Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi non potevo fare a meno di iniziare questo post segnalandovi qualcosa che, con una buona dose di involontaria ironia, mette in luce ancora una volta le differenze che ci possono essere fra l'Italia e gli USA. Dovete sapere che agli attori porno gay americani (o gay porn performer, come si dice oggi), si aprono le porte di diverse attività collaterali. Una di queste è la carriera di modelli per le copertine dei romanzi omoerotici, che in america rappresentano una nicchia di mercato molto fiorente fin dagli anni '60. Ultimamente, ad esempio, è molto attiva una scrittrice che si chiama J.P. Barnaby e sulla copertina del suo ultimo romanzo compare il gay porn performer Trent Diesel.
Ne parlo qui perchè il suo prossimo romanzo, che sulla copertina mette in evidenza il porn performer Parker Perry (e che uscirà in agosto) ha un titolo molto evocativo: PAPI.
Non so cosa ne pensate voi, ma penso che ci sia una certa ironia nel fatto che negli USA, dove i diritti gay procedono abbastanza speditamente, la parola PAPI verrà presto associata ad un romanzo omoerotico... Mentre in Italia, dove i gay rimangono dei nulla giuridici, la parola PAPI - da un po' di tempo a questa parte - richiama alla mente concetti del tutto diversi (e non mi riferisco alle cariche religiose). Paese che vai, PAPI che trovi, come fa notare anche la recente copertina di un noto settimanale tedesco (vi prego di notare Ruby e Noemi in versione sirena, mentre l'Italia viene staccata dall'Europa e va alla deriva)... Al di là di questo, però, vale anche la pena di segnalare che J.P. Barnaby, per i suoi libri, si documenta proprio visionando video porno gay di qualità, tant'è che ha ammesso molto candidamente di essersi iscritta a non meno di dodici siti gay hard a pagamento negli ultimi due anni e di avere una certa predilezione per Brent Corrigan (se non sapete chi è lo vedete qui sotto)...
Che dire? Per l'Italia una situazione del genere, in cui il porno gay ispira delle scrittrici che campano con i loro romanzi omoerotici, è ancora abbastanza inverosimile. Tuttavia il caso di J.P. Barnaby dimostra che questo è possibile, e dovrebbe essere un motivo in più per avere fiducia nel futuro, anche se in effetti in Italia si parte abbastanza svantaggiati, e non solo dal punto di vista letterario. Ad esempio: il 20 luglio è morto Lucian Freud, un famosissimo pittore inglese specializzato in ritratti di nudo decisamente sensuali.
Attenzione però: non si trattava di un pittore gay, ma di un pittore eterissimo (aveva avuto diverse mogli, e circolava la leggenda che avesse avuto una quarantina di figli illegittimi sparsi per il mondo), che però non rimaneva immune al fascino del corpo maschile. Anzi: più volte aveva sostenuto che l'omosessualità e l'omoerotismo erano due elementi da difendere strenuamente per favorire lo sviluppo di una scena culturale vivace e dinamica.
Probabilmente tanta apertura era dovuta anche al fatto che, dopo essersi trasferito a Londra per sfuggire dai nazisti, ancora diciassettenne aveva iniziato a frequentare i salotti intellettuali di alcuni omosessuali di spicco, come Stephen Spender e Cyril Connoly. Sia come sia, nel tempo, aveva incentrato la sua arte sul rapporto che c'era fra pittore e modello, nel senso che per realizzare i suoi ritratti voleva conoscere chi posava per lui, per cercare di coglierne anche il carattere, la storia e le emozioni.
Pare che in questo fosse davvero puntiglioso, tant'è che per realizzare uno dei suoi quadri ci impiegò addirittura 17 mesi (e ben 2400 ore di posa)! Sia come sia mi sembrava doveroso ricordarlo, anche perchè dimostra che, oltre all'arte gay, può esistere un'arte gay friendly che può dare il suo contributo al progresso dei costumi e della società. Inoltre sapere che si sono degli artisti etero che riconosco la sensualità del corpo maschile, invece di negarla e reprimerla per assecondare la società o la loro omofobia, è comunque un pensiero confortante e gratificante, non trovate? Certo poi è triste pensare che in Italia non ci siano artisti contemporanei come Lucian Freud, ma d'altra parte può anche essere che ci siano e non vengano valorizzati, visto che il tabù del nudo maschile in Italia è particolarmente sentito...
