Ciao a tutti, come va?
Il post di oggi parte dal fatto che il 7-8-9 marzo si terrà la nuova edizione di Mantova Comics, una delle poche manifestazioni fumettistiche italiane in cui l'aspetto professionale/culturale ha ancora lo stesso peso di quello commerciale e ludico. Infatti resta una delle poche manifestazioni che fa arrivare appositamente in loco talent scout ed editors stranieri per valutare i lavori dei fumettisti (o aspiranti tali) che vogliono collaborare con editori esteri. Certo, ora molte cose si possono ovviare con e-mail e altro, ma è pur vero che incontrare di persona un editor vuol dire saltare molti passaggi, ed è comunque tutta un'altra cosa. Parlo di questa cosa perchè, fra gli editor che interverranno a Mantova Comics 2014, c'è anche il simpatico Daniel Ketchum...
Classe 1981, lavora come supervisore editoriale alla MARVEL dal 2006 e viene a Mantova alla ricerca di nuovi talenti. Perchè ne parlo qui? Perchè, tanto per cambiare, sui siti e i blog italiani di fumetti hanno tutti riportato con un certo entusiasmo questa notizia, omettendo però un'informazione che, volendo, non è proprio secondaria: Daniel Ketchum è gay dichiarato, orgoglioso di esserlo e assolutamente bendisposto verso un certo tipo di tavole. Nel senso che, una volta tanto, se siete gay, avete una certa predisposizione per disegnare supereroi fascinosi e il vostro forte sono le anatomie maschili, è il genere di persona con cui potreste essere in sintonia. Oltretutto, giusto per ribadire il concetto, vi ricordo che nella sua gestione della più recente serie dedicata all'x-man Gambit ha PRETESO che il personaggio avesse TASSATIVAMENTE delle scene shirtless in ogni albo...
Ora: sicuramente è un editor serio e non valuta i disegnatori solo in base al sex appeal dei loro personaggi maschili, però è pur vero che se avete un portfolio che enfatizza questo aspetto forse, e dico forse, potreste essere valutati per eventuali iniziative future che richiedono ANCHE questa dote particolare. Così, giusto per la cronaca, vi ricordo che il simpatico Daniel Ketchum ha supervisionato anche gli albi dell'arco narrativo AGE OF X, in cui comparivano una discreta quantità di eroi poco vestiti, e in cui - una volta tanto - era richiesto che maschi e femmine avessero la stessa dose di sex appeal...
Detto questo può essere interessante notare che Daniel Ketchum è stato intervistato da una gran quantita di siti gay americani, e in perticolare siti gay specializzati in fumetti, senza mostrare alcun tipo di problema anche di fronte a domande della serie "con quale personaggio vorresti fidanzarti?" e cose del genere. Eppure, nonostante queste premesse, questo lato di lui viene bellamente ignorato negli spazi italiani dedicati al fumetto. Non so se per pudore, per disagio o che altro, ma considerando che come editor ha supervisionato anche il famoso albo del matrimonio di Northstar tutta questa indifferenza non mi sembra proprio casuale...
Comunque, ponendo anche il caso che sia io ad essere sospettoso, un'altra cosa che mi lascia un po' perplesso è il fatto che un personaggio del genere arriva a Mantova Comics quando sarà presente anche Luca Enoch (che con le tematiche gay ha una certa familiarità) e sarebbe bastato davvero molto poco per organizzare una tavola rotonda (anche extra fiera, eventualmente) per parlare di fumetti a tematica LGBT. Visto che, oltretutto, in questa manifestazione si dà un certo spazio ai blogger si sarebbe potuto chiamare qualcuno che gestisce un blog che si occupa di questo genere di fumetti (aemh... aemh...) e facendo venire un altro paio di ospiti di poteva davvero organizzare una cosa molto interessante.
Ovviamente non ci ha pensato nessuno.
Evidentemente nessuno ha pensato - anche in buona fede, presumo - che una cosa del genere potesse essere interessante. Così come nessuno ha ritenuto di dover dire che Daniel Ketchum è gay... E a questo punto il mio augurio è che non si ritrovi in situazioni imbarazzanti durante la sua permanenza in fiera e/o in Italia... E soprattutto mi auguro che eventuali fumettisti (gay e non), che non sanno di lui, non arrivino da lui dopo aver selezionato solo le tavole dove i personaggi femminili sono venuti meglio, nella speranza di fare colpo sul classico eterosessuale di turno...
Sapete una cosa? Inizio ad essere un po' stanco di questo andazzo.
Bisogna fare assolutamente qualcosa...
venerdì 28 febbraio 2014
mercoledì 26 febbraio 2014
CORSI E RICORSI
Ciao a tutti, come va?
Quando ho iniziato a tenere questo BLOG devo ammettere che non pensavo che avrei finito per parlare così spesso delle cose di cui nessuno parla. Non so se si può definire controinformazione o altro, però più passa il tempo e più mi rendo conto che quando si parla di temi LGBT i siti italiani che si occupano di fumetti si lasciano sfuggire delle notizie davvero molto interessanti, che potrebbero offrire molti più spunti rispetto alla media delle notizie che vengono riferite di solito.
Ma tant'è...
La notizia di oggi, ad esempio, è una di quelle. Come sapete gli U.S.A. non sono tutti uguali, e ci sono degli Stati più conservatori di altri, con tutto quello che ne consegue. In North Carolina, ad esempio, è appena successo che il College of Charleston si è visto tagliare 52.000 $ di finanziamenti pubblici per l'anno 2014-2015.
Perchè ne parlo qui, vi chiederete?
Il fatto è che le somme tagliate sono esattamente la cifra che il suddetto istituto universitario aveva speso nell'anno 2013 per un corso molto particolare che si rivolgeva alle matricole. Il suddetto corso, infatti, consisteva nell'analisi del graphic novel FUN HOME di Alison Bechdel!
Per quei (spero) pochi che non sapessero di cosa sto parlando, il suddetto fumetto è la storia autobiografica di una nota autrice di fumetti lesbica e del suo rapporto col padre gay represso. Fumetto bellissimo e toccante, che peraltro è stato eletto libro dell'anno dalla prestigiosa rivista TIME (e che in Italia è pubblicato da Rizzoli). Il fatto che però la scuola lo abbia preso come riferimento per dei corsi non è andato giù ai politici locali e in particolare ad un certo Garry Smith, che ha insistito per questa operazione punitiva, dicendo che i suddetti corsi erano: "Pura e semplice promozione di uno stile di vita, senza dibattito accademico", e cioè - in parole semplici - che un corso del genere sarebbe stato proponibile solo se ci fosse stato un contraddittorio sulla questione "gay".
Così come sarebbe auspicabile un contraddittorio sul razzismo? Sulla libertà religiosa? Sul femminicidio, magari?
A volte è imbarazzante vedere che tutto il mondo è paese, anche se in questo caso il discorso vale solo fino a un certo punto.
Infatti qualcosa mi dice che da quelle parti ci saranno presto delle proteste a seguito di questa decisione, e inoltre non bisogna dimenticare che parliamo di un'Università che comunque aveva già speso in totale quasi 52.000 $ (37.000 euro) per realizzare dei corsi incentrati su un fumetto a tematica gay, trattato esattamente come un qualsiasi altro romanzo di formazione.
Siamo onesti: quante possibilità abbiamo di vedere una cosa del genere in Italia? Oltrettutto stiamo parlando di un'Università che si trova in un territorio molto conservatore, e che nonostante tutto ha adottato da tempo una politica molto gay friendly. Sul sito del College of Charleston c'è una pagina dedicata alle associazioni LGBT del territorio, due delle quali fanno capo proprio alla suddetta Università (CLICCATE QUI), e i suoi colleghi della University of South Carolina Upstate non sono da meno, visto che hanno fatto un corso per gli studenti del primo anno in cui si analizza la storia della prima radio LGBT locale (CLICCATE QUI)... Che a sua volta gli è valso un taglio di oltre 17.000 $ di fondi con gli stessi intenti punitivi.
Come dire che anche negli stati americani più conservatori ci sono situazioni che in Italia appartengono ancora al mondo delle favole, tant'è che in North Carolina la discussione non è stata sull'opportunità di parlare o meno di temi LGBT, ma sull'opportunità di spenderci 50.000 euro (sommando le spese per i corsi dei due istituti).
Direi che la cosa si commenta da sola.
Prima di lasciare spazio a vostri eventuali commenti (anche se di solito siete abbastanza silenziosi), vi lascio con un bel video in cui Alison Bechdel spiega come ha realizzato FUN HOME. Ciao e alla prossima.
Quando ho iniziato a tenere questo BLOG devo ammettere che non pensavo che avrei finito per parlare così spesso delle cose di cui nessuno parla. Non so se si può definire controinformazione o altro, però più passa il tempo e più mi rendo conto che quando si parla di temi LGBT i siti italiani che si occupano di fumetti si lasciano sfuggire delle notizie davvero molto interessanti, che potrebbero offrire molti più spunti rispetto alla media delle notizie che vengono riferite di solito.
