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lunedì 30 settembre 2013

DOTTORI E ICONE

Ciao a tutti, come va?
Quello che è successo la scorsa settimana con la Barilla (sapete tutti di cosa sto parlando, vero?) e il conseguente atto di contrizione del suo mega capo (dopo alcune infelici dichiarazioni a proposito delle famiglie gay) è stato abbastanza sintomatico dei tempi in cui viviamo. Tempi, cioè, in cui il mondo è sempre più interconnesso e in cui anche chi vive in Italia - ed è sano di mente - deve iniziare a rendersi conto che non si può continuare a vivere nel passato e con lo sguardo rivolto al proprio orto, arroccandosi su posizioni retrograde e stupendosi poi se si fa una figura meschina a livello internazionale...
Se leggete con costanza questo BLOG, ad esempio, avrete notato che anche il microcosmo culturale dei fumetti riflette bene una situazione più generale, in cui scelte editoriali che per l'Italia sono ancora considerate un tabù sono vissute in maniera del tutto diversa in altre parti del mondo. Prendiamo, ad esempio, l'ultima serie a fumetti ispirata al serial televisivo del Dr. Who (un cult nel mondo anglosassone, che ultimamente inizia ad essere apprezzato anche da noi). Sul numero 13, uscito proprio questo mese, il buon dottore si ritrova coinvolto in un'avventura ambientata nel vecchio west con due co-protagonisti d'eccezione: Oscar Wilde e Calamity Jane...
Ora: nel caso non lo sapeste si tratta di due personaggi storici che sono considerati fra le prime icone omosessuali del mondo moderno, rispettivamente per il mondo gay e per quello lesbico. Lui perchè ha difeso fino all'ultimo il suo diritto a vivere in sintonia con se stesso, e lei perchè - in un contesto persino più duro - aveva scelto di sfidare (con grande successo) tutti gli stereotipi legati al ruolo femminile.

Il fatto che, peraltro, i due suddetti personaggi compaiano (insieme) in una serie a fumetti che si richiama ad un serial televisivo che, in diverse occasioni, ha manifestato un occhio di riguardo per il mondo gay probabilmente non è un caso... E denuncia anche l'intenzione di omaggiare la cultura gay nel senso più completo del termine. Il paragone con l'Italia diventa particolarmente rappresentativo se si pensa a quanto è avvenuto in una serie Bonelli: Magico Vento.

Gli autori avrebbero voluto che il protagonista incontrasse proprio Oscar Wilde, nonchè la poetessa lesbica Emily Dickinson . La leggenda narra che - addirittura - molte sceneggiature coi suddetti co protagonisti fossero pronte, fatte e finite, ma che una volta passate al vaglio di Sergio Bonelli buonanima, siano state istantaneamente cassate...
Da allora ad oggi è cambiato qualcosa?
In teoria sì, ma non nella scena culturale italiana a cui il fumetto popolare del nostro paese pensa di dover rendere conto, poichè la considera maggioritaria. Che poi è quella a cui anche il signor Barilla pensava di dover rendere conto.
Il problema è che la Barilla arriva in tutto il mondo, mentre i fumetti Made in Italy no, anche perchè hanno decisamente poco mordente - e poco coraggio - se paragonati ai fumetti prodotti in altre nazioni.
Quindi molto difficilmente chi produce fumetti in Italia avrà modo di scantarsi grazie a figuraccie internazionali...
In ogni caso se io fossi un'editore italiano qualche domanda inizierei a pormela, invece di continuare a coltivarmi la mia nicchia di mercato storica, che ovviamente si assotiglia sempre di più...
Alla prossima.


