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lunedì 31 marzo 2014

DIECI ANNI DI FATE...

Ciao a tutti, come va?
Proprio oggi, salvo imprevisti, verrà mandata in onda l'ultima puntata della sesta serie del cartone WINX CLUB, che nel 2014 festeggia i suoi primi dieci anni e che si conferma probabilmente il maggior successo italiano nel campo delle serie animate, rilanciandosi con una nuova serie mediamente ogni due anni (ma anche con film in digitale, musical e altro ancora)... E a quanto pare è già in lavorazione la settima stagione, a riprova del fatto che questo brand gode di ottima salute.
Salute che, invece, alla fine ha abbandonato il fumetto che - per qualche anno - era stato il competitor diretto di WINX CLUB, e cioè quello dedicato alle streghette (prodotte dalla Disney Italia) note come W.I.T.C.H.
Perchè torno a parlare di questa cosa su questo BLOG? Perchè in effetti il fatto che che WINX CLUB stia continuando a tagliare nuovi traguardi, mentre il progetto W.I.T.C.H. si è definitivamente concluso oltre un anno fa (a causa del crollo verticale delle vendite del fumetto e di tutti i prodotti annessi) non è del tutto scollegato dagli argomenti di cui tratto abitualmente.

A cosa mi riferisco?

Principalmente al fatto che la battaglia fra W.I.T.C.H. e WINX CLUB è stata un po' la battaglia fra due estetiche contrapposte, e - soprattutto - fra due diversi modi di rapportarsi con il mondo che ci circonda. E il fatto che abbia vinto il modello WINX CLUB è un dato interessante.

Entriamo un po' più nello specifico.
In entrambi i casi si tratta di prodotti che hanno voluto coniugare i manga avventurosi per ragazze (in stile Sailor Moon) con lo stratosferico successo di Harry Potter (e del suo magico mondo parallelo dove tutto è possibile), mixando nel frattempo quelli che una volta si chiamavano "romanzi di formazione" con le riviste "di tendenza" per giovanissime. Il tutto proponendo protagoniste multietniche per strizzare l'occhio al mercato globale. Qui, però, le similitudini finiscono.

