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domenica 26 febbraio 2017

BACINI E BACETTI

Ciao a tutti, come va?

A quanto pare, proprio in questi giorni, il processo di sdoganamento delle tematiche omosessuali nelle produzioni americane ha superato due nuove barriere che fino a qualche tempo fa sembravano insormontabili...

Il primo muro che è stato abbattuto è quello della rappresentazione di un bacio gay in una serie animata prodotta dalla Disney per i suoi canali tematici. La serie in questione è Star vs. Forces of Evil, che in Italia è arrivata dallo scorso novembre come "Marco e Star contro le Forze del Male". Si tratta della storia di una quattordicenne di nome Star (e stranamente in italiano non è stata tradotta come "Stella"), che in realtà è una principessa proveniente da una dimensione magica, ed è stata inviata sulla terra per responsabilizzarsi frequentando una scuola umana... Munita, però, di una bacchetta magica in perfetto stile majokko e di un cerchietto per capelli munito di cornini (che, per fortuna, non è ancora stato notato dalle associazioni italiane più bigotte). Star fa amicizia con un coetaneo ispanico di nome Marco, e insieme devono difendere la sua bacchetta magica da un nutrito gruppo di cattivoni extradimensionali...

Negli USA è arrivata alla seconda stagione, e visto il buon successo ne è stata già commissionata una terza. Nell'ultimo episodio (quello del 23 febbraio) i due amici vanno a vedere assieme alla loro "amica" Jackie un concerto del loro gruppo preferito, i Love Sentence... E qui sotto potete vedere cosa succede...
Certo si parla di una coppia gay che compare sullo sfondo, ma l'assoluta disinvoltura con cui viene mostrata mentre si bacia rappresenta un precedente interessante, e probabilmente solo il primo passo verso una rappresentazione più incisiva delle persone omosessuali anche nelle serie animate Disney per la TV...

Che comunque, al di là del discorso omosessualità, hanno un taglio solo apparentemente umoristico e quando si rivolgono ad un pubblico adolescenziale e preadolescenziale trattano già - seppur con il dovuto tatto - una gran quantità di temi importanti e delicati con una certa naturalezza.

Anche perchè i cartoni animati della concorrenza hanno già iniziato a farlo, con successo, da qualche anno... E la Disney è nota anche per la sua capacità di utilizzare la concorrenza come apripista, per poi riprendere e rielaborare le sue idee. Ad ogni modo, a costo di ripetermi, penso sia evidente che se questi sono i cartoni animati che seguorno i bambini e i ragazzini di oggi è davvero surreale che i fumetti italiani che si rivolgono alle stesse fasce d'età (e in particolare proprio quelli "Disney") siano ancora così legati all'approccio di venti o trenta anni fa... Anche perchè se persino la Disney cerca sempre di stare al passo coi tempi, e da spazio a certe cose, un motivo c'è.

Cambiando completamente genere, ma rimanendo sul tema dei baci inaspettati, questa settimana è stato diffuso online anche un breve prologo al nuovo capitolo della saga di Alien diretto da Ridley Scott, e cioè  Alien: Covenant... Che ci mostra quella che sembra proprio essere la prima coppia gay ufficiale mai presentata in questa saga cinematografica (interpretata da Nathaniel Dean e Demián Bichir)... Una coppia che fa "coming out" davanti al pubblico dopo una sfida a braccio di ferro molto virile, che vedete nel video qui sotto...

Ovviamente, se siete fans di questa serie di film, saprete che l'atmosfera rilassata e ottimista che si vede all'inizio di un filme di Alien è inversamente proporzionale agli angoscianti smembramenti e alle trucide infestazioni parassitarie che si susseguiranno dopo i primi trenta minuti... Quindi ora tutti si chiedono già in quale maniera la coppia di cui sopra incontrerà la sua inevitabile, drammatica e spietata fine... E, visto che il film uscirà a maggio, sicuramente ne tornerò a parlare più avanti.

Ad ogni modo direi che questa presenza sempre più trasversale ed esplicita delle tematiche gay nell'entertainment di più recente produzione potrebbe riservare ancora molte sorprese...

Alla prossima.

