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giovedì 3 marzo 2011

MA GUARDA UN PO'...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Per il post di oggi vorrei partire segnalandovi che questo sabato, presso la libreria Pier Open Space di Milano, si terrà una presentazione delle pubblicazioni delle Edizioni TEKE di Roma. Delle Edizioni TEKE ho parlato più volte, e siccome sono una persona onesta non mi sono trattenuto dal dire quello che pensavo, non foss'altro perchè si presentano ancora come quelli che hanno realizzato i primi manga YAOI (i fumetti omoerotici realizzati da autrici donne per un pubblico prettamente femminile) italiani, quando in realtà non è così...
Al di là della qualità dei loro prodotti (i gusti sono gusti), anche questa volta devo prendere atto che stanno seguendo passo per passo la strategia che caratterizzò la promozione dei primi YAOI italiani intorno al 2001 (quelli pubblicati dalla Echo Communication), e che purtroppo fu uno dei motivi che ne decretarono la fine prematura. Cercare di promuovere uno YAOI presso il pubblico gay, e in particolare presso il pubblico gay italiano (che, nella maggior parte dei casi, è molto terra terra), è un po' come andare a promuovere completi da sci femminili in un club di pescatori maschi... Magari a qualche pescatore degli sci rosa confetto (con la cuffia in tinta) possono anche interessare, ma alla maggior parte no. Ho reso l'idea?
Inoltre se - paradossalmente - un pescatore avesse la malaugurata idea di andare a pesca usando degli sci e l'esperienza gli risultasse sgradevole, potrebbe anche decidere che gli sport in generale non fanno per lui... Ora sostituite la parola sport con la parola "fumetto" e capirete perchè, tutte le volte che si cerca di promuovere gli YAOI e i BOYS LOVE presso il mondo gay italiano, ho sempre una certa paura che ci possano essere delle ripercussioni negative sul rapporto fra i gay italiani e i fumetti in generale, con tutte le conseguenze del caso. Di buono c'è che gli editori di lungo corso, come la Kappa Edizioni, hanno capito da tempo che questa strategia è fallimentare e nonostante continuino a pubblicare manga BOYS LOVE (quelli prodotti in Giappone, ovviamente), ormai da anni non li promuovono più presso il circuito omosessuale... Dove semmai si danno da fare per promuovere i loro fumetti con tematiche più propriamente gay...
Cosa che comunque ha un impatto molto relativo, visto che ormai il vero circuito culturale gay italiano è quello che si è creato su internet, e non certo nelle pochissime librerie gay italiane... E men che meno nel mondo dei locali, dove la gente non va certo alla ricerca di stimoli intellettivi. Il che mi porta a pensare che, se alla TEKE Edizioni non hanno ancora un sito o un blog ben visibile, forse avrebbero bisogno di rivedere un po' il loro concetto di mondo gay. Tra le altre cose internet sta diventando il principale circuito culturale gay anche in altre nazioni, come ad esempio la Francia. A testimoniarlo c'è anche il fatto che lo storico mensile gay Têtu, che teneva banco dal 1995 e che peraltro ha ancora una discreta tiratura, ha deciso di passare totalmente su internet a partire dal prossimo ottobre.
Questo succede anche perchè, dal 2009 al 2010, gli utenti che seguono mensilmente il suo sito sono passati da 100.000 a 700.000, e sicuramente è un dato da non sottovalutare. Attenzione però: il passaggio su internet di Têtu non può e non deve essere paragonato con la scomparsa dello storico mensile gay Babilonia di qualche anno fa, perchè si tratta di due situazioni ben diverse. Infatti la versione cartacea di Têtu è diventata superflua perchè in Francia i media generalisti (dai quotidiani alla televisione) si occupano già con competenza e professionalità degli argomenti legati alla comunità omosessuale, e lo fanno anche con una certa frequenza. In Francia una rivista gay mensile, per quanto curata, rischia comunque di arrivare in ritardo con le sue notizie e i suoi approfondimenti e l'unico modo per restare competitiva è appunto quello di puntare su un sito web che può essere aggiornato in tempo reale. La situazione che si è creata in Francia, in effetti, sembra molto simile a quella statunitense, tant'è che anche il mensile gay THE ADVOCATE ora è presente unicamente su internet.
La situazione italiana, purtroppo, è molto diversa. Infatti, se da una parte i media italiani parlano più spesso di omosessualità, dall'altra lo fanno in maniera molto confusa e approssimativa, mettendone regolarmente in risalto gli aspetti più folkloristici, o magari quelli legati ai fatti di cronaca o a qualche dichiarazione politica poco edificante. Ovviamente pensare di approfondire argomenti legati alla comunità gay in quanto tale, o peggio ancora alla sua cultura e alla sua sessualità, è ancora un tabù mediatico non da poco. Soprattutto in questo periodo, in cui fa molto comodo comunicare che l'omosessualità è il peggio del peggio, per poi poterla usare come metro di paragone per rendere meno gravi altri tipi di comportamento. In questo clima è evidente che i gay italiani possono avere solo degli spazi mediatici ad uso e consumo della popolazione etero, e non su misura per loro, come magari accade all'estero... Giusto per fare un esempio: il primo marzo il canale generalista francese CANAL+ ha trasmesso un documentario sul gay porn performer Francois Sagat (qui sotto potete vedere il promo)...

