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sabato 27 dicembre 2008

ANNIVERSARIO...

Ciao a tutti, in realtà non vorrei ripartire con un post al giorno, perchè vorrei dare modo di leggere e commentare con calma quello che scrivo, ma oggi è un giorno un po' particolare. Infatti il 27 dicembre del 1908, esattamente cento anni fa, usciva nelle edicole italiane il primo numero del Corriere dei Piccoli, il supplemento settimanale a fumetti del Corriere della Sera, che avrebbe diffuso per la prima volta questa forma narrativa nel nostro paese (anche se in realtà il primissimo giornale ad importare dei fumetti americani fu il settimanale romano "Il Novellino", ma non lo fece a livello nazionale, quindi non viene quasi mai considerato ufficialmente). Tutti gli amanti del fumetto lo celebrano e lo rimpiangono, ma in questa sede vorrei parlarne da un punto di vista un po' diverso, perchè se da una parte il Corriere dei Piccoli ha avuto l'indubbio merito di far conoscere i fumetti in Italia, dall'altro è stato un po' l'origine di tutti i mali. Mi spiego meglio: nel 1908 la popolazione italiana era profondamente ignorante e contadina, e di conseguenza i quotidiani (e in particolare il Corriere della Sera) si rivolgevano alla minoranza rappresentata dalla ricca borghesia tradizionalista e conservatrice. Quando in Italia arrivarono i primi fumetti americani vennero completamente stravolti e "infantilizzati" per non contrariare il pubblico italiano dei quotidiani. In parole povere se negli Stati Uniti i quotidiani si rivolgevano già alle masse, e i loro fumetti prendevano in giro proprio i conformismi e la borghesia, ribellandosi alle convenzioni e alle norme, in Italia erano tenuti a confermarle. Mi spiego ancora meglio: se nei fumetti americani un bambino compiva una marachella e veniva punito faceva la figura dell'eroe, mentre in Italia i testi ritoccati (e trasformati in rime baciate) facevano sembrare quel bambino un discolo ribelle che doveva soffrire la giusta punizione. Da allora in poi la pubblicazione dei fumetti in Italia si è sempre caratterizzata per questa sudditanza psicologica alla morale della classe dirigente, dei governi e delle istituzioni... Che è SEMPRE stata fondamentalmente conservatrice e tradizionalista (e magari l'egemonia culturale della chiesa cattolica nel nostro paese ha fatto effettivamente la sua parte). Senza contare che il Corriere dei Piccoli, volente o nolente, ha contribuito per decenni a fare associare il concetto di fumetto all'infanzia o, al massimo, alla prima adolescenza. Ci sono state piccole parentesi di reale emancipazione nel mondo del fumetto italiano, ma chissà perchè hanno sempre avuto vita breve oppure si sono progressivamente ammorbidite (come nel caso di Dylan Dog o Diabolik), schiacciate dalle pressioni ambientali contrarie... E dal fatto che in Italia le grandi masse popolari perpetuano da sempre quegli schemi mentali "contadini" che le spingono a leggere ancora troppo poco per sostenere con continuità dei prodotti culturali realmente innovativi e "di rottura". E così i nostri quotidiani mantengono ancora l'impostazione del secolo scorso, promuovendo le vignette satiriche (esattamente come cento anni fa) e non considerando i fumetti come un intrattenimento pertinente al loro pubblico, mentre TUTTI i quotidiani americani riservano pagine alle striscie a fumetti e ai loro supplementi domenicali. Non stupitevi, quindi, se sui quotidiani americani non solo continuano ad esserci le pagine dei fumetti, ma anche diversi fumetti a tema gay e lesbico, mentre in Italia tutto questo rimane un concetto semplicemente ALIENO. Giusto per farvi un esempio vi cito Dykes To Watch Out For di Alison Bechdel, che prosegue ininterrottamente dal 1983. Personalmente penso che la situazione ( o per meglio dire la non-situazione) del fumetto sui quotidiani in Italia sia l'ennesima punta di un iceberg ciclopico che si avvia verso una deriva sempre più pericolosa e imprevedibile, peccato che chi di dovere non pensi altrettanto. Per completezza concludo questo post con un documentario sulla storia del Corriere dei Piccoli, che risale al 1971 e che inquadra per bene la linea editoriale dei fumetti (e della stampa) nel nostro paese. Non so voi, ma la mia sensazione è che le cose non sono cambiate così tanto in cento anni...

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Vale, il tuo post sembrerebbe incompleto, è comunque benemerito. Ho davanti a me l'edizione internazionale del Corriere della Sera di oggi, cioè della "casa madre" del Corriere dei piccoli, e non c'è assolutamente niente sul centenario del corrierino. Che vergogna!

Wally Rainbow ha detto...

Completato! E l'omissione del Corriere della Sera la dice lunga :-)