E non dimenticate di VOTARE PER IL PREMIO GLAD 2017! CLICCANDO QUI

giovedì 23 febbraio 2017

GIGLI CHE SBOCCIANO...

Ciao a tutti, come va?

Ogni tanto è bello vedere che quello che succede in Giappone riesce ancora a stupire (positivamente) anche chi si è ormai abituato alle sue mille particolarità, soprattutto in fatto di manga e anime. La notizia di oggi, infatti è che la serie animata che è arrivata prima al Tokyo Anime Awards Festival 2017 (le premiazioni si terranno dal 10 al 13 marzo) è stata Yuri!!! On Ice (con oltre 41.439 voti online e con uno scarto di oltre 3000 voti dalla seconda classificata Joker Game).

Al che, giustamente, se non siete molto addentro al mondo dell'animazione giapponese, vi chiederete perchè ne parlo su questo blog. Il punto è che, al di là del fatto che una serie sul pattinaggio ha battuto mostri sacri come Gundam e Detective Conan (la classifica la trovate CLICCANDO QUI), la particolarità di questa vittoria sta nel fatto che Yuri!!! On Ice è una delle prime serie a tematica "gay" mai prodotte in Giappone.

Prima di essere tacciato di eresia vorrei spiegare meglio cosa intendo per "gay". Manga e anime con sottotesti omosessuali e/o riferimenti espliciti all'omosessualità ne sono stati prodotti fin dagli anni Settanta. C'è persino stata una serie animata tratta da un manga umoristico (Patalliro!, iniziato nel 1978 e ancora in corso) con un cast composto esclusivamente da buffi personaggi omosessuali. Ci sono stati gli innumerevoli accenni presenti negli shojo manga per ragazze, che sono diventati altrettante serie animate, e indubbiamente ci sono state le ormai numerose produzioni animate tratte dai BOYS LOVE (i manga omoerotici realizzati da donne per donne)... Dove ovviamente al centro della narrazione c'erano degli amori omosessuali.

Il caso di Yuri!!! On Ice però è diverso, e non sono solo io a dirlo (tant'è che persino le associazioni e le testate gay americane, che di solito sono abbastanza indifferenti a quello che succede in Giappone, ne hanno parlato con un certo entusiasmo). Il punto essenziale è che, a differenza di quello che si è visto finora, al centro della narrazione non ci sono languidi amori che mettono in secondo piano tutto il resto, non ci sono fan service a profusione fini a se stessi (come, ad esempio, è avvenuto recentemente nel caso di FREE!), risvolti umoristici o sottotesti più o meno raffinati... Piuttosto c'è una trama solida, un protagonista che cerca la sua strada nella vita e che - quando ormai ha perso la fiducia in se stesso - incontra qualcuno che è in grado di dare nuovo senso alla sua esistenza... Un protagonista che, addirittura, dopo aver preso coscienza dei suoi sentimenti finisce - caso quanto mai raro in una serie animata prevalentemente sportiva - per accettare una parte importante di sè... Anche perchè il suo amore è evidentemente, e pubblicamente,  ricambiato :-)

Intendiamoci: questa serie non è una sequela di baci, effusioni o altro. Anche perchè, presumo, la produzione ha scelto espressamente di mettere al centro della storia il cammino personale del protagonista e il suo rapporto con il pattinaggio (tant'è che le sequenze relative sono estremamente curate), ed evidentemente non voleva rischiare di confinare la serie nel ghetto (per quanto ampio) delle appassionate di BOYS LOVE. Inoltre c'è da dire che l'omosessualità maschile, intesa nel senso moderno (e non stereotipato) del termine, non è ancora un tema che l'animazione giapponese riesce ad affrontare con troppa disinvoltura... Molto semplicemente in questa serie si parla di ragazzi che sono ANCHE omosessuali. Quindi si può ben dire che questo Yuri!!! On Ice sia stato un po' un esperimento, che a giudicare dai riscontri di pubblico può definirsi sicuramente riuscito.

Come avrete notato non sono andato troppo addentro nella trama, visto che magari qualcuno di voi potrebbe voler provare a vedere la serie per farsi un'idea più precisa. Se siete interessati su internet si trova la versione sottotitolata in italiano senza troppi problemi (ad esempio CLICCANDO QUI).

