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martedì 8 giugno 2010

LA LETTERA DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi mi è arrivata questa comunicazione:

"Gentile elfodiluce,
i fumetti di Frocik che lei utilizza sono stati dati da Massimo Consoli prima
della sua morte a Delia Vaccarello per la rivista Fuorispazio
che contiene ampio materiale donato da Consoli e raccolto poi dietro richiesta
specifica dalla Fondazione Massimo Consoli
cortesemente li tolga o ne citi correttamente la provenienza.

Lei è libero di scrivere ciò che desidera
ma ciò che addolora è lo spirito che anima la sua mano "critica".

Si rende conto degli anni in cui sono stati disegnati e le condizioni storiche
in cui quei PRIMI vagiti han preso le mosse?
Certo Verde e Consoli non avevano a disposizione gli strumenti che la
tecnica oggi le permette.

Gaialolita per la redazione di fuorispazio."

Cara Gaialolita, forse nel mio post non si è capito che il mio non era un processo alle intenzioni, ma un giudizio sul materiale fumettistico in quanto tale. Massimo Consoli è stato un grand'uomo, e se in Italia avessimo avuto più attivisti devoti alla cultura e alla memoria storica come lo è stato lui, oggi probabilmente saremmo in un paese diverso e sicuramente migliore per la comunità gay tutta (parere personale: i suoi libri dovrebbero essere letti da tutti gli omosessuali italiani). Però Massimo Consoli non era un fumettista, e non ha senso insistere a farlo passare come tale.Detto questo mi dispiace di avere urtato la sensibilità di qualcuno e ho corretto le attribuzioni nel post, tuttavia credo che quello che mi viene scritto confermi proprio ciò che scrivevo, e cioè che purtroppo quando si crea un processo di identificazione fra un lettore omosessuale e una produzione a tematica omosessuale si tende a perdere lo spirito critico. Frocik può essere definito, al limite, l'espressione grafica di un desiderio di rivalsa omosessuale, ma non un fumetto e - mi spiace dirlo - è anche la prova che in Italia il mondo dell'attivismo e della militanza ha avuto fin dall'inizio la tendenza a vivere in una realtà a parte, giustificando e incensando tutto (o quasi) quello che veniva fatto in nome della causa, e ignorando (o quasi) il resto, soprattutto quando veniva prodotto al di fuori del circuito della militanza di cui sopra. Appellarsi alla povertà di mezzi e al contesto di quegli anni ha senso fino a un certo punto, visto che Frocik è stato pubblicato nel 1979, ma nel 1976 aveva già visto la luce Pike & Pike, fumetto gay di Graziano Origa e Vincenzo Jannuzzi...
Come si può intuire dalla striscia qui sopra si trattava di un fumetto nel senso pieno del termine (con una vera sceneggiatura e dei veri disegni), peraltro incentrato su due poliziotti del Bronx che stavano insieme! Un fumetto così - in quegli anni - non c'era in nessuna parte del mondo! Però, guardacaso, poichè era stato concepito e pubblicato al di fuori del circuito della militanza gay e lesbica italiana (venne pubblicato sulla rivista Contro nel 1976 e nel 1977), non mi risulta che sia mai stato valorizzato come avrebbe dovuto, nonostante sia stato citato in vari saggi dedicati al fumetto... A partire dalla sua scheda su L'ENCICLOPEDIA DEL FUMETTO edita da Ottaviano nel 1977 (cliccateci sopra per ingrandirla).
Poco importa se Graziano Origa, nel tempo, ha dato un notevole contributo alla cultura gay pop italiana (fondando - tra le altre cose - la rivista Gay Italia e collaborando alla prima Babilonia) e sia stato per decenni il fumettologo gay più preparato del nostro paese, pubblicando decine di saggi e guadagnandosi numerosi riconoscimenti (ha anche diretto la storica rivista FUMETTI D'ITALIA, vero cult per tutti gli appassionati di fumetto)... Il movimento gay, che in un'altra nazione probabilmente gli avrebbe dato più spazio (e in effetti negli anni '80, mentre viveva a New York, collaborò con riviste come Advocate, Torso e Blueboy) e lo avrebbe coinvolto regolarmente in iniziative di promozione culturale, da noi non lo ha mai calcolato (e nemmeno citato) granchè...
Forse la sua colpa è stata quella di mirare a produrre e a diffondere cultura gay (e non) senza appoggiarsi necessariamente al mondo della militanza gay italiana, tuttavia il suo caso è abbastanza sintomatico di una realtà culturale gay che, in Italia, presenta ancora diverse lacune. Certo è che, finchè ci si pone sulla difensiva di fronte ai confronti scomodi, le cose non cambieranno molto. Il fatto che poi il mondo dell'associazionismo e della militanza GLBT italiana abbia una certa tendenza all'autoreferenzialità (e alla suscettibilità) fa il resto. Questo, perlomeno, è quello che penso io (anche alla luce di tre anni di presidenza di un piccolo arcigay di provincia che non può permettersi di vivere in un mondo a parte, ma che d'altro canto è costretto a relazionarsi col "mondo a parte" delle associazioni GLBT italiane). Detto ciò ribadisco che - a mio modestissimo parere - è importante valorizzare ciò che la cultura GLBT produce, ma per andare avanti è essenziale guardarsi attorno e dare a Cesare quel che è di Cesare, anche se all'inizio può risultare un po' impegnativo.
Alla prossima.

