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lunedì 30 maggio 2016

L'ULTIMO CENTINAIO?

Ciao a tutti, come va?

Il post di questo lunedì è arrivato su suggerimento del mio amico M.F., noto appassionato di Nathan Never, che mi ha contattato su facebook dicendo:

"Ah Ah nel numero 300 di NN ci sono sequenze di nudo che sono l'apoteosi dei maschi vaginodotati e degli espedienti di nascondimento peni xD"

E secondo voi, dopo una segnalazione del genere, potevo forse evitare di correre in edicola per poi fornirvi un'analisi dettagliata dell'albo in questione? 

Ovviamente no.

Partiamo da alcune informazioni per i non appassionati: ad ogni cento uscite le serie Bonelli "festeggiano" con un albo speciale a colori, che magari serve anche per dipanare questioni che si trascinano da anni o per offrire nuovi spunti per i numeri a venire. Questa volta hanno voluto esagerare, e in occasione dei 300 numeri di Nathan Never è stata prodotta anche un'edizione speciale con copertina alternativa (e redazionali in più) per le fumetterie... Con una copertina del famoso Enki Bilal (vero mito nell'ambito del fumetto fantascientifico)...

Ed ora veniamo all'albo. Praticamente si tratta di un'unica grande citazione del ciclo cinematografico di Matrix, che alla fine  insinua il sospetto che tutto l'universo Bonelli (e quindi non solo la linea futristica di Nathan Never) sia in realtà una sovrapposizione di proiezioni quantistiche, dove interagiscono persone che in realtà si trovano fisicamente all'interno di bozzoli interconnessi e custoditi da robot tentacolati... Tali e quali a quelli di Matrix, appunto...

Alla fine, però, viene anche detto che tutta questa realtà Matrix potrebbe essere solo una sorta di realtà parallela, e non la realtà "vera"...

Ora: lungi da me, profano, l'idea di criticare il soggetto della storia in quanto tale... Tuttavia da un numero 300 mi sarei aspettato qualcosa di un po' più originale, anche perchè se fossi un lettore occasionale, incuriosito dal suddetto numero speciale, probabilmente leggendo una storia del genere mi verrebbe da pensare che la serie ha iniziato a raschiare il fondo del barile... Certo: Nathan Never è noto da sempre per le sue citazioni fantascientifiche, ma riprendere pari pari l'idea dei film di Matrix non mi è sembrato un gran biglietto da visita...

Ad ogni modo veniamo al motivo per cui ho scelto di parlare di Nathan Never 300 su questo blog.

Effettivamente ci troviamo di fronte all'ennesima storia che fa sospettare l'esistenza, dalle parti della Bonelli, di una specie di prontuario per l'occultamento e la desessualizzazione del corpo maschile... Con risultati che in questo caso rasentano persino il grottesco...

Andiamo con ordine.

Un professore vecchio e cadente - che ha intuito l'esistenza del mondo Matrix (che qui viene chiamato "matrice" in un impeto di amor patrio) - riesce a capire come risvegliarsi ed emanciparsi dal suo bozzolo, e così dopo essersi "risvegliato" ne emerge senza indumenti... Inoltre dandosi una scossa con i cavi che alimentano i bozzoli ha la conferma che può spostarsi in altre realtà quantistiche per sfuggire ai suoi controllori...

Con la prima scossa si vede anche il suo corpo privo di pene, e di pelo pubico (mentre in Matrix chi si risvegliava dai bozzoli era rasato dappertutto, ma tornerò sull'argomento)...

Il suddetto professore cadente finisce nella realtà quatistica in cui si muove Zagor, per poi tornarsene nel mondo Matrix con la sua scure... Che è totalmente inutile, e anche abbastanza ridicola in quel contesto, ma che più avanti servirà al disegnatore per testare nuove strategie di occultamento penico... Anche se in realtà anche le suddette strategie non possono essere sempre applicate, e quando è necessario il nudo frontale si ritorna alla cara vecchia tecnica dell'evirazione "artistica" che si era già vista in altre storie bonelliane (CLICCATE QUI).


Ad ogni modo il buon professore, che ha degli adepti nella realtà di Nathan Never, fa in modo di attirarlo (o di farlo tornare) nel mondo Matrix... Risvegliandolo dal suo bozzolo, ovviamente nudo e confuso...



E finchè le inquadrature e le ombre strategiche servono a creare l'effetto censura va anche bene... Tuttavia il disegnatore si fa presto prendere la mano, e guardando con attenzione si nota benissimo che il professore è disegnato senza pene...


