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venerdì 27 dicembre 2019

PER CHI SUONA LA CAMPANA?

Ciao a tutti, come va?

In vista del 2020 volevo fare una piccola riflessione partendo da un fatto di cronaca locale, che probabilmente molti di voi non hanno avuto modo di leggere. Dalle parti di Reggio Emilia un settantenne è stato circuito da una diciannovenne di Segrate, che fingendosi interessata all'acquisto della sua collezione di TEX è riuscita a circuirlo e a prosciugargli il conto. Per fortuna, dopo una denuncia, la situazione sembra essersi risolta. Maggiori informazioni potete trovarle CLICCANDO QUI.

Perchè inizio il post di oggi partendo da questa notizia? In realtà per due motivi. Il primo è perchè un po' la prova del fatto che, obbiettivamente, se una diciannovenne italiana del 2020 si dimostra interessata ad una collezione di TEX è perlomeno sospetto. E la seconda è che questa constatazione risulta molto interessante una volta che si incrociano alcuni dati emersi proprio in questi giorni. A partire dall'analisi certosina operata dal sito DIMEWEB, dedicato alle pubblicazioni della casa editrice Bonelli. In un lungo e dettagliatissimo articolo ha calcolato per filo e per segno quante sono state le pubblicazioni del 2019, quante le tavole inedite pubblicate, quante di queste direttamente per il mercato delle fumetterie/librerie e via dicendo. Potete leggerlo per bene CLICCANDO QUI.

A quanto pare, con la bellezza di 24.279 inedite, questo è stato probabilmente l'anno più prolifico di sempre, nonostante la crisi del settore e l'andamento non proprio entusiasmante di numerose proposte a cui le suddette tavole erano state destinate. Evidentemente l'intenzione era quella di invadere il mercato cercando di azzeccare almeno una nuova idea vincente e, al tempo stesso, spremere il più possibile i lettori affezionati. Nella graduatoria qui sotto troverete tutte le serie incolonnate per numero di tavole inedite pubblicate nel 2019. Nell’ultima colonna trovate la variazione rispetto alla posizione occupata nel 2018 e a fianco, quando necessario, un quadratino con scritto "RS", che sta ad indicare che il risultato ottenuto nel 2019, a livello di tavole pubblicate, e il migliore di sempre per il personaggio: il Record Storico. Il quadratino verde indica che il primato è stato battuto, se giallo, che è stato semplicemente eguagliato.

Ai primi posti, come vedete, si collocano ancora Tex, Zagor e Dylan Dog. Sempre nello stesso articolo sono state calcolate le tavole inedite realizzate nell'ultimo decennio per ciascun personaggio, e il risultato è quello che vedete qui sotto.

Anche in questo caso al primo posto restano Dylan Dog, Tex e Zagor, segno evidente che si tratta dei personaggi su cui la casa editrice ha voluto investire di più negli ultimi dieci anni. In un altro articolo,  presente sullo stesso sito, si è fatta un'analisi simile per quel che riguarda le pagine di sceneggiatura (CLICCATE QUI), facendo una classifica degli sceneggiatori più prolifici per quel che riguarda l'anno 2019. Anche in questo caso ci sono degli sceneggiatori che hanno superato il loro record personale.

Allo stesso modo è stata realizzata una classifica degli sceneggiatori più prolifici nell'ultimo decennio.

Quindi, se la matematica non è un'opinione, l'età media dei dieci sceneggiatori più prolifici del 2019 è di 59 anni e sette mesi, mentre l'età media dei dieci sceneggiatori più prolifici dell'ultimo decennio  arriva 58 anni e otto mesi. Se si fa la media fra i venti sceneggiatori più prolifici in Bonelli degli ultimi dieci anni le cose vanno un po' meglio, e si arriva a 52 anni e quattro mesi. Da notare che sette dei dieci sceneggiatori più prolifici del 2019 sono anche sette fra i più prolifici degli ultimi dieci anni, e che negli ultimi dieci anni fra i venti sceneggiatori più prolifici è presente una sola donna. E questo potrebbe dimostrare perlomeno una certa tendenza all'immobilismo, sia per quel che riguarda i contenuti che per quel che riguarda la forma mentis della casa editrice, nonostante negli ultimi anni abbia insistito molto per rimandare - perlomeno a livello di immagine - una certa idea di rinnovamento.

In tutto questo il sito fa notare anche che nell'ultimo anno è aumentata la quantità di pagine realizzate direttamente per il mercato delle librerie/fumetterie, passando dal 5,50% della produzione del 2018 al 8,65% del 2019, segno evidente che c'è anche una certa tendenza ad investire sempre di più in questo settore, dove peraltro abbondano anche le ristampe di lusso.

Quindi, se mai ce ne fosse ancora bisogno, questi dati offrono ulteriori prove del fatto che il target di riferimento su cui investe di più la Bonelli, che resta la principale casa produttrice di fumetti in Italia, sta diventando sempre più maturo e, tendenzialmente, danaroso. Anche perchè, obbiettivamente, decine di migliaia di pagine realizzate ogni anno da uno squadrone di over 50 rampanti molto difficilmente sarà in grado di centrare i gusti delle nuove generazioni,  che oltretutto hanno un potere di acquisto molto relativo (ne ho parlato QUI). E fin qui niente di nuovo sotto al sole.

A questo punto, però, vi chiederete cosa c'entra tutto questo con la diciannovenne di Segrate e col signore di Reggio Emilia...

