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venerdì 14 dicembre 2018

TRATTAMENTI DIVERSI...

Ciao a tutti, come va?

Come potrete immaginare, se mi conoscete almeno un po', non potevo proprio fare a meno di dedicare un post a quello che sta succedendo dalle parti di Netflix in questo periodo, anche perchè questo è un blog che cerca di non fermarsi alle apparenze... Soprattutto quando le apparenze porterebbero a pensare che dietro a certe scelte non c'è alcuna logica.

E ovviamente mi sto riferendo al primo, traumatico, trailer del reboot in CGI che Netflix ha intenzione di dedicare ai cari vecchi Cavalieri dello Zodiaco... E da cui si evince chiaramente che Shun di Andromeda è stato trasformato da cavaliere in cavallerizza... Cosa, peraltro, spietatamente confermata anche dai produttori e da chi si è dovuto occupare - suo malgrado - della caratterizzazione grafica di questo cambiamento...

Tuttavia, per capire meglio cos'è successo, direi che potrebbe essere interessante inquadrare la situazione nel suo complesso, anche perchè dire - come in tanti hanno detto - che Netflix ha "corretto" un personaggio con caratteristiche che adesso verrebbero definite "bigender" per una malcelata forma di omofobia sarebbe riduttivo, e probabilmente sbagliato. Il discorso è un po' più complesso, ma credo che per prima cosa sia interessante analizzare un paio di produzioni che hanno debuttato su Netflix proprio in questo periodo.

In primo luogo è arrivata la tanto attesa (e temuta) rivisitazione di She-Ra, e dopo averla vista sia in inglese che in italiano penso di poter dire che l'esperimento può dirsi oltremodo riuscito sotto diversi punti di vista, non ultimo quello dell'inclusività LGBT.

Tecnicamente non si è trattato di un semplice remake, ma di una rivisitazione che oltre ad aggiornare la caratterizzazione grafica dei personaggi (rendendo anche questa molto più "inclusiva"), ha approfondito in maniera del tutto inedita le dinamiche psicologiche e caratteriali di ciascuno di essi, a partire da quelli che - negli anni Ottanta - erano considerati figure del tutto marginali. E questo, ovviamente, ha dato modo all'ideatrice Noelle Stevenson di inserire tutta una serie di tematiche a lei care, tra le quali - appunto - i sottotesti LGBT e la messa in discussione degli stereotipi e dei ruoli di genere...






Qualcuno ha rinfacciato a questa prima serie il fatto di essere troppo lenta, però bisogna dire che probabilmente questo ritmo era necessario per permettere di reintrodurre tutti i personaggi principali nel modo giusto, per decostruirli e ripresentarli al pubblico al meglio. E infatti, dopo aver visto tutte le puntate, la sensazione è che si sia trattato solamente di un succoso antipasto.

Tantopiù che la doppiatrice di Glimmer si è lasciata sfuggire che, in futuro, ci sarà modo di conoscere i due padri del giovane arciere Bow (CLICCATE QUI)... Che, fra parentesi, pur essendo uno dei personaggi principali della serie non viene mai messo al centro di rapporti "romantici" con le altre protagoniste. E le gelosie che scatena sono solo relative al fatto che è un "migliore amico" molto conteso... Dove potrebbe portare tutto questo ce lo dirà il tempo, anche se io qualche idea ce l'avrei...

Quindi direi che Netflix non vuole trascurare le tematiche LGBT nemmeno nelle sue serie animate, cosa che peraltro si era già intuita con il coming out di Shiro nell'ultima serie dedicata al remake di Voltron. Anche se a ben guardare il fatto che il suo grande amore Adam sia stato fatto morire (scatenando le ire del pubblico, e spingendo il produttore a fare delle pubbliche scuse, come potete leggere CLICCANDO QUI) potrebbe fornire qualche elemento supplementare per la teoria che andrò ad esporre fra poco.