venerdì 20 settembre 2013

PROVACI ANCORA NITTA

Ciao a tutti, come va?
A volte, per fortuna, può capitare che anche le storie (editoriali) molto travagliate possano avere un lieto fine. La nostra storia comincia nel 2008, quando l'editore italiano Magic Press voleva provare a lanciarsi anche nel mondo dei BOYS LOVE (i manga gay, più o meno omoerotici, fatti da donne per donne), proponendo in Italia il manga Haru wo daiteita di Youka Nitta: storia di due attori porno che si mettono assieme e tentano la strada del cinema propriamente detto...
Il manga, che aveva un buon successo in Giappone e aveva una trama tuttosommato originale, non ha tuttavia potuto avere la sua occasione, perchè mentre le trattative erano in corso Youka Nitta si era ritirata dal mondo del fumetto, assieme a tutte le sue opere. Cos'era successo? Come avevo riportato su questo BLOG a suo tempo, era successo che Youka Nitta era stata accusata di plagio dal suo editore... Visto che qualcuno aveva notato che per alcune sue vignette riproduceva in maniera abbastanza fedele delle foto che comparivano su riviste occidentali (e in particolare italiane) di moda, tra cui una immagine pubblicitaria della Diesel...
Siccome in Giappone la forma è tutto, la povera Nitta ha dovuto prodigarsi in scuse e inchini ai quattro angoli del globo, sotto l'occhio vigile e spietato del suo editore, che si è sentito in dovere di scusarsi assieme a lei. Com'era lecito aspettarsi, però, tutti quelli che hanno ricevuto le suddette scuse sono rimasti più che altro basiti, dichiarando che per loro non era un problema se l'autrice aveva utilizzato le loro foto come fonte di ispirazione, anche se erano sotto copyright... Visto che il suddetto copyright si applicava alle foto in quanto tali. Tuttavia non c'è stato niente da fare, e al termine del suo giro di scuse la povera Nitta deve essere corsa a casa in lacrime, mentre il cielo si anneriva all'improvviso e alle sue spalle il vento disegnava drammatici vortici di petali di ciliegio... O qualcosa del genere. Sia come sia due anni dopo la signorina Nitta ha timidamente provato a tornare a fare manga, con Kiss Ariki... La storia del figlio di un boss mafioso che si innamora della guardia del corpo che veglia su di lui su un isola deserta, dove - ironia della sorte - viene mandato per essere "al sicuro"...
Il suddetto manga è poi stato pubblicato da Magic Press, che però non aveva abbandonato l'idea di mettere le mani su Haru wo daiteita, anche se per i motivi di cui sopra non era ancora possibile farlo. Ora, però, le cose sono cambiate. Infatti, per evitare pesanti ripercussioni karmiche, Youka Nitta (foto sotto) ha deciso di ridisegnare tutte le vignette dello scandalo in occasione della nuova edizione del suo manga, e così Magic Press ha potuto riprendere e concludere le trattative iniziate nel 2008, annunciando l'avvio dell'edizione italiana di Haru wo daiteita a breve...
Tra l'altro, nel frattempo, Haru wo daiteita ha fatto in tempo ad avere una versione italiana del suo adattamento animato, ad opera di Yamato Video, che lo ha ribattezzato Giochi d'amore.
Devo ammettere che tutta questa storia mi ha dato un po' da pensare... Nel senso che in Italia è capitato persino che i fumettisti copiassero pedissiquamente le vignette dei loro colleghi e che la facessero (quasi sempre) franca, mentre l'utilizzo delle foto come traccia è una pratica ormai diffusissima in tutto il mondo, soprattutto per quanti vogliono realizzare fumetti che hanno un taglio molto realistico. Esistono persino dei manuali che spiegano come i suddetti autori  ne fanno uso, e addirittura raccolte di foto pronte all'uso per i fumettisti... Anche in Giappone ne esistono moltissime: però sopra si specifica che sono foto utilizzabili senza problemi come fonti di ispirazione.
Evidentemente se in Giappone un disegnatore copia dalle foto a caso, senza badare alla fonti e ad eventuali copyright, disonora il suo lavoro e la sua casa editrice...
Brrr...
Una volta tanto non li invidio.
Alla prossima.

mercoledì 18 settembre 2013

MANGA E MUSICA

Ciao a tutti, come va?
La scena editoriale giapponese, anche in fatto di manga a tema gay, continua a cercare nuove strade per fare colpo sul pubblico. Nel tempo sono arrivati i CD con attori che recitavano parti più o meno lunghe dei suddetti manga, semianimazioni, animazioni vere e proprie e allegati di vario genere, dal kitch al cult. Tuttavia non era ancora capitato che un bara manga fosse messo in vendita assieme ad un CD musicale contenente brani inediti composti ed eseguiti da un artista decisamente conosciuto. Il manga in questione è una raccolta, di ben 548 pagine, dei lavori di Kuro Nohara...
I fumetti di questo mangaka specializzato in fumetti gay, non necessariamente espliciti e molto intimisti, sono ancora inediti in Italia (come quelli di buona parte dei suoi colleghi, d'altra parte) anche se probabilmente si tratta uno degli autori a suo modo più innovativi nel panorama bara. Col suo tratto molto essenziale, e le sue storie vagamente malinconiche, riesce a riportare molto bene atmosfere e sensazioni, cosa - questa - che non è da tutti.
In allegato a questa antologia, che raccoglie diversi suoi racconti già pubblicati sulla rivista Barazoku e una storia inedita, c'è anche un CD musicale - come vi dicevo - che contiene cinque brani inediti e realizzati da Ao Sakurai, chitarrista storico dei Cali Gari, una band visual kei attiva dagli anni '90 e ancora molto popolare.
Nel CD è presente anche un sesto brano inedito, che è stato appositamente realizzato per accompagnare questa antologia L'idea si è rivelata vincente, anche perchè probabilmente ha fatto colpo sia sui fans del mangaka che su quelli del chitarrista, e infatti anche se l'antologia è uscita da poco è già praticamente esaurita. Conoscendo il mondo dell'editoria giapponese, in cui se un'idea è vincente va assolutamente ripresa, non mi stupirebbe se da qui a un po' ci fossero altri bara manga che tentassero la carta del CD musicale allegato.
Il problema è che, per ovvi motivi, il fascino di queste trovate si perderebbe completamente nelle eventuali edizioni straniere dei suddetti manga, visto che - anche ammesso che gli editori locali volessero allegare CD musicali - dovrebbero fare i conti col fatto che i generi musicali che vanno per la maggiore in Giappone non sono esattamente gli stessi a cui sono abituati gli occidentali, senza contare che ben pochi lettori avrebbero la necessaria dimestichezza con la lingua giapponese per apprezzarli appieno.
Pazienza.
Se non altro in Italia abbiamo avuto dei CD musicali ispirati a personaggi come Tex e Zagor... Se volete averne un assaggio CLICCATE SULL'IMMAGINE QUI SOTTO.
Certo non è proprio la stessa cosa... Però considerando la situazione italiana e il genere di fumetto che ci possiamo permettere di produrre nel nostro paese, direi che è meglio di niente.
Mi chiedo se vivrò abbastanza per vedere anche in Italia un brano musicale italiano ispirato ad un fumetto gay italiano...
Vedremo...

