Ciao a tutti, come va?
L'estate sta arrivando, e - come faccio ogni anno in questo periodo - colgo l'occasione per fare una piccola panoramica sulle nuove proposte mainstream, e in particolare sulle proposte che magari utilizzano i canali più tradizionali, come le edicole e la televisione. E anche stavolta lo scenario è un po' inquietante. Soprattutto se si considera la situazione nel suo insieme, il passato recente e le prospettive future. In particolare se non si vogliono continuare a perdere di vista le nuove generazioni, che già da un po' hanno iniziato a disaffezionarsi alle edicole e alla TV... Anche se forse, a giudicare dallo scenario che si prospetta, chi di dovere ci ha già messo una pietra sopra e preferisce concentrarsi sugli over quaranta nostalgici - e possibilmente analfaberi digitali - finchè può ancora farlo e trarne profitto...
Dico questo perchè alla fine quella che si prospetta è sempre più è un'offerta che sembra pesantemente orientata al passato e al corteggiamento di un pubblico che - evidentemente - non ha l'impulso di provare qualcosa di nuovo o di rimettersi in gioco sperimentando qualcosa che non sia legato alla sua infanzia e alla sua giovinezza, che diventa metro e misura della sua passione per i fumetti e l'animazione... Mentre i palinsesti televisivi, che ormai sono totalmente schiavi di regole sempre più rigide, finiscono per compiere delle scelte che una volta sarebbero state ritenute a dir poco assurde...
Il tutto nell'indifferenza generale, e - anzi - con una buona dose di gongolante soddisfazione da parte di nostalgici di cui sopra. Non che ci sia niente di male a gongolare nel veder riconosciuta la propria passione per questo o quel personaggio a distanza di trenta, quaranta o cinquant'anni, però bisogna anche cercare di vedere la situazione nel suo insieme, e a cosa potrebbero portare certe scelte nel lungo periodo...
Ad esempio: in questi giorni La Gazzetta dello Sport, che da un po' di tempo ha scoperto che gli anime cult degli anni Settanta e Ottanta in allegato si vendono bene anche se non hanno niente a che fare con lo sport, sta lanciando la serie in DVD di Hurricane Polymar... Quella originale del 1974, ovviamente, che si è vista da noi a partire dal 1979 e che è disponibile gratuitamente sul canale VVVID (CLICCATE QUI)...
Da notare che l'unico modo per poter rivedere Hurricane Polymar in televisione, nel 2018, sono proprio gli spot della Gazzetta dello Sport... Perchè, anche se la serie è stata più volte replicata negli anni Ottanta, i nuovi regolamenti in fatto di TV e minori (di cui ho parlato abbondantemente anche QUI), lo rendono improponibile nelle fasce orarie in cui avrebbe senso proporlo... E forse lo renderebbero inadeguato per gli standard delle emittenti televisive di oggi a prescindere dalla fasce orarie, e non certo perchè è una serie dalle atmosfere ormai vintage...
Dico questo perchè, giusto per fare un esempio, Italia Uno ormai utilizza solo la fascia notturna, grossomodo fra le 3.00 del mattino e le 5.50, per proporre serie animate con dei contenuti non prettamente infantili (per gli standard di oggi, ovviamente). Ultimamente la suddetta fascia era stata utilizzata per la quarta serie di Detective Conan, ma da questa settimana verrà utilizzata addirittura per ripresentare la trasposizione de L'Isola del Tesoro datata 1978, e trasmessa per la prima volta dalla RAI nel 1982...
Il che è obbiettivamente imbarazzante... Visto che si parla di un classico occidentale della letteratura per ragazzi... Però, a quanto pare, la suddetta serie ha, grazie anche alla regia di Osamu Dezaki (quello della seconda parte di Lady Oscar e di Remì), degli accenti troppo drammatici per i bambini di oggi e per le rigidissime maglie dell'AGCOM...
E infatti anche se in Giappone di nuove serie animate per la televisione ne vengono prodotte anche un centinaio all'anno, senza contare quelle per l'home video e i film di animazione, ormai la televisione italiana non ne importa praticamente più (tant'è che non fa più nemmeno incidere nuove sigle italiane a Cristina D'Avena, il che è tutto dire)... Salvo una manciata di eccezioni, che ogni anno si contano sulle dita di una mano.
Ad ogni modo, sempre da La Gazzetta dello Sport, arriva l'annuncio di un'altra serie di allegati estremamente vintage, ovvero la ristampa delle avventure de Il Grande Blek (pubblicato dal 1954 al 1967 e più volte ristampato), in un'edizione colorata per l'occasione. Blek Macigno, con le sue punte di 400.000 copie vendute ogni settimana, era diventato un personaggio popolarissimo e sicuramente sono ancora in tanti a ricordare con nostalgia le sue avventure impregnate di umorismo infantile e facilonerie varie, come esigeva la morale (e il Codice di Garanzia Morale) dell'epoca... Tanto che il suo taglio totalmente infantile (e spesso caricaturale) faceva passare in secondo piano anche i suoi involontari contenuti cripto gay, che non fecero mai scalpore anche se sicuramente contribuirono a determinare il suo successo (ne ho parlato ampiamente QUI e QUI). L'unica cosa nuova, a quanto pare, saranno le copertine...
