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mercoledì 25 marzo 2015

AUTORI PER BENEFICENZA...

Ciao a tutti, come va?

Nel post di oggi cercherò di mettere in evidenza un paio di notizie molto interessanti che dimostrano (se ancora ce ne fosse bisogno), che gli artisti che lavorano nel campo del fumetto e dell'animazione possono dare un contributo molto concreto alla causa LGBT. La prima arriva dalla California, e più precisamente alla Galleria Nucleus di Alhambra (specializzata in opere legate all'immaginario pop, all'animazione al fumetto), che ha appena concluso una mostra/tributo dedicata alla saga animata di AVATAR e al suo sequel KORRA.

La suddetta mostra ha coinvolto anche i creatori originali della serie, tra cui Bryan Konietzko, che vedete nella foto sotto e che è il responsabile della caratterizzazione grafica di queste fortunate produzioni.

Fra le altre cose il nostro amico ha realizzato una bella illustrazione dedicata al rapporto d'amore (lesbico) che si è concretizzato fra Korra e Asami alla fine della serie, che è stata riprodotta in un'edizione limitata a 100 stampe numerate e venduta in esclusiva dalla Galleria Nucleus.

La cosa interessante è che Bryan Konietzko ha deciso che tutto il guadagno ottenuto dalla vendita di queste stampe (che ovviamente sono andate esaurite praticamente subito) sarà interamente devoluto ad un telefono amico LGBT, di quelli specializzati nella prevenzione dei suicidi. Ottima cosa, direi.

Un'altra bella iniziativa, che se vi interessa è ancora in corso, arriva dalla Francia, ed è stato messo in piedi grazie alla piattaforma di crowfounding francese ULULE. In realtà, però, questa storia ha inizio nel 2012, quando due disegnatori francesi (Silver e Pochep) decisero di creare un sito in cui raccogliere i contributi di fumettisti e illustratori contro l'omofobia. Il sito si chiama Project 17 Mai (Progetto 17 Maggio), e ovviamente è ancora online CLICCANDO QUI. Nel 2013 la casa editrice francese Des ailes sur un tracteur (specializzata in pubblicazioni LGBT, ma NON in fumetti, e che trovate CLICCANDO QUI), gli ha proposto di raccogliere i disegni del sito in una pubblicazione, utilizzando ULULE in modo da poter devolvere tutti gli eventuali guadagni all'associazione francese SOS HOMOPHOBIE (che trovate CLICCANDO QUI), che si occupa della lotta all'omofobia su tutto il territorio francese. Il progetto andò felicemente in porto, vennero vendute 1500 copie e a SOS HOMOPHOBIE arrivarono oltre 10.000 euro.

Anzi: il progetto è andato così bene che nel 2014 ha ricevuto il Prix de la Tolérance, che viene assegnato in Francia/Germania/Polonia dal 2006, e che probabilmente ha spinto gli ideatori a ripetere l'esperienza anche quest'anno, con una seconda raccolta di lavori promossa sempre su ULULE, e che si prefigge ancora di raccogliere fondi per SOS HOMOPHOBIE. Se il progetto vi interessa la sua pagina su ULULE si trova CLICCANDO QUI.

Che dire? Tutte queste belle iniziative scaldano il cuore, però mettono anche in luce alcune sostanziali differenze fra l'Italia e il resto del mondo. Nel senso da noi, al momento, non hanno ancora avuto gli stessi riscontri.

Mi spiego ancora meglio: l'unico caso italiano simile ai due che ho citato in questo BLOG, a quanto mi risulta, è stato quello di REN BOOKS, nel 2013, che ha effettuato una raccolta fondi tramite il sito PRODUZIONI DAL BASSO per la realizzazione dell'antologia manga IT'S OK!, un progetto dichiaratamente contro l'omofobia che sarebbe dovuto servire a finanziare delle associazioni che lottano contro l'omofobia (a suo tempo ne parlai anche io, e se non ci credete CLICCATE QUI). E questo è sicuramente positivo, anche perchè IT'S OK! è stato il primo esempio di crowfounding di questo tipo ad avere avuto successo in Italia.