Ma tant'è...
La notizia di oggi, ad esempio, è una di quelle. Come sapete gli U.S.A. non sono tutti uguali, e ci sono degli Stati più conservatori di altri, con tutto quello che ne consegue. In North Carolina, ad esempio, è appena successo che il College of Charleston si è visto tagliare 52.000 $ di finanziamenti pubblici per l'anno 2014-2015.
Perchè ne parlo qui, vi chiederete?
Il fatto è che le somme tagliate sono esattamente la cifra che il suddetto istituto universitario aveva speso nell'anno 2013 per un corso molto particolare che si rivolgeva alle matricole. Il suddetto corso, infatti, consisteva nell'analisi del graphic novel FUN HOME di Alison Bechdel!
Per quei (spero) pochi che non sapessero di cosa sto parlando, il suddetto fumetto è la storia autobiografica di una nota autrice di fumetti lesbica e del suo rapporto col padre gay represso. Fumetto bellissimo e toccante, che peraltro è stato eletto libro dell'anno dalla prestigiosa rivista TIME (e che in Italia è pubblicato da Rizzoli). Il fatto che però la scuola lo abbia preso come riferimento per dei corsi non è andato giù ai politici locali e in particolare ad un certo Garry Smith, che ha insistito per questa operazione punitiva, dicendo che i suddetti corsi erano: "Pura e semplice promozione di uno stile di vita, senza dibattito accademico", e cioè - in parole semplici - che un corso del genere sarebbe stato proponibile solo se ci fosse stato un contraddittorio sulla questione "gay".
Così come sarebbe auspicabile un contraddittorio sul razzismo? Sulla libertà religiosa? Sul femminicidio, magari?
A volte è imbarazzante vedere che tutto il mondo è paese, anche se in questo caso il discorso vale solo fino a un certo punto.
Infatti qualcosa mi dice che da quelle parti ci saranno presto delle proteste a seguito di questa decisione, e inoltre non bisogna dimenticare che parliamo di un'Università che comunque aveva già speso in totale quasi 52.000 $ (37.000 euro) per realizzare dei corsi incentrati su un fumetto a tematica gay, trattato esattamente come un qualsiasi altro romanzo di formazione.
Siamo onesti: quante possibilità abbiamo di vedere una cosa del genere in Italia? Oltrettutto stiamo parlando di un'Università che si trova in un territorio molto conservatore, e che nonostante tutto ha adottato da tempo una politica molto gay friendly. Sul sito del College of Charleston c'è una pagina dedicata alle associazioni LGBT del territorio, due delle quali fanno capo proprio alla suddetta Università (CLICCATE QUI), e i suoi colleghi della University of South Carolina Upstate non sono da meno, visto che hanno fatto un corso per gli studenti del primo anno in cui si analizza la storia della prima radio LGBT locale (CLICCATE QUI)... Che a sua volta gli è valso un taglio di oltre 17.000 $ di fondi con gli stessi intenti punitivi.
Come dire che anche negli stati americani più conservatori ci sono situazioni che in Italia appartengono ancora al mondo delle favole, tant'è che in North Carolina la discussione non è stata sull'opportunità di parlare o meno di temi LGBT, ma sull'opportunità di spenderci 50.000 euro (sommando le spese per i corsi dei due istituti).
Direi che la cosa si commenta da sola.
Prima di lasciare spazio a vostri eventuali commenti (anche se di solito siete abbastanza silenziosi), vi lascio con un bel video in cui Alison Bechdel spiega come ha realizzato FUN HOME. Ciao e alla prossima.
lunedì 24 febbraio 2014
FUORI DAL MONDO...
Ciao a tutti, come va?
Vivere in Italia in questo periodo ci abitua a vedere tante cose che una volta erano considerate assurde... Quindi, in teoria, uno dovrebbe finire per abituarsi a tutto, ma non è così (per fortuna).
E comunque quando la soglia dell'assurdo si alza possono accadere cose sempre più assurde, come ad esempio ritrovarsi in edicola il fumetto Lady Mafia...
Da che parte cominciamo? Forse è meglio premettere che non voglio urtare la sensibilità di nessuno, e che non ho niente di personale contro gli autori di questo fumetto. Quindi tutto quello che dirò in questo post non vuole essere in alcun modo offensivo verso nessuno.
Detto ciò tutto è partito quando su alcuni blog e siti italiani di fumetti leggo che in edicola esce questo fumetto, e che parlerà anche di omofobia, quindi quando l'ho visto nell'edicola sotto casa ne ho comprato una copia... E sono rimasto senza parole, in senso letterale. Intediamoci: nell'ambito delle autoproduzioni avevo già visto cose realizzate da persone che non sapevano disegnare o raccontare storie in maniera professionale, ma in ogni caso non arrivavano al di fuori del circuito delle autoproduzioni, dove finivano per estinguersi spontaneamente. Lady Mafia sovverte questa regola aurea, e molte altre.
Qui si parla di un fumetto che dopo tre numeri di prova distribuiti nelle edicole pugliesi viene riproposto in tutte le edicole italiane, in albi di 132 pagine su carta patinata, per un totale previsto di dieci uscite bimestrali... Oltre 1000 pagine per un fumetto che è semplicemente inqualificabile.
Disegnato in maniera inqualificabile e sceneggiato in maniera inqualificabile. Per darvi un'idea: se esistesse un dio dei fumetti Lady Mafia sarebbe una bibbia di bestemmie. Uno schiaffo a oltre cento anni di storia del fumetto. Una presa in giro di tutto ciò in cui un aspirante fumettista dovrebbe credere e di tutti coloro che si impegnano seriamente per creare qualcosa di professionale. Un insulto per tanti onesti e bravi fumettisti che non hanno mai avuto la possibilità di farsi notare, di arrivare in edicola, o anche solo di autoprodursi.
Troppo critico? Sfogliatene una copia e sappiatemi dire.
Anzi, credo di poter affermare che nelle edicole italiane non si è mai vista una cosa disegnata in maniera così approssimativa, nemmeno durante il boom dei tascabili porno. Disegni a parte, però, la storia (dialoghi compresi) è davvero sgradevole, e il fatto che ci sia di mezzo la mafia non c'entra nulla.
Molto in sintesi Lady Mafia è la storia dell'ultima superstite di una famiglia, sterminata (e stuprata, bambini compresi) dai sicari di un clan mafioso, che per attuare la sua vendetta (anni dopo) si fa passare per suo fratello sotto falso nome (a che serve farsi passare per suo fratello, se poi deve comunque usare un falso nome?!?), cercando di fare carriera nella famiglia mafiosa che le ha sterminato la famiglia. Per questo non si fa problemi a compiere crimini e azioni di tutti i tipi ("illustrate" nei dettagli), sfruttando la sua identità femminile per assassinare quelli che sono i suoi boss mentre si veste da uomo. Apparentemente lo spunto non sarebbe neanche male, se la trama non fosse sviluppata in maniera del tutto impropria e inverosimile, adottando peraltro scelte assurde (tipo Lady Mafia che da maschio si veste come un gangstern degli anni '30, con tanto di armi nascoste nella custodia del violino!).
La storia è ambientata in Puglia e gli autori sono molto orgogliosi di presentare luoghi reali e facilmente riconoscibili (anche se poi sono riconoscibili in maniera molto relativa, con quei disegni). Buon per loro (e per il portale di promozione turistica beautifulpuglia.com, che a quanto pare è stato felice di essere segnalato sul suddetto albo, assieme ad una serie di locali ed esercizi commerciali che fanno da sfondo ad accordi illeciti, omicidi, squartamenti e altro... Contenti loro...).
Io sono mezzo pugliese, e non ce l'ho con la Puglia o i pugliesi (ci mancherebbe!). Non ce l'ho nemmeno con gli autori (che non conosco), ma è più forte di me: è la prima volta che mi sento in dovere di riassumere un fumetto con l'aggettivo "squallido".
Il problema, però, non è nel fumetto in quanto tale (se uno vuole ha il diritto di proporre quello che vuole come vuole), ma nelle reazioni che sta suscitando e nel fatto che, nonostante tutto, sta diventando un caso editoriale.
Mi spiego meglio: questo albo è stato segnalato da alcuni fra i maggiori siti e blog di fumetti italiani, come un qualsiasi altro fumetto, senza peraltro risparmiare lodi e complimenti agli autori per la loro originalità, e qualcuno ha avuto il coraggio di presentare la protagonista come la versione femminile di Diabolik... Per qualche motivo, probabilmente per la tematica (che nessun grande editore italiano ha mai osato affrontare), ne hanno parlato anche dei quotidiani nazionali (persino ILSOLE24ORE, che è un quotidiano economico e coi fumetti a poco e niente a che fare), e reti televisive locali e nazionali. Su facebook la sua pagina ha superato gli 8000 fans (i "mi piace" solo nell'ultimo week-end sono stati un centinaio) e il suddetto albo è comparso anche nell'episodio di una fiction RAI (Braccialetti Rossi, ambientata in Puglia anch'essa), che viene mandata in onda proprio in questo periodo.
