Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Visto che ormai siamo arrivati a giugno, e siccome giugno è un mese particolarmente caro alla memoria storica della comunità omosessuale (tant'è che non a caso il Gay Pride si festeggia proprio questo mese), oggi volevo partire segnalandovi che proprio quest'anno cade il ventennale dalla morte del famoso illustratore omoerotico Tom of Finland...
La ricorrenza, che in Italia non poteva fare altro che passare inosservata (nonostante quest'anno nel nostro paese si tenga anche un Europride... Ma la cosa non mi stupisce affatto), verrà degnamente celebrata in diverse occasioni e in diversi modi (da Berlino a New York). Vi ho già parlato dell'imponente mostra che si tiene nella città natale dell'artista, in Finlandia, ma non mancano nemmeno gli omaggi personali di molti artisti gay dichiarati, come lo scultore australiano Brad Gunn (è il bel ragazzone che vedete nella foto sotto).
Per l'occasione ha realizzato una serie di sculture in resina e poliuretano ispirate proprio ai disegni di Tom of Finland. Qui di seguito potete vedere un assaggio...
Nel frattempo negli USA, che sono un po' la seconda patria di Tom of Finland, è stata presentata anche una nuova linea di magliette e canotte celebrative, prodotte da SOLD-OUT.
Siccome questo è il blog che non vi fa mancare nulla, e che vi mostra quello che gli altri BLOG italiani non vi mostrano, qui di seguito potete vedereanche la sfilata di presentazione della suddetta linea di magliette...
Ovviamente, visto che negli USA si trova anche la Tom of Finland Foundation, non poteva mancare di organizzare anche un evento artistico e ricreativo in suo nome. Al Failtime Bar di Los Angeles, il prossimo 19 giugno si terrà un party pomeridiano (a quanto pare negli USA i gay non aspettano più le tenebre per uscire allo scoperto), dove - oltre alla musica e a tutte le possibilità che offre un classico leather bar - saranno presenti anche rassegne artistiche, aste, concorsi a premi e workshop per aspiranti artisti omoerotici in cui si potranno ritrarre modelli dal vivo. Il tutto per la modica cifra di 10$. In realtà c'è da dire che per la tom of Finland Foundation non si tratta proprio di una novità, infatti per loro la commemorazione annuale di Tom of Finland è una vera e propria tradizione, però questa volta ci tengono particolarmente a fare bella figura, e se tutto va bene proporranno anche un concorso di bellezza. In ogni caso, per avere un'idea di quello che avviene durante le commemorazioni organizzate dalla Tom of Finland Foundation, potete dare un occhiata a questo simpatico servizio, relativo al party dell'anno scorso...
Che dire? Sicuramente iniziative come questa dimostrano che nel mondo gay è possibile unire il serio e il faceto, veicolando arte e cultura anche attraverso occasioni di tipo prettamente ricreativo... Anche in pieno giorno. Un ottimo esempio da seguire, che peraltro mette in luce - se pure ce ne fosse ancora bisogno - quanto è rimasta indietro la comunità gay italiana sotto tanti punti di vista e quanto la sua offerta ricreativa sia ancora pesantemente vincolata a modelli vecchi di trenta o quarant'anni. Sicuramente la situazione complessiva dell'Italia non aiuta, ma non posso fare a meno di chiedermi in che percentuale la responsabilità sia proprio dei gay italiani e - soprattutto - di chi ha gestito il cosiddetto mondo gay italiano negli ultimi vent'anni. Se non altro è confortante sapere che il mondo gay è in buona compagnia... E per darvene un'ulteriore prova vi segnalo che è appena uscita l'edizione italiana di "DISEGNARE I FUMETTI IN STILE MARVEL"...
Anche se forse sarebbe stato più corretto chiamarlo "COME DISEGNARE FUMETTI IN STILE MARVEL CLASSICO", visto che questo popolarissimo manuale risale al 1978! Intendiamoci: in linea di principio offre ancora tantissimi consigli validi, ma lo "stile marvel" a cui si riferisce è stato abbondantemente superato, anche solo per una questione prettamente tecnologica. In compenso offre una grande quantità di basi solide per sviluppare uno stile dinamico ed efficace, e non è poco. Resta il fatto che, tanto per cambiare, il primo editore che si è deciso a pubblicarlo lo ha fatto con una trentina d'anni di ritardo... Forse sbaglio, ma qualcosa mi dice che anche questo vuol dire qualcosa...
Alla prossima.
martedì 31 maggio 2011
NEWS
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domenica 29 maggio 2011
WALLY'S WEEK
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va? Questa settimana sono tornato a prendere ispirazione dai fumetti degli X-Men, e ho mi sono voluto cimentare con Remy LeBeau, meglio noto come Gambit. Intanto che lo disegnavo mi sono accorto per la prima volta che il suo cognome significa "il bello", e che effettivamente si è sempre presentato in maniera molto seducente... Così in questo disegno ho cercato una posa particolarmente provocante...
Questa volta lo sfondo mi sembra decisamente troppo semplice. Cercavo un modo per mettere in risalto il soggetto, ma non credo di avere centrato l'obbiettivo. Pazienza, la prossima volta farò tesoro dell'esperienza. In compenso credo di avere azzeccato abbastanza il viso e la personalità del personaggio.
Per renderlo ancora più provocante ho pensato di farlo particolarmente dotato, e per dargli un tocco di originalità ho realizzato i suoi peli usando due chine diverse (il nero e il seppia, che finora ho sempre usato separatamente). L'effetto d'insieme non è malvagio, anche se come tutte le tecniche sperimentate per la prima volta va un po' perfezionata.
Se questo disegno vi piace e volete partecipare all'asta su eBay potete CLICCARE QUI.
Ciao e alla prossima.
Questa volta lo sfondo mi sembra decisamente troppo semplice. Cercavo un modo per mettere in risalto il soggetto, ma non credo di avere centrato l'obbiettivo. Pazienza, la prossima volta farò tesoro dell'esperienza. In compenso credo di avere azzeccato abbastanza il viso e la personalità del personaggio.
Per renderlo ancora più provocante ho pensato di farlo particolarmente dotato, e per dargli un tocco di originalità ho realizzato i suoi peli usando due chine diverse (il nero e il seppia, che finora ho sempre usato separatamente). L'effetto d'insieme non è malvagio, anche se come tutte le tecniche sperimentate per la prima volta va un po' perfezionata.
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Ciao e alla prossima.
sabato 28 maggio 2011
IL VIDEO DELLA SETTIMANA
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Anche oggi non può mancare l'appuntamento settimanale con il mondo dei cantanti gay dichiarati, che questa volta punta i riflettori sulla storia artistica e personale di Daniel Cartier...
Da che parte cominciare? Forse dal fatto che è nato Exeter, nel New Hampshire, quarantadue anni fa. Purtroppo la sua vita non è mai stata facile: la sua famiglia era decisamente problematica e di conseguenza ha vissuto un'adolescenza complicata, resa ancor più difficile dal fatto che aveva preso coscienza della sua omosessualità e per questo veniva preso di mira dai compagni di scuola. Probabilmente è anche per questo regisce adottando un look molto appariscente (ha una doppia cresta punk) e iniziando a fare uso di droghe. Dopo l'ennesimo episodio di omofobia scolastica (viene spinto giù da una rampa di scale), decide di andarsene dalla sua scuola e dalla sua famiglia, e di tentare la fortuna a New York, non prima di aver tentato il suicidio e di aver rischiato un'overdose. Dal 1991 al 1997 ha condotto una vita ai margini, senza fissa dimora e alternando le visite alla pubblica assistenza con i pernottamenti dai ragazzi che frequentava. Poi è successo qualcosa di inaspettato. Mentre cantava in metropolitana per racimolare qualche spicciolo ha attirato l'attenzione nientemeno che di Elthon John, che nota il suo talento e lo inserisce nel mondo delle etichette indipendenti. Purtroppo, però, le cose non vanno bene e un anno dopo Daniel Cartier si ritrova al punto di partenza, con la differenza che ora ha cominciato anche a bere. Deluso e sconfortato si trasferisce a Cape Cod e qui è riesce comunque a riversare le sue traversie emotive in due CD autoprodotti. Mentre cercava di promuoverli esibendosi nei locali della zona, però, scopre che può avere un successo più immediato come escort, e siccome la fame aguzza l'ingegno inizia a guadagnare da vivere prostituendosi. Però questo non gli dà serenità, e infatti nel 2005 tenta di nuovo il suicidio, ma paradossalmente in ospedale trova l'ispirazione per scrivere quattordici canzoni e per iniziare a frequentare un programma di riabilitazione. A quel punto decide di cambiare vita sul serio, torna a New York e ad un certo punto prova l'impulso irrefrenabile di mettersi all'opera per realizzare opere d'arte mettendo assieme i frammenti della sua vita: dalle foto ai vestiti, all'intimo sexy che usava quando si prostituiva... E curiosamente i suoi lavori, hanno un certo riscontro e, assieme al gruzzolo accumulato quando era un escort, gli permettono di riprendere anche la sua carriera musicale, che ormai porta avanti dal 2006...