E comunque, a riprova del fatto che la tematica LGBT in quanto tale non rappresenta un tabù nelle produzioni animate di Netflix, direi che c'è anche la distribuzione della miniserie satirico/umoristica/demenziale Super Drags (che è stata doppiata anche in italiano, anche se personalmente sono convinto che farla doppiare da delle vere drag queen sarebbe stato molto meglio)... Che sarà pure grottesca, volgare e sboccata, ma d'altra parte nasce proprio per essere politicamente scorretta, così come - spesso e volentieri - sono gli spettacoli in drag...

Quindi, anche in questo caso, direi che Netflix ha dimostrato di avere una certa apertura mentale... Inoltre, guardando al recente passato, nella serie Devilman Crybaby aveva dato una rappresentazione dell'omosessualità decisamente esplicita (CLICCATE QUI)...

Perciò il caso di Andromeda, che ha fatto ribollire i social e i siti specializzati come non mai, a questo punto sembrerebbe davvero inspiegabile. In questi giorni ho letto valanghe di commenti inferociti da parte dei fans della serie, e in particolare da parte di quelli gay, semplicemente sconvolti dal fatto che con un colpo di spugna si sia deciso di cancellare uno degli elementi più "inclusivi" e qualificanti della serie, e cioè la presenza di un protagonista maschile - forte e positivo - che però scardinava gli stereotipi di genere e che - nei fatti - ha aiutato generazioni di ragazzini a convivere serenamente con il loro lato femminile...

Ci sono state poi le schiere dei puristi nippofili e degli otaku tutti, che hanno gridato allo scandalo, anche perchè la presenza di Andromeda e di altri personaggi più femminei nella saga era anche il riflesso di tutta quell'estetica giapponese che - storicamente - celebra la bellezza androgina dei bei fanciulli, possibilmente con risvolti omosessuali, e cioè i "bishonen"(美少年). Quindi questi appassionati sostengono, probabilmente a ragione, che privare la serie del suo forte elemento bishonen vuol dire snaturarla.

E infine ci sono state schiere di appassionate di sesso femminile, inorridite dal fatto che, oltre al cambio di sesso in quanto tale, ora c'è di fatto un elemento femminile della squadra... Che scombussolerà tutte le loro dinamiche di identificazione e che di fatto rappresenterà un elemento estremamente disturbante dal punto di vista narrativo... E potenzialmente devastante. Anche perchè ci sono state schiere di fanciulle che negli anni si sono appassionate alla saga anche via dei suoi sottotesti omosessuali...

Quindi a che pro sconvolgere uno dei punti fermi della saga, elaborato dal mangaka Masami Kurumada fin dal 1986?

Alle domande incalzanti dei fans il produttore Eugene Son ha così risposto:

“La grande questione “perché cambiare Andromeda?”. Si tratta di una mia scelta. Quando abbiamo iniziato a sviluppare questa nuova serie, volevamo cambiare molto poco. Il soggetto di base di Saint Seiya, che lo ha reso molto amato, è ancora forte e funziona ancora  dopo trent’anni. L’unica cosa che mi preoccupava era che tutti i Cavalieri di Bronzo di cui fa parte Pegasus sono degli uomini. Ora, la serie aveva dei personaggi femminili forti, e questo si riflette nel gran numero di donne che sono appassionate del manga e della serie. Ma trent’anni fa era normale vedere un gruppo di ragazzi che combattevano per salvare il mondo senza ragazze intorno. Era la prassi. Oggi il mondo è cambiato. La normalità è vedere ragazzi e ragazze lavorare fianco a fianco. Siamo abituati a vederlo. Giusto o sbagliato, il pubblico può vedere un gruppo di soli uomini come un nostro tentativo di promuovere un’affermazione su qualcosa. E forse trent’anni fa vedere delle donne che tirano calci e pugni non era qualcosa di ipotizzabile. Ma oggi non è lo stesso. Ci sono molti personaggi femminili nel manga e nell’anime. Dovevamo prendere dei personaggi esistenti come Saori o Shunrei o Miho, dare loro dei poteri e farle diventare le nostre April O’Neil? Oppure dovevamo creare un nuovo personaggio femminile e farlo entrare nel team? Forse… ma non volevo creare un nuovo personaggio femminile che sarebbe apparso come una fastidiosa aggiunta… Quindi abbiamo parlato su Andromeda. Tutti erano d’accordo sul fatto che fosse un personaggio eccezionale. Quindi abbiamo pensato di cambiare l’originale Shun di Andromeda nella nostra interpretazione, dando vita a Shaun. Più lo sviluppavamo, più ne vedevamo il potenziale. Un grande personaggio con un grande look. Il concetto alla base di Andromeda non cambierà. Usa le catene per difendere se stessa e i suoi amici, una cosa che ha imparato dal suo fratello superprotettivo, che le ha anche insegnato a combattere. I fan più accaniti della serie sanno cosa succede ad Andromeda nel proseguimento della storia. Come apparirebbe tutto ciò se Andromeda fosse una donna? Ho pensato che sarebbe stata una cosa interessante da affrontare. Ma anche se so che è controverso, non lo vedo come un cambiamento del personaggio. Lo Shun originale è ancora un grande personaggio, ma questa è una diversa interpretazione. Se pensate che sia strano e non vi piace, lo capisco. Anche alla Toei sono stati in molti a chiedermi: “ma sei sicuro di questa cosa?”. Molti fan accaniti del personaggio lo amano molto. Ma spero che lo vorrete guardare lo stesso quando la serie sarà disponibile e farvi un’idea. So che molti di voi già lo odiano. Lo capisco e apprezzo la vostra passione per Seiya. Ma questo è ciò che farò. In ogni caso, questo è ciò a cui ho pensato quando l’ho suggerito e questo è il motivo per cui l’ho fatto. E penso che la nuova serie sarà molto divertente quando potremo parlare del cambiamento di Andromeda. Spero che vedrete la serie quando arriverà su Netflix nel 2019. Ma ripeto, se non siete interessati o se vi da fastidio capisco completamente il vostro punto di vista.”

Inutile dire che gli appassionati si sono sentiti ulteriormente presi in giro. Anche perchè la questione della quota femminile, in una serie del genere, non regge... Tantopiù che per avere quella quota - che comunque era rappresentata dagli altri personaggi femminili della serie - si è sacrificata la quota gay, o perlomeno quella gay friendly (e a questo punto sarà molto interessante verificare cosa succederà anche agli altri Cavalieri dello Zodiaco dai tratti più femminei).

Da notare che una strategia del genere era stata adottata anche nel film in CGI prodotto in Giappone nel 2014, quando il Cavaliere dello Scorpione divenne una donna. Però nel film "I Cavalieri dello Zodiaco - La leggenda del Grande Tempio" c'era effettivamente un problema di quote rosa, e comunque bisogna tenere presente che gli sceneggiatori scelsero di cambiare sesso al Cavaliere dello Scorpione, e non a quello - notoriamente più androgino - dei Pesci...

Quindi cosa è passato per la testa di Eugene Son (foto sotto) e perchè Netflix gli ha dato carta bianca, anche se negli ultimi anni si è dimostrata estremamente aperta in fatto di animazione e tematiche LGBT? Credo che una risposta potrebbe arrivare dando un'occhiata proprio al curriculum di Eugene Son (che trovate CLICCANDO QUI)... E si possono ottenere altri dettagli sul suo percorso formativo CLICCANDO QUI, dove è riportata un'intervista rilasciata in occasione di una lezione tenuta alla New York Film Academy...

