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venerdì 7 giugno 2019

RICORRENZE E VALUTAZIONI

Ciao a tutti, come va?
Come forse saprete quest'anno si celebra il cinquantenario della rivolta di Stonewall, che il 28 giugno del 1969 diede il via al movimento di liberazione omosessuale come lo conosciamo oggi. Un movimento che, per vie traverse, ha finito per portare il corteo del Pride persino a Disneyland Paris.

Così, in questo clima di celebrazioni, ho pensato che poteva essere interessante fare un po' il punto della situazione su alcune ricorrenze che potrebbero aiutarci a fare luce sulla situazione attuale, ovviamente per quel che riguarda gli argomenti trattati da questo blog. In realtà lo spunto me l'ha offerto una vecchia notizia che qualcuno, di recente, ha tirato fuori dal dimenticatoio... Ovvero il tentativo molto goffo, da parte dell'associazione Arcigay, di utilizzare impunemente Tex Willer per la sua campagna tesseramenti del 1994... Facendo scoppiare lo scandalo il 10 maggio di quell'anno...

 Poichè quell'epoca buia l'ho vissuta, posso dire che effettivamente era buia sotto diversi punti di vista. E, nella fattispecie, era particolarmente oscura anche perchè Arcigay (che all'epoca qualcuno chiamava ancora Arci-Gay) decise di utilizzare Tex Willer (e Kit Carson) senza chiedere il permesso a nessuno... Per giunta come testimonial della sua campagna tesseramenti sul primo numero della rivista gay soft ADAM (altro simbolo di quel periodo oscuro, in cui il direttore e i collaboratori di questa testata avevano paura di compromettersi e quindi si firmavano con degli pseudonimi).

In un'epoca in cui era ancora molto facile fare questo genere di operazioni e farla franca, quindi, Arcigay tentò di utilizzare Tex all'insaputa degli aventi diritto... Magari dando per scontato che nessuno ne avrebbe fatto un caso, magari dando per scontato che nessun lettore devoto a TEX avrebbe mai comprato una testata come ADAM. Errore! Ovviamente la notizia circolò, e arrivò anche alla casa editrice Bonelli, che se pure adesso non risulta particolarmente illuminata in fatto di politiche gay friendly, potete immaginarvi come reagì nel 1994. E infatti venne difesa da Sergio Bonelli in persona, che scrisse una lettera di diffida per salvare il buon nome della sua casa editrice e la reputazione del suo eroe di punta. Come potete leggere CLICCANDO QUI.

 In realtà lui dichiarò che:

"Anche un personaggio di carta deve pagare il prezzo della notorietà. Non ho nulla contro i gay - tiene a precisare - Ma non posso permettere che si usi l' immagine di Tex senza che sia stata chiesta alcuna autorizzazione. Ho risposto infinite volte ' no' a chi mi chiedeva di usarla per vendere merendine, patatine o altre diavolerie. Ho rinunciato a un sacco di soldi per conservare integra l'immagine del mio personaggio. La stessa scelta deve valere anche per l' Arci-Gay. Scriverò una lettera di diffida. Che non si permettano più di rifare questo scherzetto. Nelle nostre storie le donne sono assenti per un motivo molto semplice - spiega Sergio Bonelli - Il pubblico di Tex vuole avventure forti, veloci, scattanti. Le donne, invece, portano rallentamenti nelle sceneggiature per effetto delle inevitabili storie d' amore" 

Disappunto legittimo e argomentazione politicamente corretta, direi (anche se in realtà il vero motivo per cui in TEX non ci sono donne è probabilmente un'altro, e ne ho parlato QUI), però - col senno di poi - verrebbe da chiedersi in che misura Sergio Bonelli sia rimasto contrariato proprio dall'accostamento di Tex Willer al mondo gay e quanto dal suo illecito sfruttamento. E d'altra parte la pubblica ammenda di Franco Grillini, all'epoca Presidente di Arcigay e ideatore dell'avventata campagna pubblicitaria, dà la misura della considerazione che le associazioni gay avevano dei fumetti.

 Infatti rispondeva che:

"Non pensavamo di sollevare tutto questo interesse - assicura Grillini - Certo siamo stati ingenui ad utilizzare un disegno senza l' autorizzazione. Chiediamo scusa. Non lo faremo più. Ma il nostro voleva essere un gioco per combattere lo stereotipo degli omosessuali effemminati, contro i quali naturalmente non abbiamo nulla, ma che rappresentano un' infinitesima parte del popolo gay. La gente non sa che la stragrande maggioranza degli omosessuali è composta dai loro compagni di banco, di ufficio, di lavoro. Persone assolutamente normali e spesso particolarmente virili, come Tex Willer, appunto. C' è uno slogan del movimento omosessuale americano che dice ' Troppo maschio per non essere gay' e mi pare si adatti a meraviglia a Tex Willer".