Adesso sembra che abbia trovato maggior serenità e, forse, l'equilibrio che gli è mancato per tutta la vita. Intanto con la sua musica cerca di mandare un messaggio di speranza a quanti hanno attraversato dei momenti difficili come quelli che ha dovuto attraversare lui... Il brano con cui ve lo presento oggi è la sua appassionata e toccante versione del poema Auld Lang Syne di Robert Burns...
Che dire? É sempre bello vedere qualcuno che è riuscito a dimostrare che la vita si può migliorare - se ci si crede davvero - e che, nonostante tutto, alla fine del tunnel c'è sempre un po' di luce. Prima di salutarvi vi anticipo che siccome giugno è il mese dell'Europride - e siccome questo è un BLOG di quelli che non trovate tanto facilmente in giro - cercherò di proporvi dei cantanti gay dichiarati di ieri e di oggi che possano offire qualche spunto di riflessione in più del solito...
Ciao e alla prossima.
Anche oggi non può mancare l'appuntamento settimanale con il mondo dei cantanti gay dichiarati, che questa volta punta i riflettori sulla storia artistica e personale di Daniel Cartier...
Da che parte cominciare? Forse dal fatto che è nato Exeter, nel New Hampshire, quarantadue anni fa. Purtroppo la sua vita non è mai stata facile: la sua famiglia era decisamente problematica e di conseguenza ha vissuto un'adolescenza complicata, resa ancor più difficile dal fatto che aveva preso coscienza della sua omosessualità e per questo veniva preso di mira dai compagni di scuola. Probabilmente è anche per questo regisce adottando un look molto appariscente (ha una doppia cresta punk) e iniziando a fare uso di droghe. Dopo l'ennesimo episodio di omofobia scolastica (viene spinto giù da una rampa di scale), decide di andarsene dalla sua scuola e dalla sua famiglia, e di tentare la fortuna a New York, non prima di aver tentato il suicidio e di aver rischiato un'overdose. Dal 1991 al 1997 ha condotto una vita ai margini, senza fissa dimora e alternando le visite alla pubblica assistenza con i pernottamenti dai ragazzi che frequentava. Poi è successo qualcosa di inaspettato. Mentre cantava in metropolitana per racimolare qualche spicciolo ha attirato l'attenzione nientemeno che di Elthon John, che nota il suo talento e lo inserisce nel mondo delle etichette indipendenti. Purtroppo, però, le cose non vanno bene e un anno dopo Daniel Cartier si ritrova al punto di partenza, con la differenza che ora ha cominciato anche a bere. Deluso e sconfortato si trasferisce a Cape Cod e qui è riesce comunque a riversare le sue traversie emotive in due CD autoprodotti. Mentre cercava di promuoverli esibendosi nei locali della zona, però, scopre che può avere un successo più immediato come escort, e siccome la fame aguzza l'ingegno inizia a guadagnare da vivere prostituendosi. Però questo non gli dà serenità, e infatti nel 2005 tenta di nuovo il suicidio, ma paradossalmente in ospedale trova l'ispirazione per scrivere quattordici canzoni e per iniziare a frequentare un programma di riabilitazione. A quel punto decide di cambiare vita sul serio, torna a New York e ad un certo punto prova l'impulso irrefrenabile di mettersi all'opera per realizzare opere d'arte mettendo assieme i frammenti della sua vita: dalle foto ai vestiti, all'intimo sexy che usava quando si prostituiva... E curiosamente i suoi lavori, hanno un certo riscontro e, assieme al gruzzolo accumulato quando era un escort, gli permettono di riprendere anche la sua carriera musicale, che ormai porta avanti dal 2006...
Adesso sembra che abbia trovato maggior serenità e, forse, l'equilibrio che gli è mancato per tutta la vita. Intanto con la sua musica cerca di mandare un messaggio di speranza a quanti hanno attraversato dei momenti difficili come quelli che ha dovuto attraversare lui... Il brano con cui ve lo presento oggi è la sua appassionata e toccante versione del poema Auld Lang Syne di Robert Burns...
Che dire? É sempre bello vedere qualcuno che è riuscito a dimostrare che la vita si può migliorare - se ci si crede davvero - e che, nonostante tutto, alla fine del tunnel c'è sempre un po' di luce. Prima di salutarvi vi anticipo che siccome giugno è il mese dell'Europride - e siccome questo è un BLOG di quelli che non trovate tanto facilmente in giro - cercherò di proporvi dei cantanti gay dichiarati di ieri e di oggi che possano offire qualche spunto di riflessione in più del solito...
Ciao e alla prossima.
giovedì 26 maggio 2011
LA RIFLESSIONE DI OGGI
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Internet ha dei pregi e dei difetti, un po' come tutte le cose, ma essendo un mezzo di comunicazione molto recente riserva ancora sorprese in entrambi i sensi. Ad esempio ultimamente sto apprezzando molto il fatto che permette di scrivere cose che, se sono ospitate su siti e/o server sufficentemente longevi, possono essere trovate, lette e commentate anche distanza di anni. Ad esempio: mi è appena arrivata una lettera relativa ad una recensione che feci su Gay.It nel 2004 (come vola il tempo!) sulla ristampa delle prime storie di un famoso fumetto italiano degli anni '60: Kolosso.
Purtroppo quella ristampa non andò oltre al primo numero, e devo ammettere che mi è sempre dispiaciuto, perchè si trattava di un fumetto che aveva tantissimi risvolti gay friendly. Del tutto involontari, ovviamente, ma non per questo meno divertenti. Per capire meglio di cosa stiamo parlando è necessario fare un salto di oltre quarant'anni, più precisamente nel marzo del 1964, quando comparve il primo albetto settimanale a striscie (questo era uno dei formati più in voga all'epoca) dedicato ad un nuovo eroe: il palestratissimo e discintissimo Kolosso!
In quel particolare momento le edicole italiane erano il regno dei fumetti western, i primi supereroi (come Superman, che in Italia era chiamato Nembo Kid) erano ancora una novità e su tutte le pubblicazioni aleggiava il marchio di autoregolamentazione censoria, meglio noto come Garanzia Morale. In questo clima ovattato, in cui l'oratorio era l'unico luogo di aggregazione per i più giovani e in cui chi si scopriva gay non sapeva neppure che nome darsi, ecco comparire un eroe così ricco di sottointesi e ammiccamenti da potersi considerare a pieno titolo la prima icona gay del fumetto italiano... Come sia passato indenne fra le maglie della censura è un mistero, che forse si spiega soltando partendo dal presupposto che per l'epoca il concetto di erotismo gay era talmente "alieno" per la mentalità italiana da risultare invisibile anche quando era del tutto palese.
Mac Kolosso è un ragazzone biondo, alto due metri e sedici, pesa 158 chili e la sua circonferenza toracica e di ben 1,60 metri! E'un lottatore di professione e ha l'hobby del culturismo, ha sempre il sorriso sulle labbra ed è un incorreggibile salutista: niente fumo, donne o alcolici, l'unica cosa che gli piace bere nei locali - per sua ammissione - è il latte... La sua prima storia inizia con un robot che si presenta in casa sua per rapirlo, ovviamente mentre lui è seminudo e intento ad allenarsi... Di li a poco Kolosso verrà trascinato in un vortice di eventi che lo vedranno affrontare un pericoloso boss criminale di nome Inafferrabile, che vorrebbe farlo passare dalla sua parte per sfruttare la sua forza enorme. Durante questa avventura Kolosso finirà per mostrarsi sempre più nudo, alla guida della sua motocicletta come negli scontri con gli uomini dell'Inafferabile, mostrando un certo compiacimento esibizionistico ogni qualvolta i suoi muscoli attirano l'attenzione di qualcuno (e ogni qualvolta può strapparsi di dosso qualche indumento). Ovviamente nemmeno le più fascinose vamp riescono ad avere un ascendente su di lui, ma in compenso gli episodi che non sfigurerebbero in una commedia gay non mancano mai.
Per fare un esempio (ma se ne potrebbero fare dozzine), quando l'eroe viene ospitato dalla zia Alice e dal nipote Ferruccio (grande ammiratore dei suoi muscoli che non perde l'occasione di tastare), quest'ultimo pensa bene che anche i suoi amichetti gradirebbero poter ammirare il corpo dello zio Kolosso... Così, mentre l'ignaro culturista - alquanto svestito - dorme beatamente, Ferruccio concede ad una folla di amichetti vocianti la possibilità di spiarlo (ovviamente dopo aver pagato il biglietto... Mica stupido Ferruccio!). A questo punto uno dei pargoli viene scoperto da suo padre, che dopo averlo sorpreso a spiare Kolosso vuole menarlo: Kolosso si alza dal letto, mena il padre padrone, e la sequenza si conclude con una dozzina di ragazzini che si arrampicano gioiosamente sul loro eroe in slip!Se volete leggere la recensione integralmente CLICCATE QUI. In ogni caso, proprio ieri mi è arrivata questa e-mail, dal nipote di Mario Faustinelli, uno dei due autori della serie:
"Buongiorno,
sono il nipote dell'autore di Kolosso. Riconosco che la sua
analisi contiene parecchi punti validi, anche se avrei voluto trovarci pure
qualche osservazione sul fumetto in sè, che ritengo fosse di eccellente
fattura. Sorrido al pensiero di mio zio creatore di icone gay ma, avendolo
conosciuto, provo anche sollievo che la cosa non gli sia giunta alle
orecchie: ci ha lasciato pochi anni fa.