Ha sollecitato l'interesse (e soprattutto le critiche) di una quantità di associazioni antimafia e persino di qualche deputato che ne ha auspicato il ritiro immediato... E le hanno dedicato persino una canzone (che non è neanche brutta)...
E la cosa più assurda in tutta questa storia è che se ne parla ovunque sempre di più, senza che nessuno entri nel merito del fumetto in quanto tale, che è obbiettivamente un obbrobrio sotto tutti i punti di vista. E ripeto: la mafia è proprio l'ultima cosa che dovrebbe essere considerata nella valutazione di questo albo. Al di là del fatto che - pare - la protagonista sia bisessuale (anche se per lei le donne non possono essere più che amiche) e che nei prossimi numeri si parlerà più nello specifico di omosessualità e omofobia, nonchè di altri temi molto delicati (e già tremo), ne parlo qui perchè tutto questo dimostra tutta una serie di teorie che ho esposto nel corso degli anni.
E lo fa nel peggiore dei modi.
La prima cosa che dimostra è che se qualcuno ha le possibilità, in questo paese, può autoprodursi un fumetto e arrivare in edicola (o altrove) senza problemi e senza filtri, pur presentando qualcosa di inguardabile e/o affrontando temi scomodi. Se però uno ha talento e non ha soldi deve adeguarsi - nella migliore delle ipotesi - ai vincoli dei grandi editori, o magari appendere la carriera al chiodo per mancanza di visibilità.
La seconda è che in questo paese i media più popolari non hanno alcuna competenza in fatto di fumetti, perchè non è davvero possibile segnalare Lady Mafia sorvolando sul fatto che è un fumetto inguardabile.
La terza è che si intuisce che per i giornalisti i fumetti "veri" sono solo quelli che arrivano in edicola, perchè tutto questo casino non è mai stato fatto per cose simili, ma molto più interessanti, come la versione a fumetti del romanzo ACQUA STORTA, che peraltro parlava di mafia e omosessualità maschile.
La quarta è che se c'è una protagonista femminile sexy, per quanto disegnata male, riesce comunque a calamitare l'attenzione di molte persone che, evidentemente, dalle nostre parti non guardano tanto per il sottile a certe cose (e qui si potrebbero aprire molte parentesi) e/o sono totalmente disabituate ad avere un minimo di senso estetico.
La quinta è che ci sono aspiranti autori di fumetti che non hanno senso critico e/o accettano il fatto che bisogna raggiungere un minimo sindacale di preparazione prima di lanciarsi, ma in compenso hanno un'autostima notevole: quelli di questo fumetto si dichiarano disponibili anche a tenere dei workshop!
Quindi il fatto che il disegnatore abbia prodotto tavole come queste pur essendo nato nel 1985 (fate un po' voi i conti), evidentemente è considerato nella norma per un buon professionista... Il che non sarebbe neanche una cosa nuova, ma se albi come Lady Mafia arrivano in edicola e attirano l'attenzione rischiano di rovinare la reputazione dei fumetti in generale. E non perchè parlano di mafia, ripeto.
La sesta è che certi argomenti attirano l'attenzione, anche se sono considerati dei tabù dai grandi editori, che pur di non rischiare preferiscono perdere vagonate di lettori presentando ambientazioni sciapette e situazioni in cui il pubblico italiano non si identifica più. Se la Bonelli, con i suoi mezzi, realizzasse un fumetto ambientato nell'Italia della mafia farebbe i milioni... Ma non lo farà MAI.
La settima è che i blog e i siti di fumetti italiani non si fanno problemi a segnalare Lady Mafia con dovizia di particolari, ma su altri argomenti - ad esempio i fumetti a tema gay - sono ipercritici e spesso pongono dei filtri a monte parlandone il meno possibile.
La cosa più inquietante di tutte, però, è che - se nell'Italia del 2014 siamo arrivati ad una situazione del genere - vuol dire che qualcosa di essenziale si è inceppato in maniera imbarazzante, e ad un livello più profondo di quanto si pensasse. Se è vero che i fumetti sono il riflesso della società e della cultura che li produce, essere arrivati a parlare di una cosa del genere in questi termini vuol dire che la situazione sta andando completamente fuori controllo.
Forse è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche sul serio.
Voi cosa ne pensate?
Vivere in Italia in questo periodo ci abitua a vedere tante cose che una volta erano considerate assurde... Quindi, in teoria, uno dovrebbe finire per abituarsi a tutto, ma non è così (per fortuna).
E comunque quando la soglia dell'assurdo si alza possono accadere cose sempre più assurde, come ad esempio ritrovarsi in edicola il fumetto Lady Mafia...
Da che parte cominciamo? Forse è meglio premettere che non voglio urtare la sensibilità di nessuno, e che non ho niente di personale contro gli autori di questo fumetto. Quindi tutto quello che dirò in questo post non vuole essere in alcun modo offensivo verso nessuno.
Detto ciò tutto è partito quando su alcuni blog e siti italiani di fumetti leggo che in edicola esce questo fumetto, e che parlerà anche di omofobia, quindi quando l'ho visto nell'edicola sotto casa ne ho comprato una copia... E sono rimasto senza parole, in senso letterale. Intediamoci: nell'ambito delle autoproduzioni avevo già visto cose realizzate da persone che non sapevano disegnare o raccontare storie in maniera professionale, ma in ogni caso non arrivavano al di fuori del circuito delle autoproduzioni, dove finivano per estinguersi spontaneamente. Lady Mafia sovverte questa regola aurea, e molte altre.
Qui si parla di un fumetto che dopo tre numeri di prova distribuiti nelle edicole pugliesi viene riproposto in tutte le edicole italiane, in albi di 132 pagine su carta patinata, per un totale previsto di dieci uscite bimestrali... Oltre 1000 pagine per un fumetto che è semplicemente inqualificabile.
Disegnato in maniera inqualificabile e sceneggiato in maniera inqualificabile. Per darvi un'idea: se esistesse un dio dei fumetti Lady Mafia sarebbe una bibbia di bestemmie. Uno schiaffo a oltre cento anni di storia del fumetto. Una presa in giro di tutto ciò in cui un aspirante fumettista dovrebbe credere e di tutti coloro che si impegnano seriamente per creare qualcosa di professionale. Un insulto per tanti onesti e bravi fumettisti che non hanno mai avuto la possibilità di farsi notare, di arrivare in edicola, o anche solo di autoprodursi.
Troppo critico? Sfogliatene una copia e sappiatemi dire.
Anzi, credo di poter affermare che nelle edicole italiane non si è mai vista una cosa disegnata in maniera così approssimativa, nemmeno durante il boom dei tascabili porno. Disegni a parte, però, la storia (dialoghi compresi) è davvero sgradevole, e il fatto che ci sia di mezzo la mafia non c'entra nulla.
Molto in sintesi Lady Mafia è la storia dell'ultima superstite di una famiglia, sterminata (e stuprata, bambini compresi) dai sicari di un clan mafioso, che per attuare la sua vendetta (anni dopo) si fa passare per suo fratello sotto falso nome (a che serve farsi passare per suo fratello, se poi deve comunque usare un falso nome?!?), cercando di fare carriera nella famiglia mafiosa che le ha sterminato la famiglia. Per questo non si fa problemi a compiere crimini e azioni di tutti i tipi ("illustrate" nei dettagli), sfruttando la sua identità femminile per assassinare quelli che sono i suoi boss mentre si veste da uomo. Apparentemente lo spunto non sarebbe neanche male, se la trama non fosse sviluppata in maniera del tutto impropria e inverosimile, adottando peraltro scelte assurde (tipo Lady Mafia che da maschio si veste come un gangstern degli anni '30, con tanto di armi nascoste nella custodia del violino!).
La storia è ambientata in Puglia e gli autori sono molto orgogliosi di presentare luoghi reali e facilmente riconoscibili (anche se poi sono riconoscibili in maniera molto relativa, con quei disegni). Buon per loro (e per il portale di promozione turistica beautifulpuglia.com, che a quanto pare è stato felice di essere segnalato sul suddetto albo, assieme ad una serie di locali ed esercizi commerciali che fanno da sfondo ad accordi illeciti, omicidi, squartamenti e altro... Contenti loro...).
Io sono mezzo pugliese, e non ce l'ho con la Puglia o i pugliesi (ci mancherebbe!). Non ce l'ho nemmeno con gli autori (che non conosco), ma è più forte di me: è la prima volta che mi sento in dovere di riassumere un fumetto con l'aggettivo "squallido".
