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martedì 24 ottobre 2017

GIOCHIAMOCI SOPRA...

Ciao a tutti, come va?

Se siete appassionati di fumetti e frequentate anche altri siti specializzati forse anche voi vi sarete imbattuti in un paio di annunci alquanto curiosi, peraltro arrivati a brevissima distanza l'uno dall'altro. Mi riferisco al lancio, in occasione di Lucca Comics & Games, del Monopoly di Tex e del Trivial Pursuit  dedicato al mondo del fumetto, con una sezione specifica dedicata ai fumetti Bonelli.


In un recente post avevo già scritto di come alcuni editori italiani, che non sanno più cosa fare per ampliare il loro parco lettori (e per spremere i loro lettori storici), abbiano iniziato a puntare su iniziative collaterali di cui nessuno sentiva la necessità invece che sul rilancio dei loro personaggi e sul reale rinnovamento delle loro proposte. Le due iniziative di cui sopra potrebbero rientrare benissimo nella casistica di cui sopra, ma con una piccola differenza: probabilmente sono state specificamente studiate per dare una visibilità supplementare al marchio Bonelli in contesti in cui generalmente non ce l'ha.

Nel senso che realizzare un Trivial Pursuit e un Monopoly con il marchio Bonelli e Tex in bella vista vuol dire portare queste due scatole nei negozi specializzati in Games e nei padiglioni dedicati ai Games di Lucca Comics (tant'è che quest'anno la  Bonelli ha già annunciato di avere uno spazio dedicato persino in quell'area, che persumo sarà molto utile per lanciare anche i nuovi fumetti "young" di Dragonero), nonchè in tutte le manifestazioni dedicate ai giochi da tavolo che generalmente non trattano fumetti. Tutti spazi che effettivamente sono frequentati anche da un pubblico molto giovane, che probabilmente - allo stato attuale delle cose - non avrebbe molti motivi e/o occasioni per famigliarizzare con Tex e con la stragrande maggioranza dei personaggi della sua casa editrice, se non attraverso iniziative di questo tipo...

Il problema è che se poi i piccoli giocatori volessero provare a leggere i fumetti a cui si ispira il Monopoly di Tex non è affatto detto che finirebbero per esserne conquistati, e si tornerebbe da punto accapo... E comunque io avrei anche qualche dubbio sul fatto che ci sia tanta gente disposta ad iniziare una raccolta di fumetti Bonelli per vincere una partita a Trivial Pursuit, però è anche vero che io non ho fatto studi di marketing, e quindi mi fermo qui.

In realtà ho iniziato il post di oggi con questa segnalazione perchè secondo me è abbastanza interessante notare che la più grande casa editrice di fumetti Made in Italy, in occasione della più grande manifestazione fumettistica italiana, sembra un po' essersi arresa di fronte all'evidenza... E cioè davanti al fatto che la suddetta manifestazione ha un taglio di un certo tipo, e che se la si vuole  sfruttare al meglio bisogna adeguarsi... Anche perchè Lucca Comics & Games di certo non ha alcuna intenzione di cambiare l'approccio che la caratterizza. Il che, presumo, spiega anche cose come il numero speciale di Dylan Dog con la copertina che "urla" (con il suono del campanello del protagonista, per intenderci)...

Quindi, a ben guardare, certe scelte di marketing hanno tutto il sapore di una resa, con buona pace di Sergio Bonelli buonanima, che nel 2009 - vista la piega che avevano preso gli eventi - aveva annunciato che la sua casa editrice a Lucca non ci sarebbe più andata proprio per non essere "complice" di quel meccanismo che poi ha finito per prendere il sopravvento (CLICCATE QUI). In realtà la sua minaccia non si concretizzò del tutto, visto che nei due anni successivi la casa editrice rimase presente con uno spazio per le dediche e gli autografi, ma dopo la morte di Sergio Bonelli (nel 2011) la nuova gestione ha cercato di integrarsi sempre di più nello spirito della manifestazione, per arrivare ai tre spazi che ha opzionato nell'edizione di quest'anno.

