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lunedì 10 agosto 2009

LA LETTERA DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Oggi entro subito nel vivo e passo a rispondere a una lettera molto interessante che mi ha scritto Midnight Boy. Nella mia risposta cercherò di rendere tutto più pimpante inserendo delle foto riferite al San Diego Comi-Con di quest'anno.
Midnight Boy mi scrive:

"Caro Valeriano, non so se sia in parte dovuto al tuo ruolo come presidente Arcigay o semplicemente risponda al tuo modo di vedere le cose, ma non posso fare a meno di notare una tua tendenza a un "politically correct" tutto gay che forse ti costringe a perdere di vista la complessità delle situazioni. Anche nel tuo ultimo post sul libro lesbico hai pensato bene di dare una tirata d'orecchie agli editori per aver usato il termine invertite, il che sarebbe stato doveroso se si parlasse di omosessuali maschi, ma non in questo caso. Il fatto è che il termine inglese dykes non ha una connotazione proprio positiva, e quindi l'editore si è probabilmente trovato alle strette su come tradurre il termine. Questo perché in italiano ci sono un sacco di termini più o meno spregiativi per identificare il gay maschio ma non le lesbiche, e così forse sarebbe stato più interessante se avessi parlato di questo. Un altro caso che mi ha colpito è stato quello di X-Factor, dove hai riportato nel dettaglio tutta la questione, tranne la grossa discussione che c'è stata riguardo al fatto che il famoso bacio non sarebbe il suggello di una relazione stabile o una precisa dichiarazione circa l'orientamento sessuale del personaggio ma esattamente ciò che è: un bacio. Il che in sostanza potrebbe voler dire che Rictor potrebbe essere gay, ma anche bisessuale, o magari perfino fondamentalmente etero ma terribilmente innamorato di quetso suo amico. E per come la vedo io è proprio questo a rendere questo numero di X-Factor tanto importante: non è un episodio che chiude una questione, ma che apre sull'ampiezza delle possibilità. Qualcosa di molto più interessante di sapere se Rob Liefild sia omofobo o solo scocciato qualcuno abbia giocato col suo personaggio, non credi? Midnight Boy"