Buona giornata,
Marco Faustinelli"
Gentile Marco, intanto grazie per questa e-mail, che mi pare sia stata scritta con una certa simpatia nei confronti della recensione e del suo autore. Sono d'accordissimo sul fatto che il fumetto fosse di eccellente fattura, soprattutto se confrontato con gli altri fumetti italiani del periodo. E a prescindere dai risvolti involontariamente gay credo che fosse anche uno dei più originali. Ovviamente parlandone su un sito gay ho dovuto concentrarmi su certi aspetti piuttosto che su altri. D'altra parte penso anche che quella sia stata una delle poche recensioni di Kolosso comparse su un sito che non si occupava di fumetti (e forse è anche per questo che la ristampa non andò oltre il primo numero, purtroppo), e mi fa piacere l'idea aver contribuito a ricordare un personaggio ingiustamente dimenticato, e che con gli opportuni ritocchi e aggiornamenti potrebbe avere molto successo anche oggi...
Probabilmente se in Italia la comunità gay fosse un po' più attenta e sapesse guardarsi attorno con più attenzione, Kolosso sarebbe potuto diventare davvero un'icona gay a tutti gli effetti (con tanto di gadget e merchandising vario), ma purtroppo questo personaggio sembra destinato a giacere in un limbo dove solo i super collezionisti osano avventurarsi. Ed è un peccato. D'altra parte non è un mistero per nessuno, e men che meno per i lettori di questo BLOG, che la comunità gay italiana non è stata ancora stata capace di fare propri dei riferimenti culturali che vadano al di là dei classici luoghi comuni: moda, sesso, palestra, locali e poco altro. E probabilmente anche questa è una conseguenza del clima poco stimolante del nostro paese, che sicuramente viene assorbito dai gay italiani e finisce per limitare il loro potenziale.
Ormai mancano pochissimi giorni all'Europride di Roma, ad esempio, e anche se continuo a sperare che all'ultimo momento si organizzi qualche evento dedicato all'arte gay inizio a pensare che anche quest'anno non se ne fara nulla. Complimenti. La cosa ironica è che di artisti da valorizzare e che potrebbero costituire anche un richiamo ne abbiamo diversi, ma a quanto pare il massimo a cui possono aspirare da queste parti è di disegnare qualche volantino. Dico questo perchè fra poco al Cassero si terrà la festa per i dieci anni della serata bear nel noto locale bolognese (nonchè sede dell'Arcigay Nazionale). Per l'occasione l'organizzazione ha deciso di commissionare una serie di volantini a tema a Jacopo Camagni (foto sotto), che ovviamente non ha deluso le aspettative...
Il punto però è un altro: siamo nel mese del Gay Pride (anzi, dell'Europride!), c'è a disposizione un disegnatore italiano gay dichiarato che lavora alla Marvel, quest'anno al cinema arrivano ben tre film dedicati ai supereroi Marvel, ci sarebbe una bellissima occasione per sensibilizzare i media e il pubblico sul fatto che il mondo gay ha talenti in ogni campo... E gli vengono commissionati solo dei volantini per una festa bear???
Con tutto il rispetto: questo vuol dire davvero non riuscire a guardare al di là del proprio naso, e avere un intelletto molto circoscritto... Per dirla in maniera molto educata. Come minimo a Jacopo Camagni bisognava dedicare una bella mostra a Bologna (dove vive), pubblicizzarla come si deve e poi spostarla a Roma a cavallo del corteo dell'Europride!
Ammetto che, essendo io appassionato di fumetti, forse certe cose mi sembrano ovvie anche quando non lo sono... Però una mostra dedicata a Jacopo Camagni fra il film dedicato a Thor e quello dedicato a Capitan America, magari a cavallo di quello degli X-Men, mi sembrava una scelta di marketing quasi obbligata per una qualsiasi associazione gay italiana, non foss'altro perchè lui avrebbe potuto esporre i suoi disegni per la Marvel a fianco dei suoi lavori più orientati verso l'ambito gay, attirando tantissima gente e comunicando al pubblico un messaggio molto forte e positivo...E invece niente. E se non fosse per internet chi non vive dalle parti di Bologna non avrebbe potuto vedere nemmeno i disegni che ha preparato per i volantini. In tutto ciò c'è qualcosa che mi lascia abbastanza perplesso, anche perchè dimostra una volta di più come il mondo gay italiano opera a compartimenti stagni, e il più delle volte sempre negli stessi ambiti. Devo ammettere che, in momenti come questo, non posso fare a meno di pensare che il mondo gay del nostro paese rispecchia perfettamente i limiti e le carenze della società italiana nel suo insieme....
Che dire? Con questi presupposti è abbastanza evidente che le cose non sono destinate a cambiare in tempi brevissimi, ma se non altro - sempre grazie ad internet - adesso è possibile stimolare una discussione attorno a questi argomenti e offrire qualche spunto di riflessione in più. Una volta non si poteva fare altro che accettare le cose per quello che erano, e anche avere un confronto era molto più difficile. Adesso, forse, è possibile avere nuove possibilità. Certo fa riflettere il fatto che, mentre in Italia il massimo che viene proposto a Jacopo Camagni sono dei volantini, a New York le associazioni gay organizzano addirittura dei workshop col fumettista Phil Jimenez (foto sotto)...
La cosa che però mi lascia più perplesso è il fatto che, se una volta era davvero difficile prendere spunto da quello che succedeva in altre nazioni, adesso che tutto è a portata di click nel mondo gay italiano molte cose, e molte idee, sono rimaste più o meno uguali a una ventina di anni fa... Davvero nel nostro paese c'è un tale livello di omofobia interiorizzata da impedire allo stesso mondo gay di andare "oltre", superare i suoi stessi preconcetti, levarsi i paraocchi e fare un vero salto di qualità? Chissà...
Ciao e alla prossima.
Internet ha dei pregi e dei difetti, un po' come tutte le cose, ma essendo un mezzo di comunicazione molto recente riserva ancora sorprese in entrambi i sensi. Ad esempio ultimamente sto apprezzando molto il fatto che permette di scrivere cose che, se sono ospitate su siti e/o server sufficentemente longevi, possono essere trovate, lette e commentate anche distanza di anni. Ad esempio: mi è appena arrivata una lettera relativa ad una recensione che feci su Gay.It nel 2004 (come vola il tempo!) sulla ristampa delle prime storie di un famoso fumetto italiano degli anni '60: Kolosso.
Purtroppo quella ristampa non andò oltre al primo numero, e devo ammettere che mi è sempre dispiaciuto, perchè si trattava di un fumetto che aveva tantissimi risvolti gay friendly. Del tutto involontari, ovviamente, ma non per questo meno divertenti. Per capire meglio di cosa stiamo parlando è necessario fare un salto di oltre quarant'anni, più precisamente nel marzo del 1964, quando comparve il primo albetto settimanale a striscie (questo era uno dei formati più in voga all'epoca) dedicato ad un nuovo eroe: il palestratissimo e discintissimo Kolosso!
In quel particolare momento le edicole italiane erano il regno dei fumetti western, i primi supereroi (come Superman, che in Italia era chiamato Nembo Kid) erano ancora una novità e su tutte le pubblicazioni aleggiava il marchio di autoregolamentazione censoria, meglio noto come Garanzia Morale. In questo clima ovattato, in cui l'oratorio era l'unico luogo di aggregazione per i più giovani e in cui chi si scopriva gay non sapeva neppure che nome darsi, ecco comparire un eroe così ricco di sottointesi e ammiccamenti da potersi considerare a pieno titolo la prima icona gay del fumetto italiano... Come sia passato indenne fra le maglie della censura è un mistero, che forse si spiega soltando partendo dal presupposto che per l'epoca il concetto di erotismo gay era talmente "alieno" per la mentalità italiana da risultare invisibile anche quando era del tutto palese.
Mac Kolosso è un ragazzone biondo, alto due metri e sedici, pesa 158 chili e la sua circonferenza toracica e di ben 1,60 metri! E'un lottatore di professione e ha l'hobby del culturismo, ha sempre il sorriso sulle labbra ed è un incorreggibile salutista: niente fumo, donne o alcolici, l'unica cosa che gli piace bere nei locali - per sua ammissione - è il latte... La sua prima storia inizia con un robot che si presenta in casa sua per rapirlo, ovviamente mentre lui è seminudo e intento ad allenarsi... Di li a poco Kolosso verrà trascinato in un vortice di eventi che lo vedranno affrontare un pericoloso boss criminale di nome Inafferrabile, che vorrebbe farlo passare dalla sua parte per sfruttare la sua forza enorme. Durante questa avventura Kolosso finirà per mostrarsi sempre più nudo, alla guida della sua motocicletta come negli scontri con gli uomini dell'Inafferabile, mostrando un certo compiacimento esibizionistico ogni qualvolta i suoi muscoli attirano l'attenzione di qualcuno (e ogni qualvolta può strapparsi di dosso qualche indumento). Ovviamente nemmeno le più fascinose vamp riescono ad avere un ascendente su di lui, ma in compenso gli episodi che non sfigurerebbero in una commedia gay non mancano mai.
