Ciao a tutti, come va?
Forse avrete notato anche voi che ultimamente il mondo degli appassionati di fumetti si sta dividendo in maniera molto netta fra quelli che sostengono che le nuove tecnologie rappresentano il futuro e quelli che sostengono che segneranno la condanna a morte dell'industria fumettistica... Con una netta prevalenza della seconda fazione, perlomeno in Italia, dove editori ed esperti (o presunti tali) sono abbastanza pessimisti... E dove i principali siti che si occupano dell'argomento sono straordinariamente refrattari alla segnalazione, promozione e recensione di web comics, fumetti digitali, piattaforme digitali per l'acquisto di fumetti e via discorrendo.
Il che, in effetti, farebbe sospettare che chi gestisce i siti di informazione fumettistica in Italia non ha le competenze necessarie, oppure che ha qualche interesse collaterale a promuovere apertamente solo gli editori tradizionali che pubblicano in maniera tradizionale... A meno che, più semplicemente, chi gestisce i suddetti siti non voglia fare pubblicità gratuita a delle attività commerciali che trovano posto sul web... Il che, suppongo, avrebbe una certa logica...
E questo diventa particolarmente rilevante se, con tutte queste omissioni, il quadro generale viene falsato per supportare la teoria secondo cui i fumetti tradizionali sono prodotti di qualità, mentre i web comics sono, nella migliore delle ipotesi, fumo negli occhi o roba da niente... Senza contare la teoria secondo cui, ovviamente, i web comics e il mercato digitale in realtà non sono in grado di risollevare il settore del fumetto, non sono in grado di favorire il ricambio dei lettori, ecc...
Ognuno è libero si pensarla come crede, ovviamente, ma sarà proprio così?
A guardare alcuni dati oggettivi, in effetti, i dubbi non mancano. Senza andare a guardare necessariamente a quello che succede negli USA, dove i fumetti digitali animano un vero e proprio mercato parallelo e dove un crescente numero di autori vive grazie ai suoi web comics e alle raccolte (stampate) degli stessi, in Italia abbiamo la casa editrice SHOCKDOM (il suo shop lo trovate CLICCANDO QUI), che dal 2000 rappresenta l'anello di congiunzione fra chi realizza web comics (in Italia) e il mondo della carta stampata. Dopo tanti piccoli successi in fumetteria ha tentato la strada dell'edicola, e lo ha fatto con un trimestrale dedicato alle storielle comico-demenziali-assurde-nonsense di Sio (all'anagrafe Simone Albrigi), che si è rivelato un successo clamoroso: 20.000 copie bruciate in meno di una settimana, 30.000 in ristampa e posizione numero uno nella classifica di amazon.it... Senza contare il videogioco ufficiale realizzato tramite crowdfunding (e che ha raccolto 18.000 euro in più rispetto ai 20.000 euro necessari)...
E il caso di Sio non è proprio isolato, visto che iniziano ad esserci anche altri autori che, tramite il web, non solo sono riusciti a farsi conoscere e ad avviare una carriera, ma che hanno anche contribuito a raggiungere un vasto pubblico di lettori potenziali che abitualmente non leggono fumetti.
Qual è la chiave del loro successo? Sicuramente la familiarità con i nuovi mezzi di comunicazione (Sio è anche un vlogger molto seguito su youtube, dove ha un canale di nome SCOTTECS che è prossimo a cento milioni di visualizzazioni), ma soprattutto la totale mancanza di una qualsiasi forma di sottomissione agli standard che dettano legge presso gli editori tradizionali... Nonchè la capacità di allinearsi alla sensibilità REALE di una vasta platea. Alla fine gli autori come Sio producono quello che gli viene da produrre, e guardacaso riescono a produrre quello che un vasto pubblico vuole che sia prodotto... Senza mediazioni, vincoli crativi o altro.
E ci riescono perchè loro fanno parte del grande pubblico REALE, esattamente come i loro lettori, cosa che buona parte di chi produce fumetti in Italia non può più dire.
E probabilmente è questo che mette a disagio gli editori tradizionali, e il mondo che gli gira attorno (spingendolo a parlare il meno possibile di web comics e di autori come Sio)... Questo e il fatto che i suddetti fumetti hanno successo senza bisogno di grandi investimenti, incentrando tutto sulla creatività degli autori e sui gusti dei lettori... E ignorando del tutto cose come la sudditanza psicologica alle lobby di potere e allo zoccolo duro rappresentato dai lettori "storici" e/o più tradizionalisti...
Purtroppo, o per fortuna, i web comics sono la prova che, negli anni di internet, il successo arriva se fai qualcosa che piace davvero al target che prendi di mira, perchè oggi - con tutta l'offerta che c'è a disposizione - i lettori non sono più disposti a scendere a compromessi e a perdere tempo leggendo qualcosa che non li convince del tutto...
Vuoi fare un fumetto che piaccia ai giovani e attiri nuovi lettori? Allora smettila di pensarlo anche in funzione dei tuoi lettori over 60! E magari affidati a degli autori che sappiano produrre storie in linea coi giovani di oggi, e non con i giovani di venti, trenta o quaranta anni fa... Semplice, no?
E gli autori come Sio, o come l'americano Rick Burlew (che col suo web comic Order of the Stick guadagna somme nell'ordine del milione di dollari), guardacaso si rivolgono ai giovani e dimostrano che il successo non è più (solo) una questione di virtuosismi estetici, ma soprattutto di contenuti...
Nel senso che un bravo disegnatore dà un valore aggiunto ad un fumetto che RICHIEDE di essere disegnato bene, ma un fumetto disegnato benissimo difficilmente potrà compensare la mancanza dei contenuti necessari per renderlo davvero gradito al pubblico che vuole conquistare...
Perchè oggi, evidentemente, la forma non riesce più a prevalere sulla sostanza, e forse è meglio così.
E questo discorso è ancora più valido nell'ambito dei web comics a tema gay, che a quanto pare stanno entrando in una nuova fase. Infatti finora avevano sempre mantenuto un ruolo marginale rispetto ai fumetti gay stampati tradizionalmente, tant'è vero che la loro massima aspirazione è stata per lungo tempo quella di essere pubblicati successivamente sotto forma di raccolta cartacea, anche solo per il fatto che la suddetta raccolta rappresentava l'unica forma di guadagno effettivo che gli autori avrebbero ottenuto da questo tipo di opere.
Poi, però, la situazione si è evoluta, perchè anche gli autori di fumetti gay hanno iniziato a credere sul serio nel potenziale dei web comics in quanto tali e nel potenziale delle piattaforme per la vendita di fumetti digitali... E questo radicale cambio di mentalità ha iniziato a produrre risultati decisamente interessanti. Ad esempio facendo emergere quei fumetti che riescono a coinvolgere davvero il pubblico, al punto di fargli investire i propri soldi nel finanziamento diretto di questi progetti... Anche quando sarebbe possibile leggerli comodamente (e gratuitamente) tramite la condivisione illegale e la pirateria...
Escludendo il Giappone, dove da anni c'è un vero e proprio mercato parallelo dedicato ai fumetti gay prodotti espressamente per il mercato digitale (e venduti tramite apposite piattaforme, come DLSite, che trovate CLICCANDO QUI), il primo a invertire la tendenza nel mondo occidentale è stato Patrick Fillion, che da qualche anno permette anche di acquistare in formato pdf, e direttamente dal suo sito, i fumetti omoerotici prodotti dalla sua etichetta CLASS COMICS, che era nata come una casa editrice tradizionale.