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lunedì 7 giugno 2010

MAH...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi inizio con qualche notizia che arriva dagli USA, dove - finalmente - stanno iniziando a circolare quelle che dovrebbero essere le prime immagini dei costumi previsti per i protagonisti dei film tratti dai fumetti Marvel di Thor e Capitan America...
Che dire? Qualche centimetro quadrato di pelle scoperta in più non sarebbe stato male, tuttavia hanno un loro fascino... Senza contare che, se verrà seguito il trend degli ultimi film di supereroi, è altamente probabile qualche scena in cui verrà mostrato qualcosa in più... In ogni caso, se cercate film tratti da fumetti in cui effettivamente la pelle maschile scoperta è tanta, vi farà piacere sapere che è stata ufficializzata la messa in produzione del prequel di 300, il film sui guerrieri spartani tratto dall'omonimo romanzo grafico di Frank Miller... Il suddetto prequel, però, sarà incentrato sulla figura dell'ambiguo Re Serse... Infatti il film, che verrà preceduto dal relativo fumetto (che ormai è quasi finito), si intitolerà proprio Xerxes...
Staremo a vedere se nel fumetto e nel film verrà dato spazio agli aspetti più lussuriosi e perversi del sovrano... Anche se, in effetti, associarli a un personaggio che esteticamente richiama tutta una serie di stereotipi legati all'omosessualità non è proprio positivo. Se invece siete appassionati dellle serie animate americane degli anni 80, e in particolare del filone science-fantasy a base di barbari ipertecnologici coi muscoli ben in vista, vi farà piacere sapere che nel 2011 i Thundercats torneranno a ruggire...
Il remake verrà affidato allo Studio 4°C ("The Animatrix", "Batman: Gotham Knight"), quindi si tratterà di un prodotto di qualità che attualizzerà la saga e i personaggi secondo gli standard di oggi. Evidentemente gli americani si sono accorti che per questi prodotti e per il relativo merchandising c'è ancora mercato (i personaggi della nuova linea dei Masters of the Universe, venduti solo online, vanno esauriti nel giro di un quarto d'ora dalla loro messa in vendita!). D'altra parte il fandom (cioè il mondo dei fans) legato alle serie degli anni '80 non è mai venuto meno, e con internet è cresciuto esponenzialmente, calamitando anche una buona dose di pubblico gay attirato dall'innegabile appeal omoerotico dei loro protagonisti. Forse mi sbaglio, ma credo che questa tendenza - molto americana - di calamitare il pubblico puntando periodicamente su un aggiornamento dei personaggi abbia delle conseguenze anche sui gusti del pubblico italiano che segue questi prodotti. Dico questo perchè, con il numero 44, cesserà le pubblicazioni la bella ristampa superintegrale delle avventure di Spider-Man (che, per la prima volta, comprendeva TUTTE le storie Marvel in cui compariva il personaggio, e non solo quelle tratte dalle serie a lui dedicate).
Il motivo è molto semplice: le vendite non erano sufficenti. D'altra parte, nonostante il loro indubbio valore, queste storie risalivano a diversi decenni fa e probabilmente non riuscivano a coinvolgere più di tanto il pubblico italiano abituato alle recenti avventure dell'Uomo Ragno. Il che, considerando la costante evoluzione dei fumetti Marvel nel corso del tempo, è abbastanza comprensibile. Da notare che la ristampa di Spider-Man era l'unica ristampa di un supereroe americano che attualmente arrivava in edicola (escludendo Batman, che però viene venduto come allegato). In compenso, a giugno, il fumetto italiano inaugurerà la sua ennesima serie di ristampe, questa volta dedicata a Kriminal e allegata ad alcuni noti settimanali...