lunedì 16 settembre 2013

QUANDO L'EX É UN TIRANNO GALATTICO...

Ciao a tutti, come va?
Del fatto che ci siano tanti appasisonati LGBT di videogiochi, e del fatto che le majors del settore offrano sempre più spazio ai risvolti LGBT delle loro produzioni, vi ho già parlato. Tuttavia è ancora relativamente raro che vengano prodotti videogames a basso costo che puntano su protagonisti gay e contesti gay, perlomeno al di fuori del Giappone (dove c'è una vera e propria nicchia di mercato per ils ettor eomoerotico). Qualcosa, però, si è già visto, e ne ho dato prontamente notizia. Il caso di oggi, tuttavia, è leggermente diverso, perchè non si tratta di un autoproduzione nel senso stretto del termine, e oltre ad avere un'ambientazione fantascientifica classica ha coinvolto un illustratore decisamente noto nell'ambiente gay: Joe Phillips.
Si tratta di My Ex-Boyfriend The Space Tyrant...

La storia è quella del coraggioso esploratore spaziale Tycho Minogue, che scopre con un certo disappunto che il suo ex è diventato il peggiore tiranno intergalattico della Via Lattea, così cerca di riparare ai suoi misfatti e di raggiungerlo per farlo tornare sui suoi passi. Ovviamente strada facendo farà tanti incontri più o meno interessanti... Il tutto sfoggiando un'estetica e una caratterizzazione prettamente "gay", nel senso più camp ("pacchiano") del termine... Tant'è che è possibile giocare tutta l'avventura scegliendo l'opzione "in mutande". Qui sotto potete vedere un promo del videogioco in questione...

My Ex-Boyfriend the Space Tyrant v1.5 trailer from Up Multimedia on Vimeo.
Questa idea è stata concepita dal programmatore Luke Miller, che in diverse interviste ha detto che gli piaceva l'idea di realizzare un gioco in cui ci si ptesse impersonare in un personaggio e in una situazione che fossero gay al 100%. D'altra parte, avendo pochi mezzi a disposizione e nell'impossibilità di competere con le grandi produzioni videoludiche, non poteva fare altro che giocare tutto sull'ambientazione e sulla caratterizzazione, con una buona dose si autoironia.
Se non potete resistere all'idea di giocare potete scaricarvi il gioco in versione demo, o in versione completa per 15 $, CLICCANDO QUI.
Ovviamente le parti in cui i personaggi hanno dialoghi e interagiscono sono solo in inglese.
Se il progetto avrà dei buoni riscontri il suo ideatore ha già detto che ha in mente un sequel.
In bocca al lupo!

venerdì 13 settembre 2013

VAMPIRI E MERITOCRAZIA

Ciao a tutti, come va?
Oggi volevo riallacciarmi parzialmente all'ultimo post, anche perchè volevo cogliere l'occasione per fare un po' di meritata pubblicità ad un fumetto che dovrebbe riprendere a breve, dopo la pausa estiva. Un fumetto che è disponibile online da un paio d'anni, ma di cui non ha parlato praticamente nessuno dei maggiori siti, blog o portali (italiani) dedicati ai fumetti. Meno che mai le riviste specializzate del nostro paese. Si tratta di un GLOBAL BOYS LOVE (un "manga" omoerotico di donne per donne, realizzato però fuori dal Giappone da autrici non giapponesi) tendenzialmente YAOI (e cioè che non si fa troppi problemi a mostrare scene di sesso).
Forse qualcuno di voi già lo conosce: sto parlando di Purpurea Noxa...


