Ciao a tutti, come va?
A beneficio di quanti non vogliono lasciarsi sfuggire le pubblicazioni a tematica gay prodotte dal tramite crowfounding, ma magari non hanno tempo e modo di seguire questa nicchia di mercato, volevo ricordare che oggi è l'ultimo giorno per prenotare la raccolta cartonata della prima miniserie dedicata alla versione LGBT della Justice League, e cioè THE PRIDE...
Potete ancora prenotare la vostra copia sulla pagina di kickstarter che trovate CLICCANDO QUI. Qui sotto, invece, vi faccio vedere il simpatico ideatore del progetto, Joe Glass, che illustra la sua proposta. Considerando che a questa miniserie hanno collaborato vari disegnatori di un certo livello, se siete appassionati di supereroi potreste farci un pensierino...
Nel frattempo avete circa due settimane di tempo per prenotare la vostra copia di BURL & FUR, l'antologia di illustrazioni a tema bear nata dalal collaborazione di una quarantina di artisti che amano questo tipo di soggetto, e sparsi un po' per il mondo... E fra i quali, vi ricordo, c'è anche il nostro Jacopo "Dronio" Camagni...
La pagina di Kickstarter per ordinare la trovate CLICCANDO QUI, anche in questo caso si tratta di artisti che hanno un loro perchè...
E per gli estimatori di Jacopo Camagni segnalo che il bel catalogo realizzato da Renbooks in occasione della sua mostra realizzata recentemente a Bologna tornerà disponibile su amazon il 20 aprile... Quindi se volete acquistarlo fatelo CLICCANDO QUI o sull'immagine che vedete qui sotto... Così oltre a fare felice Jacopo Camagni (che, vi ricordo, lavora anche per la MARVEL e a quanto ne so è l'unico disegnatore italiano gay dichiarato a farlo) e la Renbooks finanzierete questo blog senza spendere un centesimo in più...
Per gli amanti del fumetto underground, invece, segnalo che i fumetti punk omoerotici di Justin Hall & Dave Davenport - che sono stati raccolti in un'antologia finanziata proprio tramite crowfounding - sono ancora acquistabili presso il sito della Northwest Press (CLICCATE QUI)...
Che dire? Anche solo da questo breve assaggio si può intuire che le possibilità offerte da internet iniziano ad avere un peso sempre più importante per la realizzazione di progetti fumettistici mirati, e in particolare per quel che riguarda delle nicchie di mercato che non hanno circuiti distributivi particolarmente estesi. E questo vale in particolare per le autoproduzioni, per i piccoli editori e per tutti quanti non vogliono correre il rischio di andare in perdita con investimenti potenzialmente rischiosi.
E tutto ciò, applicato ai fumetti LGBT, diventa una risorsa preziosa, che sta aprendo le porte a tutta una serie di possibilità che fino a qualche anno fa erano impensabili.
E ovviamente siamo solo all'inizio.
E
non dimenticare di partecipare alla votazione dei premi GLAD! Vota
anche tu il fumetto italiano che ti ha deluso di più! Trovi tutte le
informazioni CLICCANDO QUI.
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mercoledì 13 aprile 2016
mercoledì 18 febbraio 2015
FUMETTI VIRTUALI E SODDISFAZIONI REALI...
Ciao a tutti, come va?
Forse avrete notato anche voi che ultimamente il mondo degli appassionati di fumetti si sta dividendo in maniera molto netta fra quelli che sostengono che le nuove tecnologie rappresentano il futuro e quelli che sostengono che segneranno la condanna a morte dell'industria fumettistica... Con una netta prevalenza della seconda fazione, perlomeno in Italia, dove editori ed esperti (o presunti tali) sono abbastanza pessimisti... E dove i principali siti che si occupano dell'argomento sono straordinariamente refrattari alla segnalazione, promozione e recensione di web comics, fumetti digitali, piattaforme digitali per l'acquisto di fumetti e via discorrendo.
