Qualche giorno fa sono stati assegnati negli USA i GLAAD AWARDS, che - a differenza del Premio GLAD che promuovo su questo sito - eleggono le migliori produzioni mediatiche che sono riuscite a dare una rappresentazione non pregiudizievole del mondo LGBT. Come avevo preannunciato qualche mese fa (CLICCATE QUI), oltre alla categoria "fumetto mainstream", quest'anno c'era anche un'apposita categoria dedicata alle produzioni televisive per l'infanzia... Che ha visto trionfare un serial di Disney Channel, Andi Mack, che viene proposto anche in Italia (e di cui ho parlato QUI).
Il premio per il miglior fumetto mainstream, invece, è andato - un po' a sorpresa - a Black Panther: World of Wakanda. Probabilmente in questo caso deve avere influito almeno in parte il grande successo del film su Black Panther che si è visto di recente, e credo che che sia stato valutato anche l'apporto di questo fumetto allo sdoganamento dell'omosessualità vissuta in un contesto etnico diverso dal solito.
Ad ogni modo direi che qualche piccola riflessione a margine potrebbe essere interessante, anche in rapporto a quello che nel frattempo sta succedendo in Italia.
Partiamo da Andi Mack.
É una serie per giovanissimi che ha un discreto successo, e appartiene a quella galassia di produzioni che - ultimamente - sta colonizzando le edicole italiane in maniera indiretta, ma sicuramente più incisiva rispetto ai classici fumetti per ragazzi... Anche perchè, come vi ho segnalato in diverse occasioni, nelle edicole italiane i fumetti "per ragazzi" si sono ridotti alle produzioni Disney a base di paperi e topi, agli esperimenti Bonelli e a poco altro (come ad esempio i fumetti di Sio). Per il resto gli scaffali delle edicole che si rivolgono ai più giovani sono stracolmi di pubblicazioni che NON sono a fumetti (non nel senso tradizionale del termine, se non altro), che spesso hanno allegati e che in un buon 50% dei casi riprendono cartoni animati e serie televisive per ragazzi di successo. Quella che vedete qui sotto è una delle edicole del mio paesino un paio di settimane fa.
In questa edicola lo spazio riservato ai fumetti (a tutti i fumetti, e non solo a quelli per ragazzi) è circa 1/3, o forse 1/4, di quello riservato al materiale che vedete sopra. Senza contare gli scaffali appositamente dedicati alle bustine con sorpresine collezionabili, giochini economici e altre chincaglierie che vengono quotidianamente pubblicizzate sui canali tematici per ragazzi... E che, a quanto pare, alimentano un mercato abbastanza florido...
Al momento non mi è parso di vedere materiale dedicato a Andi Mack, anche perchè in Italia la serie è ancora una novità, ma probabilmente è solo una questione di tempo. E probabilmente sarà solo una questione di tempo prima che - in un modo o nell'altro - le tematiche gay che vengono presentate, molto delicatamente, in questa serie, troveranno spazio nell'area delle edicole dedicata ai prodotti per giovanissimi... Che è notoriamente più disinibita rispetto a quella dei fumetti per giovanissimi.
Tant'è che, ad esempio, il Winx Club Magazine, che pure presenta storie a fumetti, generalmente viene esposto fra il materiale di cui sopra... E non certo a fianco di Topolino...
E sicuramente non è solo per via degli allegati, visto che comunque anche Topolino presenta degli allegati spesso e volentieri... Anzi, probabilmente sono gli edicolanti stessi che pian piano hanno iniziato a suddividere i loro spazi in funzione del pubblico, e si sono fatti una ragione del fatto che i fumetti sono una cosa, mentre le pubblicazioni per giovanissimi - con o senza fumetti - sono un'altra cosa. Quindi diciamo che adesso, nelle edicole italiane, l'area FUMETTI e l'area KIDS sono considerate due cose distinte. E questo è abbastanza interessante a vari livelli: da una parte perchè dimostra che, lentamente, i fumetti (o perlomeno i fumetti prodotti in Italia) si stanno allontanando dalle fasce di pubblico più giovani, e dall'altra che nella realtà KIDS - spesso derivata da produzioni televisive e cinematografiche - c'è comunque più disinvoltura quando ci sono di mezzo temi e sottotesti di un certo tipo, anche solo a livello di scelte estetiche...