Per farla molto breve: si è diplomato in scrittura all'Università di San Diego, e si è fatto notare partecipando ad un concorso lanciato da un piccolo studio di animazione, con il soggetto per un cortometraggio incentrato su di un bambino che diventava super intelligente grazie a una sorgente magica... Dopodichè il suo agente (perchè, a quanto pare, negli USA tutti hanno un agente, anche quando sono alle prime armi) gli ha trovato un impiego come sceneggiatorie freelance per la serie animata delle Tartarughe Ninja del 2004, e da quel momento in poi non si è più fermato. All'attivo ha una grande quantità di episodi per numerose serie indirizzate ad un pubblico di ragazzini: A.T.O.M.: Alpha Teens on Machines, Ben 10, Storm Hawks, Ben 10: Alien Force, Zevo-3 e molti altri... Anche se col tempo il suo nome si è legato sempre più spesso alle più recenti serie animate della MARVEL, quelle successive all'acquisizione da parte della Disney. Quelle serie che, per inciso, hanno sempre avuto una certa tendenza a privilegiare il dinamismo, e la tipica leggerezza delle produzioni per bambini/preadolescenti maschi, alle trame con più livelli di lettura.

Le sue uniche esperienze in fatto di animazione giapponese, per ora, sono state la RISCRITTURA per il mercato americano di alcuni episodi delle serie  Battle B-Daman e Duel Masters (e del suo remake statunitense Kaijudo).
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Quindi, se per coordinare il nuovo progetto dei Cavalieri dello Zodiaco è stato scelto lui direi che Netflix - fin dall'inizio - aveva intenzione di puntare ad un target composto dal pubblico a cui Eugene Son si rivolge di solito, e cioè i tipici bambini/preadolescenti maschi americani iperattivi e un po' spacconi... Quelli che, molto semplicemente, non sono pronti (o non sono ritenuti pronti), per confrontarsi con le tematiche LGBT, e che vedendo un personaggio come Shun di Andromeda nella versione classica avrebbero potuto snobbare la serie animata... O peggio.

Anche perchè, altro piccolo dettaglio da non sottovalutare, bisogna ricordare che allo stato attuale è vero che l'animazione seriale americana ha iniziato a parlare più liberamente di omosessualità, ma lo ha fatto in produzioni che si rivolgevano alle bambine, alle ragazzine, agli adulti, al pubblico omosessuale/queer e ad un pubblico "misto"... Quello che apprezza le produzioni con più livelli di lettura, per intenderci, nelle serie umoristiche come in quelle avventurose/fantastiche.

Al momento, però, gli sconfinamenti LGBT nelle produzioni animate statunitensi che si rivolgono prevalentemente ai bambini/ragazzini maschi sono stati pari a ZERO. Quindi, se è vero che questo remake dei Cavalieri dello Zodiaco punta al suddetto target, non dovrebbe stupire nessuno la decisione di sostituire un guerriero bishonen, che indossa un'armatura rosa ispirata alla costellazione di una principessa incatenata, con un personaggio di sesso femminile...

Dopotutto è la stessa logica che aveva motivato una simile scelta da parte dei produttori del pilot di STAR STORM: una produzione dal vivo - sempre  ispirata ai Cavalieri dello Zodiaco - progettata negli USA all'inizio degli anni 2000... In cui il Cavaliere di Andromeda, ovviamente, era una lei.

Anche se paradossalmente, in quel caso, i risvolti omoerotici sarebbero stati comunque presenti (involontariamente) sotto altre forme...



In ogni caso, tornando a parlare del caso  che tiene banco in questi giorni (arrivando persino alla stampa nazionale), direi che - probabilmente - il problema nasce tutto da un errore di valutazione (e di target) che c'è stato a monte, perchè altrimenti Netflix, molto semplicemente, non avrebbe dato in mano il progetto ad una persona con il curriculum di Eugene Son.