La cosa davvero imbarazzante è che, a prescindere dai contenuti e dal target, questo webcomic è realizzato talmente bene, e ha talmente tanti punti di interesse, che sarebbe stato perlomeno logico dedicargli un po' di spazio nei luoghi preposti, anche perchè è davvero raro che nel nostro paese vengano realizzati webcomics di questo livello. Eppure non è ancora successo, e a questo punto mi viene il dubbio che non succederà ancora per chissà quanto tempo.
Perchè ha contenuti esplicitamente omosessuali? Perchè non ha alle spalle una vera e propria casa editrice? Perchè la sue autrici NON se la tirano da qui all'infinito di Leopardi e/o non hanno molti mezzi per promuoversi?
Non saprei dirvelo.
Quello che so è che negli ultimi anni ho notato che i siti specializzati, piuttosto che la stampa dedicata, hanno dedicato fiumi di inchiostro (anche virtuale) per promuovere, elogiare e pubblicizzare dei prodotti Made in Italy tendenzialmente piatti e banali, mentre Purpurea Noxa è stato debitamente ignorato. In particolare, aggiungerei, dal mondo gay. Avrei voluto parlarne io su Gay.It, ma da quando hanno pensato che era il caso di allontanarmi non ne ho più avuto l'occasione.
Fatto sta che - come vi dicevo - a prescindere dal genere e dal target, questo fumetto ha diversi punti di interesse, che lo rendono perlomeno originale e stuzzicante:

1) Si ispira ad un Gioco di Ruolo, nella fattispecie il vampirico Vampire The Masquerade.
2)  É ambientato fra le città di Pisa e Lucca, che all'insaputa di tutti sono abitate da secoli da clan vampireschi in perenne conflitto.
3) I personaggi non sono stati creati dalle autrici, ma dal loro gruppo di gioco, e loro hanno semplicemente deciso di riprenderli per farne un fumetto.
4) Il sesso gay, quando arriva, viene raffigurato senza le tipiche censure giapponesi.

Inoltre, come vi dicevo, la qualità complessiva è decisamente sopra la media. Cosa ancor più degna di nota se si considera che le due ragazze che ci lavorano lo fanno per hobby e per passione, e per vivere fanno tutt'altro. E, a proposito delle autrici (Valentina Vecchione e Veronica Moroni, che vedete nelle foto qui sotto), devo dire che mi ha colpito molto l'umiltà con cui - a tutt'ora - si presentano al pubblico italiano e internazionale (il fumetto è disponibile anche in inglese) nonostante la stima crescente nei loro confronti. Virtù che ho imparato a non dare per scontata...

Le due ragazze hanno anche tentato la carta della pubblicazione tradizionale, raccogliendo il primo capitolo in un albetto che è andato subito esaurito, pur essendo venduto UNICAMENTE tramite il loro sito, a Romics e - credo - nell'area di Lucca Comics dedicata alle autoproduzioni).
Anche in questo caso, però, nessuno ha osato parlare di loro, preferendo dedicate ampio spazio a fumetti che si sono rivelati dei sonori flop, anche e soprattutto quando sono passati dal web alla carta stampata (ogni riferimento è "DAVVERO!" casuale). Per Lucca 2013 dovrebbe essere disponibile anche l'albo che raccoglie il secondo capitolo, che peraltro è decisamente più carico di momenti hot, mentre il terzo capitolo è ai nastri di partenza sul sito ufficiale, che potete trovare CLICCANDO QUI.
E, probabilmente, ancora una volta questa iniziativa sarà avviluppata dal silenzio.
E questo, di certo, non aiuterà a trasformare due ragazze dotate in due autrici a tempo pieno.
Di quelle che, sul modello delle loro colleghe straniere, ad esempio, possono raccogliere qualche decina di migliaia di euro in pochi mesi per finanziare le loro nuove uscite.
Sapete cosa inizio a pensare?
Che se da una parte l'arrivo del web ha ampliato infinitamente i confini della libertà di informazione, dall'altro - perlomeno in Italia - sta fornendo delle ottime scuse per non parlare di certe cose, riportando sul web gli stessi identici problemi tipici della (nostra) carta stampata.
Nel senso che, con la scusa che i grandi siti che parlano di fumetti sono "per tutti" e vogliono rimanere "per tutti" (e quel per tutti vuole dire anche "per bambini"), filtrano a priori tutto quello che potrebbe mettere a rischio la qualifica di cui sopra... In teoria...
Lo ripeto: a me sembra una scusa che torna molto comoda quando non si vuole ammettere che ci sono delle cose delle quali, comunque, non si vorrebbe parlare.
Anche perchè poi - mediamente - non mi pare che i suddetti siti si formalizzino molto quando c'è da parlare di fumetti dai contenuti tutt'altro che "per bambini".
Voi cosa ne pensate?

mercoledì 11 settembre 2013

OBBIETTIVO RAGGIUNTO (DI NUOVO)!