Il che, in effetti, farebbe sospettare che chi gestisce i siti di informazione fumettistica in Italia non ha le competenze necessarie, oppure che ha qualche interesse collaterale a promuovere apertamente solo gli editori tradizionali che pubblicano in maniera tradizionale... A meno che, più semplicemente, chi gestisce i suddetti siti non voglia fare pubblicità gratuita a delle attività commerciali che trovano posto sul web... Il che, suppongo, avrebbe una certa logica...
E questo diventa particolarmente rilevante se, con tutte queste omissioni, il quadro generale viene falsato per supportare la teoria secondo cui i fumetti tradizionali sono prodotti di qualità, mentre i web comics sono, nella migliore delle ipotesi, fumo negli occhi o roba da niente... Senza contare la teoria secondo cui, ovviamente, i web comics e il mercato digitale in realtà non sono in grado di risollevare il settore del fumetto, non sono in grado di favorire il ricambio dei lettori, ecc...
Ognuno è libero si pensarla come crede, ovviamente, ma sarà proprio così?
A guardare alcuni dati oggettivi, in effetti, i dubbi non mancano. Senza andare a guardare necessariamente a quello che succede negli USA, dove i fumetti digitali animano un vero e proprio mercato parallelo e dove un crescente numero di autori vive grazie ai suoi web comics e alle raccolte (stampate) degli stessi, in Italia abbiamo la casa editrice SHOCKDOM (il suo shop lo trovate CLICCANDO QUI), che dal 2000 rappresenta l'anello di congiunzione fra chi realizza web comics (in Italia) e il mondo della carta stampata. Dopo tanti piccoli successi in fumetteria ha tentato la strada dell'edicola, e lo ha fatto con un trimestrale dedicato alle storielle comico-demenziali-assurde-nonsense di Sio (all'anagrafe Simone Albrigi), che si è rivelato un successo clamoroso: 20.000 copie bruciate in meno di una settimana, 30.000 in ristampa e posizione numero uno nella classifica di amazon.it... Senza contare il videogioco ufficiale realizzato tramite crowdfunding (e che ha raccolto 18.000 euro in più rispetto ai 20.000 euro necessari)...
E il caso di Sio non è proprio isolato, visto che iniziano ad esserci anche altri autori che, tramite il web, non solo sono riusciti a farsi conoscere e ad avviare una carriera, ma che hanno anche contribuito a raggiungere un vasto pubblico di lettori potenziali che abitualmente non leggono fumetti.
Qual è la chiave del loro successo? Sicuramente la familiarità con i nuovi mezzi di comunicazione (Sio è anche un vlogger molto seguito su youtube, dove ha un canale di nome SCOTTECS che è prossimo a cento milioni di visualizzazioni), ma soprattutto la totale mancanza di una qualsiasi forma di sottomissione agli standard che dettano legge presso gli editori tradizionali... Nonchè la capacità di allinearsi alla sensibilità REALE di una vasta platea. Alla fine gli autori come Sio producono quello che gli viene da produrre, e guardacaso riescono a produrre quello che un vasto pubblico vuole che sia prodotto... Senza mediazioni, vincoli crativi o altro.
E ci riescono perchè loro fanno parte del grande pubblico REALE, esattamente come i loro lettori, cosa che buona parte di chi produce fumetti in Italia non può più dire.
E probabilmente è questo che mette a disagio gli editori tradizionali, e il mondo che gli gira attorno (spingendolo a parlare il meno possibile di web comics e di autori come Sio)... Questo e il fatto che i suddetti fumetti hanno successo senza bisogno di grandi investimenti, incentrando tutto sulla creatività degli autori e sui gusti dei lettori... E ignorando del tutto cose come la sudditanza psicologica alle lobby di potere e allo zoccolo duro rappresentato dai lettori "storici" e/o più tradizionalisti...
Purtroppo, o per fortuna, i web comics sono la prova che, negli anni di internet, il successo arriva se fai qualcosa che piace davvero al target che prendi di mira, perchè oggi - con tutta l'offerta che c'è a disposizione - i lettori non sono più disposti a scendere a compromessi e a perdere tempo leggendo qualcosa che non li convince del tutto...
