Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Anche oggi mi sa che dovrete leggervi un bel post ai confini della realtà, di quelli che ti fanno chiedere perchè mai in Italia ci sono ancora così tante persone convinte che il nostro scenario culturale non sia poi così diverso da quello degli altri paesi occidentali. Ripartiamo dal programma della San Diego ComiCon, la fiera del fumetto più importante degli USA (che partirà il prossimo giovedì). Fiera che, negli ultimi anni, è diventata sempre più gay friendly e che nell'edizione 2010 è arrivata a proporre un'esclusiva edizione "gay" dei soldati imperiali di Star Wars...
In ogni caso, dopo la conferenza sui gay nel fumetto di cui vi ho parlato nello scorso post, sono state confermate altre quattro conferenze a tema, che ora vado ad elencarvi:
"Buffy The Vampire Slayer and LGBT Comics Fandom": giovedì 21 luglio 5:00-6:00pm.
Un incontro tutto dedicato ad analizzare il rapporto fra un cult televisivo gay friendly e il pubblico LGBT, anche in seguito alla pubblicazione del sequel a fumetti. Il moderatore sarà Charles "Zan" Christensen (presidente della Prism Comics) e all'incontro parteciperanno diversi autori e interpreti della serie, tra cui Scott Allie, Andrew Chambliss, Jane Espenson, Drew Greenberg, Tom Lenk e Sierra Hahn, ma sono previsti degli interventi a sorpresa!
"LGBTX: The X-Men's Queer Characters, Themes, and Fans": giovedì 21 luglio 6:00-7:00pm.
Qual'è il rapporto che lega l'universo narrativo degli X-Men al mondo LGBT? Perchè il pubblico omosessuale si identifica nei suoi personaggi? Quali sono le prospettive di sviluppo dei personaggi omosessuali nel mondo mutante? Il moderatore sarà Chance Whitmire (dal sito Fanboys of the Universe) e discuterà dell'argomento con personaggi del calibro di Peter David (X-Factor), Phil Jimenez (Astonishing X-Men), Chuck Kim (Age of X), Marjorie Liu (Daken: Dark Wolverine), Scott Lobdell (Uncanny X-Men) e Zack Stentz (X-Men First Class).
"Publishing Queer: Producing LGBT Comics and Graphic Novels": venerdì 22 luglio 1:00-2:00pm.
Una volta i fumetti a tema gay vivevano ai margini del fumetto mainstream, mentre oggi la situazione sta radicalmente cambiando. Cosa è cambiato negli editori e nel pubblico? Come vengono proposti e pubblicizzati questi prodotti? Oggi è meglio autoprodursi o rivolgersi a un editore? L'incontro è moderato da Justin Hall (Glamazonia) e vedrà la partecipazione di Brian Andersen (So Super Duper), Charles "Zan" Christensen (editore della Northwest Press), Jacquelene Cohen (editrice delal Fantagraphics), Shannon O'Leary (editrice e gionalista), Bob Schreck (caporedattore della Legendary Pictures) e Tony Valenzuela (della Lambda Literary Foundation).
"Bent Comix: The Next Wave of Gay Cartooning": Sabato 23 luglio, 4:00-5:00pm.
Nel 2008 uno sparuto gruppo di fumettisti fondò la Bent Comix, che nasceva per essere una cooperativa per chi voleva produrre fumetti alternativi a tema queer. Col tempo l'iniziativa si è evoluta e ha coinvolto un numero crescente di persone, fino ad arrivare a creare una propria manifestazione: la Bent Con. Oggi la Bent Comix è una realtà in espansione e un vero e proprio esempio nell'universo dell'editoria indipendente, e forse vale la pena di approfondire l'argomento. Il moderatore sarà J. D. Glass (Core), che affronterà l'argomento con Dave Davenport (Hard to Swallow), Jeff Krell (Jayson), Steve MacIsaac (Shirtlifter), Brad Rader (Harry and Dickless Tom), Jody Wheeler (DoorQ.com) e Sean-Z (Myth).
