludere che possa iniziare a diventare un editore leader per la traduzione di bara manga in lingua inglese. Staremo a vedere. Quel che è certo è che, mentre il mercato italiano continua a dare pochi spazi ai suoi artisti omoerotici, la Gmuender ha deciso di ristampare per l'ennesima volta il bel fumetto Made in Italy con protagonista il pirata Black Wade... E lo farà in concomitanza con il lancio del nuovo graphic novel ideato da Franze: POSEIDON-T...
Pare proprio che, forte anche del buon riscontro ottenuto con Black Wade, il simpatico autore abbia deciso di provare a realizzare un fumetto gay in cui concentrare tutte le sue passioni: dai rugbysti muscle bear ai robottoni giganti giapponesi, passando per scenari post apocalittici e quant'altro...
Restiamo in fremente attesa di prendere visione del tutto, anche perchè pare che stavolta la trama giocherà un ruolo essenziale nello sviluppo della vicenda. Peccato solo che i prezzi della Gmuender non siano esattamente abbordabili, cosa che - in tempi di crisi - ha sicuramente un certo peso. Di buono c'è che, evidentemente, è proprio in tempi di crisi che gli editori si devono ingegnare per affinare il loro intuito e scegliere materiale di qualità da pubblicare.
Quindi, forse, c'è di che ben sperare.
Alla prossima.

mercoledì 12 giugno 2013

DI PRIDE IN PRIDE

Ciao a tutti, come va?
Il mese del Gay Pride sta entrando nel vivo e mi sembrava carino dedicare un post ai risvolti di interesse fumettistico che ha avuto, e sta avendo, il mese in corso... Perlomeno all'estero. Da che parte cominciamo? Forse dall'emblematica partecipazione di Sir Ian McKellen (alias Gandalf, alias Magneto), che dall'alto dei suoi venerabili 74 anni non ha disdegnato di sfilare al Gay Pride di Manchester, su una macchina tutta sua e sfoggiando la magliettina della campagnia anti omofobia che è stata lanciata quest'anno nel Regno Unito (e anche in Italia, per la verità)...

