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venerdì 20 settembre 2013

PROVACI ANCORA NITTA

Ciao a tutti, come va?
A volte, per fortuna, può capitare che anche le storie (editoriali) molto travagliate possano avere un lieto fine. La nostra storia comincia nel 2008, quando l'editore italiano Magic Press voleva provare a lanciarsi anche nel mondo dei BOYS LOVE (i manga gay, più o meno omoerotici, fatti da donne per donne), proponendo in Italia il manga Haru wo daiteita di Youka Nitta: storia di due attori porno che si mettono assieme e tentano la strada del cinema propriamente detto...
Il manga, che aveva un buon successo in Giappone e aveva una trama tuttosommato originale, non ha tuttavia potuto avere la sua occasione, perchè mentre le trattative erano in corso Youka Nitta si era ritirata dal mondo del fumetto, assieme a tutte le sue opere. Cos'era successo? Come avevo riportato su questo BLOG a suo tempo, era successo che Youka Nitta era stata accusata di plagio dal suo editore... Visto che qualcuno aveva notato che per alcune sue vignette riproduceva in maniera abbastanza fedele delle foto che comparivano su riviste occidentali (e in particolare italiane) di moda, tra cui una immagine pubblicitaria della Diesel...
Siccome in Giappone la forma è tutto, la povera Nitta ha dovuto prodigarsi in scuse e inchini ai quattro angoli del globo, sotto l'occhio vigile e spietato del suo editore, che si è sentito in dovere di scusarsi assieme a lei. Com'era lecito aspettarsi, però, tutti quelli che hanno ricevuto le suddette scuse sono rimasti più che altro basiti, dichiarando che per loro non era un problema se l'autrice aveva utilizzato le loro foto come fonte di ispirazione, anche se erano sotto copyright... Visto che il suddetto copyright si applicava alle foto in quanto tali. Tuttavia non c'è stato niente da fare, e al termine del suo giro di scuse la povera Nitta deve essere corsa a casa in lacrime, mentre il cielo si anneriva all'improvviso e alle sue spalle il vento disegnava drammatici vortici di petali di ciliegio... O qualcosa del genere. Sia come sia due anni dopo la signorina Nitta ha timidamente provato a tornare a fare manga, con Kiss Ariki... La storia del figlio di un boss mafioso che si innamora della guardia del corpo che veglia su di lui su un isola deserta, dove - ironia della sorte - viene mandato per essere "al sicuro"...
Il suddetto manga è poi stato pubblicato da Magic Press, che però non aveva abbandonato l'idea di mettere le mani su Haru wo daiteita, anche se per i motivi di cui sopra non era ancora possibile farlo. Ora, però, le cose sono cambiate. Infatti, per evitare pesanti ripercussioni karmiche, Youka Nitta (foto sotto) ha deciso di ridisegnare tutte le vignette dello scandalo in occasione della nuova edizione del suo manga, e così Magic Press ha potuto riprendere e concludere le trattative iniziate nel 2008, annunciando l'avvio dell'edizione italiana di Haru wo daiteita a breve...
Tra l'altro, nel frattempo, Haru wo daiteita ha fatto in tempo ad avere una versione italiana del suo adattamento animato, ad opera di Yamato Video, che lo ha ribattezzato Giochi d'amore.
Devo ammettere che tutta questa storia mi ha dato un po' da pensare... Nel senso che in Italia è capitato persino che i fumettisti copiassero pedissiquamente le vignette dei loro colleghi e che la facessero (quasi sempre) franca, mentre l'utilizzo delle foto come traccia è una pratica ormai diffusissima in tutto il mondo, soprattutto per quanti vogliono realizzare fumetti che hanno un taglio molto realistico. Esistono persino dei manuali che spiegano come i suddetti autori  ne fanno uso, e addirittura raccolte di foto pronte all'uso per i fumettisti... Anche in Giappone ne esistono moltissime: però sopra si specifica che sono foto utilizzabili senza problemi come fonti di ispirazione.
Evidentemente se in Giappone un disegnatore copia dalle foto a caso, senza badare alla fonti e ad eventuali copyright, disonora il suo lavoro e la sua casa editrice...
Brrr...
Una volta tanto non li invidio.
Alla prossima.

2 commenti:

Lorenzo Ridolfi ha detto...

Si diciamo che hanno delle regole un po' troppo ferree, ad esempio anche nel campo dell'arte omoerotica e non ci sono artisti molto quotati che spesso fanno opere prendendo spunto da foto di fotografi altrettanto famosi specialmente negli Stati Uniti.

Anonimo ha detto...

Se Duchamp fosse nato giapponese, addio ai baffi della Gioconda!
Ma poi, il disegno in questione non è UGUALE alla foto!
Nel regno del Sole, hanno poca arte concettuale in vena... povera Nitta