Purtroppo, per come siamo messi in Italia ora, è molto improbabile che la suddetta serie possa essere trasmessa dalle nostre emittenti televisive (men che meno senza censure), magari con una sigla di Cristina D'Avena e tutto il resto... Ad ogni modo potete farvi un'idea di come potrebbe essere dando un'occhiata al video qui sotto (la canzone per accompagnare la sigla originale l'ho scelta io ^__^)...

SIGLE IMPOSSIBILI - TANTI FIORI SUL GHIACCIO... di wallyrainbow
Comunque, conoscendo i giapponesi, non mi stupirebbe se il grande successo di pubblico di Yuri!!! On Ice facesse da apripista per altre serie che trattano le tematiche omosessuali in maniera più esplicita e moderna rispetto al passato.

Staremo a vedere.

Alla prossima.

E non dimenticate di VOTARE PER IL PREMIO GLAD 2017! CLICCANDO QUI

martedì 21 febbraio 2017

PREMIO GLAD 2017!!!

Ciao a tutti, come va?

Anche quest'anno sono pronto a sottoporvi i candidati per il premio GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati), che è arrivato alla sua terza edizione e che anche questa volta vi permetterà di votare quello che - secondo voi - è stato il fumetto Made in Italy che ha rappresentato nella maniera più pregiudizievole e inaccurata il mondo LGBT... Facendo un pessimo servizio anche al fumetto in generale, visto che i prodotti di questo tipo finiscono col tenere lontani anche molti lettori occasionali che non appartengono al mondo LGBT di cui sopra... Dato che, soprattutto se sono giovani e/o si tengono aggiornati, preferiscono stare ben lontani da quei fumetti che offrono una rappresenzazione anacronistica e superficiale dell'omosessualità.

E chi saranno mai i candidati di quest'anno???

1) DRAGONERO (Bonelli)

Dopo tanti annunci, forse un po' troppo autocelebrativi, finalmente nell'unica serie fantasy attualmente prodotta in Italia uno dei personaggi ricorrenti esce ufficialmente allo scoperto come lesbica (dopo che si era accennato alla cosa nei romanzi che si sono visti in libreria). Si tratta di Myrva Aranille, la sorella tecnocrate del protagonista. Il problema è che, oltre a non essere approfondita ed esplicitata, la sua omosessualità finisce per ricadere in diversi cliché (e in particolare in quelli che hanno caratterizzato le lesbiche-fotocopia proposte da Luca Enoch dagli anni Novanta in poi)... Senza dimenticare che, a quanto pare, sembra concepita più per solleticare gli appetiti (e per confermare gli stereotipi) di un certo pubblico eterosessuale maschile, piuttosto che per aprire le porte ad un nuovo modo (più moderno) di rappresentare l'omosessualità nel fumetto italiano. E il tutto è reso ancora più imbarazzante dal fatto che il fantasy contemporaneo è un genere in cui l'omosessualità viene rappresentata con sempre maggior disinvoltura e verosimiglianza.
Di tutto questo ho parlato QUI.

2) NATHAN NEVER (Bonelli)

Nella saga che si è consumata quest'estate c'è stata una vera propria ecatombe, che si è concentrata con un certo impegno proprio sui personaggi omosessuali della serie... Che - oltretutto - hanno avuto modo, per la prima volta, di essere raffigurati mentre baciavano i loro partner solo quando questi erano in punto di morte. Per il resto il ritorno in pianta stabile di Legs Weaver in questa serie non ha portato a niente di nuovo e la società futuristica (e - da questa estate - extradimensionale) ancora non è stata in grado di rappresentare un mondo LGBT visibile ed emancipato.
Di tutto questo ho parlato QUI.

3) IL MORTO (Menhir Edizioni)

In Italia, ormai, è diventato molto raro vedere qualche nuovo editore che si propone di fare concorrenza ai suoi colleghi storici, soprattutto riferendosi a dei generi che ultimamente non sono propriamente di moda, come ad esempio i fumetti neri. Poi, però, può capitare che arrivino dei fumetti che riescono a sbaragliare tutta la concorrenza in fatto di stereotipi e approssimazioni legati al mondo omosessuale e transessuale... E la storia del IL MORTO che si è vista la scorsa estate lo dimostra.
Ne ho parlato nel dettaglio QUI.

