Ciao a tutti, come va?
Devo ammettere che, dopo oltre dieci anni di post che provano ad analizzare (anche) la situazione del fumetto italiano, continuo a stupirmi di come degli spazi molto più autorevoli di quello che amministro io (e di certo molto più seguiti) continuino a parlare della situazione senza approfondire troppo le questioni più scottanti e delicate. Certo, posso capire che - a differenza di me - debbano rispondere a tutta una serie di interessi incrociati e vogliano conservare i migliori rapporti possibili con tutti coloro di cui vanno a parlare (anche in vista di possibili sbocchi professionali futuri e/o di qualche scoop in esclusiva), però il modo con cui riescono a glissare su una serie di questioni importanti non finirà mai di stupirmi...
Ultimo, ma non ultimo, il recentissimo annuncio (a sorpresa) dell'imminente messa in produzione di un film su Diabolik... Che dovrebbe essere pronro nel giro di un anno dopo che, dal 2012 all'altro ieri, i siti di cui sopra avevano periodicamente ricordato che SKY era in procinto di produrre una serie televisiva con lo stesso personaggio, a livello delle altre grandi produzioni seriali internazionali (e infatti il famoso trailer promozionale, che venne diffuso a suo tempo, prometteva scintille). Sul perchè, e sul percome, il progetto di SKY avesse iniziato a naufragare avevo esposto una teoria in passato (CLICCATE QUI)...
Una teoria che fondamentalmente si può riassumere nell'ipotesi che, analizzando meglio il personaggio, il suo potenziale e il suo attuale pubblico di riferimento, a SKY si siano accorti che il gioco non valeva la candela... E probabilmente hanno preso tempo finchè l'opzione sui diritti del personaggio non è venuta meno, così a quel punto hanno dato modo di farsi avanti a RAI CINEMA e ai Manetti Bros (i registi Marco e Antonio Manetti)... Che in questi giorni hanno dichiarato di essere al lavoro su questo progetto da due anni (e le ultime dichiarazioni, sempre meno convinte, di SKY risalgono al settembre 2016... Che strana coincidenza, vero?).
Ora: i Manetti Bros sono noti per la loro vicinanza al cinema "di genere" italiano degli anni Settanta, e in particolare al cosiddetto poliziottesco, che sicuramente è un genere cult, ma che solo parzialmente si può sovrapporre a Diabolik... Soprattutto nel caso si volesse dare a Diabolik un taglio moderno per rilanciarlo sul serio presso il grande pubblico. Inoltre, a ben guardare, l'unica altra esperienza dei Manetti Bros con il fumetto, e cioè il film che nel 2000 venne dedicato a Zora la Vampira, fu un notevole flop... Nonostante il personaggio fosse un vero e proprio cult dei tascabili erotici degli anni Settanta/Ottanta... E infatti il film, che attualizzava la storia in chiave grottesco/demenziale/parodistica, non aveva praticamente niente a che spartire con il fumetto originale...
Potrebbe esserci un rischio di questo tipo anche nel caso di Diabolik? Non lo escluderei... Di sicuro, anche solo per una questione di budget, si tratterà di una produzione lontana anni luce dai cinecomics che sbancano regolarmente il botteghino. E questo non è necessariamente un bene, perchè un personaggio come Diabolik, per essere reso "presentabile" al grande pubblico di oggi, necessiterebbe ANCHE di una discreta quantità di effetti speciali e di un casting mica da ridere... Con tanto di controfigure acrobatiche e tutto il testo... E anche ammesso che i Manetti Bros abbiano recuperato a un prezzo stracciato le scenografie che SKY aveva iniziato a preparare per la serie TV di Diabolik, non è detto che siano in grado di utilizzarle al meglio...
In un'intervista del 2017 (CLICCATE QUI) Mario Gomboli, attuale direttore della casa editrice del personaggio, diceva che:
"Sono andato a vedere il plastico di Dante Ferretti a Cinecittà nel
capannone dove hanno girato Gang of New York e sono enormi: la main
street di Clerville è lunga 250 metri; il porto è una piscina di 170
metri per 80, una cosa faraonica."
