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martedì 3 ottobre 2017

TRASGRESSIONI ANIMATE

Ciao a tutti, come va?

Forse anche voi vi sarete imbattuti nella notizia che è circolata poco più di una settimana fa, e che partiva da una madre americana che (tanto per cambiare) si era accorta che in un episodio della nuova serie dell'Ape Maia (il 35 della prima serie) qualche animatore burlone aveva inserito il disegno di un pene (umano) inciso all'interno di un tronco che compare sullo sfondo.

Le prima serie di questa nuova versione animata (in digitale) della curiosa apetta circola ormai dal 2012 (anche perchè doveva celebrare il centenario del personaggio creato dallo scrittore tedesco Waldemar Bonsels), quindi tanti complimenti all'ottima vista della madre in questione, che è riuscita a scovare un dettaglio che per cinque anni era sfuggito a milioni di telespettatori... Anche perchè buona parte dei milioni di telespettatori che l'avevano vista prima di lei non avevano l'età e la malizia per notare simili dettagli.

Fatto sta che questa segnalazione ha fatto in modo che il suddetto episodio venisse rimosso da Netflix, che lo rendeva disponibile negli USA. Quale sarà la sorte del suddetto episodio in Italia non ci è dato saperlo, però sul sito di RaiReplay dalla pagina dell'Ape Maia sono stati rimossi tutti gli episodi (CLICCATE QUI)... Se questa è una coincidenza  o meno lo lascio decidere a voi. Comunque l'argomento di oggi non è il pene sul tronco dell'Ape Maia, ma il fatto che questa notizia abbia avuto una certa diffusione anche in Italia, sia sui media specializzati in in fumetti e immaginario pop che sui media generalisti, e persino su qualche sito gay...

E questa cosa ha confermato che: 1) I media italiani riportano notizie "trasgressive" relative alle produzioni animate quando si tratta di personaggi storici e conosciuti da almeno vent'anni, perchè sanno che quelli moderni - a parte i grandi successi cinematografici - li conosce solo il pubblico di riferimento e non farebbero notizia, e 2) Che un pene disegnato su un tronco è considerato trasgressivo, ma che le parentesi LGBT o LGBT friendly non sono più considerate trasgressive come una volta, e comunque sono diventate talmente tante che sarebbe impossibile per un giornalista non specializzato stare dietro a tutte... E d'altra parte sarebbe sempre più impegnativo far passare come "trasgressivo" qualcosa che sta diventando una prassi sempre più comune...

E dico questo perchè, anche senza voler considerare le produzioni animate che non sono state doppiate nella nostra lingua, e quelle che forse non lo saranno mai (anche se per fortunato esistono i sottotitoli inseriti dai fans), di situazioni che una volta avrebbero creato un certo scalpore e che adesso non vengono segnalate quasi da nessuno iniziano ad essercene veramente tante. E probabilmente non è un caso. Tant'è che siamo arrivati ad avere un film di animazione italiano presentato al Festival del Cinema di Venezia, ispirato dalla favola di Cenerentola (Gatta Cenerentola, di cui ho già parlato QUI), in cui una delle sorellastre della protagonista è transgender... E la cosa è passata praticamente sotto silenzio.

Magari quando il film inizierà ad essere distribuito qualcuno metterà la notizia in bella vista, considerando che si tratta della prima transgender mai vista in una produzione animata italiana? Staremo a vedere... Di sicuro, nonostante il titolo, non si tratta di un film di animazione per bambini, quindi sarà molto interessante vedere cosa potrebbe accadere se tante famiglie fraintenderanno e portaranno i loro figlioletti a vederlo nei prossimi mesi...

Comunque, circoscrivendo questa analisi alle produzioni che arrivano sul digitale terrestre direi che la situazione è lampante. Nessuna polemica è mai stata fatta per le repliche di cartoni come Shezow o Aiuto! Il mio sedere è impazzito!, a tutt'ora presenti nei palinsesti di K2 nonostante mettano al centro una supereroina crossdresser e dei sederi parlanti... E nella serie "A Casa dei Loud" (The Loud House), uno dei personaggi secondari è il figlio di una coppia gay (CLICCCATE QUI), mentre - più recentemente - si è scoperto che Luna Loud ha un debole per una compagna di scuola (a cui si dichiara, ricambiata, attraverso una classica lettera nell'armadietto).
Anche in questo caso non mi pare che nessuno abbia avuto niente da ridire, e d'altra parte se siamo arrivati al punto in cui persino RAIGULP si può permettere di continuare a replicare la terza serie di Sailor Moon Crystal (quella in cui finalmente Sailor Uranus e Sailor Neptune sono presentate come una coppia anche nell'adattamento italiano), mi pare evidente che l'atteggiamento nei confronti di certi argomenti stia cambiando, e forse non solo nei confronti di quelli.