Da notare che il suddetto personaggio ha lasciato una profonda traccia nell'immaginario collettivo di chi ha vissuto il periodo della sua maggiore popolarità... Come testimonia questo recentissimo intervento (risale alla settimana scorsa) del conduttore radiofonico Linus su Radio Deejay...
Al di là del fatto che è un po' inquietante, e molto italiano, il fatto che Linus - dall'alto dei suoi 61 anni - non abbia la minima intenzione di lasciare il posto a qualche collega un po' più giovane nella gestione di una radio che dovrebbe essere "giovane" per definizione, penso che questo episodio - nel suo piccolo - sia abbastanza emblematico della situazione culturale del nostro paese. Una realtà in cui, evidentemente, le generazioni più mature hanno perso la nozione del tempo che passa e in cui, fondamentalmente, anche quelle che sono prossime alla pensione ancora si considerano (e vengono considerate) "le" generazioni di riferimento... E, probabilmente, è anche per questo motivo che un conduttore radiofonico come Linus non si pone nemmeno il problema di passare per un matusa citando un personaggio come Blek Macigno, che quasi sicuramente alla maggior parte degli under quaranta non dice assolutamente nulla... Al netto del fatto che sicuramente è un sessantunenne che si tiene in forma.
Al di là di questo dettaglio, che anche se sembra da poco a suo modo è abbastanza significativo, è davvero incredibile verificare come a La Gazzetta dello Sport non abbiano considerato che la ristampa in allegato a il SOLE24ORE (con le sue settanta uscite) risale al 2013 e che Il Grande Blek presenta le stesse storie da tipo sessant'anni. Quindi è un po' improbabile che al momento ci siano tante persone disposte ad acquistarle in mille versioni diverse... Anche perchè le persone che lo seguono sono fondamentalmente le stesse da almeno trent'anni. Magari sperano che il colore farà la differenza, e che con Il Grande Blek si ripeterà il successo avuto con gli allegati a colori di Tex presentati con La Repubblica? Chissà...
C'è da dire, però, che Tex continua a presentare storie inedite in edicola, mentre Il grande Blek ripresenta ciclicamente solo le sue ristampe fin dagli anni Settanta, quindi il suo pubblico - col tempo - sicuramente non è stato coltivato e si è ridotto... E comunque resta un personaggio pensato per i bambini degli anni Sessanta e che non è mai stato aggiornato, o anche solo ritoccato graficamente, per stare più al passo coi tempi o con l'età anagrafica del suo pubblico. Mentre Tex nasceva già con un taglio più adulto, e in un certo senso si prestava di più ad essere apprezzato dai suoi lettori man mano che crescevano. Per farsene un'idea basta paragonare i comprimari ricorrenti, che nel caso de Il grande Blek erano un ciarlatano sovrappeso che faceva da spalla comica e un ragazzino petulante e tendenzialmente inetto (tant'è che spesso e volentieri faveva le veci dell'eterna fidanzata da salvare in ogni occasione), mentre per Tex erano (e sono) due pard maturi e molto in gamba e un figlio che è tutto suo padre... Quindi paragonare i due personaggi, soprattutto al giorno d'oggi, sarebbe comunque un po' improprio.
Anche in questo caso, quindi, la sensazione è che ormai l'obbiettivo primario sia
quello di spremere gli appassionati storici finchè si può, senza
pensare a quello che avverrà dopo... Anche se un "dopo", prima o poi,
arriverà per forza...
E nel frattempo quelle che dovrebbero essere le iniziative promozionali per delle testate che, teoricamente, hanno ancora un certo pubblico potenziale nascono già "vecchie", o comunque partendo dal presupposto che il nuovo pubblico si possa accalappiare utilizzando delle strategie di marketing che in realtà possono fare presa su una nicchia di pubblico molto marginale... Come ad esempio il sottoinsieme dei bambini che seguono il calcio e leggono fumetti...
Il numero di Topolino in edicola dalla scorsa settimana, ad esempio, festeggia il compleanno di Paperino piazzandolo in copertina nelle vesti di un calciatore vincente su una figurina Panini (e sull'effetto boomerang che sta avendo la promozione forsennata del calcio sul settimanale, da quando fa parte del gruppo Panini, mi sono già dilungato in varie occasioni)... Magari hanno voluto ottimizzare il traino dei mondiali in Russia (a cui comunque l'Italia NON parteciperà)? Forse pensano ancora che una copertina calcistica possa portare centinaia di migliaia di tifosi italiani a comprare Topolino per sè o per i propri figli? Forse sbaglio, ma credo che le possibilità siano pari a quelle di far diventare i fans dei personaggi Disney degli appassionati di calcio, anche se non gli è mai interessato granchè...
