Ciao a tutti, come va?
Nelle ultime due settimane me la sono dovuta vedere con alcuni imprevisti che mi hanno impedito di seguire questo blog (e altre cose, per la verità), ma vorrei tranquillizzare tutti quelli che si sono preoccupati (e anche quelli che forse avevano iniziato a brindare): non è successo niente di grave e non ho intenzione di sparire nel nulla. Anzi: questa pausa mi ha dato modo di pensare meglio a una serie di cose e mi ha fornito l'occasione per fare il punto della situazione... Quindi, a voler guardare la bottiglia mezza piena, nel lungo periodo potrebbe avere dei risvolti positivi.
Comunque, fra le altre cose, queste due settimane di relativa calma mi hanno dato modo di analizzare con un po' più di calma e un po' più di distacco gli argomenti di cui parlo abitualmente qui, e devo dire che - dopo tanti anni di analisi e confronti - penso di poter affermare con un certo margine di sicurezza che il panorama italiano non è incoraggiante, e forse sta persino peggiorando (nonostante qualche sporadico barlume di speranza)... Soprattutto se si considera l'evoluzione che hanno avuto altri panorami nel frattempo. Tra l'altro questo processo, ultimamente, sembra avere subito una notevole accelerata e qualcosa mi dice che nel giro di pochi anni potrebbe diventare ancora più evidente. Ad ogni modo, siccome questo non è un blog che parla per astratto e preferisce esempi concreti, direi che potrei partire segnalandovi il numero di Topolino in edicola questa settimana. Un numero che dedica la copertina al duo canoro formato da Benji e Fede, a cui viene dedicata un'intervista esclusiva...
Ora: apparentemente questo potrebbe essere visto come un passo avanti, visto che di solito le copertine di questo tipo mettono al centro dei personaggi che potrebbero essere i nonni (o i bisnonni) di chi appartiene alla fascia d'età 7-14. O che comunque NON hanno un pubblico composto prettamente da giovanissimi. Oltretutto in questo caso si tratta di un duo (peraltro abbastanza "chiacchierato" nel senso gay del termine) che è nato come fenomeno su youtube, quindi questa copertina potrebbe sembrare un segnale di apertura e modernizzazione importante. Però, a ben guardare, è anche vero che certe operazioni sembrano più che altro dei service commerciali, e che lasciano quello che trovano... E devo ammettere che in questi casi mi chiedo sempre se sono gli agenti dei cantanti a pagare Topolino per avere visibilità o se è Topolino che richiede l'intervista e la "paga" offrendo (anche) una copertina paperizzata... Chissà... Anche perchè abitualmente Topolino NON parla di fenomeni nati su youtube, e - per inciso - tre settimane fa in copertina sfoggiava ancora il Commissario Topalbano... E cioè la parodia (o il service, decidete voi) della fiction Rai ispirata ai romanzi di Andrea Camilleri...
Se però si allarga lo sguardo a Le Journal de Mickey di questa settimana, oltre ad un servizio sul calciatore Neymar (che per fortuna non è stato paperizzato), in copertina viene evidenziata un'intervista esclusiva a Zep (nome d'arte di Philippe Chappuis), il creatore dell'incontenibile Titeuf (che è stato anche ospitato sulle pagine de Le Journal de Mickey e che proprio in questo periodo festeggia i suoi primi 25 anni).
L'intervista viene realizzata in occasione dell'uscita del nuovo attesissimo albo del ciuffuto ragazzino, che a quanto pare anche questa volta non mancherà di sfidare veti e tabù... Tant'è che il titolo dell'albo in questione (il quindicesimo) in italiano potrebbe tradursi come "Abbasso le mutande!"... E infatti su le Journal de Mickey l'intervista all'autore (lo vedete nella foto sotto) viene annunciata come "le mutande del nuovo album"...
Penso che la differenza di approccio sia sostanziale, anche perchà come ho detto più volte le Journal de Mickey si propone come un vero e proprio magazine dalla parte dei lettori fra i 7 e i 14 anni, senza cercare mediazioni col pubblico adulto, con i bigotti, i poteri forti o altro.
Certo si può obbiettare che la Francia non è l'Italia, che i fumetti per giovanissimi in Francia sono un'altra cosa rispetto ai corrispettivi italiani, che in Italia Topolino non dà visibilità ai fumetti di altre case editrici e tanto altro... Però sarebbe interessante chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina.
Tra l'altro penso che sia abbastanza indicativo anche il fatto che la casa editrice che pubblica in Francia Titeuf (la Glènat) , che - per inciso - è un idolo dei ragazzini francofoni, non solo è quella che sta pubblicando le storie "sperimentali" di Topolino realizzate da alcuni grandi nomi del fumetto francese, ma è anche quella che lo scorso mese ha pubblicato un'interessante graphic novel a tematica gay di 232 pagine: un vero e proprio thriller erotico con tanto di scene piccanti dal titolo "La nuit mange le jour"...
Non che sia una grande novità, considerando che Glènat pubblicò anche "Il blu è un colore caldo" di Julie Maroh (con tutto quello che ne segui, premi cinematografici compresi), però secondo me è interessante notare che a distanza di quasi otto anni dal lavoro di Julie Maroh la Glènat non vuole mollare le tematiche LGBT, pur restando una casa editrice generalista (per inciso: Titeuf nel 2008 aveva già venduto 16 milioni di copie in 25 lingue, quindi alla Glènat non ha mai avuto bisogno di titoli LGBT per battere cassa), mentre in Italia gli editori di fumetti di questo calibro si guardano bene dall'azzardare operazioni di questo tipo. Tant'è che dalle parti della Bonelli è stata appena annunciata la versione a fumetti del romanzo Mani Nude di Paola Barbato: in poche parole 300 pagine a base di lotte clandestine fra sedicenni rapiti da colletti bianchi insospettabili per i loro giri di scommesse possono essere pubblicate senza problemi, ma una storia che mette al centro tematiche e/o personaggi gay nel senso moderno del termine ancora no... E anche questo è abbastanza indicativo, penso...