4) DYLAN DOG (Bonelli)

In realtà bisogna dire che rispetto ad un 2015 a dir poco spumeggiante (per quel riguarda la rappresentazione imbarazzante delle tematiche sessuali, ovviamente), il 2016 di DYLAN DOG è stato alquanto contenuto. Eppure non sono mancate diverse perle, senza contare che la Londra in cui si muove continua ad essere a prova di omosessuali coniugati, visibili e positivamente rappresentati. E inoltre, anche quest'anno, non poteva mancare un nuovo caso di gay rappresentato in maniera tradizionalmente negativa. Dato che a suo tempo mi era sfuggito recupero in questa sede riassumendo brevemente cosa è successo su DYLAN DOG 359.
Per farla breve c'è un ragazzo, Holden, che scopre di avere il potere di condividere i ricordi col prossimo, e in particolare con gli assassini. Quando viene ritrovato un cadavere le sue doti gli permettono di rintracciare il responabile tramite i suoi stessi ricordi. Così si scopre che l'assassino era un omosessuale particolarmente sfortunato (che OVVIAMENTE, oltre ad essere sfortunato come da manuale, non può che lavorare in ambito teatrale), che dopo la morte del suo compagno passa da una relazione all'altra e infine si imbatte in un tizio che inizia a ricattarlo... E per questo lo uccide e nasconde il cadavere, pensando di farla franca... Finchè Holden non lo mette con le spalle al muro.



E così l'unico omosessuale che si manifesta nel 2016 di DYLAN DOG risponde al solito insieme di classici stereotipi negativi e drammatici che tradizionalmente contraddistinguono gli omosessuali maschi negli albi Bonelli... Alla faccia del "nuovo corso" che era stato annunciato qualche anno fa.

5) AGENZIA ALFA (Bonelli)

La saga della telepate lesbica Kay, portata avanti in questa serie collaterale a Nathan Never (che questa volta esplora uno dei possibili futuri remoti della saga), continua ad essere contraddistinta dai cruenti omicidi del suo ex... Che, a quanto pare, ha scelto di diventare un serial killer e di abbandonarsi al suo "lato oscuro" proprio dopo avere scoperto che Kay lo ha mollato per andare con le donne. E la cataclismatica conclusione di questa linea narrativa non lascia spazio ad eventuali cambi di prospettiva nel futuro di Kay (o perlomeno di questa versione di Kay, che dopo gli eventi narrati in Nathan Never l'estate scorsa non coincide più con quella che comparirà d'ora in poi negli albi Bonelli, e della quale - per la verità - non si conosce nemmeno l'orientamento sessuale).
Do tutto questo ho parlato QUI.

Quale di questi titoli vincerà l'ambitissimo PREMIO GLAD assegnato da questo BLOG?

Ovviamente la risposta potete fornirla solo voi, rispondendo al sondaggio che trovate qui sotto.

VOTATE! VOTATE! VOTATE!
Avete tempo fino al 17 maggio!
Poll: PREMIO GLAD 2017


Risultati:


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domenica 19 febbraio 2017

CONTAMINAZIONI POSITIVE

Ciao a tutti, come va?

Ormai viviamo in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, in cui le culture e le idee possono influenzarsi con estrema rapidità e con esiti spesso interessanti. Il fenomeno non è poi così nuovo, in effetti, visto che coincide con l'arrivo e la diffusione di internet, però è anche vero che negli ultimi anni ha avuto la possibilità di espandersi in maniera più capillare, sfidando tutta una serie di convenzioni che fino a poco tempo fa dettavano legge, anche nel mondo del fumetto...

Se, ad esempio, gli USA erano considerati il dominio incontrastato dei supereroi, adesso si sta verificando -  soprattutto nell'ambito degli editori minori - una diversificazione su temi e generi che prendono spunto anche dai fumetti che vengono prodotti in Europa e in Giappone, anche di quelli che possono tenere in debita considerazione gli spunti e le tematiche LGBT di serie cult come Sailor Moon... Come nel caso delle recenti miniserie Power-Up e Zodiac Starforce...