Di buono c'è che, in questo albo, sono concessi dei nudi maschili posteriori, ma solo nelle inquadrature molto larghe...

Ad ogni modo le inquadrature strategiche, anche sfruttando al meglio la scure di Zagor, abbondano... E devo ammettere che rendono tutto involontariamente (e inopportunamente) ridicolo...






Anche perchè si intuisce comunque che pure il povero Nathan Never è sprovvisto di pene e di pelo pubico... Cosa che peraltro viene confermata da una serie di vignette in cui la situazione è molto più evidente...
  

E diventa ancora più evidente nelle vignette successive... Quando il professore invita Nathan Never (che è preso in contropiede da tanta confidenza) a seguirlo nel "salto quantico" tenendolo a braccetto...


E quando i due interagiscono con un assistente del professore parzialmente presente nel mondo Matrix... Anch'esso - ovviamente - privo di pene e pelo pubico...



Il tutto è confermato definitivamente quando alla fine della storia i due rimettono Nathan Never nel suo bozzolo per riportarlo nella sua realtà (dove ovviamente non conserverà alcun ricordo di quello che è successo)... Certo si può anche ipotizzare che nel mondo Matrix i corpi maschili non abbiano effettivamente un pene, ma il fatto che nessuno dei presenti abbia prestato attenzione a questo dettaglio rende impraticabile questa ipotesi...



Ordunque: penso che questo numero 300 di Nathan Never sia molto emblematico per diversi motivi... Intanto perchè mostra come dalle parti della Bonelli può essere complicato gestire graficamente una citazione cinematografica che implica sequenze di nudo maschile... E non solo... Visto che per non sacrificare il taglio di capelli di Nathan Never, che è così iconico, non si è rasata la testa a nessuno di quelli che si sono risvegliati nel mondo Matrix, rendendo ancora più inverosimile i loro pubi totalmente glabri...

Inoltre vorrei farvi notare che il professore con cui interagisce Nathan Never, nella sua nudità, è cadente in una maniera imbarazzante... E il sospetto è che sia stato scelto un personaggio caratterizzato in questo modo ANCHE per impedire che in questa storia potesse essere colto anche solo un minimo sottotesto omoerotico... Soprattutto nelle scene in cui deve prendere a braccetto chi fa il salto quantico con lui...

E tutto questo accanimento censorio proprio in un numero "speciale", lo ammetto, sembra messo lì proprio come un manifesto per garantire ai lettori tradizionalisti che possono stare tranquilli, e che la casa editrice non ha alcuna intenzione di fare ulteriori concessioni in questo senso.

Se poi si volesse andare ancor più nel dettaglio direi che è indicativo anche il fatto che in questa storia compare anche Legs Weaver (che è tornata ad essere un comprimario ufficiale della serie), e che in nessun modo si accenna al fatto che è lesbica... Cosa che, in un numero "speciale" in grado di attirare pubblico occasionale, avrebbe fornito sicuramente un biglietto da visita migliore che non una citazione di Matrix gestita in questo modo.

Senza contare che lo sceneggiatore Bepi Vigna (foto sotto), co-creatore di Nathan Never, continua ancora a far parlare i suoi personaggi con un registro formale che - probabilmente - nel pubblico occasionale (soprattutto giovane) ha un effetto un po' alienante...

Dopotutto chi utilizza ancora il "voi" quando parla con gli estranei? Concediamo pure a Bepi Vigna l'attenuante di essere sardo (visto che in Sardegna il "voi" si usa di più rispetto al resto della penisola) e concediamogli anche che - essendo nato nel 1957 - inizia a fare un po' fatica a tenersi aggiornato... Però vedere tutte queste sequenze in cui due uomini nudi ed evirati (seppure artisticamente) si danno del voi conferisce al tutto un nonsochè di inappropriato e sgradevole... Sempre che uno non sia già abituato allo stile di Bepi Vigna ovviamente, e questo ci porta alla solita domanda...

Per chi e perchè è stato realizzato questo numero 300 di Nathan Never?

Per lo zoccolo duro dei lettori della serie, ormai assuefatto? Per il lettore bonelliano medio, che apprezza un determinato tipo di storie e di scelte stilistiche? O per le persone che - magari incuriosite da quel 300 in copertina e dai colori - vogliono provare a leggere un fumetto che non hanno mai letto prima?