Per capirlo penso sia necessario condividere con voi i risultati dell'ultimo rapporto Istat su libri e lettori in Italia. Purtroppo l'Istat non fa un'indagine specifica per quel che riguarda i fumetti, e sicuramente il pubblico dei lettori di libri non si sovrappone perfettamente con quello dei lettori di fumetti, però in linea di massima le dinamiche che portano alla lettura in senso lato, e in particolare nel tempo libero, sono molto simili. Di conseguenza certi dati non andrebbero sottovalutati anche per quel che riguarda il settore dei fumetti (tantopiù che adesso hanno iniziato a colonizzare anche le librerie di varia).

Cosa dice, quindi, il report Istat che stato diffuso in questi giorni e che si riferisce al 2018? A quanto pare la quota più alta di lettori continua a essere quella dei giovani. La quota di lettori tra i 15 e i17 anni è pari al 54,5% nel 2018, in crescita rispetto al 47,1% del 2016. Tra uomini e donne c’è un divario rilevante. Nel 2018 la percentuale delle lettrici è del 46,2% e quella dei lettori è al 34,7%. Il divario si manifesta dal 1988, anno in cui risultavano lettori il 39,3% delle donne rispetto al 33,7% degli uomini. Nel 2018 si osserva tuttavia un aumento significativo di 4,2 punti percentuali tra imaschi da 25 a 34 anni. In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra gli 11 e i 19 anni. La quota di lettrici scende sotto il 50% dopo i 55anni, mentre per i maschi è sempre inferiore al 50% in tutte le classi di età. Potete scaricare il report completo, con tabelle e grafici molto interessanti,  CLICCANDO QUI.

Quindi, a rigor di logica, se in Italia la maggior propensione alla lettura si riscontra nelle ragazze fra gli 11 e i 19 anni, perlomeno una parte degli investimenti produttivi di una casa editrice di fumetti che mira a rinnovare il suo pubblico e a rimanere sulla breccia dovrebbero andare in quella direzione. Anche perchè, a parziale conferma del fatto che questi sono dati abbastanza attendibili, basterebbe recarsi in una qualsiasi manifestazione fumettistica italiana per vedere la folla di ragazze presenti, in buona parte attirate dai manga (che, d'altra parte, sono un settore che offre tantissimi prodotti pensati proprio per il pubblico femminile in quella fascia d'età). Tuttavia questo pubblico, in Bonelli, non viene preso in considerazione... Così come non viene preso in considerazione da nessun editore di fumetti che arriva in edicola, per la verità (ma questo, forse, è anche un problema culturale).

Se si incrociano questi dati con quelli prodotti dall'Associazione Italiana Editori (AIE) nel suo rapporto annuale (che trovate CLICCANDO QUI), emergono ulteriori dati interessanti. Perchè se a livello percentuale coincidono abbastanza con quelli dell'Istat è anche vero che, essendo l'Italia un paese che sta invecchiando, emerge che in numeri assoluti (e cioè in termini di quantità), il picco di lettori si concentra nella fascia d'età 45/54 anni. E questo, effettivamente, potrebbe giustificare uno sforzo produttivo che nel breve periodo è finalizzato a tenersi buono questo determinato segmento... Anche perchè avendo un approccio di un certo tipo è molto più facile tenersi buoni i lettori dai 45 anni in poi, piuttosto che intercettare il pubblico più giovane. Anche se, ovviamente, non ci vuole un genio per capire che si tratta di un boomerang, che tornerà indietro a piena potenza quando le scorte di lettori cominceranno ad esaurirsi sul serio, per via del mancato ricambio generazionale...

E, a questo proposito, il rapporto AIE dice anche un'altra cosa molto interessante: fra le persone che seguono serie TV c'è un maggiore interesse per la lettura. Ammetto che questo dato mi ha un po' spiazzato, ma a quanto pare oltre il 31% di chi segue serie TV si dichiara anche un lettore di libri cartacei! E, a quanto pare, c'è ancora un rapporto molto evidente fra le vendite di alcuni titoli e la programmazione televisiva. Il che dimostra che, effettivamente, anche al giorno d'oggi se una persona rimane conquistata da certi temi e certi contenuti in un determinato media può essere interessato a ritrovarli in un media di altro tipo. Passando dalle serie TV ai romanzi, ad esempio, e probabilmente anche ai fumetti... Se questi avessero un livello di accessibilità (economico e contenutistico) adeguato, e se sfruttassero il traino delle serie TV in modo appropriato... E non attraverso parodie disneyane o rielaborazioni furry, ad esempio.

Anche perchè non ha senso prendere serie TV che puntano ad un determinato tipo di pubblico tentando di trasformarle in qualcosa di appetibile per tutt'altro genere di pubblico, col risultato di non convincere nessuno e non centrare mai il bersaglio. E oltretutto non è detto che il pubblico che segue serie TV e legge libri sia necessariamente sovrapponibile a quello che segue le serie TV nazional popolari... Che, anzi, potrebbe rientrare nel gruppo benissimo nel gruppo di quelli che seguono serie TV e NON leggono. o comunque non leggono fumetti. Quelli che seguono le produzioni in stile Montalbano, per intenderci, che poi sembrano le uniche acui gli editori italiani hanno voluto puntare finora. In realtà, anche in questo caso, basterebbe guardarsi intorno a Lucca Comics & Games per verificare che le serie TV che interessano a chi legge fumetti e ama l'immaginario POP, soprattutto se sono giovani, sono di tutt'altro genere...

