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lunedì 20 novembre 2017

BACI = PROGRESSI ?

Ciao a tutti, come va?

La sempre attivissima GLAAD (l'associazione americana specializzata nel difendere i diritti e la rappresentazione LGBT nei media) ha da poco pubblicato il suo annuale report sulla qualità e la quantità della rappresentanza LGBT nei serial televisivi prodotti negli USA (potete scaricare il pdf CLICCANDO QUI). Molto in sintesi sembra proprio che, nonostante il clima non proprio progressista dell'amministrazione Trump, il numero di personaggi (ricorrenti e non) appartenenti alla comunità LGBT sia in crescita, e attualmente rappresenti il 6,4% del totale (circa un migliaio). Inoltre pare che i personaggi LGBT che hanno un ruolo ricorrente siano aumentati a loro volta, con tutte le conseguenze del caso. Ad ogni modo è molto probabile che il trend rimarrà questo, e che i serial americani riserveranno ancora molte soddisfazioni in questo senso... Tantopiù che, come se non bastassero i serial gay friendly nuovi, siamo arrivati al punto di avere anche dei sequel di quelli storici a distanza di dieci anni dalla loro conclusione...

Ad ogni modo penso che sia interessante verificare come questo trend abbia iniziato a coinvolgere in manera sempre più diretta anche il mondo dei serial che alimentano l'immaginario pop contemporaneo, tant'è che proprio prima della pausa invernale i due serial che attualmente si contendono il pubblico degli appassionati fantascienza hanno fatto a gara in fatto di contenuti gay friendly.

Nella nona puntata di Star Trek Discovery (trasmessa in sumultanea anche in italiano su Netflix) si è visto - finalmente - il primo bacio gay del franchise. Non aggiungo altro per non rovinare la sorpresa a quanti non hanno ancora avuto modo di seguire la serie e hanno intenzione di farlo, ma mi limito a dire che la coppia in questione fa parte dell'equipaggio della nave (uno è l'ufficiale medico e l'altro e un ricercatore che ha acquisito un ruolo essenziale nella saga) e vive apertamente la propria relazione. Piccola curiosità: i due attori Wilson Cruz e Anthony Rapp sono entrambi gay dichiarati, e questo in effetti dà un certo valore aggiunto al messaggio lanciato da questo serial.


Comunque nella stessa settimana anche la serie The Orville, che comunque si ispira molto al futuro di Star Trek, ha deciso di mettere al centro l'amore gay... Anche se da un punto di vista prettamente chimico. Infatti, per dirla molto in sintesi e senza fare troppi spoiler, a bordo della nave - impegnata in una delicata missione di pace - arriva un esperto in antichi manufatti che potrebbe scoprire il modo per risolvere un contenzioso fra due razze aliene. Il suddetto esperto, però, appartiene ad una specie che quando è in calore emana ferormoni che fanno innamorare indifferentemente maschi e femmine... E alla fine il capitano della nave (interpretato dal produttore della seire, nonchè ideatore della serie animata de I GRIFFIN, Seth MacFarlane) non può fare a meno di esplorare nuovi aspetti della sua sessualità...

Inoltre un estratto dei ferormoni dell'alieno viene utilizzato per promuovere il processo di pace fra i due ambasciatori delle razze aliene in conflitto... E probabilmente una serial fantascientifico non si era mai spinto così in là in fatto di rappresentazione dell'omosessualità (e degli eventuali risvolti importanti che potrebbe avere nello sviluppo narrativo di una trama).

Ad ogni modo vi ricordo che dell'equipaggio della nave fa anche parte una coppia di alieni di sesso maschile con tanto di prole (a cui è stata dedicata una puntata, visto che sul loro mondo i rarissimi neonati di sesso femminile sono tenuti a subire un processo di correzione sessuale, e in questo caso i due genitori non erano d'accordo). Purtroppo al momento The Orville non è ancora stata doppiata in italiano, ma considerando che è stata già confermata una seconda stagione è probabile che presto o tardi si possa vedere ufficialmente anche dalle nostre parti.