Ed evidentemente il fenomeno ha preso talmente piede che gli spazi offerti dalle pur numerose realtà editoriali statunitensi non bastano più, visto che sempre più autori scelgono di proporre fumetti di un certo tipo partendo da delle autoproduzioni sul web... Come avviene nel caso di Magical Boy Basil (CLICCATE QUI): un incrocio fra Harry Potter e Sailor Moon che è appena arrivato al terzo capitolo (disponibile gratuitamente sul sito ufficiale), e che sta già proponendo una raccolta fondi su kickstarter per finanziare la pubblicazione cartacea del primo (la trovate CLICCANDO QUI).

L'idea di un ragazzino che scopre la sua omosessualità di pari passo con i suoi poteri "majokko", con il trasloco in un antico maniero e con la frequentazione di una nuova scuola (dove forse troverà l'amore), è venuta ad un paio di ragazze (Rebeckah Murray e Jill Marie Hackett, che vedete nella foto sotto), che evidentemente appartengono ad una generazione che ha iniziato a interagire in maniera più profonda (e disinvolta) con il mondo globalizzato di cui parlavo all'inizio... E il fatto che stiano iniziando a crearsi un pubblico che le sostiene su kickstarter e su Patreon direi che è abbastanza indicativo del fatto che non sono le sole a condividere un certo tipo di prospettiva.

Certo è che questo fenomeno non è una prerogativa degli USA e non è a senso unico, visto che in Francia - che notoriamente NON ha mai avuto una grande scuola di fumetti di supereroi - un nutrito gruppo di autori ha deciso di usare internet per proporre le avventure di un giovane supereroe omosessuale: Fusion Man (CLICCATE QUI per il sito ufficiale)...

La cosa curiosa è che questo progetto è partito sotto forma di un cortometraggio contro l'omofobia sponsorizzato da CANAL+ nel 2009 (ne parlia a suo tempo QUI), che potete rivedere qui sotto...
E adesso la versione a fumetti coinvolge qualcosa come una dozzina di autori di fumetti in boccio, che si sono alternati per la realizzazione delle tre "season" in (per ora) cui sono state suddivise le avventure del primo supereroe gay parigino... E secondo me è abbastanza interessante notare come attorno a questo progetto si sia raccolto un vero e proprio collettivo fumettistico, che tra l'altro ha avuto anche un certo riscontro sui media gay (e non solo) francesi... E giusto quest'anno è arrivato anche al Festival di Angoulême attraverso la pubblicazione di alcune tavole sull'antologia LGBT BD, che dedicava il quarto numero proprio al tema "supereroi e omosessualità"...

E, a proposito di idee che si influenzano a vicenda, visto che siamo in tema di Francia volevo segnalarvi che alla fine, in occasione del Festival di Angoulême 2017 è stato presentato anche il primo numero dell'annuario a fumetti promosso dall'associazione ADHEOS in collaborazione con LGBT BD, di cui parlai a suo tempo. Gli autori selezionati sono stati molto variegati, e sul modello di iniziative simili che si sono viste negli USA hanno prodotto diverse tavole per promuovere la lotta all'omofobia CLICCATE QUI).

E siccome questo è il blog che vi porta dove non vi porta nessun altro, se CLICCATE QUI potete sfogliare il suddetto annuario, che - fumetti a parte - sembra proprio un prodotto ben curato e ricco di approfondimenti (anche e soprattutto sugli autori che hanno partecipato, e questo la dice lunga sullo spirito con cui l'iniziativa è stata portata avanti).

Niente male per essere il primo esperimento del genere portato avanti da un'associazione LGBT francese generalista.

E, come sempre accade in questi casi, viene da chiedersi se e quando cose del genere inizieranno a vedersi anche in Italia... 

Staremo a vedere.

Alla prossima.

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giovedì 16 febbraio 2017

WONDER TOYS

Ciao a tutti, come va?

Per il prossimo giugno, che vi ricordo è il mese del gay pride, è prevista la distribuzione del (primo) film dedicato a Wonder Woman (che, guardacaso, è anche un'icona gay... Una coincidenza?). Per mettere le mani avanti, e presumo per testare la risposta del pubblico, alla Mattel hanno deciso di diffondere in anteprima le foto dei primi prototipi dei giocattoli ispirati al film che verranno prodotti sotto licenza.