E un lettore occasionale, avvezzo alla fantascienza di ultima generazione, magari giovane e senza particolari tabù in fatto di peni, cosa potrebbe pensare di una storia che riprende un film del 1999 (che, per inciso, è già considerato "vecchio" e forse anche "superato" da chi è adolescente oggi) e in cui i maschi sono tutti senza pene? Gli verrebbe da pensare che Nathan Never è una serie priva di originalità, con un protagonista che vive in un mondo inquietante dove i maschi non hanno gli attributi (o dove l'editore non permette che li abbiano)? Penserebbe che quel fumetto pieno di censure e di gente che si da del "voi" è una cosa da vecchi?

E a quel punto continuerebbe a comprare un fumetto del genere?

Non so perchè, ma ho la sensazione che non sarà con questo numero 300 che i lettori di Nathan Never ricominceranno ad aumentare... Anzi, potrebbe anche essere che riesca ad accellerare leggermente il processo di allontanamento già in corso... E ad ogni modo, anche se l'andamento attuale (CLICCATE QUI) fosse confermato senza grandi accelerazioni, è abbastanza verosimile ipotizzare che la serie non arriverà a festeggiare il numero 400...

Certo è che, se si continuerà su questa strada, le cose non cambieranno tanto facilmente... Perchè è evidente che un simile approccio è ormai completamente avulso da quello che contraddistingue l'intrattenimento che va per la maggiore da qualche anno a questa parte... A partire dai serial TV statunitensi di maggior successo... Che guardacaso considerano le tematiche omosessuali, l'omoerotismo e persino il nudo frontale maschile come una risorsa...

Anche perchè al giorno d'oggi, se uno sceneggiatore si tenesse al passo coi tempi, saprebbe che gli uomini senza pene esistono sul serio, e sono i maschi transgender (da femmina a maschio, e cioè FtM) che non arrivano a farsi la falloplastica...

Ma tant'è...

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venerdì 27 maggio 2016

UN PESCE PER TUTTI...

Ciao a tutti, come va?

La notizia di oggi può sembrare una cosa da poco, visto che si parla di una sequenza di pochi secondi in un trailer cinematografico, ma nei fatti direi che è molto importante... Infatti nell'ultimo trailer del nuovo film della Pixar ALLA RICERCA DI DORY, e cioè il seguito del fortunatissimo ALLA RICERCA DI NEMO, compare quella che a tutti gli effetti sembra proprio una tipica famiglia omogenitoriale, composta da due mamme che portano al parco la loro bimba...

E se non ci credete potete dare un'occhiata anche voi, al minuto 1:05 del filmato qui sotto...

Ora: per chi non lo sapesse la voce originale della pesciolina Dory è quella di Ellen DeGeneres, probabilmente la lesbica dichiarata più popolare d'America, che da anni conduce un popolarissimo talk show dove non manca mai di promuovere una cultura dell'inclusione nei confronti della comunità LGBT... E infatti è stata la prima a far notare che questi pochi secondi di trailer rappresentano un enorme passo avanti...

E come darle torto? Finora il record della rapprentatività LGBT nei film di animazione (occidentali) era detenuto da Paranorman (2012) della Universal... In cui uno dei personaggi principali (l'atletico Mitch) faceva coming out stupendo un po' tutti...

Dalle parti della FOX, ad esempio, sono stati molto più prudenti... Visto che in DRAGON TRAINER 2 (2014) uno dei personaggi secondari, Skaracchio (Gobber in originale) avrebbe dovuto fare coming out (o perlomeno così era stato annunciato), ma alla fine si è limitato ad accennare alla questione fra le righe...

In fatto di trailer gay friendly, comunque, il primato finora è sicuramente spettato a BOXTROLLS (sempre della Universal). Infatti lo slogan all'epoca dell'uscita recitava: "A volte c'è una madre, a volte c'è un padre. A volte ci sono due padri o due madri", mentre sulla locandina compariva la scritta "le famiglie sono di ogni forma e dimensione, perfino a triangolo", un chiaro invito ad accettare anche le famiglie gay. 

Presenti alla Mostra del cinema di Venezia i registi avevano accettato di commentare questa scelta: "Forse può aiutare gli adulti, perché per quanto riguarda i bambini non c'è nessun lavoro da fare", aveva detto Anthony Stacchi. "Io ho un figlio nella cui classe c'è un bambino figlio di due padri e un altro figlio di due madri e per lui non c'è alcuna differenza".
 
Dalle parti della Disney (che dal 2006 possiede la Pixar), invece, il massimo in questo senso è stato rappresentato da un'potetica famiglia omogenitoriale comparsa di sfuggita in FROZEN (2013), anche se non c'è mai stata un'ammissione ufficiale del loro status da parte della casa di produzione...