Tuttavia, ultimamente, i casi che meritano di essere segnalati si sono moltiplicati.
Ad esempio: Alex Woolfson, l'ideatore e sceneggiatore dei webcomics Artifice e The Young Protectors (CLICCATE QUI), vuole portare avanti progetti di qualità e per i suoi webcomics si affida a un disegnatore e ad una colorista professionisti regolarmente retribuiti. Fino a poco tempo fa garantiva una pagina a settimana, e una pagina extra in base alle donazioni che riceveva: così ogni volta che raggiungeva 400 $ metteva online una tavola bonus. Poi ha iniziato ad utilizzare una nuova piattaforma per la raccolta fondi, che si chiama PATREON (CLICCATE QUI) e che - a differenza di altri siti simili - consente ai sostenitori di un progetto di "abbonarsi" per garantire la sua prosecuzione con una quota fissa mensile... Ebbene: oggi gli abbonati che sostengono la prosecuzione della serie The Young Protectors di Alex Woolfson (che COMUNQUE è visibile GRATIS sul suo sito) gli garantiscono un'entrata mensile di 3450 $ (circa 3000 euro)... E Alex Woolfson si è iscritto a PATREON solo da un paio di mesi!
Tuttavia il suo obbiettivo sarebbe quello di raggiungere almeno la cifra di 7000 $ al mese, il che gli permetterebbe di abbandonare il suo lavoro ufficiale e di vivere agiatamente solo seguendo i suoi progetti a fumetti, potendosi anche permettere di pagare tutte le tasse del caso e di stipendiare regolarmente gli artisti che lavorano per lui. Se dovesse riuscirci si tratterebbe probabilmente di uno spartiacque per il mondo del fumetto gay (online e non), che aprirebbe le porte a tutta un serie di possibilità impensabili fino a poco tempo fa.
Comunque c'è da dire che ad Alex Woolfson servirebbero 7000 $ al mese perchè deve anche pagare qualcuno per realizzare graficamente le sue storie... Se però degli artisti che fossero in grado di sceneggiare e disegnare autonomamente delle belle storie a tema gay iniziassero a sfruttare pienamente le possibilità offerte da internet saremmo prossimi ad una piccola rivoluzione, che finirebbe per riconfigurare completamente il ruolo e le scelte delle case editrici tradizionali...
Notoriamente prudenti riguardo a certi temi...
Eppure, giusto per fare un altro esempio, la miniserie THE PRIDE scritta dall'inglese Joe Glass, e incentrata su di un gruppo di supereroi LGBT, era partita come progetto di crowdfunding e poi è approdata sulla piattaforma per la vendita di fumetti digitali Comixology (CLICCATE QUI)... E il numero uno è finito nella lista dei 25 fumetti autoprodotti più apprezzati del 2014!
E probabilmente anche questa piccola conquista è rappresentativa di un cambiamento in atto, che sta iniziando a dimostrare come anche i fumetti LGBT che partono da zero, ma hanno un target di riferimento ben delineato, riescono a risultare competitivi in un ambito più generalista... Mentre una volta, prima che internet prendesse piede, potevano farsi largo solo all'interno del circuito gay.
Quindi siamo davvero così sicuri che internet stia facendo più danni che altro? Oppure sono gli editori italiani che non riescono ad adattarsi ai nuovi meccanismi e al fatto che - in un contesto infinitamente più competitivo e meritocratico - non possono più pretendere che le loro strategie storiche risultino ancora vincenti? Forse pensano davvero che i tradizionali vincoli che si autoimpongono (uno fra tutti la rappresentazione datata dell'omosessualità) siano un'ancora di salvezza, mentre in realtà si stanno dimostrando una zavorra che li trascina sempre più giù?
Chissà...
Certo è che ormai è da diversi anni che nei paesi di lingua inglese su AMAZON i libri digitali si vendono meglio di quelli cartacei, ma questo non significa che la gente abbia smesso di leggere, dopotutto...
E comunque, giusto per la cronaca, in Giappone - dove solo il Cielo sa quante alternative ci sono ai fumetti tradizionali - il mercato del fumetto, nel 2014, ha registrato un incremento dell'4%, raggiungendo un fatturato di ben 281.51 miliardi di yen (e cioè più di 2 miliardi di euro)... Alla faccia della crisi. Non sarà forse che in Giappone, a differenza che in Italia, gli editori si tengono sempre molto aggiornati e mettono al primo posto i gusti dei lettori, differenziandoli in fasce di pubblico molto precise?
Chissà... Chissà... Chissà...
Alla prossima.
P.S. Vi ricordo che in cima a questo blog (nella versione web che potete
visualizzare dal browser e non in quella per cellulare) potete votare
per il PREMIO GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati: trovate tutti i dettagli cliccando sull'apposito banner) 2015. Partecipate e spargete la voce!
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mercoledì 18 febbraio 2015
martedì 12 giugno 2012
LA RIFLESSIONE DI OGGI...
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Sopravvissuto al Gay Pride anche quest'anno, e non del tutto sconvolto (come potete vedere dalla foto sotto scattata alla fine del corteo, assieme ad alcuni amici), dedico il post di oggi ad una piccola riflessione che, una volta tanto, non parte dai fumetti.
La prima cosa su cui volevo riflettere è che, per l'ennesima volta, in TV è arrivato un programma che - perlomeno nelle intenzioni - vorrebbe essere diverso dagli altri, proponendo un protagonista gay al pari dei quattro protagonisti eterosessuali. Il programma in questione si chiama MAMMONI, ed è un docu-reality in cui ragazzi single che vivono ancora con la mamma e hanno difficoltà a trovare l'anima gemella (ma non gli sarà venuto il dubbio che le due cose sono collegate?) vengono presi di mira da una decina di (presunti)pretendenti ciascuno. Ovviamente la progressiva selezione fra i suddetti pretendenti viene fatta dai figli assieme alle madri, e presumibilmente l'originalità del programma dovrebbe stare nell'aggiunta dell'elemento "mamma castrante" alla ricerca. Personalmente penso che metta in luce alcuni dei lati peggiori della società italiana, e che - fra le righe - più che legittimare i matrimoni gay abbia lo scopo di "normalizzare" l'omosessualità nel senso peggiore del termine, e cioè facendola sembrare la brutta copia dell'eterosessualità. Oltretutto, con rispetto parlando, il concorrente gay in questione è meno peggio di tanti altri gay visti in TV negli ultimi anni, ma comunque conferma una buona dose di luoghi comuni, a partire dal fatto che fa il ballerino.
Niente di male a fare il ballerino e a confermare luogni comuni, per carità, però mi sembra evidente che non sono ancora arrivati i tempi in cui nei media italiani potrà essere proposto un modello di omosessualità alternativo a quelli che "tranquillizzano" il grande pubblico eterosessuale... Per cui gli omosessuali sono accettabili solo se sono tendenzialmente ridicoli, hanno l'aria innocua, oppure se non competono con i maschi etero nel loro stesso "territorio", ovverò la virilità. Tra l'altro in questo fior fior di programma fra i pretendenti gay sono riusciti a piazzare anche qualcuno che aveva partecipato all'unico altro programma italiano nato per accoppiare gay single: quel Made in Love proposto da una rete locale partenopea l'anno scorso.
