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venerdì 29 maggio 2015

IL PARERE DI GIANFRANCO MANFREDI...

Ciao a tutti, come va?

Generalmente il venerdì cerco di fare un post poco impegnativo, per non appesantirvi il fine settimana, e quindi preferisco evitare di parlare di argomenti legati alla situazione italiana... Tuttavia penso che oggi sia il caso di fare un'eccezione, visto che il sito FUMETTOLOGICA ha deciso di  pubblicare tre interviste fiume ad alcuni sceneggiatori della Bonelli Editore, ad opera del sempre acuto Massimo Basili, e incentrate proprio sul rapporto fra la Bonelli e la rappresentazione dell'omosessualità...

E vi pareva che io sarei potuto stare zitto in un'occasione del genere?

Ovviamente no, quindi man mano che le suddette interviste verranno pubblicate io cercherò di mettere in rilievo i passaggi che secondo me sono più interessanti, al di là degli inevitabili eufemismi che - per ovvi motivi - caratterizzeranno le opinioni espresse da tre sceneggiatori che si ritroveranno comunque ad esprimere un parere sull'operato dei loro datori di lavoro.

La prima intervista ad essere pubblicata è quella dedicata a Gianfranco Manfredi (la trovate tutta CLICCANDO QUI). Premesso che Giafranco Manfredi ha avuto anche la bontà di intervenire su questo blog in un paio di occasioni (CLICCATE QUI e QUI), dimostrando di essere molto più disponibile al confronto rispetto ai suoi colleghi (che SICURAMENTE si sono imbattuti in questo blog, ma hanno preferito non rispondere alle mie osservazioni), devo dire che nella sua intervista su FUMETTOLOGICA affronta dei punti importanti in quasi tutte le sue risposte...

Già da subito precisa che, secondo lui, in Bonelli non c'è omofobia (mhhh...), ma che - più semplicemente - c'è da una parte la paura che parlando di certi argomenti si scateni la polemica politica con i lettori, mentre dall'altra si teme che la rappresentazione diretta dell'omosessualità maschile indisponga il pubblico di sesso maschile... Senza contare che, secondo lui, in Bonelli pochi sceneggiatori sarebbero in grado di trattare adeguatamente l'argomento, e quasi tutti preferiscono evitarlo, anche quelli che SONO gay.

Buffo, vero...? Nel senso che da una parte c'è un editore che si preoccupa delle vendite che calano, ma dall'altra lo stesso editore preferisce continuare a puntare sulla stesse fasce di pubblico di sempre, quelle che evidentemente si stanno sfoltendo, come ad esempio i maschi etero per cui i gay sono giusto una "questione politica" e nulla più... Ed è interessante notare anche la frecciatina agli sceneggiatori gay della Bonelli, che scelgono di NON parlare di questi argomenti esattamente come i loro colleghi etero... Presumo per non mettere in discussione l'approccio virilista dell'editore...

In realtà tutta l'intervista ha una sfumatura vagamente contraddittoria, perchè da una parte Gianfranco Manfredi sembra criticare quegli editori, soprattutto americani, che per amore del politicamente corretto inseriscono sempre più spesso personaggi gay, anche perchè secondo lui parlare di "gay" e non di omosessualità in senso lato è un po' riduttivo, mentre dall'altra giustifica il fatto che in Italia c'è una certa tendenza a non prendere una posizione netta su nessuna questione, perchè in Italia il fumetto "popolare" implica scelte di compromesso che devono accontentare il maggior numero di lettori possibile... In una sorta di clima "politically correct" all'ennesima potenza...

Il che avrebbe anche una sua logica, se non fosse che Gianfranco Manfredi si lascia sfuggire che:

"Credo che ci siano problemi con la TV generalista e con un fumetto con un pubblico trasversale come Tex, un pubblico popolare in cui trovi tutti – cattolici, fascisti, laici – devi avere delle attenzioni di tipo generale che non dividano senza motivo."

Che è un po' come ammettere che, tradizionalmente, il fumetto popolare italiano ha sempre cercato il minimo comune denominatore fra le categorie di persone che reputa più numerose nel nostro paese, come cattolici, fascisti e laici... A prescindere da qualsiasi considerazione di tipo etico, e proprio con lo scopo di non dover prendere una posizione netta su temi eticamente sensibili che possono dividere il pubblico...

Al di là del fatto che, personalmente, mi sembra assurdo che in Italia qualcuno possa pianificare un BUON fumetto puntando per prima cosa a non contrariare nessuno (FASCISTI compresi), penso sia indicativo l'aneddoto che racconta Manfredi a proposito di un albo di DAMPYR (che, per chi non lo sapesse, è un fumetto horror incentrato su vampiri, cimiteri, ecc)... In quell'occasione Sergio Bonelli redarguì pesantemente chi di dovere perchè in quella storia c'erano TROPPE CROCI e temeva che i lettori cattolici si sentissero offesi!

C'è da dire che, se pure Gianfranco Manfredi alla fine ha preso atto della situazione che sta cambiando (cosa che io sostengo da anni, e l'ho ribadito anche di recente), la sensazione è che in Bonelli questa presa di coscienza sia ancora molto in là da venire...