E qui si arriva al nocciolo della questione. Quali sono gli elementi che vanno per la maggiore nelle serie TV di ultima generazione, e che ne determinano il successo? Fondamentalmente tanta libertà creativa, tanta spregiudicatezza e tanta capacità di incanalare le paure e le speranze della nostra epoca, che viene rappresentata a tutto tondo, lasciando poi al pubblico il verdetto finale... Anche perchè se una serie non piace, con quello che costa produrre una serie TV davvero competitiva al giorno d'oggi, non la si rinnova per la stagione successiva, e si manda a spasso tutta la gente che ci ha lavorato fino a quel momento...

Quindi se, ad esempio, personaggi e tematiche LGBT funzionano e il pubblico dimostra di apprezzare il loro inserimento, diventano di tendenza e gli sceneggiatori fanno a gara per esplorare questo ambito nel modo migliore e più originale. E lo stesso discorso si può applicare a mille temi diversi. Si sperimenta senza porre particolari vincoli, e se un'idea funziona si incentiva. In questo modo si rinnovano le idee, si rinnova il pubblico e si rinnovano gli staff creativi. E, visto il ruolo sempre più determinante delle serie TV, gli altri media si adeguano, fumetti compresi. Anzi, il rapporto fra i vari media è talmente stretto che in Giappone succede regolarmente il contrario, e cioè sono i manga di tendenza che determinano il palinsenso televisivo, che poi influisce sul palinsenso televisivo internazionale e sulle scelte degli editori che pubblicano manga (e fumetti in senso lato) fuori dal Giappone...

Quindi, ritornando a quello che è successo a Reggio Emilia, la cosa incredibile non è tanto il fatto che un settantenne abbia davvero creduto possibile che una ragazza diciannovenne potesse essere interessata alla sua collezione di Tex, ma constatare quanto fosse SOSPETTA la cosa. Perchè nell'Italia di oggi nessun personaggio della casa editrice di Tex - e men che meno i suoi fumetti di punta - si rivolgono ad un pubblico composto da ragazze diciannovenni... Nonostante il fatto che questa casa editrice, nel 2019, abbia prodotto qualcosa come 24.279 pagine inedite. Così come è incredibile che, al netto delle capacità individuali, l'età media dei suoi sceneggiatori sia sempre più alta, con tutto quel che ne consegue anche in termini di allontanamento dal pubblico giovanile. Lo stesso pubblico che magari passa notti intere a seguire le sue serie TV preferite, e che forse sarebbe anche disponibile a convertire questa passione nella lettura di una serie a fumetti... Se solo ne trovasse una che potesse competere con loro, ovviamente. Cosa che però non succede. Ed effettivamente confrontare il modo con cui vengono affrontate le tematiche LGBT, e le questioni di genere, in questi contesti è un'ottima cartina di tornasole.


Così come, più banalmente, può servire analizzare come e quanto si parla di "giovani"... O perlomeno se si propongono dei personaggi in cui effettivamente il pubblico "giovane" può identificarsi, e non in senso strettamente anagrafico. E spulciando fra le famose 24.279 pagine inedite di cui sopra lo scenario non è propriamente incoraggiante. Anche perchè i paradigmi della casa editrice sono altri.

Cosa succederà nei prossimi anni, se la situazione non cambierà? Sicuramente le prospettive non sono molto incoraggianti, anche perchè è altamente probabile che se la casa editrice più produttiva e influente d'Italia confermerà la sua vocazione vagamente geriatrica, fra dieci anni l'età media degli sceneggiatori più produttivi, e quella del pubblico, sarà ancora più alta... Così come sarà più ampio il divario con il pubblico giovanile.

Anche perchè, negli ultimi dieci anni, la concorrenza - in edicola - è praticamente scomparsa. Cosa porterà il 2020? Lo scenario non sembra molto promettente, per la verità... E d'altra parte se chi è chiamato a risolvere la situazione è, in una certa misura, parte integrante del problema, le prospettive rimarranno le stesse degli ultimi dieci anni...

Ovviamente la speranza, a questo punto, è che accada qualcosa di completamente inaspettato, che faccia smuovere le acque e che rivoluzioni tutto quanto...

Restiamo in fiduciosa attesa.

Alla prossima.

mercoledì 4 dicembre 2019

E I BAMBINI...?

Ciao a tutti, come va?

Il mio ultimo post ha avuto più commenti del solito, forse anche perchè toccava delle questioni che di solito non si toccano. In particolare per quel che riguarda il discorso dell'accessibilità - economica e contenutistica - dei fumetti pubblicati in Italia in questo periodo. Un problema che, probabilmente, farà sentire il suo peso in maniera sempre più incisiva... E che, aggiunto a molte altre criticità (di cui negli ultimi anni ho parlato sempre più spesso), inevitabilmente farà scoppiare quella che - a tutti gli effetti - sembra delinearsi come una vera e propria bolla speculativa (peraltro gestita in maniera abbastanza goffa). Cosa succederà a quel punto davvero non saprei dirlo, ma qualcosa mi dice che lo scopriremo prima del previsto... Quindi teniamoci pronti.