Non male, vero? E per chi non ne avesse abbastanza venerdì 22 luglio si terrà l'ormai classico gay superhero party in cosplay al Rich's Dance Club San Diego. Se siete fra i fortunati che andranno alla San Diego ComiCon potreste farci un pensierino...
A questo punto potrei tornare a dire che nelle fiere del fumetto italiane tutto questo non è nemmeno concepibile, ma questa volta vorrei aggiungere una piccola considerazione. Infatti quest'estate avremo anche una convention fumettistica italiana, che si terrà a San Marino dal 19 al 21 agosto. Buona parte della manifestazione celebrerà i primi trent'anni del fumetto di Dago, fumetto noto anche per essere incentrato su di un avventuriero che si muove in un'epoca rinascimentale in cui gli omosessuali non sono contemplati... Tant'è che nelle sue pagine persino Michelangelo viene presentato come un eterosessuale convinto. E dove, ovviamente, il bel protagonista non cade mai in tentazione con qualcuno che non sia del gentil sesso...
Paese che vai, fiera del fumetto che trovi... Detto questo, se siete in vena di vacanze alternative e vi piace andare in zone un po' più fresche, vi segnalo anche che presso il Röhsska museet, il museo del design di Göteborg (in Svezia), fino a fine agosto si terrà una bella esposizione dedicata all'illustrazione omoerotica giapponese. Si parte dalle stampe ottocentesche per arrivare agli artisti contemporanei come l'imprescindibile Gengoroh Tagame. Per darvi un'idea qui di seguito potete vedere qualche scatto.
Prego notare la raffinatezza dell'allestimento... A proposito di mostre di arte omoerotica giapponese: qualche giorno fa ho chiacchierato un po' con Masahiko Takagi, il curatore della mostra che fra poco verrà allestita a Parigi e che l'anno prossimo dovrebbe arrivare a Milano. Premesso che per Milano è ancora un po' in alto mare e non mi ha saputo dire nulla di preciso, quando gli ho fatto notare che la sua sarebbe stata la prima mostra di arte omoerotica di livello internazionale ad arrivare in Italia dopo anni era alquanto incredulo. Reazione molto comprensibile, anche perchè da una nazione come l'Italia, che tanti artisti ha prodotto in passato, gli stranieri si aspettano sempre un rispetto incondizionato per tutto quello che ha a che fare con l'arte. Che dire? Speriamo che la mostra arrivi sul serio, anche perchè se dobbiamo aspettare quelle italiane l'attesa potrebbe essere molto lunga. In compenso la libreria Pier Pour Hom Open Space di Milano ha indetto il suo primo concorso artistico.
Entro il 31 luglio sarà possibile iscriversi (versando la "modica" cifra di 100 euro), e nel mese di settembre si potranno consegnare le opere, che saranno divise in otto categorie: scrittura, teatro, grafica, pittura, scultura, fotografia, video e (incredibile a dirsi) fumetti! Il premio consiste nella pubblicazione di 200 copie per i vincitori di ciascuna categoria, mentre il tema è "omosessualità e discriminazione nell'Italia contemporanea". Potete leggere il bando CLICCANDO QUI. Impegnativo, vero? Considerando la totale mancanza di simili iniziative sul territorio italiano si tratta senz'altro di una buona idea, anche se effettivamente non è proprio il massimo per almeno tre motivi. Il primo è che la quota d'iscrizione, soprattutto di questi tempi, potrebbe non essere alla portata di tutti (soprattutto se parliamo di artisti squattrinati). Forse rimediare uno o due sponsor non sarebbe stata una cattiva idea. Il secondo è che questa iniziativa non è stata pubblicizzata da nessuna parte al di fuori del sito del negozio (io stesso ne sono venuto a conoscenza perchè me lo ha segnalato un affezionato lettore di questo blog). Il terzo è che il negozio si preoccuperà di pubblicare le opere vincitrici, ma non si parla di distribuirle o promuoverle, il che significa che potranno essere acquistate unicamente presso