Ciao a tutti, come va?
Come promesso nell'ultimo post ora vado ad analizzare quello che sta succedendo dalle parti della Sergio Bonelli Editore, che da qualche tempo sta offrendo alcuni spunti interessanti per questo BLOG.
A cosa mi riferisco?
Andiamo con ordine...
Mentre negli USA i personaggi e i temi gay vengono trattati con crescente frequenza e una sempre maggiore disinvoltura, l'editore italiano per eccellenza stenta ancora a dare spazio a questo genere di cose... Tant'è che il massimo del "gay" che abbiamo potuto vedere di recente è stato uno scambio di battute sul numero 29 di AGENZIA ALFA, dove è stato usato il termine "gay" in maniera abbastanza scherzosa e senza che ci fossero di mezzo personaggi davvero gay...
Wow! Davvero niente male per un fumetto scritto nel 2013 e ambientato nel futuro...
E ancora qualcuno si chiede perchè alla Sergio Bonelli fanno tanta fatica a raccogliere nuovi lettori. Tra l'altro anche le miniserie, che ultimamente sembravano essere destinate ad essere il salvagente di questa casa editrice, stanno iniziando a perdere colpi. La miniserie dedicata a Saguaro, ad esempio, ha continuato a perdere lettori e chiuderà in anticipo (dovevano essere 30 numeri, ma ora pare che saranno 27 o forse meno).
Questo caso è a suo modo emblematico di come l'editore da un lato ha perso il contatto con i gusti del pubblico, e dall'altro continua ad essere poco propenso ad uscire dai suoi canoni tradizionali... Col risultato di conquistare meno lettori del previsto, per poi lamentarsi. Nella fattispecie Saguaro è la storia di un reduce della guerra del Vietnam che, intorno al 1972, fa da agente speciale per mantenere in pace le comunità di pellerossa. Idea originale, ma... Al giorno d'oggi, in Italia, quanto ascendente possono avere i nativi americani e la loro storia recente?
E inoltre: ha ancora senso puntare su eroi tutti d'un pezzo in perfetto stile anni '50?
Personaggi che non hanno mai reali cedimenti, con un emotività monolitica, sempre composti e tutto il resto? Dopotutto in questi personaggi i lettori non solo NON possono identificarsi, ma non sono nemmeno più in grado di trovare dei modelli di comportamento credibili...
Tantopiù che, tanto per tornare su un argomento che vi sta a cuore se siete qui, questi personaggi vivono sempre in un mondo surreale in cui argomenti "a rischio" come l'omosessualità maschile vengono accuratamente evitati... Mentre nel mondo reale è qualcosa di sempre più visibile e i lettori (anche etero) ci si devono confrontare sempre più spesso.
La sensazione è che una serie come questa serva più che altro a gratificare un'editore che sta tentando - invano - di aggiornarsi senza perdere le sue radici (e cioè l'avventura anni '50, con tutto il suo carico di moralismo anni '50 al seguito) e senza sfidare i suoi preconcetti.
Per assurdo: quanto successo avrebbe avuto Saguaro se il suo protagonista fosse stato un pellerossa omosessuale che viveva negli anni in cui la comunità gay iniziava a reclamare il suo diritto alla visibilità?
Forse sbaglio, ma sarebbe stata tutta un'altra cosa, tantopiù che nelle comunità pellerossa l'omosessualità ha un significato del tutto particolare e in diverse tribù è uno stile di vita perfettamente accettato.
Tuttavia, se questo ragionamento vale fino a un certo punto con una serie come Saguaro, che ha un impianto abbastanza classico, direi che diventa particolarmente valido su serie che puntano su ambientazioni più originali, per raccogliere un pubblico nuovo rispetto a quello tipico della Bonelli... Un pubblico che però, guardacaso, stenta ad arrivare.
Di cosa sto parlando? Beh... Tanto per iniziare di DRAGONERO...