Detto questo, manco a farlo apposta, negli ultimi giorni sono successe varie cose che mi hanno offerto nuovi spunti per approfondire il discorso. A partire dalla morte del grande Howard Cruse, un pioniere indiscusso dei fumetti underground a tematica gay, i cosiddetti Gay Comix (con la x). Una persona disponibilissima, oltre che un grande artista, con cui ho avuto il piacere di entrare in contatto anni fa, quando feci pubblicare alcune sue storie brevi nelle antologie HAPPY BOYS di Coniglio Editore (che lo mise anche in copertina).

Disgraziatamente l'editore non gli pago mai i 100 euro pattuiti per la storia pubblicata nel volume di cui vedete la copertina qui sopra (e nel volume precedente aveva addirittura accettato di pubblicare una sua storia gratis!). Perchè non gli siano stati dati non l'ho msi scoperto, ma per fortuna sul suo sito scrisse che aveva capito che la colpa non era stata mia. In compenso, dopo quell'episodio, non osai più contattarlo per delle collaborazioni editoriali, e adesso un po' me ne pento. Anche perchè, a parte la pubblicazione di "Figlio di un preservativo bucato" (che però rientrava nella linea Vertigo della DC Comics, e quindi era un caso a parte), nessun editore italiano pubblicò mai altre cose sue. Gay o meno. E la cosa è abbastanza imbarazzante, considerando che in Italia - soprattutto nel circuito delle librerie e delle fumetterie - ormai viene pubblicata la qualunque... E in molti casi si tratta di cose di un livello molto inferiore rispetto a quelle fatte da lui.

Oltretutto buona parte del suo materiale era realizzato in un raffinato bianco e nero puntinato, che non avrebbe neanche comportato grandi costi tipografici... In particolare mi viene da pensare alle storie di Wendel (di cui solo un episodio venne pubblicato in HAPPY BOYS AND GIRLS), che sarebbe stata una serie INTERESSANTISSIMA e ATTUALISSIMA, pur risalendo a parecchi anni fa. Un po' perchè le dinamiche dei gay americani degli anni Ottanta solo adesso sono diventate quelle dei gay italiani (il protagonista conviveva con il suo ragazzo e il di lui figlio, avuto da una precedente relazione etero, giusto per dirne una), e un po' perchè offriva un bello spaccato di storia LGBT (visto che gli episodi erano strettamente collegati alla realtà gay americana del periodo in cui erano ambientati).

Però l'autore ci ha lasciato prima che qualche editore italiano si facesse (di nuovo) avanti, e adesso non saprei nemmeno dire a chi sono passati i diritti di pubblicazione delle sue storie... Peccato davvero. Però direi che si tratta di una situazione abbastanza emblematica. Nel senso che negli ultimi dieci anni ci sarebbe stato tempo e modo di pubblicare Wendel, o altri personaggi LGBT di autori altrettanto validi, in edizioni assolutamente abbordabili e perlomeno accattivanti per quel grande pubblico potenziale gay friendly che non frequenta abitualmente fumetterie e affini...

Però, a quanto pare, nessuno ci ha mai pensato. Molto meglio puntare su idee trite e ritrite, e sul solito pubblico trito e ritrito, e magari - alle soglie del 2020 - continuare a puntare su formule che sarebbero state già datate una ventina d'anni fa... Sia quando si è grandi editori storici che quando si è nuovi editori rampanti... In particolare se l'intenzione è quella di puntare ad un pubblico più ampio...


Tutto questo sarebbe molto interessante da analizzare anche dal punto di vista psicologico... Perchè, a voler essere maligni, si potrebbe pensare che da una parte ci sono editori e autori che non si rassegnano all'idea del tempo che passa, e dall'altra che ci sono tanti ex giovani lettori degli anni Novanta, o giù di lì, che vogliono ancora gratificare il loro ego diventando autori ed editori  che puntano agli stili e alle idee che sono state il loro riferimento nell'adolescenza, ma che ora risultano inevitabilmente superate, con tutto quel che ne consegue. Anche perchè, ovviamente, nel frattempo  nessuno pensa al pubblico che risulta anagraficamente giovane oggi, ai suoi gusti e alle sue esigenze reali. Magari dando per scontato che i fumetti non gli interessano più, o che comunque certe generazioni non frequentano più le edicole. Spiegazione un po' semplicistica. Tantopiù che le edicole strabordano di gadget e articoli di interesse per i giovanissimi... Il problema è che, appunto, gli editori di fumetti che investono davvero su questo pubblico non ci sono più... E le edicole, poi, finiscono per adeguarsi.

E alcuni episodi recenti non fanno altro che confermare queste teorie. A seguito delle recenti polemiche sugli aumenti dei prezzi dei fumetti Panini che arrivano in edicola, la casa editrice è intervenuta con un comunicato stampa un po' surreale, in cui spiega che gli aumenti sono giustificati dalla vocazione ecocompatibile della casa editrice, dalla sua intenzione di mantenre alti i compensi dei collaboratori (?) e dagli alti standard qualitativi della carta e della stampa. Particolarmente interessante è stato poi l'accenno ai costi comunque più bassi rispetto alle pubblicazioni americane, dimenticando, però, che negli USA certi fumetti si devono produrre, mentre in Italia bisogna solo tradurli. E sottovalutando il fatto che negli USA un americano su due fa parte della classe media (CLICCATE QUI), e che negli USA un single che appartiene a questa categoria guadagna dai 26.000 ai 78.000 dollari all'anno, mentre una famiglia - diciamo - con due figli, ne guadagna dai 52.000 ai 156.000. Siamo proprio sicuri che la situazione sia del tutto paragonabile a quella italiana e possa essere utilizzata come giustificazione?