Caro Midnight Boy, fermo restando che non pretendo di sapere dove sia la verità assoluta (sempre che esista), in questo spazio mi limito ad esprimere il mio parere e ad offrire qualche spunto di riflessione per i pareri altrui. Se tu ti sei preso la briga di scrivermi vuol dire che bene o male ci riesco e mi fa piacere. Fortunatamente il mio ruolo di presidente di un piccolissimo e poverissimo comitato Arcigay di una città di provincia (che tante volte mi sembra più che altro una città fantasma piena di insidie) non c'entra nulla. Semplicemente utilizzo una prospettiva gay perchè è la mia e perchè penso che un "punto di vista gay" sul mondo del fumetto in Italia manchi, quindi cerco di offrirne uno almeno qui...
Per quel che riguarda la legittimità di tradurre DYKES in "invertite" mi permetto di confermare la mia opinione. DYKE (o DIKE) è una parola che fa parte dello slang omosessuale inglese perlomeno dagli anni 20 dello scorso secolo, e pare che derivi da un arcaico verbo inglese (to dight) che indicava l'atto di vestirsi da parte di un uomo. Forse la parola indicava l'idea di mascolinità che circondava le lesbiche, così come la parola gay (che originariamente indicava le prostitute di strada sboccate e molto appariscenti) ha preso a sottolineare l'idea di effeminatezza (e disponibilità al sesso) che circondava gli omosessuali maschi. Tecnicamente DYKE si riferisce alle lesbiche un po' androgine, ma non troppo, e ha un significato più sfumato del termine BUTCH (che indica le lesbiche veramente mascoline, e che deriva da un termine traducibile in italiano come "bisteccone": un nomignolo che veniva rifilato agli uomini tutti d'un pezzo... Tant'è che venne dato anche al fuorilegge del vecchio West conosciuto come "Butch" Cassidy, il cui vero nome era Robert).
Tecnicamente DYKE in italiano suonerebbe come qualcosa di vagamente simile a "maschiaccia": non è esattamente un complimento, ma le lesbiche anglofone se ne appropriarono e adesso non ha un significato dispregiativo come poteva essere anni fa... Tant'è che - sempre nello slang omosessuale inglese - se i maschi gay si riconoscono attraverso il cosiddetto gaydar le femmine usano il termine "dykedar" per indicare la stessa forma di intuito. Il termine italiano "invertite", per come la vedo io, non è paragonabile al termine DYKE per diversi motivi, il primo dei quali è che "invertito" è diventato sinonimo di omosessuale a partire dal gergo psichiatrico, e in quel caso sì che aveva un significato poco gradevole...
Poco gradevole perchè già di suo "inversione" è un termine che implica qualcosa fuori posto, sottosopra e possibilmente nel posto sbagliato, e in secondo luogo perchè si riferisce ad una "inversione" di tipo sessuale e/o di identità di genere. Come dire che riduce gli omosessuali a persone scombussolate mentalmente e fondamentalmente disturbate a livello sessuale. Che poi alcuni omosessuali rispondano effettivamente a questa descrizione è vero, il problema è che definizioni come queste sono nate per essere applicate a TUTTI gli omosessuali, poichè sono state elaborate oltre un secolo fa, quando il campione dei casi analizzati era composto prettamente da casi clinici. Capirete anche voi che si tratta di una definizione intrinsecamente fuorviante e avvilente. Per quello dico che "invertite" mi sembra un termine fuori luogo, anacronistico, riduttivo, un po' offensivo e alquanto pericoloso da associare all'omosessualità (soprattutto in questo paese e in questo momento storico).
Venendo a Rictor e Shatterstar il discorso è fondamentalmente questo: poichè si tratta di personaggi dei fumetti, e per giudicarli bisogna basarsi su quello che fanno nei fumetti (visto che al di fuori dei loro fumetti tecnicamente "non esistono"), non ha senso speculare più di tanto. Finora Rictor e Shatterstar Avevano lanciato degli indizi su una loro possibile relazione, anche se Rictor (e questo lo avevo scritto) aveva dato prova di avere perlomeno una vita eterosessuale (da bravo maschio messicano). La parola "fine" in un fumetto Marvel non si può mettere mai (penso che sia la casa editrice col più alto numero di resurrezioni di personaggi deceduti), ma se non altro si può mettere la parola fine ad anni di ipotesi sulla natura della relazione fra i due, che non può essere più considerata semplicemente amicale o "fraterna"... Soprattutto considerando che il contesto è quello degli Stati Uniti, un paese per cui i baci sulla bocca hanno un certo peso simbolico.
Oltretutto è stato lo stesso sceneggiatore che ha detto che quel bacio ce l'ha piazzato per confermare che i due avevano una relazione gay, quindi tutte queste discussioni riguardo al fatto che potrebbe essere stato piazzato giusto per dare una nota di colore mi sembrano un tantino superflue. Che poi i due abbiano avuto in passato una relazione effettivamente stabile non è scritto da nessuna parte (ma non è detto che compaia qualche bel flashback al riguardo): il bello - come dici tu - sarà proprio seguire gli sviluppi della situazione d'ora in poi e verificare se, dopo questo bacio, Rictor andrà ancora con qualche ragazza oppure no, se i due faranno progetti insieme, se decideranno di ufficializzare ulteriormente la loro unione (magari con un matrimonio o un'unione registrata ^__^), ecc...
Riguardo a Rob Liefeld non penso che sia uno che va a picchiare i gay col passamontagna, però - basandomi anche sulle sue storie e sui suoi disegni - mi pare tanto una persona che comunica una buona dose si machismo che può sfociare - se non nell'omofobia - perlomeno in una presa di distanza dall'omosessualità e dalle sue manifestazioni, magari con una punta di malcelato disprezzo machista. Tantopiù che Shatterstar non è stato un personaggio "suo" nella stragrande maggioranza degli albi in cui è comparso, e non è che da altri punti di vista sia stato gestito benissimo nel corso degli anni (basti pensare al casino sulle sue origini)... Però, guardacaso, Rob Liefeld si è espresso negativamente giusto sull'omosessualità del personaggio, cosa che i creatori di Rictor (i coniugi Walt e Louise Simonson, nella foto qui sotto) non hanno fatto... Come mai?
Sarebbe interessante conoscere l'opinione di questa simpatica coppia di coniugi su tutta la questione, ma qualcosa mi dice che per loro l'omosessualità di Rictor sarebbe tutto fuorchè un problema. Voi non avete questa sensazione guardandoli in faccia? Oltretutto, pensando a Louise Simonson e al suo modo di sceneggiare, non mi stupirebbe se saltasse fuori dicendo che avrebbe voluto scrivere lei la storia in cui Rictor saluta Shatterstar con un bacio appassionato... Che dire? Se avete spunti di discussione interessanti come questi non perdete tempo e scrivete (^__^).
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2 commenti:

Luca ha detto...

Riguardo alla questione del "dykes". Personalmente invertito/a come termine mi dà fastidio perché allude chiaramente a qualcosa di "inverso" (a cosa? alla natura, o al senso morale comune).
La cosa poteva essere risolta facilmente chiedendo a delle lesbiche un nomignolo usato da loro per indicare se stesse, proprio come accade in America per "dykes". E se non c'è, non importa che il titolo sia un'esatta traduzione dell'inglese ma che renda l'idea (cosa che "invertite" secondo me non fa).

Riguardo al bacio dei due la questione è chiusa con le dichiarazioni dello stesso disegnatore e del presidente di Marvel che hanno dichiarato che il bacio è proprio il "coming out" ufficiale della relazione tra i due. Quindi niente congetture sul fatto che siano omosessuali bisessuali o teneri amici: i rasponsabili hanno detto che stanno insieme.

Vero che Valeriano a volte usa un filtro un po' troppo stretto per presentare le cose (l'ho criticato un paio di volte a questo proposito) ma in questi due casi indicati mi sembra che quello che ha detto sia condivisibile :)

Alberico ha detto...

Trovo il termine “invertito” (un tempo usava anche l’ analogo “capovolto”) riferito ai gay, maschi o femmine che siano, decisamente sgradevole e di fatto assimilabile a un insulto, perché implica chiaramente un’idea di “devianza” da una “norma” ritenuta la sola giusta e condivisibile; tanto è vero che questa parola non è mai entrata nel gergo gay, pur composto a volte di parole che in origine avevano una connotazione parzialmente o totalmente negativa;
quanto alla questione del “politically correct”, credo che chiunque, quando scrive riguardo a qualsiasi cosa, non possa (e non debba) prescindere dalla propria cultura, modo di essere, appartenenza; e in un Paese come il nostro, dominato da una cultura perbenista, cattolica, spesso omofobica, porsi coerentemente in un‘ottica gay è un fatto di per sè positivo (poi possiamo discutere sui punti e sulle virgole, ma è secondario….)