C'è qualcosa di male in tutto questo? Ovviamente no, ma penso che sia perlomeno curioso il fatto che col tempo Lucca Comics & Games abbia iniziato a vivere di vita propria senza dover più rendere conto delle sue politiche e del suo approccio a nessuno, men che meno alla casa editrice Bonelli... Che, per l'appunto, ha finito per adeguarsi, arrivando all'edizione di quest'anno con giochi in scatola e gadget vari...



Quindi la domanda è: se alla fine persino la Sergio Bonelli Editore ha finito per "lucchizzarsi", e se Lucca Comics & Games è davvero diventata una gigantesca fiera campionaria con carnevale annesso, e cioè una sorta di Comics/Manga Pride finalizzato a lucrare sugli aspetti più turistici dell'evento, in che misura può dirsi complice dell'attuale situazione - non proprio felice - in cui versa il mondo del fumetto italiano? Dopotutto è sempre più evidente che questa manifestazione ha un certo peso sull'industria del fumetto italiano e sulle sue strategie, anche solo per via dei suoi numeri... Ovviamente non sto dicendo che Lucca detta l'agenda delle case editrici, ma qualcosa mi dice in qualche modo contribuisce ad orientarle e che, per intenderci, senza Lucca Comics & Games probabilmente ora non ci sarebbero un Monopoly e un Trivial Pursuit firmati Bonelli...

Il che, in realtà, mi porta ad un'altra domanda: se tanto mi dà tanto è possibile che, ad esempio, la totale assenza "ufficiale" delle tematiche LGBT dalla manifestazione pop più importante d'Italia possa incidere sul modo con cui le case editrici italiane si rapportano con esse? Ad esempio confermando indirettamente che NON si tratta di tematiche importanti e/o di rilievo per il grande pubblico?

E la domanda, ovviamente, vale anche per tutta una serie di temi che vengono debitamente ignorati da chi organizza Lucca Comics & Games sul modello di una disimpegnata sagra paesana, senza connotazioni particolarmente stimolanti in un senso o nell'altro.

Dico questo perchè, in effetti, ora che in Italia sono arrivate le Unioni Civili e dopo che i media hanno iniziato davvero a sdoganare l'argomento, dall'edizione 2017 mi sarei aspettato qualche piccolissimo segnale di apertura in più... E invece anche nel programma dell'edizione 2017 (che trovate QUI), non c'è neanche l'ombra di un piccolo spiraglio LGBT (ad esclusione di quelli accidentalmente legati alle presentazioni e alle proposte di qualche casa editrice, ovviamente). Considerando che, come ho segnalato più volte su questo blog, nelle manifestazioni di questa portata che si tengono negli USA si organizzano decine di incontri a tema, per non parlare delle iniziative collaterali, viene davvero da pensare che quello che viene messo in piedi a Lucca una volta all'anno sia qualcosa di profondamente diverso... Anche se spesso viene paragonato alle manifestazioni americane di cui sopra.

In realtà la sensazione è che Lucca Comics & Games voglia connotarsi sempre di più come una fiera per famiglie - nel senso più letterale del termine - che prende spunto dall'immaginario pop, piuttosto che come una manifestazione dedicata alla cultura  pop con degli spazi di riflessione e confronto. Tant'è che, molto banalmente, da anni ha un'area Junior dove si fanno laboratori didattici e creativi come in qualsiasi centro per l'infanzia: una cosa che - guardacaso - non viene nemmeno presa in considerazione dalla San Diego ComiCon o dalla New York ComiCon, che pure consentono l'ingresso ai più piccoli.