La prima differenza che balza agli occhi confrontando le protagoniste di ciascuna serie è l'uso del colore. Laddove le WINX sono un'esplosione barocca di colori vivaci, le W.I.T.C.H. si limitavano a una combinazione un po' spenta di viola, indaco, verde e azzurro. Personalmente ho sempre pensato che le prime facevano venire in mente una discoteca gay e le seconde ricordavano un oratorio. Impressione ancor più accentuata se si confrontano acconciature, trucco, vestiti e persino le ali. Altro piccolo dettaglio: le W.I.T.C.H. non indossavano alcun tipo di accessorio, mentre le WINX hanno sempre fatto abbondante uso di fermacapelli, orecchini, tiare e altro (qualche volta persino campanellini/piercing sulle ali!), peraltro rinnovando il loro armamentario in ogni serie...
Obbiettivamente parlando le streghette della Disney Italia hanno sempre fatto la figura delle straccione, se confrontate alle loro colleghe. Delle straccione e delle bacchettone, visto che - in media - si sono sempre coperte molto di più, e la maggior parte di loro ha sempre fatto sfoggio di calzettoni integrali molto poco sexy, che nella loro serie animata (che si è fermata alla seconda stagione) sono diventati obbligatori anche per quelle che nel fumetto ne indossavano una versione ridotta...
Per non parlare poi dei tacchi e delle zeppe che le WINX hanno sempre portato anche nella quotidianità, e che le W.I.T.C.H. hanno sempre tenuto a debita distanza. Il che ci porta ad un altro punto fondamentale: le WINX all'inizio della loro saga sono già sedicenni, che si trasformano in fate sedicenni, mentre le W.I.T.C.H. sono delle bambine che si trasformano in adolescenti, il che - ovviamente - limita molto quello che possono fare con il loro corpo adolescenziale... Nel senso che alla Disney Italia si erano sicuramente posti il problema di limitare la libertà d'azione di bambine in corpi adulti, problema che lo Studio Rainbow ha evitato con le WINX, visto che non c'era niente di (troppo) strano a mostrare delle ragazze di quasi diciotto anni con abitini e atteggiamenti sexy anche nella vita di tutti i giorni...
Sexy, ma sempre con garbo e senza  mai superare la soglia della provocazione esplicita. E questo, probabilmente, è il punto nodale di tutto questo discorso. Nel senso che, di fatto, le WINX si sono rivelate delle vere e proprie portabandiera del "diritto al sex appeal", inteso anche come un modo per esprimere liberamente la propria personalità e attirare l'attenzione. E forse non è un caso se ricordano molto la femminilità estremizzata delle drag queen e di una certa parte del mondo transessuale. Comunque, al di là del contributo di eventuali artisti gay dello Studio Rainbow, la cosa è degna di nota anche perchè - alla fine - è stato questo modello a prevalere, rispetto a quello più "conservatore" proposto dalle streghette della Disney Italia... Nonostante queste fossero partite molto meglio, tant'è vero che - ad esempio - le WINX non hanno mai avuto una versione manga Made in Japan, mentre le W.I.T.C.H. sì...
Poi cosa è successo? É successo che chi seguiva le due serie ha capito che, mentre le W.I.T.C.H. erano fondamentalmente delle buone samaritane che si recavano in un mondo fantastico (e un po' tetro) ricco di insidie per compiere le loro missioni (generalmente improntate al sacrificio), tornando REGOLARMENTE alle loro banali vite da preadolescenti qualunque (con tanto di genitori opprimenti e conflitti preadolescenziali), le WINX vivevano REGOLARMENTE in un mondo magico ricco di glam e "favolosità" (che le rendeva ancora più "favolose" quando si trasformavano), senza doverlo necessariamente associare a momenti difficili, diventando nel frattempo sempre più indipendenti e realizzate. Senza contare che nel mondo delle WINX ci sono anche una quantità di bei ragazzi altrettanto sexy (e decisamente metrosexual), mentre le W.I.T.C.H. hanno sempre finito per accompagnarsi a dei ragazzini tuttosommato sciatti e poco accattivanti...
La presenza di maschi metrosexual è stato uno degli ingredienti che ha portato le WINX a stracciare le rivali nel giro di qualche anno? Io non lo escluderei... Come non escluderei nemmeno il fatto che chi ha progettato i personaggi della serie WINX CLUB si sia guardato molto bene attorno e abbia preso atto che non aveva senso ignorare una tendenza generale che, già nel 2004, era sotto gli occhi di tutti...
A questo punto, però, la domanda nasce spontanea: perchè la Disney Italia non si è adeguata in qualche modo e ha preferito condannare le W.I.T.C.H. a morte certa? Probabilmente la chiave di tutta la questione sta nel fatto che mentre le WINX nascono come prodotto animato da piazzare in tutto il mondo, le W.I.T.C.H. nascevano come un fumetto italiano che - prima di tutto - doveva rendere conto delle sue scelte al mercato italiano. E in particolare allo "spirito Disney italiano" (che NON è lo spirito Disney contemporaneo), con tutti i suoi veti. Di conseguenza la Disney Italia ha voluto (o dovuto) applicare alle W.I.T.C.H.,  che pure si sono ispirate al disinibito mondo dei manga per ragazze, tutto quel retropensiero che - di fatto - sta anche alla base della crisi del fumetto per ragazzi Made in Italy. Lo stesso retropensiero che - con tutti i suoi tabù - impedisce di trattare certi argomenti o anche solo di disegnare i personaggi in un certo modo o con certe caratteristiche. Un retropensiero che allo Studio Rainbow ha avuto un peso molto relativo, visto che le sue fatine - come dicevo - non sfigurerebbero nel corteo di un gay pride...
E d'altra parte non bisogna dimenticare che in buona parte del mondo l'estetica sessualmente disinibita e colorata, "da gay pride" insomma, viene vissuta con una certa familiarità (se non simpatia), cosa che forse spiega anche perchè le WINX continuano a godere di un un buon successo persino in nazioni come gli USA, che sfornano centinaia di serie animate ogni anno. E d'altra parte se le WINX hanno trovato spazio persino sul settimanale cattolico IL GIORNALINO è evidente che il loro modo di porsi è ormai da considerarsi nella norma (o quasi)...
Inoltre, piccolo e non irrilevante dettaglio, puntando tutto sull'estetica lo Studio Rainbow ha giocato d'astuzia, perchè ha creato una serie strabordante di messaggi subliminali e sottointesi narrativi intriganti senza per questo creare un prodotto moralmente censurabile. Di contro la Disney Italia si è posta anche una serie di vincoli estetici e contenutistici per non urtare la sensibilità di nessuno, cosa che - nel lungo periodo - ha portato le W.I.T.C.H. al tracollo. Morale della favola: forse dire che l'influsso della mentalità italiana ha condannato le W.I.T.C.H., mentre l'apertura mentale verso un contesto più internazionale (e smaliziato) mantiene in forma le WINX è un po' riduttivo, tuttavia questo aspetto della questione non è stato certo secondario...
Anche perchè mette in luce il fatto che - forse - in Italia le nuove generazioni iniziano ad avere gli stessi gusti e gli stessi punti di vista delle loro controparti traniere... E se, come loro, premiano un'estetica obbiettivamente più "gay oriented", e delle protagoniste consapevoli del loro sex appeal piuttosto che delle educande represse e castigate, forse è da vedere come un buon segno. Anche perchè, pur ponendosi come delle cubiste, le ragazze di WINX CLUB hanno sempre dimostrato di rappresentare valori solidi e psicologie sane (sfatando, in questo senso, ulteriori pregiudizi tipicamente italiani). Certo: sul fatto che poi il modello di femminilità proposto da WINX CLUB sia riduttivo e molto perfezionabile credo che siamo tutti d'accordo, ma questa è un'altra storia.
Alla prossima.