Per fare un esempio (ma se ne potrebbero fare dozzine), quando l'eroe viene ospitato dalla zia Alice e dal nipote Ferruccio (grande ammiratore dei suoi muscoli che non perde l'occasione di tastare), quest'ultimo pensa bene che anche i suoi amichetti gradirebbero poter ammirare il corpo dello zio Kolosso... Così, mentre l'ignaro culturista - alquanto svestito - dorme beatamente, Ferruccio concede ad una folla di amichetti vocianti la possibilità di spiarlo (ovviamente dopo aver pagato il biglietto... Mica stupido Ferruccio!). A questo punto uno dei pargoli viene scoperto da suo padre, che dopo averlo sorpreso a spiare Kolosso vuole menarlo: Kolosso si alza dal letto, mena il padre padrone, e la sequenza si conclude con una dozzina di ragazzini che si arrampicano gioiosamente sul loro eroe in slip!Se volete leggere la recensione integralmente CLICCATE QUI. In ogni caso, proprio ieri mi è arrivata questa e-mail, dal nipote di Mario Faustinelli, uno dei due autori della serie:
"Buongiorno,
sono il nipote dell'autore di Kolosso. Riconosco che la sua
analisi contiene parecchi punti validi, anche se avrei voluto trovarci pure
qualche osservazione sul fumetto in sè, che ritengo fosse di eccellente
fattura. Sorrido al pensiero di mio zio creatore di icone gay ma, avendolo
conosciuto, provo anche sollievo che la cosa non gli sia giunta alle
orecchie: ci ha lasciato pochi anni fa.
Buona giornata,
Marco Faustinelli"
Gentile Marco, intanto grazie per questa e-mail, che mi pare sia stata scritta con una certa simpatia nei confronti della recensione e del suo autore. Sono d'accordissimo sul fatto che il fumetto fosse di eccellente fattura, soprattutto se confrontato con gli altri fumetti italiani del periodo. E a prescindere dai risvolti involontariamente gay credo che fosse anche uno dei più originali. Ovviamente parlandone su un sito gay ho dovuto concentrarmi su certi aspetti piuttosto che su altri. D'altra parte penso anche che quella sia stata una delle poche recensioni di Kolosso comparse su un sito che non si occupava di fumetti (e forse è anche per questo che la ristampa non andò oltre il primo numero, purtroppo), e mi fa piacere l'idea aver contribuito a ricordare un personaggio ingiustamente dimenticato, e che con gli opportuni ritocchi e aggiornamenti potrebbe avere molto successo anche oggi...
Probabilmente se in Italia la comunità gay fosse un po' più attenta e sapesse guardarsi attorno con più attenzione, Kolosso sarebbe potuto diventare davvero un'icona gay a tutti gli effetti (con tanto di gadget e merchandising vario), ma purtroppo questo personaggio sembra destinato a giacere in un limbo dove solo i super collezionisti osano avventurarsi. Ed è un peccato. D'altra parte non è un mistero per nessuno, e men che meno per i lettori di questo BLOG, che la comunità gay italiana non è stata ancora stata capace di fare propri dei riferimenti culturali che vadano al di là dei classici luoghi comuni: moda, sesso, palestra, locali e poco altro. E probabilmente anche questa è una conseguenza del clima poco stimolante del nostro paese, che sicuramente viene assorbito dai gay italiani e finisce per limitare il loro potenziale.
Ormai mancano pochissimi giorni all'Europride di Roma, ad esempio, e anche se continuo a sperare che all'ultimo momento si organizzi qualche evento dedicato all'arte gay inizio a pensare che anche quest'anno non se ne fara nulla. Complimenti. La cosa ironica è che di artisti da valorizzare e che potrebbero costituire anche un richiamo ne abbiamo diversi, ma a quanto pare il massimo a cui possono aspirare da queste parti è di disegnare qualche volantino. Dico questo perchè fra poco al Cassero si terrà la festa per i dieci anni della serata bear nel noto locale bolognese (nonchè sede dell'Arcigay Nazionale). Per l'occasione l'organizzazione ha deciso di commissionare una serie di volantini a tema a Jacopo Camagni (foto sotto), che ovviamente non ha deluso le aspettative...
Il punto però è un altro: siamo nel mese del Gay Pride (anzi, dell'Europride!), c'è a disposizione un disegnatore italiano gay dichiarato che lavora alla Marvel, quest'anno al cinema arrivano ben tre film dedicati ai supereroi Marvel, ci sarebbe una bellissima occasione per sensibilizzare i media e il pubblico sul fatto che il mondo gay ha talenti in ogni campo... E gli vengono commissionati solo dei volantini per una festa bear???
Con tutto il rispetto: questo vuol dire davvero non riuscire a guardare al di là del proprio naso, e avere un intelletto molto circoscritto... Per dirla in maniera molto educata. Come minimo a Jacopo Camagni bisognava dedicare una bella mostra a Bologna (dove vive), pubblicizzarla come si deve e poi spostarla a Roma a cavallo del corteo dell'Europride!
Ammetto che, essendo io appassionato di fumetti, forse certe cose mi sembrano ovvie anche quando non lo sono... Però una mostra dedicata a Jacopo Camagni fra il film dedicato a Thor e quello dedicato a Capitan America, magari a cavallo di quello degli X-Men, mi sembrava una scelta di marketing quasi obbligata per una qualsiasi associazione gay italiana, non foss'altro perchè lui avrebbe potuto esporre i suoi disegni per la Marvel a fianco dei suoi lavori più orientati verso l'ambito gay, attirando tantissima gente e comunicando al pubblico un messaggio molto forte e positivo...E invece niente. E se non fosse per internet chi non vive dalle parti di Bologna non avrebbe potuto vedere nemmeno i disegni che ha preparato per i volantini. In tutto ciò c'è qualcosa che mi lascia abbastanza perplesso, anche perchè dimostra una volta di più come il mondo gay italiano opera a compartimenti stagni, e il più delle volte sempre negli stessi ambiti. Devo ammettere che, in momenti come questo, non posso fare a meno di pensare che il mondo gay del nostro paese rispecchia perfettamente i limiti e le carenze della società italiana nel suo insieme....
Che dire? Con questi presupposti è abbastanza evidente che le cose non sono destinate a cambiare in tempi brevissimi, ma se non altro - sempre grazie ad internet - adesso è possibile stimolare una discussione attorno a questi argomenti e offrire qualche spunto di riflessione in più. Una volta non si poteva fare altro che accettare le cose per quello che erano, e anche avere un confronto era molto più difficile. Adesso, forse, è possibile avere nuove possibilità. Certo fa riflettere il fatto che, mentre in Italia il massimo che viene proposto a Jacopo Camagni sono dei volantini, a New York le associazioni gay organizzano addirittura dei workshop col fumettista Phil Jimenez (foto sotto)...
La cosa che però mi lascia più perplesso è il fatto che, se una volta era davvero difficile prendere spunto da quello che succedeva in altre nazioni, adesso che tutto è a portata di click nel mondo gay italiano molte cose, e molte idee, sono rimaste più o meno uguali a una ventina di anni fa... Davvero nel nostro paese c'è un tale livello di omofobia interiorizzata da impedire allo stesso mondo gay di andare "oltre", superare i suoi stessi preconcetti, levarsi i paraocchi e fare un vero salto di qualità? Chissà...
Ciao e alla prossima.
martedì 24 maggio 2011
MA GUARDA UN PO'...
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Come forse saprete, se seguite questo BLOG, spesso insisto nel dire che le altre nazioni offrono molti spunti interessanti e buoni esempi da seguire. Tuttavia devo ammettere che ogni tanto mi viene il dubbio di essere troppo esterofilo, e che forse esagero quando continuo a ripetere che quello che accade negli USA o in altri paesi è fantascienza per gli standard italiani. Così, a volte, mi sento persino un po' in colpa a dire tanto spesso che l'Italia è un paese culturalmente arretrato e tendenzialmente omofobo, e che i gay italiani non sono capaci di organizzarsi come si deve. Poi, però, vengo a sapere cose che sorprendono persino me, che confermano quello che dico e che fanno sparire qualsiasi senso di colpa...
In queste ultime settimane ho segnalato in un paio di occasioni il progetto THE POWER WITHIN, che consisteva in una raccolta di fondi per finanziare la pubblicazione di un fumetto contro il bullismo e l'omofobia. Gli autori si erano dati meno di tre mesi di tempo per raccogliere i 3.000 $ necessari, ma due giorni prima della scadenza dei termini avevano raccolto solo i due terzi della somma richiesta. Io per primo iniziavo a pensare che, una volta tanto, una bella idea gay friendly che proveniva dagli USA non sarebbe andata oltre qualche pagina di prova...