Anche in questo non c'è niente di male, ma diciamo pure che non depone molto a favore della serietà del programma e degli intenti di chi vi partecipa. La cosa più irritante, però, è che si suggerisce implicitamente che gli omosessuali italiani non hanno di meglio da fare che cercare popolarità televisiva attraverso programmi di questo tipo, come fanno tanti altri (presunti) ragazzi eterosessuali. Se fossi malizioso direi che un programma come MAMMONI nasce anche per far dimenticare che gli omosessuali italiani - di fatto - sono dei cittadini di serie B, tant'è che il titolo completo della trasmissione è MAMMONI - CHI VUOLE SPOSARE MIO FIGLIO?, titolo che - almeno nel caso del protagonista gay - suona davvero come una presa per i fondelli. Certo lo si può prendere come un gioco, ma il messaggio che passa è che i gay in Italia sono liberi e felici, che hanno mamme che li sostengono (quando tante volte non è così) e che il fatto che si possono "sposare" solo per gioco è un problemino da nulla, visto che accettano di buon grado la loro condizione e stanno bene come stanno... Magari vivendo ancora con mammà.
I casi sono due: o gli autori di questi programmi sono degli sprovveduti o sono dei geni diabolici. Sia come sia il risultato non cambia: in Italia non ci si schioda da queste rappresentazioni dell'omosessualità, che se da una parte aiutano a sdoganare l'argomento, dall'altra lo sdoganano talmente male che è molto difficile capire se fanno più danni che altro. In compenso con la bella stagione è ripresa la selezione ufficiale per trovare le nuove veline che nei prossimi anni delizieranno milioni di italiani con i loro sculettamenti televisivi.
Anche in questo caso sembra proprio che la tradizionale concezione maschilista ed eterosessista della nostra televisione (e dei nostri media) non abbia fatto grandi passi avanti, nonostante la parentesi polemica di qualche anno fa. Il tempo passa, ma a quanto pare nel nostro paese non si sono manifestati quei cambiamenti culturali che gli permetterebbero di considerare dei punti di vista che vadano oltre a quello del maschio eterosessuale italiano medio, che fondamentalmente considera la donna come l'unico complemento d'arredo che può decorare degnamente la nostra televisione. Confrontiamo ora la situazione italiana con quella di altre nazioni: sull'ultimo numero della rivista gay ATTITUDE compare l'ex rugbysta Gareth Thomas in stato di grazia, in tutta la sua prorompente virilità di gay dichiarato e una carica erotica mica da ridere...
Come è diversa la rappresentazione dell'omosessualità quando i parametri e i riferimenti sono scelti dagli omosessuali stessi, vero? E come stride questa rappresentazione dell'omosessualità con quella che monopolizza i media italiani e che, probabilmente, non considera nemmeno la possibilità che i gay possono risultare più virili della maggior parte degli eterosessuali maschi. Con modelli di riferimento come Gareth Thomas, probabilmente, tanti gay sentono di non essere individui che "perdono in partenza" nel confronto con i maschi etero, e sicuramente gli eterosessuali si rendono conto che il mondo omosessuale non è popolato solo da ballerini, stilisti e via dicendo... Anche perchè Gareth Thomas si è esibito in confronti più o meno diretti anche nel reality show Celebrity Big Brother... Che a differenza dei reality italiani , ad esempio, consente situazioni come quella che vedete qui di seguito...
Tutti messaggi positivi che, in effetti, sembra proprio che in Italia non possano passare. Per rallentare l'emancipazione la comunità gay? Per non contrariare i poteri forti che hanno interesse a mantenerla ai margini? Quel che è certo è che, ancora nel 2012, spicca il fatto che in nome di questo processo di repressione mediatica viene sacrificato anche tutto quello che ha a che fare con la valorizzazione erotica del corpo maschile... Visto che in una nazione in cui il punto di vista di riferimento è quello maschile, l'esibizione più o meno erotica del corpo maschile viene percepita come una concessione all'omosessualità prima ancora che come una gratificazione per le donne eterosessuali. A meno che, ovviamente, non si utilizzino scuse e filtri per giustificare la parziale nudità di qualche ballerino... E a questo punto può essere interessante notare che da quando il ballerino Valerio Pino ha lasciato la TV italiana e si è trasferito negli USA non solo ha fatto coming out, ma non perde occasione per recuperare il tempo in cui non ha potuto mostrare la sua carrozzeria...
Forse sbaglio ma, ironia a parte, il suo mi sembra il tipico caso di una persona che sta avendo un eccesso di esibizionismo conseguente ad anni ed anni di repressione... Tant'è vero che su internet ha iniziato a spifferare tutta una serie di dietro le quinte imbarazzanti riferiti ai talent show italiani in cui ha lavorato, che stando ai suoi racconti sarebbero stati anche delle vere e proprie scuole di repressione, dove si insegnava a nascondere l'omosessualità dei giovani talenti in erba, che però non perdevano l'occasione di sfogare le proprie pulsioni nei camerini (anche con lui)... Questo, in effetti, porterebbe a pensare che talent show come AMICI hanno anche la funzione di promuovere un certo tipo di omosessualità fra i giovani: un'omosessualità da tenere nascosta anche quando risulta palese, qualcosa da considerare estremamente "privato" anche e soprattutto se si vuole realizzare la carriera dei propri sogni. E anche qui la domanda nasce spontanea: gli autori di questi programmi agiscono a caso, risentono della loro omofobia più o meno interiorizzata o fanno parte di una strategia più complessa finalizzata a condizionare i gay italiani fin da giovani? Probabilmente solo il tempo ci dirà se questa specie di "teoria del complotto" ha senso oppure no. Quel che è certo è che, mentre in Italia non si può esibire il corpo maschile in maniera ufficiale, negli USA debutterà a breve (il 29 giugno) MAGIC MIKE: un film dedicato - una volta tanto - al mondo dello strip maschile...
A differenta dello storico FULLMONTY, però, qui non si fa ironia sul corpo maschile, ma si presenta lo strip maschile professionale per quello che è, tant'è vero che il film si basa in parte sulle dirette esperienze dell'attore protagonista Channing Tatum, quando faceva lo stripper (intorno ai 20 anni) e si faceva chiamare Chan Crawford... Un esperienza di cui non si è mai vergognato e che ha sempre sperato di raccontare in un film. A questo punto vi invito a fare uno sforzo e a ricordarvi quando è stata l'ultima volta che avete visto uno strip maschile serio in un programma televisivo italiano, o in una fiction o in un film prodotto nel nostro paese. E per serio intendo qualcosa che non vada a scadere volutamente nel TRASH per privare il corpo maschile di qualsiasi reale valenza erotica, o peggio ancora omoerotica, come nell'esempio seguente...
Dovete andare molto indietro, vero? Probabilmente parliamo di anni, e comunque di momenti molto circoscritti, e relativi a mode passeggiere quella del musical dei California Dream Men (foto sotto) alla fine degli ani '90, che evidentemente non hanno lasciato il segno più di tanto... Anche se in Italia hanno ispirato la formazione di qualche gruppo di strippers per signore sul modello di quelli statunitensi... Anche perchè il fatto che si rivolgevano alle sole donne è stata l'unica ragione, e condizione essenziale, per cui sono riusciti a farsi largo nel nostro paese.
Comunque è interessante notare che - nel momento in cui lo strip maschile ha avuto un picco popolarità anche in Italia - ha trovato posto nei film di Fantozzi, giusto per rimarcare il concetto di cui sopra, in una scena che - all'inizio - riesce persino ad offrire qualche spunto di riflessione... Ma forse è meglio che ascoltate da soli quello che dice il buttafuori all'inizio di questa scena tratta da Fantozzi 2000...
