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lunedì 20 luglio 2015

CHIARIMENTI...

Ciao a tutti, come va?
Oggi volevo cogliere l'occasione per chiarire la mia posizione riguardo al post dell'ultimo lunedì (CLICCATE QUI), che a quanto pare ha innescato qualcosa, anche se al momento non saprei dire esattamente cosa...

Mi spiego meglio: da una parte su facebook c'è stata un piccola esplosione di solidarietà nei confronti di Luca Vanzella da parte di alcuni suoi colleghi, e questo è sicuramente positivo... Ma dall'altra c'è stata una caccia disperata a link alternativi a quello che avrebbe condotto al post sul mio blog... La cosa ironica è che, guardacaso, anche se l'esplosione di solidarietà si è verificata proprio DOPO la pubblicazione del mio post (che è arrivato nel primo mattino del 13 luglio, e se non ci credete potete controllare), quasi tutti hanno condiviso link  che rimandavano ad un articolo dell'8 luglio (CLICCATE QUI), in cui però era impossibile identificare Luca Vanzella, o ad un articolo di Repubblica che risaliva addirittura al 14 ottobre scorso (CLICCATE QUI) e che ovviamente NON riguardava i problemi di permesso di soggiorno che si sono verificati questo mese con la Questura di Bologna (e che potrebbero portare all'espulsione di Roberto)! Quindi, di fatto, sembrerebbe che tutta la gente che ha condiviso l'articolo di Repubblica abbia espresso la massima solidarietà riferendosi a una situazione diversa da quella che sta preoccupando Luca Vanzella e suo marito in questo momento... Anche perchè a Roberto è arrivato il rifiuto del permesso di soggiorno il 30 giugno.

Cosa vorrà dire?

Chissà...

Comunque - da quel che ho visto - non è stato utilizzato molto nemmeno l'articolo di Gay.It che nel mio post avevo citato come fonte (CLICCATE QUI), e che - per assurdo - sarebbe stato l'unico che avrebbe potuto dimostrare che tutte queste persone avevano scoperto il caso di Luca Vanzella di recente a prescindere dal mio post (visto che era l'unico articolo che utilizzava delle foto in cui Luca Vanzella era riconoscibile). Per inciso: il suddetto articolo risaliva al 7 luglio, quindi a 5 giorni prima del mio post (e infatti uno dei motivi per cui ho aspettato 5 giorni è stato proprio quello di voler verificare se qualcuno ne avrebbe parlato prima di me)... 

Eppure, ribadisco, anche se le espressioni di solidarietà (e in particolare quelle con i link condivisi sulla pagina facebook di Luca Vanzella, che trovate CLICCANDO QUI) sono arrivate in massa proprio dopo la mattina del 13 luglio, quasi nessun professionista ha condiviso il mio post... Fra i pochi ci sono stati la fumettista Patrizia Mandanici, la sua collega Anna Lazzarini, lo sceneggiatore Manfredi Toraldo e Massimiliano Clemente (che ha espresso solidarietà anche a nome di tutta l'Editrice Tunué, di cui è direttore editoriale, che è stata l'unica casa editrice a prendere una posizione ufficiale), mentre la maggior parte delle persone ha ripiegato sui link di cui sopra...

Viene davvero da chiedersi perchè... 

Forse perchè il mio tono critico era troppo compromettente e/o irritante per i loro standard di condivisione? Perchè non volevano fare la figura di quelli che si sono mossi solo dopo il mio sollecito? Perchè non era nel loro interesse farmi pubblicità? Perchè alcuni di loro sapevano che in passato mi sono soffermato più volte su alcune criticità degli editori per cui lavorano e temevano che spingere delle persone dalle mie parti sarebbe stato contrario al loro interesse? Perchè il mio blog è troppo di parte (e il sito Gay.It lo è altrettanto)?

Non lo so.

D'altra parte se quello che scrivevo non era del tutto condiviso sarebbe bastato fare come ha fatto Patrizia Mandanici, che sulla sua pagina facebook  ha riportato il link al mio blog dissociandosi da alcune cose con cui non era d'accordo, e spiegando il perchè.

Quel che è certo è che qualcuno si è sentito urtato dal tono del mio post, e non ha mancato di farlo presente sia pubblicamente che in privato. Ovviamente si tratta di opinioni legittime, tuttavia non ho potuto fare a meno di rimanere un po' perplesso leggendo alcuni commenti qua e là. Ad esempio Marcello Toninelli è intervenuto sulla pagina pubblica di Patrizia Mandanici (che aveva appena precisato che, secondo lei, tanto silenzio intorno alla questione era dovuto al fatto che tanti colleghi non ne erano al corrente), dicendo che: 

"Anche io ignoravo assolutamente la notizia, e comunque trovo vagamente ricattatorio e presuntuoso il tono dell'articolista (non ho neanche guardato chi era). Anche se sono contro tutte le discriminazioni, questo atteggiamento mi fa proprio passare la voglia di parlarne. Mi dispiace per i due Sposi Negati, ma hanno trovato un pessimo comunicatore."