Poi, però, è successo qualcosa... La notizia che il progetto poteva fallire ha iniziato a circolare e la comunità gay americana si è messa in moto, così su molti siti si è iniziato a segnalare il problema. Ne ha parlato persino la GLAAD, la prestigiosa associazione per la promozione della rappresentazione equilibrata degli omosessuali nei media, e anche la famosa sceneggiatrice Gail Simone ha voluto contribuire con un video su youtube, in cui parla del progetto con il suo ideatore Zan Christensen...
Così è successo un piccolo miracolo e nel giro di due giorni non solo la cifrà è stata raggiunta (forse grazie anche al contributo di questo BLOG...), ma è stata anche superata abbondantemente, visto che sono stati raccolti 4.243 $, ben 1.243 $ in più rispetto alla cifra necessaria! Se non leggo male i dati i donatori sono stati 152, quindi mediamente ciascuno di loro ha versato per la causa 27 $: in cambio ciascuno di loro riceverà a casa un copia autografata del fumetto, che verrà anche distribuito gratuitamente a diverse associazioni statunitensi che si occupano di aiutare i giovani omosessuali vittima di bullismo. Che dire? Complimenti a tutti quanti e grazie per aver dimostrato una volta di più che l'unione fa la forza. Certe notizie fanno davvero bene al cuore, e fortunatamente non vengono da sole. Ad esempio: una volta l'Italia era una terra di poeti e navigatori, mentre adesso è più conosciuta per i calciatori e le veline. In particolare per l'abbondanza di veline...
Negli ultimi tempi si è parlato molto di come il corpo femminile viene proposto nei media italiani, ed è innegabile che negli ultimi vent'anni il modello di riferimento sia diventato proprio quello delle veline televisive. Probabilmente, dopo essere arrivati a certi livelli, in Italia non sarebbe mai successo quello che è successo negli USA con il nuovo trailer di Green Lantern. Nella prima versione, presentata in anteprima in alcune fiere di fumetti americane, era presente una bella inquadratura panoramica con la squadra delle lanterne verdi al gran completo...
Se guardate con attenzione in primo piano c'era una lanterna verde di sesso femminile (se non altro per gli standard dei primati terrestri, visto che presenta due mammelle) che sfoggiava un'uniforme dal taglio decisamente provocante. Evidentemente alla casa di produzione devono aver pensato che fosse un po' eccessivo, e anche se avrebbe potuto fungere da richiamo hanno preferito ritoccare la divisa della lanterna verde in questione, che nella versione definitiva del trailer - che è entrata in circolazione in questi giorni - si presenta così...
Visto? Ora è decisamente più sobria, e anche se qualche maschietto eterosessuale non ha potuto fare a meno di lamentarsi le cose sembrano destinate a rimanere così. Evidentemente negli USA non pensano che l'esposizione del corpo femminile sia indispensabile per attirare il pubblico, così come non pensano che l'esibizione del corpo maschile - soprattutto se è funzionale alla storia - sia qualcosa da limitare... Tutt'altro... Infatti nello stesso trailer l'attore protagonista Ryan Reynolds si presenta così...
Ah! I cari vecchi esami medici alieni... Se non ci fossero bisognerebbe proprio inventarli... Comunque tutto questo era per dire una volta di più che la strada - tendenzialmente maschilista e omofoba - che stanno percorrendo i media italiani non è l'unica possibile... E, sicuramente, non è l'unica che viene praticata nel resto del mondo. E, a questo proposito, non posso fare a meno di segnalarvi la prima foto del nemico che affronterà Batman nel suo prossimo film...
Nonostante le apparenze non si tratta di un modello fetish, ma dell'attore Tom Hardy che veste (o sveste, a seconda dei punti di vista) i panni del terribile Bane... Che, per inciso, è probabilmente il nemico più fetish/leather/sadomaso fra tutti quelli comparsi nella lunghissima saga dell'uomo pipistrello...
Tanto per cambiare anche questa volta è stato scelto un attore che si presenta decisamente bene, soprattutto quando indossa pochi vestiti. Nel caso di Tom Hardy, poi, sul web gira tutta una serie di scatti privati che mettono in luce anche una buona dose di sex appeal, tipo quella che vedete qui sotto...
Evidentemente dalle parti di Hollywood (ma non solo) si sono fatti una ragione del fatto che il corpo maschile attira perlomeno quanto quello femminile, e agiscono di conseguenza senza farsi troppi problemi. Succederà qualcosa di simile anche da noi? Tutto è possibile, ma finchè i modelli culturali e mediatici verranno dettati dalle persone che sono al potere, e finchè le persone al potere si faranno portavoce di modelli arretrati, le cose non cambieranno molto facilmente. E a questo punto sarebbe interessante riflettere anche sui gay italiani, su come anche loro sono legati a modelli culturali arretrati e su come questo influisce sulla loro condizione...La sensazione è che nella maggior parte dei casi vivano ancora la loro condizione come un hobby da non prendere troppo seriamente, e che non può e non deve richiedere impegno ed energia (al di là di quella necessaria per avere una vita sessuale - e magari affettiva - appagante, ovviamente). Le stesse associazioni gay italiane non brillano per innovazione e modernità, e anche questo non aiuta e non stimola certo il salto di qualità. Vi faccio un esempio: il 25 maggio a Sidney partirà una mostra dedicata all'arte omoerotica giapponese contemporanea, presso la Tom Dunne Gallery. Saranno presenti molte opere interessanti, dagli ultimi lavori di Gengoroh Tagame alle sculture in resina di Itetsu Ogura...
Il curatore Masahiko Takagi ha annunciato che nei prossimi mesi vorrebbe portarla a Parigi e, per quanto incredibile possa sembrare, a Milano. Se ci riuscisse sarebbe la prima mostra di arte omoerotica allestita in Italia da diversi anni a questa parte. Una mostra che però - vi faccio notare - viene dall'Australia e presenta solo artisti giapponesi... E questo dovrebbe farci riflettere tutti... Ovviamente vi terrò aggiornati anche su questa cosa.
Ciao e alla prossima.
Come forse saprete, se seguite questo BLOG, spesso insisto nel dire che le altre nazioni offrono molti spunti interessanti e buoni esempi da seguire. Tuttavia devo ammettere che ogni tanto mi viene il dubbio di essere troppo esterofilo, e che forse esagero quando continuo a ripetere che quello che accade negli USA o in altri paesi è fantascienza per gli standard italiani. Così, a volte, mi sento persino un po' in colpa a dire tanto spesso che l'Italia è un paese culturalmente arretrato e tendenzialmente omofobo, e che i gay italiani non sono capaci di organizzarsi come si deve. Poi, però, vengo a sapere cose che sorprendono persino me, che confermano quello che dico e che fanno sparire qualsiasi senso di colpa...
In queste ultime settimane ho segnalato in un paio di occasioni il progetto THE POWER WITHIN, che consisteva in una raccolta di fondi per finanziare la pubblicazione di un fumetto contro il bullismo e l'omofobia. Gli autori si erano dati meno di tre mesi di tempo per raccogliere i 3.000 $ necessari, ma due giorni prima della scadenza dei termini avevano raccolto solo i due terzi della somma richiesta. Io per primo iniziavo a pensare che, una volta tanto, una bella idea gay friendly che proveniva dagli USA non sarebbe andata oltre qualche pagina di prova...
Poi, però, è successo qualcosa... La notizia che il progetto poteva fallire ha iniziato a circolare e la comunità gay americana si è messa in moto, così su molti siti si è iniziato a segnalare il problema. Ne ha parlato persino la GLAAD, la prestigiosa associazione per la promozione della rappresentazione equilibrata degli omosessuali nei media, e anche la famosa sceneggiatrice Gail Simone ha voluto contribuire con un video su youtube, in cui parla del progetto con il suo ideatore Zan Christensen...
Così è successo un piccolo miracolo e nel giro di due giorni non solo la cifrà è stata raggiunta (forse grazie anche al contributo di questo BLOG...), ma è stata anche superata abbondantemente, visto che sono stati raccolti 4.243 $, ben 1.243 $ in più rispetto alla cifra necessaria! Se non leggo male i dati i donatori sono stati 152, quindi mediamente ciascuno di loro ha versato per la causa 27 $: in cambio ciascuno di loro riceverà a casa un copia autografata del fumetto, che verrà anche distribuito gratuitamente a diverse associazioni statunitensi che si occupano di aiutare i giovani omosessuali vittima di bullismo. Che dire? Complimenti a tutti quanti e grazie per aver dimostrato una volta di più che l'unione fa la forza. Certe notizie fanno davvero bene al cuore, e fortunatamente non vengono da sole. Ad esempio: una volta l'Italia era una terra di poeti e navigatori, mentre adesso è più conosciuta per i calciatori e le veline. In particolare per l'abbondanza di veline...