Io qualche dubbio ce l'avrei. Anche perchè il 32% degli italiani guadagna meno di 10.000 euro all'anno (CLICCATE QUI).

Ad ogni modo potete leggere il comunicato Panini integralmente CLICCANDO QUI. Siccome ci sono già state vagonate di proteste anche a seguito di questo comunicato, che a più di qualcuno è sembrato abbastanza farlocco, io preferirei concentrarmi su alcuni dati di fatto oggettivi. Il primo è che nell'estate del 2018 la Panini aveva già annunciato di avere l'intenzione di abbandonare gradualmente le edicole, causando una reazione inviperita da parte del Sindacato dei Giornalai... Che scriveva come il gruppo editoriale non avesse più il senso etico e impenditoriale degli editori del passato, e dichiarandosi letteralmente schifata dal suo atteggiamento. E se non ci credete potete leggere il comunicato qui di seguito.
Quindi, se si volesse essere un pochetto perfidi, verrebbe da pensare che certi aumenti di prezzo sono pensati anche nell'ottica di un minore investimento nel mercato delle edicole, per poter puntare sul più redditizio mercato dei collezionisti e delle edizioni di pregio. Magari dismettendo il comparto edicole, dopo aver portato il pubblico a disaffezionarsi. C'è qualcosa di illegale in tutto questo? Ovviamente no. Però, in realtà, è proprio in casi come questo che dovrebbe sorgere spontanea una domanda che, a quanto pare, nessuno si pone più...

E cioè: ai bambini chi ci pensa?

In  realtà, prima di tutto, sarebbe molto interessare capire se certe idee a proposito delle nuove generazioni rispondono a verità, o se è solo una narrativa di comodo, finalizzata più che altro a giustificare le incompetenze e gli interessi speculativi del mondo adulto. Certo parliamo di generazioni che hanno molta dimestichezza ANCHE con forme di intrattenimento che hanno poco a che fare con i fumetti, ma in realtà quanti fumetti sono pensati davvero per loro, e per le loro tasche?

Anche in questo caso qualche dato oggettivo può tornare utile. Lo scorso ottobre Save the Children ha diffuso dei dati impressionanti. In Italia sono oltre un milione e 260 mila i bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta; negli ultimi dieci anni sono triplicati: passando dal 3,7% del 2008, pari a 375 mila, al 12,5% del 2018. Di questi bambini, 563 mila vivono nel mezzogiorno, 508 mila al nord e 192 mila al centro. Stesso trend anche per quei bambini e adolescenti che fanno parte della cosiddetta “povertà relativa”: nel 2008 erano 1.268.000 e a 10 anni di distanza sono aumentati a 2.192.000. Potete trovare maggiori dettagli CLICCANDO QUI.

Per rendere un po' meglio l'idea: nel 2018, in Italia, ben 453.000 bambini di età inferiore ai 15 anni hanno beneficiato di pacchi alimentari. Quanti di questi bambini potevano permettersi di spendere, diciamo, una decina di euro in fumetti ogni mese?

Lasciando per un momento da parte la questione dei minori che risultano cittadini stranieri (anche perchè di fatto risultano residenti in in Italia, e quindi nulla gli vieterebbe di leggere fumetti, se trovassero qualcosa di loro interesse), direi che lo scenario è abbastanza eloquente. I bambini poveri stanno aumentando anche in Italia, mentre i fumetti stanno diventando sempre più una forma di intrattenimento per chi è benestante, e spesso non sono nemmeno tarati sui gusti reali delle nuove generazioni.

E in effetti, a pensarci bene, mi rendo conto che nell'ultimo periodo mi è capitato abbastanza spesso di vedere dei bambini strattonati via a forza dai loro genitori quando si avvicinavano a qualche pubblicazione a fumetti troppo costosa... E che non sembrava avere un buon rapporto quantità/prezzo. Alle fiere come nelle edicole. E considerando che quelli che hanno la fortuna di avere una paghetta hanno anche altre spese, come possono risultargli accattivanti e competitive delle pubblicazioni come quelle che si sono viste nelle edicole italiane negli ultimi dieci/vent'anni?

Siamo seri...

Oltretutto una recente indagine OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha rivelato che, perlomeno fra i quindicenni italiani, stanno aumentando quelli che non sono in grado di comprendere quello che leggono, collocandosi qualche punto più in basso della media OCSE, appunto. Per maggiori informazioni potete CLICCARE QUI, e se volete consultare direttamente il sito OCSE potete CLICCARE QUI.

Sarebbe tanto interessante capire se e come questo stato di cose si riflette anche sulla comprensione dei fumetti da parte dei giovani italiani, e quanto gli editori dovrebbero tenerne conto prima di piazzare pubblicazioni poco accattivanti o scritte con un linguaggio (e utilizzando uno storytelling, e cioè una tecnica narrativa complessiva) che può risultare ostico per i neofiti. O comunque poco in linea con i gusti REALI del pubblico giovane.

Sicuramente viviamo in una realtà complessa, ma dare la colpa dell'attuale crisi editoriale solo ai ragazzini che non leggono più fumetti perchè, semplicemente, "non gli interessano" è davvero troppo comodo. Soprattutto se ormai è diventato impossibile trovare materiale davvero adatto ad un pubblico giovane e - soprattutto - in grado di venire incontro alle reali esigenze, soprattutto economiche, di una generazione che è molto meno fortunata di quanto non si direbbe a prima vista. E che sicuramente ha dei gusti molto diversi rispetto alla generazione che l'ha preceduta, anche se poi quest'ultima pretende comunque di decidere cosa è meglio per i più giovani... Per poi lamentarsi se le cose non vanno come spera.