Trovate tutta la discussione CLICCANDO QUI. Che posso dire? Considerando che - forse - senza la mia segnalazione la cosa sarebbe stata ancora ignorata più del dovuto, il fatto di aver fatto passare la voglia di parlarne a qualcuno è stato il male minore. E d'altra parte nessuno mi ha scelto per comunicare alcunchè. Tuttavia il fatto che il mio post sia stato definito "ricattatorio" mi ha lasciato un po'  perplesso... Perchè la mia intenzione era quella di porre degli interrogativi e di sollecitare delle reazioni, non certo di spingere qualcuno a fare qualcosa contro la sua volontà... In cambio di cosa, poi? Del superamento del senso di colpa e dell'angoscia che gli avrei causato io con il mio post? 

Non penso proprio di avere questo potere...

Piuttosto mi verrebbe da pensare che, dopo che la notizia ha iniziato a circolare (proprio a partire dal mio post), qualcuno si sia sentito - più che ricattato - dibattuto fra l'intenzione di esprimere la sua solidarietà per non fare brutta figura (e per sentirsi con la coscienza a posto) e l'opportunità di non esprimerla per evitare di indisporre qualcuno (valutando anche eventuali ripercussioni sociali e lavorative)... Magari rischiando di intaccare un certo status quo, per cui i matrimoni gay sono uno di quegli argomenti su cui un fumettista italiano non dovrebbe mai esprimersi, nemmeno sui social (e soprattutto se non l'ha mai fatto prima)...

Sinceramente non saprei cosa pensare, visto che non si è trattato di un caso isolato. In privato, ad esempio, mi ha contattato un altro professionista (di cui non riporto il nome, perchè si tratta appunto di un messaggio privato) che lavora per uno degli editori per cui ha lavorato Luca Vanzella. 
Mi ha scritto:

"Ciao Wally, non ci conosciamo. Sono uno dei tantissimi fumettisti che il 13 luglio ha condiviso un articolo di sensibilizzazione sulla questione di Luca e Roberto senza aver minimamente letto il post che hai scritto sul tuo blog che, ammetto, di aver letto solo oggi. Per quanto io apprezzi tanto la tua opera di sensibilizzazione, mi lascia davvero perplesso quel sottotesto che inserisci a un certo punto, quello del voler vedere adesso chi si esporrà per Luca e Roberto, come se qualora qualcuno non lo facesse sarebbe di certo una persona orribile. Non m'è piaciuto. Ognuno deve essere libero di esprimere la sua solidarietà e il suo pensiero nelle modalità che ritiene più giuste, senza per forza dover dimostrare qualcosa a qualcuno. Metterla sempre sul conflitto, anche quando in caso come questi, non servirebbe affatto, mi sembra squalificante. Tutto qua. Buon proseguimento."

Il punto, però, è che in quel post volevo solo sottolineare il fatto che ero estremamente curioso di vedere chi e come avrebbe espresso la sua solidarietà... Visto che, secondo me, sul mondo del fumetto italiano aleggia sul serio un clima vagamente ricattatorio su certe questioni. Io non ho mai detto che chi non avrebbe espresso la sua solidarietà sarebbe stata una persona orribile, ma semmai ho suggerito che si sarebbe rivelata una persona ipocrita... Nel senso che, presumo per una questione di marketing, ci viene sempre rimandata un'immagine del mondo del fumetto italiano spigliata, emancipata e innovativa... Piena di professionisti spigliati, emancipati e innovativi, che come tali si atteggiano... Quando in realtà le cose NON stanno esattamente così (e il modo in cui viene affrontata la questione LGBT ne è la prova, a mio modesto parere). Sollecitare la diffusione del caso di Luca Vanzella e di suo marito (che peraltro molte persone hanno continuato a definire solo "compagno", nonostante gli attestati di solidarietà), in un certo senso, era anche un modo per mettere alle prova questo stato di cose..

Ovviamente nessuno doveva sentirsi obbligato ad esporsi pubblicamente per esprimere la propria solidarietà, ma in questo caso specifico esprimerla di nascosto (o magari parlandone ad un gruppo circoscritto di persone, in stile circolo privato) a cosa sarebbe servito? A tutelare chi la voleva esprimere senza esporsi più di tanto? A dimostrare che tutta la questione è un problema "privato" dei diretti interessati e non un problema di diritti civili in Italia, e men che meno del mondo del fumetto? A giustificare chi ritiene che attorno a queste cose è meglio fare poco casino per non fare la figura di quelli che sono troppo schierati? A salvaguardare quei professionisti che per tirare a campare collaborano in qualche modo con varie istituzioni religiose (e che in Italia sono più numerosi di quanto si creda)?

