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mercoledì 5 giugno 2019

DISNEY E AFFINI...

Ciao a tutti, come va?

Vorrei iniziare il post di oggi prendendo atto di come il processo di "disintossicazione" calcistica di Topolino stia andando avanti... Ormai siamo arrivati a giugno, e da gennaio ad oggi non c'è stata una sola copertina dedicata a calcio, calciatori paperizzati, figurine dei calciatori o affini. Quali discussioni si siano consumate nelle segrete stanze non ci è dato saperlo, ma mi viene il sospetto che - forse - qualcuno sia giunto alle stesse conclusioni a cui sono giunto io... E cioè che l'eccessiva tendenza "calciocentrica" della testata sia stata uno dei motivi della disaffezione del pubblico (CLICCATE QUI). Ad ogni modo, per non allontanare il pubblico dei tifosi, potrebbe avere senso dedicare all'argomento - o magari allo sport in generale - qualche supplemento speciale, un po' come fanno in Francia con Le Journal de Mickey, che proprio in questi giorni propone in edicola uno speciale sui campionati mondiali di calcio... Femminile.

Ovviamente pensare di poter vedere in Italia qualcosa del genere è abbastanza fantascientifico, però non sarebbe male se - per sottolineare il cambio di approccio - Topolino dedicasse almeno una copertina ai campionati femminili di calcio che iniziano questo mese... Tantopiù che l'Italia si è qualificata, e giocherà la sua prima partita con l'Australia a breve... Anche se non mi pare che dalle nostre parti se ne stia parlando granchè. In ogni caso in bocca al lupo alle Azzurre..

E non sarebbe neanche tanto male se Topolino iniziasse a prendere in considerazione il fatto che, dalle parti di mamma Disney, l'approccio gay friendly è sempre più conclamato, e inevitabilmente si inizierà a riflettere sull'offerta per il pubblico generalista che anche in Italia segue i canali tematici che prongono le ultime produzioni disneyane. Giusto per fare un esempio: nel 2020, con il debutto del nuovo canale Disney+, dovrebbe essere distribuita la serie Four Dads, una sit-com incentrata sulla vita di due ex mariti gay alle prese con le loro due figlie adolescenti e con due nuove relazioni da gestire. Da notare che, dei quattro attori protagonisti (Cheyenne Jackson, Ed Weeks, Gavin Creel e Tuc Watkins), tre sono dichiaratamente gay anche nella vita (mentre Ed Weeks si dichiara "troppo gay per essere etero")... E oltretutto parliamo di attori gay dichiarati che in qualche caso hanno all'attivo delle performances porno soft o addirittura dei video privati finiti su PornHub (come nel caso di Cheyenne Jackson)...

E comunque sembra che questo non sarà l'unica produzione con cui la Disney tenterà di sondare i gusti di un pubblico sempre più gay freindly. Infatti sulla piattaforma HULU, che è di proprietà della Disney, debutterà a breve la serie animata tratta dal libro The Bravest Knight, di Daniel Errico... Una dolce favola in cui una bambina di nome Nia aspira a diventare un cavaliere con l'aiuto del troll Grunt e dei suoi due papà adottivi: Sir Cedric e il Principe Andrew, che sono regolarmente sposati...

Su questa produzione per ora preferisco non dilungarmi, anche perchè sicuramente ne parlerò ancora, però secondo me è interessante prendere atto del fatto che - se persino la Disney è disposta a sfidare (indirettamente) questo  tabù - forse inizia ad essere sinceramente ridicolo portarlo avanti nelle produzioni per ragazzi italiane, e ancor di più in quelle per un pubblico più adulto. Anche perchè, giusto per ribadire un concetto molto banale, negli USA come in buona parte del mondo occidentale le unioni omosessuali sono regolamentate e possono sfociare nella creazione di una famiglia, e non c'è nulla di sbagliato nel rappresentare qualcosa che, nei fatti, fa parte della vita reale ed è legalizzato da anni... Anzi, sarebbe illogico continuare a fare finta di essere rimasti a trenta o quarant'anni fa...

Eppure, giusto per citare un esempio recente, il buon Francesco Legramandi (già autore di Black Wade e Poseidon-T), si è ritrovato per l'ennesima volta a trovare all'estero un'editore per la sua ultima graphic novel (guardacaso una storia a base di Principi, Re omofobi, maghi gay vendicativi, maledizioni e imprevisti magici). Infatti il libro uscirà direttamente per l'editore francese H&O... Che è un po' come ammettere che nel 2019, dalle nostre parti, praticamente non ci sono sponde per dare dignitosamente alle stampe un lavoro del genere... E quindi verrebbe da pensare che la situazione è persino peggiorata rispetto a qualche anno fa.