E, se questo è il registro che va per la maggiore fra i prodotti che fanno tendenza fra i giovanissimi (e le giovanissime), non dovrebbe stupire più di tanto se poi i progetti studiati dagli editori tradizionali per attirare questo ampio pubblico tendono a non avere i riscontri sperati. Molto semplicemente non considerano, o non sono in grado di considerare, i veri punti di forza dell'immaginario e dei riferimenti culturali che stanno formando le nuove generazioni... E che stanno lentamente creando una loro nicchia di mercato nettamente separata dai fumetti italiani tradizionali... Che probabilmente non oserebbero mai proporre - a dei bambini - personaggi adolescenti in tutine aderentissime, fatine in minigonna sexy o elfi che sembrano usciti da una discoteca gay a Capodanno... Anche se questo è proprio ciò a cui sono abituati e che si aspetterebbero da un prodotto indirizzato a loro...
E quando le tematiche gay in stile Andi Mack inizieranno a fare davvero tendenza, cosa che peraltro si sta già verificando anche in diverse serie animate (anche Disney), la frittata sarà fatta. E a poco servirà consultare il fior fiore delle agenzie di marketing per rinnovare Topolino, o proporre versioni giovanili degli eroi Bonelli nella speranza che possano attecchire puntando solo sulle ambientazioni e sullo charme delle loro controparti adulte... Probabilmente a quel punto sarà ormai troppo tardi...
E forse, in parte, già lo è...
Dico questo perchè, spulciando su internet, si nota che buona parte dei riscontri positivi registrati da certi nuovi progetti per giovanissimi, e poi condivisi con un certo orgoglio via web, si riferiscono a casi di bambini (e bambine) a cui queste nuove proposte di lettura vengono suggerite, procurate e caldamente raccomandate (imposte?) dai genitori (o da altri parenti), che probabilmente in questo modo sperano di instradarli verso le loro passioni e le loro case editrici di riferimento... E lo si può intuire anche solo dando un'occhiata agli oltre 5000 iscritti della pagina ufficiale di 4HOODS (CLICCATE QUI), e soprattutto a quelli che intervengono: in quanti rientrano nel target a cui punta questo progetto?
E se si guarda sulla pagina di DRAGONERO ADVENTURES (CLICCATE QUI) la situazione è anche peggiore (visto che gli iscritti sono circa la metà rispetto a quelli di 4HOODS, anche se il progetto è partito qualche mese prima ed è il "prequel" di una serie regolare in edicola da qualche anno)...
Forse è un po' presto per trarre conclusioni, e sicuramente bisognerà vedere come reagirà il giovane pubblico nel lungo periodo... Tuttavia, giusto per fare un esempio concreto, il Winx Club Magazine è arrivato a quota 169 numeri: se io fossi una casa editrice che si sta lanciando nel mercato KIDS da meno di un anno, a questo punto, eviterei di fare valutazioni trionfalistiche su progetti che sono partiti da pochissimo tempo... E magari per tirare le somme aspetterei di raggiungere (in buona salute) almeno 1/4 delle uscite del Winx Club Magazine...
Che sicuramente è un prodotto che ha dimostrato di aver centrato il suo obbiettivo...
E non solo perchè è stato supportato da una serie televisiva o da un gadget allegato, visto che ci sono stati dei casi molto simili dove la serie TV e il gadget allegato non sono stati di particolare aiuto per allungare la vita di un magazine a fumetti...
Comunque, come dicevo all'inizio, i premi GLAAD hanno offerto diversi spunti di riflessione. Nel caso dei fumetti mainstream, ad esempio, non ho potuto fare a meno di fare alcune considerazioni di ordine molto pratico. Premesso che la situazione statunitense è abbastanza diversa da quella italiana, soprattutto a livello di distribuzione, i premi GLAAD riescono comunque a fare una distinzione fra circuito mainstream (quello che coinvolge le fumetterie e le librerie) e circuito indipendente e/o di nicchia, con una distribuzione molto più limitata.