Se così fosse sarebbero tutte decisioni legittime (e in qualche caso comprensibili), ma in un caso come questo, se la solidarietà non si "dimostra" pubblicamente, è ancora solidarietà?
Mhhh...

In ogni caso posso garantire che il mio scopo con questo blog non è mai stato quello di mettermi su un piano aggressivo/conflittuale. Posso avere tanti difetti, e altrettanti può averne questo blog, ma non ho mai pensato che porsi in questo modo possa servire a risolvere i problemi... E chi mi conosce di persona lo sa.

Semmai mi diverto a mettere in luce i conflitti di interesse altrui, soprattutto se non lo fa nessun altro, anche perchè penso che siano alla radice di molte situazioni di cui si potrebbe fare volentieri a meno.

Se solo per il fatto che pungolo, sollevo dubbi e pongo domande scomode (peraltro con una serie di argomentazioni ben documentate, credo), e lo faccio con un tono vagamente inquisitorio, posso risultare irritante - o addirittura passare per un promotore di conflitti o per una specie di cellula eversiva - mi viene da pensare che forse un problema c'è davvero e non è rappresentato tanto da me, quanto dal fatto che finisco per toccare dei nervi scoperti... E risulto irritante di conseguenza...

Anche perchè se a volte il mio tono risulta eccessivamente polemico e rancoroso (e giuro che non è quella l'intenzione) forse è perchè, analizzando alcune situzioni e facendo alcuni confronti, mi sembra davvero di essere stato preso in giro sia come appassionato di fumetti che come persona (in particolare dal punto di vista LGBT, ma non solo da quello)... E, anzi, per dirla tutta ho proprio la sensazione che nel nostro paese in questo senso si sia consolidata una tradizione pluridecennale, nell'indifferenza generale.

Certo potrei sempre sbagliarmi, e mi piacerebbe davvero che ogni tanto sul mio blog qualcuno - soprattutto fra quelli che sostengo di avere colto con le mani nella marmellata - intervenisse per ribattere alla mie conclusioni con argomentazioni valide, dati che non conosco, esempi concreti (e documentati)... Anche solo per innescare un confronto costruttivo...

Però non lo fa nessuno... E così la sensazione di avere centrato il punto aumenta, e con essa la sensazione di essere stato preso in giro...

Sicuramente le tante manifestazioni di solidarietà professionale verso Luca Vanzella sono state un segnale positivo, ma il fatto che nella quasi totalità dei casi il post che ha innescato tutto sia stato omesso (preferendo condividere link che non accennavano nemmeno al fatto che Luca Vanzella era uno sceneggiatore, o addirittura link risalenti a ottobre 2014...) è abbastanza indicativo, penso... E mi auguro che questa non passi come una polemica gratuita, ma come una constatazione. Così come è indicativo il fatto che, al momento, nessun sito o blog sui fumetti di una certa portata (a parte Fumetti di Carta, che però è gestito da un mio affezionato follower, e fumetti.org che ha rilanciato il post di Fumetti di Carta)  abbia ancora segnalato che c'è uno sceneggiatore di fumetti che in Italia ha problemi di diritti civili (anche se si trova spazio persino per riportare le posizioni di Hayao Miyazaki sulla riforma della Costituzione Giapponese, e CLICCATE QUI se non ci credete)...

A voi decidere cosa pensare... In completa autonomia, ovviamente.

Alla prossima.

3 commenti:

Gianfranco Goria ha detto...

Il mio non è certo un "sito o blog sui fumetti di una certa portata", ma nel mio piccolo il lancio d'agenzia c'è stato: http://www.afnews.info/wordpress/2015/07/14/solidarieta-a-luca-vanzella/ coi relativi rilanci su tutti i social collegati e i consueti due rilanci nei giorni successivi (e i conseguenti rilanci automatici nei social collegati).
Come d'uso, io mi limito a rilanciare la fonte (primaria o secondaria) da cui ho avuto la notizia (nel caso specifico l'amico Orlando), se non ho fonti mie di prima mano. Spero comunque sia servito comunque a qualcosina. :-)

Wally Rainbow ha detto...

Giuro che fumetti.org lo avevo controllato, ma il rilancio mi era proprio sfuggito! Poco male!Aggiungo subito anche fumetti.org alla lista dei siti che hanno fatto bella figura! Grazie per la segnalazione!

Gianfranco Goria ha detto...

Ehehe! Ti sarà sfuggito perché è afnews.info... ;-) Scherzo, ovviamente da fumetti.org si arriva allo stesso sito, ma che sfugga qualcosa è facilissimo: pubblico davvero troppa roba... :-)
In gamba!