Vuoi fare un fumetto che piaccia ai giovani e attiri nuovi lettori? Allora smettila di pensarlo anche in funzione dei tuoi lettori over 60! E magari affidati a degli autori che sappiano produrre storie in linea coi giovani di oggi, e non con i giovani di venti, trenta o quaranta anni fa... Semplice, no?
E gli autori come Sio, o come l'americano Rick Burlew (che col suo web comic Order of the Stick guadagna somme nell'ordine del milione di dollari), guardacaso si rivolgono ai giovani e dimostrano che il successo non è più (solo) una questione di virtuosismi estetici, ma soprattutto di contenuti...
Nel senso che un bravo disegnatore dà un valore aggiunto ad un fumetto che RICHIEDE di essere disegnato bene, ma un fumetto disegnato benissimo difficilmente potrà compensare la mancanza dei contenuti necessari per renderlo davvero gradito al pubblico che vuole conquistare...
Perchè oggi, evidentemente, la forma non riesce più a prevalere sulla sostanza, e forse è meglio così.
E questo discorso è ancora più valido nell'ambito dei web comics a tema gay, che a quanto pare stanno entrando in una nuova fase. Infatti finora avevano sempre mantenuto un ruolo marginale rispetto ai fumetti gay stampati tradizionalmente, tant'è vero che la loro massima aspirazione è stata per lungo tempo quella di essere pubblicati successivamente sotto forma di raccolta cartacea, anche solo per il fatto che la suddetta raccolta rappresentava l'unica forma di guadagno effettivo che gli autori avrebbero ottenuto da questo tipo di opere.
Poi, però, la situazione si è evoluta, perchè anche gli autori di fumetti gay hanno iniziato a credere sul serio nel potenziale dei web comics in quanto tali e nel potenziale delle piattaforme per la vendita di fumetti digitali... E questo radicale cambio di mentalità ha iniziato a produrre risultati decisamente interessanti. Ad esempio facendo emergere quei fumetti che riescono a coinvolgere davvero il pubblico, al punto di fargli investire i propri soldi nel finanziamento diretto di questi progetti... Anche quando sarebbe possibile leggerli comodamente (e gratuitamente) tramite la condivisione illegale e la pirateria...
Escludendo il Giappone, dove da anni c'è un vero e proprio mercato parallelo dedicato ai fumetti gay prodotti espressamente per il mercato digitale (e venduti tramite apposite piattaforme, come DLSite, che trovate CLICCANDO QUI), il primo a invertire la tendenza nel mondo occidentale è stato Patrick Fillion, che da qualche anno permette anche di acquistare in formato pdf, e direttamente dal suo sito, i fumetti omoerotici prodotti dalla sua etichetta CLASS COMICS, che era nata come una casa editrice tradizionale.
Tuttavia, ultimamente, i casi che meritano di essere segnalati si sono moltiplicati.
Ad esempio: Alex Woolfson, l'ideatore e sceneggiatore dei webcomics Artifice e The Young Protectors (CLICCATE QUI), vuole portare avanti progetti di qualità e per i suoi webcomics si affida a un disegnatore e ad una colorista professionisti regolarmente retribuiti. Fino a poco tempo fa garantiva una pagina a settimana, e una pagina extra in base alle donazioni che riceveva: così ogni volta che raggiungeva 400 $ metteva online una tavola bonus. Poi ha iniziato ad utilizzare una nuova piattaforma per la raccolta fondi, che si chiama PATREON (CLICCATE QUI) e che - a differenza di altri siti simili - consente ai sostenitori di un progetto di "abbonarsi" per garantire la sua prosecuzione con una quota fissa mensile... Ebbene: oggi gli abbonati che sostengono la prosecuzione della serie The Young Protectors di Alex Woolfson (che COMUNQUE è visibile GRATIS sul suo sito) gli garantiscono un'entrata mensile di 3450 $ (circa 3000 euro)... E Alex Woolfson si è iscritto a PATREON solo da un paio di mesi!