L'intervistato, infatti, ha rivelato che già alla fine degli anni '90 avrebbe tanto voluto che uno dei personaggi che aveva creato per i primi venticinque numeri di MAGICO VENTO, il pistolero Herbert (immagine sotto), manifestasse il suo interesse per i ragazzi... Cosa che però l'editore non gli concesse di fare... E anche se Gianfranco Manfredi sostiene che questo successe perchè l'editore aveva paura di urtare i gay presentando un omosessuale negativo (Herbert era lo spietato assistente di un avversario di Magico Vento), la sensazione è che in realtà il problema nascesse dal fatto che Herbert avrebbe dovuto essere raffigurato a letto con un ragazzo, e nel fatto che - cosa ancor più grave - il suo capo sarebbe stato totalmente indifferente alla cosa... In poche parole Herbert, pur essendo un omosessuale a suo modo "emancipato", sarebbe stato dipinto come un avversario qualsiasi, e per giunta come un pistolero assolutamente virile e tutto d'un pezzo!

Probabilmente il problema era tutto lì... E a quanto pare è ancora tutto lì...

E dico questo perchè, prima e dopo Herbert, in Bonelli personaggi omosessuali negativi non ne sono mai mancati, mentre a tutt'oggi raffigurare due maschi a letto assieme per la Bonelli è un tabù assoluto (tant'è che anche di recente in DYLAN DOG sembra proprio che si siano sono sentiti in dovere di cambiare il sesso ad un partner sessuale di John Ghost, e io ne ho parlato QUI e QUI)...

Comunque, fra le righe, si legge che anche adesso che sta scrivendo ADAM WILD, nonostante la sua consapevolezza che nell'Africa Nera di fine ottocento l'omosessualità - o perlomeno la bisessualità - fosse vissuta con una certa naturalezza, Gianfranco Manfredi sia ben consapevole del fatto che non potrà mai trattare direttamente l'argomento... Anche perchè, sempre a proposito di aneddoti, racconta che quando in MAGICO VENTO volle accennare al legame lesbico fra due personaggi secondari dovette discutere, e non poco, perchè questo accenno arrivasse in fase di pubblicazione...

Mentre gli venne completamente bocciata l'idea di una storia di MAGICO VENTO con Oscar Wilde: una storia in cui la sua omosessualità sarebbe dovuta essere esplicitata...

Quindi è molto curioso che, nonostante ciò, Gianfranco Manfredi si senta in dovere di giustificare il tutto dicendo che in un fumetto d'avventura non è importante che venga mostrata la vita sessuale, e men che meno omosessuale, dei personaggi... Che possono comunque portarla avanti fra una vignetta e l'altra... Tant'è che, secondo lui, persino Zagor potrebbe essere benissimo omosessuale (???), visto che si veste come un ballerino e non si è mai dimostrato troppo attratto dalle donne...

Intendiamoci: entro certi limiti questo ragionamento ha senso, il punto è che un conto è non approfondire troppo la questione, specificando chi va a letto con chi e cosa ci fa, e ben altra cosa è  evitare accuratamente di parlare di certi argomenti, soprattutto in maniera positiva...

Anche perchè - nel caso dell'omosessualità - in Italia viviamo ancora in un contesto in cui la mancanza della sua manifestazione implica la sua assenza, o addirittura la sua negazione... E poco importa se l'editore dà modo ai lettori di colmare questi vuoti con le loro ipotesi e le loro supposizioni... Perchè alla fine rimarranno sempre e solo ipotesi e supposizioni non confermate... E cioè un contentino che lascia quello che trova.

Tuttavia la cosa davvero sgradevole è che - se quello che dice Gianfranco Manfredi risponde a verità - questa assenza, vera o presunta che sia, è studiata anche per venire incontro alle aspettative di chi NON vuole che il tema trovi ufficialmente spazio... O di chi, al limite, è disposto a dargli spazio nella misura in cui rispecchia i suoi pegiudizi e i suoi stereotipi (possibilimente negativi)...

In effetti, alla luce di questa prima intervista, si spiegano meglio alcuni dei "fattacci" che hanno coinvolto la Bonelli negli ultimi anni (e in particolare in quest'ultimo periodo): da una parte l'editore si è reso conto che la percentuale di persone interessate alla rappresentazione dell'omosessualità come componente sociale e/o elemento narrativo è aumentata, ma dall'altra non vuole contrariare nessuno... Nemmeno i fascisti di cui sopra... E così il risultato è una rappresentazione dell'omosessualità leggermente più frequente, ma che comunque deve risultare ANCHE a prova di fascista... Con tutti gli inevitabili "pasticci" che ne derivano...

Arrivando persino ad omettere la parola "gay" da storie che sono tutte incentrate sul mondo gay, peraltro presentato in maniera abbastanza avvilente (come è avvenuto di recente in LUKAS, e CLICCATE QUI se non ci credete)...

E comunque questo spiegherebbe anche perchè, quando la Bonelli ha la sensazione di essere sul punto di concedere troppo, la tendenza sembra ancora quella di "modificare" (sia nei testi che nei disegni) le storie "eccessivamente" gay friendly prima di andare in stampa...

In effetti messa giù così ha una sua logica, per quanto surreale.

Alla prossima.

2 commenti:

Massimo Basili ha detto...

Ottimo commento, caro Wally. Un'unica precisazione, che poi ho aggiunto in corsa anche nell'intervista su Fumettologica, su indicazione dello stesso Manfredi: la storia col profluvio di croci non era stata scritta da Manfredi, e non riguardava Tex; si trattava invece di Dampyr in una storia scritta forse da Boselli (Manfredi non ricorda con precisione, ma ricorda che la critica da parte di Sergio Bonelli alle croci in un fumetto di vampiri lo divertì alquanto).

Wally Rainbow ha detto...

Accidenti... Devo avere letto male... Comunque ho corretto :-P