In Italia, oggi, una cosa del genere andrebbe oltre la fantascienza. Tant'è vero che, da noi, il gay porn performer Carlo Masi è stato escluso all'ultimo momento dal cast di una trasmissione televisiva dai toni totalmente soft, perchè ritenuto troppo compromettente... Penso che sia evidente che, in questo contesto, la mancanza di una rivista gay accessibile a tutti (e non solo a coloro che frequentano i locali) si faccia sentire. Senza contare che internet, in Italia, è ancora di difficile fruizione su ampie porzioni del nostro territorio, lasciando tantissimi omosessuali in una condizione di isolamento, con tutti i problemi che ne derivano (e che si vanno ad aggiungere a una situazione complessiva non proprio idilliaca). La cosa un po' preoccupante è che, in un momento in cui rivendicare l'identità gay sarebbe davvero importante, i circuiti gay italiani continuano a fare di tutte le erbe un fascio... E così gli YAOI saranno anche il tema della serata del 10 marzo alla discoteca Re Chic di Roma...
Tra le altre cose mi dicono anche che questa discoteca sia abbastanza quotata nell'ambiente bear, e faccio davvero molta fatica a capire in che modo gli YAOI (e magari gli YURI) possano avere qualche attrattiva per questo tipo di pubblico. Inoltre il 19 marzo ci sarà anche l'evento YAOI organizzato dalle Edizioni TEKE nella Gay Street romana... Non so voi, ma io ho come la sensazione che in tutto questo ci sia qualcosa che non torna. É davvero possibile che, ancora nel 2011, la scena culturale gay sia così povera da dover prendere in prestito l'immaginario degli YAOI (che, vi ricordo, è concepito e realizzato a misura di donna etero) per animare una serata gay in discoteca e fare presentazioni nelle librerie gay? Secondo me è qualcosa su cui bisognerebbe riflettere in maniera molto seria.
Voi cosa ne pensate?

12 commenti:

Albireo ha detto...

purtroppo gli yaoi o yuri sono una via di mezzo tra LUI e LEI, insomma un evento del genere(Serata YAOI esempio) può avere un maggior riscontro economico perchè si attirano più fette di popolazione:i gay, i fan dei manga yuri, le ragazze love yaoi, i curiosi, ecc.
se si facesse solo un evento BARA MANGA, o una serata a tema Tagame in uno di questi locali sicuramente sarebbe più apprezzato(a mio giudizio) dal punto di vista maschile gay, ma non avrebbe nessun interesse per gli altri.
Perchè non si organizzano eventi del genere dunque?
la risposta è ovvia non renderebbero quanto gli yuri e yaoi, senza contare che (spero che nessuno se la prenda a male per quello che sto per dire) molti gay non sono dichiarati, mischiarsi quindi tra: curiosi, oatku, ragazze love yaoi, ecc. è molto più facile, che andare in un locale Bara-manga.
Secondo me sarebbe utile fare una fusione di due o più eventi, del tipo: in quel locale contemporaneamente ci sono i due eventi YOAOI&BARA così da poter unire il "gusto" del cliente con il profitto del locale.

Luca ha detto...

Canal+ ha fatto di più, ha programmato una "notte gay" (la quindicesima della serie, in realtà), un'intera programmazione con I love you Philip Morris in prima serata, tre documentari (tra cui quello di Sagat) e A single man.

Davvero Tetu passa tutto in digitale?? non l'ho letto da nessuna parte! Peccato però

Luca ha detto...

ah, la foto del pescatore qui sopra è... notevole... :PP

Lorenzo Ridolfi ha detto...