Tuttavia il suo obbiettivo sarebbe quello di raggiungere almeno la cifra di 7000 $ al mese, il che gli permetterebbe di abbandonare il suo lavoro ufficiale e di vivere agiatamente solo seguendo i suoi progetti a fumetti, potendosi anche permettere di pagare tutte le tasse del caso e di stipendiare regolarmente gli artisti che lavorano per lui. Se dovesse riuscirci si tratterebbe probabilmente di uno spartiacque per il mondo del fumetto gay (online e non), che aprirebbe le porte a tutta un serie di possibilità impensabili fino a poco tempo fa.
Comunque c'è da dire che ad Alex Woolfson servirebbero 7000 $ al mese perchè deve anche pagare qualcuno per realizzare graficamente le sue storie... Se però degli artisti che fossero in grado di sceneggiare e disegnare autonomamente delle belle storie a tema gay iniziassero a sfruttare pienamente le possibilità offerte da internet saremmo prossimi ad una piccola rivoluzione, che finirebbe per riconfigurare completamente il ruolo e le scelte delle case editrici tradizionali...
Notoriamente prudenti riguardo a certi temi...
Eppure, giusto per fare un altro esempio, la miniserie THE PRIDE scritta dall'inglese Joe Glass, e incentrata su di un gruppo di supereroi LGBT, era partita come progetto di crowdfunding e poi è approdata sulla piattaforma per la vendita di fumetti digitali Comixology (CLICCATE QUI)... E il numero uno è finito nella lista dei 25 fumetti autoprodotti più apprezzati del 2014!
E probabilmente anche questa piccola conquista è rappresentativa di un cambiamento in atto, che sta iniziando a dimostrare come anche i fumetti LGBT che partono da zero, ma hanno un target di riferimento ben delineato, riescono a risultare competitivi in un ambito più generalista... Mentre una volta, prima che internet prendesse piede, potevano farsi largo solo all'interno del circuito gay.
Quindi siamo davvero così sicuri che internet stia facendo più danni che altro? Oppure sono gli editori italiani che non riescono ad adattarsi ai nuovi meccanismi e al fatto che - in un contesto infinitamente più competitivo e meritocratico - non possono più pretendere che le loro strategie storiche risultino ancora vincenti? Forse pensano davvero che i tradizionali vincoli che si autoimpongono (uno fra tutti la rappresentazione datata dell'omosessualità) siano un'ancora di salvezza, mentre in realtà si stanno dimostrando una zavorra che li trascina sempre più giù?
Chissà...
Certo è che ormai è da diversi anni che nei paesi di lingua inglese su AMAZON i libri digitali si vendono meglio di quelli cartacei, ma questo non significa che la gente abbia smesso di leggere, dopotutto...
E comunque, giusto per la cronaca, in Giappone - dove solo il Cielo sa quante alternative ci sono ai fumetti tradizionali - il mercato del fumetto, nel 2014, ha registrato un incremento dell'4%, raggiungendo un fatturato di ben 281.51 miliardi di yen (e cioè più di 2 miliardi di euro)... Alla faccia della crisi. Non sarà forse che in Giappone, a differenza che in Italia, gli editori si tengono sempre molto aggiornati e mettono al primo posto i gusti dei lettori, differenziandoli in fasce di pubblico molto precise?
Chissà... Chissà... Chissà...
Alla prossima.
P.S. Vi ricordo che in cima a questo blog (nella versione web che potete visualizzare dal browser e non in quella per cellulare) potete votare per il PREMIO GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati: trovate tutti i dettagli cliccando sull'apposito banner) 2015. Partecipate e spargete la voce!
Forse avrete notato anche voi che ultimamente il mondo degli appassionati di fumetti si sta dividendo in maniera molto netta fra quelli che sostengono che le nuove tecnologie rappresentano il futuro e quelli che sostengono che segneranno la condanna a morte dell'industria fumettistica... Con una netta prevalenza della seconda fazione, perlomeno in Italia, dove editori ed esperti (o presunti tali) sono abbastanza pessimisti... E dove i principali siti che si occupano dell'argomento sono straordinariamente refrattari alla segnalazione, promozione e recensione di web comics, fumetti digitali, piattaforme digitali per l'acquisto di fumetti e via discorrendo.