La cosa, che apparentemente potrebbe sembrare un po' banale (e poco degna di un intero post su questo blog), effettivamente ha qualche risvolto interessante su cui varrebbe la pena riflettere. Il primo risvolto interessante, secondo me, è che questi nuovi giocattoli sono una via di mezzo fra le classiche action figures articolate e le doll in stile Barbie, e tecnicamente rappresentano una piccola novità...

Nel senso che si tratta di un prodotto ibrido che, a differenza degli ultimi giocattoli legati a Wonder Woman (che erano evidentemente rivolti ad un pubblico prevalentemente maschile o femminile, a seconda dei casi, e ne vedete qualche esempio molto evidente qui sotto) potrebbe anche essere stato studiato per raggiungere un pubblico un po' più trasversale... Anche a livello di età.


Tant'è che pur avendo diverse caratteristiche tipiche delle doll da collezione (tra cui una gran varietà di versioni della protagonista, che rispecchiano le varie fasi della sua vita raccontate nel film) le bambole di questa nuova linea avranno un prezzo abbastanza contenuto...


E non mancheranno nemmeno gli "accessori" essenziali... Come il suo destriero, il capitano Steve Trevor la Regina Ippolita (munita anch'essa di cavallo)...



Altro piccolo dettaglio originale: i visi di questa linea di bambole non hanno la tipica espressione sorridente e un po' ebete delle classiche bambole per bambine. Al contrario sembra che vogliano cogliere prima di tutto lo spirito combattivo della protagonista... Tant'è che in tutte le versioni è munita di spada. E la cosa interessante è che la suddetta spada è anche riprodotta in dimensioni giocabili e venduta a parte... E credo che, a modo suo, anche questo sia uno spunto interessante, visto che tradizionalmente le spade NON sono un giocattolo "per bambine"...

E d'altra parte nemmeno l'arco di Wonder Woman rientra nel tradizionale elenco dei giochi che vengono associati alla giovane utenza femminile... Quindi diciamo pure che questa scelta di campo della Mattel potrebbe avere dei risvolti sociologici interessanti...

Anche perchè questa volontà di essere totalmente fedele allo spirito del personaggio, così come viene presentato nel film, mette definitivamente in soffitta un certo tipo di approccio che aveva caratterizzato proprio la Mattel in passato... Tant'è che, ancora nella metà degli anni Novanta, stava elaborando una linea di doll che avrebbero completamente stravolto Wonder Woman per renderla più consona alle aspettative delle tipiche linee di doll per bambine di quel periodo (e che involontariamente le rendeva più simili a un gruppo di drag queen)... Una linea di doll che, per fortuna, non vide mai la luce...

E comunque l'intenzione di mantenere una certa fedeltà al concept originale si era visto anche con la più recente linea per bambine Super Hero Girls, che pure ritocca Wonder Woman e le altre supereroine (e supercriminali) DC Comics per presentarle come matricole liceali dei giorni nostri. Segno evidente che i modelli estetici di riferimento per le giovanissime stanno cambiando, e per fortuna si sono evoluti almeno un po'...

Certo è che il film di Wonder Woman, che pure NON è pensato per le bambine, potrebbe rappresentare un punto di partenza interessante per superare tutta una serie di stereotipi di genere legati ai modelli di riferimento femminili e ai giocattoli che possono ispirare. Tantopiù che, come affermato recentemente dagli stessi autori DC Comics, la sessualità di Wonder Woman è perlomeno fluida, con tutto quello che ne deriva (anche se, per ora, la Wonder Woman cinematografica pare che voglia mantere questa sua caratteristica nell'ambito dei sottointesi).

Staremo a vedere quello che succederà... Anche se qualcosa mi dice che nelle prossime fiere di fumetti la nuova tiara di Wonder Woman verrà sfoggiata anche da parecchi maschietti adulti...
Alla prossima.

martedì 14 febbraio 2017

RIMBAMBINIMENTI...

Ciao a tutti, come va?