Negli ultimi tempi si è parlato molto di come il corpo femminile viene proposto nei media italiani, ed è innegabile che negli ultimi vent'anni il modello di riferimento sia diventato proprio quello delle veline televisive. Probabilmente, dopo essere arrivati a certi livelli, in Italia non sarebbe mai successo quello che è successo negli USA con il nuovo trailer di Green Lantern. Nella prima versione, presentata in anteprima in alcune fiere di fumetti americane, era presente una bella inquadratura panoramica con la squadra delle lanterne verdi al gran completo...
Se guardate con attenzione in primo piano c'era una lanterna verde di sesso femminile (se non altro per gli standard dei primati terrestri, visto che presenta due mammelle) che sfoggiava un'uniforme dal taglio decisamente provocante. Evidentemente alla casa di produzione devono aver pensato che fosse un po' eccessivo, e anche se avrebbe potuto fungere da richiamo hanno preferito ritoccare la divisa della lanterna verde in questione, che nella versione definitiva del trailer - che è entrata in circolazione in questi giorni - si presenta così...
Visto? Ora è decisamente più sobria, e anche se qualche maschietto eterosessuale non ha potuto fare a meno di lamentarsi le cose sembrano destinate a rimanere così. Evidentemente negli USA non pensano che l'esposizione del corpo femminile sia indispensabile per attirare il pubblico, così come non pensano che l'esibizione del corpo maschile - soprattutto se è funzionale alla storia - sia qualcosa da limitare... Tutt'altro... Infatti nello stesso trailer l'attore protagonista Ryan Reynolds si presenta così...
Ah! I cari vecchi esami medici alieni... Se non ci fossero bisognerebbe proprio inventarli... Comunque tutto questo era per dire una volta di più che la strada - tendenzialmente maschilista e omofoba - che stanno percorrendo i media italiani non è l'unica possibile... E, sicuramente, non è l'unica che viene praticata nel resto del mondo. E, a questo proposito, non posso fare a meno di segnalarvi la prima foto del nemico che affronterà Batman nel suo prossimo film...
Nonostante le apparenze non si tratta di un modello fetish, ma dell'attore Tom Hardy che veste (o sveste, a seconda dei punti di vista) i panni del terribile Bane... Che, per inciso, è probabilmente il nemico più fetish/leather/sadomaso fra tutti quelli comparsi nella lunghissima saga dell'uomo pipistrello...
Tanto per cambiare anche questa volta è stato scelto un attore che si presenta decisamente bene, soprattutto quando indossa pochi vestiti. Nel caso di Tom Hardy, poi, sul web gira tutta una serie di scatti privati che mettono in luce anche una buona dose di sex appeal, tipo quella che vedete qui sotto...
Evidentemente dalle parti di Hollywood (ma non solo) si sono fatti una ragione del fatto che il corpo maschile attira perlomeno quanto quello femminile, e agiscono di conseguenza senza farsi troppi problemi. Succederà qualcosa di simile anche da noi? Tutto è possibile, ma finchè i modelli culturali e mediatici verranno dettati dalle persone che sono al potere, e finchè le persone al potere si faranno portavoce di modelli arretrati, le cose non cambieranno molto facilmente. E a questo punto sarebbe interessante riflettere anche sui gay italiani, su come anche loro sono legati a modelli culturali arretrati e su come questo influisce sulla loro condizione...La sensazione è che nella maggior parte dei casi vivano ancora la loro condizione come un hobby da non prendere troppo seriamente, e che non può e non deve richiedere impegno ed energia (al di là di quella necessaria per avere una vita sessuale - e magari affettiva - appagante, ovviamente). Le stesse associazioni gay italiane non brillano per innovazione e modernità, e anche questo non aiuta e non stimola certo il salto di qualità. Vi faccio un esempio: il 25 maggio a Sidney partirà una mostra dedicata all'arte omoerotica giapponese contemporanea, presso la Tom Dunne Gallery. Saranno presenti molte opere interessanti, dagli ultimi lavori di Gengoroh Tagame alle sculture in resina di Itetsu Ogura...
Il curatore Masahiko Takagi ha annunciato che nei prossimi mesi vorrebbe portarla a Parigi e, per quanto incredibile possa sembrare, a Milano. Se ci riuscisse sarebbe la prima mostra di arte omoerotica allestita in Italia da diversi anni a questa parte. Una mostra che però - vi faccio notare - viene dall'Australia e presenta solo artisti giapponesi... E questo dovrebbe farci riflettere tutti... Ovviamente vi terrò aggiornati anche su questa cosa.
Ciao e alla prossima.
domenica 22 maggio 2011
WALLY'S WEEK
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Anche questa settimana ho messo all'asta su eBay un mio disegno, per il quale ho deciso di ispirarmi alla coppia di superteenagers gay composta da Hulkling e Wiccan...
Più che altro è stato un esperimento per verificare come potevo gestire un "incarnato" (cioè una colorazione della pelle) che non si basasse sui colori classici. Alla fine il risultato su Hulkling non è stato malvagio, anche se quando ho passato il disegno sul mio scanner è diventato stranamente fluorescente... Effetto che non è presente nel disegno sulla carta. Misteri della tecnologia. Per il resto lo sfondo con i colori della bandiera dell'orgoglio gay mi sembrava una scelta obbligata, anche se devo ammettere che mi sembra che dia al tutto un nonsochè di kitch... In ogni caso ho cercato di disegnare i due in una posizione insolita... Generalmente se vengono rappresentati in illustrazioni erotiche non ufficiali questi due personaggi vengono colti in momenti di tenerezza... Io invece ho cercato di dargli un'aria complice anche senza metterli in contatto diretto... Come se stessero posando per un calendario di beneficienza o qualcosa del genere... Infatti ho cercato di cogliere anche una punta di imbarazzo...
Siccome si tratta di due personaggi cult ho anche cercato di non trascurare i particolari, come ad esempio la loro zona genitale. Infatti Wiccan è ebreo e quindi ho provveduto a munirlo di un pene circonciso, mentre Hulkling è figlio di due alieni. Sua madre era una principessa dell'impero skrull, e poichè gli skrull sono rettili mutaforma ho pensato che il suo pube non dovesse essere necessariamente peloso quando sceglie una forma ibrida. Oltretutto questo dettaglio (assieme al colore della pelle e alla mutazione protettiva sulle spalle) contribuisce a dargli quel tocco di fascino alieno che non guasta.
Come sempre quando riguardo i miei disegni non posso fare a meno di trovare mille imperfezioni, ma confido di migliorare col tempo. Se questo disegno vi piace e volete partecipare all'asta su eBay dovete CLICCARE QUI.
Ciao e alla prossima.
Anche questa settimana ho messo all'asta su eBay un mio disegno, per il quale ho deciso di ispirarmi alla coppia di superteenagers gay composta da Hulkling e Wiccan...
Più che altro è stato un esperimento per verificare come potevo gestire un "incarnato" (cioè una colorazione della pelle) che non si basasse sui colori classici. Alla fine il risultato su Hulkling non è stato malvagio, anche se quando ho passato il disegno sul mio scanner è diventato stranamente fluorescente... Effetto che non è presente nel disegno sulla carta. Misteri della tecnologia. Per il resto lo sfondo con i colori della bandiera dell'orgoglio gay mi sembrava una scelta obbligata, anche se devo ammettere che mi sembra che dia al tutto un nonsochè di kitch... In ogni caso ho cercato di disegnare i due in una posizione insolita... Generalmente se vengono rappresentati in illustrazioni erotiche non ufficiali questi due personaggi vengono colti in momenti di tenerezza... Io invece ho cercato di dargli un'aria complice anche senza metterli in contatto diretto... Come se stessero posando per un calendario di beneficienza o qualcosa del genere... Infatti ho cercato di cogliere anche una punta di imbarazzo...
Siccome si tratta di due personaggi cult ho anche cercato di non trascurare i particolari, come ad esempio la loro zona genitale. Infatti Wiccan è ebreo e quindi ho provveduto a munirlo di un pene circonciso, mentre Hulkling è figlio di due alieni. Sua madre era una principessa dell'impero skrull, e poichè gli skrull sono rettili mutaforma ho pensato che il suo pube non dovesse essere necessariamente peloso quando sceglie una forma ibrida. Oltretutto questo dettaglio (assieme al colore della pelle e alla mutazione protettiva sulle spalle) contribuisce a dargli quel tocco di fascino alieno che non guasta.
Come sempre quando riguardo i miei disegni non posso fare a meno di trovare mille imperfezioni, ma confido di migliorare col tempo. Se questo disegno vi piace e volete partecipare all'asta su eBay dovete CLICCARE QUI.
Ciao e alla prossima.
sabato 21 maggio 2011
IL VIDEO DELLA SETTIMANA
Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Nuovo fine settimana e nuovo cantante gay dichiarato da segnalare.... Chi sarà il fortunato di oggi? Mhhh... Ok! Oggi mi va di parlare di Ryan Adames, anche perchè ha debuttato da poco con il suo primo video professionale...