Ciaoa  tutti, come va?
Durante la mini pausetta estiva di questo BLOG non avevo condiviso una notizia che - pur non essendo particolarmente originale - sembra confermare un vero e proprio trend, e sicuramente va segnalata. Infatti, se una volta sembrava che la riuscita di una raccolta fondi per la pubblicazione cartacea di fumetti a tema gay (già visti gratis online) fosse qualcosa di incredibile, adesso sembra che - perlomeno negli USA - sia qualcosa di sempre più frequente. Il fumetto di cui vi parlo oggi si chiama Mahou Shounen Fight!, ed è una sorta di global manga (e cioè un manga realizzato fuori dal Giappone da autori non giapponesi) che rielabora in maniera molto particolare il filone delle magical girl  a cui creature magiche donano straordinari poteri per fini più o meno importanti... Che in questo caso diventano magical boy...
Tutto parte da Mike Smith, un ragazzino che inizia a studiare in una scuola privata internazionale, scoprendo - poco dopo - che il suo corpo è stato scelto come abitazione da uno spirito dell'estate un po' invadente, che ha scelto di concedergli dei poteri magici per difendere la terra dai siabolici piani degli spiriti dell'inquinamento... Così alla bisogna Mike può diventare una specie di Magical Cowboy di nome Wild Summer per sconfiggere il nemico...
La cosa interessante è che nella stessa scuola ci sono altri tre ragazzi che sono stati scelti da altri spiriti delle stagioni, e tutti insieme frequentano il club ambientalista, sotto la guida di un massiccio insegnante di ginnastica di nome Nasty, palesemente gay e in grado di vedere e sentire gli spiriti stagionali anche se non ne ospita nessuno. Questa, però, è solo la punta dell'iceberg, perchè strada facendo si scopre che buona parte di questo club di "eroini" è composto da ragazzini gay... A partire da Raji Singh, un ragazzo indiano molto espansivo e non propriamente maschile, nonostante il suo spirito stagionale sia quello più virile del gruppo...
La cosa interessante è che è molto amico della sua promessa sposa che frequenta la sua stessa scuola, e quando si trasforma diventa una specie di drag queen in stile Bollywood, di nome... Miss Autumn Ingenue...
Curioso, vero? E per finire (per ora ) la carrellata dei personaggi gay di questo gruppetto c'è Fujita Yuki, un ragazzino giapponese che ha appena iniziato a frequentare un altro studente della scuola, che però è afro americano e si chiama Alex Jiang...
Tutta la storia la potete leggere CLICCANDO QUI
Personalmente mentirei se la definissi un capolavoro: più onestamente la definirei un'idea originale sviluppata con slancio e passione da un paio di giovani autrici molto determinate (nome d'arte DustyJack e JadePrince, che vedete nella foto sotto), che però hanno un ampio margine di miglioramento.

Il punto però è un altro: la loro raccolta di fondi finalizzata a stampare su carta i primi capitoli di Mahou Shounen Fight! avrebbe dovuto raggiungere 9000 $, e invece è arrvata a oltre 18000! Alla faccia della crisi! Se a questo aggiungiamo che queste due simpatiche ragazze di San Diego sono delle assidue presenzialiste nelle fiere specializzate e che hanno un notevole seguito di fans affezionati, non posso fare a  meno di trovare nuove conferme per le mie teorie.
Nel senso che la gente spende volentieri per avere qualcosa che gli piace davvero e in cui si ritrova.
E questo è un mantra che - a quanto pare - proprio non entra nella testa di buona parte degli editori italiani... Che continuano a piangere lacrime di sangue per le loro vendite basse e sempre più in calo, ma che mai e poi mai si sognerebbero di pubblicare una storia come quella di Mahou Shounen Fight!, ad esempio... Magari concendendo le stesse libertà creative ad autori (o autrici) più professionali.
Fortunatamente, però, ci sono delle autoproduzioni italiane di qualità molto alta (e ovviamente a tematica gay) che hanno iniziato a farsi largo usando il web, alla faccia dell'editoria tradizionale.
Ma di questo, magari, vi parlerò un'altra volta...
Alla prossima.

lunedì 9 settembre 2013

QUESTO MATRIMONIO NON S'HA DA FARE...

Ciao a tutti, come va?
Devo ammettere che ultimamente trovo che la DC Comics stia perdendo diversi punti nei confronti della MARVEL, perlomeno sulla questione LGBT. Dagli anni '80 fino all'inizio del 2000 era obbiettivamente più avanti: fra la linea Vertigo, la WildStorm e quella classica aveva contribuito a sdoganare l'argomento in un periodo non proprio facile e con relativa disinvoltura. Adesso, invece, proprio quando l'evoluzione dei costumi e della società potrebbe consentirgli di andare oltre, sembra intenzionata a voler ridimensionare il suo slancio... A differenza della MARVEL. Se leggete altri siti e BLOG che parlano di fumetti forse avrete intuito che mi riferisco al caso di Batwoman... E alla sua proposta di matrimonio nei confronti di Maggie Sawyer...
Quando avvenne, all'inizio dell'anno, avevo espresso qualche perplessità riguardo alla effettiva "gestibilità narrativa" del suddetto matrimonio. Per una serie di motivi prettamente logistici:

1) Batwoman e consorte, spericolato ispettore di polizia, avrebbero potuto portare avanti le rispettive missioni lucidamente e autonomamente, senza lasciarsi distrarre dal pensiero dei reciproci rischi? E senza lasciarsi condizionare l'una dalle esigenze/scelte dell'altra?
2) Una felice vita matrimoniale avrebbe snaturato un personaggio cupo e tormentato come la nuova Batwoman? E se non lo avesse snaturato quante possibilità ci sarebbero state che il matrimonio sarebbe potuto andare avanti?
3) Operando in contesti diversi, e ovviamente senza avere la possibilità di condividere più di tanto le loro vite, il matrimonio avrebbe finito inevitabilmente per rimanere sullo sfondo di due vite con ritmi inconciliabili? Avrebbe finito per diventare qualcosa di puramente simbolico?

Intendiamoci: un buon sceneggiatore avrebbe potuto anche lavorare su questi punti deboli per rendere questa vita matrimoniale più interessante, e meno banale, di quella di altri supereroi omosessuali, ma a quanto pare - per il momento - non scopriremo come andranno le cose... Visto che Batwoman NON si sposerà più!
E a deciderlo non sono stati gli autori che hanno portato avanti la serie di Batwoman fino ad ora, J.H. Williams III e W. Haden Blackman (che vedete qui sotto in foto), ma la casa editrice stessa!
Anzi: i due autori, a seguito di questa ingerenza, per protesta hanno deciso di abbandonare la testata che avevano portato al successo, rammaricandosi molto della piega che hanno preso gli eventi e della decisione della dirigenza, che detiene i diritti di vita e di morte sui propri personaggi e che peraltro non ha motivato in alcun modo la sua scelta.
Potrei azzardare che, più che le perplessità riguardo la "gestibilità narrativa" di cui sopra, la scelta sia stata dettata dalla paura di risultare un po' troppo schierati e di perdere una buona fetta di lettori conservatori. Il punto è che, anche se in casa DC Comics le relazioni e i matrimoni gay non sono una novità (vedi Apollo e Midnighter), nel caso di Batwoman si sarebbe trattato del primo matrimonio gay celebrato in un contesto relativamente realistico e coinvolgendo un personaggio omosessuale che è già titolare di una propria serie... Cosa che, evidentemente, era già ritenuta il massimo che poteva essere concesso ad un personaggio gay senza sforare nello "schieramento politico" o qualcosa del genere... Con buona pace dei cosplay che quest'estate hanno iniziato ad aggirarsi per alcune fiere americane...

Questo episodio, unito ad altri abbastanza recenti , fa decisamente pensare.
Anche perchè sono tutti avvenuti nel giro di un anno.
Ve ne devo ricordare qualcuno?
1) Il "misterioso" tentativo di allontanare Gail Simone dalla testata di Batgirl, guardacaso proprio prima che introducesse la sua compagna di stanza transessuale.
2) L'eterosessualizzazione della nuova versione di Wonder Woman.
3) La morte - quasi istantanea - del ragazzo del Green Lantern della nuova Earth-2, poco dopo l'ufficializzazione del loro fidanzamento.
4) La convocazione di uno scrittore dichiaratamente anti-gay, O. S. Card,  per scrivere una storia di Superman.
In un paio di casi l'insurrezione del pubblico ha fatto cambiare idea ai grandi capi, ma la sensazione è che ora alla DC Comics vogliano tenere il piede in due scarpe. Gratificare il pubblico gay e gay friendly da una parte, senza urtare quello omofobo e anti gay dall'altra.
Magari in attesa di capire se l'apertura nei confronti degli omosessuali è solo una cosa passeggera?
Difficile dirlo, però questi scivoloni non gli fanno fare esattamente una bella figura, diciamo.
In compenso gli autori gay friendly dei fumetti della DC Comics si stanno confermando, in buona parte dei casi, molto coerenti, al punto da rinunciare al proprio incarico pur di non essere "complici" di scelte editoriali che non condividono.
Forse questo dipende anche dal fatto che il mondo del fumetto americano offre comunque molte possibilità a chi abbandona spontaneamente una testata, soprattutto se ha dimostrato di essere un professionista di buon livello.
Purtroppo in Italia le cose non vanno esattamente così, basti pensare alle pressioni della Bonelli sugli autori della testata di Legs Weaver, che anni fa determinarono un progressivo smorzamento dei suoi aspetti gay friendly (e un abbruttimento/appiattimento generale delle storie) che l'ha portata ad avere il triste primato di essere la prima serie regolare Bonelli a chiudere i battenti...
Mentre gli autori, che evidentemente non potevano permettersi di cambiare aria, hanno dovuto partecipare al tutto.
D'altra parte i monopoli editoriali è a questo che portano.
Alla prossima.

venerdì 6 settembre 2013

Perle di kitch...