In compenso quello che è successo in fatto di baci gay nei serial fantascientifici americani di ultima generazione mi ha fatto riflettere su quello che è successo nei serial italiani che si sono visti più o meno nello stesso periodo. Perchè, a quanto pare, anche dalle nostre parti si sono visti dei baci gay...

Il primo si è visto in Suburra, il primo serial italiano prodotto da Netflix (e che l'anno prossimo si vedrà su RAIDUE), ambientato nel mondo della criminalità romana. La serie è di fatto il prequel del film che si è visto nel 2015, e che a sua volta era ispirato al romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini. Nel serial, comunque, c'è modo di conoscere meglio Spadino, il figlio di un malavitoso che sta prendendo coscienza della sua omosessualità (proprio mentre gli si sta combinando un matrimonio)... E che si dichiara con un bacio al ragazzo malavitoso che gli ha fatto capire cosa è, e cioè Aureliano, beccandosi però una caterva di insulti omofobi...

Da notare che: 1) Chi ha visto il film del 2015 sa che Aureliano finirà per freddare Spadino, 2) Alla fine di questa prima serie Spadino si toglie i dubbi andando con un escort, ma in ogni caso si rassegna a fare sesso anche con la sua promessa sposa, per darle un figlio, 3) La madre di Spadino comunque ci tiene a mettere le cose in chiaro...


Sia come sia, come dicevo, questo non è l'unico bacio gay che si è visto in serial TV italiano di recente. Un altro, a sorpresa, è arrivato nella terza stagione di Gomorra (prodotta da Sky, e vista in chiaro su RAITRE), ambientata nel mondo della criminalità partenopea e ispirata al libro di Roberto Saviano. Questa volta abbiamo a che fare con un nuovo personaggio, Gegè, che fa il contabile (doppiogiochista) per uno dei clan della serie... E che a quanto pare ha una relazione segreta con un uomo in divisa... Che probabilmente verrà approfondita nelle prossime puntate.

Quindi diciamo che anche in Italia sono arrivati dei baci gay in alcune serie TV di un certo peso, però forse vale la pena di analizzare la situazione in maniera più oggettiva. Intanto bisogna considerare che le suddette serie vengono proposte da Netflix e da Sky, e solo in un secondo tempo vengono distribuite in chiaro sui canali RAI, che eventualmente possono optare per alcune censure (con Gomorra è successo), quindi non sappiamo ancora se i suddetti baci (e/o alcune situazioni a tematica gay) troveranno spazio anche sul digitale terrestre. Seconda cosa: le suddette serie nascono per essere vendute in tutto il mondo, anche perchè Gomorra è già arrivata in 170 paesi e Netflix mira perlomeno a raggiungerne altrettanti, e SICURAMENTE si è ritenuto commercialmente conveniente inserire delle sottotrame gay perchè ormai un serial TV senza sottotrame gay non sarebbe ritenuto competitivo a livello internazionale. Terza, ma non ultima cosa, i suddetti baci gay sono comparsi in serial ambientati nel mondo della malavita e sono stati dati da persone sessualmente confuse e/o moralmente ambigue.

L'ho già detto diverse volte, ma qui penso sia il caso di ripeterlo: in Italia, purtroppo, chi realizza produzioni televisive e cinematografiche, deve mettere in conto che c'è ancora un atteggiamento tendenzialmente omofobo in molti ambiti. Dalla distribuzione ai media presso cui potrebbero farsi pubblicità, passando per alcune fazioni di pubblico particolarmente schierate e rumorose... Che comunque anche nel caso di Gomorra non si sono trattenute...