Il problema, però, non è nel fumetto in quanto tale (se uno vuole ha il diritto di proporre quello che vuole come vuole), ma nelle reazioni che sta suscitando e nel fatto che, nonostante tutto, sta diventando un caso editoriale.
Mi spiego meglio: questo albo è stato segnalato da alcuni fra i maggiori siti e blog di fumetti italiani, come un qualsiasi altro fumetto, senza peraltro risparmiare lodi e complimenti agli autori per la loro originalità, e qualcuno ha avuto il coraggio di presentare la protagonista come la versione femminile di Diabolik... Per qualche motivo, probabilmente per la tematica (che nessun grande editore italiano ha mai osato affrontare), ne hanno parlato anche dei quotidiani nazionali (persino ILSOLE24ORE, che è un quotidiano economico e coi fumetti a poco e niente a che fare), e reti televisive locali e nazionali. Su facebook la sua pagina ha superato gli 8000 fans (i "mi piace" solo nell'ultimo week-end sono stati un centinaio) e il suddetto albo è comparso anche nell'episodio di una fiction RAI (Braccialetti Rossi, ambientata in Puglia anch'essa), che viene mandata in onda proprio in questo periodo.
Ha sollecitato l'interesse (e soprattutto le critiche) di una quantità di associazioni antimafia e persino di qualche deputato che ne ha auspicato il ritiro immediato... E le hanno dedicato persino una canzone (che non è neanche brutta)...
E la cosa più assurda in tutta questa storia è che se ne parla ovunque sempre di più, senza che nessuno entri nel merito del fumetto in quanto tale, che è obbiettivamente un obbrobrio sotto tutti i punti di vista. E ripeto: la mafia è proprio l'ultima cosa che dovrebbe essere considerata nella valutazione di questo albo. Al di là del fatto che - pare - la protagonista sia bisessuale (anche se per lei le donne non possono essere più che amiche) e che nei prossimi numeri si parlerà più nello specifico di omosessualità e omofobia, nonchè di altri temi molto delicati (e già tremo), ne parlo qui perchè tutto questo dimostra tutta una serie di teorie che ho esposto nel corso degli anni.
E lo fa nel peggiore dei modi.
La prima cosa che dimostra è che se qualcuno ha le possibilità, in questo paese, può autoprodursi un fumetto e arrivare in edicola (o altrove) senza problemi e senza filtri, pur presentando qualcosa di inguardabile e/o affrontando temi scomodi. Se però uno ha talento e non ha soldi deve adeguarsi - nella migliore delle ipotesi - ai vincoli dei grandi editori, o magari appendere la carriera al chiodo per mancanza di visibilità.
La seconda è che in questo paese i media più popolari non hanno alcuna competenza in fatto di fumetti, perchè non è davvero possibile segnalare Lady Mafia sorvolando sul fatto che è un fumetto inguardabile.
La terza è che si intuisce che per i giornalisti i fumetti "veri" sono solo quelli che arrivano in edicola, perchè tutto questo casino non è mai stato fatto per cose simili, ma molto più interessanti, come la versione a fumetti del romanzo ACQUA STORTA, che peraltro parlava di mafia e omosessualità maschile.
La quarta è che se c'è una protagonista femminile sexy, per quanto disegnata male, riesce comunque a calamitare l'attenzione di molte persone che, evidentemente, dalle nostre parti non guardano tanto per il sottile a certe cose (e qui si potrebbero aprire molte parentesi) e/o sono totalmente disabituate ad avere un minimo di senso estetico.
La quinta è che ci sono aspiranti autori di fumetti che non hanno senso critico e/o accettano il fatto che bisogna raggiungere un minimo sindacale di preparazione prima di lanciarsi, ma in compenso hanno un'autostima notevole: quelli di questo fumetto si dichiarano disponibili anche a tenere dei workshop!
Quindi il fatto che il disegnatore abbia prodotto tavole come queste pur essendo nato nel 1985 (fate un po' voi i conti), evidentemente è considerato nella norma per un buon professionista... Il che non sarebbe neanche una cosa nuova, ma se albi come Lady Mafia arrivano in edicola e attirano l'attenzione rischiano di rovinare la reputazione dei fumetti in generale. E non perchè parlano di mafia, ripeto.
La sesta è che certi argomenti attirano l'attenzione, anche se sono considerati dei tabù dai grandi editori, che pur di non rischiare preferiscono perdere vagonate di lettori presentando ambientazioni sciapette e situazioni in cui il pubblico italiano non si identifica più. Se la Bonelli, con i suoi mezzi, realizzasse un fumetto ambientato nell'Italia della mafia farebbe i milioni... Ma non lo farà MAI.
La settima è che i blog e i siti di fumetti italiani non si fanno problemi a segnalare Lady Mafia con dovizia di particolari, ma su altri argomenti - ad esempio i fumetti a tema gay - sono ipercritici e spesso pongono dei filtri a monte parlandone il meno possibile.
La cosa più inquietante di tutte, però, è che - se nell'Italia del 2014 siamo arrivati ad una situazione del genere - vuol dire che qualcosa di essenziale si è inceppato in maniera imbarazzante, e ad un livello più profondo di quanto si pensasse. Se è vero che i fumetti sono il riflesso della società e della cultura che li produce, essere arrivati a parlare di una cosa del genere in questi termini vuol dire che la situazione sta andando completamente fuori controllo.
Forse è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche sul serio.
Voi cosa ne pensate?
venerdì 21 febbraio 2014
FANTASTICI QUATTRO PER GAY?
Ciao a tutti, come va?
Se siete appassionati di fumetti, e in particolare di fumetti di supereroi, dovreste sapere che la prima serie targata MARVEL è stata quella dedicata ai Fantastici Quattro, nei primi anni '60. Pertanto si può dire la suddetta serie, fra alti e bassi, ha comunque un valore simbolico notevole.
D'altra parte, se i diritti cinematografici della suddetta serie sono ancora in mano alla FOX, e questa sceglie di mandare a quel paese il suddetto valore simbolico, nessuno può metterci il becco. Così, dopo l'esperienza non proprio eccezionale dei primi due film dedicati ai Fantastici Quattro, alla FOX hanno pensato che il problema non fosse nella sceneggiatura o negli attori scelti (alla faccia dell'autocritica!), ma nella formula del fumetto originale, che andava svecchiata.
Così, ora che stanno mettendo in cantiere il reboot cinematografico legato a questo brand, alla FOX hanno scelto un cast di attori che poco e niente hanno a che fare con i personaggi originali... A partire da un'inedita Torcia Umana di colore...
Su questa scelta la MARVEL non si è ancora espressa, ma immagino che gli stia già fumando il cervello al pensiero di come poter inserire una Torcia Umana di colore nei suoi fumetti, nel caso il film si rivelasse un successo. Al di là di questo, però, se ne parlo su questo BLOG, forse avrete intuito che nella scelta di questo cast ho notato qualche risvolto LGBT...
Andiamo per ordine.
Partiamo da Kate Mara, che avrà il ruolo di Sue Storm/Donna Invisibile. Ha partecipato a diversi serial TV molto amati dalla comunità LGBT, e il suo bacio lesbico nella serie Nip/Tuck è diventato un piccolo cult fra gli appassionati (e, presumo, soprattutto fra le appassionate)...
Reed Richards/Mr. Fantastic è intepretato da Miles Teller, e anche nel suo curriculum le scene cult per il pubblico LGBT non mancano. Nel film "21 & Over" lui ed un suo amico (intepretato da Skyper Astin) finiscono per diventare vittima di una sorority studentesca che li obbliga a compiere del petting omosessuale!
E, per la gioia di un certo tipo di pubblico, devono anche tornarsene a casa in maniera molto imbarazzante...
Veniamo ora al personaggio forse più incisivo dei Fantastici Quattro, e cioè la Cosa/Ben Grimm, che in questo film viene intepretata da Jamie Bell, che è diventato un attore di culto per la comunità LGBT da quando - ancora ragazzino - ha commosso il mondo con la sua interpretazione di... Billy Elliot...
Questo è un BLOG un po' di parte, lo ammetto, ma tutte queste coincidenze sono alquanto sospette... E comunque se si va ad indagare su Michael B. Jordan, l'attore prescelto per intepretare il biondissimo (!!!) Johnny Storm/Torcia Umana, la sensazione è che non si tratti solo di coincidenze...
A cosa mi riferisco?
Molto semplice: la trovata di una Torcia Umana di colore è molto radicale, e si presuppone che la scelta di un suo eventuale interprete sia stata valutata in maniera molto attenta. Perchè, quindi, scegliere proprio Michael B. Jordan piuttosto che qualcun altro? Forse sbaglio, ma una risposta potrebbe arrivare da Andrew Garfield, e cioè Peter Parker/Spider-Man...