Per chi non lo sapesse Kriminal è una specie di Diabolik all'ennesima potenza, che dal 1964 al 1974 rappresentò uno dei maggiori successi del cosiddetto "fumetto nero italiano" (caratterizzato da ladri delittuosi e spietati, che spesso e volentieri davano prova di non avere un gran senso della morale). Dopo il grande successo di Diabolik e Kriminal, come accade sempre nel fumetto italiano, si sono moltiplicati i cloni più o meno riusciti e tutti avevano in comune almeno tre cose: una calzamaglia aderente, una maschera inquietante e una certa propensione verso le parentesi erotiche tendenzialmente sadiche. Anche per questo il fiorire di questi fumetti provocò sequestri e processi, in particolare proprio dopo la pubblicazione della quinta storia di Kriminal: "OMICIDIO AL RIFORMATORIO" (che, per gli interessati, sarà presente proprio nel primo volume della ristampa, in edicola il 18 gugno).
Per la cronaca: il processo a Kriminal si concluse nel febbraio del 1967, con la condanna del direttore responsabile della testata, Andrea Corno, a sei mesi di reclusione e 800.000 lire di multa. A diversi suoi colleghi non andò molto meglio, anche se agli autori materiali di questi terribili "fumetti neri" (come il grande Roberto Roviola, in arte Magnus), per fortuna, non accadde nulla di male e la loro fedina penale rimase immacolata. In ogni caso tutti questi personaggi, Kriminal compreso, rimasero in edicola (pur ammorbidendo i loro contenuti) e, forse proprio in seguito all'eco suscitata da scandali e processi, a Kriminal vennero dedicati ben due film: Kriminal (1966), diretto da Umberto Lenzi e Il marchio di Kriminal (1968), con la regia di Fernando Cerchio. In entrambe le pellicole il protagonista era interpretato dall'attore olandese Glenn Saxon, decisamente belloccio e abbastanza somigliante a Anthony Logan (la vera identità di Kriminal). Pur essendo un volto abbastanza noto nel filone dei western all'italiana, Glenn Sexon si dimostrò particolarmente adatto a reggere il confronto con Kriminal e il suo sex-appeal...
Considerando quel particolare contesto storico è molto difficile stimare quanto i protagonisti dei fumetti neri calamitassero l'attenzione dei lettori omosessuali, tuttavia non è da escludere che - prima dell'invasione dei supereroi e dei tascabili erotici - questi uomini atletici in calzamaglia aderente, con le loro scene di nudo e il loro piglio sadico (soprattutto sui personaggi femminili), avessero un certo appeal sui gay di quel periodo...
Ammetto che mi ha sempre dato un po' da pensare il fatto che, proprio in Italia (che ha già una certa reputazione), i fumetti italiani a base di criminali abbiano avuto fin dall'inizio tutto questo successo... Allo stesso modo mi fa pensare il fatto che le riproposte delle storie degli anni '60 di Kriminal (che per le nuove generazioni sono di fatto una novità) possano essere considerate ancora un'iniziativa commerciale di successo, perchè questo dimostra che il fumetto italiano e il suo pubblico sono rimasti fondamentalmente uguali a sè stessi per oltre quarant'anni. Senza nulla togliere al valore artistico e storico dell'iniziativa, penso che offra diversi spunti di riflessione, anche perchè dimostra che dopo quarantatrè anni i fumetti neri - con tutto il loro carico di crimini e delitti - sono stati definitivamente sdoganati, mentre i fumetti a tema omosessuale sono ancora un tabù... Tant'è vero che, fra le numerose ristampe di fumetti italiani che hanno invaso le edicole, a nessuno è passato per la testa di considerare un personaggio riuscito come la graffitara SPRAYLIZ, piccolo cult degli anni '90...
Forse perchè è bisessuale, ha una ragazza e affronta spesso temi legati all'omosessualità? Mhhh...
Meditate, gente, meditate...