Il che, in effetti, farebbe sospettare che chi gestisce i siti di informazione fumettistica in Italia non ha le competenze necessarie, oppure che ha qualche interesse collaterale a promuovere apertamente solo gli editori tradizionali che pubblicano in maniera tradizionale... A meno che, più semplicemente, chi gestisce i suddetti siti non voglia fare pubblicità gratuita a delle attività commerciali che trovano posto sul web... Il che, suppongo, avrebbe una certa logica...
E questo diventa particolarmente rilevante se, con tutte queste omissioni, il quadro generale viene falsato per supportare la teoria secondo cui i fumetti tradizionali sono prodotti di qualità, mentre i web comics sono, nella migliore delle ipotesi, fumo negli occhi o roba da niente... Senza contare la teoria secondo cui, ovviamente, i web comics e il mercato digitale in realtà non sono in grado di risollevare il settore del fumetto, non sono in grado di favorire il ricambio dei lettori, ecc...
Ognuno è libero si pensarla come crede, ovviamente, ma sarà proprio così?
A guardare alcuni dati oggettivi, in effetti, i dubbi non mancano. Senza andare a guardare necessariamente a quello che succede negli USA, dove i fumetti digitali animano un vero e proprio mercato parallelo e dove un crescente numero di autori vive grazie ai suoi web comics e alle raccolte (stampate) degli stessi, in Italia abbiamo la casa editrice SHOCKDOM (il suo shop lo trovate CLICCANDO QUI), che dal 2000 rappresenta l'anello di congiunzione fra chi realizza web comics (in Italia) e il mondo della carta stampata. Dopo tanti piccoli successi in fumetteria ha tentato la strada dell'edicola, e lo ha fatto con un trimestrale dedicato alle storielle comico-demenziali-assurde-nonsense di Sio (all'anagrafe Simone Albrigi), che si è rivelato un successo clamoroso: 20.000 copie bruciate in meno di una settimana, 30.000 in ristampa e posizione numero uno nella classifica di amazon.it... Senza contare il videogioco ufficiale realizzato tramite crowdfunding (e che ha raccolto 18.000 euro in più rispetto ai 20.000 euro necessari)...
E il caso di Sio non è proprio isolato, visto che iniziano ad esserci anche altri autori che, tramite il web, non solo sono riusciti a farsi conoscere e ad avviare una carriera, ma che hanno anche contribuito a raggiungere un vasto pubblico di lettori potenziali che abitualmente non leggono fumetti.
Qual è la chiave del loro successo? Sicuramente la familiarità con i nuovi mezzi di comunicazione (Sio è anche un vlogger molto seguito su youtube, dove ha un canale di nome SCOTTECS che è prossimo a cento milioni di visualizzazioni), ma soprattutto la totale mancanza di una qualsiasi forma di sottomissione agli standard che dettano legge presso gli editori tradizionali... Nonchè la capacità di allinearsi alla sensibilità REALE di una vasta platea. Alla fine gli autori come Sio producono quello che gli viene da produrre, e guardacaso riescono a produrre quello che un vasto pubblico vuole che sia prodotto... Senza mediazioni, vincoli crativi o altro.
E ci riescono perchè loro fanno parte del grande pubblico REALE, esattamente come i loro lettori, cosa che buona parte di chi produce fumetti in Italia non può più dire.
E probabilmente è questo che mette a disagio gli editori tradizionali, e il mondo che gli gira attorno (spingendolo a parlare il meno possibile di web comics e di autori come Sio)... Questo e il fatto che i suddetti fumetti hanno successo senza bisogno di grandi investimenti, incentrando tutto sulla creatività degli autori e sui gusti dei lettori... E ignorando del tutto cose come la sudditanza psicologica alle lobby di potere e allo zoccolo duro rappresentato dai lettori "storici" e/o più tradizionalisti...