Carino vero? Il ragazzo ha cominciato a studiare danza, canto e recitazione a sedici anni, e già prima dei diciotto si era fatto notare in un talent show televisivo. Dopo il diploma si è trasferito a Los Angeles e ha iniziato a lavorare per avviare una carriera in ambito electropop. Nel frattempo ha partecipato a vari musical e un paio di film a tematica gay: EATING OUT 3 e l'horror VAMPIRE BOYS, per il quale ha anche curato la colonna sonora (e se non vi dicono molto è perchè in Italia non sono mai stati distribuiti). A febbraio ha debuttato con il suo primo singolo negli USA, mentre ad aprile ha iniziato ad essere distribuito in Australia, Canada, Regno Unito, Giappone e Messico... E ovviamente anche in Europa, anche se - come potete intuire - c'è la stata lo solita, tipica, eccezione italiana. Forse perchè si tratta dell'ennesimo cantante gay dichiarato che non si fa problemi a dirlo in giro e che per giunta rappresenta un modello di gay maschile, vincente e non complessato? Chissà... In ogni caso questo BLOG è qui anche per farvi vedere le cose che nessuno osa farvi vedere, e così qui di seguito potete vedere il video tratto dal suo primo singolo...
Probabilmente ne sentiremo ancora parlare... Anche se probabilmente dalle nostre parti un personaggio come lui non verrà promosso prima di un generale rinnovamento dell'approccio alla questione omosessuale da parte dei media. Se e quando questo rinovamento avverrà non sta a me dirlo, ma sperare non costa nulla.
Ciao e alla prossima.
Nuovo fine settimana e nuovo cantante gay dichiarato da segnalare.... Chi sarà il fortunato di oggi? Mhhh... Ok! Oggi mi va di parlare di Ryan Adames, anche perchè ha debuttato da poco con il suo primo video professionale...
Carino vero? Il ragazzo ha cominciato a studiare danza, canto e recitazione a sedici anni, e già prima dei diciotto si era fatto notare in un talent show televisivo. Dopo il diploma si è trasferito a Los Angeles e ha iniziato a lavorare per avviare una carriera in ambito electropop. Nel frattempo ha partecipato a vari musical e un paio di film a tematica gay: EATING OUT 3 e l'horror VAMPIRE BOYS, per il quale ha anche curato la colonna sonora (e se non vi dicono molto è perchè in Italia non sono mai stati distribuiti). A febbraio ha debuttato con il suo primo singolo negli USA, mentre ad aprile ha iniziato ad essere distribuito in Australia, Canada, Regno Unito, Giappone e Messico... E ovviamente anche in Europa, anche se - come potete intuire - c'è la stata lo solita, tipica, eccezione italiana. Forse perchè si tratta dell'ennesimo cantante gay dichiarato che non si fa problemi a dirlo in giro e che per giunta rappresenta un modello di gay maschile, vincente e non complessato? Chissà... In ogni caso questo BLOG è qui anche per farvi vedere le cose che nessuno osa farvi vedere, e così qui di seguito potete vedere il video tratto dal suo primo singolo...
Probabilmente ne sentiremo ancora parlare... Anche se probabilmente dalle nostre parti un personaggio come lui non verrà promosso prima di un generale rinnovamento dell'approccio alla questione omosessuale da parte dei media. Se e quando questo rinovamento avverrà non sta a me dirlo, ma sperare non costa nulla.
Ciao e alla prossima.
giovedì 19 maggio 2011
COSE DELL'ALTRO MONDO
Ciao a tutti e a tutte, come va?
Ormai manca meno di un mese all'Europride di Roma, un evento che dovrebbe rappresentare un momento molto significativo per la comunità omosessuale italiana. Probabilmente è dai tempi del World Pride del 2000 che non si vede una manifestazione gay di questo livello nel nostro paese... Ed è interessante notare come dal World Pride del 2000 all'Europride del 2011 la situazione della produzione culturale gay nel nostro paese sia rimasta pressochè invariata. Forse sbaglio, ma la sensazione è che non ci siano stati ancora grandi progressi, nonostante l'arrivo di internet e un clima sensibilimente più aperto verso certi temi. Quando guardo a quello che succede altrove vedo una cultura gay molto attiva, che interagisce in maniera multimediale, e in modo sempre più stretto, con la cultura nel senso più ampio del termine, non ultimo il mondo del fumetto... Qui, invece, vedo davvero un deserto che mostra tutta la sua desolata estensione proprio in occasione di eventi come l'Europride.
Un deserto che risente di un clima fondamentalmente arido, è vero, ma che in un modo o nell'altro dovrebbe dare qualche segno di vita almeno in certe occasioni, visto che con internet può entrare in contatto quotidianamente con le zone più fertili del pianeta... Che dovrebbero offrire perlomeno qualche spunto interessante, anche se a quanto pare dalle nostre parti si continua a fare finta di niente. E devo ammettere che continuo a chiedermi come sia possibile che il fumetto e il mondo dell'intrattenimento pop (in generale) siano così palesemente ignorati dalla cultura gay italiana. Voglio dire: possibile che non interessi davvero a nessuno che la GLAAD (l'associazione americana per la promozione e la tutela dell'immagine gay e lesbica nei media) abbia appena premiato come miglior fumetto gay friendly 2010 la serie X-Factor della Marvel, che viene pubblicata regolarmente anche da noi???
A quanto ne so questo BLOG è l'unico BLOG italiano che sta accennando alla cosa... Davvero dalle nostre parti viene considerata una notizia che non interessa a nessuno, e se è davvero così quale potrebbe essere il motivo? Siamo davvero così arretrati da scattare sull'attenti solo di fronte a qualche sex symbol maschile o a qualche icona musicale un po' eccentrica? Mi secca ammetterlo, ma forse la risposta non è così difficile da trovare. Se una persona gay appassionata di fumetti (o di altre cose poco canoniche per il mondo gay "classico") vive in una comunità gay che è ancora legata a vecchi pregiudizi e a vecchi modelli culturali, deve fare una specie di seconda battaglia per affermare il suo diritto di essere anche un appassionato di cose come i fumetti, e forse preferisce evitare di farlo per non complicarsi ulteriormente la vita, magari affannandosi per cercare dei gay come lui per condividere simili passioni. Eppure è una via possibile, che può anche avere sviluppi notevoli, come ad esempio il GALAXICON (che è tenuto lo scorso week end ad Atlanta), l'ennesima fiera statunitense dedicata all'entertainment a tematica gay: dai fumetti alle serie TV, passando per il cinema, i romanzi e i videogames. Da notare che l'ospite d'onore di questa manifestazione è stata l'attrice Amber Benson, consacrata al ruolo di icona omosessuale grazie al suo ruolo di aspirante strega lesbica nel serial di Buffy l'Ammazzavampiri...
Come dire che queste manifestazioni hanno le idee chiare e non vogliono essere da meno delle fiere di fumetto per tutti. Qualcuno potrebbe obbiettare dicendo che Amber Benson non è esattamente sulla cresta dell'onda, ma d'altra parte le fiere di fumetto gay sono ancora una novità e non hanno ancora grandi budget da investire. In compenso c'è da dire che ormai il rapporto fra pubblico gay e mondo del fumetto è talmente stretto che anche gli attori che si prestano ad interpretare personaggi dei fumetti sono ben felici di posare per servizi fotografici che sembrano uscire dagli album di nozze di qualche coppia gay... Ad esempio: date un'occhiata a questi scatti di Chris Hemsworth e Chris Evans (rispettivamente Thor e Capitan America) per USA WEEKEND e poi ditemi se non ho ragione...
Sarebbero una bella coppia vero? Senza contare che le associazioni gay americane che si rivolgono prettamente agli appassionati di fumetti e derivati iniziano ad essere sempre più attive anche su altri fronti. L'associazione GEEKSOUT di New York, ad esempio, ormai organizza un evento a tema ogni mese. Ad aprile, ad esempio, è riuscita a trasformare lo storico locale Stonewall Inn (esatto! Proprio quello dalle cui rivolte è nato il movimento gay moderno!) nella sede di un party dedicato alla serie del Dr. Who (in occasione della partenza della nuova serie, che probabilmente sarà gay friendly come le precedenti)!
Questo mese, invece, ha in programma un altro party, che però sarà incentrato su Green Lantern, il supereroe DC che sta per debuttare al cinema e che - storicamente - è stato da sempre considerato un'icona gay ante litteram (ne ho parlato diverse volte anche su questo BLOG, quindi se volete conoscerne i motivi vi consiglio di fare una bella ricerca cercando "Lanterna Verde" e "Wally Rainbow" su Google).
Comunque, secondo me, la loro trovata migliore è quella prevista per il prossimo giugno, in cui hanno invitato il famoso fumettista gay dichiarato Phil Jimenez a tenere un workshop di un pomeriggio per offrire qualche dritta agli aspiranti disegnatori di supereroi... Direttamente nel LGBT Center di New York...
Esattamente il genere di cosa che dalle nostre parti non si riesce nemmeno a concepire. D'altra parte in Italia la separazione culturale fra immaginario fantastico e mondo LGBT è talmente forte che probabilmente passerà ancora molto tempo prima che dalle nostre parti si facciano notare personaggi come Jeffrey Catherine Jones... Che è venuta a mancare proprio in questi giorni (a soli 67 anni) e che vedete nella foto qui sotto...