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venerdì 4 giugno 2010

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Siccome giugno è il mese del Gay Pride anche in Italia, e siccome mi avete più volte rinfacciato di essere esterofilo, le segnalazioni musicali di questo mese saranno tutte dedicate ai (pochissimi) cantanti gay dichiarati del nostro Bel Paese... Il cantante di oggi è una giovane promessa di origine pugliese e si chiama Osvaldo Supino...
Premesso che ogni cantante gay dichiarato in Italia si merita un bell'applauso anche solo per il coraggio, c'è da dire che - in effetti - il caro Osvaldo è un po' la sintesi di un certo modo di intendere i gay. Ovviamente ogni gay è libero di essere gay come meglio crede, ma - chissà perchè - dalle nostre parti i cantanti gay dichiarati (e più in generale i personaggi dello spettacolo) che non rispondono ad alcuni stereotipi non vengono nemmeno calcolati e si ha l'impressione che non esistano. Da notare che Osvaldo Supino, forse proprio perchè conferma alcune aspettative etero nei confronti dei gay, ha trovato spazio anche in diversi rotocalchi televisivi... In ogni caso questo è il suo ultimo video...

Che dire... Paese che vai, cantante che trovi... Certo è che non sarebbe male se i media dessero spazio a una rappresentanza un po' più eterogena della comunità omosessuale. Intendiamoci: questa non è una critica a Osvaldo Supino, ma al clima del nostro paese.
Alla prossima!
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mercoledì 2 giugno 2010

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Prima di tutto qualche aggiornamento: il primo riguarda questo blog, che nel mese di maggio ha superato gli 11.000 visitatori mensili. Non so se è stato il record assoluto, ma di certo è stato il record degli ultimi dodici mesi, quindi mi sento in dovere di ringraziarvi per l'apprezzamento che gli state dimostrando. L'altro aggiornamento riguarda il sondaggio che si è appena concluso e che serviva a capire un po' meglio i gusti in fatto di fumetti dei visitatori di questo blog. Al primo posto ci sono i fruitori dei miei fumetti (com'era prevedibile), al secondo i fruitori di fumetti gay su internet, al terzo quelli che leggono fumetti omoerotici, al quarto quelli che leggono bara manga. Seguono, a una certa distanza, i lettori di fumetti gay non erotici e - a parimerito - quelli che leggono fumetti italiani e comics di supereroi. Le restanti categorie hanno guadagnato poche decine di voti e ci sono anche dodici persone che leggono solo questo blog e non leggono fumetti. Quello che emerge da questo sondaggio (al quale hanno partecipato oltre 300 persone) è che, effettivamente, i fumetti gay erotici tengono bene e i miei fumetti piacciono ancora. Per fortuna. Ora inizierò a pensare ad un nuovo sondaggio per cercare di conoscervi un po' meglio.
Nel frattempo volevo rispondere ad un commento al mio ultimo post.
Un anonimo scrive:

"Valeriano, i tuoi pregiudizi - artistici e non - non sono certo cosa nuova per chi legge questo blog ma mi infastidiscono ugualmente, soprattutto perché col tuo modo pacato fai passare delle banalità come fossero giudizi critici, e non mi pare sia giusto.
Il primo difetto del fumetto di cui hai parlato oggi per insultarlo sarebbe che i disegni non sono all'altezza. Opinione assolutamente legittima, se non fosse che per te tutti i fumetti a meno che non riducano il corpo umano a uno sgorbietto come fa Koning devono essere fatti in un certo modo. Come se ci fosse una regola su come deve essere fatto un fumetto! Non è la prima volta che lo suggerisci: quando qualche tempo fa sei arrivato a dire che i fumetti underground non sono tenuti a rispettare le proprozioni anatomiche giuro che ti avrei strozzato. Come un fumetto underground? Perché gli altri no? La storia dell'arte dal cubismo in poi non ha proprio alcun peso per te?
Un fumetto vale per ciò che comunica, quali che siano le scelte artistiche di chi lo produce. Che tali scelte siano spesso dettate più dai limiti dell'artista oltre che dal suo talento è un dato di fatto e credo valga anche per te, o forse sei un esperto di realismo, profondità e prospettiva e ce l'hai sempre tenuto nascosto?
Discorso che peraltro divenata quasi ozioso se uno guarda agli altri pregiudizi che trasudano dalle tue parole. Intendiamoci, non sto dicendo tu abbia qualcosa contro i gay più effemminati, ma perché per dire che non tutti i gay lo sono devi attaccare un fumetto che li rende protagonisti di una storia? Magari sarebbe anche plausibile se il mondo traboccasse di fumetti pieni di gay effemminati e sculettanti ma non mi pare che sia così.
Quindi la reale ragione del tuo post è semplicemente piagnucolare per il fatto che gli altri sono valorizzati e tu no. Cosa senz'altro vera, però non dire "forse sbaglio qualcosa io" come se non fosse certo quello il problema ma solo la grettezza dell'ambiente in cui vivi. Perché non è così.
Di scelte poco logiche se non si errori non solo ne hai fatti, ma continui a farne. Il fatto che tu non abbia un vero sito, o che non sia presente alla fiere del fumetto con la tua roba (possibile tu non riesca a trovare uno stand che ti ospiti!), o che preferisca lamentarti qui che i siti dei quotidiani italiani parlano di qualcun altro anziché annunciare di aver scritto ai responsabili di questi sit chiedendogli di parlare anche di te, secondo me sono tutte occasioni mancate perché le vuoi mancare."