7 commenti:

Massimo Basili ha detto...

Molto interessante il discorso che fai, Wally. Il fatto però che tu attribuisca al mondo delle WINX dei sottotesti metrosexual o addirittura "filogay" a monte della scrittura mi sembra un po' troppo generoso nei riguardi dell'opera di Straffi&Co, e troppo ingeneroso verso le WITCH, che quando sono nate erano parecchio più interessanti rispetto alla triste fine che Disney Italia ha fatto fare loro negli anni a venire. Non so esattamente per quali oscure dinamiche di mercato WINX sia sopravvissuto in salute rispetto a WITCH: a naso, direi che alla lunga ha stravinto un brand molto studiato (e non per merito dei personaggi, ché le streghette fucsia hanno lo spessore psicologico dei loro abitini succinti) su un mondo, quello delle WITCH, all'inizio complesso e affascinante grazie all'impronta autoriale di Gnone&Artibani, e Barbucci&Canepa. Peccato che poi, come tu accenni, Disney Italia si sia spaventata del troppo successo delle sue creature magiche (ricordiamo che Barbucci ha più volte affermato quanto abbia lottato non poco per far digerire il mood delle streghette ai dirigenti di Disney Italia, all'inizio del tutto contrari alla loro pubblicazione) e che col passare degli anni abbia via via diluito e snaturato sempre più l'idea originale vincente (la libertà sentimentale degli shoujo manga frullata col mondo codificato della Disney). Invece le WINX, forti della loro colorata vacuità, e dello strapotere di un merchandising di sicura presa sulle bambine, sono andate avanti imperterrite e stolide per la loro strada di superficiale buonismo globalizzato, arrivando intatte fino ai giorni nostri.
Che poi ci siano autori gay dentro lo staff delle WINX, credo non conti molto: vale anche per quello delle WITCH; il problema è concedere loro o meno lo spazio che pretendono...

Wally Rainbow ha detto...

In realtà, arrivate alla sesta serie, le ragazze di WINX CLUB hanno dimostrato di avere un abbozzo di personalità. Niente di particolarmente profondo, ma d'altra parte si tratta di un cartone per bambine, Io resto del parere che la chiave del loro successo stia nel sex appeal e nelle scelte estetiche. Magari le bambine non hanno una gran consapevolezza della sessualità, ma anche da piccolissime identificano certi elementi e - per come è strutturata la nostra società - finiscono per esserne maggiormente attirate. D'altra parte se Barbie - con la sua quinta di seno) tiene banco dagli anni '50 un motivo ci sarà...

Orlando Furioso ha detto...

Interessaante il discorso di Wally. Non ho nulla di particolarmente originale né intellegente da aggiungere.
Riprendendo però un po' il discorso che fa Massimo Basili, ci tengo a dire che, secondo me, la qualità delle due serie è imparagonabile, nel senso che ai miei occhi Witch è "qualcosa", Winx non è davvero niente, se non figurine anoressiche prive di qualsiasi cosa (contenuti o altro) che non sia merchandising da vendere.
Secondo me, infatti, la cosa interessante del fenomeno, è proprio l'opposto di quanto dice Wally: ha vinto, come sempre più spesso accade ahimé, il Nulla contro il "qualcosa".
Ha vinto l'estetica, per altro "globalizzata" nel modo più, a mio parere, spersonalizzante e con questa, sempre a mio parere, "pericolosa" apologia dell'anoressia femminile.
Autori/autrici da un lato (Witch), puro nulla se non merchandising.
Progetto di un fumetto, come tutto perfettibile, da un lato; progetto di "far soldi a palate" (e basta) dall'altro.
Personalmente ho sempre trovato deliziose e avvincenti le avventure delle Witch. ma per carità, si tratta di gusti...

Infine: grazie al cielo "l'estetica gay" non esiste, nel senso che non ne esiste una sola, dato che a me (e suppongo a qualche altro milione di gay) non interessano né i metrosexual né signorini/e anoressiche né colori fluo da discoteca :-)

Wally Rainbow ha detto...