Quindi la sensazione è che non sia stato proprio un caso se i baci gay più rappresentativi della stagione televisiva in corso, per quel che riguarda le produzioni televisive italiane, siano comparsi in serial ambientati nel mondo della malavita: uno dei pochi mezzi che hanno i produttori italiani per presentare tematiche gay senza rischiare boicottaggi è ancora quello di utilizzare contesti degradati, in cui si muovono personaggi sessualmente confusi, stereotipati o comunque tendenzialmente negativi, che si muovono in un clima di scontata omofobia che non consente a queste tematiche di essere rappresentate in maniera positiva, o comunque socialmente integrata. Quindi diciamo che i serial italiani a base di malavita si prestano benissimo allo scopo (a differenza di quelli a base di forze dell'ordine, di religiosi, di famiglie borgatare e via dicendo).

Anche perchè sono un ottimo pretesto per presentare l'omosessualità in maniera negativa senza fare la figura degli omofobi... Dando un colpo al cerchio e uno alla botte.

E la cosa, a suo modo, è anche abbastanza ironica considerando che ormai in Italia arrivano senza problemi i serial americani a cui la GLAAD fa i complimenti, e che si rivolgono a fasce di pubblico sempre più basse... Proponendo una visione dell'omosessualità decisamente più variegata e al passo coi tempi.

C'è da dire che comunque il fatto che se i serial televisivi italiani, che in teoria sarebbero quelli in cui il pubblico italiano potrebbe identificarsi di più, mantengano un certo tipo di approccio - del tipo "è meglio non parlarne, ma se proprio ne dobbiamo parlare non parliamone troppo bene e soprattutto non facciamo fare una figura troppo bella a chi lo è e non rendiamogli la vita facile" - non è esattamente una cosa positiva. In particolare per le nuove generazioni, e soprattutto per i giovani che vivono in un contesto omofobo e avrebbero bisogno di prendere coscienza che c'è anche un altro mondo possibile... E che magari in Italia ci sono gay che si baciano e che non hanno a che fare con la malavita, ad esempio.

Forse, però, è ancora chiedere troppo.

Quindi diciamo che non tutti i baci gay riescono col buco.

Certo è che, molto curiosamente, l'atteggiamento dei produttori televisivi e cinematografici italiani è in buona parte sovrapponibile a quello di chi produce fumetti nel nostro paese, anche se in effetti questi ultimi potrebbero avere molti meno vincoli e teoricamente non devono scendere a questo tipo di compromessi... E magari un giorno tornerò a parlarne.

Alla prossima.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Secondo me bisogna tenere conto proprio del fatto che i serial ormai sono pensati per il mondo. Tu dici che Suburra usa il vecchio stratagemma di scegliere una figura ambigua e marginale per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, parlando di temi gay ma lasciando intendere si tratti pur sempre di qualcosa non realmente normale, e sicuramente può essere percepito in quel senso. Se però guardiamo le cose con una prospettiva più ampia vediamo che all'estero vari siti gay (per esempio: tv-continues-underrepresent-queer-diversity-great-shows-buck-trend-20171111 ) hanno lodato Suburra proprio per un ritratto onesto di un gay che vada oltre lo stereotipo televisivo di maschio bianco, presentando un gay appartenente ad una minoranza molto particolare. Non mi sembra un elemento da sottovalutare...

Wally Rainbow ha detto...

Però bisogna anche considerare che i siti stranieri inquadrano la serie in ambito internazionale e io parlo di come ragionano i produttori nel sottoinsieme dei serial realizzati in Italia. Dove, per inciso, lo stereotipo del gay bianco, assertivo e "positivo", in realtà, non ha mai avuto occasione di diventare uno stereotipo :-) In questo i produttori di Netflix sono stati molto furbi, in effetti. E d'altra parte è una coproduzione realizzata con Cattleya e Rai Fiction, e il giorno in cui Rai Fiction acconsentirà ad essere associata a una produzione che propone un modello di gay vincente e portatore di valori positivi credo che non sia ancora venuto :-) E comunque Cattleya è la stessa casa di produzione di Gomorra... Tanto per chiarire :-)