Cosa c'entra Andrew Garfield (che peraltro interpreta Spider-Man per la SONY) con la scelta di Michael B. Jordan da parte della FOX? Il fatto è che Michael B. Jordan non ha mai avuto alcun rapporto col mondo dei supereroi (escludendo il film CHRONICLE, che però non era supereroistico in senso stretto), se non per via di per una dichiarazione fatta da Andrew Garfield lo scorso luglio. In quell'occasione il nuovo Spider-Man aveva detto che non gli sarebbe spiaciuto se il suo personaggio, in un film futuro, avesse avuto la possibilità di esplorare una relazione gay. E poi ha aggiunto che, in quel caso, gli sarebbe piaciuto se la parte del suo ragazzo fosse interpretata proprio da Michael B. Jordan!
Alla suddetta dichiarazione Michael B. Jordan ha risposto che stima tanto Andrew Garfield e che lo trova molto divertente... Per amor di verità va detto che le voci su Michael B. Jordan nei panni della Torcia Umana circolavano da prima della dichiarazione del collega, però è pur vero che la conferma è arrivata dopo, così come è vero che - perlomeno nei fumetti - il rapporto di amore/odio fra Spider-Man e Human Torch è un tormentone storico fin dalle prime apparizioni dei due personaggi... Cosa che, presumo, alla FOX non sia sfuggita, così come la dichiarazione di Andrew Garfield.
É davvero tutto un caso, quindi? Oppure, fra le righe, la FOX spera di risollevare le sorti cinematografiche dei Fantastici Quattro ammiccando velatamente anche ad un certo tipo di pubblico? Gli attori che hanno un qualche rapporto con la comunità LGBT sono così tanti che è impossibile trovarne qualcuno che ne sia complatemente estraneo? Oppure questa selezione è stata fatta con degli obbiettivi precisi? La dichiarazione di Andrew Garfield è stata determinante?
Certo è che se fosse così vorrebbe dire che Hollywood ha un'opinione sempre più alta del pubblico gay e gay friendly, e soprattutto del suo potenziale economico.
Voi che ne pensate?
Se siete appassionati di fumetti, e in particolare di fumetti di supereroi, dovreste sapere che la prima serie targata MARVEL è stata quella dedicata ai Fantastici Quattro, nei primi anni '60. Pertanto si può dire la suddetta serie, fra alti e bassi, ha comunque un valore simbolico notevole.
D'altra parte, se i diritti cinematografici della suddetta serie sono ancora in mano alla FOX, e questa sceglie di mandare a quel paese il suddetto valore simbolico, nessuno può metterci il becco. Così, dopo l'esperienza non proprio eccezionale dei primi due film dedicati ai Fantastici Quattro, alla FOX hanno pensato che il problema non fosse nella sceneggiatura o negli attori scelti (alla faccia dell'autocritica!), ma nella formula del fumetto originale, che andava svecchiata.
Così, ora che stanno mettendo in cantiere il reboot cinematografico legato a questo brand, alla FOX hanno scelto un cast di attori che poco e niente hanno a che fare con i personaggi originali... A partire da un'inedita Torcia Umana di colore...
Su questa scelta la MARVEL non si è ancora espressa, ma immagino che gli stia già fumando il cervello al pensiero di come poter inserire una Torcia Umana di colore nei suoi fumetti, nel caso il film si rivelasse un successo. Al di là di questo, però, se ne parlo su questo BLOG, forse avrete intuito che nella scelta di questo cast ho notato qualche risvolto LGBT...
Andiamo per ordine.
Partiamo da Kate Mara, che avrà il ruolo di Sue Storm/Donna Invisibile. Ha partecipato a diversi serial TV molto amati dalla comunità LGBT, e il suo bacio lesbico nella serie Nip/Tuck è diventato un piccolo cult fra gli appassionati (e, presumo, soprattutto fra le appassionate)...
Reed Richards/Mr. Fantastic è intepretato da Miles Teller, e anche nel suo curriculum le scene cult per il pubblico LGBT non mancano. Nel film "21 & Over" lui ed un suo amico (intepretato da Skyper Astin) finiscono per diventare vittima di una sorority studentesca che li obbliga a compiere del petting omosessuale!
E, per la gioia di un certo tipo di pubblico, devono anche tornarsene a casa in maniera molto imbarazzante...
Veniamo ora al personaggio forse più incisivo dei Fantastici Quattro, e cioè la Cosa/Ben Grimm, che in questo film viene intepretata da Jamie Bell, che è diventato un attore di culto per la comunità LGBT da quando - ancora ragazzino - ha commosso il mondo con la sua interpretazione di... Billy Elliot...
Questo è un BLOG un po' di parte, lo ammetto, ma tutte queste coincidenze sono alquanto sospette... E comunque se si va ad indagare su Michael B. Jordan, l'attore prescelto per intepretare il biondissimo (!!!) Johnny Storm/Torcia Umana, la sensazione è che non si tratti solo di coincidenze...
A cosa mi riferisco?
Molto semplice: la trovata di una Torcia Umana di colore è molto radicale, e si presuppone che la scelta di un suo eventuale interprete sia stata valutata in maniera molto attenta. Perchè, quindi, scegliere proprio Michael B. Jordan piuttosto che qualcun altro? Forse sbaglio, ma una risposta potrebbe arrivare da Andrew Garfield, e cioè Peter Parker/Spider-Man...
Cosa c'entra Andrew Garfield (che peraltro interpreta Spider-Man per la SONY) con la scelta di Michael B. Jordan da parte della FOX? Il fatto è che Michael B. Jordan non ha mai avuto alcun rapporto col mondo dei supereroi (escludendo il film CHRONICLE, che però non era supereroistico in senso stretto), se non per via di per una dichiarazione fatta da Andrew Garfield lo scorso luglio. In quell'occasione il nuovo Spider-Man aveva detto che non gli sarebbe spiaciuto se il suo personaggio, in un film futuro, avesse avuto la possibilità di esplorare una relazione gay. E poi ha aggiunto che, in quel caso, gli sarebbe piaciuto se la parte del suo ragazzo fosse interpretata proprio da Michael B. Jordan!
É davvero tutto un caso, quindi? Oppure, fra le righe, la FOX spera di risollevare le sorti cinematografiche dei Fantastici Quattro ammiccando velatamente anche ad un certo tipo di pubblico? Gli attori che hanno un qualche rapporto con la comunità LGBT sono così tanti che è impossibile trovarne qualcuno che ne sia complatemente estraneo? Oppure questa selezione è stata fatta con degli obbiettivi precisi? La dichiarazione di Andrew Garfield è stata determinante?
Certo è che se fosse così vorrebbe dire che Hollywood ha un'opinione sempre più alta del pubblico gay e gay friendly, e soprattutto del suo potenziale economico.
Voi che ne pensate?
mercoledì 19 febbraio 2014
QUEER GAMES CHARACTERS
Ciao a tutti, come va?
Ultimamente mi sono ritrovato spesso a parlare di videogames, visto che i segnali di apertura nei confronti della comunità (e dell'estetica) LGBT stanno aumentando lentamente, ma inesorabilmente. Stavolta, però, volevo segnalare un'ulteriore tipo di evoluzione in questa forma di intrattenimento, che riguarda un aspetto decisamente importante - per non dire determinante - nel settore videoludico, e cioè il character design dei protagonisti. Dico questo perchè, in ultima analisi, un videogame funziona nella misura in cui chi lo gioca si identifica col personaggio che manovra, e quindi il modo in cui il suddetto personaggio si presenta - e il suo eventuale successo - è estremamente indicativo di tante cose. I videogames, soprattutto quelli concepiti in Giappone, ci hanno abituato da tempo ad un concetto molto elastico di moda e a tutta una serie di personaggi androgini e originali, soprattutto quando c'erano di mezzo ambientazioni surreali, ma in ultima analisi i protagonisti principali tendevano sempre a non mettere in discussione il concetto di "eteronormatività" in fatto di abbigliamento. Adesso, però, le cose sembrano evolversi anche in altre direzioni. Ultimamente, ad esempio, c'è un certo dibattito attorno a Umbra Witch Bayonetta, protagonista del gioco omonimo, che pur essendo di sesso (presumibilmente) femminile, si presenta come una vera e propria drag queen...
Il caso di Bayonetta, che peraltro si muove in un universo parallelo dove buona parte dei personaggi hanno un look decisamente ambiguo, sembra tutt'altro che un incidente di percorso, tant'è che nel secondo capitolo del gioco, che dovrebbe uscire a breve, questo personaggio avrà un look ancora più ambiguo...
E tutto il suo mondo, in effetti, sembra il palcoscenico di una discoteca gay particolarmente eccentrica e raffinata, perlomeno a giudicare dal trailer di Bayonetta 2...