Mettiamola così: le WINX sono come quelle caramelle che hanno una confezione scintillante e irresistibile, ma sanno di cioccolato industriale, mentre le W.I.T.C.H. erano un po' come le torte fatte in casa. Detto questo, da lettore dei primi 40 numeri di W.I.T.C.H. e da fruitore occasionale delle serie animate delle WINX, mi sento di dire che il fumetto Disney dopo un po' girava davvero a vuoto, mentre la serie Rainbow ammetto che nel tempo mi ha sorpreso; le WINX sembrano tutte delle modelle anoressiche, è vero, e hanno tutte la stessa espressione da "sono stata a farmi di botox giusto ieri", ma pur rivolgendosi ad un pubblico - paradossalmente - più giovane rispetto a quello delle W.I.T.C.H. hanno "osato" più di loro (nel bene e nel male) e alla fine sono state premiate. Comunque non parlavo di estetica gay in senso assoluto, ovviamente, ma mi sembrava interessante che quel certo tipo di estetica sia stato sdoganato in maniera così sfacciata... Seppur per biechi fini commerciali.

Blabbolo ha detto...

Mi trovo molto d'accordo con l'utente "Fumetti di Carta (Orlando Furioso)", quando dice che ormai vince il nulla rispetto alle opere di spessore.

Wally dice che hanno osato di più, nel bene e nel male, e sono state premiate.
Appunto: osare, esagerare, puntare tutto sull'estetica e poco sui contenuti, far brillare la superficialità. E alla fine incassare, ma tutta questa esagerazione non ha avuto molto significato, se non quello di vendere. Se esageri per far passare qualche significato importante, al di là del guadagno, può avere senso, ma nel caso delle Winx tutto questo non c'è... come dimostra il fatto che abbiano cominciato ad avere una personalità solo accennata a partire dalla sesta serie (c'è voluto un po' troppo, che dici?)

Per quanto riguarda il lato progay e metrosexual, credo che tutto si riduca a ben poco: puro marketing volto ad attrarre le ragazze con il modello metrosexual in testa e tutti i gay dello stesso parere.
Spero veramente che si limiti a questo, perché trovare dei punti di contatto importanti fra i gay e le winx significherebbe legare una serie senza significato (o comunque con quel poco di significato obnubilato dall'estetica vacua) a delle persone che già adesso vengono tacciate di essere fissate solo con la moda e la superficialità: insomma... il ragionamento sarebbe che ai gay piacciono le winx perché come a loro piacciono i metrosexual, la moda, l'estetica esagerata e la personalità nulla? Wow... -.-

E poi, nonostante i calzettoni ecc, non trovi che le Witch, così sfigate, sfortunate, scure, fidanzate con ragazzi dall'estetica perlomeno verosimile, perennemente in lotta con un mondo incontrollabile e persone poco raccomandabili, costrette a difendere il loro segreto ecc abbiano qualcosa di più in comune coi gay? Non che tutti i gay vivano da sfigati, scuri, costretti ecc, ma alcuni sì, come alcuni etero (per altri motivi), quindi come tutte le persone... quindi annullando la differenza.
Questo non significa forse che le Witch hanno delle personalità più vicine a quelle delle persone reali, gay o meno che siano?

Wally Rainbow ha detto...

Forse non mi sono spiegato: non ho mai detto che le WINX piacciono ai gay, ma che hanno sfruttato un senso estetico che fino a qualche anno fa era appannaggio quasi esclusivo di una parte del mondo gay (e, forse, della pornostar anni '80 Cicciolina, ma quella era l'eccezione che confermava la regola), e la cosa straordinaria è che questa estetica sia diventata una delle chiavi del successo delle WINX, e cioè un cartone per bambine. Riguardo alle W.I.T.C.H. quello che dici avrebbe senso se, arrivati a un certo punto, alla Disney Italia non avessero deciso che era meglio limitarsi a fare "recitare" le protagoniste. Nel senso che, per dare un senso compiuto e coerente a quel fumetto, ad un certo punto sarebbe stato necessario affrontare temi e situazioni più "forti" e in maniera diretta.Cosa che, ovviamente, un fumetto Disney Italia non poteva fare, col risultato che leggendolo si aveva sempre più la sensazione di avere a che fare con qualcosa di posticcio, come se le protagoniste stessero recitando in uno spettacolo teatrale che si autoimponeva dei limiti. Non so se ho reso l'idea... Se proprio devo essere onesto alla fine le W.I.T.C.H. - con tutte le aspettative che creavano e lasciavano cadere nel vuoto - mi sembravano un po' una presa in giro, mentre le WINX - nella loro vacuità glitterata e senza pretese - mi sono sembrate sempre più oneste e coerenti. Magari è anche per questo che alal fine l'hanno spuntata loro... Chissà...

Anonimo ha detto...

Beh... almeno le Witch avevano qualche pretesa...

Le Winx mi sembrano più oneste e senza pretese solo perché non hanno senso