Quindi, considerando che sarebbe stato uno spreco di tempo e denaro rottamare il suddetto plastico (assieme a chissà cos'altro), è abbastanza probabile che ai Manetti Bros sia stato passato il pacchetto completo da SKY (per rientrare almeno in parte dell'investimento iniziale)... Ad ogni modo nella stessa intervista Mario Gomboli raccontava di come i diritti cinematografici e quelli televisivi di Diabolik non possono essere ceduti a due soggetti diversi, quindi direi che è abbastanza sicuro che, a questo punto, la serie TV di Diabolik non si farà più...
E questo è il motivo per cui parlo di tutta questa storia su questo blog: se con la serie di SKY ci sarebbe stata, forse, qualche reale possibilità di attualizzare il personaggio e il contesto di Diabolik in un'ottica più gay friendly dal taglio internazionale, direi che con il film dei Manetti Bros questa speranza sarà definitivamente disillusa. Non foss'altro per il loro tradizionale stile citazionista e parodistico (il film di Diabolik farà il verso a quello di Mario Bava degli anni Sessanta???) e per il fatto che in questo nuovo film c'è lo zampino di 01 Distribution, che di fatto è RAI CINEMA... E, a proposito di pellicole di ispirazione fumettistica, voi tutti vi ricordate del bel lavoro che aveva fatto RAI CINEMA coproducendo Il Ragazzo Invisibile, vero? In caso contrario CLICCATE QUI.
E comunque, siccome perseverare è diabolico, a febbraio 2019 ci sarà anche un nuovo supereroe "per bambini" all'italiana coprodotto da RAI CINEMA, e cioè Copperman (una specie di Iron Man de noaltri, che si muove sui rollerblade ed è interpretato da Luca Argentero)... Di cui sicuramente tornerò a parlare...
Forse pecco di pessimismo, ma qualcosa mi dice che dal film di Diabolik non potremo aspettarci molto di più...
E così il fumetto italiano avrà perso un'altra occasione per rinnovarsi e rilanciarsi presso un nuovo pubblico.
Cosa, questa, che purtroppo accade sempre più spesso... Anche se non è sempre necessario che ci sia di mezzo qualche produzione cinetelevisiva realizzata in maniera approssimativa.
La cosa interessante è che, finalmente, anche chi di dovere inizia a subodorare che qualcosa non va più per il verso giusto. Meno di una settimana fa, ad esempio, aveva fatto discutere un post comparso sul profilo facebook di Moreno Burattini, attuale curatore di Zagor... E cioè quello che vedete qui sotto.
In realtà penso che sia evidente come al netto di quello che pensa Moreno Burattini, il successo di un fumetto dipenda ANCHE da quanto è fantastico... E, magari, dal fatto che c'è un problema di incompatibilità fra l'idea di "fantastico" di chi è nato dal 2000 in poi e quella di "fantastico" che può avere uno sceneggiatore di 56 anni che è "cresciuto" assieme alla generazione di lettori, in buona parte suoi coetanei, a cui si rivolge... Una generazione che, per forza di cose si assottiglierà sempre di più, anno dopo anno...
D'altra parte "la gente" andrebbe coinvolta quando è ancora giovane, proprio per evitare situazioni come quella in atto e garantire un minimo di ricambio generazionale. Quel ricambio che, guardacaso, ha iniziato a rallentare man mano che rallentava il ricambio generazionale nelle redazioni...
Tutto ciò premesso è pur vero che esiste un problema di visibilità del media fumetto. Dovuto anche al progressivo abbandono delle edicole. Però devo ammettere che ogni volta che leggo sfoghi come questo non posso fare a meno di chiedermi come sia possibile che, mancanza di autocritica a parte, sia ancora così difficile prendere atto del fatto che - nonostante le apparenze - il mondo sia in perenne cambiamento, e che chi non si adegua prima o poi tenderà ad estinguersi.
Si chiama selezione naturale.
Se le edicole chiudono, perchè "la gente" preferisce leggere le notizie e il gossip sullo smartphone, e non le considerà più un posto dove andare a curiosare fra i fumetti (anche perchè pensa che non ci siano poi così tanti fumetti fra cui vale la pena di andare a curiosare), non basta più avere un sito online e un profilo facebook per farsi conoscere... Men che meno dalla generazione dei millenials e dei post millenials (la Z generations). Una volta era il lettore potenziale che andava a cercare in edicola qualcosa per passare il tempo, ma negli ultimi anni il paradigma è cambiato completamente.
