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mercoledì 10 febbraio 2016

PAROLA ALLE PAROLE...

Ciao a tutti, come va?

I comics americani avranno pure tanti difetti, ma non si può certo dire che mettano il linguaggio in secondo piano. Nel senso che, generalmente, stanno sempre attenti ad usare le parole giuste al posto giusto... Non foss'altro perchè - offrendo un numero molto limitato di pagine ogni mese ed essendo molto verbosi di conseguenza - devono sfruttare al meglio anche l'aspetto testuale, comprensivo di ritmo delle battute, caratteri utilizzati, forma dei baloon e tutto il resto...

E questo aspetto diventa ancora più importante se si considera il valore "culturale" del linguaggio, visto che riflette e definisce l'evoluzione dei costumi e della società.

E così, quasi inevitabilmente, dopo tanti personaggi dei fumetti americani che si sono definiti gay, lesbiche, transessuali, gender fluid e bisessuali, finalmente abbiamo anche un personaggio storico del fumetto americano che si definisce asessuale... E cioè non interessato all'aspetto sessuale delle sue relazioni (anche se questo non vuol dire che sia anaffettivo, o privo di uno specifico orientamento sessuale, e non vuol dire nemmeno che sia frigido, perchè in quel caso non sarebbe in grado di avere rapporti sessuali pur desiderandoli).

La rivelazione ufficiale è arrivata sul numero 4 di Jughead della Archie Comics, e coinvolge proprio il titolare della testata... E cioè Jughead...

Infatti, nella nuova e aggiornatissima versione dell'universo in cui si muovono i teenagers a fumetti più noti d'America, Jughead ha uno scambio di opinioni con un compagno di classe gay (che a me sembra a tutti gli effetti la nuova versione di Kevin Keller) sulla distrazione rappresentata dal sesso e dai corteggiamenti... Che per loro due - a differenza dei loro amici eterosessuali - non rappresenta un grave problema, dato che gli studenti gay dichiarati al liceo sono solo cinque, mentre Jughead e asessuale...
Segno evidente che, dalle parti della Archie Comics, stare al passo con le definizioni sessuali è una cosa importante. Anche perchè, fondamentalmente, l'atteggiamento di Jughead nei confronti del sesso è sempre lo stesso, anche se prima non aveva un nome preciso.

Lo sceneggiatre della serie, Chip Zdarsky (foto sotto), ha affrontato direttamente la questione in una conferenza durante l'ultima New York ComiCon:

"La mia opinione su Jughead è che, nel corso dei 75 anni della sua esistenza, abbia avuto sporadici momenti di interesse per le donne, ma che storicamente sia sempre stato presentato come un assesuale. Semplicemente, non avendo una definizione precisa per la sua condizione, ci si riferiva a lui come ad un misogino, ma non lo è mai stato... Si limita ad osservare con distacco l'effetto degli ormoni sui suoi amici. La gente mi chiede se ho in programma una storia d'amore per Jughead, perché sono molto romantico, ma la risposta è no... Perchè le storie d'amore di Archie occupano già troppo spazio. E comunque credo che l'asessualità sia sottorappresentata, e dal momento che abbiamo un personaggio che era asessuale da prima che la gente potesse definirlo così, continuerò a dipungerlo in quel modo"

"Ci sono persone così che si presentano da me alle fiere, perché lavoro in un altra serie che coinvolge la sessualità [ 'Sex Criminal'], e tutte le volte fanno la stessa richiesta. Ci sono un sacco dei lettori asessuati, e vogliono una rappresentanza. Noi vorremmo realizzare un fumetto in cui le persone meno rappresentate della media possano identificarsi in modo positivo... E questa possibilità con Jughead era servita su un piatto d'argento, pertanto mi sono sentito in dovere di sfruttarla per dare spazio a un certo tipo di lettore che al momento viene sottorappresentato"


Che dire?

So che non dovrei infierire, ma ogni volta che riporto notizie di questo tipo il mio pensiero va alla situazione del fumetto italiano, e in particolare alla situazione del fumetto italiano che dovrebbe parlare di tematiche legate all'adolescenza nel senso attuale del termine... Comprensiva di un modo di intendere la sessualità che NON è quello di dieci, venti o trenta anni fa... Negli USA, a quanto pare, ci sono nuovi sceneggiatori che sanno rapportarsi con questo mondo (e infatti le nuove versioni dei personaggi della Archie stanno andando molto bene, e presto diventeanno una serie TV dal vivo), mentre in Italia non si riesce proprio ad interpretare la realtà giovanile di oggi... O più semplicemente si preferisce non farlo...

Certo è che, negli USA come in Italia, vedere due liceali che nei corridoi della scuola parlano di omosessualità e asessualità al giorno d'oggi non è poi così raro, con la differenza che il fumetto americano sta dando prova di saperne parlare... Mentre sul fumetto italiano è meglio stendere un velo pietoso.

E sarebbe davvero interessante, a questo punto, cercare di capire come e perchè gli sceneggiatori italiani - molto spesso - sembrano scelti proprio in base alla loro capacità di rispecchiare le aspettative di un pubblico molto adulto... Anche e soprattutto quando parlano di argomenti "giovani"... Col risultato di bloccare quel ricambio generazionale che sta diventando sempre più essenziale, ma che a quanto pare sta diventado sempre più un miraggio.

Ad ogni modo complimenti alla Archie Comics per le sue prese di posizione.

Alla prossima.

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