Una delle nuove serie animate per ragazzi di maggior successo in questo periodo è Miraculous - Le storie di Ladybug e Chat Noir, una produzione franco-giappo-italo-coreana, incentrata su due superereroi adolescenti che acquistano superpoteri magici grazie agli orecchini della coccinella e all'anello del gatto nero. Una serie in CG ambientata e Parigi e apparentemente un po' banale, che però punta su alcuni elementi abbastanza particolari e insoliti (forse anche per merito del contributo giapponese e coreano), come ad esempio gli evidenti influssi manga e il sex appeal dei protagonisti e delle loro tutine attillate... Che non sfigurerebbero nell'armadio di un feticista all'ultimo stadio, o sugli scaffali di qualche sex shop...

E questo vale in particolare nel caso di Chat Noir, che sembra ripreso pari pari da un manga boys love per ragazze...

Tantopiù che il suo alter ego è un giovane modello di nome Adrien Agreste, e questo dettaglio sicuramente ha contribuito ad ispirare una buona dose di interpretazioni artistiche alquanto ammiccanti... Cosa abbastanza rara nel caso delle recenti produzioni in CG che si rivolgono prevalentemente ad un pubblico di giovanissimi...







Eppure, a riprova del fatto che da una parte i tempi sono cambiati e che dall'altra i giornalisti italiani non riescono più a stare dietro a tutto (anche perchè ormai non sanno più a quante cose stare dietro), da nessuna parte si è ancora accennato - anche solo vagamente - al fatto che questa serie animata potrebbe incitare al sadomaso o che stimola precocemente desideri inappropriati... O magari che sotto le mentite spoglie di una serie animata per i più piccoli si cela chissà quale losco proposito.

Tutte considerazioni che, probabilmente, fino a qualche anno fa si sarebbero fatte largo con una certa facilità e quasi in automatico, scomodando psicologi, esperti e quant'altro... Anche perchè fino a qualche anno fa la situazione era un po' diversa e chi voleva mettersi alla ricerca di "scoop" di un certo tipo non doveva orientarsi fra centinaia di canali televisivi, senza contare internet, e probabilmente era tutto più semplice... Tant'è che ora di situazioni potenzialmente "a rischio" per l'innocenza dei giovanissimi ce ne sono tantissime, ma nessuno ha mai pensato di dedicargli un approfondimento, anche perchè passano ormai del tutto inosservate e non rientrano nel campo visuale di un giornalista italiano medio.

Ad esempio: avete mai provato a cercare la parola "dildo" su un sito per tutti come Amazon? Fate una prova e potreste avere delle sorprese (anche con degli sconti interessanti)... Siamo davvero sicuri che questa situazione sia meno "allarmante" di un pene che compare sullo sfondo di un episodio dell'Ape Maia?

Quindi diciamo pure che il picco d'interesse intorno al caso di cui sopra, da parte dei media italiani, più che altro ha il valore di una notizia curiosa e pruriginosamente vintage, e ha dimostrato che siamo nel bel mezzo di una fase storica in cui un certo tipo di moralismo fa sempre più fatica ad orientarsi. Una fase in cui - forse - si sta rinunciando a prendere di mira certe situazioni. In particolare nel caso dei temi LGBT che trovano spazio nell'animazione, in effetti, la sensazione è che dopo l'arrivo dei primi riconoscimenti ufficiali per le coppie omosessuali il clima sia diventato generalmente più tollerante, anche da parte dei giornalisti italiani.

E questo, comunque, dovrebbe stimolare una seria riflessione in tutti coloro che in Italia producono intrattenimento per giovani e giovanissimi, in particolare fumetti, e che ancora si autocensurano riguardo a certi contenuti. Probabilmente nel giro di dieci o vent'anni certi contenuti saranno sdoganati del tutto, ma forse a quel punto cercare di adeguarsi fuori tempo massimo non basterà più a salvare capre e cavoli.

Ognuno tragga le sue conclusioni.

Alla prossima.

1 commento:

Marco ha detto...

Sinceramente non credo sia una cosa strettamente gay, ma che non si preoccupi di non esserlo (il ché è bene): personaggi languidi, eleganti e tartarugati appaiono sugli shonen (e sui manhwa, poi!) da tempi immemori...era il 2001 o giù di lì quando Genjou Sanzou (e in certa misura Son Gokou, riferendomi a Saiyuki) sorrideva a trentadue denti, alto, biondo e stronzo. Poi fu Sasuke, tutte cose da archivio e assolutamente mainstream, non direi "per gay" nè "con un occhio ai gay": bishounen e basta, che possano letteramente animare le fantasie di tutti (in particolare anche ragazze etero, furbo stratagemma per rendere trasversale uno shounen, uno dei generi più strutturalmente maschili che ci sia)