E bisogna farsene una ragione.
Il punto nodale è che chi gestisce il fumetto in Italia sta conservando la sua posizione da diversi decenni, e dall'interno della sua bolla non ha la percezione del cambiamento in atto e probabilmente inizia a non essere più in grado di valutare la situazione in maniera obbiettiva... Anche perchè, probabilmente, non ha i mezzi per farlo.
Faccio un esempio pratico. C'è un mio amico che è appena stato assunto da una Creative Media Agency, specializzata nel fare da tramite fra le aziende e il pubblico dei millenials e dei post millenials. Il mio amico è stato assunto in qualità di Junior Content Coordinator: in parole povere deve occuparsi di comunicazione (principalmente tramite i social network), rivolgendosi nello specifico alle nuove generazioni. Infatti il candidato per la sua posizione doveva avere competenze anche per quel che riguarda il cinema, le serie TV e le cose che fanno REALMENTE tendenza fra i giovani in generale. La sua tesina di Laurea in Lingue (prima di fare un master in "Marketing, Communication and Digital Strategy), consegnata quest'anno, si intitolava MAHŌ SHŌJO: ORIGINI, EVOLUZIONE E RIVOLUZIONE DI UN ARCHETIPO. In parole povere si è laureato con una tesina sulle maghette giapponesi di manga e anime...
L'età media di chi lavora nell'azienda che lo ha assunto è di 28 anni, ma anche se il mio amico rientrava in quella fascia d'età era convinto che per quel tipo di lavoro fosse ritenuto troppo vecchio, o perlomeno inadeguato, visto che comunque avrebbe dovuto rivolgersi ad un target che in buona parte è più giovane di lui. Alla fine è stato assunto comunque, ma considerando il contesto era una cosa tutt'altro che scontata.
Ovviamente io non posso sapere cosa accade nelle redazioni delle maggiori case editrici italiane di fumetti, ma anche solo considerando l'età media di chi ci lavora mi verrebbe da pensare che situazioni di questo tipo siano molto improbabili... Anche perchè sono contesti in cui anche chi è anagraficamente più giovane degli altri, spesso, viene preso in considerazione solo nella misura in cui si adegua agli standard della redazione.
E poichè gli standard delle suddette redazioni NON sono gli standard dei millenials e dei post millenials... Ecco... Diciamo che la situazione nel suo insieme assume una certa coerenza di fondo. Anche perchè qualcosa mi dice che termini come "Junior Content Coordinator" in certe redazioni non siano esattamente all'ordine del giorno. Anche se è una figura professionale che esiste ed è abbastanza ricercata (e, se non ci credete, provate a fare una ricerca su Google).
Probabilmente, quando si parla di case editrici di fumetti italiani, i piani editoriali e le strategie promozionali si discutono ancora in riunioni di redazione che si consumano fra professionisti che hanno superato la soglia dei trent'anni da moltissimo tempo, e che probabilmente non si sono mai nemmeno posti il problema di tenersi realmente aggiornati. Forse anche perchè davano per scontato che lo zoccolo duro dei lettori storici si sarebbe preoccupato di trasmettere la passione per questo o quel personaggio, o per il fumetto in generale, alle nuove generazioni...
Il che, magari, poteva anche accadere una volta... Quando non c'erano internet e gli smartphone, ad esempio... Però ora i tempi sono cambiati, e il ciclo si è in buona parte interrotto.
Quindi direi che, a questo punto, sarebbe opportuno che tutti avessero un Junior Content Coordinator competente... Sempre che non vogliano perdere il contatto con le nuove generazioni, ovviamente.
D'altra parte, però, i miracoli non li fa nessuno... E se si producono fumetti che NON sono realmente in linea con i gusti del pubblico di oggi nessun Junior Content Coordinator sarà mai in grado di risollevare le vendite dei fumetti italiani. Questo, però, presuppone che chi di dovere abbia l'intuito e il coraggio necessario per dare spazio a idee e produzioni realmente innovative e che siano competitive non solo nell'ambito dei fumetti, ma in quello dell'entertainment in generale. E a livello internazionale.