Comunque "mainstream" vorrebbe dire "corrente principale", e indica una "corrente" o una tendenza che, in un determinato ambito, beneficia di un seguito di massa, in contrapposizione alle tendenze minoritarie. E in effetti la domanda che mi sono posto è: in Italia abbiamo ancora un tipo di circuito distributivo che si può definire mainstream?
Proprio questo mese la rivista FLASH ART dedica un numero al fumetto italiano, con vari interventi che ne espongono il valore artistico e comunicativo.
Niente di male, se non che gli autori a cui sono dedicati i vari saggi (Dino Buzzati, Guido Buzzelli, Gianni De Luca, Benito Jacovitti, Dino Battaglia, Paolo Bacilieri, Gipi, Lorenzo Mattotti, Marcello Jori, Ratigher e Spugna), nella maggior parte dei casi, sono più "artisti" che "fumettisti" e comunque, anche se non sono nati come autori di nicchia, col tempo lo sono in buona parte diventati... Anche perchè, al di là del fatto che in molti casi sono passati a miglior vita da diverso tempo e ora sono noti solo ai cultori del fumetto, il panorama editoriale attuale non lascia spazio a contenuti come i loro nel circuito della grande distribuzione. E infatti questo numero di FLASH ART sembra proprio studiato per chi considera il fumetto una forma d'arte un po' elitaria, per collezionisti e per intenditori...
Niente di male, ripeto, però è abbastanza indicativo.
Così come è indicativo il fatto che, se è vero come pare, che chi compra fumetti italiani nelle edicole appartiene sempre più spesso alla categoria over 30 e over 40, allora se ne può dedurre che le edicole non rappresentano più un circuito davvero mainstream... O che il fumetto italiano non è più mainstream... Quanto piuttosto un prodotto per adulti sempre più nostalgici, seppur con qualche eccezione.
Anche perchè, come dicevamo prima, la sezione KIDS/giovanile ormai si sta separando fisicamente da quella dedicata ai fumetti propriamente detti, e forse non è un caso.
Le fumetterie, dal canto loro, a livello di fumetto italiano propongono soprattutto costose edizioni da collezione e/o prodotti che non hanno un prezzo proprio popolare, e se aggiungiamo il fatto che sono molto meno diffuse delle edicole, se ne deduce che non rappresentano un circuito mainstream per definizione.
Poi ci sarebbero le librerie di varia, che propongono le stesse edizioni lussuose che arrivano in fumetteria ad un pubblico più ampio e trasversale, ma che ovviamente non possono definirsi mainstream per gli stessi motivi delle fumetterie. E comunque, piccolo dettaglio interessante, nelle librerie alcuni fumetti che hanno successo fra i giovanissimi - come ad esempio le raccolte di Sio - si trovano nella sezione per ragazzi, mentre i "fumetti" in senso lato sono in un reparto generalmente ben distinto...
Infine resterebbe il circuito della distribuzione digitale, che potenzialmente potrebbe davvero diventare il circuito mainstream di domani, ma sul quale chi produce fumetto italiano - paradossalmente - investe ancora pochissimo... Quindi, ancora una volta, non si può parlare di mainstream.
Perlomeno gli USA da questo punto di vista sono avvantaggiati: il loro circuito di distribuzione più ampio passa dalle fumetterie, ed è perfettamente sovrapponibile alla distribuzione digitale... A prescindere dal target di pubblico a cui mira (dal filologo MARVEL all'ultimo stadio alla bambina appassionata di Principesse Disney, dall'amante delle produzioni alternative al bambino che stravede per i Power Rangers o per fumetti sui campioni del Wrestling, e via dicendo).
E forse è proprio perchè negli USA c'è ancora un fumetto che si può definire mainstream, in grado di intercettare un pubblico molto vario e diversificato per età ed estrazione, a cui è possibile parlare con una certa disinvoltura di minoranze etniche, religiose e sessuali... Senza sentirsi in dovere di venire incontro ai pregiudizi di un target di riferimento formato da over 30 e over 40 (ma anche da over 50 e magari over 60)...
Che dire? Sicuramente i prossimi dieci anni saranno estremamente interessanti da seguire ed analizzare... Anche solo per capire se le mie analisi troveranno conferma oppure no.
Alla prossima...
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