La prima serie fantasy della Bonelli ha venduto 49.000 copie con il primo numero, che alla terza uscita si erano già ridotte a 29.000... 20.000 copie in meno in due mesi vorrà pur dire qualcosa, giusto? Forse che il pubblico è rimasto deluso? D'altra parte gli appassionati di fantasy sono molto esigenti, mentre ai classici lettori Bonelli, abituati a tutt'altro, il fantasy non interessa... E la Bonelli è riuscita esattamente a fare la cosa migliore per scontentare entrambi: un classico fumetto Bonelli con ambientazione fantasy... Eroi tutti d'un pezzo, trame lineari e nessun elemento particolarmente originale o sorprendente... Dando per scontato che il grosso dell'attrattiva era rappresentato dall'ambientazione accurata (come è avvenuto con Nathan Never e derivati) e qualche mostro qua e là...
Illusi...
Se c'è una cosa che fa funzionare il fantasy è proprio il fatto di avere storie e personaggi che sono interessanti a prescindere dal contesto fantasy. E infatti chi ha esperienza di giochi di ruolo sa bene che il loro punto di forza non sono tanto le storie archittettate dai vari master, ma come i personaggi giocanti interagiscono con esse, creando situazioni imprevedibili e coinvolgenti... Anche perchè quando uno fa un gioco di ruolo si può permettere di lasciar perdere le proprie inibizioni e il proprio contegno. Esattamente quello che NON fanno i personaggi di DRAGONERO, e nemmeno gli autori, che forse non hanno grandi esperienze in fatto di giochi di ruolo, e men che meno di videogiochi fantasy... Anche perchè forse, in quel caso, avrebbero pensato di inserire anche qualche personaggio e/o situazione vagamente LGBT, visto che ormai sono opzioni presenti in tutti i prodotti fantasy di maggior successo...
La cosa che stupisce di più è che in questo progetto era coinvolto anche Luca Enoch, che finora non aveva mai avuto grandi problemi a parlare di omosessualità... Anche se a onor del vero lo ha sempre fatto su serie interamente gestite da lui e comunque mai su serie Bonelli mensili...
Tuttavia è abbastanza ironico il fatto che, nel frattempo, a DRAGONERO sia già stato dedicato proprio un gioco di ruolo...
Penso che sia abbastanza evidente che se DRAGONERO continuerà a perdere lettori finirà inevitabilmente per chiudere, e rivedremo il tipico copione a base di editori e sedicenti esperti che si interrogano sulle cause dell'accaduto, sulla crisi del fumetto in Italia e bla bla bla...
E io, per l'ennesima volta, mi chiederò se ci sono o ci fanno.
Tra l'altro davvero non capisco come un editore che vuole cercare nuovi lettori, presumibilmente giovani, continui a proporre personaggi "vecchi" in cui i giovani di oggi non possono identificarsi. E non intendo vecchi solo in senso anagrafico, ma proprio per una questione di personalità, visto che il tipico eroe Bonelli è "vecchio dentro", e a lungo andare risulta inevitabilmente noioso - se non soporifero - per il pubblico più giovane che cerca avventure e personaggi che possano competere - a livello di empatia - con i protagonisti dei manga e dei videgames di ultima generazione... E d'altra parte questo tipo di personaggio risulta noioso anche per quei trenta/quarantenni che hanno un approccio giovanile alla vita (e sono sempre di più).
Tutto questo sembra molto evidente anche in quella che doveva essere la vera perla editoriale della stagione, e cioè il tanto pompato ORFANI, presentato come il "fumetto più costoso del mondo"...
Cosa che potrebbe essere vera visto che è un fumetto bonelliano mensile e a colori.
Allora: il suddetto fumetto cerca di ispirarsi alla fantascienza e ai videogames di ultima generazione, in stile HALO e MASS EFFECT, per intenderci... Si parla di alieni che attaccano all'improvviso la terra e dei sopravvissuti che si organizzano per trasformare i bambini superstiti in soldati superpotenziati in grado di affrontarli e sconfiggerli. La domanda è: perchè una persona dovrebbe seguire questo fumetto piuttosto che giocarsi una partita ad HALO o a MASS EFFECT? Ci sono elementi originali ed entusiasmanti? Personaggi sfaccettati e coinvolgenti?