Messaggio chiaro e limpido, non trovate? E ricco di spunti interessanti anche a distanza di oltre dieci anni. Forse gli strip maschili non si sono mai fatti largo nella televisione italiana perchè non c'era modo di filtrare il pubblico femminile e c'era il rischio di sostenere indirettamente le esigenze del pubblico omosessuale? Di sdoganare i suoi impulsi, magari? Forse sbaglio, ma mi sembra una spiegazione abbastanza attendibile. Tuttavia, se questo fosse vero, Gay Pride a parte bisognerebbe davvero che la battaglia per l'affermazione della comunità omosessuale si spostasse su un piano più culturale, senza paura di rompere le uova nel paniere alla cultura eterosessuale dominante. Anche perchè con queste remore si finisce solo per scontentare il pubblico gay e di certo non si guadagnano consensi concreti presso il pubblico etero (che ha già un universo di proposte su misura)... E le esperienze di Gay.TV e Babilonia hanno molto da insegnare al riguardo. Internet, per fortuna, si sta diffondendo sempre di più, e con esso la possibilità di essere connessi con la realtà globale, ma è ancora un universo parallelo a quello ufficiale e non sono solo io a dire che il nostro è un paese che ormai cammina a due velocità.
Cosa succederà quando la distanza sarà incolmabile? E cosa accadrà quando la maggior parte degli omosessuali italiani si renderà conto che viene regolarmente presa per i fondelli dai media del nostro paese (cosa che spero accada quanto prima)?
Inquietante interrogativo...
Sopravvissuto al Gay Pride anche quest'anno, e non del tutto sconvolto (come potete vedere dalla foto sotto scattata alla fine del corteo, assieme ad alcuni amici), dedico il post di oggi ad una piccola riflessione che, una volta tanto, non parte dai fumetti.
La prima cosa su cui volevo riflettere è che, per l'ennesima volta, in TV è arrivato un programma che - perlomeno nelle intenzioni - vorrebbe essere diverso dagli altri, proponendo un protagonista gay al pari dei quattro protagonisti eterosessuali. Il programma in questione si chiama MAMMONI, ed è un docu-reality in cui ragazzi single che vivono ancora con la mamma e hanno difficoltà a trovare l'anima gemella (ma non gli sarà venuto il dubbio che le due cose sono collegate?) vengono presi di mira da una decina di (presunti)pretendenti ciascuno. Ovviamente la progressiva selezione fra i suddetti pretendenti viene fatta dai figli assieme alle madri, e presumibilmente l'originalità del programma dovrebbe stare nell'aggiunta dell'elemento "mamma castrante" alla ricerca. Personalmente penso che metta in luce alcuni dei lati peggiori della società italiana, e che - fra le righe - più che legittimare i matrimoni gay abbia lo scopo di "normalizzare" l'omosessualità nel senso peggiore del termine, e cioè facendola sembrare la brutta copia dell'eterosessualità. Oltretutto, con rispetto parlando, il concorrente gay in questione è meno peggio di tanti altri gay visti in TV negli ultimi anni, ma comunque conferma una buona dose di luoghi comuni, a partire dal fatto che fa il ballerino.
Niente di male a fare il ballerino e a confermare luogni comuni, per carità, però mi sembra evidente che non sono ancora arrivati i tempi in cui nei media italiani potrà essere proposto un modello di omosessualità alternativo a quelli che "tranquillizzano" il grande pubblico eterosessuale... Per cui gli omosessuali sono accettabili solo se sono tendenzialmente ridicoli, hanno l'aria innocua, oppure se non competono con i maschi etero nel loro stesso "territorio", ovverò la virilità. Tra l'altro in questo fior fior di programma fra i pretendenti gay sono riusciti a piazzare anche qualcuno che aveva partecipato all'unico altro programma italiano nato per accoppiare gay single: quel Made in Love proposto da una rete locale partenopea l'anno scorso.
Anche in questo non c'è niente di male, ma diciamo pure che non depone molto a favore della serietà del programma e degli intenti di chi vi partecipa. La cosa più irritante, però, è che si suggerisce implicitamente che gli omosessuali italiani non hanno di meglio da fare che cercare popolarità televisiva attraverso programmi di questo tipo, come fanno tanti altri (presunti) ragazzi eterosessuali. Se fossi malizioso direi che un programma come MAMMONI nasce anche per far dimenticare che gli omosessuali italiani - di fatto - sono dei cittadini di serie B, tant'è che il titolo completo della trasmissione è MAMMONI - CHI VUOLE SPOSARE MIO FIGLIO?, titolo che - almeno nel caso del protagonista gay - suona davvero come una presa per i fondelli. Certo lo si può prendere come un gioco, ma il messaggio che passa è che i gay in Italia sono liberi e felici, che hanno mamme che li sostengono (quando tante volte non è così) e che il fatto che si possono "sposare" solo per gioco è un problemino da nulla, visto che accettano di buon grado la loro condizione e stanno bene come stanno... Magari vivendo ancora con mammà.
I casi sono due: o gli autori di questi programmi sono degli sprovveduti o sono dei geni diabolici. Sia come sia il risultato non cambia: in Italia non ci si schioda da queste rappresentazioni dell'omosessualità, che se da una parte aiutano a sdoganare l'argomento, dall'altra lo sdoganano talmente male che è molto difficile capire se fanno più danni che altro. In compenso con la bella stagione è ripresa la selezione ufficiale per trovare le nuove veline che nei prossimi anni delizieranno milioni di italiani con i loro sculettamenti televisivi.
Anche in questo caso sembra proprio che la tradizionale concezione maschilista ed eterosessista della nostra televisione (e dei nostri media) non abbia fatto grandi passi avanti, nonostante la parentesi polemica di qualche anno fa. Il tempo passa, ma a quanto pare nel nostro paese non si sono manifestati quei cambiamenti culturali che gli permetterebbero di considerare dei punti di vista che vadano oltre a quello del maschio eterosessuale italiano medio, che fondamentalmente considera la donna come l'unico complemento d'arredo che può decorare degnamente la nostra televisione. Confrontiamo ora la situazione italiana con quella di altre nazioni: sull'ultimo numero della rivista gay ATTITUDE compare l'ex rugbysta Gareth Thomas in stato di grazia, in tutta la sua prorompente virilità di gay dichiarato e una carica erotica mica da ridere...
Come è diversa la rappresentazione dell'omosessualità quando i parametri e i riferimenti sono scelti dagli omosessuali stessi, vero? E come stride questa rappresentazione dell'omosessualità con quella che monopolizza i media italiani e che, probabilmente, non considera nemmeno la possibilità che i gay possono risultare più virili della maggior parte degli eterosessuali maschi. Con modelli di riferimento come Gareth Thomas, probabilmente, tanti gay sentono di non essere individui che "perdono in partenza" nel confronto con i maschi etero, e sicuramente gli eterosessuali si rendono conto che il mondo omosessuale non è popolato solo da ballerini, stilisti e via dicendo... Anche perchè Gareth Thomas si è esibito in confronti più o meno diretti anche nel reality show Celebrity Big Brother... Che a differenza dei reality italiani , ad esempio, consente situazioni come quella che vedete qui di seguito...