Purtroppo, però, i soldi raccolti sono bastati giusto per coprire le spese di produzione, e poichè buona parte della tiratura è rimasta invenduta non è stato possibile raccogliere i fondi di beneficenza previsti, che nelle intenzioni iniziali sarebbero dovuti andare all'AGEDO (Associazione GEnitori di Omosssuali). Forse l'idea dell'antologia manga per sostenere un'iniziativa del genere non ha centrato pienamente l'obbiettivo, anche alla luce del fatto che il modo con cui i giapponesi trattano l'argomento forse non è risultato particolarmente accattivante per il pubblico italiano... O forse sarebbe stato meglio puntare su un'unica storia lunga... O magari su dei contenuti che trattassero l'omofobia in maniera più trasversale...

Chissà...

D'altra parte in certi casi non si può fare altro che andare per tentativi, soprattutto considerando che in Italia non ci sono precedenti in questo senso. Morale della favola: tanto per cambiare la situazione italiana è ampiamente perfezionabile, e magari guardare con più attenzione ad alcuni esempi stranieri potrebbe risultare di grande aiuto.

Alla prossima.

 P.S. Vi ricordo che in cima a questo blog (nella versione web che potete visualizzare dal browser e non in quella per cellulare) potete votare per il PREMIO GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati: trovate tutti i dettagli cliccando sull'apposito banner) 2015. Partecipate e spargete la voce!

4 commenti:

Fa.Gian. ha detto...

"...la situazione italiana è ampiamente perfezionabile, ..."

IL problema è che lo è da 2000 anni, perchè gli italiani preferiscono sedersi e aspettare... che ci pensi qualcun altro.

Per questo credo che nessuna iniziativa, più o meno simile a queste avrà mai successo da noi.

Ci aspettiamo un "messia" che venga, ci metta soldi di tasca sua e poi aspetti che noi ci accodiamo, senza rischi

Wally Rainbow ha detto...

ECCOMI! :-P
Ops! Dimenticavo! Non ho i soldi...

Nino ha detto...

Fa.Gian. Non è vero. I lettori interessati ci sono.
Io mi sono scoraggiato nel continuare con il crowd founding per due motivi:

- Alcuni autori che volevano lavorare per noi o che lavoravano per noi hanno partecipato al crowd founding e poi hanno parlato di noi come quelli che "fanno crowd founding"e quindi editori di serie B. leggittimissimo, ma su 35 pubblicazioni in 4 anni solo una è nata così e per i motivi che Wally ha elencato.

- Il secondo è un passo falso nostro. Non abbiamo, ingenuamente, calcolato le spese di spedizione per tutti i partecipanti al crowd founding e inoltre abbiamo scelto un volume debole in quanto composto da storie brevi ma soprattutto da manga. Probabilmente si poteva fare con un volume più appetibile alle masse e fare più attenzione alla questione "spese di spedizione". Insomma, sbagliando si impara e noi speriamo di crescere dai nostri errori, non di certo di perseverare. :)
Bacioni!

Anonimo ha detto...

Confermo che le persone interessate al crow founding non mancano, io ho aderito a molti progetti in inglese finanziati in questo modo e conosco altre persone che hanno fatto altrettanto. La questione chiave è però che il progetto deve stare realmente a cuore, per me è stato così per Always raining here, Artifice e altri. Nella maggior parte dei casi si è trattato di progetti che hanno costruito nel tempo il loro pubblico, per esempio con la pubblicazione delle pagine sul loro sito. Nel caso dell'antologia della Renbooks invece l'aspetto della beneficenza ha preso decisamente il sopravvento su quello dell'opera, della quale si sapeva ben poco: non che si sia qualcosa di male di per sè, ma entrano in gioco dinamiche profondamente diverse da quelle del crow founding tradizionale.