In teoria oggi avrei dovuto dedicare questo post ai candidati del premio GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati) edizione 2017, che poi avreste dovuto votare voi tramite l'apposito sondaggio che propongo ormai da qualche anno... Però, a quanto pare, alcuni annunci circolati in questi ultimi giorni mi impongono di puntare l'attenzione su qualcosa di diverso.

Tutto parte dalla cara vecchia casa editrice Bonelli, senza la quale inizio a pensare che questo blog avrebbe molto meno di cui parlare (per quel che riguarda la situazione italiana, ovviamente), che ha annunciato la partenza di una nuova linea chiamata Bonelli Kids, inizialmente presentata in maniera alquanto misteriosa...

E che, nel giro di un paio di giorni, ha iniziato a rivelarsi come un'iniziativa che metterà al centro i personaggi della casa editrice in versione "kids", appunto... A partire da Zagor e dalla sua spalla Cico...


In realtà, a seguito del primo misterioso annuncio, bisogna dire che persino buona parte dei siti e dei blog specializzati italiani sembrava più propensa a credere che questo progetto avrebbe coinvolto dei personaggi nuovi anzichè le versioni ringiovanite dei personaggi classici della casa editrice... Anche perchè, diciamocelo, oltre ad essere qualcosa di molto banale si tratta anche di una scelta un po' rischiosetta... Considerando che i personaggi Bonelli - per come sono stati concepiti - non hanno davvero niente di "kids"...

Anche perchè non sono semplicemente personaggi adulti, ma proprio "maturi", per dirla con un eufemismo... E in molti casi non sanno nemmeno che cosa sia il senso dell'umorismo (men che meno nel senso moderno del termine).

Senza contare che questo genere di operazioni, che pure a suo tempo ebbero un certo successo partendo dagli USA (con i Muppet Babies, Tom & Jerry Kids, i Flinstone Kids, i Tiny Toones, ecc), ha esaurito la sua parabola nei primi anni Novanta... L'ultimo esperimento del genere, i Baby Looney Toones, si è conluso nell'ormai lontano 2006 (e comunque si parlava di babies e non di kids) e da allora chi si occupava del lancio di personaggi "kids" ha sempre optato per personaggi originali, che potevano garantire un maggior margine creativo rispetto a quello consentito dal ringiovanimento di personaggi già visti e stravisti...

Anche perchè, diciamocelo, i cartoni animati di ultima generazione sono abbastanza sregolati e originali, e quindi puntano su un umorismo e su delle situazioni che difficilmente potrebbero essere contenuti nelle maglie di personaggi con un passato importante e un'identità predefinita. Certo qualcuno può obbiettare che i Bonelli Kids saranno personaggi a fumetti e non a cartoni animati (per ora, almeno), ma se si rivolgono ad un pubblico molto giovane dovranno comunque confrontarsi con le serie animate che sono in circolazione da una decina d'anni a questa parte, visto che - lo si voglia ammettere oppure no - oggi sono quelle il punto di riferimento principale per chi fruisce di prodotti con personaggi "kids"...

Serie che, per inciso, toccano con una certa frequenza argomenti e situazioni che in Bonelli sono un tabù anche nelle produzioni per adulti, ma di questo tornerò a parlare dopo.

Secondo me un dettaglio molto interessante di questa iniziativa è il fatto che verrà elaborata da Alfredo Castelli (che a giugno compirà 70 anni), Tino Adamo (che ad agosto compirà 50 anni) e Sergio Masperi (che compirà 50 anni a settembre)... A quanto mi risulta, età a parte, l'unico che abbia portato avanti con continuità un progetto umoristico è stato Alfredo Castelli, ma parliamo dell'Omino Bufo realizzato per Il Corriere dei Ragazzi nel 1972... Che all'epoca ebbe anche un certo successo (gli venne dedicato anche un diario scolastico)... Però parliamo del 1972 (quando, guardacaso, Alfredo Castelli di anni ne aveva 25, e forse era ancora abbastanza vicino ai gusti del pubblico a cui si rivolgeva)...