Tutti messaggi positivi che, in effetti, sembra proprio che in Italia non possano passare. Per rallentare l'emancipazione la comunità gay? Per non contrariare i poteri forti che hanno interesse a mantenerla ai margini? Quel che è certo è che, ancora nel 2012, spicca il fatto che in nome di questo processo di repressione mediatica viene sacrificato anche tutto quello che ha a che fare con la valorizzazione erotica del corpo maschile... Visto che in una nazione in cui il punto di vista di riferimento è quello maschile, l'esibizione più o meno erotica del corpo maschile viene percepita come una concessione all'omosessualità prima ancora che come una gratificazione per le donne eterosessuali. A meno che, ovviamente, non si utilizzino scuse e filtri per giustificare la parziale nudità di qualche ballerino... E a questo punto può essere interessante notare che da quando il ballerino Valerio Pino ha lasciato la TV italiana e si è trasferito negli USA non solo ha fatto coming out, ma non perde occasione per recuperare il tempo in cui non ha potuto mostrare la sua carrozzeria...
Forse sbaglio ma, ironia a parte, il suo mi sembra il tipico caso di una persona che sta avendo un eccesso di esibizionismo conseguente ad anni ed anni di repressione... Tant'è vero che su internet ha iniziato a spifferare tutta una serie di dietro le quinte imbarazzanti riferiti ai talent show italiani in cui ha lavorato, che stando ai suoi racconti sarebbero stati anche delle vere e proprie scuole di repressione, dove si insegnava a nascondere l'omosessualità dei giovani talenti in erba, che però non perdevano l'occasione di sfogare le proprie pulsioni nei camerini (anche con lui)... Questo, in effetti, porterebbe a pensare che talent show come AMICI hanno anche la funzione di promuovere un certo tipo di omosessualità fra i giovani: un'omosessualità da tenere nascosta anche quando risulta palese, qualcosa da considerare estremamente "privato" anche e soprattutto se si vuole realizzare la carriera dei propri sogni. E anche qui la domanda nasce spontanea: gli autori di questi programmi agiscono a caso, risentono della loro omofobia più o meno interiorizzata o fanno parte di una strategia più complessa finalizzata a condizionare i gay italiani fin da giovani? Probabilmente solo il tempo ci dirà se questa specie di "teoria del complotto" ha senso oppure no. Quel che è certo è che, mentre in Italia non si può esibire il corpo maschile in maniera ufficiale, negli USA debutterà a breve (il 29 giugno) MAGIC MIKE: un film dedicato - una volta tanto - al mondo dello strip maschile...
A differenta dello storico FULLMONTY, però, qui non si fa ironia sul corpo maschile, ma si presenta lo strip maschile professionale per quello che è, tant'è vero che il film si basa in parte sulle dirette esperienze dell'attore protagonista Channing Tatum, quando faceva lo stripper (intorno ai 20 anni) e si faceva chiamare Chan Crawford... Un esperienza di cui non si è mai vergognato e che ha sempre sperato di raccontare in un film. A questo punto vi invito a fare uno sforzo e a ricordarvi quando è stata l'ultima volta che avete visto uno strip maschile serio in un programma televisivo italiano, o in una fiction o in un film prodotto nel nostro paese. E per serio intendo qualcosa che non vada a scadere volutamente nel TRASH per privare il corpo maschile di qualsiasi reale valenza erotica, o peggio ancora omoerotica, come nell'esempio seguente...
Dovete andare molto indietro, vero? Probabilmente parliamo di anni, e comunque di momenti molto circoscritti, e relativi a mode passeggiere quella del musical dei California Dream Men (foto sotto) alla fine degli ani '90, che evidentemente non hanno lasciato il segno più di tanto... Anche se in Italia hanno ispirato la formazione di qualche gruppo di strippers per signore sul modello di quelli statunitensi... Anche perchè il fatto che si rivolgevano alle sole donne è stata l'unica ragione, e condizione essenziale, per cui sono riusciti a farsi largo nel nostro paese.
Comunque è interessante notare che - nel momento in cui lo strip maschile ha avuto un picco popolarità anche in Italia - ha trovato posto nei film di Fantozzi, giusto per rimarcare il concetto di cui sopra, in una scena che - all'inizio - riesce persino ad offrire qualche spunto di riflessione... Ma forse è meglio che ascoltate da soli quello che dice il buttafuori all'inizio di questa scena tratta da Fantozzi 2000...
Messaggio chiaro e limpido, non trovate? E ricco di spunti interessanti anche a distanza di oltre dieci anni. Forse gli strip maschili non si sono mai fatti largo nella televisione italiana perchè non c'era modo di filtrare il pubblico femminile e c'era il rischio di sostenere indirettamente le esigenze del pubblico omosessuale? Di sdoganare i suoi impulsi, magari? Forse sbaglio, ma mi sembra una spiegazione abbastanza attendibile. Tuttavia, se questo fosse vero, Gay Pride a parte bisognerebbe davvero che la battaglia per l'affermazione della comunità omosessuale si spostasse su un piano più culturale, senza paura di rompere le uova nel paniere alla cultura eterosessuale dominante. Anche perchè con queste remore si finisce solo per scontentare il pubblico gay e di certo non si guadagnano consensi concreti presso il pubblico etero (che ha già un universo di proposte su misura)... E le esperienze di Gay.TV e Babilonia hanno molto da insegnare al riguardo. Internet, per fortuna, si sta diffondendo sempre di più, e con esso la possibilità di essere connessi con la realtà globale, ma è ancora un universo parallelo a quello ufficiale e non sono solo io a dire che il nostro è un paese che ormai cammina a due velocità.
Cosa succederà quando la distanza sarà incolmabile? E cosa accadrà quando la maggior parte degli omosessuali italiani si renderà conto che viene regolarmente presa per i fondelli dai media del nostro paese (cosa che spero accada quanto prima)?
Inquietante interrogativo...
giovedì 25 agosto 2011
NEWS
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Devo ammettere che mi fa piacere verificare che anche in piena estate non mancano mai le notizie per questo BLOG, anche perchè questo è un evidente segno dei tempi che cambiano. Ad esempio: qualche giorno fa vi avevo parlato di come alla Apple fossero diventati improvvisamente più disponibili nei confronti della distribuzione dei fumetti a tema gay per iPhone e iPad, che in precedenza venivano censurati anche quando avevano contenuti molto soft, e forse adesso ne ho capito il motivo. Infatti il nuovo mega direttore galattico della Apple, che subentra a Steve Jobs (che ora potrà concentrarsi sui sui problemi di salute), si chiama Tim Cook, ed è gay dichiarato...
Forse sbaglierò, ma qualcosa mi dice che la cosa abbia avuto un certo peso nell'atteggiamento più gay friendly della Apple nei confronti di certi contenuti. Staremo a vedere cosa riserverà il futuro, anche se sicuramente questa situazione avrà dei risvolti positivi per la rivalutazione dell'immagine dei gay in tutto il mondo (e infatti in Italia i TG si sono ben guardati di precisare che Tim Cook è omosessuale). Comunque, per restare in tema di fumetti gay e di atteggiamento più o meno gay friendly nei loro confronti, proprio ieri uno dei più affezionati lettori di questo BLOG mi ha segnalato che, nelle fumetterie italiane, è arrivata la prima edizione italiana di un fumetto di Sebas Martìn: DENTRO, pubblicato da COMMA 22.