E visto che siamo in tema di Bonelli penso che sia abbastanza interessante notare che il progetto crossmediale incentrato sulla graphic novel Monolith, che ha portato anche ad un film (inizialmente progettato per la TV) nei cinema non abbia esattamente sbancato ai botteghini e non abbia ricevuto grandi plausi dalla critica. Il che lo rende solo l'ultimo di una lunga serie di tentativi non proprio riusciti di tentare la via della crossmedialità per ottimizzare il potenziale dei fumetti attraverso produzioni collaterali. Da Il Ragazzo Invisibile (che a quanto pare sta per arrivare col secondo capitolo, nonostante gli sconfortanti risultati del primo) alla serie in semi animazione di Orfani proposta dalla RAI (qualcuno se la ricorda?)... Il tutto mentre dalle nostre parti praticamente nessuno - al momento - sta valutando l'ipotesi di produrre qualcosa ispirandosi a fumetti italiani già pubblicati, che magari abbiano un taglio adulto e autoriale o mettano al centro tematiche gay, come "Il blu è un colore caldo" a cui accennavo prima. Il tutto mentre negli USA sembra praticamente certa la messa in produzione di (almeno) un film ispirato al bellissimo Strangers in Paradise di Terry Moore...
La cosa curiosa, secondo me, è che di film italiani ispirati a fumetti a tematica gay se ne potrebbero produrre diversi con un budget abbastanza contenuto (Sprayliz? Matteo e Enrico?), ma l'idea non sembra sfiorare nessuno... Si sa che c'è un serial di Diabolik in produzione da anni (anche se a quanto mi risulta è tutto fermo e il casting non è ancora stato fatto) e si vocifera che adesso che i diritti di sfruttamento di Dylan Dog, Zagor e Nathan Never sono tornati in Bonelli si potrebbero avviare collaborazioni con lo studio Rainbow (quello delle WINX), ma la prospettiva è un po' inquietante...
E d'altra parte è anche abbastanza inquietante il fatto che, nella probabile realizzazione della serie animata ispirata alle avventure del giovane Dragonero, verrà del tutto rimossa la componente lesbica dalla caratterizzazione della sorella Myrva (la vedete sotto)... Il tutto mentre, per inciso, nelle serie animate statunitensi di ultima generazione (anche per i più piccoli) la componente LGBT è sempre più visibile ed esplicita (in questo blog ne ho riportati diversi esempi anche di recente).
E comunque, a ben guardare, il fatto che negli USA le serie animate affrontino questi argomenti con sempre maggior disinvoltura non può prescindere dal fatto che le produzioni legate all'immaginario pop in generale hanno preso una posizione molto netta al riguardo. Anche e soprattutto per quel che riguarda i fumetti. Per inciso: mentre in Italia solo ora si stanno iniziando timidamente a sfiorare certi argomenti, e ancora troppo raramente lo si fa senza ripiegare sugli stereotipi eterocentrici e sulle generalizzazioni negative, giusto il mese scorso negli USA è stata aperta una finestra sul futuro della coppia di supereroi MARVEL composta da Hulkling e Wikkan... Che a quanto pare diventeranno papà di un bel bimbo...
Mentre un supereroe di tutto rispetto come Iceman/Uomo Ghiaccio (o meglio: la versione adulta del personaggio, che attualmente coesiste con la sua versione più giovane e più disinvolta) ha deciso di fare coming out con i suoi genitori... E credo che sia la prima volta per un supereroe "storico" della sua portata, di quelli ideati da Stan Lee negli anni Sessanta, per intenderci...
E questa, giusto per stare in tema, è solo la punta dell'iceberg. Un iceberg che però, in Italia, si intravede a stento.... E in tutto ciò penso che sia abbastanza emblematico il fatto che, mentre da anni su questo blog parlo di come le manifestazioni fumettistiche straniere dedichino momenti di approfondimento alle nuove tendenze del fumetto e all'inclusione di tematiche innovative come l'inclusione delle minoranze, la quarantacinquesima edizione di Rapalloonia - Mostra Internazionale dei Cartoonists (30/31 settembre) si intitolerà “Pennelli in fuga. Gli artisti italiani nel mondo”...
Sul come e sul perchè in Italia sia possibile dedicare un intero evento fumettistico agli autori che hanno trovato miglior fortuna all'estero ci sarebbe molto da dire. Sicuramente se questo fenomeno è in crescita (ed è in crescita) qualche motivo deve esserci... A partire dal fatto che il mercato per le produzioni italiane è in contrazione da anni e non offre nuovi sbocchi a chi vuole effettivamente vivere facendo fumetti... A meno che non si tratti di fenomeni editoriali (Zerocalcare, Sio, ecc) che, guardacaso, NON si sono fatti conoscere attraverso le case editrici tradizionali... Sarà solo un caso?
Chissà...
Intendiamoci: qualche segnale positivo qua e là si può ancora cogliere, ma gli editori che fanno gli editori senza scendere a compromessi e scegliendo di osare sul serio (con le tematiche LGBT e non solo), sono ancora troppo pochi... Anche se paradossalmente sono quelli che in proporzione hanno avuto il maggior incremento di pubblico (e liquidità)...
Devo ammettere che, constatando come stanno andando le cose, inizio a pensare che sia davvero arrivato il momento di tornare a fare qualcosa per cambiarle.
Vi terrò aggiornati.
Alla prossima.
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