Di esempi di questo tipo che ne sono stati tantissimi, negli ultimi anni, e parecchi li ho approfonditi anche su questo blog... Eppure nonostante vagonate di flop annunciati nessuno ha mai corretto davvero il tiro, tant'è che la situazione ha continuato a peggiorare...

Anche perchè, per dirla tutta, gira che ti rigira la "classe dirigente" dell'editoria a fumetti italiana è rimasta fondamentalmente la stessa da circa vent'anni, e qualcosa mi dice che se certi soggetti manterranno il loro ruolo decisionale (come è probabile che accadrà) per i prossimi venti, è molto probabile che da qui a un po' si profileranno degli scenari abbastanza inquietanti... A meno che non si verifichi un qualche miracolo, ovviamente.

Certo è che trasformare una forma di intrattenimento che trovava la sua forza nell'essere "povero" e sempre al passo coi tempi in un anacronistico bene di lusso, per poi lamentarsi se non funziona più come una volta, non è proprio geniale.

E comunque sono abbastanza sicuro che una nuova batosta arriverà se e quando qualche indagine statistica seria si occuperà di verificare quale è, attualmente, la percentuale di giovani italiani che non si identifica nel classico stereotipo dell'eterosessuale cisgender.
Alla prossima.

mercoledì 20 novembre 2019

BILANCINO DI FINE ANNO

Ciao a tutti, come va?

Devo ammettere che diventa sempre più complicato scrivere della situazione dei fumetti in Italia, anche perchè è lo stesso concetto di "fumetto pubblicato in Italia" che sembra volersi allontanare sempre di più dalla sua connotazione originale. Infatti da passatempo "povero", realizzato in economia e pensato per tutte le tasche  (e soprattutto per quelle dei ragazzini, agli interessi dei quali cercava sempre di venire incontro), ha iniziato ad imboccare la strada del prodotto elitario per collezionisti adulti con un bel conto in banca. E sarebbe tanto interessante capire perchè...

Cioè... In realtà non ci vuole neanche tanta fatica per capirlo. Se da una parte è vero che la concorrenza delle nuove forme di intrattenimento - e in particolare di quelle di facile accesso per i giovani - è spietata, il fatto che chi pubblica fumetti non faccia nulla per risultare realmente competitivo con l'intrattenimento a basso costo, e - anzi - si stia orientando sempre di più verso la nicchia dei collezionisti danarosi, probabilmente tradisce altri tipi di problemi, più a monte. A partire dal fatto che chi si occupa di editoria a fumetti in Italia, provenendo perlopiù dal mondo dei collezionisti all'ultimo stadio e iniziando ad essere perlomeno "maturo", fa molta fatica ad immedesimarsi in qualcuno che non lo è, o che non ha determinate liquidità da investire nella carta stampata... O che, magari, non ha spazio per mettere insieme voluminose collezioni e forse non disdegnerebbe di leggere - perlomeno in prima  battuta - fumetti in un formato più "usa e getta", magari su carta poco pregiata e in una veste editoriale senza tante pretese. A patto di spendere somme accettabili. Come avveniva una volta un po' in tutto il mondo, e come avviene ancora - e con buoni riscontri - in Giappone...

A voler essere un po' perfidi verrebbe da pensare che, tra l'altro, molti degli ex lettori degli anni Sessanta/Settanta/Ottanta, dopo essersi fatti largo nel settore, abbiano anche iniziato a sentire il bisogno di gratificare il proprio senso di rivalsa nei confronti delle frustrazioni collezionistiche che hanno accumulato quando erano costretti ad accatastare giornaletti da poco... E così, adesso che hanno un ruolo decisionale importante, inondano il mercato di cartonati, edizioni prestigiose e albi che nella peggiore delle ipotesi vengono pubblicati su carta superpatinata. Tutte cose che loro per primi desidererebbero leggere e collezionare, e che si rivolgono a chi condivide il loro stesso punto di vista... Come ad esempio gli youtuber che pubblicano i video in cui raccontano come hanno speso più di 1700 euro in un solo giorno di Lucca Comics & Games... Qui sotto vi riporto un esempio a caso, ma ci sono parecchi appassionati che realizzano video in cui condividono il loro luuuuungo elenco della spesa... E non solo in occasione di Lucca.


Non che ci sia niente di male (e beato chi ha tanti soldi da spendere in fumetti e affini), ma nel lungo periodo tutto questo a cosa porterà? Non certo ad un cospicuo ricambio generazionale... Se, per fare un esempio banale, un ragazzino gay qualunque venisse a scoprire che in questa o quella serie compaiono personaggi LGBT che lo incuriosiscono, quante possibilità ci potrebbero essere che lui possa investire da subito la sua paghetta in un volume cartonato che costa più di 10 euro, quando magari non ha mai letto fumetti in vita sua? Meglio tenerla da parte per altro...