E se queste sono le difficolta di chi vuole trattare questi argomenti rivolgendosi ad un pubblico adulto, e magari interessato alle graphic novel a sfondo omoerotico, è facile immaginare quale possa essere la situazione delle tematiche gay quando si parla di prodotti per ragazzi. E la cosa che rende tutto più surreale, comunque, è che se la Disney si è lanciata così tanto sul fronte gay froendly non è tanto perchè vuole essere un'apripista... Quanto per il fatto che, molto semplicemente, non può permettersi di restare indietro rispetto alla concorrenza. Tant'è che meno di un mese fa la serie animata dedicata al giovane oritteropo Arthur, prodotta dal canale educativo PBS Kids e tratta dai libri illustrati di Marc Brown, ha dato spazio al suo primo matrimonio omosessuale.

Ovviamente - essendo una serie dal taglio educativo rivolta ai più piccoli - le polemiche non sono mancate, soprattutto da parte delle associazioni di genitori cristiani, ma la puntata è stata difesa a spada tratta anche dall'ultrasettantenne ideatore di Arthur... Che, fra parentesi, è una serie che va in onda dal 1994 e ha superato le 260 puntate. Che si sono viste, in parte, anche in Italia... Oltretutto accompagnate da una sigla di Cristina D'Avena. Quindi non è da escludere che prima o poi il suddetto episodio non si veda anche da noi, allungando la lista delle serie animate che scelgono di dare una rappresentazione esplicita del mondo LGBT e che arrivano anche in Italia... Alla faccia di chi pensa ancora che questi argomenti non possano essere trattati in prodotti per bambini e ragazzi. Soprattutto per quel che riguarda le serie animate e i fumetti.

E ovviamente questa situazione dimostra, una volta di più, che continuare ad arroccarsi su posizioni retrograde rende il ricambio generazionale sempre più difficile, con conseguente crisi generalizzata del settore. Anche perchè a fronte di un mancato ricambio generazionale, e di un calo delle vendite, non si può fare a meno di alzare i prezzi... Innescando una spirale che difficilmente porterà ad un miglioramento della situazione.

E questo le Major dell'intrattenimento lo hanno capito bene. Tant'è che fra un Pride e l'altro si è tenuto anche il tanto atteso Magical Pride di Disneyland Paris... Con tanto di parata a tema, spettacolo finale, ospiti dichiaratamnte gay o gay friendly e quant'altro...
Ovviamente, più che una manifestazione per l'affermazione e la rivendicazione dei diritti LGBT, ha rappresentato un'operazione di marketing studiata con cura e nei minimi dettagli, per risultare incisiva e al tempo stesso estremamente asettica e "soft"... Tant'è che la parola "gay" non compare da nessuna parte e di "provocazioni" non se ne sono viste nemmeno di sfuggita.

Però il messaggio era chiaro e la vicinanza alla comunità LGBT era esplicita, con tanto di inequivocabile simbologia, e questo rappresenta comunque un passo avanti storico... Però è evidente che si è trattato di un evento studiato per dare ufficialità ad una situazione già in essere da molto tempo, per dimostrare che dalle parti della Disney sono al passo coi tempi e per gratificare una fetta di pubblico (quella LGBT e LGBT friendly) sempre più rilevante in tutto il mondo occidentale.

Anche perchè la Disney, generalmente, non fa mai niente a caso o sull'onda dell'emotività.

Tutto questo per dire che, arrivati a questo punto, probabilmente siamo davvero arrivati ad un bivio: o un certo tipo di produzioni italiane - soprattutto a fumetti - inizieranno ad adeguarsi, oppure nel giro di una dozzina d'anni al massimo avranno imboccato una strada senza ritorno... Tantopiù che persino i siti italiani specializzati, che generalmente hanno sempre manifestato una certa accondiscendenza, iniziano a manifestare il loro disappunto per le scelte anacronistiche delle nuove proposte del fumetto italiano (come, ad esempio, ha fatto Fumettologica con la nuova serie ODESSA della Bonelli, con una recensione abbastanza severa che trovate CLICCANDO QUI).

E se persino i tradizionali supporter del fumetto italiano cominciano a prendere le distanze dalle nuove serie (oltretutto quando sono ancora in piena fase di lancio!), e a fare i ragionamenti che porto avanti su questo blog da anni, forse i nodi potrebbero venire al pettine anche prima del previsto.

Alla prossima.

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