Gay dichiarato da tempo immemore, e sempre in prima linea nelle battaglie per i diritti, sta avendo anche il merito di dimostrare che quando un attore bravo e non punta tutto sul suo sex appeal può avere un grande successo nonostante il coming out... E ultimamente è anche diventato una specie di personaggio simbolo per la popolazione gay nerd, che in lui vede l'anello di congiunzione fra le loro passioni e le loro rivendicazioni. Due cose che, peraltro, grazie alla bravura di artisti come lui, hanno iniziato ad essere condivise anche da chi non appartiene al mondo gay o al mondo nerd. E, chissà, forse è anche grazie al suo lavoro che al Gay Pride di Los Angeles, quest'anno, ha sfilato per la prima volta uno sparuto gruppo di cosplay, che promuovevano la BENT-CON, la prima fiera del fumetto americana incentrata unicamente sui contenuti LGBT.
Intendiamoci: i cosplay gay sono tutto fuorchè una novità, ma di solito si muovevano nel loro ambiente naturale, e cioè le fiere del fumetto: un contesto protetto dove non correvano il rischio di essere presi in giro per le loro passioni. Evidentemente stanno iniziando a pensare che, almeno in occasione dei Gay Pride, è il momento di fare coming out non solo come gay, e che non ha senso dichiarare la propria omosessualità se poi si nascondono altre cose per paura di non essere accettati. Ovviamente per ora sono pochi, ma in effetti potrebbe anche succedere che questa cosa prenda piede, soprattutto se si considera il numero delle persone LGBT appassionate di fumetti...
Da notare che, in occasione del Gay Pride di Los Angeles, è stata allestita anche un'area V.M. 18 chiamata Erotic Citadel, all'interno della quale si sono tenute anche diverse mostre e un presidio della Tom of Finland Foundation. Tanti gli illustratori e gli artisti che hanno potuto esporre, e fra gli altri segnalo anche il regista/scrittore Clive Barker, che in questa occasione ha fatto vedere per la prima volta alcuni dei suoi dipinti più recenti... E ovviamente c'erano anche degli spazi per chi si voleva dedicare alla copia dal vivo...
Comunque anche gli appassionati di fumetti residenti nell'area di New York si stanno davvero dando molto da fare... Visto che gli eventi che in qualche modo li coinvolgono, fra feste a tema (per celebrare personaggi come Superman e il Doctor Who), presentazioni, workshops, gare di videogames e altro, nel mese di giugno superano la ventina! Fra le tante (se siete a New York trovate un elenco parziale CLICCANDO QUI) mi permetto di segnalare perlomeno una serata di beneficenza in onore del fumettista gay dichiarato Phil Gimenez, che ovviamente sarà l'ospite d'onore.
Durante la serata giochi, premi e ai primi 50 avventori del locale sarà regalata una copia del romanzo di Kevin Keller (di cui vi ho parlato a suo tempo). Sia come sia il disponibilissimo Phil Jimenez ha partecipato anche ad un altro progetto di beneficenza, finalizzato a raccogliere fondi per aiutare l'Ali Forney Center di New York, una struttura che assiste i giovani omosessuali cacciati di casa. Il contributo di Phil Jimenez, e degli altri artisti coinvolti, è stato quello di realizzare il disegno per delle t-shirt esclusive, dalla cui vendita si spera di tirare su qualche soldino in questi tempi di crisi nera. Da notare che Phil Jimenez ha fatto da modello per la sua magliettina (foto sotto), dimostrando che disegnare supereroi da mattina a sera lo mantiene decisamente bene.
Credo che ogni paragone con le iniziative italiane sarebbe un po' improprio, anche perchè a quanto mi risulta si è pensato di organizzare mostre fotografiche un po' dappertutto, ma all'arte e ai fumetti sembra proprio che - al di là della presentazione di qualche volume - nessuno abbia voluto dedicare uno spazio importante. Però c'è da dire che, perlomeno a Milano, forse qualcosina ha iniziato a sbloccarsi. Infatti sul sito del gay Pride milanese 2013 si legge che fra i partner degli eventi c'è la Yamato Shop (...), e che fra gli esercizi convenzionati che garantiscono uno sconto con la tessera Arcigay o con la Pride Card (SCARICABILE QUI) c'è anche la storica fumetteria La Borsa del Fumetto...
Forse non siamo ai livelli di New York o Los Angeles, ma sicuramente è un segnale di qualcosa che inizia a sbloccarsi... E poi da qualche parte bisogna pur cominciare.
Voi che ne pensate?
Alla prossima!