E quante possibilità ci sono che un ragazzino che vive in una famiglia con un reddito medio basso, inizi a collezionare una serie MARVEL (magari dopo aver conosciuto certi personaggi al cinema o in qualche serie TV) adesso che la Panini ha annunciato che gli albi di 24 pagine passeranno a 3.00 euro e quelli di 48 pagine a 5.00 euro?  Tra l'altro in un periodo in cui le serie MARVEL sono particolarmente cervellotiche e difficili da comprendere per i neofiti e per chi non segue molte serie alla volta... E oltretutto alcune di queste serie sono quindicinali!

Certo il fatto che le edicole stiano morendo non aiuta, e sicuramente il mercato delle librerie è in espansione, ma tutta questa propensione a trasformare i fumetti in un passatempo di prestigio (cosa che in Italia non è mai stato) e a coltivare la nicchia dei collezionisti danarosi, probabilmente, nasce anche da qualche disfasia concettuale più a monte... Forse dalla convinzione che pubblicando più cose, a un prezzo più alto, si può tamponare il calo del pubblico, dovuto a pregressi problemi gestionali e a contingenze varie?  Chissà... Sicuramente la volontà di mantenere stabile il fatturato a discapito del calo dei lettori c'è. E, se queste sono le soluzioni adottate, sembra tanto una dichiarazione di resa... Il punto è: quanto può essere ampio questo mercato dei collezionisti? E quanto si può giocare col fuoco prima di finire scottati? Oltretutto, richiedendo tanta liquidità per essere seguito, il mercato delle librerie e delle edizioni prestigiose non finirà per compromettere ulteriormente la situazione in edicola, facendo diventare la pezza peggiore del buco? Chissà...

Sicuramente non ha senso fare valutazioni nel breve periodo, e i prossimi anni saranno decisivi. Ragion per cui possono venire ancora in aiuto i dati relativi al fatturato che sono stati depositati dagli editori stessi. E dato che adesso sono già disponibili alcuni dati relativi al 2018 ho pensato di anticipare di qualche mese la mia analisi della situazione, che di solito arriva intorno a marzo. Contenti? Come sempre il mio sito di riferimento è quello di iCribis (CLICCATE QUI), quindi si tratta di dati ufficiali e non confuabili, e l'andamento del fatturato viene valutato prendendo come riferimento i due anni precedenti.

Dati finanziari di Sergio Bonelli Editore S.p.a.:
L’ultimo bilancio depositato da Sergio Bonelli Editore S.p.a. nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 'Tra 6.000.000 e 30.000.000 Euro'.

Il fatturato di Sergio Bonelli Editore S.p.a. durante il 2018 è aumentato del 2.68% rispetto a 2016.


Dati finanziari di Panini Societa' Per Azioni:
L’ultimo bilancio depositato da Panini Societa' Per Azioni nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 'Sopra 30.000.000 Euro'.

Il fatturato di Panini Societa' Per Azioni durante il 2018 è aumentato del 41.37% rispetto a 2016.


Dati finanziari di 1000 Volte Meglio Publishing S.r.l.:
L’ultimo bilancio depositato da 1000 Volte Meglio Publishing S.r.l. nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 'Tra 300.000 e 600.000 Euro'.

Il fatturato di 1000 Volte Meglio Publishing S.r.l. durante il 2018 è aumentato del 16.64% rispetto a 2016.


Dati finanziari di Astorina S.r.l.:
L’ultimo bilancio depositato da Astorina S.r.l. nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 0.0.

Il fatturato di Astorina S.r.l. durante il 2018 è rimasto invariato rispetto al 2016.


Dati finanziari di Shockdom S.r.l.:
L’ultimo bilancio depositato da Shockdom S.r.l. nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 'Tra 600.000 e 1.500.000 Euro'.

Il fatturato di Shockdom S.r.l. durante il 2018 è diminuito del 13.01% rispetto a 2016.


Dati finanziari di Edizioni If S.r.l.:
L’ultimo bilancio depositato da Edizioni If S.r.l. nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 'Tra 600.000 e 1.500.000 Euro'.

Il fatturato di Edizioni If S.r.l. durante il 2018 è diminuito del 30.95% rispetto a 2016.


Poichè non tutti gli editori che arrivano in edicola hanno depositato i loro bilanci entro novembre, probabilmente ritornerò sull'argomento l'anno prossimo, con maggiori dati da analizzare, però credo che comunque questi possano essere molto interessanti, soprattutto se si confrontano con quelli di chi pubblica fumetti esclusivamente per le librerie e le fumetterie (o quasi)... Visto che tutti questi editori sembrano avere avuto una tendenza al rialzo.

Dati finanziari di Edizioni Star Comics S.r.l.:

L’ultimo bilancio depositato da Edizioni Star Comics S.r.l. nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 'Tra 6.000.000 e 30.000.000 Euro'.

Il fatturato di Edizioni Star Comics S.r.l. durante il 2018 è aumentato del 45.93% rispetto a 2016.


Dati finanziari di Edizioni Bd S.r.l.:
L’ultimo bilancio depositato da Edizioni Bd S.r.l. nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 'Tra 3.000.000 e 6.000.000 Euro'.

Il fatturato di Edizioni Bd S.r.l. durante il 2018 è aumentato del 46.15% rispetto a 2016.


Dati finanziari di Bao Publishing S.r.l.:
L’ultimo bilancio depositato da Bao Publishing S.r.l. nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 'Tra 3.000.000 e 6.000.000 Euro'.

Il fatturato di Bao Publishing S.r.l. durante il 2018 è aumentato del 14.83% rispetto a 2016.