Il punto è che nelle manifestazioni straniere il target  principale sono gli appassionati, i loro interessi e le dinamiche interne al loro mondo, mentre a Lucca - in realtà - non si sta a guardare tanto per il sottile, si cerca di coinvolgere la platea più ampia possibile e ci si organizza di conseguenza, anche se questo porta ad un appiattimento generale dei contenuti, che di anno in anno diventa più evidente. Anche perchè ovviamente più il livello della manifestazione è "accessibile" e più sono numerosi i visitatori occasionali e i semplici curiosi... E una volta innescato questo circolo vizioso, con tutti i guadagni che porta, è evidente che diventa molto comodo non uscirne... Anche se poi, nel lungo periodo, i danni per l'industria del fumetto saranno maggiori dei benefici. E forse non solo per l'industria del fumetto.

Ad esempio: manca meno di una settimana alla manifestazione e le prevendite sono ancora bassissime... Considerando che i biglietti sono quelli che servono per entrare nelle aree prettamente dedicate ai fumetti e agli incontri direi che è abbastanza indicativo. E d'altra parte se l'organizzazione (in quanto estensione del Comune di Lucca) è  ben felice che il centro storico sia colonizzato da dei temporary shop a cui si può accedere senza biglietto buon pro gli faccia... Quel che è certo che nelle manifestazioni straniere il tetto massimo di prevendite viene raggiunto in pochi giorni, e qualcosa vorrà pur dire.

Quindi la sensazione è che gli appassionati di fumetti, quelli veri, si stiano iniziando a disaffezionare... Anche perchè, nei fatti, Lucca Comics & Games si sta dimostrando sempre più autoreferenziale di anno in anno, e forse un appassionato che deve investire i suoi soldi in una quattro giorni di fumetti (con tutti i disagi logistici e gli impegni organizzativi che questo comporta) vorrebbe qualcosa di più che una gigantesca Disneyland con vetrina commerciale annessa, soprattutto a livello di contenuti. Anche perchè grazie ad internet il concetto di "occasione imperdibile", in fatto di acquisti di fumetti e affini, è diventato davvero molto relativo.

Certo si possono incontrare gli autori dal vivo, gli si può chiedere un autografo e tutto il resto, ma forse per tante persone questo non è un incentivo sufficiente per acquistare un bliglietto in prevendita... O per organizzare un viaggio a Lucca.

E in tutto questo, nonostante le apparenze e le folle oceaniche che comunque intasano le vie di Lucca, il mondo del fumetto italiano e tutto ciò che gli gira attorno inizia a preoccuparsi davvero, perchè i conti tornano sempre meno... A meno che, ovviamente, a farli non sia la società che gestisce Lucca Comics & Games, che finalmente ha messo online il bilancio del 2016 (CLICCATE QUI), così che chiunque possa farsi un'idea delle somme che muove e di come le muove (e si parla di cifre IMPORTANTI, soprattutto in un periodo come questo).

D'altra parte se negli ultimi dieci anni i visitatori di Lucca Comics & Games sono aumentati, mentre i lettori di fumetti mediamente sono diminuiti, è evidente che non c'è un rapporto diretto fra il successo di questa manifestazione e l'andamento del mercato... Con tutto quello che consegue.

Quindi, forse, una casa editrice che volesse davvero ampliare il suo pubblico non è a Lucca che dovrebbe guardare, al netto dei suoi riscontri commerciali durante i giorni della fiera (che comunque sono un ottimo motivo per essere presenti), soprattutto se vuole avere dei benefici nel lungo periodo.

E comunque, giusto per la cronaca, anche alla terza edizione del ComiCon di Parigi (CLICCATE QUI), che quest'anno si tiene dal 27 al 29 ottobre e che raggiunge giusto 32.000 presenze, c'è spazio per conferenze su temi come la diversità nei fumetti e il ruolo delle fumettiste... E negli stessi giorni si tiene anche il Los Angeles ComiCon, la manifestazione patrocinata da Stan Lee in persona (CLICCATE QUI), con incontri come "Gay Geeks e come trovarli"...

Ognuno tragga le sue conclusioni (soprattutto se non gli piace giocare a Monopoly o a Trivial Pursuit)

Alla prossima.

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