Ovviamente la mia speranza è che in Bonelli non abbiano selezionato Alfredo Castelli per questo progetto proprio per via dell'Omino Bufo (e per non lasciarlo a terra una volta che, come si dice da diverso tempo, decideranno di sospendere Martin Mystère)... Anche se qualcosa mi dice che le cose sono andate proprio così... E che tutto questo progetto, messo in piedi i fretta e furia, nasce più che altro come un disperato tentativo per agguantare qualche potenziale lettore a partire dalla prima infanzia, visto che ormai è stato ampiamente verificato che gli adolescenti attuali sono andati persi e che il ricambio di pubblico ha saltato almeno due generazioni.

Tuttavia, intenti commerciali a parte, il punto più importante è: su quali basi poggia questo progetto? Anche se finora si sono visti solo pochi annunci la sensazione è che le basi siano molto poco solide. Nel senso che gli autori coinvolti, finora, non hanno avuto modo di fare molta esperienza con l'esigentissimo il pubblico a cui si dovrebbero rivolgere questi Bonelli Kids, e probabilmente non sono neanche fruitori abituali di emittenti tematiche come BOING, K2 e via discorrendo... E d'altra parte, anche se lo fossero, quante possibilità ci sarebbero che la casa editrice gli conceda la libertà di prendere spunto effettivamente dai cartoni che adesso vanno per la maggiore fra i giovanissimi?

Molto poche, direi, soprattutto considerando che ultimamente le serie animate americane puntano su un umorismo politicamente scorretto e, non di rado, possono toccare temi e situazioni un po' più "da grandi", anche solo a livello di sottotesto. Per non parlare di tutti quelli che, sempre più spesso affrontano in maniera molto diretta i cambiamenti della società e il contesto REALE con cui si confronta il giovane pubblico nella vita di tutti i giorni.

A partire da cose come bullismo, omosessualità, famiglie omogenitoriali, crisi famigliari, superamento degli sterotipi di genere e quant'altro...

Potrebbe mai un progetto che si chiama "Bonelli Kids", tenere il passo con tutto questo? Non so perchè, ma ho la sensazione che la risposta sia implicita nella domanda. E comunque, come dicevo prima, anche l'età anagrafica delle menti che ci stanno dietro potrebbe avere un certo peso, soprattutto se nel tempo non hanno coltivato una passione personale per questo particolare ambito dell'intrattenimento.

L'ultimo grande successo del fumetto italiano in ambito "kids" è stato rappresentato dalle W.I.T.C.H. (parliamo del 2001), e a parte il fatto che si trattava di personaggi del tutto originali, bisogna anche dire che vennero ideati dalla giornalista Elisabetta Gnone (che lavorava in Disney dal 1990 e che nel 2001 aveva 37 anni), mentre vennero elaborati graficamente da Alessandro Barbucci (che nel 2001 aveva 28 anni) e da Barbara Canepa (che all'epoca di anni ne aveva 32)... E, guardacaso, per diversi anni questa serie rappresentò  un vero e proprio caso editoriale...

Perlomeno fino a quando i tempi non cambiarono e questa serie non seppe più stare al passo col pubblico, ma questa è un'altra storia. Oltretutto, a proposito di Disney, in Bonelli dovrebbero tenere in debito conto il fatto che in fatto di fumetti disimpegnati, a base di umorismo soft e a prova di bigotti, il mercato italiano è già abbondantemente saturato dal settimanale Topolino e da tutti i suoi derivati... Che tra l'altro vendono sempre meno (e un motivo ci sarà).

Quindi se, come è probabile, invece di puntare sugli ingredienti vincenti delle serie animate contemporanee gli autori dei Bonelli Kids proveranno a realizzare qualcosa di più simile a un Topolino in salsa Bonelli potrebbero avere qualche brutta sorpresa nel giro di pochissimo tempo... Soprattutto se danno per scontato che conquistare nuove fasce di pubblico partendo dalle elementari sia una cosa semplice e scontata come poteva esserlo una quarantina di anni fa...

Ad ogni modo ho la sensazione che di tutta questa operazione, e delle sue eventuali implicazioni (ci sarà una versione "kids" di Legs Weaver? E come si comporterà?) tornerò a parlare quanto prima.

Chissà, magari potrei anche dovermi ricredere su tutta la linea (prima o poi dovrà pur succedere, no?)...

Alla prossima.