lunedì 10 giugno 2013

IL LIBRO DI ENOCH

Ciao a tutti, come va?
Buone notizie sul fronte dei (pochi) personaggi LGBT che sono entrati nella storia del fumetto italiano. Infatti la Panini ha annunciato che si occuperà della riedizione definitiva, e a colori, dell'apprezzatissimo GEA di Luca Enoch, che fra i suoi tanti meriti ebbe quello di proporre un comprimario gay muscle bear estremamente lontano dai tipici stereotipi che hanno sempre caratterizzato i personaggi omosessuali nel fumetto popolare italiano.
La serie verrà ristampata integralmente in tre volumi di lusso alla "modica" cifra di 24 euro l'uno, che diventano 29 se siete feticisti e volete l'edizione deluxe con cofanetto. Probabilmente con la dipartita di Sergio Bonelli la casa editrice è diventata più elastica anche in fatto di collaborazioni esterne. Speriamo in bene. E speriamo (tanto) che questa elasticità si possa manifestare anche nell'ultima serie Bonelli, che debutta proprio in questi giorni e che vede - fra i suoi ideatori - proprio Luca Enoch. Mi sto riferendo - ovviamente - al più volte annunciato Dragonero, prima serie mensile  fantasy della Bonelli.
La speranza è che, visto che si tratta di una serie con Luca Enoch di mezzo e visto che in i sottotesti omosessuali più o meno espliciti sono diventati una caratteristica sempre più presente - e apprezzata - in ogni buon fantasy che si rispetti (dai romanzi ai serial TV, passando per fumetti e videogames), primo o poi faccia la sua comparsa, in maniera dignitosa, anche da queste parti...
Editore permettendo.
Anche perchè inizia ad essere un po' imbarazzante constatare che - ancora nel giugno 2013 - ci dobbiamo ritrovare in edicola solo rappresentazioni dell'omosessualità come quella che compare in DAVVERO n°4...
Come temevo, infatti, la sceneggiatrice Paola Barbato ha ripreso pari pari la caratterizzazione di alcuni personaggi gay già comparsi nella versione online del suo fumetto, accentuando l'associazione di idee fra maschi gay/donne mancate/drag queen.
Non che ci sia niente di male a essere drag queen o ad essere gay femminili: il problema nasce dal fatto che queste associazioni di idee sembrano davvero le uniche che possono trovare posto nel fumetto italiano che esce in edicola, fornendo una rappresentazione molto circoscritta dell'omosessualità e dei suoi modelli...
Una rappresentazione ad uso e consumo del pubblico etero che in questo modo si sente rassicurato dal fatto che: 1) i suoi pregiudizi sono esatti e non vanno rivisti, 2) gli omosessuali maschi non possono entrare in competizione diretta con i maschi etero, 3) i gay sono persone eccentriche che vivono nel loro mondo di piume e paiettes, e quindi non rappresentano un pericolo per l'ordine costituito. Oltretutto presentare omosessuali attempati sembra anche avere un valore aggiunto, nella misura in cui allontana il "fantasma" dell'omosessualità dalla fascia d'età dei protagonisti, che si presuppone essere anche quella del pubblico. Da notare che, nel frattempo, questo fumetto non si fa problemi ad indugiare sulle grazie della protagonista femminile... Anche se certe inquadrature sono tutt'altro che essenziali allo sviluppo della trama.
Immagino che la cosa si commenti da sola... Tuttavia ritrovarmi a segnalare una cosa del genere in un fumetto che si trova in edicola proprio nel mese del Gay Pride assume un valore particolare. Soprattutto se si considera che nel suddetto fumetto c'è anche qualche inquadratura che si riferisce al Gay Pride di Bologna del 2007, e che ovviamente ne mette in primo piano i protagonisti più eccentrici...
Leggendo il fumetto, in effetti, si fa molta fatica a capire se le intenzioni dell'autrice sono genuinamente gay friendly o se sono solo un goffo tentativo di essere politicamente corretti senza urtare i pregiudizi omofobi del pubblico.
Motivo in più per sperare che il ritorno mensile di Luca Enoch in edicola cambi un po' le carte in tavola.
Incrociamo tutti le dita.

sabato 8 giugno 2013

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti, come va?
Manca poco alla data ufficiale per la celebrazione del Gay Pride, e qualche corteo ha già iniziato a sfilare in giro per il mondo, e persino in Italia. Siccome lo scopo degli aggiornamenti di questo mese era proprio quello di mostrarvi dei video che fossero in tinta con gli aspetti più apapriscenti dei cortei, questa volta vi ripropongo una vecchia conoscenza, che sembra essere davvero come il buon vino: infatti con gli anni non peggiora, anzi... Infatti mi riferisco a Colton Ford...
Questa volta il rampante ex porn peformer ci delizia (?) con un brano che fa tanto disco 2000 e per il quale ha scelto un video che omaggia in maniera abbastanza palese l'estetica di Tom of Finland, e affidando la regia al noto fotografo Marco Ovando...
Ebbravo il nostro amico Colton... Però qualcosa mi dice che se un girono scrivesse un libro in cui rivela i segreti che lo mantengono così in forma potrebbe diventare un best seller.
Alla prossima.

venerdì 7 giugno 2013

PER L'APPUNTO...