Mhhh.... Vediamo un po'... La prima cosa che mi viene da dire è che noto un lieve livore e che evidentemente ci sono persone che di me non hanno capito granchè. La seconda cosa è che, sinceramente parlando, buona parte delle accuse che mi vengono fatte mi sembrano talmente campate in aria da non suscitarmi alcuna reazione, la terza è che - per correttezza - mi sento in dovere di spiegare meglio alcune mie posizioni. Personalmente mi rendo conto di avere dei limiti, ma penso che questo non mi impedisca di esprimere dei giudizi da "lettore informato dei fatti". Nel senso che, seguendo fumetti di supereroi da sempre e leggendo regolarmente saggi sulla tecnica del fumetto, penso di poter affermare con una certa cognizione di causa che in SPANDEX si vede il tentativo di raccontare una storia di supereroi da parte di un aspirante autore che non ha le basi tecniche per farlo...E forse neanche la volontà per imparare, visto che ci sono dozzine di manuali che insegnano a disegnare i fumetti di supereroi, ma evidentemente lui non ne ha consultato nemmeno uno. Detto questo la libertà stilistica è una cosa sacrosanta, però non dovrebbe essere una scusa per giustificare qualsiasi cosa. Anche il paragone con l'arte regge fino a un certo punto, visto che il fumetto - a differenza della pittura, ma anche dell'illustrazione - è una forma di arte sequenziale con delle dinamiche e delle regole a parte, che richiedono delle capacità specifiche. Piccolo esempio: a un pittore non si richiede di disegnare lo stesso personaggio più volte e di renderlo sempre riconoscibile in una sequenza coerente di vignette, mentre per un fumettista è essenziale. Ultimamente c'è un vero e proprio exploit di fumettisti (o sedicenti tali) che utilizzano uno stile elementare e si giustificano dicendo che ciò che conta è quello che vogliono comunicare: peccato che in un fumetto quello che si vuole comunicare sia importante quanto il modo in cui lo si fa. Il problema con i fumetti e i fumettisti gay, nello specifico, è che con la scusa della tematica gay e del "messaggio" che vogliono lanciare riescono ad attirare l'attenzione anche quando i loro fumetti - a mio modesto parere - non lo meriterebbero, salvo rari casi. Eric Owner, ad esempio, è autodidatta e porta avanti la sua comic strip The Mostly Unfabulous Social Life of Ethan Green dal 1989. Il suo stile è povero e incerto, però è funzionale alla storia e, siccome la sua storia ha qualcosa da dire, nel 2005 ne è stato tratto anche un divertente film dal vivo.
Per par condicio segnalo anche che un esempio positivo di fumetto a tematica etero realizzato con uno stile elementare potrebbe essere rappresentato dal personaggio di Scott Pilgrim, portato avanti dal canadese Bryan Lee O'Malley, che a sua volta si è appena guadagnato un film dal vivo.
Volendo estendere il discorso anche al Giappone dovrei doverosamente citare il grande successo rappresentato da Crayon Shin-chan di Yoshito Usui (autore recentemente scomparso, con un tratto elementare quanto espressivo).

