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venerdì 19 giugno 2009

COSE DELL'ALTRO MONDO

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state? Oggi inizio facendo un po' di cultura GLBT in senso lato. La signora che vedete nella foto si chiama Pat Parker (1944-1989) ed è una famosissima poetessa e attivista lesbica (perlomeno negli Stati Uniti), che con le sue opere ha sempre cercato di combattere il razzismo e l'omofobia (in anni e in contesti in cui era tutt'altro che facile).
Nel parlo qui perchè a Pat Parker è titolato un premio che ogni anno viene assegnato durante i festeggiamenti del Los Angeles Gay Pride (che è il Gay Pride più importante della West Coast americana). Questa onorificenza viene assegnata a chi si è distinto per meriti artistici in ambito GLBT, ma ci sono altre onorificenze riservate a vari campi e tutte in memoria di importanti personaggi che hanno fatto la storia del movimento GLBT americano (c'è anche un premio dedicato ad Harvey Milk, giusto per farvi un esempio). La cosa interessante è che quest'anno il Los Angeles Gay Pride, che - ci tengo a ribadire - è una cosa estremamente seria e importante, ha assegnato il premio Pat Parker... Alla Tom of Finland Foundation!
Questa la motivazione del premio:

L'artista Tom of Finland (Touko Laaksonen 1920-1991) e il suo amico Durk Dehner hanno creato l'associazione no-profit Tom of Finland Foundation nel 1984. L'associazione ha rappresentato un rifugio sicuro per l'arte erotica contro una discriminazione opprimente, conservando in un museo le immagini che hanno influenzato il modo in cui gli uomini gay in tutto il mondo sono stati percepiti dagli altri e da loro stessi. Lottando per ottenere visibilità e attenzione, l'associazione ha fatto in modo che l'arte erotica e omoerotica promuovesse un più sano e tollerante atteggiamento verso la sessualità in generale, contribuendo a sostenere una migliore integrazione della comunità gay e facendo evolvere la concezione stessa di arte.

Wow! Quando si dice dare a Cesare quel che è di Cesare. La Tom of Finland Foundation effettivamente si è sempre data un gran da fare per promuovere l'arte erotica, e in particolare quella omoerotica, collaborando anche con editori di tutto rispetto come la TASCHEN... E a quanto pare la costanza prima o poi viene premiata.
In questa sede mi limiterò ad osservare che questo episodio dimostra come l'arte omoerotica non sia qualcosa di imbarazzante e/o sconveniente per un movimento gay che è consapevole di nascere - prima di tutto - attorno ad un orientamento sessuale. Tant'è che il Los Angeles Pride ha assegnato un altro premio anche a Pat Rocco, un filmaker famoso per i suoi documentari sugli albori del movimento GLBT americano, ma anche per i suoi video hard. Facendo il mio solito confronto con la situazione italiana prendo atto che premi di questo tipo da noi non ci sono... C'è un concorso letterario titolato allo scrittore gay Pier Vittorio Tondelli (che però non ha niente a che fare col movimento GLBT, visto che è organizzato dal Comune di Correggio) e c'è - da quest'anno - il Pegaso d'oro che Arcigay assegna ai due personaggi pubblici (uno della comunità e uno gay friendly) che hanno contribuito maggiormente alla causa GLBT (e che in questa prima edizione ha visto sul podio Vladimir Luxuria e Simona Ventura). Traete un po' voi le conclusioni del caso. Si potrebbero fare molte riflessioni partendo da questo confronto, ma siccome non voglio annoiarvi mi limiterò a dire che, per come la vedo io, finchè dalle nostre parti alla cultura gay in senso lato (arte compresa) verrà riservato un ruolo così marginale (rispetto all'attivismo politico e alle attività ricreative) le cose probabilmente non miglioreranno tanto in fretta. Voi cosa ne pensate?
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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo negli Stati Uniti fanno tante belle cose, ma non è magia, semplicemente sono partiti prima, lo dice chiaramente anche il tuo post. Prima una poetessa, poi un premio a lei intitolato, poi la sinergia con una manifestazione importante... E il tutto senza aspettare soldi dallo stato per realizzare i propri progetti, perché secondo me è questa la vera grande differenza tra noi e gli USA. Da noi le associazioni di ogni genere fanno tante cose, ma gratta gratta trovi sempre un bel finanziamento pubblico. A quel punto è ovvio che laddove quel tipo di finanziamento è più difficile -come nel daso di progetti gay- fare qualcosa venga considerato pressoché impossibile già in partenza. L'altro limite è una fastidiosa reverenza verso l'arte in sè stessa. Nel commentare il tuo post precedente qualcuno ha scritto che un fumetto come quelli di Brian Andersen sarebbe stato capace di farli anche lui. Ma allora perché non l'ha pubblicato? Lasciamo da parte tutte le paranoie che possono nascere dal pubblicare un fumetto gay, ridicole se solo uno decide di pubblicatre in internet. E allora cosa resta? Forse il fatto che noi italiani schiacciati da millenni di storia artistica che pesano come macigni anche sulll'ultimo ignorante, non siamo mai riusciti a capire che l'arte non è fatta per mostrare cose belle, ma per esprimere chi siamo.

Wally Rainbow ha detto...

Capperi! Ma lo sai che scrivi proprio bene? E si vede anche che leggi con attenzione i miei post....! Che bello! :-)

loran ha detto...

La differenza sta principalmente è che in America c'è un maggiore sennso della comunità e dell'impegno dei singoli, e come sottolinea l'Anonimo un maggiore impegno personale anche finanziario.

Il Bino ha detto...

Io invece esulerei dalle pontificazioni sulle differenze tra comunità GLBT americana e comunità GLBT italiana domandandomi questo: esattamente la Ventura cosa avrebbe fatto per meritarsi un riconoscimento simile? Direi che questo, in fin dei conti, la dice lunga sulle differenze tra le due comunità.

Wally Rainbow ha detto...

A quanto mi risulta la Ventura è un personaggio pubblico nelle sue trasmissioni tratta l'argomento omsoessualità con una certa simpatia,e considerando l'andazzo della TV italiana questo potrebbe esserle valso il suddetto premio... Ovviamente c'è gente che fa molto di più per la comunità gay, ma non essendo altrettanto famosa non attirerebbe sul premio quel minimo di attenzione mediatica per cui è stato evidentemente progettato...