Sempre se si esclude la copia composta da Bucky e Pronk (che però sono un  kudu e un orice) comparsi in Zootropolis (2016) nel ruolo dei vicini della coniglietta protagonista...

Probabilmente la Disney è molto interessata a tastare il terreno, anche alla luce delle recenti aperture della società verso certi argomenti, ma non vuole fare il passo più lungo della gamba... E far comparire nel trailer di ALLA RICERCA DI DORY una coppia di donne che dice chiaramente che quella che si vede è la loro bambina deve essere una specie di beta test... Anche in considerazione del fatto che la Pixar fa parte della Disney, ma tecnicamente NON è la Disney... Non più, ad esempio, di quanto non lo sia la MARVEL.

In effetti le reazioni a questo trailer non hanno tardato a manifestarsi, tantè che qualcuno ha già iniziato a segnalare la cosa anche in Italia...

Non so perchè, ma qualcosa mi dice che a breve arriveranno i commenti delle lobby omofobe, anche perchè ALLA RICERCA DI DORY è proprio un film incentrato sul valore della famiglia... E dalle nostre parti sono riusciti a creare un caso "gender" persino attorno a Kung-Fu Panda III (CLICCATE QUI)...

Non so perchè, ma qualcosa mi dice che di tutta questa storia tornerò a parlarne presto...

Nel frattempo vedremo se nel film questa famiglia arcobaleno avrà un po' più di spazio rispetto a quello che le è stato concesso nel trailer....

Alla prossima.

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mercoledì 25 maggio 2016

CHI BEN COMINCIA...

Ciao a tutti come va?

Forse, se siete appassionati di fumetti americani, saprete che è ai nastri di partenza l'ennesima crisi multi-spazio-tempo-dimensionale della DC COMICS, che avrà l'arduo compito di risistemare le cose in un universo narrativo che - dopo l'ultimo "aggiornamento", che ha portato alla nascita dell'universo "New 52" - non aveva granchè convinto il pubblico, che dopo il gradimento iniziale aveva manifestato un disinteresse crescente verso il progetto... Soprattutto per l'aumento dei toni cupi, drammatici e cinici di buona parte delle sue ultime storie...

E a poco sono serviti i tentativi di risistemare le cose l'anno scorso con l'evento CONVERGENCE, che - pur legittimando gli universi narrativi precedenti al New 52 - fondamentalmente non aveva rimesso mano alla linea narrativa principale (e infatti è passato abbastanza inosservato).

Quindi la dirigenza ha optato per un "ritorno alle origini" più radicale, che parte dalla consapevolezza che l'universo New 52, in realtà, è nato sotto l'influenza del Dr. Manhattan (uno dei protagonisti della seminale serie Watchmen) che - pur abitando da sempre in una realtà parallela all'universo DC Comics ufficiale - ha esteso il suo potere al punto di proittare la sua visione cinica e disillusa del creato quando si è verificato l'evento Flashpoint nel 2011, che portò alla nascita dell'universo New 52 di cui sopra.

Tutto chiaro?

Questa operazione (che non a caso si chiama REBIRTH, e cioè rinascita), quindi, dovrebbe far tornare le storie e le ambientazioni dei supereroi DC COMICS agli antichi fasti, restituendo loro una buona dose di quella speranza e di quell'ottimismo che le avevano caratterizzate da sempre. Riesumando, nel frattempo, una quantità di spunti che erano stati esclusi dall'ultimo sconvolgimento cosmico.

Parlo di questo ennesimo riassestamento dell'universo DC perchè qualcuno aveva ipotizzato (e forse anche sperato) che, con questa "rinascita", si sarebbe tornati ad un approccio più soft e meno esplicito nei confronti delle tematiche LGBT... Partendo dal presupposto che, in effetti, le radici storiche della casa editrice sono notoriamente legate ad un determinato ambito culturale... Più conservatore, se così vogliamo definirlo.

Eppure, se il buon giorno si vede dal mattino, dalle preview che hanno iniziato a circolare sembrerebbe proprio che la casa editrice non abbia alcuna intenzione di fare dei passi indietro in questo senso (anche perchè sarebbe obbiettivamente ridicolo, considerando i progressi dei diritti civili negli USA). E così, fin dalle preview del primo numero, abbiamo la conferma che in questo nuovo universo ricomparirà Jackson Hyde, alias Aqualad (nome atlantideo Kaldur'ahm), che aveva debuttato nella serie animata Young Justice del 2010... E che ora si scopre essere un teenager omosessuale che ha dei seri problemi ad essere accettato in famiglia (anche se probabilmente si tratta della sua famiglia adottiva)...

