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martedì 3 maggio 2011

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Ormai sono quasi imbarazzato all'idea di dovervi segnalare l'ennesima news che riguarda Kevin Keller, il teenager gay che da giugno partirà con la sua miniserie, ma obbiettivamente parlando quelli della Archie Comics hanno voluto proprio impegnarsi per preparare qualcosa di cui far parlare. Infatti, notizia dell'ultim'ora, sembra proprio che nel secondo numero della miniserie si scoprirà che il padre di Kevin è un alto ufficiale dell'esercito americano!
E la cosa interessante è che alla Archie hanno voluto smontare un altro stereotipo: infatti il rapporto fra Kevin e suo padre è ottimo, tant'è che la storia del secondo numero è incentrata proprio sulla festa di compleanno che Kevin vuole organizzare al suo adorato papà (con il quale, ovviamente, si è dichiarato gay). Quando si dice una famiglia moderna e un esempio incoraggiante per i giovani lettori della serie. Devo ammettere che non ho potuto fare a meno di pensare a una chiacchierata che feci con un fumettista anni e anni fa, quando mi disse che gli editori italiani esigono che nelle loro storie non compaiano mai forze dell'ordine o militari italiani, per non rischiare di urtarne in qualche modo la suscettibilità. In particolare questo valeva quando si trattava di fumetti che trattavano argomenti delicati o compromettenti. In effetti da allora sono passati diversi anni, ma la situazione non è affatto cambiata, e l'unica eccezione recente è stata una serie in collaborazione e con la supervisione dell'arma dei carabinieri...
La suddetta serie, che in effetti era abbastanza retorica, ebbe molto poco successo... E a distanza di pochi anni ne è sparito anche il ricordo. D'altra parte mi aveva lasciato molto perplesso anche il fatto che nell'ormai classico graphic novel IN ITALIA SONO TUTTI MASCHI, i poliziotti che fanno la guardia ai confinati omosessuali durante il regime fascista vengono rappresentati con un velato timore reverenziale... Badando bene di non accennare minimamente al fatto che spesso abusavano (anche sessualmente) del loro potere, o magari chiedevano sesso ai confinati in cambio di qualche favore particolare.
Sarà molto interessante vedere se e quando anche nel nostro paese i fumetti si sentiranno liberi di rappresentare militari e forze dell'ordine senza doverne dare una rappresentazione impeccabile e immacolata, o anche solo inserendoli in contesti un po' "scomodi". Cambiando totalmente argomento oggi volevo segnalarvi che negli Stati Uniti sta ottenendo un inaspettato successo l'ennesimo remake animato di una serie cult degli anni '80... Che effettivamente ebbe un certo ascendente anche su tanti gay in boccio. Ovvero quel My Little Pony che all'epoca arrivò in Italia come Vola Mio Mini Pony, al seguito di una interminabile serie di giocattoli (la prima linea contava più di 300 cavallini diversi, senza contare una marea di accessori e playset). La versione di oggi, però, si presenta in maniera decisamente diversa rispetto a quelle che l'hanno preceduta...

Il merito è della direzione della serie, affidata all'animatrice Lauren Faust (che assieme al marito Craig McCracken è stata la creatrice delle Powepuff Girls, meglio note in Italia come le Superchicche), che ha trasformato una serie notoriamente zuccherosa e non proprio moderna in qualcosa di decisamente al passo coi tempi e con molteplici livelli di lettura... Il che spiega perchè ci siano anche tantissimi maschi di tutte le età (con una impressionante quota di over trenta) che impazziscono per questa nuova versione dei noti cavallini. La cosa che secondo me è degna di attenzione è che questo fenomeno, oggi, non sta scandalizzando nessuno... E penso che sia indicativo di un clima decisamente più disteso e tollerante rispetto a quello degli anni '80, in cui gli appassionati maschi dei My Little Pony dovevano fare assolutamente finta di non esserlo o magari dovevano fare tantissima fatica per reclamare il diritto di avere simili interessi, negli U.S.A. come in altre parti del mondo, Italia compresa. Vi faccio un esempio banale: negli anni '80 anche in Italia i Mio Mini Pony ebbero un loro giornale a fumetti. Il Giornale della Felicità...
Allora? Non trovate che, se mai dovessero studiare una rivista per bambini gay, dovrebbe avere una copertina del genere? Sul primo numero c'era pure questa bella scena di ammucchiata, con tanto di cavallini dallo sguardo vagamente languido. Oltretutto, essendo i Mio Mini Pony asessuati, si sono sempre permessi tutta una serie di effusioni abbastanze equivoche... Che diventavano ancora più equivoche considerando che in italiano gli erano stati dati nomi maschili e femminili... Col risultato di mostrare anche cavallini presumibilmente dello stesso sesso che si scambiavano bacini e coccole di vario tipo... Senza contare che indossavano con disinvolutura anche completini femminili (abiti nuziali compresi) pur avendo nomi come "Gustavo" e "Michele"... Troppo avanti Il giornale della Felicità!
Talmente avanti che ogni volta che il sottoscritto voleva recuperare la sua nuova copia (ebbene sì!), doveva litigare prima coi suoi genitori e poi con gli edicolanti... Che di solito non volevano vendere il suddetto giornale ai maschietti... E badate bene che già da allora compravo anche tanti altri fumetti più maschili, diciamo... Anche se in effetti mi sono sempre chiesto cosa ci fosse di tanto femminile in un giornalino in cui si parlava di cavallini e in cui c'erano anche diverse rubriche unisex, e persino la classifica dei giocattoli più venduti per i maschietti. Eppure gli edicolanti (e i miei genitori, deduco), avevano intuito che questo fumetto aveva quel certo "nonsochè", e la mia collezione ai tempi me la sono proprio dovuta sudare.
La cosa interessante è che di recente ho scoperto che questo mensile aveva una tiratura di 100.000 copie... E ho dei seri dubbi sul fatto che tutto questo successo fosse merito unicamente delle lettrici bambine. Tutto questo era per dire che, effettivamente, qualcosa in questi ultimi trent'anni è cambiato sul serio, se non altro negli USA... Dove i My Little Pony stanno diventando un cult che travalica i generi e le età anagrafiche. Sulla situazione italiana non saprei dire, anche perchè - purtroppo - i modelli culturali sono diventati più tolleranti per certi versi, ma si sono irrigiditi molto su altri fronti. In ogni caso, considerando la crisi della stampa, non penso che da noi si vedrà una nuova incarnazione de Il Giornale della Felicità, quindi rimarremo nel dubbio... In compenso credo che ci siano pochi dubbi sul fatto che i nuovi disegni del mio amico Amon che ho messo all'asta su eBay siano molto interessanti... Li trovate qui di seguito e potete vederli meglio cliccandoci sopra...
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Ciao e alla prossima.

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