Poi, sul versante opposto, ci sono fumettisti come Abby Denson, che ha scritto una storia a base di liceali gay vittima di omofobia e crisi depressive, per poi concludere le loro traversie facendoli partecipare al classico ballo di fine anno... E tanto le è bastato a farle ottenere pubblicità, qualche premio e la partecipazione a conferenze di un certo prestigio... Anche se poi il suddetto fumetto è tutto disegnato nello stile della tavola seguente...
E lo stesso discorso si potrebbe applicare a Brian Andersen e al suo supereroe Psyche, protagonista della serie SoSuperDuper... Brian Andersen, abitando dalle parti di San Francisco e proponendo un fumetto a base di supereroi gay, sfonda una porta aperta (al punto da essere invitato regolarmente alle iniziative del Museo del Fumetto di San Francisco) anche se il suo stile è quello della tavola seguente...
SPANDEX, in un certo senso, segue proprio il solco tracciato da questi fumetti ed è la prova che la comunità gay (laddove esiste davvero) può fare da cassa di risonanza, mentre il politically correct nei confronti dei gay impone anche ai media tradizionali di dare spazio a certi fumetti quando parlano di problematiche o rivendicazioni omosessuali... A prescindere da COME lo fanno. Tant'è che, prima di SPANDEX, lo stesso autore aveva portato avanti un altro fumetto a base di supereroi (e molto meno gay) intitolato O-Men, di cui nessuno ha mai parlato granchè...
Non sta certo a me dire se è giusto o sbagliato che in certi contesti i fumetti gay possano affermarsi solo perchè mettono i gay in primo piano, ma credo che sia scorretto nei confronti di tutti quei fumettisti che cercano di farsi largo provando a migliorare le loro capacità, e - soprattutto - penso che sia scorretto nei confronti di chi propone fumetti gay partendo da contesti più svantaggiati. Oltretutto il risultato è quello di "indebolire" la credibilità del fumetto a tematica gay in generale, tantopiù che i giornalisti con competenze in fatto di fumetto sono ben pochi. A questo proposito volevo raccontarvi un piccolo aneddoto: nel 2002 ero stato invitato ad una conferenza sul fumetto gay, alla quale partecipava anche la giornalista Delia Vaccarello (foto sotto)...
Per chi non lo sapesse è una giornalista lesbica militante e tiene da anni una bella pagina GLBT sul quotidiano L'UNITÁ. Ha anche curato varie antologie di racconti e ha persino sceneggiato alcuni fumetti ispirati ad altrettante storie vere di adolescenti (omosessuali e non) nell'antologia SCIO' (con i disegni di Giulia Argnani). In ogni caso, in occasione di quella conferenza, mostrò con orgoglio alcune tavole del "primo superoe gay italiano"... FROCIK! Tutti i presenti strabuzzarono gli occhi: non tanto per il fatto di non averlo mai sentito nominare, quanto per il fatto che si presentava così...
Questo "fumetto" era stato sceneggiato nel 1979 dallo storico militante gay Massimo Consoli e disegnato (si fa per dire) da un certo Enrico Verde per la rivista Ompo (Massimo Consoli prima
della sua morte diede gli originali a Delia Vaccarello per la rivista Fuorispazio, che raccoglie ampio materiale donato da Massimo Consoli e raccolto su richiesta diretta della Fondazione a lui titolata). Si trattava di un "vendicatore degli oppressi" che puniva gli omofobi col suo gatto a nove code e... E punto. Non c'era altro da aggiungere. Però ricordo che Delia Vaccarello era particolarmente entusiasta mentre lo presentava, anche se di fatto - al di là del valore simbolico - si trattava davvero di un nulla fumettistico. Niente da dire su Delia Vaccarello e la sua esposizione, ma credo che questo episodio possa darvi un'idea di come nell'ambiente gay può diventare molto difficile essere obbiettivi, soprattutto quando c'è di mezzo il "messaggio" e un certo processo di identificazione. Però oltre al messaggio deve esserci anche dell'altro, altrimenti si dà ragione a tutti quelli che pensano che per i gay l'omosessualità è un valore in quanto tale, e che per questo tendono a mettersi su un piedistallo "in quanto omosessuali", a fare sempre la parte dei geni incompresi, ad avere atteggiamenti arroganti e pretenziosi, ecc... Il che, in parte, spiega perchè talvolta tendo a criticare i fumetti in cui compaiono gay fortemente stereotipati o tratteggiati in modo troppo trendy/fashion... Premesso che i pochi fumetti a tema gay realizzati in Italia tendono a puntare esclusivamente su questi modelli (e gli altri modelli dove stanno?), la mia sensazione è che in quei fumetti certe caratteristiche vengono proposte come un "valore" in sè, magari per compensare caratterizzazioni un po' insipide e trame un po' inconcludenti... Un po' come accade nella vita reale, in cui tanti omosessuali - invece di lavorare su sè stessi e puntare ad obbiettivi concreti - compensano i loro vuoti dividendosi fra moda e frivolezze... Finendo esattamente per confermare certi stereotipi non proprio gradevoli. Riguardo poi al fatto che io non mi so promuovere... Ammetto di avere dei grossi limiti (sono un fumettista, non un addetto marketing!), ma il discorso è molto più complesso di quello che sembra e magari lo riaffronterò in un post a parte. Per il resto non provo invidia per l'autore di SPANDEX e, siccome la qualità media dei quotidiani italiani è quella che è, penso che il fatto di non essere mai stato nominato da loro sia un punto di merito. A questo punto spero almeno di aver chiarito che non mi esprimo a pregiudizi e che questo blog non serve ad affermare il mio punto di vista, ma ad ampliare quelli altrui.
Alla prossima.
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