Se, giusto per fare un esempio, le tematiche LGBT sono trattate con sempre maggiore disinvoltura in una crescente quantità di produzioni per giovani e giovanissimi, è evidente che un fumetto italiano che non fa altrettanto (o che magari tratterà lo stesso argomento con troppo pudore, o magari con diffidenza, con un approccio superato o peggio) farà più fatica ad entrare davvero in sintonia con le nuove generazioni...
Se, giusto per citare ancora Zagor, si pensa che per rilanciarlo basti proporre qualche crossover ogni tanto (magari con qualche altro personaggio Bonelli in disuso) o riscrivere le sue origini in una miniserie di prossima pubblicazione, senza attualizzarlo sul serio... E continuando ad evitare accuratamente di trattare determinati argomenti e situazioni sulle sue pagine, per non indisporre il pubblico più stagionato... Quante possibilità ci sono che possa prestarsi ad un reale ricambio generazionale?
Molto poche, probabilmente... E infatti anche per questo sarà molto interessante verificare come verrà portata avanti la partnership con la DC Comics (di cui ho parlato QUI)...
Ad ogni modo qualcosa mi dice che gli spunti di riflessione per questo blog, da qui a un po', potrebbero persino aumentare.
Alla prossima.
5 commenti:
Ciao Valeriano, hai letto che Tumblr fra pochi giorni bannerà tutti i contenuti per adulti? Vista la quantità di contenuti LGBTQI presenti sulla piattaforma si tratterà di fatto di una delle più ampie azioni di censura mai fatta contro la comnunità gay e i suoi artisti, mi piacerebbe che dedicassi un post al riguardo.
L'ipotesi che i Manetti abbiano in qualche modo "rilevato" il pacchetto Sky è del tutto errata.
L'url qui sotto è di un articolino del Messaggero in cui si capisce bene come i due progetti vivano di vita del tutto indipendente.
http://www.ufficiostampa.rai.it/aree/raicinema/cin_mercoledi.pdf?fbclid=IwAR2CFQNwCHRSY3Yfn6kw1yMGpJ1z2sc_ELLzeDaxxmd6ylYTNO5qiZwmYCo#page=20&zoom=100,0,86
L'articolo l'ho letto, ma semplicemente Sky non viene nominata. Da dove si capisce che l'ipotesi è del tutto errata? Se l'ipotesi è giusta e Sky ha ceduto il pacchetto perchè temeva un flop o non riusciva a svecchiare il personaggio, di sicuro chi sta portando avanti il progetto ora non lo va a dire ai giornalisti. E comunque prima di rottamare le scenografie, andando in perdita, è comunque possibile che abbia provato a svenderle a un prezzo di favore a Raicinema. In ogni caso staremo a vedere.
Ho paura che l'articolo tu non l'abbia letto con troppa attenzione ;-)
Cito verbatim: «la società Cattleya ha appena ripreso lo sviluppo della serie Sky per cui il premio Oscar Dante Ferretti aveva già progettato le scenografie. A breve ritroveremo dunque sullo schermo, in una doppia versione, il Re del Terrore» (intendendo sia il film Rai che i telefilm Sky). Più avanti poi riportano delle dichiarazioni di Riccardo Tozzi (fondatore di Cattleya, quindi responsabile del progetto Sky) che dice chiaramente che per lui non è un problema che escano in quasi-contemporanea il film Rai e la serie Sky (aggiungendo che il problema dello sviluppo della serie è che si erano allontanati troppo dal personaggio originale e questo li ha bloccati, lasciando intendere che la direzione in cui contano di muoversi è quella di una maggiore fedeltà al fumetto).
Ora magari si può dubitare che quelle di Cattleya/Sky siano affermazioni a cui poi non seguirà davvero una messa in produzione del progetto ma che quel progetto sia del tutto indipendente (e in realtà concorrente) da quello messo in cantiere dalla Rai direi che non ci sono dubbi.
Scusa, ma al link che mi hai dato dove devo andare? Ho visto un'intervista ai Manetti Bros, ma non citano Sky...
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