Pier Pour Hom... Certo è meglio di niente, tuttavia - considerando anche la particolare situazione italiana - forse ci sarebbe stato bisogno di un'iniziativa studiata e promossa in maniera diversa... Ma tant'è. D'altra parte non è detto che la suddetta iniziativa possa trovare spazio nei media gay italiani, visto che viene promossa da un negozio e risulterebbe pubblicità gratuita. Proprio qualche giorno fa, ad esempio, avevo proposto a Gay.It di realizzare un'intervista al nuovo direttore editoriale della Gmuender, in occasione del suo insediamento e dei trent'anni della casa editrice gay più nota d'Europa. La risposta è stata che di pubblicità gratuita alla Gmuender ne facevo già abbastanza con le mie recensioni, e quindi mi hanno bocciato l'idea, perchè la pubblicità "si paga". Niente da eccepire, certo è che poi non bisogna stupirsi più di tanto se in Italia la situazione è quella che è. In compenso, visto che questo blog lo gestisco io, mi posso permettere di segnalarvi che proprio la Gmuender ha intenzione di esplorare una nuova nicchia di mercato, quella dei romanzi illustrati. Il primo titolo sarà BOYS OF VICE CITY, ristampa di un classico scritto da Llyod Mangram e illustrato da Oliver Frey/Zack nell'ormai lontano 1980. Qui sotto potete vedere il trailer...
Ironia della sorte il romanzo in questione è ambientato a Roma, o per meglio dire nei dintorni di Cinecittà, dove un giovane aspirante attore americano viene catapultato in uno star system vizioso e pieno di individui senza scrupoli. Dopo tanta fatica (e tanta ginnastica) troverà il vero amore? Chissà... Ovviamente questo libro non ha mai avuto un'edizione italiana, men che meno negli anni '80. Potrebbe averne una ora? Ho più di qualche dubbio al riguardo, ma la speranza non muore mai. Certo è che anche questa notizia può offrire molti spunti di riflessione.
Alla prossima.
2 commenti:
"Gay Empire", I love that.
You have a great blog, in case you want to visit mine here's a link:
www.artbyarion.blogspot.com
• interessante l'approccio altamente qualificante di Gay.it alla questione Gmunder
• premetto che ho una mia personale (e assai critica) opinione verso i concorsi in generale specialmente quelli diretti agli emergenti o che si rivolgono a "nicchie" di mercato (o di interesse) ma quello che propone il Pier è la tipica formula da cui tenersi alla larga. 100 euro per iscrivere un opera in un concorso alla sua (prima?) edizione, non supportato da un adeguato ufficio stampa, che promette pubblicazione (quando una decorosa stampa digitale di un fumetto a colori di media paginazione si aggira attorno ai 3-4 euro a copia - partendo anche da pochissime copie)? Premetto che ho una mia personale (e assai critica) opinione verso i concorsi in generale specialmente quelli diretti agli emergenti o che si rivolgono a "nicchie" di mercato (o di interesse), ma mi pare che quello proposto corrisponde alla formula di tanti altri a "rischio 0 e massimo rientro" per chi lo organizza ma dal quale tenersi alla larga per tutti gli altri
- 100 euro per iscrivere un opera in un concorso alla sua (prima?) edizione
- non supportato da un adeguato lavoro di ufficio stampa
- che promette pubblicazione di 200 pezzi che finiranno presto dimenticati su uno scaffale o peggio nel solaio del vincitore?
A questi livelli un artista emergente ha bisogno di FORTE di visibilità e di occasioni che possano mettere in risalto le sue (eventuali doti) non di concorsi dove paghi per il potenziale privilegio di essere "prodotto" da terzi.
PS: interessante l'approccio - altamente qualificante - di Gay.it alla questione Gmunder, non stupirti è il pensiero "forte" anche di molte redazioni non web.
A questi livelli un artista emergente ha bisogno di FORTE visibilità se i presupposti sono questi la vedo difficile
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