Purtroppo, o per fortuna, i web comics sono la prova che, negli anni di internet, il successo arriva se fai qualcosa che piace davvero al target che prendi di mira, perchè oggi - con tutta l'offerta che c'è a disposizione - i lettori non sono più disposti a scendere a compromessi e a perdere tempo leggendo qualcosa che non li convince del tutto...
Vuoi fare un fumetto che piaccia ai giovani e attiri nuovi lettori? Allora smettila di pensarlo anche in funzione dei tuoi lettori over 60! E magari affidati a degli autori che sappiano produrre storie in linea coi giovani di oggi, e non con i giovani di venti, trenta o quaranta anni fa... Semplice, no?
E gli autori come Sio, o come l'americano Rick Burlew (che col suo web comic Order of the Stick guadagna somme nell'ordine del milione di dollari), guardacaso si rivolgono ai giovani e dimostrano che il successo non è più (solo) una questione di virtuosismi estetici, ma soprattutto di contenuti...
Nel senso che un bravo disegnatore dà un valore aggiunto ad un fumetto che RICHIEDE di essere disegnato bene, ma un fumetto disegnato benissimo difficilmente potrà compensare la mancanza dei contenuti necessari per renderlo davvero gradito al pubblico che vuole conquistare...
Perchè oggi, evidentemente, la forma non riesce più a prevalere sulla sostanza, e forse è meglio così.
E questo discorso è ancora più valido nell'ambito dei web comics a tema gay, che a quanto pare stanno entrando in una nuova fase. Infatti finora avevano sempre mantenuto un ruolo marginale rispetto ai fumetti gay stampati tradizionalmente, tant'è vero che la loro massima aspirazione è stata per lungo tempo quella di essere pubblicati successivamente sotto forma di raccolta cartacea, anche solo per il fatto che la suddetta raccolta rappresentava l'unica forma di guadagno effettivo che gli autori avrebbero ottenuto da questo tipo di opere.
Poi, però, la situazione si è evoluta, perchè anche gli autori di fumetti gay hanno iniziato a credere sul serio nel potenziale dei web comics in quanto tali e nel potenziale delle piattaforme per la vendita di fumetti digitali... E questo radicale cambio di mentalità ha iniziato a produrre risultati decisamente interessanti. Ad esempio facendo emergere quei fumetti che riescono a coinvolgere davvero il pubblico, al punto di fargli investire i propri soldi nel finanziamento diretto di questi progetti... Anche quando sarebbe possibile leggerli comodamente (e gratuitamente) tramite la condivisione illegale e la pirateria...
Escludendo il Giappone, dove da anni c'è un vero e proprio mercato parallelo dedicato ai fumetti gay prodotti espressamente per il mercato digitale (e venduti tramite apposite piattaforme, come DLSite, che trovate CLICCANDO QUI), il primo a invertire la tendenza nel mondo occidentale è stato Patrick Fillion, che da qualche anno permette anche di acquistare in formato pdf, e direttamente dal suo sito, i fumetti omoerotici prodotti dalla sua etichetta CLASS COMICS, che era nata come una casa editrice tradizionale.
Tuttavia, ultimamente, i casi che meritano di essere segnalati si sono moltiplicati.
Ad esempio: Alex Woolfson, l'ideatore e sceneggiatore dei webcomics Artifice e The Young Protectors (CLICCATE QUI), vuole portare avanti progetti di qualità e per i suoi webcomics si affida a un disegnatore e ad una colorista professionisti regolarmente retribuiti. Fino a poco tempo fa garantiva una pagina a settimana, e una pagina extra in base alle donazioni che riceveva: così ogni volta che raggiungeva 400 $ metteva online una tavola bonus. Poi ha iniziato ad utilizzare una nuova piattaforma per la raccolta fondi, che si chiama PATREON (CLICCATE QUI) e che - a differenza di altri siti simili - consente ai sostenitori di un progetto di "abbonarsi" per garantire la sua prosecuzione con una quota fissa mensile... Ebbene: oggi gli abbonati che sostengono la prosecuzione della serie The Young Protectors di Alex Woolfson (che COMUNQUE è visibile GRATIS sul suo sito) gli garantiscono un'entrata mensile di 3450 $ (circa 3000 euro)... E Alex Woolfson si è iscritto a PATREON solo da un paio di mesi!