Dopotutto per portare avanti il reboot di She-Ra è stata chiamata Noelle Stevenson, già sceneggiatrice di culto nell'ambito dei fumetti dai risvolti LGBT, mentre per Voltron era stato scelto Joaquim Dos Santos (foto sotto), che all'attivo ha le serie animate di Avatar e Korra... E che peraltro si è sentito in dovere di scusarsi col pubblico per la brutta piega che ha fatto prendere alla storia d'amore omosessuale di Shiro nella settima stagione...

Per Devilman Crybaby Netflix si è rivolta ad autori giapponesi di culto, mentre per Super Drags si parla di tre ideatori assolutamente "di parte", e cioè Anderson Mahanski, Fernando Mendonça e Paulo Lescaut (che vedete nella foto sotto, e che sul suo profilo facebook ha già preso abbondantemente per i fondelli l'idea di far cambiare sesso al Cavaliere di Andromeda).

Quindi  il succo di tutto il discorso è che, probabilmente, in questo caso l'idea di Netflix era quella di realizzare un remake dei Cavalieri dello Zodiaco che mirasse ad un target diverso da quello degli appassionati storici (che comunque hanno già a disposizione una produzione continua di anime e manga)... Proponendone una versione riveduta e corretta per un tipo di pubblico che - soprattutto negli USA - non è abituato a rapportarsi con personaggi di un certo tipo, men che meno in ruoli centrali. In particolare se poi "rischiano" di essere al centro di situazioni sessualmente ambigue...


Cavalieri dello Zodiaco a prova di bimbo? Epurati da ogni allusione e sottotesto, anche solo vagamente ambiguo, per evitare di far storcere il naso ai bambini/ragazzini che si sono abituati a produzioni "per maschietti" estremamente standarizzate? Probabile. Anche perchè questo spiegherebbe l'utilizzo di una serie tutta in CGI, che è molto più in sintonia con i giovanissimi rispetto all'animazione tradizionale (purtroppo).

Inutile dire che, personalmente, sono abbastanza convinto che Netflix abbia preso una cantonata e si sia giocata una bella occasione.

Anche se forse, molto semplicemente, non se l'è sentita di sdoganare per la prima volta certi temi in una produzione per bambini maschi... E a questo punto la domanda sorge spontanea: perchè non ci sono gli stessi problemi con le produzioni animate che si rivolgono alle bambine? Magari analizzerò meglio l'argomento in un altro post.

Alla prossima.

3 commenti:

Riccardo Leone ha detto...

È una questione estremamente complessa. Saint Seyia fa parte di quella tradizione di shonen in cui i personaggi sono fondalmente asessuali (o pervertiti) e le donne, pur essendo molto forti, vengono spesso relegate in fondo alla storia.
Castalia e Tisifone, sono cavalieri d'argento più forti dei protagonisti, eppure non intervengono mai.
È un modello narrativo che secondo me serve ad alleviare i ragazzi giapponesi, su cui gravano molte aspettative, dall'ansia di dover pure interagire con l'altro sesso, quasi fossero degli alieni.
Se i loro eroi non hanno interazioni romantiche, o almeno più che platoniche, con i personaggi femminili, allora loro non si sentono in dovere di averne.
Direi che Goku di DragonBall è l'apoteosi di questo modello. L'idea che sia riuscito ad avere due figli fa ridere, e Luffy di One Piece è un degno successore.

Quindi ritengo che quando si cerchi di aggiornare e occidentalizzare un modello narrativo così differente (ma anche comprensibile) rispetto al nostro, così basato sulle difficoltà di comunicazione fra i due sessi in una cultura che è stata strappata dal feudalesimo centocinquant'anni fa... gli effetti sono caotici.

Questo cartoon in CGI non riuscirà a sembrare altro che un remake di un classico intoccabile.

H P L ha detto...

In tutto ciò, però, noi rivogliamo la vecchia grafica del Wally Rainbow's World con Superman (o anche quella dopo andava bene, ma quella attuale è... triste... ;)

Anonimo ha detto...

Ciao Vale, spero torni presto a farti sentire, factriste aprire il tuo blog e vedere sempre questo post di due settimane fa