Si tratta del primo di una serie di volumi che il bravo autore spagnolo ha realizzato a partire dal 2005, che vanno a costituire un riuscitissimo affresco (estremamente realistico) della vita di un trentenne gay dei nostri giorni. Protagonista della storia è Salva, la cui educazione sessuale comincia molto presto, da una porta lasciata socchiusa che gli svela l'esistenza di un universo gay. Le sue avventure e disavventure amorose si snodano sullo sfondo di un quotidiano fatto di chiacchiere con gli amici, incontri casuali, gay pride, difficili momenti in famiglia. Il quadro che si compone è quello di un uomo in perenne formazione emotiva e sentimentale, che non smette di provare, cercare e trovare. E forse è proprio questo il fascino intrinseco nei personaggi gay di un buon fumetto a tema gay: il loro continuo rimettersi in discussione senza adeguarsi a ruoli e schemi prefissati. Questo volume lo avevo già in spagnolo, e posso garantirvi che - una volta che si entra in sintonia con lo stile di disegno molto particolare - risulta un fumetto davvero coinvolgente. Sebas Martìn (che vedete nella foto sotto) riesce a parlare delle luci e delle ombre del mondo gay senza filtri e a colpo sicuro, e questa è una dote rarissima.
Il fatto che un autore del genere sia arrivato in Italia è una cosa molto positiva, e diciamo pure inaspettata, ma proprio per questo non posso fare a meno di notare che - anche stavolta - la storia si ripete. Nel senso che DENTRO è uscito totalmente in sordina e senza che l'editore abbia pensato di informarsi sui media gay che avrebbero potuto promuoverlo, o perlomeno segnalarlo. Da quel che ho capito il volume è stato stampato a gennaio (il provvido lettore che me l'ha segnalato, e che tanto ringrazio, mi ha mandato anche la foto della pagina interna con i dati di stampa), ma non è stato distribuito prima di giugno. Non so se è un caso o se alla COMMA 22 hanno pensato di aspettare per sfruttare al meglio il traino dell'Europride, ma in ogni caso devono avere dato per scontato che in Italia i gay sono frequentatori abituali delle fumetterie (il che, purtroppo, non è vero), altrimenti non si spiegherebbe perchè in sei mesi non si sono fatti vivi con nessun medium gay per segnalare la prima uscita italiana di un autore di questo genere.
Certo c'è anche la possibilità che dalle parti di COMMA 22 non abbiano voluto puntare troppo sul circuito gay per non fare la figura di quelli che si ghettizzano o per dimostrare che non si tratta di un fumetto per soli gay, ma il problema con questo genere di fumetto è proprio che fuori dai circuiti gay si tende a non parlarne. Infatti nessun sito italiano di fumetti ne ha ancora parlato, nonostante la sua indubbia qualità. Morale della favola: in Italia è arrivato un fumetto gay con un grandissimo potenziale e ha debuttato sotto silenzio. Non che ci sia niente di nuovo sotto al sole, però direi che è abbastanza curioso vedere come gli anni passano e - a livello di marketing - certe cose restano sempre uguali.
Da una parte degli editori che pubblicano fumetti gay senza preoccuparsi di interagire in maniera compiuta - e sensata - col mondo gay, e dall'altra un mondo gay che in questo modo continua ad ignorare il potenziale dei fumetti gay. Ultimamente REN BOOKS sembra voler attuare una strategia più meditata e multilaterale, ma è solo agli inizi quindi per ora non ha ancora fatto scuola. Staremo a vedere cosa succederà. Certo è che di questo passo le cose continueranno a muoversi in maniera lentissima, e questo non è esattamente un bene (soprattutto in una nazione come la nostra). Oltretutto c'è il rischio che un marketing approssimativo non porti a DENTRO il successo che merita, magari compromettendo la pubblicazione dei volumi che raccontano il seguito delle avventure di Salva...
Inoltre, piccolo ma non irrilevante dettaglio, il titolo è stato tradotto in maniera un po' ambigua. Infatti il titolo originale ESTOY EN ELLO vuol dire letteralmente "ci sto dentro", ma in realtà è anche un'espressione spagnola che significa "ALLA GRANDE", nel senso ottimista del termine. Quindi forse aveva più senso usare un titolo come GRANDE piuttosto che DENTRO, anche perchè chiamare DENTRO un fumetto gay sembra voler puntare l'accento su un doppio senso un po' inopportuno e un tantinello scurrile. Pazienza. In ogni caso, per stare in tema di spagnolo, aumentano le anteprime che riguardano il nuovo ULTIMATE SPIDER MAN, che - come saprete se leggete questo BLOG - sarà afro-latino-americano, o "blatino" come si dice in gergo.
Sara Pichelli ha anche diffuso una serie di schizzi preparatori, che promettono molto bene e presentano un ragazzino che sicuramente crescerà come si deve... E che, a prescindere dal fatto che il suo presunto orientamento gay sia confermato o meno, sicuramente farà strage di cuori fra tantissimi ragazzini.


Certo, se fosse anche gay non sarebbe male... Anche in questo caso staremo a vedere. Detto ciò, visto che Marvel e Disney ormai sono tutt'uno, resto in tema e vi lascio con il primo trailer del film che, nel 2012, la Disney vuole dedicare a John Carter di Marte... Devo essere sincero: i personaggi sono persino più vestiti di quanto temessi, quindi ho come la sensazione che non sarà esattamente un successo, ma forse mi sbaglio...
Nel frattempo credo che andrò a vedermi Conan, e i pettorali di Jason Momoa in 3D...
Alla prossima.
Devo ammettere che mi fa piacere verificare che anche in piena estate non mancano mai le notizie per questo BLOG, anche perchè questo è un evidente segno dei tempi che cambiano. Ad esempio: qualche giorno fa vi avevo parlato di come alla Apple fossero diventati improvvisamente più disponibili nei confronti della distribuzione dei fumetti a tema gay per iPhone e iPad, che in precedenza venivano censurati anche quando avevano contenuti molto soft, e forse adesso ne ho capito il motivo. Infatti il nuovo mega direttore galattico della Apple, che subentra a Steve Jobs (che ora potrà concentrarsi sui sui problemi di salute), si chiama Tim Cook, ed è gay dichiarato...










Nel frattempo credo che andrò a vedermi Conan, e i pettorali di Jason Momoa in 3D...
Alla prossima.
martedì 16 agosto 2011
MA GUARDA UN PO'...
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Anche in pieno agosto, e nonostante abbiate tutti di meglio da fare che stare a leggere i miei post, questo BLOG continua a segnalarvi quello che gli altri BLOG italiani preferiscono ignorare... Sperando sempre di farvi cosa gradita, anche se i vostri commenti latitano sempre. Forse vi lascio sempre senza parole? Chissà... Comunque senza indugio vado a segnalarvi la prima notizia del giorno, e siccome una mela al giorno leva il medico di torno inizio parlandovi della Apple e delle applicazioni per iPhone e iPad...
Se avete buona memoria vi ricorderete che il mondo delle applicazioni per queste due piattaforme mobili è stato da sempre interdetto alla pornografia, tant'è che lo stesso Steve Jobs aveva più volte dichiarato che gli iPad e gli iPhone dovevano restare porn free. La situazione aveva assunto dei risvolti grotteschi quando Apple aveva iniziato a censurare pesantemente dei fumetti gay davvero innocenti che aveva messo in vendita, come quelli di Tom Bouden...
A seguito di una buona quantità di proteste, però, le censure furono tolte e finalmente è stato possibile leggere quei fumetti nella loro interezza.
Questo precedente, evidentemente, ha fatto scuola, visto che la Northwest Press ha appena reso disponibili sui supporti Apple i suoi fumetti, compresi quelli che presentano anche contenuti erotici, e nessuno di questi è stato censurato. Oltretutto questo piccolo quanto agguerrito editore, che fin da subito a deciso di specializzarsi in fumetti a tematica LGBT, ha attirato l'attenzione di alcuni autori che gli affideranno la gestione dei loro fumetti sotto forma di applicazioni per iPhone e iPad. Mi sto riferendo a Tim Fish, che vuole convertire in formato elettronico la sua corposa opera Cavalcade of Boys...