Ciao a tutti, come va?
Una cosa che mi è parso sempre di cogliere nell'ambiente del fumetto italiano (e più in generale del nostro immaginario pop) e dei suoi estimatori è una certa tendenza a non "profanare" i loro miti, e in particolare i loro miti autoctoni, con allusioni, intepretazioni e rivisitazioni in chiave homo-kitch. Probabilmente i motivi sono tanti: dal fatto che l'emancipazione sessuale, in Italia, è un concetto molto relativo al fatto che l'omosessualità - sia come sia - è ancora percepita come un argomento sensibile. Altrove, evidentemente, le cose non stanno esattamente così, e il mondo del fumetto offre molti più appigli a chi vuole osare in questo senso. L'artista Balazs Sarmai, ad esempio, questa estate è diventato molto virale grazie alla sua elaborazione di una serie di dildi ispirati agli AVENGERS...




E, se pensate che i supereroi si prestano particolarmente a questo genere di giochetti, sappiate che anche la saga di STAR WARS può vantare il suo bel campionario di rivisitazioni homo-kitch. Ad esempio: dal 2009 è in produzione un esclusivo casco di Darth Vader (o Darth Fener, come è stato presentato in Italia) in tinta rosa fucsia...
Tra l'altro il 10% dei guadagni per la vendita di questo prodotto vengono devoluti per la lotta al cancro al seno. Senza fini così nobili, ma comunque per segnalare una certa presa di posizione, il sito Suckstore mette in vendita anche i modellini dei soldati dell'Impero, in tinta e in mutande...
E se a Star Wars preferite Star Trek non temete: sono disponibili anche il capitano Kirk e il signor Spock in una versione un po' alternativa...
Che dire? Evidentemente tutto questo deve pur significare qualcosa...
Ad esempio che certe cose non sono più considerate un tabù e che ci si può anche scherzare sopra (magari scoprendo una fetta di mercato inaspettata). Nel frattempo Lucca Comics & Games si avvicina e dubito molto vivamente che offrirà spazi per cose di questo genere.
Così come dubito che ci sarà qualcuno che vorrà mettere mano ai personaggi del gumetto italiano per proporre iniziative vagamente paragoniabili a queste.
A voi giudicare se questo è più un bene o un male...

giovedì 5 settembre 2013

A.A.A. CERCASI COPPIE

Ciao a tutti, come va?
Mentre in Italia continua ad essere estremamente improbabile la possibilità di vedere una rappresentazione verosimile della realtà LGBT nel mondo delle fiction, negli USA sembrano tenerci particolarmente a risultare credibili in questo senso. Lo prova il fatto che, ad esempio, l'agenzia Sande Alessi Casting ha iniziato a pubblicare annunci un po' ovunque per cercare gay e lesbiche reali, da inserire in un prossimo episodio del serial TEENWOLF prodotto da MTV, girato a Los Angeles... In cui i gay dichiarati, evidentemente, hanno una vita sociale oltre che una vita intima...
La cosa interessante è che la suddetta ricerca di gay e lesbiche (che devono avere un'età compresa fra 18 e 24 anni) è rivolta in particolare a coppie "reali" (o perlomeno a giovani disposti a girare scene romantiche in coppia), visto che è finalizzata ad una sequenza ambientata in un locale gay di Los Angeles (città nota per l'altissima concentrazione di popolazione LGBT che vive alla luce del sole) in cui si ballerà un romantico pezzo lento... Se siete dalle parti di Los Angeles e volete partecipare potete CLICCARE QUI.
Di per sè questa potrebbe non sembrare esattamente una notizia da prima pagina, ma penso che sia interessante segnalarla per evidenziare la differenza di approccio che c'è su certe questioni fra le produzioni statunitensi e quelle italiane, che he da sempre preferiscono offrire un'immagine dell'omosessualità ad uso e consumo del pubblico eterosessuale, piuttosto che una rappresentazione realistica della stessa. E meno che mai si concedono di coinvolgere il mondo gay reale, dandogli modo di esprimersi con una certa spontaneità, anche in serial a sfondo fantastico/horror come questa...
In particolare mi viene da pensare che, se non erro, l'omosessualità è un argomento del tutto bandito dalle produzioni italiane che si rivolgono ad un pubblico prevalentemente molto giovane (e che, curiosamente, dalle nostre parti hanno un taglio tendenzialmente molto infantile)...
Varrebbe la pena di rifletterci un po' sopra.
Alla prossima.

mercoledì 4 settembre 2013

LOBO GAY FRIENDLY?