Che dire? Sembra solo ieri quando Lara Croft dettava legge, eppure i tempi stanno cambiando ed è evidente che il mondo dei videogames sta iniziando a valutare anche dei modelli alternativi per i suoi eroi. Il caso di Bayonetta, però, non è affatto isolato. Giusto per citarne un altro esempio recente potrei parlarvi di DEAD RISING 3, incentrato sulle vicissitudini del giovane (e affascinante) meccanico Nick Ramos che deve sopravvivere all'enesima apocalisse zombie...
Fin qui nulla di nuovo... La novità sta nel fatto che il giocatore ha modo di selezionare per lui una grande varietà di abiti oltre che la possibilità di farlo muovere in mutande o addirittura in mankini, come peraltro era già possibile fare con Chuck Greene, il fichissimo protagonista di DEAD RISING 2, che vedete qui sotto...
Ora: forse sbaglio, ma credo che il fatto che Chuck Greene sia diventato un personaggio cult per i videogiocatori gay abbia influenzato i programmatori del capitolo successivo della saga, dato che stavolta Nick Ramos ha a sua disposizione anche abiti femminili...
Nonchè la possibilità di creare una serie di improbabili mix...
Difficile dire quanto i programmatori abbiano considerato l'appeal del gioco sui giocatori omosessuali e quanto, semplicemente, abbiano voluto giocare con il personaggio... Però non si può dire che l'idea di un apocalisse zombie combattuta sui tacchi a spillo, o magari in boxer, non sia originale, o che non rappresenti un segnale - seppur piccolo - di apertura. Di buono c'è che le case di produzione, pian piano, si stanno adeguando ad un certo tipo di gusti, anche perchè la gente non se ne sta più zitta come accadeva una volta. Emblematico il caso del gioco online Phantasy Star Online 2 della SEGA, che recentemente aveva offerto l'opzione costume da bagno, ma SOLO per i personaggi femminili... Le proteste dei videogiocatori gay sono state tante e tali che SEGA ha finito per cedere alla fine dello scorso anno... Con questo risultato...
Non male, direi... Forse c'è ancora speranza...
Alla prossima.
Ultimamente mi sono ritrovato spesso a parlare di videogames, visto che i segnali di apertura nei confronti della comunità (e dell'estetica) LGBT stanno aumentando lentamente, ma inesorabilmente. Stavolta, però, volevo segnalare un'ulteriore tipo di evoluzione in questa forma di intrattenimento, che riguarda un aspetto decisamente importante - per non dire determinante - nel settore videoludico, e cioè il character design dei protagonisti. Dico questo perchè, in ultima analisi, un videogame funziona nella misura in cui chi lo gioca si identifica col personaggio che manovra, e quindi il modo in cui il suddetto personaggio si presenta - e il suo eventuale successo - è estremamente indicativo di tante cose. I videogames, soprattutto quelli concepiti in Giappone, ci hanno abituato da tempo ad un concetto molto elastico di moda e a tutta una serie di personaggi androgini e originali, soprattutto quando c'erano di mezzo ambientazioni surreali, ma in ultima analisi i protagonisti principali tendevano sempre a non mettere in discussione il concetto di "eteronormatività" in fatto di abbigliamento. Adesso, però, le cose sembrano evolversi anche in altre direzioni. Ultimamente, ad esempio, c'è un certo dibattito attorno a Umbra Witch Bayonetta, protagonista del gioco omonimo, che pur essendo di sesso (presumibilmente) femminile, si presenta come una vera e propria drag queen...
Il caso di Bayonetta, che peraltro si muove in un universo parallelo dove buona parte dei personaggi hanno un look decisamente ambiguo, sembra tutt'altro che un incidente di percorso, tant'è che nel secondo capitolo del gioco, che dovrebbe uscire a breve, questo personaggio avrà un look ancora più ambiguo...
E tutto il suo mondo, in effetti, sembra il palcoscenico di una discoteca gay particolarmente eccentrica e raffinata, perlomeno a giudicare dal trailer di Bayonetta 2...
Che dire? Sembra solo ieri quando Lara Croft dettava legge, eppure i tempi stanno cambiando ed è evidente che il mondo dei videogames sta iniziando a valutare anche dei modelli alternativi per i suoi eroi. Il caso di Bayonetta, però, non è affatto isolato. Giusto per citarne un altro esempio recente potrei parlarvi di DEAD RISING 3, incentrato sulle vicissitudini del giovane (e affascinante) meccanico Nick Ramos che deve sopravvivere all'enesima apocalisse zombie...
Fin qui nulla di nuovo... La novità sta nel fatto che il giocatore ha modo di selezionare per lui una grande varietà di abiti oltre che la possibilità di farlo muovere in mutande o addirittura in mankini, come peraltro era già possibile fare con Chuck Greene, il fichissimo protagonista di DEAD RISING 2, che vedete qui sotto...
Ora: forse sbaglio, ma credo che il fatto che Chuck Greene sia diventato un personaggio cult per i videogiocatori gay abbia influenzato i programmatori del capitolo successivo della saga, dato che stavolta Nick Ramos ha a sua disposizione anche abiti femminili...
Nonchè la possibilità di creare una serie di improbabili mix...
Difficile dire quanto i programmatori abbiano considerato l'appeal del gioco sui giocatori omosessuali e quanto, semplicemente, abbiano voluto giocare con il personaggio... Però non si può dire che l'idea di un apocalisse zombie combattuta sui tacchi a spillo, o magari in boxer, non sia originale, o che non rappresenti un segnale - seppur piccolo - di apertura. Di buono c'è che le case di produzione, pian piano, si stanno adeguando ad un certo tipo di gusti, anche perchè la gente non se ne sta più zitta come accadeva una volta. Emblematico il caso del gioco online Phantasy Star Online 2 della SEGA, che recentemente aveva offerto l'opzione costume da bagno, ma SOLO per i personaggi femminili... Le proteste dei videogiocatori gay sono state tante e tali che SEGA ha finito per cedere alla fine dello scorso anno... Con questo risultato...
Non male, direi... Forse c'è ancora speranza...
Alla prossima.
lunedì 17 febbraio 2014
KITTY PRIDE
Ciao a tutti, come va?
In america, fra le tante associazioni LGBT che si danno da fare con iniziative pubbliche molto incisive, garbate, sensate e di grande visibilità (che per l'Italia sono ancora un po' fantascienza) c'è la Human Rights Campaign Foundation, che quest'anno - insieme alla National Education Association e alla American Counseling Association - ha organizzato una conferenza nazionale di tre giorni (dal 14 al 16 febbraio) per parlare del benessere dei giovani LGBT e delle buone pratiche per preservarne la salute fisica e mentale. Ne parlo qui perchè, fra i tanti interventi, c'è stato quello di Ellen Page, classe 1987, alias Kitty Pryde negli ultimi film degli X-Men, che ha colto l'occasione per fare coming out in quanto lesbica...
Fra regista e attori la comunità LGBT nei film degli X-Men è sempre stata ben rappresentata, ma questa notizia è interessante per diversi motivi. Il primo è che arriva a pochissimo tempo dal debutto del film (cosa che non è avvenuta nel caso del regista e dei colleghi Anna Paquin/Rogue e Ian McKellen/Magneto), il secondo che arriva in occasione di un evento LGBT, il terzo è che riguarda un personaggio che nei fumetti ha avuto sempre una componente gay friendly notevole (e che peraltro di cognome fa Pryde, cosa che ai tempi suscitò qualche sospetto, visto che in quel periodo alla MARVEL si poteva parlare di omosessualità solo attraverso codici particolari e sottotesti vari)...
Per chi non lo sapesse, infatti, quando la prima recluta minorenne dei nuovi (all'epoca) X-Men debuttò, nei primi anni '80, per lungo tempo si parlò di un suo coinvolgimento emotivo un po' particolare con Ororo Munroe/Storm...
E in anni più recenti si è scoperto che è stata anche il sogno proibito di un'altra mutante della grande famiglia degli X-Men, e cioè Karma. Tuttavia, al di là del personaggio, l'intervento di Ellen Paige alla conferenza TIME TO THRIVE è stato molto toccante, ed era evidente che era molto emozionata mentre ne parlava...
E i passi salienti sono particolarmente interessanti:
E questo direi che è stato un ottimo modo per celebrare San Valentino.
Comunque, a proposito di MARVEL e San Valentino, mi sembra corretto segnalare che, se non altro, in Italia il megadirettore galattico della Panini (e quindi della MARVEL in Italia, nonchè della Disney) Marco Marcello Lupoi ha voluto sostenere una recente campagna di sensibilizzazione nei confronti delle leggi russe anti gay (se volete partecipare CLICCATE QUI)... Posando per questa foto con il suo compagno Andrea...