Dati finanziari di Coconino Press S.r.l:
L’ultimo bilancio depositato da Coconino Press S.r.l nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di 'Tra 600.000 e 1.500.000 Euro'.

Il fatturato di Coconino Press S.r.l durante il 2018 è aumentato del 9.48% rispetto a 2016


In realtà, considerando i dati disponibili anche per il biennio 2014/2016 (e che trovate CLICCANDO QUI), si può avere un'idea più precisa dell'andamento dei fatturati di alcuni editori negli ultimi quattro anni, e considerando la situazione a partire dal 2014 la classifica (per ora parziale), sarebbe la seguente:

1000VOLTE MEGLIO                     +2,29%

ASTORINA                                       -1,59%

BONELLI                                          -7,82%

SHOCKDOM                                   -13,01%

EDIZIONI IF                                    -48,58%


E purtroppo bisogna prendere atto che le case editrici che vanno meno peggio sono quelle che negli ultimi quattro anni hanno ritoccato i loro prezzi di copertina. La Bonelli, ad esempio, nel 2017 ha aumentato i prezzi delle sue testate di 20, 30 o 40 centesimi, a seconda della loro popolarità. E, per la cronaca, c'è stato un ritocco di ulteriori 40 centesimi anche l'estate scorsa. Mentre Alan Ford della 1000voltemeglio è arrivato a costare 5 euro ogni mese (e parliamo di un tascabile in bianco e nero). L'Astorina, nel 2015, aveva fatto aumentare  il prezzo di tutte le pubblicazioni di Diabolik di 30 centesimi, e altri 30 centesimi sono stati aggiunti lo scorso luglio. Quindi dire che l'aumento, o la stabilità, di fatturato degli editori che sono andati meglio negli ultimi quattro anni coincide con una ripresa delle vendite, e del settore in generale, non ha molto senso...

Purtroppo non ho i dati della Panini nel biennio 2014/2016, ma penso che sia interessante notare che, secondo il sito ReportAziende (CLICCATE QUI), dopo annate un po' preoccupanti le cose per la casa editrice siano migliorate... Il che rende ancora più curioso il fatto che i prezzi di buona parte delle loro pubblicazioni siano stati ritoccati proprio in questo momento. Segno, forse, che al di là dei problemi di contrattura del mercato per gli albi spillati ci sia anche dietro una qualche strategia di altro tipo.

Anche se in realtà, essendo la Panini un colosso nell'ambito delle figurine, può anche essere che il miglioramento delle entrate e del fatturato sia stato determinato anche e soprattutto da quel comparto... Chi può dirlo? Certo è che, se così' fosse, viene da chiedersi perchè gli introiti non siano stati ripartiti in modo tale da potenziare anche i settori più a rischio, come quello degli spillati dei supereroi. D'altra parte, non avendo la minima idea di come vengano prese certe decisioni in Panini, immagino che sia inutile fare altre congetture. Quel che è certo è che nelle librerie e nelle fumetterie non sono presenti molte alternative economiche ai cartonati e agli spillati "di lusso", manga a parte, e questo di sicuro non è un bene per il settore nel suo insieme.

In particolare in Italia, dove - a livello di intrattenimento popolare e non "di nicchia" - si fa molto poco per rilanciarlo sul serio presso del nuovo pubblico. Basti pensare all'ultima collana di allegati proposta dal Corriere dello Sport, e cioè la riproposta di alcuni fumetti di guerra inglesi che in Italia vennero pubblicati nella Collana Super Eroica fino alla fine degli Anni Ottanta... Mio nonno, che era nato nel 1915 e ci ha lasciato nel 2009, ne era un grande appassionato...

Mio nonno, però, ai tempi lo leggeva perchè era pubblicato in volumetti supereconomici, e infatti quando iniziavano ad essere troppi  passava mia nonna per raccoglierli e buttarli via senza tanti complimenti. Altri tempi, sotto tutti i punti di vista. E anche rivedere questo titolo in edicola, per giunta in una versione lussuosa per collezionisti, ha tanto il sapore di una bandiera bianca che si alza...


Anche se, per quieto vivere, nessuno ne parla in questi termini, o quasi.

Per quanto tempo la situazione potrà andare avanti a queste condizioni? E quali scenari si apriranno da qui a un po', soprattutto se la gestione dei fumetti in Italia continuerà ad essere appannaggio di persone che non riescono più a pensarci in termini di "prodotto per tutte le tasche"? E che non hanno la minima idea di quali potrebbero essere i gusti e le esigenze reali dei ragazzini, o dei bambini, che adesso possono permettersi di scegliere fra un mare di intrattenimento che punta direttamente ai loro gusti e al contesto in cui vivono?

Per la metà del 2020 dovrebbe uscire un nuovo videogame, Tell Me Why, in cui due gemelli adolescenti devono venire a capo dei misteri della loro vita e del loro passato... E uno dei due è un ragazzo FtM (cioè transgender da femmina a maschio). Per realizzarlo la Dontnod Entertainment ha chiesto il supporto dell'associazione GLAAD e per doppiarlo ha coinvolto un vero attore FtM. Probabilmente il gioco debutterà su Xbox mentre in Italia le ristampa di Super Eroica saranno ancora in corso di pubblicazione.

Sembra incredibile che le due cose possano avvenire nello stesso momento storico, vero?

Non so perchè, ma ho la sensazione che i nodi verranno al pettine prima del previsto.

Alla prossima.