Ma anche a Tommy Roddy con la sua Pride High...
La rivoluzione digitale che ha visto protagonista il fumetto gay sta forse entrando in una nuova fase? Forse è un po' presto per dirlo, tuttavia è innegabile che la Apple alla fine ha dovuto rivedere un po' la sua posizione, e probabilmente ha dovuto farlo anche alla luce del fatto che la concorrenza si fa molti meno problemi riguardo ai contenuti pornografici o perlomeno erotici, e ignorare questo dettaglio vorrebbe dire perdere una buona fetta di introiti...
In effetti bisognerebbe considerare anche il fatto che ormai il concetto di pornografia e di erotismo è estremamente relativo, soprattutto quando si parla di erotismo soft e soprattutto a seconda della posizione personale nei confronti di argomenti come l'omosessualità. Infatti, se si considerà l'omosessualità come una perversione, ogni volta che viene rappresentata deve essere considerata pornografica. Anche un bacio gay, una natica maschile nuda o un gesto di tenerezza fra due uomini possono rientrare in questa definizione. Diverso è il discorso se si considera l'omosessualità come un orientamento al pari dell'eterosessualità. Poi, ovviamente, oltre alla rappresentazione grafica c'è tutto il discorso dei sottointesi... E anche lì chi può dire dove è lecito fermarsi? Ad esempio: negli USA ha da poco finito la sua corsa la serie SECRET SIX della DC Comics...
Non è previsto un suo rilancio per l'autunno assieme alle altre testate DC Comics che fra poco ripartiranno dal numero uno, tuttavia molti fans sperano ancora che l'editore possa avere un ripensamento in futuro... Anche perchè questa serie non aveva mai mancato di offrire spunti interessanti dal punto di vista LGBT. Nell'ultimo arco narrativo, ad esempio, la spregiudicata Scandal Savage (sotto) ha segnato un altro passo avanti nella rappresentazione delle tematiche omosessuali nei fumetti di supereroi...
Infatti per molto tempo è stata legata alla prorompente Knockout (sotto), e insieme hanno contribuito ad alzare la quota di coppie lesbiche presenti nel mondo dei fumetti di supereroi.
Peccato che a un certo punto Knockout abbia perso la vita e la povera Scandal Savage, dopo un periodo di smarrimento, ha iniziato una travolgente relazione con un'avvenente spogliarellista... Che guardacaso si esibiva vestendosi come la povera Knockout...
Al che vi chiederete dove sta la novità... Il fatto è che Scandal Savage e la spogliarellista si sono innamorate giusto in tempo per vedere la resurrezione della vera Knockout e, poichè Scandal Savage non ha mai smesso di amare la sua ragazza defunta, le ha proposto di iniziare una relazione a tre, con tanto di matrimonio poligamo... E Knockout ha accettato. Sicuramente sulle pagine di un fumetto della DC Comics sarà alquanto improbabile vedere scene di sesso lesbico a tre, ma sicuramente questo elemento viene dato per scontato in una relazione di questo tipo. E se un fumetto di supereroi di un editore notoriamente tradizionalista può permettersi questo, perchè la Apple dovrebbe ostinarsi a censurare la rappresentazione erotica dell'omosessualità? Quindi, se si vuole essere gay friendly, tantovale essere gay friendly fino in fondo...
Comunque, passando dai fumetti erotici a quelli espliciti nel senso pieno del termine, oggi vi segnalo anche che in Spagna si è da poco conclusa la pubblicazione della serie La Casa de los Herejes, imponente saga in tre volumi scritta e disegnata dal prolifico Gengoroh Tagame e tradotta in spagnolo dall'editore La Cupola.
Inutile dire che ci troviamo di fronte all'ennesimo capolavoro di un artista che, pur rappresentando una serie infinita di torture e sottomissioni praticamente inumane, riesce persino a piazzarci un lieto fine con una conclusione ottimista e persino dolce... E probabilmente è qui che si vede il vero genio di un maestro, nonchè la vera differenza fra un fumetto esplicito e un fumetto che usa contenuti espliciti per arrivare a qualcosa di più. Peccato che in Italia non si abbia ancora notizia di future pubblicazioni di questo autore, men che meno delle sue saghe più corpose. In ogni caso, a scanso di equivoci, questo autore in Giappone continua a pubblicare regolarmente, e la sua ultima opera ("La Capanna Invernale del Pescatore", di cui vedete un assaggino qui sotto) è in corso di pubblicazione sul mensile gay BADI.
Che dire? Gengoroh Tagame non si smentisce mai. Comunque, siccome questo è il blog che vi mostra tutto quello che gli altri blog italiani ignorano, e siccome so che fra di voi ci sono anche degli aspiranti fumettisti (che magari vogliono imparare a disegnare come Gengoroh Tagame), qui sotto vi mostro una bella guida realizzata dallo stesso autore, dove indica quali penne e pennini usa per ciascun tipo di dettaglio...
Ora, siccome come potete intuire si tratta di prodotti giapponesi - e magari non avete modo di procurarveli direttamente - qui sotto trovate anche le rispettive foto (i pennini ovviamente si usano dopo averli infilati in una apposita cannuccia), così magari potete ricercare gli equivalenti italiani nei nostri negozi di articoli per l'arte e la grafica... E poi non dite che non vi voglio bene!
E dopo avervi dato i compiti per le vacanze direi che posso salutarvi e darvi appuntamento al prossimo post. Però non dimenticate che ancora per pochi giorni Amazon.It offre tutti i suoi libri con il 40% di sconto! Approfittatene facendo acquisti passando dal banner qui sotto e sosterrete questo blog!
A presto!
Anche in pieno agosto, e nonostante abbiate tutti di meglio da fare che stare a leggere i miei post, questo BLOG continua a segnalarvi quello che gli altri BLOG italiani preferiscono ignorare... Sperando sempre di farvi cosa gradita, anche se i vostri commenti latitano sempre. Forse vi lascio sempre senza parole? Chissà... Comunque senza indugio vado a segnalarvi la prima notizia del giorno, e siccome una mela al giorno leva il medico di torno inizio parlandovi della Apple e delle applicazioni per iPhone e iPad...














A presto!
martedì 19 luglio 2011
ITALIA NOSTRA
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Ci sono delle volte in cui mi viene il dubbio di essere un po' troppo acido quando parlo delle situazioni inverosimili che nel nostro paese sono la norma, poi però succedono delle cose che mi fanno pensare che - forse - sono anche troppo buono. Forse anche a voi, girovagando per internet, sarà capitato di imbattervi in qualche forum, sito o blog gestito da turisti stranieri di passaggio a Roma. Ultimamente in molti di questi spazi web, e in particolare in quelli gestiti da turisti gay o gay friendly, hanno iniziato a comparire le foto di una scultura in mostra ai Giardini di Villa Borghese... Una scultura che rappresenta Batman e Superman in maniera un po' insolita, e che può offrire molte interpretazioni interessanti... Soprattutto considerando il modo in cui i due si guardano, mentre uno si spoglia e l'altro si protende verso i suoi pantaloni...