Per chi non lo sapesse Aqualad, nelle sue varie versioni, è un personaggio minore (nonchè spalla storica di Aquaman) abbastanza iconico nella "cosmologia" della DC COMICS, e dopo la sua apparizione nella serie cult Young Justice sicuramente è diventato molto popolare anche fra i non appassionati... Quindi il fatto che venga reintrodotto in REBIRTH, e che venga presentato fin da subito come omosessuale, sicuramente non è un caso... E, anzi, assomiglia molto ad un biglietto da visita con cui la casa editrice vuole sottolineare il suo impegno a mantenere l'approccio gay friendly che l'ha caratterizzata negli ultimi anni...

Tantopiù che, ad essere sincero, ho sempre avuto il sospetto che anche gli autori della serie animata Young Justice - quando lo hanno ideato - avessero voluto connotarlo in maniera un po' queer, nonostante il suo interesse per l'atlantidea Tula...

Morale della favola: sarà molto interessante verificare come si sposerà il tradizionale "stile DC COMICS", che vuole essere rilanciato dall'operazione REBIRTH, con l'approccio gay friendly che ha preso piede negli ultimi anni (anche a seguito delle prese di posizione dei lettori, nettamente a favore di una politica inclusiva e progressista in fatto di tematiche LGBT). Certo è che Aqualad sarebbe il primo personaggio maschile con un "nome" così importante a manifestare un orientamento omosessuale nell'universo narrativo ufficiale della casa editrice... Segno evidente che i tempi stanno cambiando, e che forse REBIRTH potrebbe anche riservare anche qualche altra sorpresa molto interessante, fra un colpo di scena e l'altro...

Come sempre accade in questi casi non ci resta che stare a vedere... Sicuramente indietro non si torna, soprattutto se uno degli obbiettivi principali della DC COMICS è quello di conquistare nuovo pubblico fra le nuove generazioni, che ovviamente rappresentano il futuro della casa editrice... E che vivono in un contesto in cui i matrimoni gay, ad esempio, sono diventati una realtà...

Alla prossima.

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lunedì 23 maggio 2016

SCENARI POSSIBILI...

Ciao a tutti, come va?
Lo spunto per il post di oggi mi viene offerto da una notizia di cui, probabilmente, la maggior parte di voi è a conoscenza: anche in Italia è stata promulgata una Legge che regolamenta le convivenze (eterosessuali e omosessuali) e che istituisce le Unioni Civili per le coppie omosessuali. Si tratta di una Legge ampiamente perfettibile, e che in effetti "nasce vecchia" rispetto ai progressi che ci sono stati in buona parte del mondo occidentale negli ultimi dieci anni, ma è pur sempre un passo importante... Perchè riconosce alcuni diritti e doveri essenziali (li vedete qui sotto), e fa uscire le coppie omosessuali dalla clandestinità normativa...
Perchè parlo di questa Legge su questo blog? Perchè, al di là dell'impatto a livello pratico - per chi ne usufruirà - avrà senz'altro un certo peso culturale, visto che di fatto inizia a legittimare ufficialmente la condizione omosessuale anche nel nostro paese, con tutto quel che ne consegue... Sembra una cosa da poco, visto che comunque il clima generale era diventato sempre più gay friendly anche da noi (nonostante molte sacche di resistenza)... Tuttavia l'ufficialità è un'altra cosa, visto che fa passare il discorso dell'omosessualità dall'ambito delle opinioni personali a quello delle realtà legittimamente riconosciute. Sicuramente ce n'è abbastanza per scriverci un saggio, però in questo post volevo concentrarmi su un aspetto della questione che, al momento, nessuno ha ancora affrontato...

Come si rifletterà l'approvazione di questa Legge nel mondo del fumetto italiano?

Mi spiego meglio: se seguite questo blog avrete notato che non ho mai mancato di sottolineare come nel fumetto italiano, e in particolare in quello "popolare", l'omosessualità abbia continuato ad essere rappresentata (o magari sottointesa) con lo stesso stile di venti, trenta o quarant'anni fa... Anche in quei fumetti ambientati, in teoria, in nazioni ben più progredite della nostra in fatto di diritti civili e affermazione della comunità LGBT...

E - per dirla tutta - siamo arrivati persino ad avere dei fumetti di fantascienza che si svolgono qualche centinaio d'anni nel futuro, ma in cui il discorso omosessualità è stato portato avanti come se le storie narrate si svolgessero nelle peggio cittadine di provincia italiane...