Bravi anche loro, anche se sui siti italiani di fumetti non ne ha parlato nessuno (Ok! Coi fumetti non c'entra molto, ma è comunque la presa di posizione del direttore editoriale della più grande realtà editoriale italiana, suvvia...!)
Tra l'altro alla fine degli anni '80 Marco Marcello Lupoi fu il responsabile del grande ritorno degli X-Men in Italia con la Star Comics... E - potere delle coincidenze - proprio con le storie in cui debuttò Kitty Pryde.
In ogni caso complimenti ancora: ce ne fossero!
Alla prossima.
In america, fra le tante associazioni LGBT che si danno da fare con iniziative pubbliche molto incisive, garbate, sensate e di grande visibilità (che per l'Italia sono ancora un po' fantascienza) c'è la Human Rights Campaign Foundation, che quest'anno - insieme alla National Education Association e alla American Counseling Association - ha organizzato una conferenza nazionale di tre giorni (dal 14 al 16 febbraio) per parlare del benessere dei giovani LGBT e delle buone pratiche per preservarne la salute fisica e mentale. Ne parlo qui perchè, fra i tanti interventi, c'è stato quello di Ellen Page, classe 1987, alias Kitty Pryde negli ultimi film degli X-Men, che ha colto l'occasione per fare coming out in quanto lesbica...
Fra regista e attori la comunità LGBT nei film degli X-Men è sempre stata ben rappresentata, ma questa notizia è interessante per diversi motivi. Il primo è che arriva a pochissimo tempo dal debutto del film (cosa che non è avvenuta nel caso del regista e dei colleghi Anna Paquin/Rogue e Ian McKellen/Magneto), il secondo che arriva in occasione di un evento LGBT, il terzo è che riguarda un personaggio che nei fumetti ha avuto sempre una componente gay friendly notevole (e che peraltro di cognome fa Pryde, cosa che ai tempi suscitò qualche sospetto, visto che in quel periodo alla MARVEL si poteva parlare di omosessualità solo attraverso codici particolari e sottotesti vari)...
Per chi non lo sapesse, infatti, quando la prima recluta minorenne dei nuovi (all'epoca) X-Men debuttò, nei primi anni '80, per lungo tempo si parlò di un suo coinvolgimento emotivo un po' particolare con Ororo Munroe/Storm...
E in anni più recenti si è scoperto che è stata anche il sogno proibito di un'altra mutante della grande famiglia degli X-Men, e cioè Karma. Tuttavia, al di là del personaggio, l'intervento di Ellen Paige alla conferenza TIME TO THRIVE è stato molto toccante, ed era evidente che era molto emozionata mentre ne parlava...
E i passi salienti sono particolarmente interessanti:
"Sono qui, oggi, perché sono gay e perché forse posso fare la differenza. Per aiutare gli altri ad avere una vita più semplice e più serena. A prescindere da ciò, ne sento l’obbligo personale e la responsabilità sociale".
Ha poi continuato:
"Sono stanca di nascondermi, stanca di mentire attraverso l’omissione. Ho sofferto per anni, perché avevo paura a uscire allo scoperto. Il mio spirito ne ha sofferto, la mia mente ne ha sofferto e ne hanno sofferto le mie relazioni. E sono qui con voi, oggi, dalla parte opposta rispetto a tutto quel dolore".
"È bizzarro, perché io sono qui, un’attrice, in rappresentanza di un’industria che impone degli standard oppressivi su tutti noi. Non solo sui giovani, su tutti. Standard di bellezza, di benessere, di successo. Standard che, mi duole ammetterlo, mi hanno ferito. Si insinuano delle idee nella tua testa, pensieri che non hai mai avuto prima, che ti dicono come devi comportarti, come devi vestirti, chi devi essere. Ho cercato di resistere, di mantenermi autentica, di seguire il mio cuore; ma può essere davvero dura".Davvero brava, vero?
E questo direi che è stato un ottimo modo per celebrare San Valentino.
Comunque, a proposito di MARVEL e San Valentino, mi sembra corretto segnalare che, se non altro, in Italia il megadirettore galattico della Panini (e quindi della MARVEL in Italia, nonchè della Disney) Marco Marcello Lupoi ha voluto sostenere una recente campagna di sensibilizzazione nei confronti delle leggi russe anti gay (se volete partecipare CLICCATE QUI)... Posando per questa foto con il suo compagno Andrea...
Bravi anche loro, anche se sui siti italiani di fumetti non ne ha parlato nessuno (Ok! Coi fumetti non c'entra molto, ma è comunque la presa di posizione del direttore editoriale della più grande realtà editoriale italiana, suvvia...!)
Tra l'altro alla fine degli anni '80 Marco Marcello Lupoi fu il responsabile del grande ritorno degli X-Men in Italia con la Star Comics... E - potere delle coincidenze - proprio con le storie in cui debuttò Kitty Pryde.
In ogni caso complimenti ancora: ce ne fossero!
Alla prossima.
venerdì 14 febbraio 2014
UN DISEGNO PER MICHAEL...
Ciao a tutti, come va?
In teoria San Valentino dovrebbe essere una festa leggera per cuori leggeri, ma siccome questo è un BLOG alternativo oggi tornerò a parlarvi del caso di Michael Morones (che vedete qui sotto assieme al fratello maggiore Angel), il ragazzino undicenne che ora è in coma dopo aver tentato il suicidio... Spinto dal bullismo dei suoi coetanei, che non tolleravano il fatto che fosse un fan del cartone MY LITTLE PONY: FRIENDSHIP IS MAGIC...
Torno a parlarne perchè c'è un'associazione americana che si chiama YOU WILL RISE (cliccate QUI), che si propone di combattere il bullismo in maniera molto particolare: e cioè attraverso l'arte, e cioè dando modo alle persone vittima di bullismo (o che vogliono dire la loro sul bullismo) di farlo attraverso un linguaggio che di solito viene bella mente ignorato... Mentre invece, perlomeno secondo YOU WILL RISE (e anche secondo me) ha un potere più grande di quanto non si è portati a pensare di solito... E nel caso di Michael Morones questa associazione ha proposto a quanti vogliono mostrare il proprio sostegno simbolico di inviare un disegno (o una foto, o una lettera, o qualsiasi altro prodotto della creatività umana) youwillriseproject@gmail.com specificando "ART FOR MICHAEL" nel soggetto della mail. Tutti i lavori arrivati entro il 30 aprile verranno stampati in un libro che verrà consegnato ai genitori del giovane brony (nella speranza che entro quella data si sia ripreso e non abbia avuto danni permanenti)... Potete vedere i lavori inviati finora CLICCANDO QUI. Siccome ci sono disegni fatti da altri bambini come disegni fatti da esperti grafici non si tratta di una vera e propria galleria d'arte, ma più che altro di un gesto simbolico, che ovviamente mette al centro la passione di Michael per i MY LITTLE PONY... Tant'è che molti lo immaginano in versione ponyzzata a galoppare insieme ai suoi personaggi preferiti...
La cosa fa davvero tanta tenerezza, ma la cosa che colpisce di più è che da tutte queste prove di affetto emerge il fatto che c'è tanta gente che si sente vicina a Michael e che legittima in tutto e per tutto il suo modo di essere... A differenza dei suoi compagni, che a causa delle sue passioni dichiarate lo hanno perseguitato nel modo più omofobo possibile, portandolo al tentativo di suicidio di cui sopra. Tuttavia, per fortuna, c'è tanta gente che non la pensa così.
E questo, nella disgrazia, è indubbiamente un segno dei tempi che cambiano.
Questo progetto ha anche un gruppo su facebook (CLICCATE QUI).
Se in qualche modo volete partecipare anche voi sarete i benvenuti...
Nella speranza che Michael si riprenda e possa apprezzare al più presto le vostre dimostrazioni di affetto.
Alla prossima.
In teoria San Valentino dovrebbe essere una festa leggera per cuori leggeri, ma siccome questo è un BLOG alternativo oggi tornerò a parlarvi del caso di Michael Morones (che vedete qui sotto assieme al fratello maggiore Angel), il ragazzino undicenne che ora è in coma dopo aver tentato il suicidio... Spinto dal bullismo dei suoi coetanei, che non tolleravano il fatto che fosse un fan del cartone MY LITTLE PONY: FRIENDSHIP IS MAGIC...