Questa illustratrice è stata per decenni uno dei nomi di riferimento per il genere fantasy e fantascientifico, e anche i suoi fumetti (prodotti soprattutto negli anni '70 e '80) hanno segnato un'epoca. Tra l'altro arrivarono anche in Italia, anche se erano firmati semplicemente Jeffrey Jones... Visto che stiamo parlando di una illustratrice transessuale, che peraltro ha continuato a produrre con regolarità anche dopo aver deciso di effettuare questo cambiamento così radicale (qui sotto potete vedere una foto scattata nel 1977, quando era già sposato con figli), senza che la cosa abbia inciso sulla sua popolarità o sulla sua carriera...
Anche questo, oggi come oggi, dalle nostre sarebbe qualcosa di abbastanza alieno e inconcepibile. Per tantissimi motivi che non starò qui ad elencare. Comunque mi sembra doveroso cogliere l'occasione per celebrare l'arte di Catherine Jones con una mini gallery...
Riposi in pace. In ogni caso devo essere sincero: nonostante la cultura gay italiana non stia dando prova di grande elasticità continuo ad essere mediamente ottimista. Fortunatamente oggi i canali per comunicare e interagire non sono più solo quelli classici di una volta e questo BLOG ne è un esempio. Questo significa che, forse, pian piano le cose possono iniziare ad evolversi anche da noi... Non appena i gay appassionati di arte, fumetto o immaginario fantastico raggiungeranno la massa critica e iniziaeranno a fare gruppo, ovviamente.
A quel punto sarà inevitabile che anche nelle manifestazioni più importanti potranno avere i loro spazi, persino in Italia.
Ciao e alla prossima.
Ormai manca meno di un mese all'Europride di Roma, un evento che dovrebbe rappresentare un momento molto significativo per la comunità omosessuale italiana. Probabilmente è dai tempi del World Pride del 2000 che non si vede una manifestazione gay di questo livello nel nostro paese... Ed è interessante notare come dal World Pride del 2000 all'Europride del 2011 la situazione della produzione culturale gay nel nostro paese sia rimasta pressochè invariata. Forse sbaglio, ma la sensazione è che non ci siano stati ancora grandi progressi, nonostante l'arrivo di internet e un clima sensibilimente più aperto verso certi temi. Quando guardo a quello che succede altrove vedo una cultura gay molto attiva, che interagisce in maniera multimediale, e in modo sempre più stretto, con la cultura nel senso più ampio del termine, non ultimo il mondo del fumetto... Qui, invece, vedo davvero un deserto che mostra tutta la sua desolata estensione proprio in occasione di eventi come l'Europride.
Un deserto che risente di un clima fondamentalmente arido, è vero, ma che in un modo o nell'altro dovrebbe dare qualche segno di vita almeno in certe occasioni, visto che con internet può entrare in contatto quotidianamente con le zone più fertili del pianeta... Che dovrebbero offrire perlomeno qualche spunto interessante, anche se a quanto pare dalle nostre parti si continua a fare finta di niente. E devo ammettere che continuo a chiedermi come sia possibile che il fumetto e il mondo dell'intrattenimento pop (in generale) siano così palesemente ignorati dalla cultura gay italiana. Voglio dire: possibile che non interessi davvero a nessuno che la GLAAD (l'associazione americana per la promozione e la tutela dell'immagine gay e lesbica nei media) abbia appena premiato come miglior fumetto gay friendly 2010 la serie X-Factor della Marvel, che viene pubblicata regolarmente anche da noi???
A quanto ne so questo BLOG è l'unico BLOG italiano che sta accennando alla cosa... Davvero dalle nostre parti viene considerata una notizia che non interessa a nessuno, e se è davvero così quale potrebbe essere il motivo? Siamo davvero così arretrati da scattare sull'attenti solo di fronte a qualche sex symbol maschile o a qualche icona musicale un po' eccentrica? Mi secca ammetterlo, ma forse la risposta non è così difficile da trovare. Se una persona gay appassionata di fumetti (o di altre cose poco canoniche per il mondo gay "classico") vive in una comunità gay che è ancora legata a vecchi pregiudizi e a vecchi modelli culturali, deve fare una specie di seconda battaglia per affermare il suo diritto di essere anche un appassionato di cose come i fumetti, e forse preferisce evitare di farlo per non complicarsi ulteriormente la vita, magari affannandosi per cercare dei gay come lui per condividere simili passioni. Eppure è una via possibile, che può anche avere sviluppi notevoli, come ad esempio il GALAXICON (che è tenuto lo scorso week end ad Atlanta), l'ennesima fiera statunitense dedicata all'entertainment a tematica gay: dai fumetti alle serie TV, passando per il cinema, i romanzi e i videogames. Da notare che l'ospite d'onore di questa manifestazione è stata l'attrice Amber Benson, consacrata al ruolo di icona omosessuale grazie al suo ruolo di aspirante strega lesbica nel serial di Buffy l'Ammazzavampiri...
Come dire che queste manifestazioni hanno le idee chiare e non vogliono essere da meno delle fiere di fumetto per tutti. Qualcuno potrebbe obbiettare dicendo che Amber Benson non è esattamente sulla cresta dell'onda, ma d'altra parte le fiere di fumetto gay sono ancora una novità e non hanno ancora grandi budget da investire. In compenso c'è da dire che ormai il rapporto fra pubblico gay e mondo del fumetto è talmente stretto che anche gli attori che si prestano ad interpretare personaggi dei fumetti sono ben felici di posare per servizi fotografici che sembrano uscire dagli album di nozze di qualche coppia gay... Ad esempio: date un'occhiata a questi scatti di Chris Hemsworth e Chris Evans (rispettivamente Thor e Capitan America) per USA WEEKEND e poi ditemi se non ho ragione...
Sarebbero una bella coppia vero? Senza contare che le associazioni gay americane che si rivolgono prettamente agli appassionati di fumetti e derivati iniziano ad essere sempre più attive anche su altri fronti. L'associazione GEEKSOUT di New York, ad esempio, ormai organizza un evento a tema ogni mese. Ad aprile, ad esempio, è riuscita a trasformare lo storico locale Stonewall Inn (esatto! Proprio quello dalle cui rivolte è nato il movimento gay moderno!) nella sede di un party dedicato alla serie del Dr. Who (in occasione della partenza della nuova serie, che probabilmente sarà gay friendly come le precedenti)!
Questo mese, invece, ha in programma un altro party, che però sarà incentrato su Green Lantern, il supereroe DC che sta per debuttare al cinema e che - storicamente - è stato da sempre considerato un'icona gay ante litteram (ne ho parlato diverse volte anche su questo BLOG, quindi se volete conoscerne i motivi vi consiglio di fare una bella ricerca cercando "Lanterna Verde" e "Wally Rainbow" su Google).
Comunque, secondo me, la loro trovata migliore è quella prevista per il prossimo giugno, in cui hanno invitato il famoso fumettista gay dichiarato Phil Jimenez a tenere un workshop di un pomeriggio per offrire qualche dritta agli aspiranti disegnatori di supereroi... Direttamente nel LGBT Center di New York...
Esattamente il genere di cosa che dalle nostre parti non si riesce nemmeno a concepire. D'altra parte in Italia la separazione culturale fra immaginario fantastico e mondo LGBT è talmente forte che probabilmente passerà ancora molto tempo prima che dalle nostre parti si facciano notare personaggi come Jeffrey Catherine Jones... Che è venuta a mancare proprio in questi giorni (a soli 67 anni) e che vedete nella foto qui sotto...
Questa illustratrice è stata per decenni uno dei nomi di riferimento per il genere fantasy e fantascientifico, e anche i suoi fumetti (prodotti soprattutto negli anni '70 e '80) hanno segnato un'epoca. Tra l'altro arrivarono anche in Italia, anche se erano firmati semplicemente Jeffrey Jones... Visto che stiamo parlando di una illustratrice transessuale, che peraltro ha continuato a produrre con regolarità anche dopo aver deciso di effettuare questo cambiamento così radicale (qui sotto potete vedere una foto scattata nel 1977, quando era già sposato con figli), senza che la cosa abbia inciso sulla sua popolarità o sulla sua carriera...
Anche questo, oggi come oggi, dalle nostre sarebbe qualcosa di abbastanza alieno e inconcepibile. Per tantissimi motivi che non starò qui ad elencare. Comunque mi sembra doveroso cogliere l'occasione per celebrare l'arte di Catherine Jones con una mini gallery...
Riposi in pace. In ogni caso devo essere sincero: nonostante la cultura gay italiana non stia dando prova di grande elasticità continuo ad essere mediamente ottimista. Fortunatamente oggi i canali per comunicare e interagire non sono più solo quelli classici di una volta e questo BLOG ne è un esempio. Questo significa che, forse, pian piano le cose possono iniziare ad evolversi anche da noi... Non appena i gay appassionati di arte, fumetto o immaginario fantastico raggiungeranno la massa critica e iniziaeranno a fare gruppo, ovviamente.
A quel punto sarà inevitabile che anche nelle manifestazioni più importanti potranno avere i loro spazi, persino in Italia.
Ciao e alla prossima.
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