Per non parlare di tutti quei fumetti che, anche di recente, si sono rivolti nello specifico ad un pubblico molto giovane, e in cui tutta la questione omosessualità è sempre stata un tabù assoluto... Quando, nella realtà dei fatti, per i giovani di oggi, è un dato di fatto pressochè scontato...

Finora uno degli alibi maggiormente utilizzati per giustificare questa situazione era il fatto che l'Italia "non era pronta" e non era "come gli altri paesi"... Ed era sottointeso che uno dei motivi fosse anche nel fatto che la condizione omosessuale, in Italia, non era riconosciuta pubblicamente da una Legge. Quindi diciamo pure che, entro certi limiti, una certa prudenza poteva anche essere giustificabile (per quanto controproducente in termini di vendite presso il pubblico più "progressista").

Adesso che questa scusa non potrà più essere usata, però, sarà estremamente interessante verificare come si evolverà la situazione, dato che chi produce fumetti in Italia dovrà giocare a carte scoperte... E se NON cambierà il suo atteggiamento nei confronti della rappresentazione dell'omosessualità sarà evidente che il problema NON era legato tanto al fatto che gli omosessuali in Italia vivevano in una zona grigia, quanto al fatto che certi editori hanno una linea editoriale orientata a compiacere il pubblico conservatore (e tendenzialmente omofobo) a prescindere dal livello di legittimazione della comunità LGBT nel nostro paese.

Quindi diciamo pure che adesso gli editori italiani di fumetti si troveranno davanti ad un bivio, e finalmente scopriremo quali sono le loro reali intenzioni... Visto che potremo verificare se continueranno ad omettere, censurare, svilire, stereotipare e distorcere certi argomenti come hanno fatto finora, oppure no...

Ad esempio: proprio questa settimana su Topolino verrà presentata la versione paperizzata di Laura Pausini, e - per come vanno queste cose - è facile che la suddetta versione possa ricomparire in futuro...

La storia in questione di certo è stata pensata prima che le Unioni Civili diventassero Legge, ma nelle storie future in cui questa parodia della cantante comparirà ci sarà spazio per qualche accenno alle sue continue battaglie a favore della causa gay? Dopotutto anche nei suoi concerti non ha mai fatto mistero di quanto l'argomento le stesse a cuore...

E, anche se su Topolino non si può certo essere troppo espliciti al riguardo, è pur vero che se la versione disneyana di Laura Pausini accennasse - fra le righe - alle opinioni della sua controparte reale, adesso non parlerebbe più di una cosa "illegittima"... Visto che, molto semplicemente, manifesterebbe una presa di posizione favorevole ad una Legge approvata anche in Italia...

Intendiamoci: so benissimo che, per come siamo messi oggi, Topolino NON diventerà improvvisamente un baluardo dei diritti civili... Tuttavia è innegabile che il suo pubblico di riferimento principale, e cioè quello composto dai bambini, si ritroverà sempre più spesso alle prese con realtà di questo tipo, e pertanto sarebbe assurdo continuare a considerarle un tabù assoluto come qualche anno fa... Anche se con Topolino - e con la Panini in generale - bisogna sempre valutare tutta una serie di condizionamenti esterni che comunque potrebbero influire sulla sua libertà di movimento...

Tantopiù che, per quel poco che capisco di economia, pare proprio che la Panini recentemente sia passata di mano dalla Merloni alla Cordusio Fiduciaria, che fa parte del Gruppo Unicredit (CLICCATE QUI)... E considerando che l'Unicredit ha fra i suoi maggiori azionisti la Aabar di Abu Dabi e la Banca Centrale di Libia (mentre i russi vanno e vengono), non è detto in qualche modo anche un certo tipo di situazione non possa far sentire il suo peso sulla linea editoriale di Topolino (come, forse, avvenne con i proprietari precedenti nell'imbarazzante caso della copertina dedicata a Charlie Hebdo, di cui parlai QUI)... Anche se forse, nel caso di Unicredit, la pluralità degli azionisti potrebbe garantire una maggiore pluralità di influenze...

Staremo a vedere.

Anche perchè solo il tempo ci dirà cosa succederà con Topolino (che rappresenta un po' un caso a sè) e con i prodotti Disney Panini... Dopotutto, a ben guardare, anche il fatto che in Italia la percentuale dei bambini appartenenti ad etnie straniere sia aumentata non ha influito granchè sui contenuti e sui personaggi  del settimanale... Quindi può anche essere che, pure in questo caso, si decida di fare finta di niente, nella speranza che queste omissioni portino più benefici che svantaggi (anche se il calo di lettori degli ultimi anni sembrerebbe provare che questa strategia non paga granchè).

