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lunedì 10 giugno 2013

IL LIBRO DI ENOCH

Ciao a tutti, come va?
Buone notizie sul fronte dei (pochi) personaggi LGBT che sono entrati nella storia del fumetto italiano. Infatti la Panini ha annunciato che si occuperà della riedizione definitiva, e a colori, dell'apprezzatissimo GEA di Luca Enoch, che fra i suoi tanti meriti ebbe quello di proporre un comprimario gay muscle bear estremamente lontano dai tipici stereotipi che hanno sempre caratterizzato i personaggi omosessuali nel fumetto popolare italiano.
La serie verrà ristampata integralmente in tre volumi di lusso alla "modica" cifra di 24 euro l'uno, che diventano 29 se siete feticisti e volete l'edizione deluxe con cofanetto. Probabilmente con la dipartita di Sergio Bonelli la casa editrice è diventata più elastica anche in fatto di collaborazioni esterne. Speriamo in bene. E speriamo (tanto) che questa elasticità si possa manifestare anche nell'ultima serie Bonelli, che debutta proprio in questi giorni e che vede - fra i suoi ideatori - proprio Luca Enoch. Mi sto riferendo - ovviamente - al più volte annunciato Dragonero, prima serie mensile  fantasy della Bonelli.
La speranza è che, visto che si tratta di una serie con Luca Enoch di mezzo e visto che in i sottotesti omosessuali più o meno espliciti sono diventati una caratteristica sempre più presente - e apprezzata - in ogni buon fantasy che si rispetti (dai romanzi ai serial TV, passando per fumetti e videogames), primo o poi faccia la sua comparsa, in maniera dignitosa, anche da queste parti...
Editore permettendo.
Anche perchè inizia ad essere un po' imbarazzante constatare che - ancora nel giugno 2013 - ci dobbiamo ritrovare in edicola solo rappresentazioni dell'omosessualità come quella che compare in DAVVERO n°4...
Come temevo, infatti, la sceneggiatrice Paola Barbato ha ripreso pari pari la caratterizzazione di alcuni personaggi gay già comparsi nella versione online del suo fumetto, accentuando l'associazione di idee fra maschi gay/donne mancate/drag queen.
Non che ci sia niente di male a essere drag queen o ad essere gay femminili: il problema nasce dal fatto che queste associazioni di idee sembrano davvero le uniche che possono trovare posto nel fumetto italiano che esce in edicola, fornendo una rappresentazione molto circoscritta dell'omosessualità e dei suoi modelli...
Una rappresentazione ad uso e consumo del pubblico etero che in questo modo si sente rassicurato dal fatto che: 1) i suoi pregiudizi sono esatti e non vanno rivisti, 2) gli omosessuali maschi non possono entrare in competizione diretta con i maschi etero, 3) i gay sono persone eccentriche che vivono nel loro mondo di piume e paiettes, e quindi non rappresentano un pericolo per l'ordine costituito. Oltretutto presentare omosessuali attempati sembra anche avere un valore aggiunto, nella misura in cui allontana il "fantasma" dell'omosessualità dalla fascia d'età dei protagonisti, che si presuppone essere anche quella del pubblico. Da notare che, nel frattempo, questo fumetto non si fa problemi ad indugiare sulle grazie della protagonista femminile... Anche se certe inquadrature sono tutt'altro che essenziali allo sviluppo della trama.
Immagino che la cosa si commenti da sola... Tuttavia ritrovarmi a segnalare una cosa del genere in un fumetto che si trova in edicola proprio nel mese del Gay Pride assume un valore particolare. Soprattutto se si considera che nel suddetto fumetto c'è anche qualche inquadratura che si riferisce al Gay Pride di Bologna del 2007, e che ovviamente ne mette in primo piano i protagonisti più eccentrici...
Leggendo il fumetto, in effetti, si fa molta fatica a capire se le intenzioni dell'autrice sono genuinamente gay friendly o se sono solo un goffo tentativo di essere politicamente corretti senza urtare i pregiudizi omofobi del pubblico.
Motivo in più per sperare che il ritorno mensile di Luca Enoch in edicola cambi un po' le carte in tavola.
Incrociamo tutti le dita.

3 commenti:

Orlando Furioso ha detto...

In riferimento alla Barbato (e a Qualsiasi Autore/trice): non è che essere un/a Famoso/a Autore/trice di Fumetti ti mette automaticamente dalla parte delle persone con idee progressiste, liberal e gay-friendly, eh.
Il Dorato Mondo del Fumetto Italiano è zeppo di omofobi/e, maschilisti/e, sessisti/e, kattolici/e integralisti/e fanatici/e, fascisti/e. Anche non necessariamente dichiarati. Anche non necessariamente consapevoli di esserlo (specie per l'omofobia: ho "amici di facebook" che, convinti di dire cose "gay-friendly", becereggiano la peggiore omofobia, quella strisciante e non del tutto consapevole...).
Stesso discorso per le case editrici.
Sta a noi per primi/e boicottare non acquistando e denunciare l'omofobia dove e quando c'è.
In questo, il tuo blog è un'indispensabile fonte di info e notizie in tal senso.
Ciao
Orlando

Wally Rainbow ha detto...

:-) Grazie per la considerazione :-)

Du'Righe ha detto...

Se posso, vorrei dire la mia in generale:
Ho sempre considerato il fumetto e l'animazione delle forme di narrativa.

Di solito, correlo a una narrativa falsamente innovativa, una contraddizione di fondo tra Ego - Sè - Società.
Ricerca di un'identità propria (ancora in boccio), manifesta con orgolgio bambino nel momento in cui si racconta ogni cosa, persona o sensazione in maniera superficiale. Alla fiera dello sterotipo andante si collega (soventemente) anche la sagra dell'esperto inacculturato.

Tornando all'argomento "DAVVERO":
grazie al nostro Maestro Jedi nel mondo della cultura LGBTQI (Wally); sono riuscita - finalmente - a scorgerne l'essenza e ho capito che su certi temi, perfino una fiction RAI con Lino Banfi... sa osare di più!

Con affetto e, a presto sentirci.
Carla