Ciao a tutti, come va?
Se siete appassionati di fumetti americani dovreste sapere che l'ultimo restyling che ha effettuato la DC Comics per svecchiare i suoi personaggi è stato, probabilmente, quello più drastico dall'inizio della sua storia. Anche e soprattutto dal punto di vista estetico, tant'è che ora Superman non porta più i suoi storici mutandoni rossi e Wonder Woman ha rinunciato a tutti gli inserti dorati nel suo costume. Tuttavia anche i personaggi meno popolari (perlomeno al di fuori del mondo dei fumettofili propriamente detti) stanno subendo rimaneggiamenti abbastanza radicali. Come ad esempio sta avvenendo, nello sconcerto generale, ad un personaggio cult come Lobo...
Se non siete proprio informatissimi vi ricordo che Lobo è un alieno che definire grottesco è un eufemismo. Apparso quasi in sordina nel 1983, con un caratteristico look da biker intergalattico (che è rimasto quasi invariato negli anni, a parte il taglio dei capelli), si è subito contraddistinto per una propensione quasi surreale alla crudeltà, al cinismo, alla volgarità e alle peggio bassezze sadiche, che lo hanno reso - paradossalmente - particolarmente simpatico ad un vasto pubblico. In circa trent'anni di apparizioni, in cui ha finito anche per squartare Babbo Natale (ma d'altra parte, per ammazzare il tempo, aveva sterminato la sua intera razza tramite scorpioni velenosi), il suo look caratteristico era diventato abbastanza iconico, e a modo suo persino sexy... Non foss'altro perchè - oltre a tutto il resto - era pure un po' esibizionista...
Kenneth Rocafort
Con la recente rielaborazione dei personaggi DC Comics, però, qualcuno deve avere pensato che era il momento di voltare pagina, e che nel 2013 il Lobo classico avrebbe avuto poco ascendente... E così che cosa è successo? Hanno affidato il compito di rinnovare il suo look a Kenneth Rocafort (foto sotto), che ultimamente si era già distinto per la sua versione "cool" del nuovo Superman e per il tocco "glam" che era riuscito a dare a buona parte dei fumetti su cui aveva lavorato...
Così, inizialmente, è partito dallo stile classico di Lobo, ma pian piano se ne è distaccato sempre di più, pur mantenendo sempre una certa propensione ad evidenziare il sex appeal primitivo e barbarico del personaggio...

Per poi arrivare a proporre qualcosa di decisamente... Come dire... Alternativo...
Alla fine, però, i soliti beninformati sostengono che sia stata scelta una via di mezzo, facendo di Lobo una sorta di icona dark gothic per le nuove generazioni, ispirandosi - presumo - ad un certo tipo di idoli per teenagers che vanno per la maggiore in questo periodo.
Ovviamente questo passaggio da biker sudicio a cantante gothic è stato accompagnato da una buona dose di polemiche, anche perchè - evidentemente - questo look è estremamente fashion e alquanto gay friendly... Perlomeno nel senso fetish del termine. E oltretutto, per giustificare il suddetto radicale cambiamento, gli autori hanno intenzione di fare in modo che - sopresa sopresissima sorpresa - salti fuori che il biker sudicio che si è aggirato negli albi DC Comics per trent'anni era solo un impostore!
Ora staremo a vedere se la virata del personaggio in una direzione gay friendly sarà solo estetica, oppure se - strada facendo - si rivelerà un po' più completa...
O se, come hanno detto gli autori della storia in cui il nuovo Lobo comparirà, le cose non sono come sembrano...
D'altra parte alla DC Comics la politica di strizzare l'occhio al pubblico gay, anche solo dal punto di vista estetico, sembra prendere piede anche con altri personaggi.
La nuova versione di Garfield Logan, meglio noto come Beast Boy, ne è un altro esempio. Prima dell'ultimo restyling dei personaggi DC era solito mostrare il suo giovane corpo, verde e (molto) villoso, solo in rare occasioni, anche perchè il suo costume era costituito da una tuta che lo ricopriva integralmente e lasciava fuori solo la testa...

La sua nuova versione, invece, prevede la pelle rossa, un costume molto più ridotto e una spiccata tendenza a rimanere senza nemmeno quello addosso...



Con grande gioia dei suoi lettori gay, suppongo...
E comunque questi non sono gli unici casi: per la DC Comics il fumettista Brett Booth ha ripensato un altro supereroe non proprio conosciutissimo, il luciferino Blue Devil, facendolo passare da così...
A così...
Voi cosa ne pensate?

Brett Booth
Brett BoothMagari sbaglio, ma non escluderei che dopo decenni in cui i fumetti DC Comics (e non solo) hanno ampiamente sottovalutato il sex appeal maschile - e soprattutto l'eventuale apprezzamento del pubblico gay (visto che il pubblico femminile continua a NON leggere fumetti di supereroi) - qualcosa stia iniziando a cambiare...Voi cosa ne pensate?Alla prossima.
Kenneth Rocafort