Piccolo appunto: è pur vero che su Topolino non trovano posto storie che affrontano delle realtà che - effettivamente - in Italia sono legali, come l'interruzione delle gravidanze e i divorzi... Però in questo caso si tratta di situazioni difficili, drammatiche e non adatte a un pubblico di bambini. Teoricamente un'Unione Civile non ha questo genere di risvolti, quindi ora potremo verificare se la questione verrà omessa comunque, mettendola sullo stesso piano etico di gravidanze interrotte e divorzi... E se andasse davvero così sarebbe alquanto preoccupante, soprattutto in considerazione del fatto che il direttore editoriale della Panini ha già in programma di unirsi civilmente col suo compagno...

Sicuramente, nel frattempo, sarà molto più interessante verificare come si evolverà la situazione fra gli editori che producono fumetti per un pubblico più grandicello... E che peraltro non se la stanno passando proprio benissimo, anche se per ragioni di marketing si cerca ancora di confondere le acque, come ha fatto la casa editrice Bonelli nel 2014, quando aveva annunciato di avere avuto una crescita dei propri utili pari all'11% rispetto all'anno precedente (CLICCATE QUI).

Considerando che proprio nel 2014, su Fumettologica (CLICCATE QUI), la casa editrice parlava di vendite in continuo calo è evidente che quel riscontro economico - apparentemente positivo - poteva nascondere una situazione ben più complessa, e forse andava letto come un segnale allarmante... Nella misura in cui, non fermandosi alle apparenze, si può ipotizzare che la crescita degli utili non sia stata determinata dall'aumento dei lettori (che nei fatti sono calati), ma dal fatto che i prezzi di copertina sono aumentati, e - soprattutto - dal fatto che le edicole in Italia sono diminuite (si parla di 14.000 edicole in meno dal 2001 al 2015, e se non ci credete CLICCATE QUI) e con esse le tirature... Tagliando una buona percentuale dei costi di stampa e distribuzione, che ovviamente si sono trasformati in utili molto spendibili a livello di marketing (e magari reinvestibili in prodotti più multimediali), ma non necessariamente da leggere in chiave positiva...

Tant'è che in Bonelli, nell'evidente tentativo di rilanciare la serie di Dampyr (che ormai è pericolosamente vicina alla soglia dei 20.000 lettori al mese, che sono il minimo garantito per poter andare avanti), hanno pianificato un incrocio narrativo all'americana con Dylan Dog, che verrà portato avanti su entrambe le loro serie... Una cosa che, per inciso, negli albi Bonelli non si era mai verificata in questi termini...

E forse anche questo può essere letto come un segnale un po' preoccupante...

Ma se invece di realizzare crossover improbabili (e tardivi) si iniziasse a pensare a uno svecchiamento generale (e reale) dei toni e dei contenuti? Non sarebbe forse meglio? Dopotutto i cosiddetti "crossover" funzionano nella misura in cui i personaggi coinvolti hanno sempre condiviso lo stesso universo narrativo... Con gli stessi punti di riferimento, la stessa pseudoscienza, la stessa pseudostoria, ecc... E un grosso limite degli albi Bonelli, in questo senso, è sempre stato il fatto che ciascuna serie si è costruita una realtà narrativa indipendente... In cui, per esempio, salvo rarissimi casi le scoperte di Martin Mystere sulla storia dell'umanità non sono mai diventate davvero "patrimonio" di un universo Bonelli realmente condiviso (in stile MARVEL, per intenderci)... E in cui, appunto, tutte le varie gerarchie vampiriche e le trovate narrative  di Dampyr (come la dimensione nera, da cui provengono i demoni raminghi), in sedici anni, non hanno avuto ripercussioni su Dylan Dog (che pure ha a che fare con lo stesso tipo di "problemi" paranormali)... Col risultato di fare apparire questo incontro Dampyr/Dylan Dog alquanto forzoso e prettamente "commerciale"...
E a questo punto è abbastanza ironico constatare come, anche in interviste abbastanza recenti, gli autori Bonelli abbiano detto di non voler indugiare troppo nelle tematiche omosessuali per non rischiare di scadere nel banale e nel politically correct all'americana (CLICCATE QUI e QUI), visto che le trovate americane sono commerciali e fini a se stesse... Facendo così venire il sospetto che in fatto di "americanate", da quelle parti, ci siano due pesi e due misure... Soprattutto quando ci sono di mezzo le tematiche omosessuali.

Quindi, a maggior ragione, sarà interessante vedere cosa succederà ora.