E nel frattempo, giusto per stare in tema di iniziative di marketing per un pubblico inappropriato e tendenzialmente stagionato, è stato annunciato per luglio il numero speciale di Dylan Dog scritto dal regista cult Dario Argento... Che sarà anche un regista cult, ma - come sanno bene gli appassionati del genere - non ne imbrocca una giusta una da decenni... Anche perchè la sua vena horror è rimasta ferma ai primi anni Ottanta... Quindi a che pro cercare di risollevare le sorti di un mensile in caduta libera con l'apporto di una sceneggiatura scritta da un regista cinematografico che quest'anno compirà 78 anni, e che nel settore è già considerato abbondantemente trapassato? Giusto per avere un po' di pubblicità in più? Per coccolare i lettori over Quaranta che da ragazzini se la facevano sotto guardando Profondo Rosso al cinema? Sarà forse per questo che la storia di Dylan Dog si chiamerà "Profondo Nero" (SIGH)?
Ovviamente le mie sono domande retoriche...
E in tutto questo fiorire di belle pensate mainstream, per cui - ovviamente - la parola gay nemmeno esiste, bisogna prendere atto che INCREDIBILMENTE gli unici a fare bella figura sono quelli di RaiGulp.. Che hanno deciso di riprendere a trasmettere la serie di Sailor Moon Crystal tutti i pomeriggi a partire dal 6 giugno... Anche perchè, a quanto pare, ogni volta che viene replicata continua a fare buoni ascolti.
Il che, se vivessimo in un contesto in cui il mondo dell'intrattenimento per ragazzi si muovesse su dei binari sani e fosse gestito da persone competenti, dovrebbe fare testo sotto vari punti di vista. Cosa che però, come si è visto, non avviene. Perchè a quanto pare si preferisce investire su chi è già un affezionato lettore di fumetti da almeno due o tre decenni... E che si è formato quando, per inciso, di coppie omosessuali non si poteva parlare neanche per scherzo.
Direi che questa piccola panoramica si commenta da sola. Praticamente la tendenza è ancora quella di utilizzare anche l'estate, che notoriamente è una stagione in cui il pubblico ha più tempo libero, per lanciare delle nuove proposte che sono tutto fuorchè delle novità... Dimostrando una volta di più che, perlomeno in certi ambiti, la situazione continua a ripiegarsi su se stessa. Quasi come se chi di dovere avesse gettato la spugna, o perlomeno non sia più interessato a testare delle vere alternative.
Anche perchè, per motivi anagrifici, probabilmente le alternative non è neanche in grado di concepirle. E il contesto tendenzialmente repressivo e refrattario alle novità in cui si muove di certo non aiuta. E il fatto che poi - per i motivi anagrafici di cui sopra - sia più facile coltivare i lettori storici piuttosto che venire davvero incontro alle esigenze di quelli giovani e giovanissimi, probababilmente, fa il resto...
E quindi la grande novità dell'estate 2018, in edicola, sarà la ristampa a colori de Il Grande Blek...
Con tutto quel che ne consegue.
Non so perchè, ma ho la sensazione che il peggio debba ancora venire.
Alla prossima.
1 commento:
Ancora una volta è nelle tematiche non strettamente gay che mi interessi di più e che finisci (quanto apposta e quanto inevitabilmente/involontariamente?) per parlare a tutti e per giunta non solo di fumetto (il fumetto è solo un segnale di tutto il resto). Qui il problema è che c'è una generazione di "re in eterno" che pretende di essere giovane e figa fino all'ultimo giorno, come sin è insegnata da sola a fare negli esuberanti anni post-68 (quando, almeno, erano davvero nuovi, giovani e inarrestabili: ora sono solo inarrestabili per sfinimento degli altri). E lo fa a spese dei giovani veri(e ormai anche degli adulti non troppo vecchi) lasciandoli in un mondo a parte o facendo a meno di considerarli, comunque estromettendoli. Così, quando questi ventenni, trentenni, forse persino quaranta-cinquantenni, potranno dire qualcosa del e nel mondo, quel qualcosa non potrà valere granché, poiché andava detto un sacco di tempo prima. Insomma, non c'è solo una generazione superata, ma probabilmente, ogni generazione partirà sfasata dopo quella dei Baby Boomers, quando dovrà lanciare una qualche tendenza o iniziativa. Sempre che riesca o si sforzi, e non finisca per attendere il suo momento fino alla vecchiaia a sua volta, tipo il Principe Carlo. Si vuol parlare, invece che di gusti da lettori, di politica? Di iniziative imprenditoriali? Di potere d'acquisto? Di notorietà artistica? Di ricambio nell'insegnamento? Di attivismo e impegno civico? Pare sempre quello, il problema: ci sono tutti questi ex trentenni che sono così avanti e così innovativi e grandiosi (dicono) che pensano di essere anche loro fumetti classici: giovani alla prima uscita, giovani uguale al numero 2000, perché se c'è qualcosa da proporre, è sempre idealmente compito loro. Praticamente hanno trent'anni da quarant'anni, e i ventenni veri vanno considerati infanti, i trentenni adolescenti, i quarantenni sprovveduti in apprendistato sine die... Oh...Potrei continuare per pagine...
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