Torno a parlarne perchè c'è un'associazione americana che si chiama YOU WILL RISE (cliccate QUI), che si propone di combattere il bullismo in maniera molto particolare: e cioè attraverso l'arte, e cioè dando modo alle persone vittima di bullismo (o che vogliono dire la loro sul bullismo) di farlo attraverso un linguaggio che di solito viene bella mente ignorato... Mentre invece, perlomeno secondo YOU WILL RISE (e anche secondo me) ha un potere più grande di quanto non si è portati a pensare di solito... E nel caso di Michael Morones questa associazione ha proposto a quanti vogliono mostrare il proprio sostegno simbolico di inviare un disegno (o una foto, o una lettera, o qualsiasi altro prodotto della creatività umana) youwillriseproject@gmail.com specificando "ART FOR MICHAEL" nel soggetto della mail. Tutti i lavori arrivati entro il 30 aprile verranno stampati in un libro che verrà consegnato ai genitori del giovane brony (nella speranza che entro quella data si sia ripreso e non abbia avuto danni permanenti)... Potete vedere i lavori inviati finora CLICCANDO QUI. Siccome ci sono disegni fatti da altri bambini come disegni fatti da esperti grafici non si tratta di una vera e propria galleria d'arte, ma più che altro di un gesto simbolico, che ovviamente mette al centro la passione di Michael per i MY LITTLE PONY... Tant'è che molti lo immaginano in versione ponyzzata a galoppare insieme ai suoi personaggi preferiti...
La cosa fa davvero tanta tenerezza, ma la cosa che colpisce di più è che da tutte queste prove di affetto emerge il fatto che c'è tanta gente che si sente vicina a Michael e che legittima in tutto e per tutto il suo modo di essere... A differenza dei suoi compagni, che a causa delle sue passioni dichiarate lo hanno perseguitato nel modo più omofobo possibile, portandolo al tentativo di suicidio di cui sopra. Tuttavia, per fortuna, c'è tanta gente che non la pensa così.
E questo, nella disgrazia, è indubbiamente un segno dei tempi che cambiano.
Questo progetto ha anche un gruppo su facebook (CLICCATE QUI).
Se in qualche modo volete partecipare anche voi sarete i benvenuti...
Nella speranza che Michael si riprenda e possa apprezzare al più presto le vostre dimostrazioni di affetto.
Alla prossima.
mercoledì 12 febbraio 2014
BARA GAME IN ARRIVO!
Ciao a tutti, come va?
Come forse saprete (anzi, se seguite questo BLOG da qualche anno dovreste saperlo a memoria) in Giappone i bara manga sono una nicchia di mercato che ha sfondato da tempo (aemh...) il muro della multimedialità. Così, tra le altre cose, per il mercato nipponico sono presenti anche vari giochi di simulazione in semianimazione che permettono al giocatore di diventare protagonista di un bara, farlo interagire con i personaggi e portare la storia verso situazioni pepate e amplessi focosi (che poi è lo scopo dei suddetti giochi)... Con tanto di doppiatori che danno la voce ai vari personaggi con cui potete interagire. Quello che vedete qui sotto è un assaggino delle ultime uscite...
Non ne parlo spesso qui perchè, pur potendo contare sui disegni di mangaka molto noti nel mondo bara, questi giochi sono solo in giapponese, e quindi non avrei modo di entrare troppo nello specifico. Comunque, siccome tutto il mondo è paese, e siccome i tempi cambiano e le idee circolano, i bara games potrebbero iniziare ad alimentare una nicchia di mercato anche al di fuori del Giappone... Come, direte voi? Grazie alla OONYX GAMES, piccolo produttore di software gay oriented attivo dal 2011, che per quest'anno ha deciso di sperimentare un bara game made in Netherlands (a quanto pare sono olandesi). In realtà questa etichetta è nata proprio per promuovere giochi di simulazione gay oriented ed espliciti, ma in "tradizionale" grafica 3D...
Finora non ne ho mai parlato perchè, lo ammetto, mi sembravano una sorta di modesto ripiego per gli amanti di THE SIMS, con la differenza che potendo contare su risorse molto più limitate (alla OONYX sono in cinque a fare tutto, e presumibilmente hanno anche altri lavori per mantenersi) i loro giochi di simulazione non mi sono mai sembrati particolarmente originali rispetto a tante altre cose reperibili su internet. Adesso, però, sembrano intenzionati a fare un piccolo salto in avanti... Infatti entro l'estate (e con diversi mesi di ritardo) dovrebbe debuttare SUPER HEALTH CLUB...
Si tratta di un vero e proprio BARA GAME sul modello giapponese (ma in inglese), con quattro maschioni da corteggiare e un buon livello di interattività. E per la parte grafica alla OONYX hanno avuto il buonsenso di contattare un artista che si dedica alle illustrazioni a tema bara da sette anni (peraltro dando prova di sapere quello che fa): DongSaeng (la cui striscia comica GAY SOME! viene tradotta anche in italiano QUI)...
Tra l'altro, anche se in passato i giapponesi avevano provato (senza grande successo) a piazzare un paio di bara games in inglese, questa volta il discorso è diverso perchè sarà possibile mostrare le scene erotiche senza alcun tipo di censura... Cosa che non è mai stata possibile nemmeno nei bara games più spinti (per via della nota legge giapponese sulla censura). Alla OONYX sono talmente convinti che questa cosa andrà bene che venderanno questo bara games in cinque modi diversi: download base, download con plug-in musicali, DVD base, DVD con CD musicale e DVD per collezionisti (con CD musicale, art book e due poster)...
Non male, direi... Anche perchè se questa cosa dovesse funzionare si aprirebbero tutta una serie di scenari molto interessanti. In ogni caso, se volete prenotare fin d'ora la vostra copia, potete CLICCARE QUI.
Ammetto che sono molto curioso di seguire le vicissitudini di questo gioco e la reazione della comunità gay occidentale a questo genere di prodotto...
Staremo a vedere.
Come forse saprete (anzi, se seguite questo BLOG da qualche anno dovreste saperlo a memoria) in Giappone i bara manga sono una nicchia di mercato che ha sfondato da tempo (aemh...) il muro della multimedialità. Così, tra le altre cose, per il mercato nipponico sono presenti anche vari giochi di simulazione in semianimazione che permettono al giocatore di diventare protagonista di un bara, farlo interagire con i personaggi e portare la storia verso situazioni pepate e amplessi focosi (che poi è lo scopo dei suddetti giochi)... Con tanto di doppiatori che danno la voce ai vari personaggi con cui potete interagire. Quello che vedete qui sotto è un assaggino delle ultime uscite...
Non ne parlo spesso qui perchè, pur potendo contare sui disegni di mangaka molto noti nel mondo bara, questi giochi sono solo in giapponese, e quindi non avrei modo di entrare troppo nello specifico. Comunque, siccome tutto il mondo è paese, e siccome i tempi cambiano e le idee circolano, i bara games potrebbero iniziare ad alimentare una nicchia di mercato anche al di fuori del Giappone... Come, direte voi? Grazie alla OONYX GAMES, piccolo produttore di software gay oriented attivo dal 2011, che per quest'anno ha deciso di sperimentare un bara game made in Netherlands (a quanto pare sono olandesi). In realtà questa etichetta è nata proprio per promuovere giochi di simulazione gay oriented ed espliciti, ma in "tradizionale" grafica 3D...
Finora non ne ho mai parlato perchè, lo ammetto, mi sembravano una sorta di modesto ripiego per gli amanti di THE SIMS, con la differenza che potendo contare su risorse molto più limitate (alla OONYX sono in cinque a fare tutto, e presumibilmente hanno anche altri lavori per mantenersi) i loro giochi di simulazione non mi sono mai sembrati particolarmente originali rispetto a tante altre cose reperibili su internet. Adesso, però, sembrano intenzionati a fare un piccolo salto in avanti... Infatti entro l'estate (e con diversi mesi di ritardo) dovrebbe debuttare SUPER HEALTH CLUB...
Si tratta di un vero e proprio BARA GAME sul modello giapponese (ma in inglese), con quattro maschioni da corteggiare e un buon livello di interattività. E per la parte grafica alla OONYX hanno avuto il buonsenso di contattare un artista che si dedica alle illustrazioni a tema bara da sette anni (peraltro dando prova di sapere quello che fa): DongSaeng (la cui striscia comica GAY SOME! viene tradotta anche in italiano QUI)...
Tra l'altro, anche se in passato i giapponesi avevano provato (senza grande successo) a piazzare un paio di bara games in inglese, questa volta il discorso è diverso perchè sarà possibile mostrare le scene erotiche senza alcun tipo di censura... Cosa che non è mai stata possibile nemmeno nei bara games più spinti (per via della nota legge giapponese sulla censura). Alla OONYX sono talmente convinti che questa cosa andrà bene che venderanno questo bara games in cinque modi diversi: download base, download con plug-in musicali, DVD base, DVD con CD musicale e DVD per collezionisti (con CD musicale, art book e due poster)...
Non male, direi... Anche perchè se questa cosa dovesse funzionare si aprirebbero tutta una serie di scenari molto interessanti. In ogni caso, se volete prenotare fin d'ora la vostra copia, potete CLICCARE QUI.
Ammetto che sono molto curioso di seguire le vicissitudini di questo gioco e la reazione della comunità gay occidentale a questo genere di prodotto...
Staremo a vedere.
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