La risposta è no.
O meglio: questa serie può conquistare le persone che sono incuriosite dalla fantascienza in stile STARSHIP TROOPERS (un film talmente peso da risultare satirico) e NON conoscono i videogiochi di cui sopra, ma quante possono mai essere...?
Nelle parti in cui si parla dei ragazzini scampati all'ecatombe aliena, ad esempio, non sembra di avere di fronte dei ragazzini, ma degli adulti rassegnati (peraltro privi di una vera personalità). Un manga che avesse trattato lo stesso argomento non avrebbe mai presentato dei ragazzini in questo modo, e sarebbe stato molto più interessante. Oltretutto anche in questo caso sembra proprio che non ci sia l'intenzione di "osare" più di tanto con gli argomenti tabù, anche se l'occasione sarebbe servita su un piatto d'argento. Infatti gli orfani di cui in questi primi numeri si seguono le vicissitudini sono tutti spagnoli... E in Spagna, al momento dell'invasione aliena, c'erano già matrimoni e adozioni gay, nonchè una certa legittimazione dell'omosessualità... Pertanto sarebbe stato perlomeno coerente proporre un ragazzino (o una ragazzina) orfano della sua famiglia omogenitoriale... O magari un soldato che crescendo ha vissuto la propria omosessualità con una certa spontaneità, visto che durante l'infanzia ha vissuto in una nazione gay friendly. Senza contare che negli ambienti militari di diverse parti del mondo l'omosessualità inizia ad essere vissuta alla luce del sole e in ORFANI compare un esercito sovranazionale... E invece per ora non si vede niente di tutto questo, ma in compenso nel secondo numero c'è già un bel matrimonio etero fra commilitoni...
Eppure, tanto per dirne una, in america i cosplay di MASS EFFECT e HALO in versione gay (che sono anche coppie gay determinate a testimoniare il loro status) sono tutt'altro che rare, e anzi stanno diventando un piccolo classico... Segno evidente che la dimensione LGBT nei suddetti videogames è tutt'altro che secondaria...
E invece ORFANI che fa? Tira fuori un bel matrimonio etero nel giro di due numeri, senza neanche aver fatto familiarizzare i lettori coi personaggi che si sposano... Forse sbaglio, ma intravedo nere nubi che si addensano anche su ORFANI, a meno che non si verifichi un deciso cambio di rotta... Anche perchè, piccolo dettaglio che alla Bonelli sembrano avere sottovalutato, se si ammicca al pubblico dei videogames (o dei giochi di ruolo) poi bisogna essere all'altezza delle sue aspettative, e non bisogna aspettarsi che abbocchi ad un'esca qualsiasi... Perchè, essendo abituato molto bene, è un pubblico molto più esigente, a livello di stimoli e contenuti, rispetto al tipico lettore Bonelli...
Intendiamoci: non sto dicendo che l'eventuale insuccesso di queste proposte ruoterebbe unicamente attorno all'omissione delle tematiche omosessuali... Tuttavia è innegabile che questa omissione è un buon indicatore di una più generale abbondanza di lacune, e che certi tabù tradiscono una più generale incapacità di relazionarsi in maniera moderna e concreta col pubblico di oggi, finendo per non riuscire a conservarlo e trasformando delle buone idee in clamorosi flop.
Voi cosa ne pensate?
1 commento:
Condivido le tue opinioni. Anch'io sono rimasto perplesso nel momento in cui mi sono reso conto che le tanto pubblicizzate "novità" bonelliane (dragonero e orfani) non sembrano toccare in alcun modo la tematica lgbt. Tuttavia penso che siano comunque dei primi tentativi da parte della Bonelli di "svecchiarsi", pur in maniera meno coraggiosa di quanto potrebbe e forse dovrebbe. Per ora confido nel successo di queste serie, perchè penso che possono rappresentare degli apripista per eventuali cambiamenti successivi. Poi di orfani finora sono usciti solo due numeri...chissà che il futuro non ci riservi sorprese :).
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