Probabilmente non è un caso se dalle nostre parti gli artisti che dipingono nudo maschile vengono regolarmente snobbati, e probabilmente non è un caso il fatto da noi che la vita, le opere e la morte di Lucian Freud siano passate praticamente sotto silenzio. Anche nel mondo gay. Certo da noi c'è anche un altro "problema" che gli altri paesi non hanno: il fatto che l'Italia abbia un passato artistico glorioso finisce inevitabilmente per dirigere il suo sguardo verso i tempi che furono. E questo si nota in particolar modo quando si prendono in considerazione gli artisti gay. Ad esempio: l'editore Skira ha appena pubblicato un libricino, dal titolo LE CALZE ROSA DI SALAI, che racconta in maniera leggermente romanzata - e attraverso le testimonianze del tempo - la vita di Gian Giacomo Caprotti da Oreno, meglio noto come Salai. Per chi non lo sapesse si trattava del giovane apprendista e amante di Leonardo Da Vinci: analizzando il rapporto che lo legava al suo maestro oggi lo potremmo definire tranquillamente un "mantenuto". E, se gli amanti di Leonardo non vi bastano, da poco è in commercio anche un saggio che parla del nudo nel '500 italiano, dove si mettono in luce i rapporti fra Michelangelo e il mondo omosessuale dell'epoca.
Sicuramente è già tanto che in Italia inizino a circolare dei volumi che dicono le cose come stanno senza censure, ma è curioso notare che nelle nostre librerie sono totalmente assenti i volumi che parlano del nudo maschile contemporaneo, anche senza inquadrarlo necessariamente nel contesto dell'arte gay. Il tutto mentre in inglese la saggistica sull'argomento non manca, e non mancano nemmeno i libri che affrontano il tema dell'arte e degli artisti gay dalla preistoria ad oggi. Come ad esempio il recente volume che vedete qui sotto (e che io, ovviamente, mi sono fatto subito arrivare).
Evidentemente l'approccio alla questione è decisamente diverso, e sicuramente all'estero è più dinamico e moderno rispetto a quello italiano. Se siete in vena di arricchire la vostra biblioteca, e di sostenere questo BLOG, potete acquistare questi volumi utilizzando i link sottostanti.
Certo è che questa tendenza della cultura italiana a proiettarsi verso il passato alla fine fa passare il messaggio che l'Italia - dal punto di vista artistico - sia fondamentalmente un grande museo e che preferisce crogiolarsi nelle glorie passate piuttosto che puntare verso il futuro... E in effetti, sotto molti punti di vista, è davvero così. Il problema è che, se è vero che l'arte è l'espressione di una cultura, è anche vero che la cultura di una nazione è influenzata dall'arte, e dove l'arte rimane ferma la cultura la segue. E lo sapevano bene i grandi artisti del passato, che pur dovendo vivere lavorando su commissione, con le loro opere hanno saputo rivoluzionare la loro società e le epoche a venire. E infatti se li chiamano "geni" un motivo c'è. Vi faccio un esempio banale: nella piazza principale di Bologna si trova la fontana di Nettuno scolpita dal Gianbologna.
Ora: al di là del valore artistico è indubbio che una scultura di questo tipo lancia un forte messaggio di sensualità maschile e piacere omoerotico. Non a caso Gianbologna si era sempre dichiarato un grande ammiratore proprio di Michelangelo, e come Michelangelo aveva realizzato parecchie sculture di maschioni in pose provocanti anche per gli standard di oggi, come quella che vedete qui sotto.
Quando si realizzano opere di questo tipo, e le si mette in piazza, è ovvio che finiscono per influenzare le prospettive di chi ci passa accanto, e per attirare le persone che in certe opere si identificano. Infatti, nel tempo, Bologna è diventata una città con una grande comunità gay. Sarà un caso? E sarà un caso che lo stesso sia avvenuto a Firenze, altra città nota per i suoi nudi maschili? E sarà un caso se le città italiane senza nudi maschili famosi (anche a livello di eredità greca e romana) non sono mai diventate molto "gay"? Ci sono stati degli studi, ovviamente inediti in Italia, che hanno dimostrato che in Europa le città che storicamente hanno attirato più omosessuali - dal Rinascimento in poi - sono state quelle che mettevano in piazza statue come queste, o in cui i potenti commissionavano soggetti dai risvolti omosessuali, come i vari "rapimenti di Ganimede" (che raffiguravano il dio Zeus che si trasformava in aquila per rapire un pastorello di cui si era innamorato).
Il messaggio era chiaro: se venivano commissionate ed esibite queste opere veniva accettato anche chi le apprezzava, e comunque si poteva star certi che in quelle città quelli che le apprezzavano non erano pochi. In poche parole fra arte e cultura si crea da sempre un circolo di idee che influisce sulla società e che dalla società viene influenzato. Quando questo circolo si interrompe si bloccano l'arte, la società e la cultura. E se nel Rinascimento i nudi maschili in bella mostra lanciavano un messaggio di relativa tolleranza nei confronti degli omosessuali, il tabù del nudo maschile nell'Italia di oggi, persino nel mondo dell'arte, cosa può significare?
Secondo me varrebbe la pena di rifletterci seriamente.
Alla prossima.
2 commenti:
I libri che proponi sembrano veramente interessanti, in particolare mi ispira quello su Michelangelo.
Magari inizierò a segnalare libri con maggiore frequenza... :-) Grazie per l'apprezzamento.
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