Anche in questo caso l'argomentazione della sua difesa aveva un suo perchè, però quello che emerge è che, per chi aveva pensato a questa campagna di tesseramento, i personaggi dei fumetti non erano poi una cosa così seria, visto che quando si è accorto di avere fatto qualcosa di illecito è letteralmente caduto dalle nuvole.


Ora: questa notizia d'archivio potrebbe anche fare sorridere, se non fosse per il fatto che a distanza di 25 anni la situazione è rimasta fondamentalmente la stessa. Nel senso che il fumetto italiano non ha ancora prodotto alcun eroe virile dichiaratamente gay (e, anzi, continua a giocare sui soliti stereotipi), mentre le associazioni gay italiane continuano a non prendere davvero sul serio il mondo del fumetto... E a ben guardare non sono i soli, visto che proprio nel maggio di quest'anno è successo un mezzo putiferio perchè l'assessore allo sviluppo economico ed energia della Regione Veneto, tale Roberto Marcato (peraltro in piena campagna elettorale per le elezioni europee), aveva deciso di utilizzare come copertina della sua pagina Facebook un ritratto assieme a Tex, commissionato al disegnatore Fabio Civitelli...

 Comunque, anche in questo caso, è montata la polemica (seppur circoscritta ai social e allo staff Bonelli, che ha minacciato azioni legali), e anche in questo caso il responsabile ha dovuto rimuovere il disegno.

Il diretto interessato ha poi dichiarato:

"Sono da sempre un lettore di fumetti con tendenza all’invidia per i disegnatori, spesso e volentieri artisti veri. Nessuna azione legale anzi, molto gentilmente mi hanno chiesto di rimuovere il disegno, bellissimo, e io l’ho fatto... nel rispetto di Tex." 

E da tutto questo si può dedurre che, riferimenti gay o meno, ci sono ancora dei problemi generalizzati nella percezione del valore (e dei diritti di sfruttamento) dei personaggi a fumetti. Perlomeno nel nostro paese. Ad ogni modo, per tornare al motivo per cui ho parlato di tutto questo sul mio blog, era giusto per riflettere sul fatto che - fondamentalmente - analizzare l'episodio del 1994 dimostra che in 25 anni, in Italia, sono cambiate pochissime cose. E la situazione diventa ancora più imbarazzante se si considera quanto invece le cose si sono evolute altrove.

Se, ad esempio, negli oltre quaranta Pride che si celebrano quest'anno in Italia non mi risulta che siano state proposte iniziative finalizzate a valorizzare fumetti e dintorni, giusto in data 8 giugno (per citare quella più vicina) nel Centre LGBT di Lione si organizza un piccolo festival del fumetto LGBT, all'interno delle sue iniziative dedicate al mese del Pride. Ovviamente per valorizzare i fumettisti francesi che si dedicano principalmente alle autoproduzioni di questo tipo.

 E nel frattempo, mentre dalle nostre parti ci si chiede ancora quando e se compariranno dei fumetti in cui i protagonisti sfideranno apertamente gli stereotipi legati ad un certo tipo di omosessualità, in Giappone si è da poco conclusa la decima edizione dello Yarou Fest, il festival delle autoproduzioni a fumetti che mettono al centro i gay virili e mascolini (niente BOYS LOVE e affini, tanto per intenderci)... Con una buona dose di proposte omoerotiche...

 E questo festival pare che sia diventato un appuntamento abbastanza importante per i numerosi appasionati del genere, tant'è che lo stesso Gengoroh Tagame, che fino a qualche mese fa pensava che la sua carriera di mangaka omoerotico sarebbe finita con la chiusura degli ultimi mensili gay generalisti, ha annunciato che le 300 copie del fumetto autoprodotto che aveva portato allo Yarou Fest di sono esaurite in due ore...

Intendiamoci: non sto dicendo che in Italia tutte le cose sono rimaste assolutamente identiche a come erano nel 1994, anche perchè per fortuna non è così... Però sarebbe stupido non ammettere che, sotto certi punti di vista, il tempo si è effettivamente fermato più o meno a quella data...

E, se pure ci sono stati dei passi avanti, in diverse occasioni c'è stata la sgradevole sensazione di essere tornati indietro. Senza neanche capire bene come è successo.

Quel che è certo all'estero ci sono numerosi esempi di come le cose sarebbero potute andare ANCHE in Italia, se solo - ad un certo punto - non si fosse bloccato qualcosa. Nell'indifferenza generale.

La domanda è: quanto tempo può ancora passare prima che tutta questa logorante immobilità inizi a chiedere il conto? E se avesse già iniziato a riscuotere?

Alla prossima.

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