Io penso che questo prendere gli yaoi per rappresentare l'omosessualità sia una cosa voluta, nel senso che gli yaoi spaventano meno sono più mimetizzabili da manga generici e hanno un pubblico più vasto (forse le donne ne acquistano in maggior numero rispeto agli uomini) certo che la loro presentazione in una discoteca bear suona come un controsenso, ma mi domando quanti maschi gay fuori da internet conoscano i bara manga.

Mauro Padovani ha detto...

ma gli autori/autrici di questi "haoi" sono gay oppure tristemente autori etero?

Wally Rainbow ha detto...

Generalmente sono autrici e sono etero. A modo loro gli YAOI sono il corrispettivo femminile dei fumetti porno a base di lesbiche per il pubblico etero, che infatti sono disegnati perlopiù da maschi eterosessuali.

Mauro Padovani ha detto...

Mi sorprendo dunque che il mondo gay e specialmente "bear" danno spazio a certa roba. Ma in Italia non mi sorprendo più di nulla...I gay italiani alla fine hanno ciò che si meritano.

Wally Rainbow ha detto...

Beh... Il grosso problema dei gay italiani (e di coloro che si rivolgono al loro mercato) è che danno per scontato che per essere dei gay realizzati e competenti basti avere una vita sessuale soddisfacente, e quindi non di prendono la briga di approfondire gli argomenti gay in maniera seria. Il pressapochismo e la confusione sono solo una conseguenza. Se qualcuno volesse fare una bella serata a base di fumetti gay basterebbe solo dare un'occhiata a google... Per dire: una serata BLACK WADE coi go go boys vestiti da pirati non sarebbe un'idea migliore?

Luca ha detto...

perché "tristemente"? È sbagliato valutare la produzione yaoi con i nostri parametri occidentali, perché si riferisce ad una cultura diversa con i suoi costumi come quella giapponese.

Luca ha detto...

Tra parentesi, non a caso diversi gruppi "storici" di appassionati di Yaoi in Italia (L'YSAL ad esempio), sono guidati e costituiti in maggioranza da donne, con una minoranza di gay e un'ancor più esigua minoranza (ovviamente) di uomini etero.

Va detto che l'interesse per lo Yaoi nel pubblico gay ha diverse ragioni, per come la vedo io. Una è il boom generale dei manga negli ultimi 15 anni, che hanno attirato al fumetto tantissimi giovani (tra cui, ovvio, gay). La seconda è la scarsità di prodotti fumettistici destinati al pubblico gay, specialmente del tipo di fumetti dello yaoi (ossia cose anche esplicite riguardo a scene di sesso ma che comunque hanno un romanticismo di base - va detto che i fumetti puramente pornografici gay sono comunque una rarità quantomeno in Italia).

Insomma, era un po' ovvio attendersi questo interesse da parte della comunità gay verso gli yaoi. Il vero problema sono stati gli editori che, ottusi come sempre riguardo a queste tematiche, hanno assimilato lo Yaoi al fumetto gay quando è tutta un'altra cosa.

Emma ha detto...

In parte sono d'accordo con te, lo yaoi è molto lontano dal mondo gay, anche se devo essere sincera conosco molti moltissimi ragazzi gay, miei coetanei (dai 16 ai 24 anni circa) che amano e leggono fumetti yaoi, ciò non toglie che siano destinati ad un pubblico femminile e a volte, per l'ingenuità con cui sono scritti e descritti mi fanno sorridere (diciamo che forse è un mio problema, visto che non sopporto le smancerie che si trovano in certi yaoi e in certi shojo), certe volte si sforzano di trattare tematiche gay che vengono affrontate in modo un po' ridicolo, senza profondità. Lo yaoi infondo è un modo per evadere, soprattutto è una novità per le donne, non abituate ad poter fruire di qualcosa di erotico su misura per loro...

Vorrei precisare che (credo)la Teke abbia in cantiere alcuni fumetti di autori gay, quindi penso che il loro progetto sia di spaziare nella sessualità.

Wally Rainbow ha detto...

Siccome anche io so che ci sono autori gay che stanno per pubblicare con la TEKE ammetto di essere abbastanza curioso di vedere cosa produrranno. C'è da dire che gli appasisonati gay di yaoi, generalmente, sono appassionati anche di altri tipi di manga e magari anche di manga per ragazze (di cui gli yaoi di fatto sono un sottogenere), quindi il fatto che sono gay non lo vedrei collegato più di tanto al fatto che leggono yaoi :-)