Perchè se l'omosessualità continuerà ad essere considerata un argomento da prendere con le pinze, senza mai mostrarla in maniera realmente positiva per paura di legittimarla troppo (soprattutto agli occhi del pubblico conservatore che, ipoteticamente, l'editore vuole tenersi buono)... Allora vorrebbe davvero dire che c'è un problema a monte, e che forse a proposito di certe scelte più che di prudenza si dovrebbe parlare di un orientamento preciso... E in quel caso si potrebbe davvero profilare un futuro abbastanza incerto per chi si ostinasse a proseguire su quella strada...

Non tanto per il discorso omosessualità in quanto tale, quanto per il fatto che un simile atteggiamento nei confronti dell'omosessualità dimosterebbe la prevalenza di un determinato tipo di approccio "conservatore" e tradizionalista su tutta una serie di questioni, che finirebbe inevitabilmente per tenere alla larga tutto quel pubblico potenziale che "conservatore" non è.

Un pubblico che, ovviamente, è composto in maniera sempre più rilevante dalle nuove generazioni, che guardacaso si stanno progressivamente allontanando dal fumetto popolare italiano... Dato che non le rappresenta più e sceglie deliberatamente di ignorare la realtà in cui si muovono...

Quindi diciamo pure che la resa dei conti si sta avvicinando, anche se probabilmente chi di dovere non se ne è ancora accorto. Sul forum Cravenroad7, dedicato ai lettori di Dylan Dog, in conclusione ad una lunghissima discussione su come viene affrontata l'omosessualità nella serie, compare questo bel commento (se non ci credete CLICCATE QUI):

"Io brucerei tutti gli omosessualisti.
Cmq... L'omosessualita è against breed.
Se ci fosse un ipotetico vantaggio omo su etero l'umanità sarebbe finita.
Si sceglie di essere lesbo, gay o etero a seconda dei bisogni.
Non c'è un destino..
Quindi dylan non può trattare tale argomento perché sarebbe come dire "perché dylan non ha amici negri?"
Tutto è scelta.
E non ha senso "stare con i gay" perché pleonastico.
Il gay starà meglio quando si smetterà di parlarne.
Dylan incontra gay e lesbo tutti i giorni...
Però i gay e lesbo non possono essere un modello."


Non so se questa è una provocazione, un troll, uno squilibrato o una persona che - leggendo Dylan Dog - ha effettivamente pensato che questo ragionamento avesse senso... Fatto sta che nel forum Cravenroad7 nessuno ha replicato... E forse questo è ancora più inquietante del messaggio di per sè.

Premesso che esprimere e/o supportare un'opinione è sempre legittimo, e che sicuramente un messaggio del genere non va rimosso solo perchè infastidisce qualcuno, quello che mi chiedo è: un editore che attira lettori di questo tipo, e non fa nulla per cambiare davvero le cose, quale aspettativa di vita può avere fra dieci, venti o trent'anni in un paese che come riferimento - anche culturale - ha le democrazie occidentali (in cui, tra l'altro, l'omosessualità è stata ampiamente sdoganata)?

Forse sbaglio, ma a volte ho la sensazione che questa domanda non venga posta più di tanto perchè buona parte di chi gestisce il mondo del fumetto italiano ha un'età tale per cui il problema del "futuro" si pone in maniera molto relativa... E mi viene da pensare che l'obbiettivo principale di queste persone sia giusto quello di tirare avanti quanto basta per poter andare in pensione, o magari per integrare vita natural durante la pensione che già ricevono. Altrimenti la situazione attuale (con Luciano Secchi che manda avanti Alan Ford a 77 anni e Mario Gomboli che dirige Diabolik a 69) davvero non si spiegherebbe... E non si spiegherebbe nemmeno perchè tante case editrici continuano ad essere gestite dalle stesse persone per così tanto tempo...

Ad ogni modo, e qui concludo, con l'approvazione delle Unioni Civili sarà molto interessante anche verificare come si comporteranno i siti di informazione fumettistica... Soprattutto quelli che fanno un po' di gossip e che presto, molto presto, potrebbero trovarsi di fronte alla celebrazione dell'Unione Civile di Marco M. Lupoi, il direttore editoriale della Panini a cui accennavo prima... Ne parleranno? Non ne parleranno? Davvero potrebbero fare finta di niente di fronte alla prima Unione Civile che coinvolge un nome così importante per il panorama editoriale italiano?

Qualcosa mi dice che per questo blog si sta profilando un periodo ricco di spunti interessanti...

Alla prossima.

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