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mercoledì 20 gennaio 2016

FUMETTERIE DEL DOMANI...

Ciao a tutti, come va?

Ultimamente sta avendo un certo risalto l'apertura della fumetteria Amalgam Comics & Coffeehouse di Filadelfia...

In realtà nell'apertura di una fumetteria in una grande città statunitense non ci dovrebbe essere niente di strano, se non fosse per il fatto che questa specifica fumetteria ha alcune interessanti particolarità, che probabilmente sono il riflesso dei tempi che cambiano.

Breve riassunto: le fumetterie hanno preso piede negli USA a partire dagli anni Ottanta, e più precisamente da quando il Presidente Reagan aveva fatto chiudere gli Head Shop (gli empori dei prodotti legati alla controcultura fin dagli anni '60) in cui venivano commercializzati i fumetti "alternativi" e le autoproduzioni underground, nonchè i fumetti che non volevano essere vincolati alle censure del Comics Code...

Poi le case editrici hanno notato che le fumetterie potevano diventare un canale di distribuzione affidabile e hanno iniziato a privilegiarlo rispetto agli altri (prima i fumetti arrivavano soprattutto nelle edicole e negli empori alimentari), e il fenomeno è esploso.

Questi esercizi commerciali, fino a pochi anni fa, erano considerati un ambiente quasi esclusivamente maschile, gestito da nerd trasandati e vagamente sociopatici... Ben rappresentati anche nella serie animata dei Simpsons, per intenderci...

Poi, da una decina d'anni o poco più, è successo che la percezione dei fumetti è cambiata. Un po' per merito dei manga e un po' per via dei cinecomics, che hanno ampliato enormemente il pubblico potenziale di questo media... Anche in direzioni impensabili fino a qualche anno prima.

Così le case editrici hanno iniziato ad adeguarsi, diventando più propositive ed accoglienti verso il pubblico femminile, verso le minoranze etniche, verso quelle sessuali e via dicendo... E le fumetterie hanno iniziato ad adeguarsi, magari aprendo le porte anche alla celebrazione di qualche matrimonio gay in occasione dell'uscita di qualche fumetto particolarmente rappresentativo... Come ad esempio quello con la storia del matrimonio di Northstar degli X-Men...

Ora, però, stiamo entrando in una nuova fase. Quella, cioè, in cui le fumetterie si pongono ufficialmente come punti di riferimento per le nuove fasce di pubblico, anche perchè vengono gestite direttamente dai loro rappresentanti.

Lo scorso giugno, ad esempio, i titolari della fumetteria Red Pegasus Comics and Games di Dallas (nel pur conservatore Texas), hanno deciso di sposarsi non appena la Corte Suprema ha sancito la legittimità del loro progetto... E così Kenneth Denson e Gabriel Mendez (foto sotto) sono diventati la prima coppia gay regolarmente coniugata a portare avanti una fumetteria negli USA...

Ovviamente in Italia nessun sito di fumetti ha voluto dare risalto alla notizia, ma in compenso qualcuno ha voluto segnalare il caso della Amalgam Comics & Coffeehouse di Filadelfia, anche perchè forse è ancora più emblematico...

Cosa ci può essere di ancora più emblematico di una coppia gay regolarmente coniugata che gestisce una fumetteria? A quanto pare c'è l'intraprendente Ariell R. Johnson, che si è rimboccata le maniche ed è diventata la prima donna di colore a gestire una fumetteria sulla Est Coast... Un progetto che, stando a quanto dichiara Ariell (CLICCATE QUI), coltivava da almeno dodici anni...

La cosa interessante è che ha voluto personalizzare ulterioriormente la sua idea: infatti la sua fumetteria si presenta come un vero e proprio bar con piccola cucina, e il suo intento è quello di creare un luogo dove gli appassionati (e le appassionate) di fumetti possano trovare soprattutto un punto di ritrovo accogliente...

Inoltre, altro dettaglio particolarmente interessante, la rampante fumettara ha detto chiaro e tondo che vuole mettere particolarmente in risalto i fumetti (e le relative iniziative) che trattano tematiche relative alle donne e alle minoranze, compresa la comunità LGBTQ... Proponendo un modo nuovo, e decisamente originale, di intendere le fumetterie e le sue dinamiche di socializzazione...
Niente male davvero...


Ad ogni modo pare che ci abbia visto giusto, anche perchè per la comunità dei nerd afroamericani è diventata una specie di eroina, come dimostra l'ovazione con cui è stata accolta al Black Comic Festival di Harlem (trovate un video sul profilo facebook del negozio, CLICCANDO QUI). A proposito: lo sapevate, vero, che in america c'è un festival del fumetto incentrato sui fumetti e i fumettisti afroamericani? Giusto per ribadire il concetto che il processo di identificazione nei fumetti è importante, e che i fumettari gay americani non sono pazzi se organizzano ANCHE delle manifestazioni fumettistiche più specifiche la loro comunità, come la Bent-Con e la FlameCon... Visto che il senso di appartenenza alla propria comunità, negli USA, è considerato un valore da coltivare e non un modo per ghettizzarsi...

Ad ogni modo la speranza è che l'idea di  Ariell R. Johnson possa essere ripresa anche da altre fumetterie, e che - magari - anche in Italia l'ipotesi di avviare un'attività del genere possa essere valutata da qualche rampante (e competente) imprenditore in qualche grande città... Anche perchè, ora che le librerie gay hanno fatto il loro tempo, i punti di ritrovo ufficiali per i nerd/geek gay italiani sono decisamente scarsetti, e considerando che sono una categoria in aumento forse varrebbe la pena di fare un tentativo...

Staremo a vedere.

Alla prossima.

2 commenti:

Francesco Osmetti ha detto...

L'idea di un luogo d'incontro e fumetteria assieme è proprio bella! Non sarebbe male se fosse fatta una cosa del genere anche in Italia. Una sorta di cafè letterario che possa accogliere persone di ogni tipo. Comunque il concetto del "ghettizzarsi" dilaga: sembra che uno non possa mantenere un certo tipo di relazioni basate su interessi/situazioni/mentalità specifiche che accusano la "ghettizzazione". Dovremmo rivalutare di più il senso di comunità e di condivisione probabilmente.

Wally Rainbow ha detto...

Siccome io sono un noto complottista sono giunto alla conclusione, anche per la mia esperienza personale, che rinfacciare a un gruppo sociale di ghettizzarsi è un ottimo modo per impedirgli di diventare coeso, di raggiungere la massa critica e di fargli rivendicare in modo efficiente i suoi specifici diritti...