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giovedì 29 novembre 2012

IL RITORNO DI ELFQUEST

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Per spiegare la notizia di oggi anche a chi non è un provetto fumettologo credo sia necessario tornare indietro di qualche annetto, e più precisamente al 1978, quando "Il Signore degli Anelli" non era ancora un fenomeno di costume e quando la parola fantasy era associata soprattutto a personaggi come Conan il barbaro. In quel particolare momento, quando la NEW AGE emetteva i primi vagiti, una coppia anticonformista decise di iniziare ad autoprodurre una saga fantasy decisamente fuori dagli schemi: ELFQUEST...
Fuori dagli schemi perchè i protagonisti, una volta tanto, erano dei piccoli elfi molto agguerriti e alla ricerca della verità sulle loro origini, ma anche perchè si trattava di elfi sessualmente emancipati. Il fumetto - negli anni - si è evoluto come un'intricatissima saga corale (più o meno in stile Dragon Ball) e, tra le altre cose, si è distinto dalle pubblicazioni sue contemporanee perchè gli elfi in questione - in un periodo in cui l'omosessualità nei fumetti era di fatto un tabù - si definivano "omnisessuali", nel senso che per loro il sesso era ne più ne meno che un modo per comunicare i propri sentimenti, e quindi non avevano alcun problema ad avere rapporti omosessuali o di gruppo, anche mentre avevano relazioni eterosessuali stabili, ed eventualmente potevano anche portare avanti vere e proprie relazioni omosessuali mentre mettevano su famiglia, col benestare di tutta la tribù.
In parole povere gli elfi di ELFQUEST, a partire dalla tribù dei wolfriders e dal loro capo Cutter, erano i portabandiera di un movimento di liberazione sessuale che nei fumetti non si era mai visto, e le cose non sono cambiate nemmeno quando il fumetto è stato pubblicato dalla MARVEL e, successivamente, dalla DC Comics. In più occasioni i due creatori dela saga (i coniugi Wendy e Richard Pini, che vedete nella foto sotto) hanno detto chiaramente che, anche se per ovvi motivi non potevano mostrare scene troppo esplicite, il loro scopo era quello di mostrare una società di elfi sessualmente liberata e assolutamente disinibita...
E per questo hanno sempre voluto dare ai loro personaggi una notevole carica erotica, anche quando si trattava dei personaggi maschili... Forse anche per rivalersi sull'educazione religiosa molto repressiva e castrante che entrambi hanno ammesso di avere subito durante l'infanzia...



Questo bel fumetto, in Italia, è stato pubblicato solo parzialmente alla fine degli anni '90, mentre negli USA ha continuato la sua corsa con diverse saghe incrociate e vari cambi di editore, fino ai giorni nostri, tant'è che ora compare (al ritmo di una pagina alla settima) sul sito BOING BOING (CLICCATE QUI), e anche nel 2012 gli ammiccamenti e i sottointesi gay non mancano...
In ogni caso, se l'inglese non vi spaventa e volete recuperare tutta la saga di ELFQUEST, vi farà piacere sapere che gli autori hanno concesso al SITO UFFICIALE di mettere a disposizione del pubblico tutta la saga di ELFQUEST finora pubblicata (qualcosa come 6000 pagine!)... GRATUITAMENTE! Se non ci credete CLICCATE QUI.
Oggi, comunque, parlo di ELFQUEST perchè è di questi giorni la notizia che i due autori hanno ceduto i diritti di sfruttamento della serie a due fans particolarmente affezionate alla serie: le produttrici Stephanie Thorpe e Paula Rhodes (foto sotto), che quindi sono appena subentrate  alla Warner (che, in effetti, anche se è un colosso dell'intrattenimento non ha mai investito granchè su ELFQUEST e dintorni)...
Si tratta di due attrici/produttrici molto attive nella scena indipendente, ma soprattutto molto devote a ELFQUEST e al suo spirito, tant'è che in tempi non sospetti avevano prodotto un cortometraggio amatoriale per youtube ispirandosi proprio a questo fumetto, guadagnandosi peraltro diversi riconoscimenti...
Che significa tutto questo? Forse è presto per dirlo, ma ci sono buone possibilità che nel giro di qualche anno ELFQUEST possa tornare alla ribalta, e senza rischiare di perdere il suo spirito gay friendly. In effetti, in un periodo di tale apertura verso le tematiche LGBT nel fumetto (e non solo), era davvero un peccato che ELFQUEST fosse finito nel dimenticatoio, anche perchè grazie a internet continuava comunque a guadagnarsi nuovi fans...
Ora non ci resta che incrociare le dita... Anche perchè in effetti nei fumetti fantasy l'omosessualità ha sempre avuto pochissimi spazi... E sarebbe ora di riprendere il discorso come si deve.
Speriamo in bene.
Alla prossima.
 

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi spiace, Vale, ma l'ultima frase è decisamente una toppata. Dire che nel fantasy c'è sempre stato poco spazio per la tematica in questione non equivale a verità...

Wally Rainbow ha detto...

Mi riferisco al fantasy a fumetti :-)

Anonimo ha detto...

Appunto... non mi pare proprio che ci sia poco spazio.

Comunque ricordo che di Elfquest leggevo alcuni inserti in Lupo Alberto di vari anni fa (dovrei avere ancora i numeri e in uno c'era uno speciale con la presentazione dei vari personaggi). Non c'è proprio possibilità di trovare la saga in italiano?

Wally Rainbow ha detto...

ELFQUEST uscì per Macchia Nera negli anni '90, ma solo per una quarantina di numeri più uno speciale. In effetti in tante fiere in cui sono andato non l'ho mai più rivisto... Comunque se mi indichi almeno dieci fumetti fantasy (i manga non contano)in cui l'omosessualità ha avuto spazio a livello di personaggi e relazioni sarò ben felice di ricredermi e correggere il post :-)

Wally Rainbow ha detto...

Anzi... ti voglio aiutare... A me vengono in mente CAMELOT 2000 e BLACK DRAGON...

Anonimo ha detto...

Bel post! Devo dire che non avevo mai sentito nemmeno nominare ELFQUEST. Dato che hai anche indicato dove reperire il fumetto, credo proprio che ci darò un'occhiata.
Grazie!

-Enrico

Anonimo ha detto...

Ma perché i manga non conterebbero?

Wally Rainbow ha detto...

Perchè nei manga in generale - e non solo in quelli fantasy - l'omosessualità non è un tabù come in occidente. Nascono da una cultura e una storia diversa, e confrontare i loro contenuti LGBT con quelli fumetti occidentali non ha senso. Sarebbe come paragonare l'uso dei retini nei manga con la colorazione digitale dei comics americani. Son due cose diverse :-)