Tuttavia il suo obbiettivo sarebbe quello di raggiungere almeno la cifra di 7000 $ al mese, il che gli permetterebbe di abbandonare il suo lavoro ufficiale e di vivere agiatamente solo seguendo i suoi progetti a fumetti, potendosi anche permettere di pagare tutte le tasse del caso e di stipendiare regolarmente gli artisti che lavorano per lui. Se dovesse riuscirci si tratterebbe probabilmente di uno spartiacque per il mondo del fumetto gay (online e non), che aprirebbe le porte a tutta un serie di possibilità impensabili fino a poco tempo fa.
Comunque c'è da dire che ad Alex Woolfson servirebbero 7000 $ al mese perchè deve anche pagare qualcuno per realizzare graficamente le sue storie... Se però degli artisti che fossero in grado di sceneggiare e disegnare autonomamente delle belle storie a tema gay iniziassero a sfruttare pienamente le possibilità offerte da internet saremmo prossimi ad una piccola rivoluzione, che finirebbe per riconfigurare completamente il ruolo e le scelte delle case editrici tradizionali...
Notoriamente prudenti riguardo a certi temi...
Eppure, giusto per fare un altro esempio, la miniserie THE PRIDE scritta dall'inglese Joe Glass, e incentrata su di un gruppo di supereroi LGBT, era partita come progetto di crowdfunding e poi è approdata sulla piattaforma per la vendita di fumetti digitali Comixology (CLICCATE QUI)... E il numero uno è finito nella lista dei 25 fumetti autoprodotti più apprezzati del 2014!
E probabilmente anche questa piccola conquista è rappresentativa di un cambiamento in atto, che sta iniziando a dimostrare come anche i fumetti LGBT che partono da zero, ma hanno un target di riferimento ben delineato, riescono a risultare competitivi in un ambito più generalista... Mentre una volta, prima che internet prendesse piede, potevano farsi largo solo all'interno del circuito gay.
Quindi siamo davvero così sicuri che internet stia facendo più danni che altro? Oppure sono gli editori italiani che non riescono ad adattarsi ai nuovi meccanismi e al fatto che - in un contesto infinitamente più competitivo e meritocratico - non possono più pretendere che le loro strategie storiche risultino ancora vincenti? Forse pensano davvero che i tradizionali vincoli che si autoimpongono (uno fra tutti la rappresentazione datata dell'omosessualità) siano un'ancora di salvezza, mentre in realtà si stanno dimostrando una zavorra che li trascina sempre più giù?
Chissà...
Certo è che ormai è da diversi anni che nei paesi di lingua inglese su AMAZON i libri digitali si vendono meglio di quelli cartacei, ma questo non significa che la gente abbia smesso di leggere, dopotutto...
E comunque, giusto per la cronaca, in Giappone - dove solo il Cielo sa quante alternative ci sono ai fumetti tradizionali - il mercato del fumetto, nel 2014, ha registrato un incremento dell'4%, raggiungendo un fatturato di ben 281.51 miliardi di yen (e cioè più di 2 miliardi di euro)... Alla faccia della crisi. Non sarà forse che in Giappone, a differenza che in Italia, gli editori si tengono sempre molto aggiornati e mettono al primo posto i gusti dei lettori, differenziandoli in fasce di pubblico molto precise?
Chissà... Chissà... Chissà...
Alla prossima.
P.S. Vi ricordo che in cima a questo blog (nella versione web che potete visualizzare dal browser e non in quella per cellulare) potete votare per il PREMIO GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati: trovate tutti i dettagli cliccando sull'apposito banner) 2015. Partecipate e spargete la voce!
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