La cosa interessante è che sui siti stranieri se ne inizia a parlare con una certa curiosità, anche perchè questa opera è alquanto misteriosa... Nel senso che non c'è alcun cartello che ne indichi il titolo o l'autore, e qualcuno ha addirittura ipotizzato che si trattasse di un'iniziativa promozionale della DC Comics in occasione dell'Europride... Sigh... Premesso che è già tanto se in Italia arrivano i fumetti DC grazie alla Planeta De Agostini, pur fra mille problemi e tanti disagi, è abbastanza evidente che la DC non investirebbe mai tempo ed energia in un'iniziativa del genere. Di certo non in un paese remoto e arretrato (dal punto di vista americano) come l'Italia. Questa bella scultura in vetroresina, assieme a molte altre, fa invece parte di un'esposizione allestita in occasione della prima Biennale della Scultura di Roma, che si tiene dal 24 maggio al 31 luglio. La scultura in vetroresina di Batman e Superman, nello specifico, è stata realizzata dallo scultore Mauro Perrucchetti, che vedete nella foto sotto vicino ad un'altra delle sue opere.
Ora: io non sono nessuno per criticare chi ha allestito la biennale, che peraltro presenta tante opere molto belle e interessanti, peraltro molto ben collocate, ma magari indicare in modo un po' più visibile gli autori (soprattutto per i turisti stranieri) non sarebbe stato male. E non sarebbe stato male neanche segnalare la scultura ai siti gay italiani, che - essendo gestiti da persone mediamente poco informate su tutto quello che ha a che fare con arte e cultura - hanno ignorato una notizia potenzialmente interessante... Soprattutto considerando che l'esposizione si è tenuta proprio a cavallo del già citato Europride. Sarebbe stato bello che anche le associazioni gay avessero segnalato la cosa, magari prendendo contatto con l'artista per esporre la scultura anche in altri contesti...
Per quel che ne so potrebbe ancora accadere (anche se penso che sia molto improbabile), ma quel che è certo è che di questa scultura se ne parla all'estero e non in Italia. Inutile dire che, se l'arte a tema gay non viene valorizzata nemmeno quando ha una vetrina di prestigio, e nemmeno da siti e associazioni gay, poi non bisogna stupirsi se da noi non ha mercato e di fatto non esiste. Il che, forse, potrebbe spiegare meglio perchè da noi tante cose procedono a rilento. Peccato. Detto questo, ora che vi ho segnalato la cosa, se passate da Villa Borghese sapete che forse vale la pena di farci un salto. Per restare in tema di supereroi e di arte, comunque, vi segnalo che la San Diego ComiCon, la più grande fiera del fumetto americana che partirà a giorni, non solo offre spazi per il fumetto a tema gay, ma rappresenta anche un occasione per realizzare delle iniziative su misura. Come ad esempio delle illustrazioni sexy come quelle realizzate da Joe Phillips per la fiera di quest'anno...

Forse dirò qualcosa di molto banale, ma non credo che qualcosa del genere potrà accadere in tempi brevi per la fiera di Lucca Comics, nè con i supereroi nè con gli eroi classici del fumetto italiano. E non certo perchè questi personaggi mancano di sollecitare pensieri pruriginosi anche nel pubblico gay del nostro paese... E nemmeno perchè dalle nostre parti mancherebbero i disegnatori in grado di prestarsi ad iniziative del genere.

Probabilmente il punto della questione è che, molto semplicemente, dalle nostre parti la comunità omosessuale non pensa di avere il diritto, la possibilità e la "forza" di fare una cosa del genere... O magari di "appropriarsi" di un immaginario che non è ufficialmente omoerotico. Sarebbe molto interessante analizzare questa cosa dal punto di vista psicologico. Il mondo del fumetto, supereroistico e non, è sempre stato caratterizzato da una serie di messaggi erotici in codice per il mondo gay, nella misura in cui è sempre stato popolato da personaggi prestanti, affascinanti o semplicemente bellocci.
Per decenni il pubblico gay dei fumetti ha esultato in silenzio ogni volta che i suoi personaggi preferiti venivano mostrati con pochi vestiti addosso, o magari completamente nudi (censure permettendo). Solo che a un certo punto in paesi come gli USA i gay hanno optato per una specie di "autodeterminazione" dell'immaginario omoerotico, mentre in Italia la tendenza è ancora quella di mantenere un basso profilo e accontentarsi di quello che capita. Quasi come se, loro per primi, fossero convinti di desiderare qualcosa di sconveniente o magari di "sbagliato".
Sarebbe interessante chiedersi se il pubblico maschile etero dei fumetti si è mai posto simili interrogativi con i personaggi femminili, ma probabilmente la risposta è no... E infatti col tempo i fumetti erotici e pornografici etero hanno alimentato un fiorente mercato parallelo, anche in Italia (dove raggiunsero picchi di vendita impressionanti fino all'arrivo dell'home video). Forse i fumetti possono rappresentare una specie di manifesto di emancipazione sessuale? Personalmente credo che la risposta sia affermativa, e il fatto che in Italia i contenuti omoerotici hanno ancora tanti problemi ad affermarsi nei contesti fumettistici non dovrebbe essere preso alla leggera.
Certo i fumetti rappresentano solamente un aspetto della questione, e l'immaginario fumettistico è solo il riflesso di una situazione socio culturale più complessa, però penso che sia abbastanza evidente che le differenze di approccio della comunità gay italiana e di quella statunitense nei confronti del mondo del fumetto (fiere comprese) non sia casuale, e dovrebbe offrire molti spunti di riflessione. Certo, a monte c'è anche il fatto che negli USA i fumetti vengono riconosciuti come una parte importante e imprescindibile dell'immaginario collettivo, tant'è che hanno ispirato il musical più costoso (e difficoltoso) della storia. Quello Spider-Man: Turn Off the Dark che vi suggerirei caldamente di andare a vedere se passate dalle parti di Broadway (CLICCATE QUI se volete prenotare il vostro biglietto), anche perchè Reve Carney in tutina aderente (foto sotto) ha sempre un certo fascino...
Intendiamoci: anche in Italia i fumetti - o magari i cartoni animati - ispirano spettacoli teatrali, ma guardacaso non gli si da mai una grande importanza e rimangono una rarità. Qualcuno, ad esempio, si ricorda della riduzione di Lady Oscar allestita a Roma un paio di anni fa?

Se non ne sapevate nulla o ve ne siete già scordati forse è anche perchè se ne parlò davvero molto poco... E perchè se ne parlò molto poco? Traete voi le vostre conclusioni. Evidentemente la situazione italiana è davvero molto particolare, e a tratti lascia perlomeno perplessi, tuttavia se ci sono 300 persone circa che ogni giorno leggono questo BLOG forse è anche perchè qualcosa inizia a smuoversi. Voi cosa ne pensate?
Alla prossima.
Ci sono delle volte in cui mi viene il dubbio di essere un po' troppo acido quando parlo delle situazioni inverosimili che nel nostro paese sono la norma, poi però succedono delle cose che mi fanno pensare che - forse - sono anche troppo buono. Forse anche a voi, girovagando per internet, sarà capitato di imbattervi in qualche forum, sito o blog gestito da turisti stranieri di passaggio a Roma. Ultimamente in molti di questi spazi web, e in particolare in quelli gestiti da turisti gay o gay friendly, hanno iniziato a comparire le foto di una scultura in mostra ai Giardini di Villa Borghese... Una scultura che rappresenta Batman e Superman in maniera un po' insolita, e che può offrire molte interpretazioni interessanti... Soprattutto considerando il modo in cui i due si guardano, mentre uno si spoglia e l'altro si protende verso i suoi pantaloni...












Alla prossima.
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