Ciao a tutti, come va?
Come ipotizzavo qualche post fa, è bastato che "La vie d’Adèle" vincesse il Festival di Cannes per fare in modo che il fumetto da cui è stato tratto (e che finora era stato bellamente snobbato da tutta l'editoria italiana) diventasse una prelibatezza irresistibile da mettere in catalogo... E infatti non solo la RCS Rizzoli Lizard ne ha acquistato i diritti di pubblicazione, ma ha anche annunciato la data di pubblicazione con ampio anticipo, visto che lo distribuirà il prossimo ottobre...
D'altra parte questa è stata una scelta abbastanza improvvisa, dovuta a Cannes, e la Rizzoli aveva già pianificato le sue uscite per i prossimi mesi, così il primo posto libero in scaletta era verso ottobre. Due piccole considerazioni: la prima è che adesso questo volume verrà presentato in pompa magna, come un best seller acclamato e tutto il resto... Quando prima dell'uscita del film non aveva goduto della minima considerazione, pur essendo presente da quasi tre anni sul mercato francofono. La seconda è che, tanto per cambiare, quando si tratta di fumetti LGBT i grandi editori italiani puntano solo su titoli che - presumono - possono avere un buon margine di successo grazie al richiamo dei premi che hanno vinto e delle segnalazioni che hanno avuto su testate prestigiose. La sensazione, però, è che questo approccio pecchi un po' di superficialità. Nel senso che i premi e le segnalazioni ottenute all'estero qui da noi lasciano un po' quello che trovano, nella misura in cui il pubblico degli altri paesi NON è quello italiano.
Mi spiego meglio: in Francia, come in in altre nazioni, il rapporto del grande pubblico con il fumetto è ben diverso dal nostro. I titoli e i generi che hanno una grande distribuzione sono tantissimi, e il pubblico negli anni ha imparato a rapportarsi con tutti questi stili e queste suggestioni. In Italia, da circa cinquant'anni a questa parte, il grande pubblico si rapporta con il fumetto grazie a Topolino, agli avventurosi Bonelli, a Diabolik e poco altro. Certo ci sono i manga e i supereroi, ma nei grandi numeri si tratta ancora di fenomeni relativamente circoscritti, e che coinvolgono prevalentemente il pubblico under 30. Oltretutto all'estero, e in particolare in Francia, il fumetto è considerato una cosa "seria" da molti anni e i grandi editori stanno ben attenti a questo settore, e soprattutto agli autori che propongono. Probabilmente in Francia non potrebbe mai succedere che, per il successo di un fumetto, si vada a puntare su un autore di richiamo che NON è un fumettista... Come invece in Italia accade con drammatica frequenza...
Tutto questo per dire che, se sa un lato è positivo investire su titoli che hanno ricevuto premi e riconoscimenti, dall'altro ha poco senso proporli senza coltivare il pubblico con costanza... Visto che poi i risultati in fatto di vendite saranno comunque inferiori alle aspettative. Questo vale soprattutto per dei generi che parlano di temi impegnativi come il mondo LGBT, e che dalle nostre parti sono ancora una novità. Ha senso, ad esempio, che l'unico autore LGBT finora pubblicato con una certa regolarità da un grande editore italiano sia stata Alison Betchdel? E solo per via delle segnalazioni entusiaste dei suoi volumi da parte dei media americani, che peraltro hanno un rapporto col mondo LGBT ben diverso da quello italiano? E perchè, comunque, i fumetti lesbici sembrano ancora avere una corsia preferenziale? Forse perchè il lesbo-chic, nel nostro paese, è tradizionalmente ritenuto più tollerabile? Non sarebbe ora di guardare al futuro e lasciarsi alle spalle certe convenzioni che ci trasciniamo dietro dagli anni '70?
Ci sarebbero molte cose su cui riflettere.
Alla prossima.